R.
ACCADEMIA DI BELLE ARTI ìx niLiio
F. HAYEZ
ESPOSIZIONE
1883
Edizione ufficiale del Comitato
(Seconda
Edizione)I
QTECA- ARCHI VIP
OPUSCOLO
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TIP.coroaniao«o©
DRO LOMBARDI
uri, 7.
R.
ACCADEMIA DI BELLE ARTI
l.\
IIILAIO
CATALOGO
DELLA
ESPOSIZIONE RETROSPETTIVA
DI
ALCUNE OPERE
DELDEFUNTO PROFESSOREDIPITTURA
FRANCESCO HAYEZ
ECC.,ECC.
NEL PALAZZO DI BRERA
Settembre 1883
MILANO
TIPOGRAFIA
ALESSANDRO LOMBARDI
1883
. '
••'
COMITATO ACCADEMICO PER LE ONORANZE A
FRANCESCO HAYEZ
Bisi
comm.
prof.Luigi, presidente.Bertini
comm.
prof.Giuseppe.Carcano
nob.comm.
Giulio,Senatore delRegno Dragoni
cav.Emilio.Massarani comm.
Tulio,Senatore delRegno.
Mongeri
cav. prof.Giuseppe.Pagliano comm.
Eleuterio.Servi
prof.Giovanni.Vaiaperta
Francesco.Sebregondi
contecomm.
Francesco,segretariodel- l’Accademia e del Comitato.COMMISSIONE ESECUTIVA PER
LA.ESPOSIZIONESebregondi
contecomm.
Francesco, suddetto.Dragoni
cav.Emilio, suddetto.Vaiaperta
Francesco, suddetto.»
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Al mattino
dell'!!Febbrajo 1882,
ilgiorno medesimo
incui toccava l’anno novantesimo secondo
d’età,moriva
inMilano
ilprofessore
dipittura Francesco Hayez, da ses- santanni Consigliere dell’Accademia
dibelle arti,da trenta suo professore insegnante e negli ultimi tempi, anche suo Presidente d’onore.
L’Accademia, congregata nel giorno me- desimo, all’annuncio, deplorandone
laperdita
erammentandone
lebenemerenze, deter- minava:
che una sottoscrizione pubblica
siaprisse, a cura dell’Accademia medesima, per col- locare un ricordo monumentale presso
diessa:
che
siavesse a mandare ad
effettouna
pubblica Mostra
dialcune
dellesue pitture,
6
affinchè fossero conosciute
lenon esposte, e
quelle,findov’era
possibile,che ravvi- vassero
lamemoria
dellalunga
egloriosa sua carriera:
che,
infine,a cura del Segretario dell’Ac- cademia fossero raccolte
lenote
sullasua
vita, lasciateda
lui stesso,eingenerale,
idocumenti che
loriguardassero, per esserne
fattapubblicazione
aspese dell’Accademia.
Alla prima determinazione
siprovvedeva
allacircolare 17 Maggio dell’anno che corre:
oggi,
collapresente Mostra,
sidà adempi- mento
allaseconda:
laterza avrà
ilsuo
se-guito
collaprossima pubblicazione degli
Attiaccademici.
Il
numero
delleopere ebbe a
limitarsi alleragioni
di spazio.Il
Catalogo va preceduto
dialcune
ri-cordanze onde siano meglio noti l’ordine
e lavarietà dei lavori che, oggi, tornano
allapubblica
vista.3
Settembre 1883.FRANCESCO HAYEZ
REMINISCENZE
D’ARTE
Chiloha conosciuto
—
econvienrisaliread anni parecchi—
ricordaancorailvasto suo studio, della viadelMontediPietà, gelidoedallaluce grigiastra, ancheneidìestivi,eluistesso,in vestebigia,allacciataallapersona,ilcapo coperto da un berretto veneto, aprirvilaporta,per tornare, senza indugio cinfaticabile allavoro; e quivi, volgerviappenauna parola breve, semplice, sommessa,festevoletalvolta,argutasempre,tantopiùquando gliaccadevadinarrarealcunchéde’ primisuoiannidella vita d’ artista
Nonsapremmo,d’ allora,dimenticare,cosaper sé d’altronde moltocomune,che, giovinetto, correvalechiesediVenezia, prendendosu d’unsuo libriccinomemoriea schizzodaiquadri piùgeniali,qualieranoiBellini,Tiziano,Palma, Carpaccio ealtri diloroetà.Lamemoriaglierabuona:nèmancavadalricordare leultimefestedellaSerenissima,isenatoriinparata,ilBucintoro, l’arrivo deifrancesi(Maggio1797),eisaturnalidiquellaRepub- blicascamiciala.
Allorailfanciullodovevaaver compitiappenaiseianni:era natoai10 del febbraio del 1791.IIcognomelorivelasubitonè ve- neto,enemmancoitaliano:ilcasatodiIlayezancor s’incontranel Brabante.Infatti,lafamigliaveniva da Valencienne: adottato ap- puntonell’etàdelleprimericordanzedaunoziomaterno,Fran- cescoBinasco,negoziantediquadriantichi,sitrovòdaldestino
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tuffato inquell’elementocuiaspirava l’animo inconscio,
ma
non per quello cuiloziomirava,cioè,difarne sussidioaisuoicommerci,ma
làdoveIochiamavanopiùnobilidestini.Nell’ascoltarlo, poi,cipareva anchedivederlocresciutofan- ciullo,traidiecio dodicianni,distaturapocomenchemedia, timido,raccoltoinsè,scarsodiparole
ma
ardente all’opera,in arnesedimesso anziché no, che non riccoegliera,ma
collamag- giore delle ricchezze,l’animo apertoallesensazionidiarmonia delleforme e deicolori.Delresto,isuoi principineldisegnofuronocometuttiquellide’
giovani promettenti: frequentava maestri e scuole,mostrandosi fervidoalfare,incontentabiledella riuscita.
FattaregnonapoleonicoanchelaVenezia,dopolabattaglia d’Austerlitz(1803),associataallesortidellealtredueprincipali cittàdelmalritagliatoregno,Milano eBologna,ebbeun’istitu- zioned’insegnamentoartistico,sottoilnomediAccademiadi bellearti, giustailmoduloistessodelloStatutodiquelladiMi- lano(1settembre1803).Cotestaistituzionecomprendeva,oltre l’insegnamento,laconcessione pei migliorifraipropriallievidi un assegnotriennaleconche vivere a
Roma
per egual tempo.IIgiovaneHayezfudeiprimi a fruirne:avevaoltrepassatodi pochi mesiildiciottesimoannod’etàquandoriceveva,nelGiugno del1809,lasuanominaall’alunnatodiRoma.Vi giunse nell’Ot- tobrecon unaltropensionato,ilgiovanePolitidiUdine,racco- mandatoalCanovaealCardinalConsalvi,che prepotevano, l’uno nell’arte,l’altronelgovernodellacosa pubblica.
11Camuccinidominavanellapittura,
ma
secondoidogmicano- viani e davideschi,ilritornoall’antichitàdelperiodoromanoce- sareo.Pertalmodoessiavrebberofattodelgiovanevenetouno stilistaardente a misuradisesta,senon fosserostatiin luiisemi d’unribelle,tutelato,com’era,dallamemoriadeiprimi amori, e giàrottoall’operareindipendente avantiditoccare l’arca santa dell’arte,Roma.L’assolutismo rigoroso dellalinea, lacondannadel colore,siccome parte secondaria delle forme, trovaronoin luichi era disposto bensì adaccettarli,ma
collafacoltàdel liberoesame.—
Inciò tuttoilsuo avvenire.Nonèda credere cheilCanova, perunverso,ilCicognara,per l’altro,durasseroallorafaticaapersuadereilgiovaneventenne aconcorrerealpremioperlapittura,banditoneli81tdall’Àc- cademiadiMilano:forsevianelavainsegreto.ILLaocoonle, coi
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figli,vittimadellavendetta diMinerva,ne erailtema.Alla garaebbeunrivaleegregio,non pelnomeche appariva,
ma
per quelloche occultava:tuttaviailpremio nonpotè essergli conteso:eilquadrosuorimane ancoraonoreprimodiquellalunga co- ronadipremiatichefutroncacol 18(30.Lacomposizione èsecondo
ilpoemavirgiliano,anzichégiustailtiposcultorio dellascuola rodiana:ildisegno è puro;ilrilievosottilmente studiato;ilcolore volgeaipallido,
ma
nonmancaqualche tono vigoroso;dal tutto diffondesiun’armonia opalina,che rimaseilcarattereprincipale delsuo colorireincontrastocoldipintorivale,puressopremiato per eccezione,doveappaionoilfareeitonidel pittore frescante.Perluiquelpremio,cosiprodigiosamente conquistato, più che unagrandevittoria,doveva, dal luogodondeloraccoglieva, es- sergliaugurio che quiviavrebbetoccatoimaggiori suoitrionfi.
