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Guida alla nuova edizione di. a cura di Raffaela Paggi, Daniele Ferrari, Gabriele Grava, Anna Iuliano, Dorotea Moscato, Lucia Negri.

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Unità 4

IL SINTAGMA NOMINALE: STRUTTURA E FUNZIONI

NOME, ARTICOLO, AGGETTIVO, PRONOME

I COMPLEMENTI ESPRESSI DAL SN QUANDO NON È SOGGETTO

Contenuti

Perché dedicare tanto spazio alla riflessione sulle parti del discorso, argomento già affrontato nella scuola primaria?

La classificazione delle parti del discorso non è solo un utile esercizio per imparare a generalizzare (primo importante passo verso l’astrazione), ma è anche un’occasione insostituibile per riflettere sui modi che l’uomo ha per dire l’essere, in tutte le sue diverse manifestazioni e nel rapporto che il parlante instaura con la realtà a tema nei discorsi. In tal senso riflettere sulle parti del discorso diviene occasione preziosa di ampliamento della categorialità, acquisizione cioè di strumenti concettuali per conoscere la realtà.

Nella prima parte di questa unità si passano in rassegna le parti del discorso che compongono il sintagma nominale, dal punto di vista della funzione nella comunicazione; delle potenzialità sintattiche; delle caratteristiche morfologiche; della tipologia di ciascuna di esse. Rispetto alla scuola primaria, durante la quale gli studenti imparano a classificare le parti del discorso quasi per osmosi, obiettivo della scuola secondaria è infatti favorire la conoscenza e la comprensione delle potenzialità semantiche e sintattiche di ciascuna di esse, non solo per imparare a classificarle con consapevolezza, ma anche per utilizzarle con padronanza in attività produttive e interpretative dei testi.

Guida alla nuova edizione di

R. Paggi, L. Albini, D. Ferrari,

Nel suono il senso.

Grammatica della lingua italiana ad uso scolastico. Itaca 2016

a cura di

Raffaela Paggi, Daniele Ferrari, Gabriele Grava, Anna Iuliano, Dorotea Moscato, Lucia Negri

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Quali sono i concetti essenziali da far conoscere e capire relativi a nome, articolo, pronome e aggettivo?

Nome

Il nome, altrimenti detto sostantivo dal latino nomen substantivum (il nome di una realtà) in opposizione a nomen adiectivum (il nome che si aggiunge al nome, ora comunemente chiamato aggettivo), è sicuramente la parola più familiare, più atta ad essere riconosciuta dagli studenti sin dalla scuola primaria, in quanto la sua funzione semantica è quella di indicare ciò che c’è o ciò che può essere. Tale funzione è illustrata nella foto di apertura, di Juanita Smith, che rappresenta una bambina impegnata a disegnare oggetti, persone, scene e a nominarli, quasi a voler ridar vita a un muro scrostato ricostruendovi sopra un mondo. Anche la citazione di Jorge Semprún sottolinea la potenza creatrice e ricreatrice del nome.

Nella comunicazione il nome è utilizzato per istituire riferimenti con oggetti presenti, con categorie di oggetti, con concetti, eventi… tutto ciò insomma che può essere messo a tema in un discorso (e infatti preferenzialmente la funzione logica di soggetto è svolta nella frase dal sintagma nominale). Il nome è forse la parte del discorso che ha il rapporto più diretto con la realtà, tant’è che non si pensa nemmeno di dare un nome a ciò di cui non si ammette almeno la possibilità che esista nella realtà o nella fantasia. Inoltre il nome è da considerarsi elemento necessario a qualsiasi attività conoscitiva, poiché ha il potere di distinguere l’elemento fatto oggetto di interesse nell’insieme altrimenti caotico delle cose, le quali appunto vengono confinate se denominate. È noto che in italiano la neve abbia solo questo nome, mentre gli Eschimesi ne hanno svariati per distinguere vari tipi di neve, e gli Arabi non hanno nome specifico per indicarla: la distinzione è strettamente legata al bisogno e all’interesse.

Dal punto di vista morfologico il nome è dotato di un genere fisso e di un numero libero, manifestati dal suo morfo che è intrinseco, cioè non dipendente da altri morfi (come quello dell’articolo o dell’aggettivo), ma dalla realtà che si intende denominare (userò un plurale per parlare di più elementi della realtà) e dalla convenzione (che il nome “tavolo” sia maschile è frutto di una convenzione, non vi è corrispondenza tra genere morfologico e genere naturale). A tale proposito non ha molto senso dire che leonessa è il femminile di leone, come non si direbbe che mamma è il femminile di papà: ogni nome indica una realtà che ha caratteristiche sue proprie.

Certo si può dire che leonessa è un nome derivato da leone, grazie a un suffisso che indica il genere naturale “femmina”.

Dal punto di vista sintattico, il nome si caratterizza per svolgere la funzione di nucleo di un sintagma nominale o di un sintagma preposizionale (essendo questo un sintagma nominale retto da preposizione):

SN

Nome Piero

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Articolo + Nome il ragazzo

Articolo + Aggettivo + Nome il bravo ragazzo

SP

Preposizione +SN del bravo ragazzo

Che il nome sia il nucleo del sintagma è manifestato dal fatto che articolo e aggettivo con esso concordano (ovverosia manifestano nella loro forma le stesse informazioni morfologiche).

Importante nella didattica sottolineare il forte potenziale sintattico del nome il quale, concordando con il verbo, costituisce il nucleo della frase, e inoltre ha il potere di attirare a sé le altre parti del discorso variabili: aggettivo, pronome, articolo.

Lo studio della tipologia del nome non ha come scopo la classificazione esaustiva di tutti i tipi di nomi, ma riflettere sulla varietà del reale.

Nome comune e proprio. La distinzione tra nome comune e nome proprio trova la sua ragione in una differente modalità di denominare lo stesso oggetto: dicendo Piero nomino in modo esclusivo un ragazzo, chiamandolo ragazzo evidenzio le caratteristiche distintive che permettono di considerarlo appartenente a una certa categoria.

Le altre sottocategorie del nome sono invece motivate dalla differenza tra le realtà nominate.

Nome concreto e nome astratto: tale distinzione è piuttosto difficile da capire per gli studenti, i quali tendono a identificare come concreto solo ciò che si può toccare, e viceversa come astratto ciò che non si può toccare. Il nome concreto indica entità, cose di cui si può dire esiste, o non esiste; il nome astratto indica qualcosa che accade, che ha luogo: una proprietà (bellezza), un fatto (caduta), una situazione (aiuto), un evento (promessa). Non si può certo dire che i sensi non siano implicati nel percepire i fatti, gli eventi, le proprietà, anche se più complesso è il procedimento conoscitivo che porta a dire Questa è un’ingiustizia rispetto a Questo è un tavolo. Per arrivare a classificare i nomi come astratti o concreti, occorre innanzitutto insegnare a riconoscere se il nome indica un oggetto, un fatto, un’idea, in modo da educare una ragione aperta ai diversi modi che l’essere ha di manifestarsi. L’introduzione delle categorie di concretezza e astrazione può avvenire inoltre lavorando sulla derivazione: bellezza deriva da bello; ardimento deriva da ardire. I nomi astratti sono pressoché tutti derivati da aggettivi o da verbi.

