CAPITOLO 2
GEOGRAFIA DEL XXI SECOLO: OGGI SCOPRIAMO LA MASSIMA VARIETÀ DI RAPPORTI DI GENERE E GENERAZIONE
ESERCIZI DI FINE CAPITOLO 2
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LAVORARE CON LE IMMAGINI
1. Differenze di genere
Osserva la vignetta, confrontala con i dati della tabella del World Economic Forum 2009 (p. 6 del volume) per capire la differenza di genere nei diversi settori, quindi scrivi in un breve testo come la si può
interpretare. Infine proponi una breve didascalia per l’immagine.
LAVORARE SULLE FONTI
2. I rapporti di genere nel XXI secolo
Sulla base dei dati contenuti nella tabella di p. 6 del volume, indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). Per le affermazioni false proponi un testo corretto.
a) Le opportunità nel lavoro per le donne italiane sono pari a quelle degli uomini.
. . . b) Nei paesi scandinavi le relazioni tra donne e uomini possono considerarsi ampiamente paritarie.
. . . c) Le opportunità d’istruzione e formazione delle donne italiane sono maggiori rispetto alle possibilità di lavoro.
. . . d) La partecipazione alla vita politica delle donne di almeno due paesi africani è superiore a quella delle donne
italiane.
. . . e) Nei paesi europei il livello di partecipazione delle donne alla vita politica è, in genere, altissimo.
. . . f) Nello Stato africano del Lesotho le donne hanno raggiunto un livello di parità superiore agli Stati Uniti e alla gran
parte dei paesi europei, in almeno tre settori della vita sociale e politica.
. . .
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VF VV
VF VV
VF VV
VF VV
g) Tra i primi dieci Stati della classifica ne compaiono molti americani.
. . . h) Tra i primi dieci Stati della classifica ne compaiono 6 dell’Europa, 2 dell’Africa, 1dell’Asia e 1 dell’Oceania.
. . . i) Nel complesso si può affermare che la partecipazione delle donne alla vita politica è ancora un obiettivo da
raggiungere in tutti gli Stati.
. . . j) In molti Stati le opportunità di istruzione per le donne sono pari a quelle dell’uomo.
. . .
USARE LE FONTI
3. Costruire un identikit di uno Stato a partire dai dati del WEF
Utilizza i dati del Rapporto 2009 riportati nella tabella di pag. 6 del volume per elaborare un testo che descriva il rapporto di genere in Yemen e in uno dei primi 4 paesi in classifica.
PER DISCUTERE
4. Le leggi della sopravvivenza contano più dei diritti della persona?
Perché alcune popolazioni praticano l’infanticidio? La nostra attuale cultura disapprova questa orribile pratica, ma per comprendere le ragioni profonde di questo comportamento dobbiamo capire meglio dove e perché avviene. Il brano seguente vi aiuterà a comprenderle.
La fame è una grave minaccia e sopraggiunge ben presto nell’Artico a causa dei feroci consumi metabolici imposti dal freddo. Riteniamo giustificato l’atteggiamento dell’eschimese verso il rischio della fame, così paventato da aver portato al- l’infanticidio femminile preventivo. L’esistenza di questa pratica è confermata da dati statistici raccolti tra gli eschimesi Netsilik, nel 1932. Il rapporto tra femmine e maschi di età inferiore ai 19 anni era, in questa popolazione, di 48 a 100.
Sopra i 19 anni il rapporto si rovescia: 127 femmine ogni 100 maschi. Il fatto è legato ai numerosi incidenti di caccia che può subire l’eschimese sulla banchisa: anche una semplice storta può portare alla morte per congelamento. In questo senso, l’uccisione delle bambine in tenera età acquisisce una funzione plurima: per prima cosa riduce le bocche da sfamare;
quindi è una forma di controllo preventivo della popolazione in tempi di ecostress, in quanto le bambine sono madri po- tenziali; terzo, la morte dei maschi è posposta solo nel tempo, a quando saranno cacciatori, e se tutte le bambine soprav- vivessero e diventassero donne, ci sarebbe una eccessiva sproporzione numerica tra i due sessi. Le donne mature, senza un cacciatore che provvedesse al loro bisogno, morirebbero della fame artica. L’Artide non fa sconti e, qui, le statistiche non contano e la bontà è un lusso.
[Adattamento da: Alberto Salza, L’atlante delle popolazioni, Torino, Utet, 1997, p. 232]
Molte organizzazioni internazionali, tra le quali Survival, sostengono il diritto dei popoli tribali (come quello di cui hai appena letto) alla vita e a scegliere da soli il loro destino. Nel mondo però vi sono delle norme internazionali che tutelano i diritti. Da un lato, come comunità mondiale, dovremmo approvare il diritto di un popolo a vivere secondo le sue regole, dall’altro dovremmo tollerare “reati” gravissimi, come
l’infanticidio. Come possono convivere questi due comportamenti? Discutete in classe sull’argomento e raccogliete in un testo le varie opinioni emerse.
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CAPITOLO 2
GEOGRAFIA DEL XXI SECOLO: OGGI SCOPRIAMO LA MASSIMA VARIETÀ DI RAPPORTI DI GENERE E GENERAZIONE
5. La dura vita delle donne nella campagna indonesiana
Dopo aver considerato attentamente la tabella e il testo seguenti rispondi alle domande.
