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Reddito di cittadinanza per chi paga l affitto

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Reddito di cittadinanza per chi paga l’affitto

written by Noemi Secci | 26/09/2019

Reddito e pensione di cittadinanza per i nuclei familiari che hanno affitto o mutuo a carico: come si calcola il sussidio.

Il reddito di cittadinanza può essere ottenuto anche dalle famiglie con un reddito superiore alla soglia stabilita dalla legge per il diritto al sussidio, purché l’indicatore Isee sia inferiore al valore stabilito ed il nucleo familiare risulti con un affitto o un mutuo a carico: lo ha chiarito l’Inps, con una recente circolare [1].

Nello specifico, il reddito di cittadinanza per chi paga l’affitto o il mutuo può essere riconosciuto se la famiglia oltrepassa la soglia di reddito di 6mila euro annui: questa soglia di reddito è aumentata a 7.560 euro se la famiglia è beneficiaria della pensione di cittadinanza, e deve essere moltiplicata per il parametro della scala di equivalenza, che cresce all’aumentare del numero dei componenti del nucleo.

È tuttavia necessario che la famiglia rispetti la soglia Isee (l’indicatore della

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situazione economica equivalente, in pratica un indice che misura la ricchezza dei nuclei familiari) di 9.360 euro, valore anch’esso da moltiplicare per il parametro della scala di equivalenza. Ma procediamo con ordine.

Qual è il reddito familiare massimo?

Per il diritto al reddito di cittadinanza, il valore del reddito familiare deve essere inferiore ad una soglia di 6mila euro annui, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza, che varia a seconda della consistenza del nucleo.

Per il diritto alla pensione di cittadinanza, il valore del reddito familiare deve essere inferiore ad una soglia di 7.560 euro annui, da moltiplicare ugualmente per il corrispondente parametro della scala di equivalenza.

Come si calcola il reddito familiare?

Il reddito familiare ai fini del reddito o della pensione di cittadinanza non coincide con il valore Isr (indicatore della situazione reddituale) rilevabile dall’attestazione Isee. La base di partenza per il calcolo del reddito familiare è invece data dalla somma di tutti i redditi e i trattamenti assistenziali che già concorrono alla formazione dell’Isr, senza togliere le componenti che vengono sottratte nell’ambito dell’Isee (spese sanitarie per disabili, assegni per il coniuge, deduzione per redditi da lavoro dipendente o di pensione, le spese per il canone di locazione, etc.).

Il valore del reddito familiare deve essere considerato al netto dei trattamenti assistenziali non più in godimento eventualmente inclusi nell’Isee ed inclusivo del valore annuo dei trattamenti assistenziali in corso di godimento da parte dei componenti del nucleo familiare, fatta eccezione per le prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi.

Come funziona la scala di equivalenza?

Con riferimento alla scala di equivalenza, il decreto sul reddito di cittadinanza [2] definisce i parametri di calcolo nel seguente modo: 1 punto per il primo componente del nucleo familiare, incrementato di 0,4 punti per ogni ulteriore componente maggiorenne e di 0,2 punti per ogni ulteriore componente minorenne,

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fino ad un massimo di 2,1 (2,2 se in famiglia sono presenti componenti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite ai fini Isee).

Ad esempio, in un nucleo familiare di 5 maggiorenni, di cui uno in condizione di disabilità grave, il parametro della scala di equivalenza è pari a 2,2 così calcolato:

1 (primo maggiorenne) + (0,4*4) per gli altri quattro = 2,6, ridotto a 2,2 quale limite massimo previsto dalla norma.

Non devono essere contati i componenti del nucleo che si trovino nelle seguenti situazioni:

stato detentivo;

ricovero in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di una pubblica amministrazione;

disoccupati a seguito di dimissioni volontarie, nei 12 mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa;

sottoposti a misura cautelare personale ovvero condannati con sentenza definitiva intervenuta nei dieci anni precedenti la domanda di reddito di cittadinanza, per alcuni specifici delitti.

Come si calcola il reddito di cittadinanza?

