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Il libro dell Esodo. Il libro. Il libro dell'esodo è un impasto strano di storia, teologia, letteratura, geografia e fantasia.

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Academic year: 2022

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Il libro dell’Esodo

Il libro dell’Esodo, un celebre libro veterotestamentario, è diventato tradizionalmente nell'ambito cristiano la lettura pasquale.

Per introdurci al testo è utile esaminare, tratte dalla Bibbia, alcune citazioni che ci aiutano a comprendere l’importanza del Libro.

1. Il libro di Ester.

Ambientato in Persia durante il periodo classico della storia, inaugurato dalla dinastia di Ciro, questo romanzo storico è una rielaborazione della vicenda dell'Esodo.

In questa cornice i fatti riguardano una comunità di ebrei che si sente addosso il peso dell'oppressione, ma trova ancora la gioia perché Dio l'ha assistita.

E il testo termina con la gioia, una festa frenetica, la festa dei doni, una gioia senza limiti.

2. "Iahveh ci ha estratti dalla casa della schiavitù".

Questa è una frase-slogan che è quasi come una definizione di Dio.

Jahveh: un nome che ho conosciuto quando sono diventato libero, perché il vero nome di Dio non lo si può conoscere nella schiavitù.

" .. ci ha estratti .. "dal paese d’Egitto: un'azione che ricorda la nascita di Israele.

Il ricordo di un incubo che in qualche maniera è la negazione dell'uomo e di Dio. " .. la casa della schiavitù .. ": quella casa che l'uomo libero finalmente dimentica.

3. "Pellegrini come i nostri padri".

L'uomo biblico si definisce così.

Israele concepisce l'uomo non come una realtà bloccata, ma come una realtà in movimento.

Il libro dell'Esodo è il canto del pellegrinaggio e del rischio: se anche Israele sbaglia, è solo attraverso questa strada che diventa un vero popolo.

4. La salvezza è nel cammino verso il futuro.

La religione biblica non conosce il riflusso, è la religione del rischio.

Il peccato per eccellenza è nel guardarsi indietro, nel tornare indietro, nel ricercare le

"cipolle d'Egitto": la salvezza è nell'andare avanti verso la Terra Promessa.

Il libro

Il libro dell'Esodo è un impasto strano di storia, teologia, letteratura, geografia e fantasia.

Il mistero del libro: la storia.

Partendo dai dati che l'archeologia ci ha dato in questi ultimi decenni, gli studiosi hanno cominciato a ricostruire la vicenda storica del popolo d'Israele in Egitto prima, e poi in marcia verso la libertà.

b. Il cuore del libro: la vicenda di un popolo.

Il libro dell'Esodo si apre con la scena di questo popolo oppresso in Egitto, che ha come sfondo la politica e la figura del grande faraone Ramses II.

Questo popolo di schiavi che è costretto a costruirsi con le proprie mani il segno della loro oppressione.

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c. Uno o più esodi?

Israele non riesce più a resistere sotto questa sofferenza nasce l'esigenza di liberazione e i primi tentativi di fuga.

Secondo la ricostruzione storica dei fatti, qualcuno viene espulso e fa ritorno in Canaan per la via del mare, altri, pur di raggiungere il sogno della libertà non rinunciano a buttarsi anche nel deserto, lungo una strada piena di pericoli e difficoltà.

I protagonisti

Dal dato storico emergono i personaggi principali, gli attori di questo dramma che campeggiano in tutto il libro.

- La figura di Jahveh, il Signore che rivela il suo nome e manifesta il suo mistero.

- La figura del faraone che è il simbolo dell'oppressione, della violenza e anche della dittatura.

- Mosè ed Aronne: quasi il compendio di un popolo, la sua coscienza.

Tante volte questo popolo è colpito dallo scoraggiamento e anche dalla sfiducia.

- E da ultimo c'è Israele.

Troviamo il popolo d'Israele e Mosè da un lato, e dall'altro Dio e il faraone; bene e male che si fronteggiano.

Alla fine, il libro diviene un appello alla gioia e alla speranza.