Nome numerabile e nome di massa: più accessibile tale distinzione per gli studenti, i quali sono perfettamente in grado di riconoscere quando gli oggetti hanno un confine, e dunque si possono contare, e quando invece si intende nominare una sostanza che di per sé non ha confini propri, ma necessita di un contenitore per essere misurata. Bottiglia e acqua, sacchetto e farina, cucchiaio e brodo proposti in opposizione rendono bene l’idea di oggetti contabili e sostanze non contabili. Tra l’altro è interessante far notare come varia l’uso dell’articolo in rapporto ad essi: tutti possono essere introdotti dall’articolo determinativo, ma solo alcuni, quelli numerabili, da quello indeterminativo. Per i nomi di massa occorre introdurre un terzo tipo di articolo, quello partitivo (del, dello, della), che appunto sta a significare “una parte di”, “un po’ di”.

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Nome individuale e nome collettivo: altrettanto intuitiva è la distinzione tra nomi numerabili che indicano entità individuali (soldato, pecora, uccello) e nomi numerabili che indicano gruppi di elementi dello stesso tipo (truppa, gregge, stormo).

Articolo

A differenza del nome, l’articolo ha più che una funzione semantica o sintattica, una funzione morfologica: esso è un morfolessema, una parola cioè che esaurisce il suo compito nel manifestare delle informazioni morfologiche, quelle relative al genere e al numero del nome. Il suo morfema è estrinseco, cioè dipende da quello del nome che accompagna e con cui forma il sintagma nominale.

Se la scuola primaria si fa carico dell’apprendimento (anche mnemonico) dei tre tipi di articoli:

indeterminativo (un, uno, una; dei delle degli); determinativo (il lo la i gli le); partitivo (del dello della), la scuola secondaria ha il compito di far capire le origini e le ragioni di tale differenziazione.

Non è infatti da trascurare nella didattica l’importanza dell’articolo ai fini della comunicazione. Si pensi all’incipit tipico delle fiabe: C’era una volta un re … e poi il re aveva due figlie… L’articolo indeterminativo ha il compito di introdurre nel discorso una certa entità non ancora nota al destinatario, quello determinativo di richiamarla per poterla mettere nuovamente a tema.

Affinché la comunicazione avvenga occorre infatti che parte del mondo presupposto dal testo sia condiviso sia dal mittente che dal destinatario.

Aggettivo

Dal punto di vista morfologico l’aggettivo esprime il genere e il numero mutuandolo dal nome a cui si aggiunge, ha dunque morfema estrinseco come l’articolo.

Può svolgere due importanti funzioni sintattiche: è attributo quando fa parte di un sintagma nominale, è predicativo quando fa parte di un sintagma verbale, retto da un verbo copulativo o occasionalmente copulativo:

I sette nani / lavorano in miniera. Attributo (si dà per conosciuto che i nani siano sette)

I nani di Biancaneve / sono sette. Predicativo (si vuole comunicare una novità: si presuppone che il destinatario non sappia che i nani sono sette)

Per quanto riguarda la tipologia, gli aggettivi possono essere suddivisi in:

Qualificativi: per certi aspetti molto simili ai nomi, tanto è vero che in alcuni casi gli studenti li confondono, giacché indicano un modo d’essere, un modo di manifestarsi dell’essere, che in alcuni casi può essere graduato: bellissimo, e comparato: più bello di.

Possessivi: esprimono il rapporto tra l’oggetto di cui si parla e uno degli attanti della comunicazione: il mio… = relativo a me, al parlante; il tuo… = relativo a te, al destinatario…

Dimostrativi: esprimono la collocazione spaziale dell’oggetto di cui si parla rispetto a mittente e destinatario: questo = vicino al mittente; quello = lontano da mittente e destinatario;

codesto = lontano dal mittente, vicino al destinatario. Da notare che la vicinanza o la lontananza può essere valutata in rapporto non allo spazio della realtà, ma del testo, sicché l’aggettivo

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dimostrativo può assumere funzione anaforica. Ad esempio. … . Questo argomento è sostenuto da coloro…

Numerali: semplici da imparare per gli studenti che sanno contare, ma difficilmente da loro riconosciuti come aggettivi, infatti spesso nei testi li scrivono in cifre. Importante far capire anche la distinzione tra i cardinali e gli ordinali: i primi indicano una quantità definita di oggetti, i secondi indicano il posto che l’oggetto ha entro una serie ordinata.

Indefiniti: come i numerali dicono una quantità, non definita ma giudicata: troppi significa più di quelli che mi aspettavo, anche tre potrebbero essere troppi se me ne aspettavo uno o due;

pochi significa meno di quelli che mi aspettavo. Gli indefiniti andrebbero saputi a memoria, almeno i principali, poiché gli studenti fanno molto fatica a riconoscerli.

Interrogativi: più che attribuire una caratteristica al nome chiedono che sia attribuita:

Quale penna vuoi? Quella rossa.

Esclamativi: presentano forme omonime rispetto agli interrogativi, quindi per il loro riconoscimento non basta la memorizzazione. Occorre far notare che essi sono in grado, a differenza degli interrogativi, di attribuire una caratteristica, anche se non esplicitata, al nome che accompagnano: Che mare! Contestualizzata tale frase può significare che il mare è bellissimo da vedere, spaventosamente mosso, terribilmente sporco… La contestualizzazione è in questo caso, come in molteplici altri, azione fondamentale per l’analisi: la funzione di una parola si comprende appieno in rapporto alle altre e in rapporto alla realtà cui il testo fa riferimento.

Pronome

Dal punto di vista sintattico il pronome ha preferenzialmente la funzione di sostituire un sintagma nominale. Preferenzialmente, poiché tale parte del discorso può sostituire anche altri sintagmi o un’intera frase detta o presupposta. A differenza del nome però, ha un contenuto semantico più povero, anche se fornisce le indicazioni necessarie per richiamare un elemento del testo o del contesto facendo leva su una caratteristica che viene messa in luce. Alcuni pronomi sono meno densi di significato di altri (vedi quelli elencati nella terza colonna della tabella sottostante).

Come l’articolo, il nome e l’aggettivo il pronome ha il morfo del genere e del numero. Vi è un tipo di pronomi, quelli personali, che manifestano nel loro morfo anche la persona.

Per quanto riguarda la tipologia dei pronomi, nella didattica si può far riferimento a quella dell’aggettivo, poiché vi è una certa corrispondenza tra forme. Per questo nel volume essi sono presentati insieme.

Hanno solo funzione di aggettivi

Hanno funzione di aggettivo e di pronome

Hanno solo funzione di pronome

Qualificativi Dimostrativi

Indefiniti Esclamativi Interrogativi

Numerali*

Personali Relativi

Doppi

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6 Possessivi*

*Dibattuta la questione relativa alla classificazione dei numerali e dei possessivi come pronomi, in frasi del tipo:

Vuoi una merendina? No grazie, ho la mia.

