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E TÀ AMARNIANA A T EBE C APITOLO 20. C ONCLUSIONI : CARATTERISTICHE DELLE TOMBE PRIVATE DI

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C

APITOLO

20. C

ONCLUSIONI

:

CARATTERISTICHE DELLE

TOMBE PRIVATE DI

E

TÀ AMARNIANA A

T

EBE

§ 1. Introduzione

Per effettuare uno studio d’insieme delle tombe tebane di Età amarniana (latu sensu dal tardo Amenhotep III a Tutankhamen) è assolutamente necessario effettuare una suddivisione cronologica fra: A. le tombe risalenti alla fine del regno di Amenhotep III e all’inizio del regno di Amenhotep IV (Kheruef, Ramose TT 55, Ramose TT 46); B. le tombe della fase tebana autonoma del regno di Amenhotep IV (Parennefer); C. le tombe della fase post-amarniana (Amenhotep detto Huy, Nay, Neferhotep); abbiamo evidentemente escluso le tombe la cui datazione ci sfugge o dalle quali nessuna considerazione generale può essere tratta. Esse tuttavia non sono completamente sterili, perché dal loro studio singolarmente abbiamo ricavato preziose informazioni.

Confrontando queste tombe, ci si accorge che i gruppi così formati hanno caratteristiche omogenee anche dal punto di vista architettonico, stilistico e iconografico, tale che è possibile riconoscere un’evoluzione di tendenza attraverso tutto il lungo periodo.

Un confronto obbligatorio con la necropoli tebana precedente e successiva alla “cattività amarniana” e con la necropoli di el-Amarna si rende illuminante per diversi aspetti. Anche un confronto iconografico con le costruzioni tebane di Amenhotep IV si rivela fecondo di osservazioni.

§ 2. Struttura architettonica

Dal punto di vista architettonico le tombe del gruppo A costituiscono una forma monumentale della tomba a T tebana della XVIII dinastia: l’espansione in profondità della sala trasversa porta al taglio di diverse file di colonne che ne devono reggere il soffitto. Il modello si afferma nell’ultima parte del regno di Amenhotep III con diversi altri esempi, anche se TT 55 e TT 192 restano fra i più

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notevoli per dimensioni. Entrambe inoltre condividono l’attacco dello sloping passage nell’angolo di “S-W”1 della sala trasversa.

La tomba di Parennefer, unica del gruppo B, è chiaramente una tomba a T, di dimensioni più modeste rispetto a quelle dei grandi del regno di Amenhotep III, ma con alcune particolarità. Il lungo corridoio è fiancheggiato da tre annessi per lato e termina in due camere comunicanti fra loro: è uno schema inconsueto e resta da capire se, da un semplice modello a T con sala trasversa, corridoio e santuario, si sia arrivati a questa articolazioni per fasi successive; i numerosi ampliamenti, che hanno devastato alcune delle pareti decorate, fanno intendere che sia andata così.

Le tombe della fase post-amarniana hanno due esiti: il primo (TT 40, TT 492) risente direttamente del modello architettonico amarniano che abbiamo

chiamato IIIc (Capitolo 4, § 5): una successione di sala trasversa, sala quadrata a pilastri e santuario finale con statua. Il secondo (TT 271) fa riferimento alle tombe monumentali del tardo Amenhotep III, con una vasta sala trasversa a pilastri e un corridoio (non terminato). Questa tomba è l’unica fra quelle del periodo preso in esame di cui si possa accertare l’esistenza di una sovrastruttura e che anticipa così modelli, certo più antichi, ma che si consolideranno con forza solo nella XIX dinastia.

La tomba di Neferhotep condivide con le tombe amarniane anche la realizzazione con pietre inserite in un apposito incavo della facciata della cornice a gola egizia (tav. XXXIa).

§ 3. Stile

Le osservazioni più fruttuose possono essere fatte nel campo stilistico ed iconografico. A questo proposito bisogna smentire la considerazione di M. Gabolde, secondo il quale “les tombes civiles du début du règne à Thèbes ne montrent aucun des traits spécifiques des tombes d’Amarna et, en retour, ces

1

Indicazioni dei punti cardinali virgolettate si riferiscono ad un sistema virtuale che si basa sulle due rive del Nilo: la destra idrografica è ad E; la sinistra idrografica ad W e le tombe sono sempre perpendicolari al fiume.

2

DAVIES N. DE G., The tomb of Nefer-hotep at Thebes, The Metroplitan Museum of Art, New York 1933, tav. VI.

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dernières ignorent les caractérisques thébaines des phases de l’art et la pensés voulus par le roi dans ses premières années de gouvernement”3.

Si può tracciare una linea evolutiva in base allo stile, avendo come centro le tombe di el-Amarna (in cui l’esperienza artistica trova la piena maturazione), ma considerando che è a Tebe che l’arte amarniana viene sperimentata per la prima volta.