Gl’incoraggiamenti egliencomiintantospesseggiavano.11Canova, fragli altri,loriguardava conaffetto,piùche dacompaesano,pa- terno. Nel 1815, questiistituiva,presso l’AccademiadiS.Luca
,
unpremioperlacopia delnudosottoformastorica;vi sipro- vavailgiovaneHayez;conluieranoduefrancesi,oracelebri, l’Ingres eloSchnetz,ilprimosuo coetaneo,l’altrodipocomi- nore:laprovadell’Hayeztoglieva a raffigurareun Atleta, evi ri- portavalapalma;Canovalopresentiva,
ma
l’esito locolmava, non menoperciò,digioiavivissima.AlgiovaneHayez animomite esemplice, apertoesocievole, protettori,colleglli,amici,facevano gara intorno per accoglierlo.
Nella
Roma
deltemposuolaspensieratae gaiabaraondadell’ar- tistaespecialmente pel novellino,nontrovavaostacoli:erala notadominanteanche perglistudiosiestraneiall’artecuisiuni- vanoiricchieglisfaccendati,quelliper cercarviispirazionieli- bertà,glialtriunrifugio controlanoiaeleconvenienzesociali.Artista,patrocinatodalgrande statuario del tempo,indiziatoaduno splendido avvenire,non richiedevasi dippiù per vedersi coronato da amici nostriedesteri,per vedersi aperteleporte delle case pa- triziediRoma,ond’erapreparatonon solo ad essereartista,
ma
ad esserel’uomo del suo tempo. Fraicolleglli,l’Hayezne ricor- davamoltioltre ainominati:tra gl’italiani,Palagi,Tinelli,Minardi, Cagliani;fragliesteri,Verstappend’Anversa,ilVoogd d’Am- sterdam,paesisti,entrambi, ednll’ullirnode’qualil’IIayez ritrasse alquanto dellamaniera nel paesaggio proprio; enon unodegliul- timi,l’OverbeckdiLubecca,educato all’AccademiadiVienna,10
giuntoa
Roma
circail1810.Citiamoipiùcelebri,de’qualiegli aveva semprequalche aneddoto a ricordare; e poiché siamo sul proposito,nonsidimentichiilRossinicheiviconobbeallaVilla Rorghese,aluicoetaneo;e,all’ attostesso,per virtù pari del- l’ingegno,entrambiscioltidall’imposta del sangue, concessione allorasignificante,comechècostasseali’ Italiabenmolte lagrime.L’AccademiadiVenezia,infrattanto,riceveva puntualmenteisuoi saggidipensionato, elorimeritavacolconcedergliilprolunga- mentodellapensioneperunquarto anno.
Nèilnometardava a diffondersi:ilrediNapoli ,Murat,gli assegnavaun’ulteriorepensione e insiemeduecommissionidi granditele.Se non cheglieventi funesti che squassarono, nel1814-, lapoliticaeuropea, ebbero pureuneconellostudio assegnatogli dalCanovaneH’allora soppresso conventodiS.Agostino: cosìgli mancaronoe pensione e commissioni da Napoli. Tuttaviailquadro, già daluiterminato,l’Alcinoo, potè giungere a quella residenza reale.Maaluinonvenivamanco,anzipiù validochemaigii erainquelmomento,ilfavore del Canova, arbitronellecosed’arte eingraziaalleCortid’Europa.Fuperluiche,dal1814al1817 potè,chiusoinVaticano, nelMuseoChiaramonti, celebrareentro cinque lunette a frescoifastiartisticidiPio VIIa pròdellare- staurala
Roma
papale,lavoricheeglinonlasciòsenon perchè più d’unalautacommissionelochiamavaallasua Venezia;dove ne trovò purealtredidecorazionenellecase Papadopoli,Gritti, e perlaCameradiCommercio,alloraresidentenelPalazzo ducale.Cotesti lavoriinmuro,però,lolasciavano insoddisfatto. Pittore accurato per indole, cercatoredelleforme edellamagiadel chiaro- scuro,non poteva acquietarsialleimpronte rapide e avventurose del fresco,comenon seppe, per analogo motivo, acconciarvisiil Vinci.Atortoo a ragione,eglisolevachiamar questapratica dell’artepittura decorativaamododispregio, forse nonpensando alleSale Vaticane eatalunipalazzidellasua Venezia.Comunque sia,eglilasciò scrittocheilCicognaraloincuorasse a metterla disparte.Egli,comelodimostròripetutamentenellungosuo esercizio,sentivailbisognodiritornare più e più voltesullavoro, nervositàinvincibiledelrifaree del ritoccare,chesoventiebbe afardireaisuoiamici,testimonidicolesteinsofferenze,non senza conseguenze funeste, che sottoiquadridell’llayezvene eranoalmeno unooduecheandavanoperdutiallavistade’ suoi ammiratori. Pernoipiù certa cosa appare;erache aspirava viva-
11
menteilnovoalitodell’arte,laquale,nellapittura,domandava distaccarsidalla rigiditàscultoria,e invocavailmobiledramma della vitavestitodellavarietàinfinitadelleformee deicolori, in luogodellagelida emonocromatica epopeatogata eloricata.In Franciaeglisisarebbe accostatoalgiovane Delaroche:inItalia non poteva chefarparteda sèstesso.
Fortuna volle cbe,alprincipio del 1820,decisodirestituirsia Roma,eglisiconcedesse una svoltafino aMilano.Ilmomentori- marrà memorando:eglidovevaavvedersidisubitoche entrava inun ambiente grave d’elettricità,inmezzoadunabattagliadi ideeinsolitee ad una fucinadifatti,cbemettevanoa sbaraglio lemassimeobsoletenellelettereenelle arti,fattepertinacidalla trionfantereazioneeuropea.Ormai,tuttisannolecontroversie furibondedie, sottoiltitoloequalificazioniletterarie,insignifi- cantipersè,spartivanoindue campiavversilasocietà pensante.
11vero è che l’emancipazione del pensiero era bandiera che co- prival’indipendenzapolitica.
Èuna paginadistoriache rimane da narrare,malgradopiùdi unoscrittoabbastanza noto.
L’IIayez, qui arrivando,vi sitrovò nelmezzo,accoltocome fu,nello studiod’unanticosuo commilitoneed amicodiRoma,
ilPelagio PalagidiBologna.IlPalagi,diqualche annomaggiore dilui,eraaMilano giàda quattro anni,sollecitatoa venirvidal contediLutzow,alloraambasciatored’AustriapressolaCorte Pontificia.
Perunartistaeraunmomentofelice.MortoilBossi,l’artista dall’elettacoltura;colpito daparalisil’Appiani,l’artistadalnobile slancio;ancornuovoalpaeseilSabatelli,venuto insegnantealla Accademia,ilcampodell’arte inMilano erasgombro.S’aggiunga chelapaceinEuropa, ormaiassicurata, prometteva ilrestauro dellefinanze private,eglianimipotevanorivolgersitranquilli allearti.Lacapitaledelcadutoregno napoleonicoin Italia,anzi- chéportarneillutto,folleggiavacogl’inclitiforestieri,inglesie russi principalmente,entusiastidicalcaredopoben vent’ anniil suolo proibito,inmezzoall’altae vecchia aristocrazia nobiliare che loroavevaaperteafestalepropriesale.
L’Hayezarrivòtroppotardiperassisterea cotestotripudio apparente:forsefind’ alloraebbeisentoridiquell’avversione versoladominazionestranierachedovevatoccareloscoppio estremoventotto anni piùtardi.Nonsihache arammentaredi
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allorailsuicidio delConciliatore, espressione dellenuoveideesof- focatenellespired’una censura tirannica e dissennata, egliarresti chealloracominciavano a spesseggiaredipersone note pereletta condizioneeperaltoingegno.
Tuttavia,l’Hayez,principale intermediarioilPalagi,trovò largo accoglimentonellasocietàmilanese piùelevata:l’ingegnosuo feceilresto.