No, ne ho già mangiate due.

Vi è chi li considera aggettivi con ellissi del nome al quale si riferiscono, chi invece sostitutivi del nome e dunque pronomi a tutti gli effetti (questa la scelta degli autori di Nel suono il senso).

Interessante considerare con gli studenti il loro uso in espressioni del tipo:

I miei stasera escono Arrivano i nostri!

Non riesco mai a dire la mia.

Vorrei stare dalla tua, ma non ne ho il coraggio.

Ne ha fatta una delle sue.

Sta sempre sulle sue.

In questi casi l’esperienza dei parlanti e il contesto rendono inutile la denominazione e i possessivi possono essere considerati alla stregua di sostantivi.

I pronomi personali, relativi e doppi sono quelli che suscitano più difficoltà negli studenti, in quanto la loro analisi e il loro uso implicano una capacità di esplicitazione che va educata e sempre richiesta. In particolare i relativi e i doppi vengono solitamente studiati in modo approfondito per la prima volta nella scuola secondaria, soprattutto perché per capirli occorre una consapevolezza sintattica relativa alla frase composta e complessa non richiesta nella scuola primaria.

Fondamentale dunque far capire agli studenti che essi hanno sempre la funzione comunicativa di sostituire, e contemporaneamente la funzione sintattica di congiungere due frasi. In tal senso sono strutture concorrenti delle congiunzioni.

Che legame c’è tra la prima parte dell’unità, dedicata all’analisi delle parti del discorso che compongono il sintagma nominale, e la seconda parte, che tratta delle funzioni logiche di tale sintagma?

La ratio dell’unità, come quella delle unità 5 e 7 dedicate al sintagma verbale e preposizionale, è rintracciabile nel paragrafo Struttura e funzione dell’unità 2. Si intende cioè proporre dapprima lo studio della struttura ‘sintagma nominale’, presentandone le parti del discorso che lo compongono e i nessi morfosintattici che intrattengono fra loro, per poi passare alle funzioni che esso svolge quando è all’opera nelle frasi. La sua funzione logica preferenziale, quella di soggetto, è stata affrontata nella seconda unità. Ora si mettono a tema altre funzioni che esso può svolgere:

apposizione, predicativo del soggetto, complemento oggetto e complemento predicativo dell’oggetto, complemento di vocazione e di misura. In realtà vi sarebbe un’altra funzione del sintagma nominale: il complemento di tempo che però si è deciso di introdurre successivamente,

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visto che preferenzialmente tale complemento è espresso da sintagmi preposizionali e avverbi.

Mentre i complementi qui presentati sono espressi preferenzialmente dal sintagma nominale.

Tale procedere in parallelo tra studio delle strutture e studio delle funzioni permette di impostare una didattica che, pur dedicando spazi distinti alle parti del discorso e alla struttura logica della frase, non le separa, considerandole livelli differenti della dinamica unitaria di costruzione del senso nella frase.

Perché non si parla di complemento predicativo, ma di predicativo del soggetto, invece si denomina come complemento il predicativo dell’oggetto?

Si è deciso di non denominare complemento l’aggettivo o il sintagma nominale con funzione predicativa del soggetto per sottolineare la sua appartenenza al sintagma verbale che funge da predicato. Il complemento infatti, obbligatorio o accessorio che sia, ha una sua autonomia sintattica che il predicativo del soggetto non possiede, in quanto la sua funzione è quella di predicare strettamente congiunto al verbo. Si pensi a una frase come Luca sembra un astronauta.

Ciò che si predica di Luca è il suo apparire astronauta senza esserlo. Il sintagma fa dunque parte della predicazione, non si aggiunge ad essa come nella frase Luca vede un astronauta: di Luca si predica il vedere e il complemento indica l’oggetto del suo vedere. Pur essendo obbligatorio con un verbo come vedere, l’oggetto può essere considerato un complemento. Ancora più evidente è la funzione di complemento dei sintagmi che aggiungono informazioni accessorie, dal punto di vista sintattico, al verbo: Luca riposa in salotto. Di Luca si predica il riposare e il complemento aggiunge un’informazione di luogo per circostanziare la scena.

Un nota bene. La nozione di obbligatorio o accessorio applicata ai complementi riguarda innanzitutto la struttura sintattica della frase: ogni verbo infatti, come illustrato nell’unità 5, impone la presenza di un certo numero di complementi. Vedere ad esempio, impone la presenza di un complemento oggetto, dare di un complemento oggetto e di un complemento di termine…

Un complemento di luogo potrebbe essere accessorio dal punto di vista sintattico, ma essenziale ai fini della comunicazione. Se la frase precedente Luca riposa in salotto fosse la risposta alla domanda: Dov’è Luca?, risulterebbe evidente che in salotto costituisce la novità della frase, il suo rema, perciò, ai fini della comunicazione, sarebbe ineliminabile.

Il caso del predicativo dell’oggetto in effetti è problematico: Luca considera Marco un fannullone.

Che cosa si predica di Luca? Che considera o che considera un fannullone? Evidentemente un fannullone contribuisce alla predicazione, ma non predica qualcosa sul soggetto, bensì sul complemento oggetto. Si è preferito dunque, per sottolineare tale differenza, denominarlo a sua volta complemento, così da differenziarlo da tutti i casi in cui l’aggettivo o il sintagma nominale si riferiscono, in dipendenza dal verbo, al soggetto. In latino tale differenza è più evidente, perché se il predicativo del soggetto si esprime utilizzando il caso nominativo, quello dell’oggetto è in accusativo. La grafica degli esempi di analisi del predicativo del soggetto (pp. 104 e 105) e del c.

predicativo dell’oggetto (pp. 110 e 111) evidenzia la differente relazione tra i sintagmi nominali con diversa funzione rispetto al verbo.

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Quali sono i contenuti e le finalità delle Questioni di lessico?

Alle questioni di lessico legate al sintagma nominale è dedicato, per evidenti ragioni, largo spazio.

Il nome infatti è paragonabile a uno scrigno in cui si conserva la cultura di un popolo e studiare l’origine dei nomi, come si propone nel box sull’etimologia, piuttosto che la loro formazione, aiuta lo studente a far proprio il tesoro di secoli di storia della lingua. Il taglio che questi due box intendono dare allo studio della storia dei nomi non vuol essere né nozionistico né eccessivamente classificatorio, bensì capace di destare, attraverso esempi e spunti di riflessione, la curiosità necessaria a proseguire l’indagine in autonomo, in tutte le attività che a scuola si fanno.

Il potere del nome è messo in evidenza anche nel box Lo stile nominale: in esso si forniscono e si analizzano alcuni esempi in cui è il nome e non il verbo che permette di rappresentare una scena, tanto da modificare anche il significato del verbo con loro combinato. In prestare aiuto ad esempio è evidente che prestare perde il tratto semantico del dovere di restituzione, in muovere una critica scompare nel verbo il tratto semantico del movimento … Si tratta di un uso abbastanza frequente nei discorsi, che, se preso in considerazione, serve anche a capire la differenza tra il livello sintattico e quello semantico: sintatticamente i sintagmi nominali in queste espressioni fungono da complementi oggetti, ma dal punto di vista semantico sono predicati. Si giustifica così la possibilità nell’analisi logica di trovarli ora analizzati come SV-predicato + SN-c. oggetto, ora come SV- predicato.

