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RECENSIONI NOTIZIARIO 501

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Academic year: 2021

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ECOLOGY, MANAGEMENT AND ECONOMICS OF UNEVEN-AGED FORESTRY IN COMELICO

(CADORE), ITALIAN EASTERN ALPS

Il 10-12 ottobre scorso si è tenuto in Comelico l’in- contro «Ecology, management and economics of uneven- aged forestry in Comelico (Cadore)». L’obiettivo dell’incontro è stato quello di discutere in bosco, con una particolare attenzione ai risvolti applicativi, gli aspetti ecolo- gici, gestionali ed economici delle foreste del Comelico, così come emerso da recenti studi condotti dalle Università di Bologna, Firenze, Padova e Torino nell’ambito del pro- gramma «INTERREG II» in collaborazione con il vicino Osttirol. A questo incontro hanno partecipato oltre 50 tra studiosi, tecnici ed amministratori italiani, ed anche alcuni autorevoli colleghi austriaci e sloveni.

I lavori sono stati aperti la sera di giovedì 10 ottobre dal Presidente della Comunità Montana, M. Zandonella, dal Dott. Dissegna, della Direzione foreste ed economia mon- tana della Regione Veneto e dal Prof. Bagnaresi, dell’Università di Bologna, che hanno salutato i presenti e descritto gli obiettivi dell’incontro. In questa occasione è stata anche conferita una medaglia d’oro al Prof. Bagnaresi, quale riconoscimento per il prezioso lavoro svolto in Comelico nell’ambito del progetto GAL oltre che come coordinatore di numerose ricerche scientifiche.

La giornata di venerdì 11 ottobre si è svolta interamente in bosco, visitando differenti soprassuoli della Val Visdende.

In località Val Morbida i lavori sono stati aperti dal Prof.

Bagnaresi, dal Prof. Minotta e dal Dr. Grassi, che hanno illu- strato attraverso alcuni poster i principali risultati degli studi condotti dal Dipartimento Colture Arboree dell’Università di Bologna riguardo la descrizione e l’analisi della variabilità strutturale e biologica dei boschi del Comelico. Ne è emerso un quadro di grande complessità: in spazi ristretti si trovano infatti gruppi coetaneiformi di varia estensione, mono- o plu- ristratificati, alternati a gruppi disetaneiformi per singoli gruppi o per singole piante. Inoltre, queste ricerche suggeri- scono che per mantenere un equilibrio dinamico del bosco sono necessari interventi frequenti e moderati sulla stessa superficie, con l’attenzione di mantenere o promuovere una certa irregolarità strutturale in modo da assicurare condizioni microclimatiche favorevoli alla rinnovazione naturale.

La discussione è quindi proseguita su un piano più ope- rativo: attraverso l’analisi di «martellate» simulate (in un abieteto dalla struttura fortemente irregolare) e reali (in una pecceta monostratificata con problemi di rinnovazione natu- rale) i Dott. Andrich, Caviola e Casagrande hanno illustrato i criteri seguiti per la scelta delle piante da abbattere nelle diverse situazioni. Il dibattito che ne è seguito, con l’utile apporto degli ospiti stranieri e del Prof. Del Favero, è stato di grande interesse poiché sono stati affrontati i diversi aspetti che il selvicoltore deve considerare durante la martel- lata: potenzialità biologiche delle singole piante, dinamica del soprassuolo, danni alla rinnovazione, stato sanitario, valore tecnologico delle singole piante, problematiche legate all’e- sbosco e alla vendibilità del lotto, ecc…

La giornata si è conclusa in località Sesis, dove il Prof.

Giannini ed il Prof. Bagnaresi hanno illustrato, rispettiva-

NOTIZIARIO

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mente, i risultati degli studi condotti sulla biodiversità e variabilità genetica e sulla relazione tra struttura e rinnova- zione naturale in diversi soprassuoli. Da tali ricerche è emerso che i boschi del Comelico possono essere considerati ecosi- stemi ad alta biodiversità strutturale, floristica e genetica, e che la lunga tradizione di utilizzazioni selettive, frequenti e moderate, sono in grado di favorire e conservare la variabilità strutturale e genetica, l’elevata produttività e la qualità del legname nonché la continuità della rinnovazione naturale.

La mattinata di sabato 12 ottobre si è aperta con un inte- ressante confronto economico tra sistemi selvicolturali dise- tanei e coetanei, illustrato dal Prof. Merlo e dai suoi collaboratori dell’Università di Padova. Successivamente, presso una segheria di Auronzo condotta dal Sig. Monti, la discussione è proseguita sugli aspetti economici, qualitativi e tecnologici del legname proveniente dalle foreste del Comelico.

In conclusione, questo incontro è stato un’importante occasione per analizzare sotto diversi aspetti, ma sempre con un’attenzione alla pratica selvicolturale, i boschi del Comelico. L’insolito approccio adottato – nessuna presenta- zione al «chiuso», ma solo discussione in bosco di fronte alle piante – ha facilitato la comprensione degli aspetti applicativi delle diverse ricerche illustrate, nonché stimolato vivaci dibattiti sui criteri di scelta delle piante da abbattere nei diversi soprassuoli visitati, richiamando così l’attenzione sul- l’importanza di quest’ultima operazione, da cui dipende l’e- quilibrio funzionale dell’ecosistema forestale. Questo incontro, inoltre, ha permesso di far conoscere a qualificati ospiti stranieri una realtà forestale di estremo interesse sia dal punto di vista ecologico che economico, ma ancora poco conosciuta fuori dall’Italia.

GIACOMOGRASSI

501

REGIONEMARCHE, UNIONEEUROPEA, IPLA (2001) – I Tipi Forestali delle Marche. Inventario e Carta Forestale della Regione Marche.

Questa è la quinta tipologia forestale regionale che si pubblica dopo, (nell’ordine) Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Toscana. Fra queste, è la terza tipologia affidata all’ IPLA. L’accumulo delle esperienze e la relativa semplicità della vegetazione forestale delle Marche hanno consentito di portare a termine importanti nuove esperienze che saranno sicuramente estensibili a regioni più grandi e con coperture forestali più differenziate.

L’aspetto più importante è quello di avere combinato tre lavori fondamentali e strettamente correlati: inventario fore- stale, carta forestale e tipologia.

L’inventario si basa su 2406 aree di saggio di raggio di 5 metri oppure di 12 metri, secondo lo strato statistico inda- gato. I criteri di definizione sono gli stessi dell’Inventario Forestale Nazionale del 1985. I risultati dell’inventario regio- nale sono vicini a quelli dell’inventario nazionale che dava 244 mila ettari contro i 256 mila riscontrati attualmente.

Secondo le categorie di copertura prevalente abbiamo la seguente classifica. Roverella (32%), Carpino nero (24%), Cerro (11%), Faggio, conifere da impianto e formazioni riparie con l’8% ciascuno, Arbusteti 7% e infine, robinieti e

RECENSIONI

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