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Questo “abitare” il territorio non è indifferente

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Academic year: 2021

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INTRODUZIONE

Il movimento di modernizzazione e, contestualmente, di raggiungimento degli standard quali-quantitativi per poter competere sui mercati europei ed internazionali, ha fortemente inciso sugli assetti del nostro sistema bancario, indirizzandone le scelte.

Parimenti, la turbolenza finanziaria e lo scoppio di recenti polemiche e scandali sui prodotti finanziari hanno alimentato questo stesso processo.

L’ampio raggio di attività degli enti creditizi è frutto della radicale evoluzione registrata dalle banche italiane negli ultimi decenni, riguardante gli assetti proprietari, gli schemi organizzativi, gli operatori, gli strumenti finanziari e soprattutto l’espansione di particolari settori del parabancario: leasing, factoring, credito al consumo ed il ramo delle assicurazioni sulla vita.

L’intermediazione mobiliare, in particolare, è oggi presente con un’ampia scelta di intermediari: società di intermediazione mobiliare (SIM), società di gestione del risparmio (SGR), fondi pensione, ecc., in una realtà economica dove si intensificano i gradi di sinergia tra le banche e gli altri operatori del sistema finanziario. Data la ricerca di una maggiore efficienza e concorrenzialità, il mondo bancario risponde a queste incombenti necessità con un incalzante grado di concentrazione, anche nei mercati locali.

Il Sistema del Credito Cooperativo ha preso parte con intensità a questa nuova tendenza imponendosi una sfida di rinnovamento e di cambiamento. Per restare competitivo su questi scenari fortemente evolutivi, tale network ha modificato il contesto operativo innalzando il grado di complessità organizzativa e gestionale attraverso il miglioramento quali-quantitativo del suo sistema di offerta, puntando su nuovi strumenti professionali, tecnici e di servizio.

Oltre a ciò, le banche cooperative, grazie ai processi aggregativi intervenuti nell’ambito della Categoria, sono state in grado di cogliere e di valorizzare i vantaggi del radicamento ereditati dagli intermediari originari. Questo “abitare”

il territorio non è indifferente. Comporta vantaggi a beneficio sia delle BCC sia dei clienti, in particolare vantaggi informativi e di prossimità: dal lato della

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banca, migliore capacità di selezione, dal lato dell’impresa, minore burocratizzazione e maggiore flessibilità.

Lo scopo di questo lavoro è evidenziare il processo di adeguamento compiuto da parte delle banche cooperative in seguito alle dinamiche evolutive ed ai conseguenti cambiamenti istituzionali, normativi e di mercato intervenuti nel quadro macroeconomico di riferimento.

Gli istituti di credito cooperativo, resistendo alla spoliazione di ogni legame con il territorio circostante, hanno continuato “a fare banca” trovando nuove soluzioni e linfa con la rivisitazione degli aspetti tradizionali del credito in un’ottica dinamica. Il risultato è stato quello di proporre, un modus operandi in cui possa coesistere il “vecchio” con il “nuovo”, dimostrando che una formula antica può, se opportunamente adeguata ai tempi e ai contesti, rivelarsi particolarmente moderna.

La metodologia seguita nella presente dissertazione si sviluppa su un percorso diviso in quattro capitoli.

Il lavoro si apre con un excursus storico-economico, descrivendo le principali tappe del processo di cambiamento delle BCC, per poi indirizzarsi alle caratteristiche peculiari del sistema del Credito Cooperativo che consentono di delineare il ruolo distintivo di tale sistema: il localismo, la mutualità, l’etica e la solidarietà.

Dal secondo capitolo in poi si offre un panorama sul recente andamento delle BCC, ponendo l’accento sullo sviluppo di tali intermediari sul territorio, sull’evoluzione delle principali grandezze patrimoniali e reddituali e sulle tendenze attuali.

Si procede, nel terzo capitolo, con un focus sull’assetto attuale del sistema del Credito Cooperativo, soffermandoci sul modello organizzativo delle BCC italiane, sul ruolo svolto dalla rete di sicurezza esaminata nelle sue due componenti principali – il profilo associativo e quello imprenditoriale –, sul sistema di Controllo e su quello delle Garanzie.

In particolare, nell’ambito dei sistemi di garanzia interni, analizzeremo il Fondo di Garanzia dei Depositanti, il Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti ed il nuovo Fondo delle Garanzie Incrociate o Istituzionali. Il varo di questo

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strumento di tutela istituzionale rappresenta una novità per il sistema bancario italiano, uno strumento nevralgico nel processo di monitoraggio e gestione dei rischi, nonché di accreditamento, ai fini di mercato, del sistema BCC. L’atteso miglioramento del rating del network e delle sue singole componenti determinerà importanti benefici diretti e indiretti – di mercato, relazionali, regolamentari e di reputazione – sia per le BCC aderenti, sia per le banche di secondo livello e per la loro clientela.

L’ultimo capitolo pone infine l’accento sulle prospettive future della cooperazione di credito, sulle sfide, sugli accorgimenti che consentono di delineare la cultura distintiva dell’impresa cooperativa: un’identità “differente”

e qualificante che va sempre più rafforzata nella competizione con i grandi colossi.

Attorno a fattori quali la coesione e la coerenza si coagulano le prospettive della Categoria, per cui soltanto se il Sistema sarà capace di rinvigorire nel tempo la propria “rete”, potrà affrontare la competizione in un mercato realmente privo di confini e i cui mutamenti seguono l’evoluzione e i tempi della tecnologia, con standard che impongono la continua ottimizzazione in termini di prodotti, servizi e processi.

Questa dinamica pone numerose sfide future all’imprenditorialità cooperativa: sul fronte operativo ed organizzativo, gestionale e reputazionale.

Sfide che attengono al piano della cultura, dell’identità, del mercato e della comunicazione, ma anche al presidio e alla valorizzazione del fare banca mutualistica all’interno di una rete.

In un ambiente che tende sempre più verso “l’omologazione”, le BCC dovranno sempre più salvaguardare la connotazione di banche “differenti”, basate sulla cooperazione mutualistica, sul legame col territorio e sulla responsabilità sociale.

La strategia di crescita futura del sistema del Credito Cooperativo va dunque rinvenuta proprio nei suoi principi ispiratori tradizionali, continuando a promuovere i valori della solidarietà, ponendo l’uomo al centro di ogni interesse, sostenendo l’economia locale, le piccole attività economiche e le famiglie, nonché la flessibilità organizzativa propria del sistema a “rete”.

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Lo stile cooperativo è la chiave del successo del Movimento dove l’unione delle forze, il lavoro di gruppo, la condivisione leale degli obiettivi, costituiscono il passato, il presente ed il futuro della cooperazione di credito.

Questa è la banca cooperativa che potrà rafforzarsi negli anni a venire.

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