Prende infine spunto dalla trattazione del pronome personale il box dedicato alle Formule di cortesia. Partendo dall’osservazione dell’utilizzo del lei al posto del tu, si intendono fornire alcuni spunti di riflessione sul significato comunicativo di tali formule, che non si limitano al cambio di pronome, ma riguardano anche altri elementi lessicali e sintattici.

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Obiettivi essenziali di apprendimento

Lo studio del testo della quarta unità e lo svolgimento degli esercizi proposti contribuiscono al raggiungimento, in particolare, dei seguenti obiettivi di apprendimento (IN 2012):

Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua

⎯ Riconoscere l’organizzazione logico-sintattica della frase semplice.

⎯ Riconoscere in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, e i loro tratti grammaticali.

⎯ Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole: derivazione, composizione.

Lo studio delle schede lessicali della quarta unità e lo svolgimento degli esercizi proposti contribuiscono al raggiungimento, in particolare, dei seguenti obiettivi di apprendimento (IN 2012):

Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua

⎯ Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole: derivazione, composizione.

⎯ Riconoscere le principali relazioni fra significati delle parole (sinonimia, opposizione, inclusione);

conoscere l’organizzazione del lessico in campi semantici e famiglie lessicali.

Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo

⎯ Comprendere e usare parole in senso figurato.

⎯ Realizzare scelte lessicali adeguate in base alla situazione comunicativa, agli interlocutori e al tipo di testo.

⎯ Utilizzare la propria conoscenza delle relazioni di significato fra le parole e dei meccanismi di formazione delle parole per comprendere parole non note all’interno di un testo.

⎯ Utilizzare dizionari di vario tipo; rintracciare all’interno di una voce di dizionario le informazioni utili per risolvere problemi o dubbi linguistici.

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Suggerimenti didattici

Sulle parti del discorso che compongono il sintagma nominale

Con lo studio delle parti del discorso che compongono il SN si introducono gli studenti a un metodo di classificazione che proseguirà e si affinerà durante il percorso. È pertanto fondamentale impostarne bene i primi passi. La capacità di classificare peraltro non riguarda solo la grammatica, ma anche altre discipline, quali le scienze naturali. Vale la pena dunque in dialogo con i colleghi condividere l’impostazione di un metodo classificatorio efficace, che tenga conto delle seguenti osservazioni:

⎯ nella classificazione è fondamentale mettere in evidenza il principio classificatorio. Per raggruppare in classi gli elementi è infatti fondamentale avere contezza della caratteristica o delle caratteristiche principali che contraddistinguono ogni classe. Le parti del discorso sono nel manuale classificate in base a tre caratteristiche: la funzione comunicativa, le caratteristiche morfologiche, le potenzialità sintattiche. Si offre in seguito per ciascuna parte una sottocategorizzazione (tipologia) legata per lo più alla semantica. Si può consultare con gli studenti la tabella sintetica alle pp. 280ss per rendersi anche visivamente conto di tali principi classificatori.

⎯ Generalmente gli studenti arrivano alla scuola media con una discreta capacità classificatoria dei casi non dubbi, occorre in seguito favorire una crescita di consapevolezza affinché affrontino gradualmente anche casi di polivalenza (si pensi a parole come gioco che possono essere verbi o nomi astratti, agli aggettivi e ai pronomi che presentano le stesse forme, al che congiunzione o pronome…). Come procedere nella classificazione di fronte a casi ambigui? Innanzitutto è importante far capire agli studenti che l’ambiguità si situa a livello di sistema linguistico, non nel testo, ove l’elemento assume una precisa funzione e pertanto si disambigua. Occorre cioè insegnare a studiare l’elemento nel contesto d’uso, osservando i nessi che intrattiene con le altre parti che compongono il discorso in quel dato testo. Inoltre va sempre sollecitato l’esercizio della sostituzione, che nei casi dubbi aiuta a classificare riconducendo il non noto al noto. Si veda a tale proposito il box I trucchi del mestiere a p. 80 in cui attraverso la sostituzione si mostra come risolvere il dubbio della classificazione come articoli o preposizioni delle parole del e dei. Infine è importante che gli studenti imparino a verificare la definizione appresa nei casi nuovi che gli si presentano. La grammatica ha infatti un procedere ipotetico induttivo: la legge nasce dall’osservazione degli elementi linguistici all’opera testi e una volta formulata diventa un’ipotesi da verificare in altri casi per vedere se è valida in ogni situazione, altrimenti va modificata. Le definizioni in blu presenti nel manuale, che vengono proposte sempre in seguito a un’attività di osservazione e ragionamento su esempi di frasi, vanno comprese e apprese dagli studenti, affinché possano metterle alla prova in nuove frasi e nuovi testi.

⎯ Vi sono vari livelli di analisi possibili nella classificazione delle parti del discorro e non è detto che in tutti i momenti della didattica sia necessario chiedere agli studenti di analizzarle nel modo più dettagliato possibile. L’analisi infatti non è un fine, bensì uno

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strumento, che deve servire a capire come nella frase si attesta il senso. A volte è importante dettagliare tutti i livelli (latte = nome, comune, di massa, maschile singolare), a volte invece basterà il livello più generico (latte = nome). Dipende dall’obiettivo dell’esercizio o della lezione e solo il docente può dire in ogni determinata circostanza a quale livello di analisi arrivare.

⎯ La classificazione impone in alcuni casi una descrizione puntuale degli elementi, per questo alcune parti del manuale in questa unità risultano più atte alla consultazione che non allo studio (vedi ad esempio le caratteristiche morfologiche del nome alle pp. 70ss). Occorre pertanto che il docente decida quali nozioni lo studente deve aver memorizzato e quali invece possono essere ricavate consultando le tabelle durante l’attività classificatoria.

A proposito di alcuni argomenti particolarmente dibattuti e complessi relativi alle parti del discorso che compongono il sintagma nominale si vedano le FAQ:

⎯ Qual è la differenza sostanziale tra nome e verbo nella comunicazione?

⎯ È così importante spiegare la differenza tra nomi astratti e nomi concreti? Come farlo in un modo corretto e comprensibile dagli studenti?

⎯ Perché l’articolo partitivo in Nel suono il senso non ha forme al plurale?

Sulle funzioni logiche del sintagma nominale quando non è soggetto

Per introdurre lo studio delle funzioni logiche del SN può essere utile richiamare la memoria del paragrafo 1. Struttura e funzione p. 54 e il concetto di funzione preferenziale: ogni struttura per natura e per numero di occorrenze svolge infatti nei testi preferenzialmente una funzione, ma non vi è nella lingua corrispondenza biunivoca tra struttura e funzione. Il SN svolge preferenzialmente la funzione di soggetto, ma può svolgere anche altre importanti funzioni che vengono qui passate in rassegna.