Unadelleprimecommissionifud’uno deiritrattiperlapreziosa collezionedell’Ospedale Maggiore.Ilsacerdote Carlo Calvi era mortoquattr’anniprima, nel 1816; nell’operac’èpiuttostolama- nierachelareminiscenza,unitaa prontezza,facilità,risoluzione: fuespostodueannidopoaBrera.Troviamomegliol’artistaein- terodiggià,inaltrolavoropreparato a Venezia,neltempo mede- simo (1820);locrediamod’iniziativapropria,ma,qui,subitamente venduto.Latelaeradimezzanedimensioni,lefigureoltreun terzo del naturale,quattroocinque:nell’atriod’uncastellomedio- evale,a pièdiunascalainterna,eraunguerriero,inarmatura compiuta,rittonelmezzo, circondato datrefigure femminilidue dellequaliadolescenti,inattodiattraversarglilemosse.Era, infatti,ilPietro Rossi diParma,nell’atriodelcastellodiPon- tremoli,che,nelmomentodell’abbandonarlo,chiamatoalcomando dell’esercitoveneto, è scongiuratodallaconsorte edallefigliea non avventurarvisi. Composizione calma,seria,
ma
splendida di freschezza giovanile,conun disegnofino,conuncolorelucido, vivo epurvero,accoppiavalesue graziefemminili,molli,in- genueall’antitesicollegrazie classiche:eper contro,l’impassibilità delBossi,cosìrisoluto,eppureinatto disosta,ne faceva undi- pintopienodipassione,e tanto più efficaceche trovava uneco neglianimi sospesi epalpitantipergliarrestielefughediquei giorni,intremezzatida delazioni eda inganni,incuierano coin- voltiimigliorideicittadini.Diciòsegnoancor piùevidente,fu chenoneraper anco portatoallamostradiBrera dell’anno,che giàunodeipatrizipiùnoti,vittimapoliticadeltempo,ilmarchese Giorgio Pallavicino,loavevafattosuo.Ildipintoebbe unaripe- tizione,con variazioni,trent’annidopo(1860),pelbanchiere Beali diVenezia.Contemporanei, all’Esposizione milanese notavansidi luitreo quattroritratti,diquelliche segnanoaditoun’artista; vogliono essere ricordatiquellidelbarone Ciani,unperfetto ca- valiere deltempo,e della nobildonnaPaolaZanelliRuga, una stelladellasocietàmilanese.13 Nonvolevasiilippiuperchè quasi una parola d’ordine corresse sulleboccheditutti:fucircondatodirichieste di lavori.Partendo per Venezia nè portò piùd’una consé.IlsuoritornoaMilano diventava, pertanto,una necessità, e del prendervi,fors’anche, lungadimora ne sorgevalaconseguenza. L’Esposizione del 1821 ne viene a prova; nonuno
ma
tredipinti storicidinotevolidimen- sionivirecaronoilsuonome:unodi essirimane ancor ben noto, quello delConte diCarmagnolache,all’attodiavviarsialsup- plizio,prende congedodallafamiglia,raccomandandolaalGonzaga: l’altro,CalmoreSumalla, episodiodeipoemidell’Ossian,ed ultimo,un Giudizio diSalomone,tuttiseguitidelloprimocom- missioni,pergliultimidue,quiaffidateglidalCons.DeCastillia e delbanchiereBurocco;ma
ancorpiùsignificativaquella pel primo,richiestogli,comefu,dalcolonnelloAresi,unamicoaf- fezionatissimo del Palagi, testimonio delpatrociniochequestial primopresentarsi,suluiestendeva.Ondequella stimaedaffetto mutui chesicontinuaronoper lunghianni,comepiùd’unevento successivoloebbe a dimostrare,malgradolanaturale emulazione chetralorodovevasussistere.Aconferma,cisialecitointerporreduecircostanze:nel1823, dovendosi compireladecorazionedellasalanelpalazzodiCorte, dettadellaLanterna,dall’Appianilasciataamezzo,iquattro spazirimasti,venivano egualmentedivisifrailPalagiel’Hayez, ilqualeviconducevaa fresco,ilRomoloeTazioalloro in- contro sulcampodi battaglia eLa Corsadicontro atemi ana- loghidelprimo.Piutardi, nel1829,nellostudiodelPalagi, l’Hayezprendevacopia,a disegnolitograficodelgrande dipinto dilui,pelbanchiere PelusodiGenova,cuil’artistabolognese teneva a vanto:era quello delColombo,reduce della tetra sco- pertachenepresentainativieglioggettiairegnantidi Spagna,Ferdinando edIsabella.
Tornandoaldipintoper l’Arese,avevaquestoaltrabenmag- gioreimportanza per iscuoterelefibredelpubblico; era, prima, unatto diossequioallapersonadell’illustreconcittadino,autore deldramma,ilConte diCarmagnola,apparsoallestampeappunto inquei giorni (1820);ondefind’allora quella affettuosa relazione personalediluicoll’artistache questiebbepiù volle a conforto, comeglifuglorianellavita.L’altrointeressedelquadrodob- biamotrovarlo nell’ordinedelieideeche suscitava;eranoancor quellechegliaccaparraronolesimpatie del pubblicocolsoggetto
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del Rossi;imperocché duravailperiodo delle ansie edelletri- bolazionidomestiche elecondannedicarcere edipenecapitali, invanocommutate,contro quantiandavanoinnotaper sensidi indipendenza nazionale.
Chi è persuaso quanto siano decisiviiprimi passi deila carriera dell’artistaevalganoa spiegarlaingran parte,noncisaprà malgradosecisiamo indugiati alquantosuquelli diuno,quale ful’Hayez,ilqualesièprincipalmenteformatonell’ambiente intellettualeeciviledellacittànostra,altempocuiciriferiamo.
Cotestoidentificarsinelsentimento pubblicoglivalsechenon eravi quasi casapatriziaopersona ricca eperbenechenonsi compiacessedivederalloraassociatoilproprionomead alcuna e anche a più d’una delle sue opere, fossero queste d’invenzioneo ritratti,che apparivano annualmentealleEsposizionidiBrera.Fu, anzi, apartiredasiffattotempoche queste solennitàdell’arteco- minciarono a prendereunampliamentoeuncreditosingolaris- simoancheall’estero,tantoche toccaronoil
sommo
circail1840;delche,è forzariconoscerlo,ilmerito principale va datoaidue artistinominati, tanto che peivisitatorieraunafestaanticipatail saperelapresenza delle opereloro,edell’IIayezparticolarmente, ilqualevirimase,dopoil1832, quasi senzarivaliper lunghi anni.
Altridiràinseguito,molto megliodinoi,dell’uomo:qui,non ciè davantichel’artista,anzisoltantolesue opere, e intornoad esse
,quelloappenacheciavanza nellamemoriadigiorni già troppo lontani,
ma
taliche, senonaltro,lacircostanzadella Mostra,cisaràdiscusa,nell’invocarlidavantiaduna generazione che,inseguitoadaltraintermedia,viene inavvertitaadoccupare unnuovopostonelmondodell’arte.Cisiamoarrestati sulContediCarmagnola(1821),peisenti- menti che suscitava;civerrebbe pari l’obbligo, davantiallanu- merosasuaEsposizionedel 1822,almenopelVespro Siciliano, (1282)cheviripetevaduevolte,1’unodimaggiordimensione, l’altrocircametàdel naturale,perlamarchesaViscontid’Ara- gona.Maseftava coscienza abbastanza chiara dell’indolepropria per non preferirelacorda degliaffettiteneriegentili.Vi trovò l’aditonel1823, per un’altra lauta commissione,quella delconte AlessandroSommariva:lefiguredovevanoessere quantoilna- turale,elapietosastoriadeidueamantidiVerona,secondola scenadeldrammashakespeariano,incolestosuoproposito,lo soccorselargamente.
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L’ impressionenefupotentesulpubblico,nonavvezzo atal;
scene appassionatenelledimensionidellavitareale,benché,nel- l’annomedesimo,lesalediBrera vedessero, pel conte Mellerio, ilCarloVili alIelladimortediGianGaleazzoSforzanel castellodiPavia(1494),nobile e grandiosa composizione del Pa- lagi,alquantopoverad’affetto,e quasi amododibassorilievo antico.Invece1’Ultimo bacio di Giulietta eRomeo,sembrò un concettonuovoed impossibileditradurre diversamente.Sono due ligure soltanto, pressoallospallod’unverone;lalucedelmat- tinoindoraappenal’estremo orizzonte:atraversolafendituradi una portieralanutricestaper ispegnere una lucerna;eluidavanti chesichina asinistra alvolto dellafanciullaecolladestrasitiene aldavanzale dellafinestra,donde pendeuna scaladicorda, presto a sobbalzarlo,mentrelafigliadeiCapuletiglisiavvinghiaal collo,conaffettopienod’abbandono e ancormezzodiscinta, solle- vandolelabbraper quel baciofatalechedàiltitoloallascena.
11drammaha suggeritolasituazione;ilfondo ètutto dell’artista;
è undrammasilenzioso;nulladi scultorio,nemmancoditeatrale, cuialloratantoancor s’inclinava;invece,un fare disinvolto, una grande spontaneitànellepose e negliacconciamenti;poi,una sicu- rezzamagicanelchiaroscuro, oggifattogrevedagli anni,
ma
al- lorafrescoe vergine,ditrasparenza portentosa. Visono deitratti chenonsilascianodescrivere,certo èche,incotestogenere drammatico, e con quest’opera,egliprecorrevailDelarochedi cuilacelebritàcominciòcollaGiovanna d’Arcoincarcere(18'24).In brevel’operafutalechelapubblicavocenediffuselafama pertuttaItalia.