Il Sinai: crisi e fascino del deserto

Due elementi caratterizzano il Sinai: il dato geografico di questa regione prevalentemente desertica, e quella perla verde che è l'oasi di Santa Caterina dove sorge il monastero

omonimo, dominato dal grande monte Sinai.

1. Il rito

Il rito è una specie di sintesi, una specie di compendio di tutto ciò che si vuole insegnare. E questo è fondamentale nel libro dell'Esodo.

La circoncisione del figlio di Mosè.

È il simbolo che l'ebreo Mosè deve ritrovare, prima di cominciare la sua missione, la sua autenticità ed essere ancora consacrato attraverso un rito di sangue, una specie di battesimo iniziale.

La notte di Pasqua

La grande e decisiva notte che può essere considerata come la sorgente della storia dell'intero popolo.

Una festa dei beduini del deserto, legata alla natura, la festa della fioritura che diviene per Israele il canto per eccellenza della libertà.

Ecco lo sforzo interpretativo nuovo: far sì che la Pasqua non sia la ricerca di nuovi pascoli, ma la ricerca della libertà, il segno degli uomini liberi, la festa della liberazione.

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Da questa sorgente gli Ebrei celebrano altre quattro notti:

• La notte della luce, Dio fa brillare la luce sul caos informe primordiale.

• La notte della fede, la notte dell'alleanza con Abramo.

• La notte della Pasqua, la notte della libertà.

• La grande notte del Messia: apparirà una grande luce, la luce eterna del regno messianico.

Quattro notti che diventano nella Bibbia le notti della storia, le notti che toccano l'esistenza di ogni uomo.

La dimensione cosmica

L'Esodo è un canto cosmico in cui è coinvolta anche la natura attraverso due momenti famosi:

a. Le piaghe.

La Bibbia si serve sicuramente della situazione geo-climatica per presentare una tesi anche teologica; in questa vicenda cosmica Israele vede un intervento di Dio che comanda gli eventi naturali.

Tutto questo che sta avvenendo non è semplicemente la successione di eventi concatenati, ma anche il segno più misterioso dell'azione di Dio.

b. La traversata del mar Rosso.

Seguendo le due tradizioni letterarie presenti in questo testo, troviamo contemporaneamente sia la traccia storica del passaggio, sia la reinterpretazione teologica di quell'avvenimento come un grande dono di Dio.

La dimensione letteraria

Il libro dell'Esodo è costruito a tasselli, soprattutto vi si incontrano tre tipi di narrazioni.

- La narrazione popolare caratterizzata dal gusto del grandioso e del miracoloso.

- La narrazione teologica e sobria.

- Il canto.

Il libro appare come un mosaico al quale hanno lavorato più mani: la mano dello Jahvista (X sec.), la mano dell'Eloista (IX-VIII sec.), la mano del Sacerdotale (VI sec.).

Nella Bibbia troviamo i segni della permanenza degli ebrei in Egitto; tracce di affinità con le preghiere iscritte sui templi e sui portali egiziani.

Incontriamo anche la testimonianza del silenzio di Dio, della oscurità di Dio.

L'approfondimento della Bibbia vuole portare al raggiungimento dell'ideale di Mosè che non è quello di vedere il volto di Dio, ma di vedere Dio di schiena mentre si allontana.

Una intuizione del volto di Dio.

Mosè e il "filo rosso" dell'Esodo

Consideriamo il tema del deserto che costituisce lo sfondo di molti libri e non solo

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dell'Esodo: una filigrana sulla quale si distribuiscono gli eventi della liberazione.

1. Il canto del corpo

Il deserto è per eccellenza il luogo in cui ci si preoccupa istintivamente del fisico, lì il canto del corpo è veramente centrale, essenziale e va alla radice. Sono due gli elementi fondamentali:

- La sete: l'acqua è la realtà della vita, ma è anche la realtà tragica dell'oceano distruttore. La Bibbia è piena di definizioni di Dio come acqua viva; Dio Padre sta attento e garantisce che all'uomo non manchi mai l'acqua.

- La fame: il simbolismo della manna ricorre con grande insistenza nell'Antico Testamento.

