Soluzioni Analitiche e Numeriche Applicate all’Ingegneria Ambientale
Massimiliano Martinelli
[email protected]
Università Politecnica delle Marche, Ancona Facoltà di Ingegneria
4-5 Marzo 2009
Definizioni
Una EDP è una relazione che lega un insieme di variabili indipendenti x = (x
1, . . . , x
r), una funzione incognita u(x) e un certo numero di derivate parziali di u:
F
x, u(x), . . . , ∂
p1+···+pru(x)
∂ x
p11. . . ∂ x
prr= 0
L’ordine di una EDP è il grado più alto delle derivate parziali presenti
nell’equazione precedente, cioè il massimo valore assoluto di p
1+ ··· + p
rSe F è lineare rispetto ad u e alle sue derivate, l’EDP è definita essere lineare
Se si ha una sola variabile x = x
1⇒ Equazioni Differenziali Ordinarie
In molti problemi le variabili si possono decomporre in variabili temporali e
spaziali, ovvero x = (t, x
1, . . . , x
r)
Sistema di equazioni di Eulero
∂ W
∂ t + ∂ F
1(W)
∂ x + ∂ F
2(W)
∂ y + ∂ F
3(W)
∂ z = 0 dove W = ( ρ , ρ u, ρ v, ρ w, E) sono chiamate variabili conservative e
F
1(W) =
ρ u ρ u
2+ p
ρ uv ρ uw u(E + p)
F
2(W) =
ρ v ρ uv ρ v
2+ p
ρ vw v(E + p)
F
3(W) =
ρ w ρ uw ρ vw ρ w
2+ p w(E + p)
sono i termini (flussi) convettivi
Equazione fluidodinamica per un fluido comprimibile non viscoso
Il sistema di equazioni di Eulero è un sistema di EDP non lineare, evolutivo e
di ordine 1
Sistema di equazioni di Navier-Stokes
∂ W
∂ t +
∂ F
1(W)
∂ x +
∂ F
2(W)
∂ y +
∂ F
3(W)
∂ z + ∂ G
1(W, ∇W)
∂ x + ∂ G
2(W,∇W)
∂ y + ∂ G
3(W, ∇W)
∂ z = 0 dove G
1(W, ∇W), G
2(W,∇W) e G
3(W,∇W) sono i termini (flussi) diffusivi
G
1(W,∇W) =
0
− τ
xx− τ
xy− τ
xz−g
1
G
2(W,∇W) =
0
− τ
yx− τ
yy− τ
yz−g
2
G
3(W, ∇W) =
0
− τ
zx− τ
zy− τ
zz−g
3
dove g
1= q
x+ u τ
xx+ v τ
xy+ w τ
xz, g
2= q
y+ u τ
yx+ v τ
yy+ w τ
yz, . . .
Equazione fluidodinamica per un fluido comprimibile viscoso
È un sistema di EDP non lineare, evolutivo e di ordine 2
Sistema di equazioni di Maxwell
∇ × B = µ
0j + ε
0µ
0∂ E
∂ t
∂ B
∂ t = −∇ × E
∇ · E = ρ ε
0∇ · B = 0
dove E è il campo elettrico, B il campo magnetico, j la densita di corrente e ρ la densità di carica
Equazione fondamentale in elettromagnetismo
Equazione di Schröedinger ih ∂ Ψ
∂ t = −
∑
N j=1h
22m
j∇
2Ψ + V(x)Ψ
dove x = (x
(1), y
(1), z
(1), x
(2), . . . , z
(N)) è la posizione delle particelle e Ψ(x) è la funzione d’onda delle particelle
Equazione fondamentale della meccanica quantistica non relativistica
È una EDP lineare, evolutiva e di ordine 2
Equazione di Lotka-Volterra (modello preda-predatore)
x
′1(t) = (a
1− a
12x
2(t))x
1(t) x
′2(t) = −(a
2− a
21x
1(t))x
2(t)
dove x
1(t) e x
2(t) sono due grandezze che misurano l’entità delle popolazioni 1 e 2 al tempo t (ad esempio il numero di individui). a
1, a
2, a
12e a
21sono costanti positive.