Almomentocuiera giunto della sua carrierad’artista,mentre glisarebbe statofacilevanto designare diggiàalmenoun sessanta lavoriuscitidallasuamano,enell’età,ormaialtoccodiquel mezzodelcammino,incuianchegl’ingegni piùtardisembrano avere toccatoil
sommo
dellaloroparabola,egli ciserbavaancora dellesorprese.Educato, sottolosguardo del Canova,allascuola deldisegno rigoroso e sicurodellamacchinaumana,comediun giuoco cheglisiprestavaatuttigliatteggiamenti;signore delle ragioniprospetticheper l’applicazione grafica delle forme;abile nell’architettura,destronelpaesaggio,nonavevabisognodisot- terfugiper tradurresullatelaquellochelasuafantasiavedeva:ancorpiù,coll’esercizioassiduo e pertinace erasi conquistata quel- l’apparentefacilitàe quella conseguenterapiditàcheèpropria pegl’ingcgni più fpcondi,cometalvolta,ne è ancheladebolezza.
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Unagrandememorialoassisteva,lamemoriadell’artista,quella ditenerefissanelsenso ripostodellamente,quasisu tavolafo- tografica,leimmagini chehannocolpitolosguardo, ecolleforme lesensazionidelcolore. Cosìgliaccadevachepochisegnidal modello vivo e qualchegittodipannisulfantoccioglibastassero per dare aspetto completoallafiguraimmaginata o per ricomporre unritrattoappenacondottoamezzo.Glistudi preparatoriperle creazionidifantasia,lunghi ecomplicaliperdisegno ecolore, comuniagliartistideiprimi suoi tempi,glierano rarissimi e per dippiù insopportabili:neamavameglio l’elaborazione interna:so- leva direchecotestistuditarpavanolealialla naturaleenergia chetuttavoleva riversatasullavoroeffettivo.Benmollevolte accadevadivedere nello studiodiluitele,anchedivastedimen- sioni,immunid’ognisegno grafico, con unatestadipintaditutto puntoinqualche partediquelmaredibianco,scnz’altratraccia talvoltacheunfiloond’erafermatoilpuntoprospetticodella futuracomposizione.
L’elaborazione preliminareperluiassumevaaltrocammino:il
temagradiva tentarlo sotto diversi aspetti;egliTacevamoverei
suoipersonaggi con intendimentidiversie sottoaspettidiversi per giungerelà,dove,dopounlungodivagarsi, lariflessione meglioIoconsigliava. Diquilaragionediqueimoltiquadretti dicomposizione che apparivanoalleEsposizioni amododipic- colidipinticompletiinognilorparte,c che,oprimaopoi,si riconoscevanoincoincidenzacollemaggiori delle sue opere, non perladisposizionedellascenastorica,
ma
qualeuna .escursione intornoalmedesimo campoinventivo. Ineffetto,noneranoche tentativirifiutati,pel dipinto principale, e condotti,invece,afine qualiopere minori indipendenti.Cui fossestatoapertocotestosuomododiprocedere,non avrebbemeravigliatodivedere all’Esposizionedel1827duemi- noriquadrettidilui,neiquali,secondoildrammadelpoeta ale- manno,laStuardaera raffiguralanelsuoIncontroconElisa- betta nelparcodiForlheringayel’altrosuo Incontro colLeice- sternell’attoche vienecondonaalsupplizio.Essinon erano che un accennoalquadromaggiore,incuiosando quello chelo Schillernon osò, nè poteva osare,celapresentanelmomento storico (18 febbraio1!i87),e sottol’aspettounicamente estretta- mentestorico,dell’istantesupremoallorche saleigradini del palco di morte.
17 Cisarebbefacilemostrare quanto l’Hayez,inquestodipinto, apparsonellesalediBrera,contemporaneamenteaidueminori,si tenesseinognipuntoconformeallecircostanzetramandateci dagli storicideltempo. Eraun quadrochevincevatutteleaspetta- zioni,e perlanovitàel’ardimento del tema, eperlavarietà degli abbigliamenti e pelnumerodellefigure,oltreuncentinaio.Dello llayezavevaildisegno sicuro, l’ambiente locale incomparabile,il giuoco della luce potente e magico:nelriguardarlo,l’emozione eraintutti,e del parialnumerodegliencomisoverchiavanole commissioni.Non sembrandoaltrimenti censurabile,losiappun- tavadiaver trasfiguratepersonealloraviventieben notenella follade’ cortigiani che assistevanoallaesecuzionefatale.Benpo- vera notadibiasimochepuòfarsiaipittoridi tuttiitempi eai quattrocentistiparticolarmente.
IIdipintoeradicommissionediunegregioamatore d’arte,il nob. Luigi de Seufferheld:oggi,dopooltreunmezzosecolo
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cinquantasei anni
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grazieallavedovadi luiSignora,ricompare nellesalediBrera.Per chi saricollocarsicollamemoriaa quei giorni,nullavedràd’immutatoinesso senonleoffese deltempo:cui questo sforzodiritornaresulpassatononèpossibile,sarà daaugurarsi altrettantodivita,per rivedereleoperepresenti, dopoparitempo.
L’Hayezlovediamopiù interoedeguale a sè stesso,edin- siemenonmenmeraviglioso,inunaltrogeneredilavori.Nel 1822 l’editoreFerrarloavevacominciatoinMilanolapubblicazione dei romanzidiWalterScottinformaitaliana,apartiretleWIvanhoe.
Tragliuominicoltie studiosi deltemposene suscitòunvero en- tusiasmo: specialmente dalprimodiessiemanavaun’aure gran- diosae semplice,insiemeaduncaloredipassioniaffattoignoto inquestogenere d’invenzionidiquidell’Alpi. All’Hayez,comeai giovanipittoridelsuotempo, parve una miniera preziosa eine- sauribileditemistoricitantoevidente ecompleta ne eralasce- neggiatura. Forseeccessivo ne erailnumerocheglisiaffacciava all’immaginazione perchènonrivolgessealdisegnolitografico, genere,nelmomento,digranvogaetrattato inFrancia daimag- giorisuoiartisti,quanto venivain luisorridendoallafantasia.Co- minciatoillavoro,con molto ardore, circail1828,locontinuò,non rallentando tanto chevigiunse afinenell’annosuccessivo.Fuper luiuncaropassatemposerale,mentreriservavaalleore diurne l’eserciziodelpennello.A benpochitranoi chehannovarcatoil
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mezzosecolo,non sarà accadutodiaverle conosciute;sono ven- tidue disegnidiragionevoli dimensioni, degni ornamentidiparete domestica perlavarietà elanaturalezza delle composizioni,per laelezionee l’accuratezza del disegno, e perlanovitàe nobiltà dei soggetti.Di coleste ventiduepagine,sedicisono c msacrate ascene delromanzo;quattroalleimmagini de’ principali perso- naggidiesso edueairitrattidelromanziere scozzese c dell’ar- tistaitaliano:questiduene aprono e chiudonolacollezione.
Fu,entroilmedesimoperiododitempo(1829),ch’eglicondusse, inpiùgrande formato enelmodo medesimo,ildipinto delPa- lagi,CristoforoColombo reducedall’America,dicuigiàfecesi cenno.
Cotestilavoriaccessoridisparivanodietrolacoorte dellesue telesemprepiù ammiratechesisuccedevanoalleEsposizionidi Brera,senza tener contodiquellechedalsuo studiopassavano direttamenteallecase dei commettenti,siadialtrepartid’Italia, siadell’estero.All’epocacuisiamogiunti,quandodispiegavatutte lesuefacoltà collaMariaStuarda, nongliera più possibiledis- simularsidovestesseilcentro della sua operosità.Leordinazioni lolasciavanosenza riposo e senzascelta:lecomposizionireli- giose succedevanoalleprofane, ediquesteparecchierichieste inguise diverse,edottenute spessoconun’ insistenzabenevole che somigliavaallaviolenza.
Euna nota d’encomio,aquesto proposito,glisivuole;che giammaiglivennemenolamodestiadisè stesso,egiammaigli occorsedimisurareicompensialnumerodelledomande,tanto menopoialcomputodellaborsachedovevaretribuirlo.Perluiil
commettentenon era cheunacifra:ondeilcumulocrescente de’suoiimpegnieilsopravanzarecontinuodiessidiquattro o cinque anniallapossibilitàdell’adempimento, nonostantel’assi- duitàelarapiditàdell’operare,sicchélovedevi,nondirado, asserragliatoinmezzoaquattroo cinquetele, dimisure diverse, ingradi diversidipreparazione, etutte,quasi,adomandargliun momentod’attenzione,senon uncolpodipennello.
Eppure non«teli’ eglinonsirecasseper tempissimo,inogni stagione dell’anno,allavoro:compiacevasi anzididarmanolui stesso all’ordine materiale delsuo studio, nonmenocheaglistru- menti eallemateriedell’artesua,che riponevaaccuratamente peldìseguentealcessare dellagiornata;locheeraperlopiù collo sparire dellaluceopportuna, oquandoaffrantodallastan-
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chezza, nonostantel’aspettosemprevegetoefiorentedurato Finoagliultimiannidivita.