Le donne hanno in mano la produzione alimentare
Nei paesi in via di sviluppo una buona parte del lavoro femminile è dedicato all’agricoltura. Le donne sono coinvolte in tutte le fasi della produzione alimentare. Anche se gli uomini normalmente vangano i campi e conducono gli animali da traino, le donne svolgono la maggior parte del lavoro di semina, ripulitura dalle erbacce, concimazione e raccolta delle coltivazioni principali – riso, frumento e mais – che contribuiscono al 90% alla dieta degli agricoltori poveri. Il contributo delle donne alle coltivazioni secondarie, come i legumi e le verdure, è ancora maggiore. Molte di queste vengono prodotte negli orti domestici e curate quasi esclusivamente dalle donne. Questi orti sono spesso molto produttivi e notevolmente im- portanti per il benessere nutrizionale ed economico. Uno studio ha scoperto che gli orti domestici in Indonesia producono più del 20% del reddito familiare e il 40% del fabbisogno alimentare domestico.
Nei paesi in via di sviluppo le donne tendono a lavorare molte più ore degli uomini. In Asia e in Africa gli studi hanno dimostrato che le donne lavorano 13 ore a settimana in più degli uomini. In media, le donne che vivono in aree rurali dedicano almeno un’ora ogni giorno alla raccolta di combustibile ed al rifornimento di acqua necessaria per cucinare.
In alcune comunità, queste attività possono richiedere fino a 4 ore al giorno. Uno studio in Africa ha scoperto che, nell’arco di un anno, le donne trasportano più di 80 tonnellate (219 kg al giorno) di combustibile, acqua e prodotti agricoli per una distanza di 1 km.
[http://www.fao.org/worldfoodsummit/italian/fsheets/women.pdf]
a) Quale valutazione ha ricevuto l’Indonesia dal WEF nel 2008 (vedi carta a pag. 9 del volume) per quanto riguarda la parità di genere (abbastanza paritaria, parzialmente paritaria, non paritaria)?
b) Quali azioni descritte nel testo che hai appena letto si ritrovano nella «giornata tipo di lavoro di una contadina indonesiana»?
c) Ricerca nel sito della Fao (www.fao.org e women indagine fao.pdf) l’analisi dettagliata della condizione femminile e i possibili rimedi per migliorare la situazione delle donne nei paesi agricoli arretrati del mondo.
Fonte: www.fao.org
Una giornata tipo di lavoro di una contadina indonesiana
2:00 4:00
Si sveglia Va al campo di caucciù Si riposa nel campo di caucciù Raccoglie il lattice e lo lavora
6:00 8:00 10:00
Rientra a casa, prega, cucina, fa colazione, lava i piatti, rassetta la casa e si riposa
12:00
Va sui campi e raccoglie le erbacce
3:00 5:00 7:00 9:00 11:30 14:00
Rientra a casa, prega, cucina, pranza, rassetta la casa, si riposa
13:00 15:0016:00 18:0019:00
Va di nuovo sui campi e lavora
16:30
Taglia il legname per cucinare e lo trasporta a casa
16:30
Si bagna nel fiume, fa il bucato, prega, cucina, cena
19:30
Si riposa
20:00
Si addormenta
COMPRENDERE I DATI
6. Differenze di istruzione tra donne e uomini in alcune aree del mondo
Le donne hanno ottenuto il diritto allo studio, la principale occasione che hanno per cambiare la loro vita e occupare nuovi settori lavorativi. Ma questo progresso non è stato omogeneo in tutte le aree del mondo. Usa i dati del grafico seguente per risolvere i quesiti proposti.
a) Nel 2000-2004, nelle diverse aree, il tasso di alfabetizzazione era più elevato tra gli uomini o tra le donne?
b) Tra il 1990 e il 2000-2004 vi sono stati dei mutamenti nell’alfabetizzazione complessiva degli uomini e delle donne?
È possibile rilevare un innalzamento, una stasi o una diminuzione del livello di istruzione?
c) Tra il 1990 e il 2000-2004 in quali aree la differenza tra alfabetizzazione maschile e femminile è diminuita, aumentata o rimasta invariata?
d) Scegli una delle aree geografiche e descrivi accuratamente i dati facendo un confronto tra il 1999 e il 2000-2004.
e) Colora il planisfero muto della pagina seguente secondo uno di questi criteri, relativi ai dati 2000-2004:
somma alfabetizzazione donne + uomini; differenza uomini/donne; scolarizzazione delle donne.
Prima di colorare il planisfero devi elaborare una legenda con intervalli di numeri scelti in modo che la carta mostri con immediatezza dove la situazione è vicina al 100% e dove ne è ancora lontana.
f) Proponi una didascalia per il grafico.
Tasso di alfabetizzazione tra i 15 e i 24 anni, in percentuale 100
90
99,4 99,3
99
98 96
95 95
94
80
70
60
50
Ex-Urss e paesi dell’Est
Differenza di alfabetizzazione tra donne e uomini
Asia dell’Est
America del Sud
Donne
Medio Oriente e Stati del Golfo
Africa del Nord
Africa subsahariana nel 2000-2004
nel 1990 Uomini
1. Senza l’Australia e la Nuova Zelanda Asia del Sud-Est
91
80
72
Oceania1 78
81 81
72
62
84 84
Asia del Sud
Tasso di alfabetizzazione tra i 15 e i 24 anni, in percentuale
Fonte: Rapporto mondiale sullo sviluppo umano 2005, Undp
7. L’analfabetismo femminile è ancora troppo elevato
La metacarta è una rappresentazione grafica che raffigura la superficie degli Stati in proporzione al fenomeno che si vuole rappresentare (per maggiori approfondimenti su questo tipo di carte e per consultare la carta base che indica ampiezza, nome e colore delle aree geografiche, vedi Gli strumenti del geografo, p. 30 del volume). Nella metacarta seguente l’ampiezza del territorio è proporzionale al numero di femmine analfabete tra i 15 e i 24 anni, sottratto il numero di analfabeti maschi della stessa età e nello stesso territorio. Solo territori con il maggiore analfabetismo femminile hanno una superficie.