Tutte le tombe precedenti al trasferimento della corte sono decorate con lo stile tradizionale di Amenhotep III, ad eccezione della porzione settentrionale della parete W nella tomba di Ramose (TT 55) e della tomba di Parennefer (TT 188). In TT 55 la scelta compositiva, le linee del tratto, i moduli proporzionali sono già pienamente amarniani, sebbene ad altorilievo lo scultore non dia il meglio di sé (le successive tombe amarniane sono tutte a bassorilievo intonacato); i disegni tracciati ad inchiostro, invece, rivaleggiano con le migliori realizzazioni amarniane e la nitidezza del tratto è tanto più straordinaria quanto si consideri che non vi è traccia di una griglia guida4.

La tomba di Kheruef, che in base ad altre considerazioni, non venne decorata oltre il I anno di regno di Amenhotep IV, mostra la stanca prosecuzione dei modelli stilistici dell’arte di Amenhotep III e la figura del giovane re è del tutto assimilabile a quella dei grosso blocco di Karnak conservato a Berlino5 (tav. XXXIb); il contrasto fra il sovrano paffuto e l’esile geometria del più noto Akhenaten è stridente.

La tomba di Parennefer è un caso di transizione, ma solo un’attenta analisi permette di rilevare in nuce la futura arte amarniana; l’intera decorazione di TT 188 si colloca cronologicamente tra la porzione S della parete occidentale di TT 55 e la porzione N della stessa parete. In effetti, la qualità artistica non eccellente della decorazione e l’alternarsi di rilievo, intonaco e pittura può rendere conto di una tale velocità di esecuzione. Qui si vedono già ventri arrotondati, pieghe del grasso sulla pancia e l’allungamento dei crani, lieve, può essere distinto soprattutto nelle figure di uomini con i capelli rasati. In attesa della pubblicazione

3

GABOLDE M., D’Akhenaton à Toutânkhamon, Université Lumière-Lyon 2, Institut d'Archéologie et d'Histoire de l'Antiquité, Lyon 1998, p. 72.

4

DAVIES N. DE G., The tomb of the Vizier Ramose, Mond Excavations at Thebes I, Egypt Exploration Society, London 1941, p. 34.

5

Berlin 2072; PM II, p. 190; CHAPPAZ J-L., Le premier édifice d’Aménophis IV à Karnak, in BSEG 8 (1983), pp. 13-45; VERGNIEUX R. – GONDRAN M., Aménophis IV et les pierres du soleil.

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definitiva, in cui si potranno avere a disposizione tavole precise e complete delle raffigurazioni di TT 188, ci si deve limitare a considerazioni superficiali. La decorazione sembra essere contemporanea al blocco conservato al Musée du Louvre, risalente anch’esso ai primi anni di Amenhotep IV, ma già con l’iconografia dell’Aten raggiato e qualche sintomo della futura arte amarniana invece assente nel blocco Berlin 2072 e nei rilievi di Kheruef6.

Anche le tombe della fase post-amarniana permettono di tracciare un percorso: TT 40 mostra alcune evidenti somiglianze con la stessa tomba di Tutankhamen, sottolineate dall’essere entrambe realizzate a sola pittura. Ventri rotondeggianti, teste leggermente più grandi di quanto vorrebbe una corretta proporzione, posa molle: si confronti la processione dei principi nubiani della tomba del Viceré Amenhotep7 con le rappresentazioni di Tutankhamen in KV 62:

le somiglianze sono marcate. Dalla tomba di Tutankhamen a quella di Ay nella Valle dell’Ovest il passo è breve, sebbene le somiglianze siano più tematiche e compositive che non propriamente stilistiche.

Paradossalmente più legata allo stile propriamente amarniano è invece la tomba di Neferhotep: ma forse il nostro giudizio, anche qui, è condizionato dalla tecnica del bassorilievo che avvicina questa tomba a quelle della necropoli di Akhetaten. Le decorazioni delle pareti del passaggio di ingresso potrebbero facilmente figurare nella tomba di Ay o in quella di Meryra ad Amarna: l’elaborata parrucca del funzionario, le lunghissime gambe della consorte, la profondità della sguardo8. Si inseriscono pienamente nel filone amarniano il brulicare di uomini, la freschezza delle rappresentazioni del mondo vegetale ed animale. Queste caratteristiche avvicinano molto Neferhotep agli esiti maturi e bilanciati dell’arte post-amarniana menfita, la cui influenza su quella tebana deve ancora essere chiarita e alla quale si è fatto accenno al Capitolo 6.