Essa è il segno più tangibile dell'amore di Dio.

I libri della Bibbia che parlano del deserto ci insegnano soprattutto ad essere estremamente attenti a tutte le realtà che costituiscono l'uomo.

2. Il canto della solitudine

Nel deserto l'uomo si trova veramente solo perché del deserto ha pochissime risorse e proprio perché luogo della solitudine diventa luogo dell'incontro con Dio.

Non è più sommerso da tante superficialità e nel deserto tutto è ridotto all'essenzialità: in questa situazione scopre Dio.

Qui Dio e l'uomo stipulano una specie di rapporto paritario. Dio continuerà ad offrire la libertà ed il popolo si impegnerà con le grandi dieci parole, i dieci comandamenti. Dio stima tanto l'uomo da stipulare con lui un'alleanza.

Con i profeti, poi, il deserto diventa anche il luogo della mistica, dove si riannodano i vincoli dell'amore come in un nuovo fidanzamento (Osea).

3. Il canto dello splendore dell'uomo

Dall'incontro con Dio deriva la grandezza dell'uomo e questo si vede soprattutto nel

"decalogo", le dieci parole: un invito sistematico a costruire una morale unitaria che non può essere spezzata.

Il testo segue due binari, uno verticale e l'altro orizzontale:

- Verticale che riguarda Dio. Tre comandamenti della fede di un Dio di cui l'uomo è l'immagine.

- Orizzontale che riguarda il prossimo. È soprattutto il compito di non mettere l'uomo nell’impossibilità di essere uomo.

4. Il canto della miseria dell'uomo

Il deserto è anche il luogo dell'aridità, si ha l'impressione di trovarsi nel luogo della non esistenza, il luogo del peccato. Il luogo dove il popolo aveva vissuto il peccato della nostalgia della schiavitù a scapito del rischio della ricerca dell'andare avanti come richiede la storia della salvezza.

5. Il canto della libertà

È anche il canto della libertà: attraverso questa specie di bagno purificatore faticoso, il popolo raggiunge il traguardo che è la gioia della libertà.

Ma la vera terra, la vera libertà è Dio stesso: "Vi ho tratti fuori dalla schiavitù d'Egitto su ali d'aquila e vi ho tratti a me".

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Conclusione

Il libro, in conclusione, fa riferimento alla liturgia del tempio di Gerusalemme.

Il personaggio Mosè presentato tra storia e leggenda, resta avvolta nel mistero. Egli ama il suo popolo, ma ama anche perdutamente Dio; si trova a dover scegliere tra il volere di Dio e la solidarietà con il suo popolo. Conserva la purezza della fede, ma non riesce a raggiungere la sua meta: per ridimensionare la sua grandezza il testo allude al suo peccato. E un grande uomo ma è sempre un uomo vicino a noi.

Il tema della liberazione ha reso il libro dell'Esodo un testo classico per l'impegno sociale del credente. «Dio opera prima di tutto - e in questo rivela di essere Dio - facendo sua la causa dei calpestati, degli ultimi, dei dimenticati. Mentre altri dèi considerano solo le vittorie dei loro popoli, è proprio del Dio unico l'intervenire nel cuore dell'abbandono e della schiavitù. Così la rivelazione ha inizio dal più schiacciato dei popoli che passa profeticamente dall'oppressione alla libertà.

L'alleanza al Sinai può essere lo stimolo per una riflessione accurata sul Decalogo, radice della morale biblica, spogliandolo da tutte le interpretazioni riduttive. Scriveva lo stesso Lutero:

«Non c'è specchio migliore in cui tu possa vedere quello di cui hai bisogno se non appunto i dieci comandamenti nei quali tu trovi ciò che ti manca e ciò che devi cercare».

L'Esodo è il canto anche della liturgia. La festa di Pasqua, da celebrazione nomadico-

pastorale, diventa la solennità di un popolo libero. La tradizione liturgica cristiana, a partire da Gesù, ha attinto ampiamente all'Esodo per le sue celebrazioni (in particolare la Veglia pasquale).

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