Fondamentale per insegnare agli studenti a riconoscere le funzioni dei sintagmi sono due azioni:

l’immaginazione della scena descritta dalla frase e la comparazione, come esemplificato, ad esempio, a p. 112 in cui si mettono a confronto le frasi Il fruttivendolo pesa le patate e Il fruttivendolo pesa cento chili. Tali frasi presentano infatti la stessa struttura: SN + SV + SN, ma per capire la funzione del secondo SN occorre immaginare una scena, in cui compaiono tre elementi per la prima frase (il fruttivendolo, la bilancia e le patate) e due elementi nella seconda (il fruttivendolo e la bilancia). Il paragone fra tali scene farà emergere che in entrambe le frasi vi è un soggetto, il fruttivendolo, che utilizza un certo strumento, la bilancia, ma solo nella prima vi è un elemento che riceve l’azione del soggetto, le patate. Nella seconda il SN non svolge tale funzione, denominata complemento oggetto, ma indica una misura. Anche a p. 109 le illustrazioni hanno lo scopo di insegnare tale metodo di indagine volto al riconoscimento della funzione, mettendo a paragone ina frase contenente un complemento oggetto Elena prende un ananas e una frase contenente lo stesso sintagma con funzione predicativa Elena sembra un ananas. È evidente che

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nella scena descritta dalla seconda frase compare un solo elemento, il soggetto, di cui si predica una caratteristica, mentre nella prima il soggetto agisce su un certo oggetto.

Una particolare attenzione richiede l’introduzione del complemento oggetto, la cui natura fortemente sintattica rende difficile fornire una definizione esclusivamente semantica. Tutte le definizioni risentono infatti di una certa metaforicità: l’oggetto su cui si dirige l’azione, che riceve l’azione… fondamentale per rendere agli studenti chiara la sua funzione è lavorare sulla transitività di alcuni verbi predicativi, che strutturano la frase imponendo la presenza di un secondo SN oltre al soggetto. Inoltre può essere utile prendere in considerazione l’etimologia di oggetto nel box a p.

108, che fa emergere la antonimia soggetto-oggetto e la sinonimia oggetto-obiettivo. Si consideri ad esempio come nucleo di una frase Io vedo. Esso apre un paradigma di elementi visibili di cui il parlante ne seleziona uno, rendendolo obiettivo del verbo: Io vedo le stelle.

Io vedo

A proposito di alcuni argomenti particolarmente dibattuti e complessi relativi alle funzioni del sintagma nominale quando non è soggetto si vedano inoltre le FAQ:

⎯ Gli studenti a volte confondono il complemento oggetto con il predicativo del soggetto.

Come correggerli?

⎯ Gli studenti a volte confondono soggetto e complemento di vocazione. Come favorirne la distinzione?

Sul rapporto tra riflessione sulla lingua e attività di scrittura

Lo studio dell’aggettivo e del pronome può contribuire allo sviluppo della correttezza e della coesione nella produzione di testi da parte degli studenti.

Ad esempio, per quanto riguarda l’uso dell’aggettivo nella produzione testuale, può essere utile sottolineare che l’abbondanza di aggettivi non è garanzia di capacità descrittiva. Spesso gli studenti si formano l’idea che usare tanti aggettivi significhi scrivere bene, invece il suo uso va sapientemente dosato, giacché è una parola altamente predicativa, capace cioè di comunicare il giudizio del parlante su quanto è a tema nel discorso. Qualche esempio:

Il furbo Ulisse accecò Polifemo con un bastone.

Ulisse, furbo, accecò Polifemo con un bastone.

divano libreria sorella amico zia luna nuvole stelle treno aereo tram film sceneggiato gatto cane insetto

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Si noti la differenza di senso in rapporto alla posizione dell’aggettivo rispetto al nome: anteposto richiama una caratteristica di Ulisse già nota al destinatario, posposto esprime un giudizio nuovo:

Ulisse, accecando Polifemo, ha dimostrato di essere furbo.

Gli studenti meritevoli saranno premiati I meritevoli studenti saranno premiati

Nella prima frase l’aggettivo ha la funzione di restringere il gruppo di persone denominato

“studenti” (di tutti gli studenti, solo quelli meritevoli saranno premiati), ha cioè funzione restrittiva, denotativa; nella seconda non si restringe il gruppo, ma lo si nomina direttamente in base a una sua caratteristica, la quale indica la ragione del premio: l’aggettivo ha funzione descrittiva, connotativa.

Occorre che gli studenti facciano esperienza di queste due funzioni dell’aggettivo, per giungere a comprenderle teoricamente. Ad esempio è utile invitarli a togliere o aggiungere l’aggettivo al fine di rendere denotativo il sintagma, avendo sempre cura di contestualizzare (giacché senza contesto è impossibile denotare!):

Il compagno ha sbagliato il compito

-Quale compagno? Come posso individuarlo fra tutti i tuoi compagni?

Ho indossato i miei nuovi pantaloni blu larghi stropicciati leggeri…

-Quale aggettivo ti serve per denotarli? Cosa volevi in realtà comunicare al destinatario?

Al contrario si può favorire la connotazione, invitando chi scrive o parla ad aggiungere aggettivi che esplicitino un commento:

Dopo aver litigato con Agamennone, Achille si ritirò dalla battaglia.

-Cosa ha rivelato di sé Achille ritirandosi dalla battaglia? È codardo, orgoglioso, pigro…

… l’orgoglioso Achille si ritirò dalla battaglia.

Utili anche esercizi di correzione dell’errore nell’uso dei pronomi, del tipo:

Correggi l’errore ragionando ad alta voce.

Ho visto Lucia e gli ho detto che stai bene.

Gli significa a lui, Lucia è una femmina, dunque … e le ho detto Ho visto Luca e li ho detto che stai bene.

Li significa loro, Luca è singolare, dunque …e gli ho detto.

La casa che abiti è sulla collina.

Che significa la quale, non si abita un luogo ma si abita in un luogo, dunque … in cui abiti.

Oppure esercizi di riscrittura:

Riscrivi le frasi evitando le ripetizioni.

La maestra ha spiegato agli alunni un nuovo argomento e poi ha dato agli alunni un compito.

La maestra ha spiegato agli alunni un nuovo argomento e poi ha dato loro un compito.

Hai ricordato a Piero che deve portare la verifica firmata? Sì, ho ricordato a Piero che deve riportare la verifica firmata.

Hai ricordato a Piero che deve riportare la verifica firmata? Sì, glielo ho ricordato.

La minestra non mi piace. La mamma mi fa mangiare tutte le sere la minestra.

La minestra che la mamma mi fa mangiare tutte le sere non mi piace.

Luca mi sta diventando simpatico. Con Luca non parlo mai.

Luca, con il quale non parlo mai, mi sta diventando simpatico.