Usa la carta base (p. 30) per riconoscere le aree del mondo, quindi descrivi la situazione area per area.
Esempio: «L’analfabetismo femminile è diffuso oggi solo in alcune aree del mondo, mentre in altre si è quasi azzerato. In particolare…».
CAPITOLO 2
GEOGRAFIA DEL XXI SECOLO: OGGI SCOPRIAMO LA MASSIMA VARIETÀ DI RAPPORTI DI GENERE E GENERAZIONE
Usa la carta base (p. 30) per
riconoscere le aree del mondo, quindi descrivi la situazione area per area.
Esempio:
«L’analfabetismo femminile è diffuso oggi solo in alcune aree del mondo, mentre in altre si è quasi azzerato. In particolare…».
Fonte: http://www.worldmapper.org - 2004 Human Development Report.
© Copyright 2006 SASI Group (University of Sheffield) and Mark Newman (University of Michigan)
8. Le donne si affermano grazie all’aiuto di altre donne
I mutati rapporti di genere e generazione provocano una grande richiesta di collaboratrici domestiche e badanti. Il fenomeno è rappresentato in questa carta tematica.
Descrivi la carta e indica per ogni area di destinazione la nazionalità di provenienza delle lavoratrici.
LE CARTE RACCONTANO
9. I “bilanci di genere”
I governi di molti Stati del mondo hanno approvato dei “bilanci di genere” (Gender budget) basati sul riconoscimento che i bisogni e i diritti delle donne sono diversi da quelli degli uomini. Infatti, per poter esprimere fino in fondo le proprie potenzialità, non basta l’uguaglianza dei diritti ma è necessario il riconoscimento della diversità di genere. Ciò significa, ad esempio, che l’organizzazione del lavoro e dei servizi deve tener conto dei tempi di vita e delle specifiche esigenze femminili o che venga
riconosciuto il lavoro, non pagato, che le donne svolgono a casa. Per questo motivo a metà degli anni Ottanta del secolo scorso alcuni Governi del mondo sperimentarono per la prima volta dei bilanci di genere basati appunto sul riconoscimento che i bisogni e i diritti di donne e di uomini sono diversi. In un bilancio di genere alcuni servizi sociali sono finanziati tenendo conto delle esigenze delle donne e della loro organizzazione di vita. Perciò sono distinte le spese destinate alle donne e agli uomini per la salute, il lavoro, i sussidi, la promozione delle pari opportunità.
Gli Stati che hanno sperimentato quest’ottica nell’organizzare i loro bilanci sono: Australia, Sudafrica, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Italia, Barbados, Kenya, Mozambico, Tanzania, Zambia, Zimbabwe, Unione europea. Individuali sul planisfero di pagina seguente, aiutandoti con un atlante, e colorali.
Antille
Filippine
Indonesia America
centrale
Colombia
Perù Brasile
America del Nord Europa occidentale
Grecia Turchia
Stati del Golfo Marocco
Etiopia
Somalia
Giappone
Hong Kong Taiwan
Malaysia Singapore Thailandia Sri Lanka India
Nigeria
Russia Ucraina
Paesi dell’America centrale e latina Paesi dell’Europa dell’Est e dell’ex Urss Principali destinazioni
delle collaboratrici domestiche 1. Badanti e collaboratrici domestiche
spesso maltrattate, vittime anche di abusi sessuali Paesi dell’Africa
Paesi dell’Asia Provenienza delle collaboratrici domestiche1
Fonte: B. Ehrenreich - A. Russell Hochschild (a.c. di), Donne globali. Tate, colf e badanti, Milano, Feltrinelli, 2004
PER ORGANIZZARE LE CONOSCENZE
10. Il fenomeno delle “donne mancanti”
Molti studiosi, tra i quali l’indiano Amartya Sen, premio Nobel per l’economia nel 1992, sostengono che nel mondo vi siano circa cento milioni di donne in meno di quanto ci si potrebbe aspettare da un andamento demografico normale. Devi scoprire se il dato è vero o se si tratta solo di un allarme esagerato. Mettiti subito al lavoro. Puoi utilizzare Internet, articoli e saggi di riviste scientifiche. Scarta tutte le fonti che non ti sembrano attendibili e spiega in un testo che cosa hai scoperto.
CAPITOLO 2
GEOGRAFIA DEL XXI SECOLO: OGGI SCOPRIAMO LA MASSIMA VARIETÀ DI RAPPORTI DI GENERE E GENERAZIONE
972 964
955 950
945 946
941
930
936
927 933 980
970 960 950 940 930 920 910
900
1901 1911 1921 1931 1941 1951 1961 1981 1991 2001
Donne ogni 1000 uomini
Anno
1971 Fonte: Elaborazione su dati del Census of India, 2001
La sex ratio (ovvero quante donne ci sono ogni 1000 uomini) in India (1901-2001).