La tomba di Nay si avvia invece verso modelli più propri della XIX dinastia, benché non sia completamente svincolata dal peso dell’arte di Akhenaten: i soliti ventri tondeggianti, la morbidezza delle linee allungate e

6

Louvre E 13482 ter; MÜLLER M., Die Kunst Amenophis’ III. und Echnatons, Basel 1988, p. 84, tav. XXXVIIIa; CHAPPAZ J-L., op. cit., pp. 38-39; ASSELBERGS H., Ein merkwürdiges Relief

Amenophis IV in Louvre-Museum, in ZÄS 58 (1923), pp. 36-38.

7

DAVIES NINA DE G. – GARDINER A.H., The tomb of Huy, Viceroy of Nubia in the reign of Tut'ankhamun, London 1926, tavv. XXVII-XXVIII.

8

DAVIES N. DE G., The tomb of Nefer-hotep at Thebes, The Metroplitan Museum of Art, New York 1933, tavv. II-III, XXXVI-XXXVII.

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l’eleganza della composizione agganciano i personaggi ritratti in TT 271 ai protagonisti delle tombe di Akhetaten.

È evidente che, come per l’arte di Amenhotep III9, si debba parlare di botteghe diverse di artisti, evidentemente tutti reduci dall’esperienza atenista: qualcuno più legato all’arte amarniana propriamente detta (in modi diversi l’artista di Amenhotep, Tutankhamen e Ay e l’artista di Neferhotep), qualcuno più aperto a quelli che saranno i successivi sviluppi (l’artista di Nay). Le scuole lavoreranno parallelamente, in modo da creare il falso paradosso di tombe più “amarniane” di altre benché di poco più tarde. La stessa caratteristica si rileva a Menfi, dove la tomba di Horemheb (Tutankhamen-Ay) è più legata ai modelli amarniani che non quella di Meryra (Akhenaten-Tutankhamen).

§ 4. Iconografia

Dal punto di vista iconografico le tombe del gruppo A non sono omogenee, perché se TT 55 risponde pienamente alle caratteristiche delle tombe tebane tipo della XVIII dinastia, la tomba di Kheruef devia sensibilmente da questo canone, mostrando per la prima volta scene di carattere storico-cronachistico: le cerimonie dei giubilei di Amenhotep III. In questo, benché cronologicamente sia la prima tomba del gruppo, forse già anticipa tendenze amarniane: si pensi alle scene della ricezione del tributo dell’anno XII e della visita al Tempio della Regina madre Tiy nelle tombe di Akhetaten. Anche nella quantità di rappresentazioni del sovrano – che nel Capitolo 6 è stato riconosciuto come un elemento caratteristico di el-Amarna – questa tomba si distingue per la sua vicinanza ai modelli amarniani: in essa vi sono ben tredici rappresentazioni di sovrani fra Amenhotep III e Amenhotep IV (quattro volte sui portali, tre volte nel I passaggio, sei volte sulla parete W del portico).

La tomba di Parennefer è dal punto di vista iconografico quasi pienamente amarniana: dalla decorazione della facciata con scene di adorazione del Disco da parte della Famiglia reale alle molteplici rappresentazioni del defunto al servizio

9

KOZLOFF A.P., Theban Tomb Paintings from the Reign of Amenhotep III: problems in

Iconography and Chronology, in BERMAN L.M. (A CURA DI), The Art of Amenhotep III: Art

Historical Analysis, Cleveland Museum of Art-Indiana University Press, Cleveland 1990, pp.

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del re e alla rappresentazione del servizio liturgico che Akhenaten celebra per Ra-Horakhty.

Allo stesso modo, le tombe del gruppo C risentono fortemente dei modelli di Akhetaten: anche nella tomba di un funzionario di rango pur non elevato come Neferhotep vi è l’immancabile rappresentazione del re nell’atto di premiare il defunto10. La scena del doppio tributo di TT 40 può forse risentire dei modelli della tomba di Meryra II (fra le più tarde ad Amarna, in quanto vi è presente Semenkhkara): nella tomba amarniana il trono è il centro della scena e le schiere di ambasciatori, servi, schiavi e funzionari si avvicinano quasi roteando in un effetto scenico di grande forza espressiva; nella tomba del Viceré si è preferito duplicare la scena del sovrano su due porzioni diverse della stessa parete: quella orientale per il tributo asiatico e quella occidentale per il tributo nubiano. È interessante notare che una lunga ed ideale rappresentazione cronologica si estende in senso orario dalla porzione orientale della parete S alla porzione occidentale della parete N (occupando quindi ben 3/4 delle pareti lunghe della sala trasversa) e si chiude ad anello con due rappresentazioni del re: Tutankhamen investe Amenhotep; Amenhotep esce dal palazzo; Amenhotep ringrazia gli dei nel tempio di Amon; Amenhotep esce dal Tempio e si imbarca per la Nubia; Amenhotep sbarca in Nubia; Amenhotep raccoglie il tributo Nubiano; Amenhotep controlla la flottiglia mercantile del vicereame partire per l’Egitto; Amenhotep sbarca a sua volta in Egitto; Amenhotep presenta il tributo nubiano a Tutankhamen.