Amavaillavoro silenzioso e raccolto;leporte del suo studio, nelleore antimeridianesegnatamente, stavano chiuse; e segliera personanotaedamica,unavoltaammessa
,tornava,senza più,alcavalletto,quasisemprerittodellapersona,grande e pic- colache fosselatela,lentoall’operare
ma
assortoinesso,non senza certochediconvulsoneimoti,gitlandoappenaqualche breveedasciuttaparolaall’interlocutore,edunosguardoallo specchiocheglistava a tergo:inluinon vedovasi chel’artista.Maselaqualitàoilnumerodeivisitatoriloesigeva,deponeva
illavoro,el’artistafacevaluogoalgentiluomo.
Quellalentezza,delresto,nonerache apparente:quelletele cheglistavano intornonon invocavano mai invanolasuamano:
lasciateintroncoper settimane e anche per mesi, con una figura solaopiù,qua elà,ricomparivano inaspettatamente coperte per interoe compite,cosi nelleligurecomenellosfondo,contale aria difreschezzaedi sottilefatturada strappareunatto dimaravi- glia;alcheegliimmancabilmentesolevaopporrenonessere che una semplice abbozzatura.
IltrionfosuonellaStuardaglifustimoloadunindirizzopiù riccoe più varioallenuovecreazioni.Chi(ind’alloraavessegittato 10 sguardo entroalmisuratobensì,
ma
bennudritoscaffale de’suoilibri,sarebbesiavvedutodisubito che,ilterrenosu cui consistere,nonglisarebbevenutomanco. Nessunlibrofrivoloo dipassatempo:dallaBibbia edall’Iliade egliscendevaaglistorici eaipoetimoderni,ilVerri,l’Hume
,ilRobertson,ilMichaud, 11Daru,einpartelaBiblioteca storicacheilFerrarloinquei giorni veniva pubblicandoinMilano;poi,fraipoeti,ilTasso,ilWalterScott,ilManzoni,ilGrossi, ecc.;e oltre aquesti, come facilmentesipuòimmaginare,lepubblicazioninostreedestere, mezzosecolofascarsissime, riguardantilecostumanze,iriti,gli abbigliamenti della casa e delle persone,comeilVecellio,ilFer- rano, l’Herbet e qualchealtrachesarebbe superfluoilnominare.
Ora,comequeglisa, cuiè ovviosempreillibroantecedereipassi dell’artista,sarebbe statofacileprevederefinda quelmomento per qualecamminosisarebbel’Ilavezavviatonellesuecrea- zioni.11sentimentostorico,aprevalenza d’ognialtro, loispirava.
Quarant' annidilavoro,chetantinecorronodallasuaMaria Stuarda(1827)alMaritiFallerò,pressoaesseredecapitato
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(1867) da riguardare per l’ultimo suo lavorod’altalevaturastorica, quellochefudaluidonato all’AccademiadiMilano,rimangono testimonianzacontinuachenonebbepuntoadeviareda co- destalinea.Nessuna eloquenzamaggioredellasempliceenumera- zionecronologicadellesueoperechesaràaccompagnamento dell’importantepubblicazionedellememoriedettatedaluimede- simo,commessaalsuo segretario dalCorpoaccademicodiMilano.
Uncenno,anche rapidissimo,cidilungherebbe troppo dal nostro propositoperavventurarvisi, tantoestesine sonoilnumeroela varietà.Nè puòdirsiche abbia avuto deimomentiincuiincli- nasse piùversoungenere piuttosto che verso un’altro:sesitolga lastoriadellasua Venezia, nonebbepredilezioni.Isoggettisto- ricieireligiosi sirinterzanocoglistudidi testecaratteristicheo d’espressione,comelediconoifrancesi;iquadrettidigenere collefigureditipo storico;einmezzoa tutti, poi,s’infrappongono inumerosiritratti,cuichieseilmiglioreconfortonegliultimi annidivita.
Bastiilnotare soltanto quellocheemergedall’immensoàmbito dellasua operosità per sentirsenesopraffatti.Nell’ordine dellecom- posizionireligiose,ad esempio, parecchieneiprimi anni, e forsele menoproprie all’arte suafattapeifortieumaniaffetti,purevi chiamanol’attenzionetrequadri d’altare:unCristoCrocefisso collaMaddalenapiangente ai piedi(1827),perlachiesaparroc- chialediMuggiòpressoMonza:delpari,duealtrechieseparroc- chiali,quelle d’Iseo ediCastenedolo su queldiBrescia,posseg- gonosimilidipinti,e questianchedigrandezzanaturale,come
l’ArcangeloS.Michele(1838)perlaprima,eilMartirio di S.Bartolomeo(1866) perlaseconda,chesividealiaMostra Inter- nazionalediParigi del 1867.Macitornanoallamemoriaalcunimi- nori quadridi talespecie piùconformialsuo genio,unaMadre dei dolori
,
circondata dagliemblemidellaPassione (1842),eun Cristo deposto pianto dagliAngeli (1844circa).
Lestoriebimiche,nonchéavervi analogia,cifannorisalire alle primesueopere,eviritornò più volte.Diluinonsicontano menoinquestogenerediundiecio dodicidipinti.L’Incontro diGiacobbeconEsaù(1844) nefuilmaggiorsuo quadro: sotto formadiminoridipinti,ritornò,treo quattrovolte,sulLevila d’Efraim(1844 einseguito).Meglioammiratefuronolesue figure intereelemezze,tratte dallepagine mosaiche,Susannaalbagno, Ruth, Rebecca,Tamar,ecc.,
ma
piùchetuttorimaseinfama21
laBetsabea,del1834, pel cav. Uboldi. Tuttavia, non ne sarebbero statiimaggiorilavori,seglifosse stato possibiledìestendere a misuraquanto naturaunsuo pensiero,alcheinaltraetànon avrebbemancato, quellodellaDistruzione del tempio diGeru- salemme(1807) perlaispirazionefelicissimaenumerosadifigure, edinsiemeperlaforma prettamentestorica.Fuildipintodalui donato all’AccademiadiVenezia, e da ultimo, trasmessoallaEspo- sizionediRoma.
Un minorcontingente de’ suoi lavori toccòalla storiadella Grecia antica:sonointuttoquattroo cinque:eilprimoposto è tenuto da quellodiEttoreettenelgineceorimproveraParidedella imbellesuavita(1829),pel cav.DeSeufferheld.
Nonsipuòdisconoscerlo,funellastoriamoderna,che raccolse lemaggiori ammirazioni.LeCrociateglidiederoargomentodel Pietrol’Eremita che predica laprimaCrociala(1829),e alcuni annidopo(1833)ripetè,sottoforma diversa, perunode’fratelli Taccioli,lapredicazione dellamedesimaCrociata, rappresentatada UrbanoIIe Pier l’EremitasullapiazzadiClermontche di- spensanoal popololecroci,ondesegnarsi all’impresadiTerra Santa.
MegliochelaGreciaantica,quellamoderna ebbedall’Hayezgli onori delsuo pennello. L’insurrezione del 1820-21, chiusa,mercè
l’intervento dellegrandipotenze marittime deltempo,collacata- strofediNavarino(1827),eraun soggetto molto tentatore perun veneziano che vi trovavairicordidiloranticapotenzasuimari.
Lapietà profonda chelesue vicendeavevanodestapressotutte lenazionicivili,l’opportunitàdisfoggiareleliguree foggiedi vestire pittoresche,aluinotefinodallafanciullezza,feceroil resto per incoraggiarvelo.Anchedaquest’ episodiostoricodel nostro secoloeglitrassedieciododicidipintidicuialcunodi ampiadimensione.Nonoccorrerisaliremolto indietro negli anni per ricordarelacommozionedestata dai suoi Esuli diPargache ripetèpiu volte e sotto aspetti diversi (1830 e1832),egliepisodi dellaDifesa di Missolunghi (1834) equellidella StragediPa- trasso (1839) e piùd’unodiquei palischermidigrecifuggitivi (1838 e 1839), odipirati greci (1833) che eranogioiellipieni di ardore edimovimento,condotti,con disegno vivo espigliato,e avvoltiinqueitoniazzurrinichesidiffondonodaicieliaperti dell’altomare.
Ilsuo grande cavallodibattaglia,però,fu la storiaveneta:iqua-
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dri trattida essa sono eipiùnumerosi efors’anclie quellidovele particolarisue qualitàd’artistasentivanodipoter respirare a pieno agio.
Come
accadenondirarochelavirilitàraccolgaematuri leimpressionidellagiovinezza,cosìecheggiaincotestidipinti qualche cosacomeleevocazionidifantasmid’unaltrotempo.1 Foscari,ilFaliero,laGradenigo, gl’inquisitoridiStato,ilPi- sani,ealtriche perluicipassarono davanti più e piùvolte,dal 1832inflno al1807,quasi entrounospecchiomagico,sono oggi immagini consacrate che nonsisaprebbero interpretarecon diverso aspetto,e rimarrannotalifinché l’opera sua nonsiadimenticata.Inmezzoaquestogruppoluminoso,l’Incontro deidueFoscari, padre efiglio,questiprimadipartireperl’esiglio,(1840)tiene unode’ primiposti,insiemealsoggettodellostessoDogeco- stretto all’abdicazione(1838).