LAVORARE SUI DATI
11. l lavoro minorile nel mondo
a) Dopo aver confrontato i dati contenuti nell’istogramma seguente (riguardanti: Africa centrale e occidentale; Africa orientale e meridionale; Asia del sud; America latina e Caraibi; Asia orientale e del Pacifico; Europa centrale e orientale), rispondi alle domande.
a) Sotto quale percentuale il fenomeno del lavoro minorile non è significativo?
b) In quali aree del mondo il lavoro minorile non è un problema sociale rilevante?
b) Sulla base dell’istogramma precedente, realizza una carta tematica usando il planisfero muto. Scegli tre colori per indicare il lavoro minorile nei continenti sulla base delle seguenti percentuali: 0-9%; 10- 20%; oltre il 20%.
Paesi meno sviluppati Paesi in via di sviluppo***
Asia**
Africa*
Africa centrale e occidentale*
Africa orientale e meridionale Asia meridionale America latina e Caraibi Africa settentrionale e Medio Oriente Asia orientale e del Pacifico**
CEE/CIS
30
30 40
12
29
35 34 13
10 10 10 6
0 10 20
*Esclusa Nigeria **Esclusa Cina ***Escluse Nigeria e Cina lavoro minorile, 5-14 anni (%)
16
Fonte: UNICEF SOWC (Situation of Woman and Children) 2010
Lavoro minorile nel mondo: % bambini tra 5 e 14 anni per regione (1999- 2008).
ESERCIZI DI FINE MODULO 1
SCRIVERE CON L’EMPATIA
1. Rapporti di genere nelle società di caccia, pesca, raccolta
Nel capitolo 1 sono raccontate alcune ipotesi sul ruolo delle donne nelle società di caccia, pesca e raccolta e in quella neolitica; altre informazioni puoi ritrovarle nel primo volume del Manuale di storia.
Immagina che una donna della banda di cacciatori e una di un villaggio neolitico raccontino la loro vita.
Scrivi quindi in prima persona indicando:
a) se chi parla è una donna di una banda di cacciatori o una contadina di un villaggio neolitico;
b) dove vive;
c) qual è l’ambiente (clima,vegetazione, fauna);
d) come trascorre la giornata;
e) quali relazioni intrattiene con gli uomini, con i bambini, con gli anziani.
PER DISCUTERE
2. Dongria Kondh chiama Avatar
Nell’appello che segue, il movimento Survival chiede al regista James Cameron di aiutare la tribù dei Dongria Kondh dello Stato di Orissa (India), la cui storia ha numerosi elementi di contatto con quella dei Na’vi del film Avatar. Dopo aver letto il testo qui riportato seguite quanto vi viene richiesto.
Appello a James Cameron: «Avatar non è solo fantasia… è anche realtà. La tribù dei Dongria Kondh, in India, sta com- battendo per difendere la sua terra da una compagnia mineraria determinata a distruggere la sua montagna sacra. La prego, aiuti i Dongria. Noi abbiamo visto il suo film – ora lei guardi il nostro: http://www.survival.it/film/mine».
• Guardate il filmato di Survival (dura 10 minuti e si intitola Mine: storia di una montagna sacra) e confrontatelo con il film Avatar. Se vi sembra che le due storie abbiano qualcosa in comune, scrivete un appello a Cameron a nome della classe per perorare la causa del popolo Dongria.
3. Elaborare un bilancio di genere
Il consiglio comunale ha deciso quest’anno di adottare un bilancio di genere. Fate parte della Commissione di consiglieri che deve elaborare il documento che potrebbe essere organizzato secondo i seguenti punti:
1) Servizi per l’infanzia e l’adolescenza 2) Servizi per le famiglie
3) Servizi per la salute 4) Politiche giovanili 5) Le donne straniere 6) Le donne lavoratrici 7) Le donne in cerca di lavoro
8) Le donne che vivono in famiglie povere 9) Altre proposte
• Dividetevi in quattro gruppi. Elaborate delle proposte per almeno due delle tematiche elencate, che definiscano:
a) la tipologia di servizio da offrire;
b) gli orari di erogazione;
c) in che modo possono contribuire a migliorare la vita delle donne;
d) se il Comune interviene erogando direttamente il servizio o indirettamente, offrendo ad esempio contributi economici, regolandone il funzionamento, formando gli operatori, offrendo consulenza…
• Dopo 30 minuti il portavoce di ciascun gruppo esporrà le proposte elaborate ai consiglieri convocati in seduta plenaria (la classe). Le singole proposte saranno sottoposte a una brevissima discussione e a una votazione. Quelle che avranno ottenuto la maggioranza comporranno il documento finale.
Potrete confrontare il vostro testo con quello proposto ad esempio dal Comune di Genova o dal Comune di Modena (http://www.genderbudget.it/doc/bilancio-genova-260405.pdf -
http://www.comune.modena.it/bilancio/web/bilancio-di-genere).
DALLE FONTI ALLA SCRITTURA
4. Nel blog oggi diciamo la nostra sul Report Gender Gap 2009
Di seguito ti proponiamo due commenti al Report Gender Gap 2009 del World Economic Forum, tratti da due blog molto diversi tra loro. Dopo averli letti, prendetene spunto per realizzare il blog della vostra classe collegandovi al sito https://www.blogger.com/start?hl=it e, sulla base dei due commenti proposti, divertitevi a condividere e a postare le vostre opinioni sul tema. Oppure, più semplicemente, create un blog “tradizionale”, affidando a un cartellone murale i vostri commenti, che potranno essere anche anonimi o firmati con uno pseudonimo. Lasciate affisso il cartellone in aula per una settimana, al termine della quale si potrà desumere il punto di vista della classe sulle differenze di genere.