§ 4.1. Il tema funerario

Come nella tomba di Amenhotep un solo tema veniva svolto lungo più pareti, anche la tomba di Neferhotep presenta un lungo funerale sull’intera parete orientale della sala trasversa, benché tagliata dalla porta di ingresso

Il tema funerario ad el-Amarna trova tuttavia realizzazioni più intime e più rare: nelle tombe private la sola AT 1 (Huya) vi indulge con particolari,

10

DAVIES N. DE G., The tomb of Nefer-hotep at Thebes, The Metroplitan Museum of Art, New York 1933, tav. IX-XIII.

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relegandola tuttavia nel santuario11; nella Tomba Reale è rappresentato due volte il lutto della famiglia di Akhenaten per la scomparsa delle giovani principesse12.

Fra le tombe tebane, oltre a quella di Neferhotep, solo la tomba di Ramose ha una scena di funerale, mentre quelle di Nay e Amenhotep presentano scene di offerta funeraria officiata da sacerdoti, ma non dei funerali veri e propri; le tombe di Kheruef e Parennefer non presentano alcun tema propriamente funerario. Fra queste, probabilmente solo la tomba di Parennefer escluse programmaticamente i funerali; Kheruef non fece verosimilmente a tempo a includerla nel programma decorativo della propria tomba ampiamente non terminata (si ricordi: nessuna scena nella sala trasversa) e così Amenhotep. Della tomba di Nay abbiamo solo parte della decorazione della cappella nella sovrastruttura, mentre, anche qui, la sala trasversa non venne mai decorata (o i pannelli in calcare vennero asportati). § 4.2. Finestra delle Apparizioni e baldacchino

Un secondo tema ricco di spunti è la raffigurazione del re a contatto con il funzionario e l’evoluzione della struttura architettonica in cui la scena è ambientata:

1. Kheruef

a. Amenhotep III seduto, Hathor seduta, Tiy in piedi sotto un baldacchino; premiazione dei funzionari (tav. XXXII);

b. Amenhotep III seduto, Tiy seduta sotto un baldacchino; ricezione dei doni dei funzionari;

2. Ramose

a. Amenhotep IV seduto, Maat seduta sotto un baldacchino; ricezione delle insegne divine;

b. Amenhotep IV e Nefertiti alla Finestra delle Apparizioni; premiazione di Ramose;

3. Parennefer

a. Amenhotep IV e Nefertiti seduti sotto un baldacchino; premiazione di Parennefer;

b. Amenhotep IV e Nefertiti (?) seduti sotto un baldacchino; ricezione delle insegne divine;

c. Amenhotep IV e Nefertiti (?) seduti sotto un baldacchino; ricezione del resoconto della vendemmia;

d. Amenhotep IV seduto sotto un baldacchino fornito di parapetto; ricezione del resoconto della mietitura;

11

DAVIES III, tavv. XXII-XXIV.

12

MARTIN G.T., The royal tomb at el-‘Amarna. Vol. II: reliefs, inscriptions, and architecture, Egypt Exploration Society, London 1989, tavv. LVIII-LXI, LXIII-LXVIII.

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4. Amarna

a. Akhenaten e Nefertiti alla Finestra delle Apparizioni; premiazione del defunto;

b. Semenkhkara e Merytaten in piedi (Finestra delle Apparizioni sullo sfondo); premiazione del defunto;

5. Amenhotep detto Huy

a. Tutankhamen seduto sotto un baldacchino; investitura di Amenhotep; b. Tutankhamen seduto sotto un baldacchino; ricezione del tributo nubiano; c. Tutankhamen seduto sotto un baldacchino; ricezione del tributo asiatico;

6. Neferhotep

a. Ay e Tiy (?) alla Finestra delle Apparizioni; premiazione di Neferhotep13; b. Tiy (?) alla Finestra delle apparizioni; premiazione di Merytra14;

c. Osiri seduto sotto un baldacchino; adorazione15;

7. Neferhotep (TT 50, Horemheb)

a. Horemheb in piedi accanto ad un bancone coperto da un cuscino; premiazione di Neferhotep e Parennefer;

8. A. 14 (Ramesse II)

a. Ramesse II alla Finestra delle Apparizioni; premiazione del defunto.

L’analisi di queste scene permette di giungere a diverse osservazioni: 1. il baldacchino reale può ospitare contemporaneamente il re, la consorte regale e una divinità femminile. Se il re è celibe, la consorte regale può essere omessa (5a-c) o venire sostituita da una divinità femminile (2a);

2. l’iconografia della Finestra delle Apparizioni venne mantenuta in uso per lungo tempo e in ogni caso influenzò l’iconografia della scena di premiazione regale. Essa torna uguale a quelle amarniane nei regni di Ay (6a-b) e di Ramesse II (8a); la curiosa rappresentazione di Horemheb in piedi (7a) ha un precedente amarniano (4b).