Ai fini della determinazione del reddito o della pensione di cittadinanza, devono essere calcolate due quote:

una componente, ad integrazione del reddito familiare, fino alla soglia di 6mila euro annui (7.560 euro per la pensione di cittadinanza), moltiplicata per il parametro della scala di equivalenza del nucleo;

una componente, ad integrazione del reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione in locazione, pari all’ammontare del canone annuo previsto nel contratto di locazione, fino ad un massimo di 3.360 euro annui, cioè di 280 euro al mese; il limite è di 1.800 euro annui, 150 euro al mese per la pensione di cittadinanza;

se la famiglia risiede in un’abitazione di proprietà, per il cui acquisto o costruzione è stato contratto un mutuo, il limite è di 1.800 euro annui, 150 euro al mese.

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Come si calcola il reddito di cittadinanza per chi paga l’affitto?

Se la famiglia supera il reddito familiare massimo per il diritto alla quota base, ma non supera la soglia pari a 9.360 euro (da moltiplicare per il parametro della scala di equivalenza), può avere comunque diritto alla quota del reddito o della pensione di cittadinanza collegata al pagamento dell’affitto o del mutuo. Ma facciamo subito un esempio per capire meglio.

La famiglia Rossi è in affitto, paga 1500 euro annui, ha un reddito familiare pari a 13mila euro all’anno e una scala di equivalenza pari a 1,6:

la famiglia non ha diritto alla quota base del Rdc, perché il reddito familiare, 13mila euro, supera il reddito familiare massimo, pari a 9.600 euro (6mila x1,6);

la famiglia ha però diritto alla seconda quota collegata all’affitto;

l’operazione da eseguire è la seguente: 9.360 x 1,6 (limite Isee x parametro della scala di equivalenza); da questo valore va sottratto il reddito familiare;

abbiamo dunque 14.976 – 13.000= 1.976 euro;

poiché l’affitto corrisposto è pari a 1500 euro, questo è il valore da prendere in considerazione;

la famiglia ha diritto a una quota di reddito di cittadinanza pari a 125 euro al mese (1500 euro di canone di locazione annuo diviso 12 mensilità).

Come si paga l’affitto col reddito di cittadinanza?

Il pagamento dell’affitto o del mutuo, per chi ha diritto al reddito di cittadinanza, si può effettuare alle Poste, tramite bonifico. Si può fare un unico bonifico al mese per pagare l’affitto o la rata del mutuo, non è permesso effettuare altri pagamenti tramite bonifico.

Per la precisione, il pagamento può essere effettuato tramite bonifico Sepa o Postagiro. Come procedere?

Ci si deve innanzitutto recare alle Poste (non allo sportello Postamat) e compilare

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un modulo di “Ordine di bonifico Sepa – Postagiro (disposto da Carta Reddito di cittadinanza)”. Come si deve compilare? .

Bisogna inserire i seguenti dati:

nome dell’ordinante (intestatario reddito di cittadinanza);

importo del pagamento;

nome del beneficiario;

Iban del beneficiario;

causale del pagamento.

Se il beneficiario non risiede in Italia vanno poi ineriti i seguenti dati:

Paese di residenza (l’indicazione è obbligatoria per i bonifici Sepa transfrontalieri);

codice Bic (l’indicazione è obbligatoria per i bonifici Sepa verso Svizzera, Principato di Monaco, Città del Vaticano e Principato di Andorra)

Se il beneficiario ha un conto Banco Posta, il pagamento va effettuato tramite Postagiro: nel modulo deve essere inserito il numero del conto corrente Banco Posta in alternativa all’Iban.

Compilato il modulo, ci si deve recare allo sportello muniti di carta d’identità e codice fiscale.

Il bonifico si può effettuare anche se non si è intestatari della carta Rdc?

Recenti sentenze affermano il principio per il quale la carta Rdc possa essere utilizzata, in casi eccezionali, non solo dal titolare, ma anche dai componenti del nucleo familiare, in quanto beneficiari di Rdc. Si attendono però maggiori chiarimenti al riguardo.

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