Anche per il 2009 al World Economic Forum’s Global Gender Gap Index continua il dominio dei paesi nordici anche se Norvegia e Finlandia si sono scambiate il terzo posto… e l’Italia dove è finita?
Siamo scesi al 72esimo posto e questo non fa onore al nostro Paese. L’indice di questo rapporto stabilisce come i vari paesi rapportano le proprie risorse e opportunità tra uomini e donne della propria popolazione, indipendentemente dai livelli totali di tali risorse ed opportunità.
Alcuni paesi si sono distinti per le azioni intraprese a colmare le differenze di genere tanto che il Sud Africa e Lesotho, rispet- tivamente al 22° e al 16° posto nel 2008, sono ora entrati a far parte dei primi 10. Ci chiediamo quando l’Italia ruscirà ad entrare nei primi 10 posti, è davvero un sogno così irrealizzabile? Forse sì, se si continua a non investire nelle politiche a favore delle donne e delle famiglie.
Stiamo perdendo ancora una opportunità: la crisi economica avrebbe potuto essere “quell’opportunità”, prevedendo una serie di interventi strutturali che a medio termine avrebbero reso benefici non solo alle donne ma anche alle famiglie e all’intera società, nonchè essere un volano per la ripresa stessa dell’economia, privilegiando investimenti a favore della donna lavoratrice con sostegni mirati all’infanzia (non solo asili nido!) e agli anziani, investimenti cospicui nell’educazione, dalle elementari all’università, e favorendo l’imprenditoria femminile nel sociale, tanto per citare solo alcuni esempi e al contempo adottare misure che mirino a quel cambiamento culturale di cui abbiamo bisogno, dalle famiglie, alle aziende, alla società.
Noi, malgrado i risultati deludenti, intendiamo continuare nel nostro percorso e per farlo abbiamo bisogno anche dell’aiuto di tutti voi che ci leggete.
[http://donne.manageritalia.it/.../world-economic-forum’s-global-gender-gap-index]
Il quadro che emerge è partecipazione economica e retribuzione in negativo per le italiane. Di fatto escluse dal potere economico, poche le donne a capo di aziende e imprese. Stipendi minori a parità di mansione. Solo il 52% delle donne fanno parte della popolazione attiva contro il 75% degli uomini e il reddito medio delle donne è la metà rispetto agli uomini, 19.168 dollari l’anno contro 38.878. Salute e attesa di vita in negativo, un 88 posto per uno Stato in cui si dice ci sia un benessere mi pare poco. Peccato che queste notizie non le diano in tv e che anche in canali paralleli non siano per niente diffuse. Forse servirebbe questo studio a far capire maggiormente che la realtà che viviamo di discriminazione nei posti dove ci sono le vere leve del potere (economia) non è molto normale per un paese pseudo sviluppato e avanzato come il nostro. Questo studio mi conferma una mia sensazione, che l’Italia sia un paese ricco economicamente ma dal punto di vista culturale sia molto povero. Che gli uomini dicano che si sta bene in Italia e che non è un paese con mentalità misogina lo posso anche capire, dall’alto del loro potere ammettere non è conveniente. Quello che mi disturba di più però sono le donne negazioniste. Ho avuto modo di
ORGANIZZARE LE FONTI
5. Infanzia e adolescenza in Cina nel XX secolo
Dopo aver letto il documento qui riportato, ricostruisci l’infanzia e l’adolescenza di un bambino e di una bambina cinesi prima del 1949, utilizzando la tabella sottostante.
Bambini e bambine in un villaggio cinese prima della Rivoluzione comunista (1949)
A sette anni l’educazione comincia a differenziarsi secondo il sesso. Le madri mandano i maschietti a raccogliere erba per maiali; le femmine, più che raccogliere erba, devono aiutare nei lavori di casa. Una bimba di dieci anni deve saper aiutare la madre a lavare giacche e pantaloni imbottiti, deve sapere sciacquare la verdura e preparare da mangiare. Alla stessa età i maschi cominciano a portare l’acqua nel pozzo; ancora non vanno soli, ma a coppie, con un secchio e un bastone per infilarvelo.
Le bambine vanno al fiume con la madre a fare il bucato. Lavano tuffando la biancheria nell’acqua; di rado usano il sapone, qualche volta usano la soda. Le bambine tra i sette e i dodici anni giocano a salterello. Il pomeriggio si vedono saltare con la fune; o con la fune lunga o – da sole – con una fune corta. Fanno a chi salta più a lungo senza sbagliare.
Giocano anche a girotondo cantando. Si divertono anche a prendersi per le mani e girare vorticosamente e a giocare a cavallina. Dai sette anni in poi i maschi e le femmine non giocano più tra di loro. A questa età i maschi giocano a palla, col cerchio e anche a saltarello. D’inverno fanno gli scivoloni sul ghiaccio. Cantano, ma non danzano volentieri.
A dodici, tredici anni le bambine smettono di correre e saltare e di fare giochi che richiedono movimento. Giocano a intrecciare fili in vario modo tra le dita. Smettono anche progressivamente di chiacchierare e di scherzare con i ragazzi.