3. Ad Amarna la Finestra delle Apparizioni diventa l’unica cornice architettonica per la premiazione dei funzionari, mentre il baldacchino rimane in uso per udienze a Palazzo o all’esterno. Essa è dunque il canale privilegiato del contatto fra sovrano e pubblico (selezionato, di cortigiani, ma anche di popolo), allo stesso modo del cocchio reale. Situazioni meno pubbliche (come i pasti e le udienze) vengono consumate in altri spazi.

13

DAVIES N. DE G., The tomb of Nefer-hotep at Thebes, The Metroplitan Museum of Art, New York 1933, tavv. IX-X.

14

Ibidem, tav. XIV.

15

(9)

4. Le talatat e le stesse tombe ci testimoniano l’esistenza di un Palazzo reale fornito di Finestra delle Apparizioni a Tebe per i primi anni di Amenhotep IV e le tombe amarniane ci rendono conto di una simile struttura ad Akhetaten (individuata anche dagli scavi archeologici in due esemplari: uno palatino e uno templare); la diversità delle rappresentazioni di TT 40 e TT 49 tuttavia non ci sorprende.

In TT 40 le cerimonie avvennero sicuramente a Tebe, sia per la nomina (Amenhotep ringrazia gli dei nel tempio di Amon), sia per la ricezione del tributo nubiano (la barca vicereale attracca esplicitamente a Tebe); anche in TT 49 è assai probabile, date la funzione di Neferhotep, la raffigurazione di casa sua e del santuario di Karnak, che le cerimonie si svolgano a Tebe.

Se prestiamo attenzione al significato delle scene, la distinzione è chiara: Amenhotep riceve l’incarico in una udienza a Palazzo (non viene premiato davanti alla folla, il pubblico è di soli cortigiani); lo stesso Amenhotep presenta il tributo in una grande cerimonia, a Palazzo o probabilmente all’esterno, come nella tomba amarniana di Huya. Neferhotep e la moglie Merytra vengono invece premiati e con grande festa di popolo. Ne consegue che le tombe post-amarniane hanno mantenuto in uso la distinzione amarniana fra la Finestra delle Apparizioni riservata alle udienze pubbliche e il baldacchino riservato alle udienze private.

Possiamo anche immaginare che sia Tutankhamen sia Ay abitassero nel Palazzo che Amenhotep IV aveva eretto a Tebe nei primi anni di regno. La valenza sacrale dell’epifania regale venne poi consacrata in Età successiva con l’installazione di una architettura simile nei Templi di Milioni di Anni di Età ramesside.

§ 4.3. La presenza divina

Le tombe del gruppo A si mantengono piuttosto pudiche, secondo tradizione, nel rappresentare le divinità e il rapporto degli uomini con esse. Ramose è raffigurato ai lati della porta di ingresso nell’atto di compiere offerte a dèi che vengono solo nominati, ma non rappresentati. Compaiono solo la Dea dell’Occidente ad accogliere Ramose e a presentarlo ad Osiri, alla fine della scena del funerale, e Maat a fianco di Amenhotep IV sotto al baldacchino. Nella sezione

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amarniana della parete occidentale, le raffigurazioni dell’Aten sono già due (una sopra il sovrano, una sopra il Tempio).

Nella tomba di Kheruef allo stesso modo le divinità sono nominate in grande numero, ma quelle rappresentate sono assai poche: Hathor a fianco di Amenhotep III sotto al baldacchino e la personificazione del pilastro djed. Nelle scene scolpite sotto Amenhotep IV sull’architrave dell’ingresso gli dèi scelti sono marcatamente solari (Ra-Horakhty e Maat, Atum e Hathor); la stessa idea di porre sull’architrave una figura del sovrano in adorazione di deità solari è un’anticipazione della tendenza amarniana (la Famiglia reale offre al Disco), tuttavia disattesa nelle successiva tomba di Parennefer, che si riserva la scena di culto solare sull’architrave e triplica quella regale sulla facciata.

In Parennefer, infatti, l’architrave è ancora campo per la rappresentazione del defunto, in adorazione di Ra-Horakhty e del ka reale (si può ricostruire dai testi la presenza del cartiglio di Amenhotep IV al centro, già attestata in Kheruef). L’unica “deità pagana” cui Parennefer concede spazio nella propria tomba e il cobra Renenutet, che tradizionalmente sovrintendeva alla vendemmia; è evidente da questa e da altre fonti (nel passaggio interno della stessa TT 188 Parennefer è raffigurato in adorazione di Osiri) come la tolleranza verso altri culti fosse assai spiccata all’inizio del regno di Amenhotep IV.