(14)

14

Esercizi

Gli esercizi della quarta unità intendono introdurre gli argomenti attraverso

⎯ riconoscimento in frasi e testi dati delle strutture e delle funzioni indagate;

⎯ attività di completamento, riscrittura e produzione a consegna vincolata, in cui gli studenti possano sorprendere all’opera i fenomeni linguistici indagati accorgendosi di saperli già usare ma di doverne prendere coscienza;

⎯ esplicitazione di elementi impliciti per riconoscere compiutamente la struttura della frase e comprenderne appieno il senso;

Un esempio: es. 76p. 127

Individua i pronomi doppi, esplicitali e poi dividi in frasi semplici.

Es. L’insegnante apprezza chi lavora seriamente.

I frase: L’insegnante apprezza colui II frase: il quale lavora seriamente.

Non capisco quanto tu stai dicendo.

I frase: non capisco quello II frase: il quale tu stai dicendo

Pietro, raccogli le iscrizioni di quanti partecipano alle gare di nuoto.

I frase: Pietro, raccogli le iscrizioni di coloro II frase: i quali partecipano alle gare di nuoto

Sono riconoscente a chiunque mi abbia aiutato anche una sola volta nella vita.

I frase: Sono riconoscente a tutti quelli

II frase: i quali mi hanno aiutato anche una sola volta nella vita.

Non rivolgere la parola per strada a chi non conosci.

I frase: Non rivolgere la parola per strada a colui II frase: il quale non conosci

Come posso sdebitarmi per quanto hai fatto per me?

I frase: Come posso sdebitarmi per quello II frase: il quale hai fatto per me

Chiunque ti tratti male se la vedrà con me!

I frase: tutti quelli se la vedranno con me II frase: i quali ti trattano male

⎯ analisi morfosintattica e logica;

⎯ richiesta di spiegare le proprie scelte classificatorie o le correzioni delle frasi errate per favorire una classificazione motivata dalla consapevolezza della funzione delle strutture indagate.

⎯ paragone tra coppie di frasi contenenti un elemento strutturale differente con richiesta di spiegare la variazione di senso corrispondente.

Un esempio: es. 8 a p. 101.

Spiega la differenza di significato tra le seguenti coppie di frasi, osservando bene l’articolo.

(15)

15

Ho restituito UN cd a Elena. Ho restituito IL cd a Elena.

Nella prima frase si presuppone che Elena abbia prestato alcuni cd al parlante e le è stato restituito uno di questi. Nella seconda si presuppone che Elena abbia prestato un solo cd al parlante e questo le è stato restituito.

Ho preso IL libro di sport sullo scaffale. Ho preso UN libro di sport su UNO scaffale.

Nella prima frase si presuppone che sullo scaffale vi fosse un solo libro di sport e questo è stato preso. Nella seconda il parlante intende dire che ha preso da uno scaffale, non si ricorda esattamente quale o non gli interessa dirlo, un libro di sport che non ha interesse a identificare.

Letizia, c’è UNA Silvia al telefono. Letizia, c’è Silvia al telefono.

Nella prima frase chi risponde al telefono non conosce la persona che ha chiamato, sa solo che si chiama Silvia. Nella seconda invece sia chi risponde al telefono sia Letizia conoscono chi ha chiamato, sanno a chi si riferisce il nome Silvia.

Gradisce UN caffè? Gradisce IL caffè?

Entrambe le frasi significano un invito a prendere un caffè, ma solitamente la prima si pronuncia quando il caffè non è stato ancora preparato, la seconda invece quando il caffè è già pronto. Altrimenti, si può affermare che nel primo caso il parlante indica una singola tazza di caffè, nella seconda si riferisce alla sostanza di caffè, come nome di massa.

L’automobile di Giovanni è una FIAT. UN’automobile di Giovanni è una FIAT.

La prima frase presuppone che Giovanni abbia una sola automobile, la seconda che ne abbia più di una.

Luca, va’ a comprare UN giornale per il nonno. Luca, va’ a comprare IL giornale per il nonno.

Nella prima frase il parlante intende dire di comprare un giornale qualsiasi per il nonno, non ha in mente nessun titolo particolare. Nella seconda invece sia chi parla sia Luca sanno quale giornale il nonno solitamente legge e quello deve essere comprato.

Piera aspetta IL figlio. Piera aspetta UN figlio.

La prima frase presuppone che Piera abbia un figlio solo e aspettare significa attendere che arrivi, che torni. La seconda frase può avere due significati: in senso metaforico significa che Piera è in dolce attesa e il figlio deve ancora nascere; altrimenti può significare che Piera sta aspettando che torni uno dei suoi figli, e chi parla o non sa quale sia o non è interessato a specificarlo.

Metti IL maglione rosso. Metti UN maglione rosso.

Nella prima frase chi parla sa che il destinatario possiede un solo maglione di colore rosso.

Nella seconda l’invito è più generico e il destinatario potrebbe avere più di un maglione di colore rosso.

⎯ Scrittura creativa con consegne vincolate per fare esperienza del potere costruttivo di mondi della parola.

⎯ Traduzione in inglese per rendersi conto che in ogni lingua varia il rapporto tra struttura e funzione.

Un esempio: es. 25 p. 154.

Traduci in inglese le espressioni elencate, andando a cercare sul dizionario di inglese il nome sottolineato e cercando il modo di esprimere il concetto proprio di quella lingua.

a. Fare una domanda.

b. Formulare un’ipotesi.

(16)

16 c. Avanzare una critica.

d. Fare irruzione.

e. Infliggere una sconfitta.

f. Mettere ordine.

a. to ask a question

b. to propose a hypothesis

c. to offer some criticism, to direct some criticism at d. to make/stage/carry a raid, to breach

e. to inflict a defeat

f. to clean up, to get in order, to tidy up

Gli esercizi di ricapitolazione possono essere usati per il ripasso, per la verifica, per il recupero e per il consolidamento degli apprendimenti. Essi sono suddivisi in base alla competenza che intendono sviluppare.

Per il ripasso

Questionario: domande finalizzate a sistematizzare lo studio degli argomenti, favorendo la consapevolezza che ogni concetto espresso risponde a una precisa domanda. Tali domande possono guidare il ripasso prima di un test o di una interrogazione.

Analisi: vengono proposte circa 50 frasi, in ordine crescente di difficoltà, su cui esercitarsi per verificare la propria capacità di operare l’analisi morfosintattica e logica.

Per le competenze

Argomentazione: le consegne sono volte a stimolare la capacità di rendere ragione delle proprie scelte nella classificazione dei casi dubbi, nella comprensione del variare del senso al variare delle strutture, nella correzione di eventuali errori di scelte lessicali e uso delle strutture.

Scrittura: si tratta per lo più di esercizi di produzione con consegna vincolata, volti sia a potenziare le capacità di scrittura di testi descrittivi corretti e articolati, sia a verificare la propria

comprensione delle proprietà delle parti del discorso studiate, mettendole subito alla prova in atti comunicativi.

Giocare con le parole: si propongono esercizi ludici, volti a favorire il raggiungimento degli obiettivi sopra esposti, relativi all’acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo.