Dopo la prima mestruazione, tra i dodici e i sedici anni, diventano chiuse e schive. Se ne stanno quasi sempre in casa e invece di giocare si dedicano ai lavori domestici. Quando compiono diciotto anni iniziano a preparare il corredo, siano o no fidanzate. Si fanno scarpe, vestiti e coperte. Cominciano anche a partecipare ai lavori dei campi.
I ragazzi, invece, non subiscono mutamenti profondi in quel periodo. Giocano al calcio, oppure a ping-pong. Col tempo cominciano anche loro a lavorare nei campi, ma fino a vent’anni sono considerati ancora bambini. Sono timidi, quando incontrano una coetanea, ma per il resto sono abbastanza sfrontati. […]
Le femmine si sposano prima dei maschi […]. Chi ha più voce in capitolo quando una ragazza si deve sposare è la nonna paterna; poi viene il nonno paterno, quindi la madre; il parere del padre è quello che conta di meno. […]
[Jan Myrdal, Rapporto da un villaggio cinese, Torino, Einaudi, 1977, trad. di Piero Bernardini Marzolla]
Età Vita di un maschio Vita di una femmina
1-6
7
10
12-13
12-16
18-20
CARTE, METACARTE E CARTOGRAMMI
Gli strumenti del geogr af o
USARE LE CARTE
1. Rappresentazioni diverse dei fenomeni
Ti proponiamo quattro carte diverse, ognuna delle quali serve a rappresentare particolari fenomeni.
Dopo averle guardate con attenzione, esegui l’esercizio richiesto.
a) Per ciascuna delle seguenti carte scrivi, nello spazio apposito, se si tratta di cartogramma o metacarta.
b) Quindi descrivi, in modo accurato, il fenomeno che ciascuna di esse vuole mostrare.
c) Quali carte ti sembrano più comprensibili? Quali difficoltà hai incontrato nella comprensione dei dati?
Carta A . . . sullo stato di realizzazione degli obiettivi ONU per il millennio.
Nessun miglioramento o arretramento
Obiettivo inaccessibile per il 2015 Obiettivi in via di raggiungimento Obiettivi raggiunti o in procinto di esserlo Dati insufficienti
Ogni quadrato rappresenta lo stato di avanzamento
di un Obiettivo del millennio Assicurare l’educazione primaria a tutti 3. Permettere a tutti i bambini
il completamento del ciclo di studi primari.
Promuovere l’eguaglianza dei sessi e l’autonomia delle donne
4. Eliminare le disparità per le bambine nell’insegnamento primario.
5. Promuovere l’eguaglianza nel lavoro.
6. Promuovere una rappresentanza equa delle donne nei parlamenti nazionali.
Ridurre la mortalità infantile
7. Ridurre di due terzi la mortalità nei bambini inferiori ai 5 anni.
8. Diffondere la vaccinazione contro il morbillo.
Obiettivi e traguardi del millennio
Migliorare la salute delle madri 9. Ridurre di tre quarti la mortalità da parto.
Combattere l’Aids, la malaria e altre malattie 10. Far arretrare l’epidemia di Aids.
11. Far arretrare l’epidemia di malaria.
12. Far arretrare l’epidemia di tubercolosi.
Assicurare un ambiente sostenibile 13. Fermare la deforestazione.
14. Dimezzare il numero di persone a cui è negato l’accesso all’acqua potabile.
15. Dimezzare il numero di persone a cui è negato l’accesso alla depurazione.
16. Migliorare le condizioni di vita negli accampamenti.
Ridurre la povertà estrema e la fame 1. Dimezzare il numero di persone estremamente povere.
2. Dimezzare il numero di persone che soffrono la fame.
Africa del Nord
Africa subsahariana
Europa orientale
America latina e Caraibi
Asia del Sud
Asia dell’Est Asia centrale
Asia dell’Sud-Est
Oceania Medio Oriente
e stati del Golfo
Fonte: ONU, settembre 2005, tratto da L’Atlante di «Le Monde Diplomatique-Il Manifesto», 2006
CARTE, METACARTE E CARTOGRAMMI
Gli strumenti del geogr af o
Carta B . . . sul PIL negli Stati del mondo.
G.
M.
C.
M.
M.
M.
AL.
G.
G.
M.
I n d i a I r a n T.
I.
I.
F.
P.N.G.
Brasile Messico
Rep.
Sudafr.
Cuba
Piccole Antille R.D.
P.R.
Arg.
E.S.
N.
P.
U.
C.
S.
C.A.
Ve.
D.
P.URSS
Cina C.S.
T.
H.K.
C.N.
C.
P.
T.
L. L.
U.
B.
A.S. S.L.
Y.O. N.C.
N.Z.
R.
N. F.
Germania
Giappone
Francia
Ind.
Australia
Isole del Pacifico Italia
SvizzeraAustria
Spagna
P.B.
Belg.
Svezia
V.
M.
T.
S.
Stati Uniti Canada
Regno Unito Ir.
Is.
Le superfici sono proporzionali al P.I.L. nel 1990
Stati membri della CE Stati membri del G7
Altri paesi sviluppati 100 miliardi di dollari Altri paesi
Fonte: http://www.galad.it/ADR/SSS/Geo2/Geo_2.htm
CARTE, METACARTE E CARTOGRAMMI
Gli strumenti del geogr af o
Carta C . . . sulla popolazione negli Stati asiatici.