Nelle tombe post-amarniane le scene di culto officiate dai privati rientrano a pieno regime nell’iconografia tombale: all’adorazione solare di Parennefer Neferhotep (la cui tomba è l’unica di cui si sia conservata la decorazione del primo portale) contrappone sull’architrave dell’ingresso una doppia adorazione di Osiri, ora in coppia con Hathor ora con Anubi. Osiri figura ancora sul secondo portale di questa tomba e nel II passaggio della tomba di Amenhotep. La divinità infera appare ancora in TT 49 nel santuario, dove Neferhotep versa una libagione in suo onore, ma la relegazione di Osiri nella parte remota della tomba è solo apparente: egli compare diverse volte e spesso assieme ad Anubi nella sala trasversa di Amenhotep e nella stessa tomba di Neferhotep, non solo come tradizionalmente nelle lunette delle stele, ma anche sulle pareti in scala maggiore.

(11)

Sempre TT 49 anticipa diverse immagini divine che saranno molto frequenti nella XIX dinastia: Amenhotep I in coppia con la madre Ahmose Nefertari16, la Dea del Sicomoro17 e la Vacca della Montagna occidentale18.

§ 4.4. Il servizio liturgico e il tempio

Le tombe del gruppo A ignorano questo tema, assai limitatamente diffuso nella XVIII dinastia.

La tomba di Parennefer anticipa invece il leit motiv amarniano della Famiglia reale offerente sotto i raggi del sole, onnipresente ad Akhetaten in ambito funerario, templare e domestico. In questo caso, tuttavia, la tomba di Parennefer mostra due anomalie. Innanzitutto, nel rappresentare il sovrano su un altare di Ra-Horakhty: ad el-Amarna, benché altari di questo tipo siano frequentemente rappresentati in miniatura nelle immense strutture templari, questa iconografia del sovrano è soppressa e l’azione liturgica avviene sospesa nello spazio, ancorata alla realtà dal solo tavolo d’offerte posto davanti al re e sotto i raggi dell’Aten. In secondo luogo nel marcare la presenza di Parennefer durante l’officiatura. Ad el-Amarna il solo Akhenaten, rex et sacerdos, ha accesso al culto e sembra che questa attività l’abbia impegnato quotidianamente: nella Tomba Reale egli celebra il servizio mattutino e quello serale e nelle altre tombe è raffigurato molto spesso mentre si reca al Tempio sul cocchio o in portantina. Il clero non officia alcun atto cultuale e nemmeno sembra assistere il sovrano, se non in forme estremamente limitate (turifera il sovrano, avvicina offerte al re).

Il soggetto del Tempio, tuttavia, è molto diffuso in tutte le tombe amarniane: visioni prospettiche dei vari santuari possono permettere ricostruzioni realistiche dei templi, ampiamente confrontabili con le evidenze archeologiche. È tipico dell’arte amarniana concedere ampie vedute architettoniche nel descrivere il grande monumento che Akhenaten aveva eretto per il proprio padre celeste, la città che era l’Orizzonte del Disco. Palazzi, magazzini, santuari, giardini, laboratori artigianali, caserme e banchine portuali sono descritti con minuzia di dettagli, spesso anche spiritosi (c’è chi dorme nascosto in stanzette mentre gli altri lavorano, chi si prende una pausa mangiando del cibo seduto appoggiato ad una

16

DAVIES N. DE G., The tomb of Nefer-hotep at Thebes, The Metroplitan Museum of Art, New York 1933, tav. LI.

17

Ibidem, tav. XL.

18

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parete, etc.). Le tombe tebane non conoscevano questa attenzione urbanistica (che oggi sarebbe preziosa per ricostruire la città ora perduta) e le rappresentazioni dei santuari erano sempre molto allusive.

Dopo l’esperienza amarniana questo tema venne fugacemente introdotto nella città di Amon, il cui santuario di Karnak venne immortalato per la prima e unica volta nella tomba di Neferhotep con straordinaria attenzione alla realtà. È in questa tomba, infatti, che il filone urbanistico amarniano trova maggiore spazio, nella rappresentazione del tempio di Karnak19, dei magazzini (non solo gli artigiani come in TT 181, ma le strutture stesse che ospitano i laboratori, con stanze, corridoi, porte, etc.)20 e nell’immagine della natura selvaggia della riva occidentale21 e delle anatre in volo sul soffitto del II passaggio22. Il tema paesaggistico, ignoto agli egiziani se non per le scene di caccia e pesca, aveva invece ricevuto particolare attenzione ad Akhetaten sia in ambito palatino (i famosi dipinti del pavimento del Palazzo reale) sia in ambito funerario (nella Tomba Reale gli animali zampettano lieti nel deserto al sorgere del sole, come l’Inno ad Aten descrive).