Lastoriamilanesefupocofortunatapressodilui:due otre quadriintutto:FilippoMariachelicenzialiberiire d’Ara- gonaediNavarra,falliprigioni,nel 1433,dellaflottageno- vese (1829)fuilsolodiqualche importanza.Diversamentediqui, altre città italiane, gliporsero argomenti parecchidi dipintiloda- tissimi:comeidueamantidiVeronaequelli difìologna che per luitornarono più volte davantialpubblico;così,BresciacolVen- tura Fenaroli (1834) eVAlbericoda
Romano
(1830);Napolicolla GiovannaIaccusala di marilicidio(1858);RomacolPapaIlde- brandodestituitoin S.GiovanniLuterano(1837); e seponiamo mentealle fontiestere,allaStuarda(1827 e 1832) succede CarloV
eTiziano(1832);ripetutamentelasignora dellaVallière(1838), Ottone IIimperatorediGermaniaeAdelaidediBorgogna (1807),ealtri.Selastoriamilaneseglifuavara d’ispirazioni,nonglielofu- ronoilavori poeticid’unsuocontemporaneoe concittadino che sicompiacevaalparidiluidilasciarsiandareallefantasieeroi- che delmedi® evosottoleformedelpoemae del romanzo. Egli è evidente che alludiamoaiLombardiallaprimaCrociala eal MarcoViscontidi
Tommaso
Grossi.Èsingolarechenelmedesimo tempo,perluinonsitoccasse punto aquell’ altropoemadichi glieratra gl’intimipersonali,chesichiamaiPromessiSposi, forse nesentival’altezzainarrivabilepernon temeredirecarglioffesa, trasfigurandolo con un’altr’arte,fosse pure quelladellapittura,«he purtantoeglisapeva signoreggiare.
IlMarcoViscontigliprestòfondamentoalquadropeldottor
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Cavezzali,Bice delBalzotraila,a cura dello stesso Marco, dal sotterraneo del Castello di Rosate, in cui era stataatradimento rinchiusa (1838):fuunodeidipintisuoicuiposeamoregran- dissimo.Macotestoamoreche non mostravasi a parole, percioc- ché nonciè occorso maidiudir motto ovederattodiappro- vazionedelfattoproprio,per interoeglitenevainserboper riversarloconsilenziosaintensità nellavoro.11punto culminante dicotestasuaintensitàsiriscontra nelgrande suoquadroLa sete dei Crociali sottoGerusalemme.Ilconcettoprimoglideve essere venutodallostessopoemadel Grossi:treoquattrodi- segnilitograficidisuamanochecorrevanocomunementenelle fieretra lestampedirifiuto,dal1850al1833,evidentemente trattedacotestiLombardiallaprimaCrociata,ebberoforse a segnarelatracciaprimaper arrivarealXII Cantocuisirife- risceilgrande suo quadro.Èlecito, anzi, dicredere cheglifosse balenatoallamenteunaillustrazionefigurata delpoema,almodo diquella condotta per l’Jvanhoe, che circostanze ignote avrebbero mandatoavuoto.Se cosìè,nulla havvidiperduto,avendonesalva l’energia perlagrandetelacheful’operasua maggiore, nonché quale estensione,
ma
anche quale sostanzad’ arte.Siacomunque,eglideveesservi arrivato per gradi,passando a traversodiprovee riprove a disegno e a bozzi adolio,alcuni de’qualirimangonoancora.Ilpartito deciso non poteva sopravve- nirechedopochedaluierasipassato,nel1853,dallesalenella casadivia dellaSpiga a quella vastissimanellavia delMontedi Pietà.Rimaneneinostriricordidiavervela veduta apparire circa l’anno1842doverimase a lungo senzaalcunsegnosenon con unafiguraquasi interavestitadibiancochereggeun’ anfora pressoacadérledallespalle;soltanto un disegnodell’interacom- posizione, sebbene incompiuto, stava vicinoallatela;quel disegno condottod’inchiostrodiChina, terminato dappoi, è quello istesso che, oggi,siconservanellapiccolasuacameradastudionel palazzodiBrera, quivicostituita aperpetuità.
Latelamisuram.8allabase,per 4,30 d’altezza:nonostanteil
numerodelle figure,uncinquanta circa:lascena èdiuna singolare semplicità perchèunicoedevidente ne èilconcetto:nella ric- chezza e varietà degli incidenti ne risiedeilgran pregio. Forseil primopensierofuquellodimetteredifronteitrepersonaggi principalidelpoema,lamorenteGhiselda. Pagano,lacagione del lutto dellafamigliadegli Arvino, e Guelfìero,fratello allaprima, e
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nipotealsecondo,comelosononel libro;
ma
quello dieinquesto nonè chelosfondo peitrepersonaggi,losgorgare intermittente edinvocato delleacque del Siineel’accorrere tutto delcampo crociato sottolacittàperdissetarvisia gara,perl’artistaè diven- tatoilsoggetto,nonche principale,ilsolo suo.Quandosiasidetto che èunaffrettarsid’ognidove,per essereiprimialconforto dell’arsurae per recarloaglialtri,ondeilriurtarsi di chiascende dall’antro entro cui l’acqua zampillaechivisiprecipitadall’alto del dirupo che vistaaridosso,e pertantounalottada corpo a corpo,trauomini,donne, giovinetti e fanciulle,unarrabattarsi d’inermi e d’armati,e chevisiaaccennato,inalto,sututti,l’e- remita Piero,ilguidatoredellaCrociata,levandolacroceinpugno, gridarpacee calmainquel furore brutale,ilsoggettovisarà innanzi completonelsensoplastico.Benaltresonolepassioniin giuoco, anzinonhavvenecheunasola,l’ansiadel soddisfare adun bisogno dell’esistenza, elabattagliaper esso. L’arte cuiiltempo nostro s’avvia che è quella dello sviluppo delle passioni morali e deisegni loro nei lineamenti del viso, quale specchiodi quellidel- l’animo,nonvi siaccontenterebbe. Inciòl’Hayez ful’artistafedele all’etàpropria.Maincompensoqualedominioneimovimentidella macchinaumana,quale correzione nelleparti,qualespontaneità didisegno,qualepotenzadicolore,uncolore suo proprio, quale veritàintutto,ma
insieme quale dignità, qualemaestà, nulladi triviale,nulla sucuilosguardononami posarsi, senza sentirsene respintio stanchi! Bisognarisalire aigrandimaestri del Rinasci- mentoper trovarelaradice e del concetto edell’atteggiamento diquestagrandecreazione.11correre,come abbiamofatto,pel lungo dell’operasua d’in- venzionestorica,cilasciabensìnellaconvinzionediavere accen- natoallatosuo più importante,
ma
dilasciarnenell’ombra ben altriaspettici.’unoè quello deidipintigenèrici,senza soggetto preciso,qu*iparecchiescened’Harem,emolte figure intereo altreamezzodellapersona,odallasolatesta, sia richiestidalsen- timentoreligioso,siasuggeritidalla storiao dal romanzo,nondi radocreatidallaistessasuafantasia,delicatefigurequestedi bagnanti,e ancor più careimmaginidimeditantiedisconsolate, invanorallegratedauna variopintafamigliadi fiori.L’altroè quello deiritratti,dicuinon pochidallainterafigurao perlo meno,dadueterzidellapersona, talora portantiilcarattere d’una composizioneedilmeritodidipintostorico.Èlecitoaffermare es-
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sere passati sottoalsuo pennello, nell’ultimomezzosecolo,quanto laSocietàmilanesecontadipiùaltoedeletto.LaMostra, oggi aperta,ristrettaallecose d’intorno anoi,osa vantare a fortuna d’offerirneinsegnoilfiorfiore,daiprimiagliultimianni suoi: aggiungasidie seabbiamo unritrattodell’autoredeiPromessi Sposi, cosi ritroso aquestapompadell’arteoltrelemura dome- stiche,eseloabbiamoneigiornisuoi dellavigoriavirile,lo dobbiamoprincipalmentealui.Nèinquestasplendidaschiera debbonsi dimenticareipropri,molte volte e variamenteripetuti, dopoquello del 1830,circa,quandodalmentoraso passò,al
modo
tizianesco,coll’abbandonarlo intero all’onore della barba,delche compiacevasi,infinoa quellodel 1877, allorchéavevagiàtocco l’anno ottantesimo settimo dell’età—
efuquelloche nell’anno medesimo venneperluidonatoall’AccademiadiVenezia,—
e ultimo quello del 1881, rimasto incompiutonelsuo studio.L’Hayeznonsolevasegnareisuoidipintidelnomesenon raramente, e ancormenodell’anno loro:sipuòpensare se facesse eccezione peiritratti,cuisiabbandonavaspessosenza pretese anche negli ultimi anni.Daciòmolte incertezze circalasucces- sione de’ suoilavori.Sièperòcosiviciniancoraaltemposuo, cheiricordidellepersone notenonpossono che ravviarci molto dappressoalvero.Ciòchec’ingannamai èl’improntadella suamano,chemaisistudiòdioccultare; sicché nullasioppone a riconoscerli e a numerarli,per quanto piacciarisalireaiprimi suoitempi. Ora,soltantopeiritratticuipiacessediprovarvisi, do- vrebbeoltrepassareilnumerodel centinaiodiparecchie decine: alche se vuoisiaggiungere quello delle opere maggiori, compresi idipintistorici,sitroverebbe dinanziallineatauna schieradiben oltreitrecentodipinti,sicuri diommetterneparecchi,comequelli a fresco,siadeiprimitempi,siaquellovastissimo (1830-37) per lagrande Sala delle Cariatidi nel palazzodiCorteinMilano.