Unione sovietica parte europea C
Turchia
2
3 5
6 7 8
9 10
30
Pakistan
Nepal Siria
4
Arabia Saud.
11 12
14
13
16
19
18
Cina
India
Indonesia Malaysia
29
26
Giappone
Filippine Corea
del Sud
20 21
23
25
24
Bangladesh 13 Afghanistan
7 Bahrein 17 Bangladesh 16 Bhutan 19 Birmania 23 Cambogia 2 Cipro 29 Corea del Nord
28 Corea del Sud 9 Emirati Arabi Uniti 26 Formosa 27 Giappone 5 Giordania 25 Hong Kong 4 Israele 6 Kuwait
21 Laos 3 Libano 30 Mongolia 15 Nepal 10 Oman 8 Qatar 24 Singapore 1 Siria
18 Sri Lanka 20 Thailandia
14 Unione Sovietica (parte asiatica) 22 Vietnam
12 Yemen del Nord 11 Yemen del Sud
Vietnam Iraq Iran
Indonesia
da 1 a 10
da 10 a 25 da 25 a 50
da 50 a 100 da 100 a 200
oltre 200
abitanti per km²
Fonte: Atlante enciclopedico Touring, Touring Club Italiano, vol. 3
CARTE, METACARTE E CARTOGRAMMI
Gli strumenti del geogr af o
Carta D . . . sulle donne che hanno un figlio tra i 15 e i 19 anni.
Fonte: http://www.worldmapper.org - 2004 Human Development Report. © Copyright 2006 SASI Group (University of Sheffield) and Mark Newman (University of Michigan)
Il tema delle donne
http://www.weforum.org/en/Communities/Women%20Leaders%20and%20Gender%20Parity/GenderGapNetwork/in- dex.htm
Nel sito è possibile consultare in lingua inglese il Report Gender Gap 2009. Il Rapporto ha lo scopo di analizzare e con- frontare le disuguaglianze di genere in 132 Stati del mondo sulla base di criteri economici, politici, istruzione e salute.
http://www.fao.org/kids/it/equalrights.html
Nel sito in lingua italiana della Fao è possibile documentarsi sul lavoro delle donne in agricoltura. La Fao è un’organiz- zazione che riunisce i rappresentanti dei Governi dei paesi delle Nazione Unite. Si occupa di «assicurare che in tutto il mondo ognuno abbia cibo a sufficienza» e di ostacolare la distruzione dell’ambiente in cui viviamo.
http://www.pariopportunita.gov.it
È il sito del dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri. In esso si può consultare tutta la normativa italiana e comunitaria sulle pari opportunità; si possono acquisire notizie sul G8 delle donne tenutosi a Roma il 9-10 settembre 2009 e su altre iniziative del Governo italiano in tema di uguaglianza tra i sessi.
http://www.bibliolab.it/donne_web/index_donne.htm
Il sito della Rete BiblioLab Documentazione, ricerca, formazione ha lo scopo di realizzare una biblioteca-mediateca scolastica nell’ambito del Programma per la promozione e lo sviluppo delle biblioteche scolastiche, organizzato dal ministero della Pubblica Istruzione. Nel sito si potrà seguire un percorso laboratoriale sulla «Storia delle donne: l’ingresso nella cittadinanza», curato da Agnese Argenta e rivolto agli alunni della scuola secondaria di 1° e 2° grado.
http://www.dirittiumani.donne.aidos.it/bibl_2_testi/d_impegni_pol_internaz/a_conf_mondiali_onu/b_conf_pechino/
perc_bibl_02_d_a_b_0.html
Il sito è dell’Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo (Aidos): un’organizzazione non governativa senza fini di lucro, creata da un gruppo di donne economiste ed antropologhe con l’intento di operare per l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace. Nel sito si possono consultare in lingua italiana i testi e le risoluzioni della Piattaforma d’azione e della IV Conferenza mondiale delle donne di Pechino.
Il tema degli anziani
http://dirittiumani.donne.aidos.it/bibl_1_temi/f_indice_per_soggetti/b_anziane/a_demogr_pers_anziane.html Nel sito dell’Aidos (vedi sopra) è pubblicato un documento a cura del Dipartimento delle Nazioni Unite per la Pubblica Informazione sull’invecchiamento della popolazione umana e, in particolare, delle donne.
http://europa.eu/legislation_summaries/information_society/l24292_it.htm
Il portale dell’Unione europea consente di consultare le informazioni fondamentali sul processo d’integrazione dei paesi membri. In esso è possibile documentarsi sul Piano d’azione su tecnologie dell’informazione e invecchiamento. Il piano previsto nell’ambito dell’iniziativa comunitaria “2010” ha lo scopo «di accompagnare gli anziani verso una vecchiaia più sicura e più autonoma e favorire al contempo lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione».
http://www.unric.org/html/italian/ANZIANI/piano.html
Nel sito si può prendere visione del Piano d’azione internazionale sull’invecchiamento, deciso nel 1999 dall’Onu.
Il tema dei bambini
http://www.unicef.it
L'Unicef (Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia) è un’organizzazione mondiale che si occupa di tutelare i diritti e le condizioni di vita dell’infanzia. Il sito contiene un’ampia quantità di informazioni sulla situazione dei bambini nel mondo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Lavoro_infantile
SITOGRAFIA
http://www.ilo.org/public/italian/region/eurpro/rome/info/press/download/1019_03.pdf
Il link collega ad una scheda dati aggiornata al 2010 sul lavoro minorile elaborata dall’Ilo (l’Organizzazione internazionale del lavoro: vedi sotto).
