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Anche questo stile “pulito” e puntuale dell’autore contribuisce ad “andare

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Academic year: 2021

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4. Conclusioni

In questo lavoro di tesi ho tradotto tre testi di Heinrich Böll appartenenti al genere del radiodramma. Nonostante oggi esso non goda di grande importanza dal punto di vista letterario e sia molto cambiato dalla sua genesi, ha ricoperto un ruolo molto rilevante nella storia della letteratura tedesca del Novecento, in particolare per il periodo che va dagli anni Venti agli anni Settanta. Addentrandomi nella storia del radiodramma ho avuto un assaggio delle grandi possibilità a cui questo genere si è aperto, all’efficacia del suo mezzo di diffusione, la radio, e alle funzioni che un testo di questo tipo può avere.

Se ci sono stati autori che hanno approfondito soprattutto le possibilità estetiche del radiodramma, che fossero esse basate sulla parola o sul rumore (o sulla loro commistione fino ad arrivare addirittura alla distruzione stessa della parola), Heinrich Böll è un esempio di come invece esso può anche essere veicolo principale di contenuti e tematiche importanti. I testi proposti in questo lavoro di tesi, infatti, pur essendo sicuramente elaborati e accurati dal punto di vista stilistico, non colpiscono per il loro impatto formale o estetico, quanto per la capacità dell’autore di rendere immediate tematiche “scottanti” a lui care, che confluiscono anzitutto nella critica a tutto tondo della società a lui contemporanea.

Anche questo stile “pulito” e puntuale dell’autore contribuisce ad “andare

dritto al punto”: l’immediatezza dello stile e del linguaggio comune ai tre testi

(compreso Mönch und Räuber che in quanto ispirato al modello della leggenda

non presenta comunque un linguaggio inconsueto) fa sì che siano le tematiche le

vere protagoniste dei testi; anche alcune caratteristiche più propriamente

linguistiche, come ad esempio le molte ripetizioni degli stessi termini o periodi

ripetuti quasi puntualmente ma con variazioni impercettibili, sono volte a stabilire

delle chiavi di lettura e dei nuclei tematici, facilitandone l’individuazione da parte

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del lettore anche in quei casi che, come per esempio Wir waren Wimpo, essi sono nascosti dietro un piano comico, tanto che alla prima lettura questo radiodramma potrebbe sembrare un testo scritto con il solo obiettivo di far ridere.

Il capitolo di apertura del presente lavoro di tesi è quindi utile, anche in vista della traduzione dei testi, innanzitutto per individuare le caratteristiche fondamentali del genere del radiodramma, le funzioni che può svolgere, la conoscenza del mezzo di diffusione radiofonico e, in secondo luogo, per valutare la funzione che esso riveste all’interno dell’opera di Heinrich Böll e di come l’autore stesso se ne serve: le caratteristiche di immediatezza e velocità di trasmissione probabilmente sono sembrate all’autore delle buone occasioni per diffondere ulteriormente le sue tematiche, senza contare il fatto che la radio a quel tempo era il più potente mezzo di comunicazione di massa, tenuto in grande considerazione dal pubblico.

Una volta considerati tutti questi elementi e localizzati i radiodrammi di Böll

all’interno della storia del genere, mi sono dedicata all’analisi dei testi non solo

dal punto di vista tematico, ma anche dal punto di vista dell’uso che l’autore fa

della lingua. Un esempio è la riflessione sui nomi che accomuna tutti e tre i

radiodrammi. Le funzioni dei nomi in Böll sono molteplici, certo è che essi non

vengono mai attribuiti in modo casuale ai personaggi. Nei tre testi analizzati in

questo lavoro di tesi, ad esempio, essi possono essere “nomi parlanti”, nomi cioè

che anche nel tedesco standard acquisiscono dei significati, come il cognome

Schreck, attribuito a una coppia di anziani spaventati da un futuro incerto o ancora

il cognome Merkens, in cui il verbo merken, che richiama facoltà intellettive e

spirito d’osservazione, attribuito in Hausfriedensbruch a un personaggio che non

solo osserva la realtà in modo critico, ma è anche colui che mette gli altri

personaggi nella posizione di faro, facendo notare loro aspetti che prima non

avevano considerato. Un altro caso è quello di nomi che ricordano delle

personalità religiose, come i nomi cattolici Anna e Maria o, in genere, tutti i nomi

di santi. Essere a conoscenza della provenienza di tali nomi può facilitare molto la

comprensione del testo e completare l’analisi dei personaggi che compaiono in

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esso, come accade, ad esempio, in Mönch und Räuber: sapere infatti che la prostituta si chiama proprio come una santa morta per difendere la sua verginità, può sicuramente aiutare il lettore, l’ascoltatore o un eventuale traduttore a comprendere cosa Böll voglia simboleggiare con il relativo personaggio, in questo caso la possibilità di redenzione anche nel caso di peccati giudicati gravi.

Inoltre l’autore si serve dei nomi con funzioni diverse: ad esempio la ridicolizzazione di un personaggio, come avviene per il signor Campi di Wir warenWimpo, chiamato a volte Signore Campi, altre volte Frederico Campi o la sua tipizzazione, come nel caso di Hans in Wir waren Wimpo, uno dei nomi tedeschi più diffusi e che quindi simboleggia il tedesco medio, oppure ancora la solennizzazione o il rendere l’importanza del ruolo che il personaggio ricopre nella società, come accade nel caso di nomi di ecclesiastici “latinizzati”

contrapposti alla versione standard che li rende uomini comuni (come nel caso di Carolus e Karl presente in Hausfriedensbruch).