(17)

17

Verifica

La verifica e la valutazione può avvenire attraverso osservazioni durante le lezioni e/o interrogazioni orali, oppure attraverso verifiche strutturate, di cui proponiamo alcuni esempi volti a valutare il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua

⎯ Riconoscere in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, e i loro tratti grammaticali.

⎯ Riconoscere l’organizzazione logico-sintattica della frase semplice.

ESEMPIO DI VERIFICA SU NOME E ARTICOLO

1. Scrivi la definizione di nome.

2. Completa le definizioni e scrivi un esempio per tipo.

I nomi PROPRI___________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

ES:____________________________________________________________________________

I nomi di MASSA_________________________________________________________________

_______________________________________________________________________________

ES:____________________________________________________________________________

3. Sottolinea i nomi PROPRI.

MILANO GIARDINO LAMBRO ARANCIA STUDENTE BILBO DRAGO VINO PASQUA PAPÀ

- ATALANTA TOSCANA COCCINELLA COSTUME ARMANI ASLAN

4. Nelle seguenti frasi i nomi evidenziati sono usati ora come di massa ora come numerabili.

Riconosci la tipologia segnandola con una X.

Nomi di massa Nomi numerabili

I pianti e le urla di Achille giunsero fino alla madre Teti.

Achille si lasciò andare al pianto.

L’oro è un metallo assai prezioso.

Hanno rubato alla zia tutti i suoi ori.

Il pesce è un alimento ricco di proteine.

Mi hanno regalato un pesce rosso.

(18)

18

Gradisci un caffè?

Non mi piace il gelato al caffè.

5. Scrivi tre nomi COLLETTIVI

_______________________________________________________________________________

6. Scrivi almeno un nome derivato da ognuno dei seguenti aggettivi o verbi.

bravo______________________________

fedele______________________________

lieto_______________________________

serio_______________________________

costante____________________________

fresco______________________________

abbondante__________________________

studiare_____________________________

partire______________________________

perdere_____________________________

agire________________________________

spendere____________________________

allegro______________________________

Quelli scritti da te sono nomi astratti o concreti? Perché?

7. Completa la tabella.

ARTICOLO SINGOLARE PLURALE

DETERMINATIVO

INDETERMINATIVO

PARTITIVO

8. Quando si usa l’articolo partitivo?

________________________________________________________________________________

9. Classifica i sintagmi in corsivo come sintagmi nominali (SN) o preposizionali (SP).

Raccoglierete dei funghi commestibili?

(19)

19

La luce del sole può essere pericolosa.

Mi servono dei soldi per le vacanze.

Vorrei del sale, è possibile?

Abbiamo visto dei cani randagi sulla strada.

Hai delle figurine da scambiare?

La casa dei sette nani è laggiù.

10. La parola evidenziata è preposizione articolata, articolo partitivo o articolo indeterminativo plurale? Completa la tabella come nell’esempio.

Es: La luce del sole a volte è accecante. PREP. ARTICOL.

Con i gusci vuoti delle noci si possono fabbricare barchette galleggianti.

Per degli stupidi errori di distrazione la verifica non è andata bene come speravo.

Ogni volta che vede dei camion per la strada, Giovanni vorrebbe salirci sopra.

C’è della polvere sopra le mensole della tua camera.

Dei bambini stanno giocando insieme all’aperto.

Le bici dei bambini sono più piccole di quelle dei grandi.

Posso mettere del miele nel tè, nonna?

11. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi. Analizza in modo completo gli articoli, anche quando sono parte della preposizione articolata.

A) Al concerto cantavano come una voce sola tutti i componenti del coro del professor Ardigò.

B) A causa dell’aumento della temperatura esterna durante le lezioni del mattino soffriamo il caldo.

(20)

20 ESEMPIO DI VERIFICA SU AGGETTIVO E PRONOME

1. Definisci e fai un esempio di:

a. AGGETTIVO QUALIFICATIVO

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

Esempio: ________________________________________________________________________

b. PRONOME DIMOSTRATIVO

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

Esempio: ________________________________________________________________________

c. AGGETTIVO INDEFINITO

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

Esempio: ________________________________________________________________________

2. Scrivi due frasi con ciascuno dei seguenti termini usandoli una volta come aggettivi, una volta come pronomi.

alcuni: AGGETTIVO ______________________________________________________________

PRONOME ______________________________________________________________

molti: AGGETTIVO ______________________________________________________________

PRONOME ______________________________________________________________

questi: AGGETTIVO ______________________________________________________________

PRONOME ______________________________________________________________

3. Nelle seguenti frasi analizza le parole in corsivo.

a. Il Frosinone è stato eliminato al primo turno. ______________________________________

b. Costui vuol farsi beffe di noi. ______________________________________

c. Ho mangiato tre merendine. ______________________________________

d. Nessun guerriero è più forte di Achille. ______________________________________

e. Non puoi prestarmi i tuoi sci? ______________________________________

f. Non ne voglio più sentir parlare! ______________________________________

g. Pensaci bene … ______________________________________

(21)

21

4. Gli aggettivi sottolineati nelle seguenti frasi hanno valore attributivo o predicativo?

Rispondi e rendi ragione della tua risposta.

Non ho ancora visto la nuova stagione della mia serie preferita.

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

In vacanza sembrerà tutto più facile.

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

Luigi è veramente un ragazzo simpatico.

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

5. Rispondi ai seguenti quesiti dando ragione delle tue affermazioni.

a. Nella frase Molti tra i felini sono abili cacciatori la parola “molti” è aggettivo o pronome?

__________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

b. Il maestoso vascello scivolò rapido tra le onde. Nella frase puoi trovare due aggettivi: quale dei due ha valore predicativo? Quale attributivo?

__________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________

c. Nella frase Lucio diventa sempre più bello che tipo di predicato trovi? Quali sono le parti del discorso che lo formano?

__________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________

(22)

22

6. Svolgi l’analisi morfosintattica e logica delle seguenti frasi, dettagliata per aggettivi e pronomi.

a. Questa notte qualcuno ha rubato la mia bicicletta nuova.

b. Non è difficile la preparazione di quella buonissima torta al cioccolato.

c. Quale gusto di gelato preferisce il tuo amico Giorgio?.

(23)

23

ESEMPIO DI VERIFICA SULLE FUNZIONI LOGICHE DEL SINTAGMA NOMINALE

1. Definisci le seguenti funzioni logiche del sintagma nominale e fai un esempio per ciascuna di esse.

FUNZIONE DEL SN DEFINIZIONE ESEMPIO

SOGGETTO

APPOSIZIONE

PREDICATIVO DEL SOGGETTO

COMPLEMENTO OGGETTO

COMPLEMENTO DI MISURA

COMPLEMENTO DI VOCAZIONE

2. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi, esplicitando la funzione logica di ogni sintagma nominale.

a. Alcuni ricercatori hanno svolto un progetto di osservazione degli squali balena con i droni.

b. Gli squali balena maturi percorrono a nuoto diecimila chilometri all’anno.

c. John Smith, responsabile scientifico del progetto, studia i dati degli spostamenti degli squali balena provenienti dai droni sottomarini.

d. Il più lungo monitoraggio continuo in questo progetto è durato venticinque minuti, // ma il risultato di questi studi iniziali appare estremamente interessante.