Eidisegni?
—
Cisarebbe,qui,danonfinireprontamente.Lesue cartelledovevanorigurgitarne,malgradolesolitedispersioni edi- struzioni:perlomanco,diconservati e custoditicisopravvanzano numerosiidisegni suoiper albo,cui siabbandonavacollamaggior prontezza e senza quasi farne caso.Quandononaltri siavessero,ipochi esposti, contatelenotelitografie,basterebbero afarcelo conoscere eminente anche sotto cotesto aspetto.
A
quelmodoche,oggi,sivuole essere meglio veggenti di qualchelatodebole dell’operasua,per ragionediequitànonsi26
dovrebbechiuderegliocchisullesingolariealtesuedotid’ar- tista.Eglinon presunse maiditralignaredalpassato;sitenne con- tento d’essere un’impronta deltemposuo: edeglirimane,in Italia, certounodegliegregiche meglioidentificalostadiointermedio del secolo.Siponga menteall’influenzache esercitòdal1830in poi;allecondizioniincuiricevettelapitturanel1810 o12,allo statoincuilalasciòdopoil1860.El’influenzasua,l’influenza dell’artista,lapiùlegittima,quellache esercitacoll’esempiopiù checoiprecetti,fugrandissima singolarmenteprimadel1831
,
dopodel qualeannoentrò insegnante nell’Accademia.Lagenera- zionepresente portaancoraisegni della fontecuisiè largamente abbeverata,per quanto piacciaallegenerazioni,inognietà,darsi affannoper spogliarsi del debitodiriconoscenzaversogliante- cessorie maestri,forsenellaerratafiduciadiassicurarsiquel merito d’originalità cheinoperaumanaqualsianonsiriscontra mai, e tantomenonell’arte.
Insegnanteofficialedellapitturanell’Accademia nostra,fuascol- tato,fuamato, el’autoritàsuavirimaseinalterata.L’ indirizzo dei sorvegnenti,però,piegava ad unlatodiverso:c’èsempre lostimolo delnuovopermuovereancheimenoaudaci;egli,dise- gnatore convinto e irremovibile,nonavrebbe potutofarconces- sioni disorta;nonlodissimulava,accorto com’era, piùdiquanto paresse, dellanuovafaseincuil’arteentrava: onde, più cortese che persuaso,abbondavanell’indulgenza,mentrenutrivaper conto proprio piùrigidiprincipii.Doveaccadessedialluderesecolui ainuovimodiche levavanoilcapo,correvadifilatoalfattopro- prio, etroncavaogniragionamentocollafrase:«Iononposso insegnareche quello che so n; parole cosìnaturalidasembrare insignificantisenon racchiudessero,anzitutto,moltodimodestia, e altrettantodiammonimentoacolorochesidannovantodi possedereilsegreto dell’avvenire,quellochesfuggeallecom- binazionidfll’intelligenzaumana.
Peraltraparte, se è veroche certa qualeoriginalitànell’arte siailcaso più raro neltemponostro,dovenullahavvi d’intentato, cotesto merito nonpuòesserecontesoalnostroartista.Qualunque purnesial’atteggiamento assunto,eine possiedeunochelodi- stinguevadallaseguenzadegl’imitatorie degli scolari,non che daglistessisuoicontemporanei.Nonvalelacuradiarrestarsia notarneipunti tantosono evidenti,inerentiinluieche rimar- rannoper designare un tipo sottolediverse sue forme.
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L’Hayezèindubbiamentel’uomodeliberi,comelosonotuttii
grandi delpassato,risalendopureaquegliastrifissidell’arte chesilascianoscarsamente segnare adito nell’empireodeisecoli.
Malasuaè1’esistenza d’unartistacompiuto,laquale chiededi tenerilpostochelecompetenellasuccessionediquell’operosità artisticache èunfattoperpetuo.
Qualora l’Esposizione nostra, oggi aperta,d’unapartelimita- tissimade’suoi lavori,valgaad affermarecotestopostoalsuo collega antico,alprofessoresuo insegnante e da ultimo,alsuo presidente d’onore,ilvoto dell’Accademiachel’hadecretatadovrà tenersiper adempito.
3Settembre 1883.
G. M.
CATALOGO DELLE OPERE ESPOSTE
ORDINE CRONOLOGICO(*)
Dipinti storici e di composizione.
1.Enea, trattenuto dalla consorte Creusa, col pargoletto Julo, mentrestava per varcareillimitare dellacasa ond!accorrerein difesa delia città di Troja, in preda allefiamme.—Dall’ Eneide di Virgilio. Lib.II.—
Dipintoad olio, figura di dimensioni naturali.
Eseg.aRoma1809, circa, per lo zio dell’artista.
Prop.—Sig.avv.Gius.Maria Bonomi,di Ber- gamo.
2.Laocoonte,figliodiPriamo, e sacerdote d'Apollo, vit- tima, coifigli,dellavendetta di Minerva, per cui par- tironodue grossi serpentida Tenedo per avvinghiarli amorte nelle loro spire.—Dall’Eneide di Virgilio, cantoII,1-9:quadro ad olio; figuredueterzidel naturale.
Concorso per l’AccademiadiMilanonel 1812.
Prop.—Accademiasuddetta.
(•)Quest’ordine successivo dell’esecuzionedei lavorisein al- cuni puntitrovasiinterrottodipende da informazionimigliori so- praggiuntedopolaprima compilazionedel catalogo.
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3.Ajace Oileochesisalvadal naufragio,imprecando agliLei.—Studioad olio; figura intera; maggiore dimensione del naturale;unode’primi lavori del- l’artistaaRoma.
Esp. 1822.
Prop.—Cav.AntonioBesana,diMilano.
4.Napoleone I, dopo la battaglia diWagram,nedi- stribuiscesulcampolericompense d'onore (7 luglio 1809).—Dipinto storico ad olio; figure di piccolo dimensioni.
Eseg. 1822, circa.—Maiesposto.
Prop.—Conte cav.GianPietroCicogna, di Mi- lano.
5.IVespri Siciliani: episodiodell'Insurrezione del 1282.
—Dipinto storico, ad olio; a giusta dimensione;
figure adunterzodel naturale.
Esp. 1822.
Prop.—Sig.Giuseppe Castagna,già dellamar- chesa VittoriaVisconti d’Aragona, di Milano.
6.Unleone edunatigreentrounagabbia, col ritrailo dell"artista.—Studioad olio, dal naturale; piccole dimensioni.
Eseg. circa 1826.
Prop.—Sig.GiuseppeGargantini Piatti, di Mil.
7.MariaStuarda che saleilpalco dimorte nel castello diForthiringay:18febbrajo 1587.Robertson, storia d’Inghilterra.—Grandequadro storico ad olio,fi- guro intero;dimensioni metà, circa, del naturale.
Espostonel1827.
Prop.—Nob. signora Carolina De-Sheufferheld, di Milano.
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- 8.
Maria
Stuarda cheprotesta dellapropria innocenza davantiagli sceriffi cuifu commessodi recarle l’an- nunziodellapenadimorte.1587.—
Dipintostorico adolio;figure intereadimensioni metà,circa,del naturale.Esp.
1832.Prop.
—
Gav.Antonio Besana,
diMilano.9.
Urbano
IIePietroVEremitasullapiazzadiCler-monl
nell’Alvernia,cheproclamanolaprima
Crociata, (1095).—
Dipintostoricoad olio; figure intere;dimensione un
terzo del naturale.Esp.
1835.Prop.
— March. Gian Francesco Litta-Modi-
gnani,diMilano.10.Bice Del Balzo,trattadalsotterraneoovepertradi- mento erastatarinchiusa.
—
Soggettostorico, tratto dalromanzo
ilMarco
Visconti diTomaso
Grossi.—
Dipintoadolio;figureoltreun
terzo delna- turale.Esp.
1838.Prop.
— Nob.
signoraGiuseppina
Cavezzali,di Milano.11.
La
difesadiuna
porta, episodio della strage diPa-
trasso, (1821).—
Dipintoadolio;figureadun
terzo piccolo del naturale.Esp.
1839.Prop.
—
Nob. signoraBianca Gualdo
Taccioli, diMilano.12.IldogeGrilli.