I diritti nel mondo
http://www.survival.it/
È il sito di Survival, l’unica organizzazione mondiale che sostiene, attraverso campagne di mobilitazione dell’opinione pubblica, i popoli tribali di ogni continente. Propone filmati e documentari sulla condizione delle ultime popolazioni di caccia, pesca e raccolta. Si potranno anche sottoscrivere appelli, partecipando in tal modo ad iniziative di cittadinanza attiva.
http://www.weforum.org
Sito del Worl Economic Forum, organizzazione senza fini di lucro con sede in Svizzera. Ogni anno riunisce dirigenti politici ed economici, giornalisti, intellettuali con lo scopo di discutere le questioni più urgenti della Terra soprattutto in materia di salute e ambiente. Il Forum inoltre produce dei Report (Rapporti) di ricerca su diverse problematiche.
http://www.dirittiglobali.it/articolo.php?id_news=473
Sito dell’Associazione onlus SocietàINformazione costituitasi a Milano nel 2001 con lo scopo di promuovere ricerche e studi sulle tematiche di tutela dei diritti umani. Dal sito è possibile scaricare i rapporti sui Diritti globali dal 2003 al 2009.
http://www.ilo.org
Sito dell’Ilo, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di «promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana per uomini e donne. I suoi principali obiettivi sono: promuovere i diritti dei lavoratori, incoraggiare l’occupazione in condizioni dignitose, migliorare la protezione sociale e rafforzare il dialogo sulle problematiche del lavoro».
Genere e pari opportunità
http://www.istruzionepariopportunita.it
Ipo (Istruzione e Pari Opportunità) è il sito che il dipartimento delle Pari Opportunità ha voluto dedicare al progetto di sensibilizzazione del mondo della scuola alle pari opportunità. In esso sono consultabili i progetti e i lavori elaborati dalle scuole, i siti delle scuole dedicati al tema, i documenti sulla differenza di genere. Tra i documenti è possibile scaricare in pdf una bibliografia di genere curata da Barbara Mapelli.
http://www.comune.torino.it/cultura/biblioteche/ricerche_cataloghi/pdf/bibliografie/pariopportunita.pdf Il link contiene una bibliografia del 2007 sulla «Saggistica a tematica di genere e pari opportunità donna uomo», realizzata a cura dell’Ufficio Studi locali del Settore Sistema bibliotecario urbano e del Settore Pari Opportunità e Politiche di Genere del comune di Torino, in occasione dell’anno europeo delle pari opportunità per tutti.
Cartografia
http://www.worldmapper.org
Un sito ricco di metacarte interattive, realizzate a partire dai dati forniti dalle principali organizzazioni internazionali.
Ballestra, S. Contro le donne nei secoli dei secoli, Milano, il Saggiatore, 2006
Un libro che scatta un’istantanea delle donne italiane oggi: i modelli imposti dal mercato e dai media, le difficili maternità, gli attacchi della Chiesa e della politica. Una presa di coscienza dello spaesamento delle donne e della necessità di cominciare da capo.
Carra, P. La bella addormentata fa il turno di notte, Roma, Ediesse, 2005
Donne che raccontano contraddizioni, pensieri e delusioni della vita quotidiana e del mondo del lavoro.
Cortesi, G.; Gentileschi, M. L. Donne e geografia: studi, ricerche, problemi, Milano, Franco Angeli Edizioni, 2006
Raccolta di studi e ricerche sul rapporto tra contesto geografico e differenze di genere.
Del Re, A. Quando le donne governano le città: genere e gestione locale del cambiamento in tre regioni italiane, Milano, Franco Angeli Edizioni, 2004
Aumentano le donne che si occupano di amministrare le città e si sviluppa una nuova sensibilità di genere nell’af- frontare la gestione del territorio. La maggiore uguaglianza tra i sessi diventa determinante nella valutazione delle politiche adottate dalle amministrazioni locali.
Mapelli, B.; Bozzi Tarizzo, G.; De Marchi, D. Orientamento e identità di genere: crescere donne e uomini, Firenze, La Nuova Italia, 2001
Raccolta di testimonianze di giovani e rassegna di progetti educativi italiani e stranieri sulla differenza di genere, da cui emerge come la scuola rimane forse l’unico luogo in cui le ragazze possano sperimentare il successo e una condizione di autentica parità.
Molfino, F. Donne, politica e stereotipi: perché l’ovvio non cambia?, Milano, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2006
Raccolta di interviste a donne parlamentari e a giornaliste per analizzare e raccontare le ragioni che ostacolano la trasformazione dell’immagine dell’uomo e della donna e l’abbattimento degli stereotipi culturali ancora larga- mente presenti nella società.
Pinnelli, A.; Racioppi, F.; Rettaroli, R. Genere e demografia, Bologna, il Mulino, 2003
Raccolta di saggi sulle relazioni di genere nei paesi sviluppati e sulla loro influenza su fenomeni demografici e so- ciali quali le migrazioni, l’invecchiamento e la mortalità.
Signorelli, A. Genere e generazioni, Milano, Franco Angeli Edizioni, 2000
È una ricerca costruita su tre analisi di caso che mette in luce quei meccanismi che bloccano la presenza femminile nelle organizzazioni oltre che in particolari aree e ruoli lavorativi.