In TT 40 Amenhotep viene mostrato in atteggiamento orante, ma sono i testi ad informarci che il teatro dell’azione è il tempio di Amon, che non viene rappresentato. Anche Neferhotep si trova nel tempio per officiare atti di culto (in dettaglio, egli riceve un mazzo di fiori dal clero di Amon): il tema specificatamente cultuale e privato ha però un solo precedente ad el-Amarna, in cui il Capo della polizia Mahu visita il tempio dell’Aten, probabilmente in seguito alla sua promozione.

§ 4.5. L’iconografia tebana: tempio di Ra-Horakhty e tombe tebane

Nel Capitolo 1 si era stilato un elenco completo delle scene presenti sulle talatat dei templi tebani dedicati a Ra-Horakhty e si era anche accennato ad una sostanziale somiglianza con le scene delle tombe private di el-Amarna; possiamo concludere che è l’iconografia templare amarniana ad aver adottato scene

19

DAVIES N. DE G., The tomb of Nefer-hotep at Thebes, The Metroplitan Museum of Art, New York 1933, tav. XLI-XLII.

20

Ibidem, tav. XLV-XLIX.

21

Ibidem, tav. XLIV.

22

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funerarie e non viceversa, abbandonando un tema molto caro quale quello marziale e arricchendole con nuovi temi tratti dalla vita di corte. La seguente tabella cerca di raccogliere l’iconografia templare tebana di Amenhotep IV (I), l’iconografia funeraria della fase tebana di Amenhotep IV (II), l’iconografia funeraria di el-Amarna (III) e l’iconografia funeraria tebana della fase post-amarniana (IV):

Iconografia I II III IV

L’Aten raggiato X X X Akhenaten offre da solo X X X Akhenaten offre con Nefertiti alle spalle X X X Akhenaten e Nefertiti si prosternano sotto i

raggi del sole (rito del sn-tA) X

Il Re si sposta per raggiungere il Tempio X X Nefertiti offre con una o più figlie alle spalle X

Tori sono atterrati e macellati X X X Uomini portano teste e zampe di bovini X X X Persone non appartenenti alla famiglia reale

libano, turiferano e pronunciano benedizioni X X X X

Tempio e servizio liturgico

Il Tempio, i riti lì celebrati e i dintorni abitati X X X X Processioni regali in portantina da e verso il

palazzo reale, con funzionari e flabelliferi X

Heb-sed di

Akhenaten Akhenaten offre muovendosi fra molti piccoli

chioschi in una grande corte X Akhenaten pianta un paletto X

Akhenaten fa un nodo ad una corda X Taglio e deposito di pietre da costruzione X

Edilizia

Edificazione di una rampa X

Presentazione del tributo X X Funzionari, con indicazione di titoli, portano

mazzi di fiori X X X X Sacerdoti offrono doni X X X

Presentazioni al Re

Armenti sono portati da alcuni funzionari

come doni X X X X

Festeggiamenti, intrattenimento da parte di

musicisti X X

Premiazione presso la Finestra delle

Apparizioni X X X X Magazzini X X X X Servitori domestici portano giare di vino,

trespoli, oche, erbe, pagnotte, frutta, abiti X X X X

Vita di palazzo

Artigiani ed operai cuociono il pane, mungono animali, versano liquidi, sigillano giare di vino, trascinano slitte, etc.

X X X X Cortigiani, funzionari dell’Harem, flabelliferi

si inchinano X X X X Poliziotti e soldati con stendardi e scudi

stanno fermi, corrono o si inchinano X X

Figure ancillari in

scene più

grandi Asiatici e Nubiani adoranti X X X X

Battaglie di carri X Città sotto assedio X

Attività

militari Soldati lottano in una esercitazione X X

Scene di i lt

Zappatura, raccolto, vagliatura, trasporto di

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agricoltura e d’esterno

Alberi in un pendio o piantati presso i santuari

X X X X La flottiglia reale X X X

Scene navali Operazioni di attracco, scarico e carico di navi

commerciali X X X Voliere e stalle X X Cavalli al passo o aggiogati ai cocchi X X X

Animali Animali del deserto (tra cui gazzelle e lepri)

zampettano al levar del sole X X Battenti di porte con scene di abbattimento dei

nemici X X

Pannelli decorativi della Finestra delle

Apparizioni X X X X Decorazioni dei podii degli altari X X X Decorazioni dei pilastri X X Pannelli decorativi delle cabine delle navi

della flottiglia reale X X

Meta-scene

Decorazione su oggetti diversi: sedie

gestatorie, scudi, etc. X X X

La prima considerazione è la stretta aderenza dell’iconografia tombale amarniana con quella dei santuari di Ra-Horakhty a Tebe, molto più che non per le tombe tebane di Amenhotep IV. La spiegazione di questa differenza risiede certamente nel fatto che “le tombe” in realtà si riducono alla sola TT 188, mentre le superfici decorate di TT 192 e TT 55 risalgono per lo più al tardo regno di Amenhotep III. La colonna (III), quindi, va più che altro letta come TT 188: allora è sorprendente come questa singola tomba abbia così tante scene in comune con le tombe di el-Amarna e con il loro modello templare tebano.