3. Completa i ragionamenti relativi a ciascuna frase.

Nella frase Luca, preparati in fretta!

Luca non è soggetto, bensì ….……….………

infatti .……….………

(24)

24

………

………

Nella frase Gli elefanti vivono mediamente sessant’anni

sessant’anni non è complemento oggetto, bensì ...

infatti ..……….…….………

………

………

Nella frase Se già Leonardo, secondo il Vasari, è ritenuto un artista divino, Michelangelo non soltanto è ugualmente divino, ma addirittura divinissimo

un artista divino è un SN – predicativo del soggetto,

infatti ..……….………

………

………

4. Con ciascuno dei SN dell’elenco scrivi tre frasi: nella prima il SN avrà funzione di soggetto, nella seconda di predicativo del soggetto e nell'ultima di complemento oggetto.

SN Soggetto Predicativo del soggetto Complemento oggetto

un bravo

calciatore

Il film più

avvincente

i tuoi sogni

5. Scrivi tre frasi che possono essere pronunciate nel contesto indicato: la prima deve contenere un SN - complemento oggetto, la seconda un SN - complemento di vocazione e l'ultima un SN - complemento di misura.

Contesto Complemento oggetto

Complemento di

vocazione Complemento di misura In barca

Durante la lezione di educazione fisica

Al cinema

(25)

25

(26)

26 VERIFICHE SVOLTE

ESEMPIO DI VERIFICA SU NOME E ARTICOLO

1. Scrivi la definizione di nome.

Il nome è una parte del discorso che indica oggetti, esseri animati, eventi, concetti.

e/o

Il nome indica ogni cosa che esiste nella realtà e nella fantasia.

2. Completa le definizioni e scrivi un esempio per tipo.

I nomi PROPRI indicano aspetti della realtà in nodo esclusivo. Nello scritto vengono segnalati dalla lettera maiuscola.

ES: Pietro, Milano, Po...

I nomi di MASSA indicano sostanze che non hanno una forma definita e quindi non si possono contare.

ES: sabbia, acqua, aria…

3. Sottolinea i nomi PROPRI.

MILANO GIARDINO LAMBRO ARANCIA STUDENTE BILBO DRAGO VINO PASQUA PAPÀ

- ATALANTA TOSCANA COCCINELLA COSTUME ARMANI ASLAN

4. Nelle seguenti frasi i nomi evidenziati sono usati ora come di massa ora come numerabili. Riconosci la tipologia segnandola con una X.

Nomi di massa Nomi numerabili

I pianti e le urla di Achille giunsero fino alla madre Teti.

X

Achille si lasciò andare al pianto. X

L’oro è un metallo assai prezioso. X

Hanno rubato alla zia tutti i suoi ori. X

Il pesce è un alimento ricco di proteine. X

Mi hanno regalato un pesce rosso. X

Gradisci un caffè? X

Non mi piace il gelato al caffè. X

5. Scrivi tre nomi COLLETTIVI.

Sciame, pioppeto, flotta…

(27)

27

6. Scrivi almeno un nome derivato da ognuno dei seguenti aggettivi o verbi.

Bravo Bravura Fedele Fedeltà Lieto Letizia Serio Serietà Costante Costanza Fresco Frescura Abbondante Abbondanza Studiare Studente Partire Partenza Perdere Perdita Agire Azione Spendere Spesa Allegro Allegria

Quelli scritti da te sono nomi astratti o concreti? Perché?

I nomi derivati che ho scritto sono tutti astratti, eccetto ‘studente’. Essi infatti denominano idee o eventi, invece ‘studente’ denomina una persona.

7. Completa la tabella.

ARTICOLO SINGOLARE PLURALE

DETERMINATIVO IL LO LA I GLI LE

INDETERMINATIVO UN UNO UNA DEI DEGLI DELLE

PARTITIVO DEL DELLO DELLA

8. Quando si usa l’articolo partitivo?

L’articolo partitivo si usa per introdurre nel discorso un nome di massa, considerando una parte della sostanza che indica.

Es. vorrei del pane; ho raccolto della sabbia con la paletta.

9. Classifica i sintagmi in corsivo come sintagmi nominali (SN) o preposizionali (SP).

Raccoglierete dei funghi commestibili? SN La luce del sole può essere pericolosa. SP Mi servono dei soldi per le vacanze. SN

(28)

28

Vorrei del sale, è possibile? SN Abbiamo visto dei cani randagi sulla strada. SN Hai delle figurine da scambiare? SN La casa dei sette nani è laggiù. SP

10. La parola evidenziata è preposizione articolata, articolo partitivo o articolo indeterminativo plurale? Completa la tabella come nell’esempio.

Es: La luce del sole a volte è accecante. PREP. ARTICOL.

Con i gusci vuoti delle noci si possono fabbricare barchette galleggianti. PREP. ARTICOL Per degli stupidi errori di distrazione la verifica non è andata bene come speravo. ART. INDET. PLUR.

Ogni volta che vede dei camion per la strada, Giovanni vorrebbe salirci sopra. ART. INDET. PLUR.

C’è della polvere sopra le mensole della tua camera. ART. PARTITIVO

Dei bambini stanno giocando insieme all’aperto. ART. INDET. PLUR.

Le bici dei bambini sono più piccole di quelle dei grandi. PREP. ARTICOL.

Posso mettere del miele nel tè, nonna? ART. PARTITIVO

11. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi. Analizza in modo completo gli articoli, anche quando sono parte della preposizione articolata.

A) Al concerto / cantavano / come una voce sola / tutti i componenti / del coro / del professor Ardigò.

tutti i componenti SN - soggetto

aggettivo + articolo determinativo + nome

m. pl.

del coro SP preposizione + articolo

determinativo + nome

m.s.

del professor Ardigò SP preposizione + articolo

determinativo + nome + nome

m.s.

cantavano SV – PV verbo cantare modo indicativo, tempo

imperfetto, III p. pl.

come una voce sola SP preposizione + articolo indeterminativo + nome + aggettivo

f.s.

al concerto SP preposizione + articolo determinativo + nome

m.s.

(29)

29

B) A causa dell’aumento / della temperatura esterna / durante le lezioni / del mattino / soffriamo / il caldo.

noi SN –

soggetto implicito

pronome I p. pl.

soffriamo SV – PV verbo soffrire modo indicativo, tempo

presente, I p. pl.

il caldo SN articolo determinativo + nome m.s.

a causa dell’aumento SP locuzione preposizionale (preposizione + nome + preposizione + articolo determinativo) + nome

m.s.

della temperatura esterna

SP preposizione + articolo determinativo + nome + aggettivo

f.s.

durante le lezioni SP preposizione + articolo determinativo + nome

f.pl.

tutti i componenti SOGGETTO

del professor Ardigò del coro

cantavano PRED. VERBALE

al concerto come una voce sola

noi

SOGGETTO

durante le lezioni soffriamo PRED. VERBALE

a causa dell’aumento Il caldo

C. OGGETTO

della temperatura esterna

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