Come si può intuire, questa non è una peculiarità dei radiodrammi di Böll, ma di tutti i suoi testi. Inoltre, accostandomi all’opera dell’autore ho riscontrato che nei suoi testi ricorrono spesso gli stessi nomi oppure nomi molto simili tra loro foneticamente: si pensi ai due personaggi femminili di Wir waren Wimpo e Hausfriedensbruch: Anita e Anna, in cui Anita è il diminutivo portoghese di Anna o a Maria Merkens e Marie Derkum, personaggi rispettivamente di Hausfriedensbruch e Ansichten eines Clown (1963), che hanno praticamente lo stesso nome. Anche il protagonista di Ansichten eines Clowns, Hans Schnier, ha lo stesso nome di battesimo di Hans Elbertz, narratore di Wir waren Wimpo.

Sicuramente non sono questi gli unici casi che si possono riscontrare, ma sono sufficienti per intuire che l’autore istituisce una sorta di intertestualità tra le sue opere anche attraverso l’impiego dei nomi.

Proprio l’intertestualità è risultata essere una buona e ulteriore chiave di

lettura per interpretare il testo, ad esempio nel caso di Hausfriedensbruch: come

precisato all’interno del capitolo di analisi (cfr.§2.3.2) il radiodramma, sebbene

con personaggi e particolari diversi, sembra proporre un finale di Ansichten eines

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Clowns, scritto quattro anni prima del radiodramma. Data la somiglianza tra i due testi, sia dal punto di vista tematico, sia da quello lessicale, è inevitabile che un ascoltatore che abbia anche letto il romanzo non cada nella tentazione di identificare i personaggi con quelli del radiodramma, e probabilmente è proprio quello che l’autore vuole.

L’interpretazione, però, è aiutata in duplice senso: se il pubblico da una parte trova un completamento del romanzo nel radiodramma, dall’altro è come se la situazione descritta nel radiodramma si arricchisse di ulteriori particolari che in realtà derivano dal romanzo.

Da un punto di vista meramente traduttivo poi, i casi di intertestualità linguistica, più che contenutistica, sono sicuramente utili al traduttore, in primo luogo perché passaggi intertestuali tra diverse opere nella lingua di partenza possono chiarire il significato di termini, espressioni o concetti e, in secondo luogo, se ne esistono traduzioni nella lingua d’arrivo del traduttore, quest’ultimo può confrontarsi con essi e decidere se discostarsi dalla traduzione oppure aderire ad essa e, inevitabilmente, richiamarla nel testo che ha tradotto.

Questo lavoro di tesi mi ha quindi permesso, oltre che di conoscere un genere letterario su cui sapevo ben poco, di accostarmi alla letteratura di Heinrich Böll e considerarla, alla luce anche dei fatti descritti, come un corpus piuttosto coeso in cui l’elemento comune è la macrotematica della critica alla società, che si declina poi in modi differenti nelle sue opere e quindi anche nei radiodrammi.

Ho svolto, inoltre, il mio primo lavoro di traduzione impegnativo, rendendomi conto di quanto anche un testo così comprensibile e chiaro dal punto di vista lessicale e sintattico come lo sono i testi di Böll, possa creare difficoltà, che ho cercato di superare attraverso un’analisi critica e obiettiva dei singoli casi.

Come ho già ribadito più volte, Böll utilizza un registro omogeneo per tutti i suoi personaggi e uno stile fluente; i termini sono quelli del tedesco contemporaneo e, presi di per sé, non creano difficoltà di comprensione, né di traduzione.

Ovviamente, però, qui si è trattato non solo di tradurre coerentemente con il testo

di partenza, ma anche di adattare il risultato alle esigenze di un potenziale

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ascoltatore, quindi di conferire al linguaggio e allo stile della traduzione un livello di comprensibilità, immediatezza, fluidità e anche eleganza estetica e fonetica pari (o almeno simile) a quello dell’autore. Inoltre in alcuni punti i radiodrammi tendono ad avere un ritmo più incalzante, quasi canoro, e anche nella lingua d’arrivo ho cercato, per quanto possibile, di ridare all’ascoltatore questi aspetti.

Non bisogna poi sottovalutare la diversità tra la lingua d’origine e quella di partenza: l’ambivalenza di significati per uno stesso termine, i giochi di parole, gli effetti ritmici e fonetici molto spesso non sono perfettamente rendibili in due lingue così diverse, quindi ho dovuto “manipolare” la lingua italiana in modo tale da cercare di rendere sia il senso del testo originale, sia le variazioni sintattiche significative, sia un ritmo e un impatto formale simile.

Un altro elemento che ho considerato durante la stesura di questa tesi è stata la celebrità dell’autore: essendo un autore molto noto su Heinrich Böll sono stati effettuati numerosissimi studi, molte delle sue opere sono state tradotte in diverse lingue, su di lui e sul suo operato si hanno moltissime informazioni. Considerati questi elementi mi è parso curioso il fatto che invece i suoi radiodrammi fossero praticamente sconosciuti in Italia e mi sono quindi dedicata a questa parte “in ombra” della sua carriera di scrittore, più che alla trattazione della sua opera in generale, nonostante le mie osservazioni si siano basate anche sulla lettura di altri suoi testi.

In conclusione, questo lavoro di tesi ha unito le prospettive linguistica, storica

e letteraria e ha voluto essere non solo una traduzione di alcuni radiodrammi di un

autore molto celebre, ma anche una contestualizzazione di essi e della loro

funzione all’interno del campo del genere radiodrammatico.

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