— Mezza
figura storicaadolio;di-mensione
naturale; studiocondottoaRoma.
Eseg. 1842.
Prop.
—
SignoraAngelina Hayez
Bossi,diMilano.32
13.CaterinaComaro,regina diCipro,obbligata dallo ambasciatore veneto, Giorgio Cornavo, suo cugino,a cedereildominio dell'isola alla RepubblicaVeneta, (1489), di cuiaddita lo stendardo che già svento- lava dalla fortezza.—Dipintostoricoad olio;fi- guremetàdelnaturale.
Esp. 1842.
Prop.—Nobile signoraAmaliaFrizzoni, diBer- gamo.
14.LasetedeiCrociati, sottolemuradiGerusalemme, (1099).—Grandequadro storico ad olio; figure al naturale; tratto dalpoema I Lombardiallaprima Crociata, canto XII, diTomasoGrossi.
Terminatonel1850;non maiesposto inMi- lano.
CommissionediS.M.Carlo Alberto, re di Sar- degna; ora proprietà dellaCasa Realed'Italia inTorino.
15.AlbericodaRomanochesidà prigioniero collafa- migliaalmarchese d’Esle nel castello di S. Zenone, MarcaTrevigiana (1260). Dallo famiglie celebri del Litta.—Dipintostoricoadolio;figureintere, quasi al naturale.
Esp. 1850.
Prop.—Sig.duca Giulio Litta Visconti Arese, diMilano.
16. IlConsiglioallò,vendetta(Via dalmiocoresivii pensiero):due figure costumi venetiXVsecolo.—
Dipinto ad olio; dimensione oltre due terzi del na- turale.
Esp. nel 1851.
Prop.—March.GianFrancescoLittaModi- gnani, sudd.
33
17.
La
vendettad'unarivale.Costumi
veneti del secoloXV. — Tre
figure,dipinteadolio;dimensionididue
terzicirca del naturale.Esp. 1853.
Prop.
— Donna Giuseppina Negroni
Prato,Mo-
rosini,diMilano.18.Gregorio VII, detto
Papa
Ildebrando,depostoin S.Giovanni Laterano aRoma,
erapitoquindi daun
Crescenzio, potenteromano,(25dicembre
1075).—
Dipintostoricoadolio;figure intere aun
terzo del naturale.Esp. 1857.
Prop.
— March. Luigi
Isimbardi,diMilano.19.VittorePisani,comandantedella flottaveneta(1378) vintoda Bernardino Boria,genovese,imprigionato per ordinedelSenatoveneto,neè liberatodagliar- senalottieportatonellasaladelConsiglio,ivirice- vutodaldoge
Contarmi
(1379,).—
Piccolodipinto adolio;ripetizionedialtrodimaggioridimen-
sioni.Esp. 1866 — 1868 a Monaco — 1872 a Milano.
Prop.
—
SignoraAngelina Hayez Bossi
, sudd.20.
La
riconciliazione diOttoneII,dettoilRosso,colla madre, AdelaidediBorgogna,prima
dipartireper l’Italia(961).—
Dipintostoricoadolio;figure,un
terzomeno
del naturale.Esp.
Parigi, 1867.Prop.
—
Sig.duca Tommaso
GallaratiScotti,
diMilano.
21.
n
martiriodiS.Bartolomeo.—
Schizzoadolioperuna
pala d’altare, eseguitaperlaparrocchiale diCastenedolo, prov.diBrescia.3
34
Lo
schizzonon venne mai
esposto:lapala Iota allaMostra Internazionale
diParigi nel 1867.Prop.
— Donna Giuseppina Negroni Prato, Mo-
rosini,sudd.22.Gliultimi
momenti
diMarin
Faliero, decapitatoper ordinedellaSerenissimasullascaladeiGigantia Venezia(17aprile1365)—
Dipinto storico adolio;figure intere;dimensioni
metà
delnaturale, se- gnatocolnome,
colla età(77anni) eladata.Esp.
1867.Prop.
— Accademia
dibelleartisudd.cuifu donatodall’autore.23. Leggitrice.
—
Studiocompleto adolio didonna
de-nudata
fino aifianchi;dimensioni naturali.Senza nome, nè
data.Prop.
—
Sig.Angelina Hayez
Rossi, sudd.24.Odalisca.
— Mezza
figuranuda
fino allacintola;dimensioni naturali.
Senza nome, nè
data.Prop.
—
SignoraAngelina Hayez
Rossi, sudd.25.
Donna
ebreadormente,guardatada un
leone.—
Composizione
difantasia.—
Dipinto adolio,di piccole dimensioni.Senza
data.Prop.
—
ConteEmilio
Belgiojoso,diMilano.26.
Un
odaliscapressoaduno
schiavo.— Due
figure, piccoledimensioni.Senza nome, nè
data.Prop.
—
Nobilesig.Alfonso
Casati,diMilano.35
27.
Due
odalische alla finestrad'un
harem.—
Piccolo dipintoadolio,mezze
figure.Eseg.
1879, circa.Prop.
—
Nob. signor Giorgio Casati,diMilano.28.
La
setedeiCrociali sottoGerusalemme.— Bozzo ad
oliodellagrande
composizione,aln. 14, informa
diversa; piccolefigure.Eseg. prima
deldipintomed.
Prop.
— Nob.
signoraTeresa
CrivelliMesmer,
diMilano.Ititratti e Teste
«listudio.
29. IlmarcheseGiorgio Pallavicino- Trivulzio;ritratto, testa,dimensioni del vero.
Eseg.
1821.Prop.
— Conte Emilio
Belgiojoso, sudd.30.Il pittoreLodovico Liparini; piccoloritrattoa
modo
di studio,adolio.
Eseg.
1822, circa.Prop.
—
ConteEmilio
Belgiojoso, sudd.31.Carlo Della Bianca.
—
Ritrattoadolio;testadue
terzidel naturale.Eseg.
1824, circa.Prop.
— R. Accademia
dibelle arti sudd.,perdono
della signoraElena Viganò.
32. Il conteLodovicoTaverna,consigliereintimodiS.
M.
—
Ritratto adolio,mezza
figura, dimensioni del naturale.Eseg. 1825, circa.
Prop.
—
ConteLodovico Taverna,
diMilano.36
33.Cinquelestedi ritrattiriuniti.
—
Studioadolio di piccoledimensioni.Segnato
1827.Prop.
—
Sig.Giuseppe Gargantini
Piatti, sudd.34.Nob. signora Francesca Mainoni.
—
Ritrattoadolio;testaa dimensioni naturali.
Esp.
1829.Prop.
—
Nob. sig.Massimiliano Mainoni,
di Milano.35.ContessaLuigia Borgian.Ferrari.
—
Ritrattoad olio,alnaturale.Esp. 1829.
Prop.
—
ConteCesare
Borgia,diMilano.36.Contessa
Gina
Bella Somaglia,nata Casserà.—
Ri- trattoadolio;busto;dimensioni naturali.Esp.
1833.Prop.
—
ConteGian Luca Della Somaglia,
di Milano.37.Nob. signoraElisabettaBassi,n.Charl'e.
—
Ritrattoad
olio;mezza
figura;dimensioni naturali.Esp.
1829.Prop.
—
Nob. cav. D.Carlo
Bassi,diMilano.38.
B
colonnelloFrancescoAresenelcarceredelloSpiel- berg.—
Ritrattoadolio;figuraintera;dimen-
sionidelnaturale.Eseg.
1829, circa;giammai
esposto.Prop.
—
SignoraFrancesca Camperio
Ciani,di Milano.39.Bott.GiovanniBattistaBazzoni, autore del
romanzo
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ilCastellodiTrezzo.
—
Ritrattoad olio; testa, dimensionipocomeno
del naturale.Eseg.
1830.Prop.
—
Dott.Carlo Bazzoni,
diMilano.40.ContessaLuisaScottiDouglas D'
Adda. —
Ritratto adolio;testa,dimensioni naturali.Esp.
1830.Prop.
—
Nob. signoreCarlo d’Adda
senatore delRegno,
ecc., ecc., diMilano.41.Signore Carolina Grassie
Bianca Bignami,
sorelle Gabrini.—
Ritrattiunitiadolio;mezza
figura;dimensioni naturali.
Eseg.
1835.Prop.
—
SignoraCarolina Gabrini Plezza,
di Milano.42.PrincipessaCristinadiBelgiojoson.Trivulzio.
—
Ritrattoadolio;
due
terzidella persona,quanto
il naturale.Eseg. 1832, circa.
Prop.
—
Signoramarchesa Maria
TrottiBel- giojoso.43.Testa.
—
Studioditestadipinta afresco sumat-
tone;ripetuta poi nelquadro
dellaSete.Giammai esposta —
eseg. circa 1835.Prop.
—
Nob. signoraGiuseppina
Cavezzali, sudd.44.Vecchio mendicante.
—
Testa, studioad
olio;di-mensioni
del vero.Eseg. 1838, circa.
Prop.