Una seconda considerazione riguarda il tema del servizio liturgico, che si restringe enormemente in Età post-amarniana, riducendosi alla mera rappresentazione esterna del tempio, ma non all’atto di culto che, a differenza di quello amarniano, è officiato all’interno del santuario, nell’intimità del sancta sanctorum a cui accedono solo pochi sacerdoti.

Il tema del giubileo reale di Akhenaten è trattato solo sulle pareti del tempio che probabilmente ospitò le cerimonie, ma non possiamo escludere che la scena di culto in TT 188 sia collegata con l’heb-sed di Akhenaten: la figura del re è completamente cancellata e non sappiamo come era vestita.

Sorprendentemente ad el-Amarna non ci sono scene edilizie, mentre è evidente che la città era tutto un fervore architettonico: le rappresentazioni degli edifici ci mostrano l’opera completa, non l’atto creativo.

Le scene di vita palatina sono quelle maggiormente condivise dai tre periodi, in particolare la già discussa scena della premiazione alla Finestra delle

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Apparizioni, ma anche più prosaiche scene di attività lavorativa nelle strutture economiche del Palazzo e del Tempio.

Da notare la quasi totale mancanze di scene di stampo militare, che sono rare anche sulle talatat tebane: solo Mahu, in ragione della sua carica di Capo dei Medjay, si concede qualche scena di carattere marziale, ma esclusivamente attinente all’ordine pubblico interno e non ad attività militari fuori dall’Egitto.

Infine, bisogna rilevare in Età post-amarniana la perdita del gusto per il dettaglio, che invece aveva riempito l’arte amarniana di meta-scene.

§ 5. Testi

La discussione sui testi delle tombe tebane di Età amarniana è molto limitata, perché quasi niente della creatività poetica dell’innografia amarniana, comunque piuttosto limitata, è qui rispecchiata con chiarezza.

La presenza di inni solari sui passaggi dell’ingresso è una regola comune delle tombe tebane della XVIII dinastia e quindi non sorprende; epiteti marcatamente amarniani sono sparpagliati qua e là nei testi, ma senza trovare paralleli particolarmente estesi.

Alcune caratteristiche, tuttavia, possono essere delineate. Innanzitutto la crescente teologizzazione della figura reale, che viene adorata al pari della divinità solare e al quale ci si rivolge con una terminologia tradizionalmente riservata al mondo divino (es. “Adorare il dio buono e rendere omaggio al Signore delle Due Terre” nella tomba di Ramose e, similmente, nella tomba di Parennefer). Inoltre, nella tomba di Parennefer il sovrano ha già il caratteristico epiteto di “bel figlio dell’Aten”.

In TT 188 l’Aten è “il Signore del cielo e della terra”, un epiteto caratteristico della teologia amarniana, che alla tradizionale potestà celeste di Ra-Horakhty aggiunse anche quella terrestre. E la stessa sfera d’influenza del dio viene specificata nel “circuito dell’Aten”, espressione tipicamente amarniana.

L’Inno al sole che sorge nella tomba di Parennefer, che è già stata indicata come la più amarniana delle tombe tebane (cfr. Capitolo 10, § 4.2), presenta diverse caratteristiche della teologia di Akhenaten e costituisce l’unico esempio di

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inno solare amarniano rinvenuto a Tebe23. Per un’analisi di questo testo si rimanda al § 6 del Capitolo 10, qui basterà ricordare che l’Inno di Parennefer trova puntuali riscontri in testi incisi nelle tombe di Huya, Pentu, Ay e Meryra ad el-Amarna.

Nell’abbondanza di scene di premiazione, le tombe hanno quasi tutte in comune la caratteristica di riportare i dialoghi fra sovrano, premiato e cortigiani. In TT 40, per la verità, è il Sovrintendente al Tesoro che parla per il giovane re e in TT 49 il testo del discorso di Ay è andato perduto ed è estremamente mutilo anche nella tomba del Visir Ramose. Come sempre, è TT 188 a fornirci l’esempio più interessante, dove uno dei dialoghi fra Amenhotep IV e il maggiordomo reale è così espressivo da compendiare in due sole battute l’intera politica religiosa di Akhenaten nei primi anni di regno: Amenhotep IV: “Presta attenzione alle offerte divine dell’Aten!”; Parennefer: “[…] Poiché mentre la misura che gli uomini stabiliscono per ogni dio è colma, quella per l’Aten trabocca” (lett. ‘mentre gli uomini misurano il grano per ogni dio con un ỉpt [=4 ḥqAt], essi lo misurano per l’Aten a ḥqAt in sovrabbondanza’), il che corrisponde a dire che il sovrano venera tutti gli dèi, ma concede una preminenza al solo Disco solare.

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Figura

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