È un sistema di ODE non lineare di ordine 1
Propagazione di una epidemia
s
′(t) = −kas(t)m(t) m
′(t) = kas(t)m(t) − bm(t) dove:
s(t) è il numero di individui sani
m(t) è il numero di individui malati in circolazione a è un coefficiente che misura la virulenza della malattia
b è il tasso con cui gli individui malati vengono rimossi dalla possibilità del contagio (isolati, deceduti, immunizzati, . . . )
k è il coefficiente legato al numero di incontri tra individui sani e malati
È un sistema di ODE non lineare di ordine 1
Migrazione dei lavoratori
∂λ
∂ t + ∂
2ω
∂ x
2λ + ∂ω
∂ x
∂λ
∂ x = γ ∂
2λ
∂ x
2in cui λ (x, t) è la densità di lavoratori al posto x e al tempo t e ω (x, t) è lo stipendio
medio al posto x e al tempo t
Problema ben posto (secondo Hadamard)
Un problema di EDP è detto ben posto quando sono soddisfatte le proprietà seguenti:
Esiste una soluzione La soluzione è unica
La soluzione dipende in maniera continua dai dati
Le prime due proprietà dipendono, in particolare, dalle condizioni iniziali e/o ai limiti che vengono imposte
Il numero di condizioni da imporre è legato al tipo di equazione e al suo ordine:
Se si impongono troppe condizioni, il problema può non avere soluzioni Se non ci sono abbastanza condizioni, si possono trovare delle soluzioni che non sono “fisiche”
La terza proprietà assicura che a piccole variazioni di dati corrispondono
piccole variazioni dei risultati
Esempio
Si consideri il problema
∂
2u
∂ t
2+ ∂
2u
∂ x
2= 0 x ∈ R, t > 0 u(t, 0) = 0
∂ u
∂ x
(0,x)= φ (x)
Esempio
Si consideri il problema
∂
2u
∂ t
2+ ∂
2u
∂ x
2= 0 x ∈ R, t > 0 u(t, 0) = 0
∂ u
∂ x
(0,x)= φ (x)
Esiste un’unica soluzione u in C
2(R × R
+)
Se φ (x) = φ
n(x) = e
−√nn sin(nx) , allora la soluzione è
u
n(t, x) = e
−√nsin(nx)e
ntEsempio
Si consideri il problema
∂
2u
∂ t
2+ ∂
2u
∂ x
2= 0 x ∈ R, t > 0 u(t, 0) = 0
∂ u
∂ x
(0,x)= φ (x)
Esiste un’unica soluzione u in C
2(R × R
+)
Se φ (x) = φ
n(x) = e
−√nn sin(nx) , allora la soluzione è u
n(t, x) = e
−√nsin(nx)e
ntPerò abbiamo lim φ (x) = 0 e ∀t > 0 lim u (t , x) = +∞ quindi la
Classificazione delle EDP
Consideriamo una EDP lineare, di ordine 2 e con due variabili indipendenti:
a(x, y)u
xx+ b(x, y)u
xy+ c(x, y)u
yy+ d(x, y)u
x+ e(x, y)u
y+ f (x, y)u = g(x, y)
Questa equazione è detta iperbolica se b
2− 4ac > 0ellittica se b
2− 4ac < 0parabolica se b
2− 4ac = 0 e ranka b d
b c e
= 2
Classificazione delle EDP
Consideriamo una EDP lineare, di ordine 2 e con due variabili indipendenti:
a(x, y)u
xx+ b(x, y)u
xy+ c(x, y)u
yy+ d(x, y)u
x+ e(x, y)u
y+ f (x, y)u = g(x, y)
Questa equazione è detta iperbolica se b
2− 4ac > 0ellittica se b
2− 4ac < 0parabolica se b
2− 4ac = 0 e ranka b d
b c e
= 2
Se a(x, y), . . . , f (x, y) non sono costanti, allora la classificazione ha un carattere
locale
Classificazione delle EDP
Consideriamo una EDP lineare, di ordine 2 e con due variabili indipendenti:
a(x, y)u
xx+ b(x, y)u
xy+ c(x, y)u
yy+ d(x, y)u
x+ e(x, y)u
y+ f (x, y)u = g(x, y)
Questa equazione è detta iperbolica se b
2− 4ac > 0ellittica se b
2− 4ac < 0parabolica se b
2− 4ac = 0 e ranka b d
b c e
= 2
Se a(x, y), . . . , f (x, y) non sono costanti, allora la classificazione ha un carattere locale
a ∂
2∂ x
2+ b
∂
2∂ x ∂ y + c
∂
2∂ y
2è chiamato parte principale dell’operatore differenziale
La natura iperbolica ed ellittica dell’equazione differenziale dipende solo dalla
sua parte principale
Classificazione delle EDP
Nel caso di N variabili, possiamo scrivere l’equazione lineare di ordine 2 come
∑
N i=1∑
N j=1a
ij(x) ∂
2u
∂ x
i∂ x
j+
∑
N i=1b
i(x) ∂ u
∂ x
i= H(x, u) (1)
La classificazione è ora basata sugli autovalori della matrice A i cui elementi sono a
ij(x)
Si può sempre scegliere A simmetrica ⇒ A ha soltanto autovalori reali
Classificazione delle EDP
Nel caso di N variabili, possiamo scrivere l’equazione lineare di ordine 2 come
∑
N i=1∑
N j=1a
ij(x) ∂
2u
∂ x
i∂ x
j+
∑
N i=1b
i(x) ∂ u
∂ x
i= H(x, u) (1)
La classificazione è ora basata sugli autovalori della matrice A i cui elementi sono a
ij(x)
Si può sempre scegliere A simmetrica ⇒ A ha soltanto autovalori reali L’equazione (1) è detta
iperbolica se tutti gli autovalori sono non nulli ma ne esiste uno cha ha segno diverso dagli altri
ellittica se tutti gli autovalori sono non nulli e hanno lo stesso segno parabolica se esiste un autovalore nullo e rank(A(x), b(x)) = N (con
b(x) = (b1(x), . . . , bN(x))T)
Questa classificazione non esaurisce tutti i casi possibili di EDP lineari di
ordine 2
Classificazione delle EDP
Consideriamo ora il sistema lineare di equazioni del primo ordine seguente AW
x+ BW
y= f W ∈ R
ncon A, B matrici quadrate di ordine n
Classificazione delle EDP
Consideriamo ora il sistema lineare di equazioni del primo ordine seguente AW
x+ BW
y= f W ∈ R
ncon A, B matrici quadrate di ordine n
Se A è invertibile, la classificazione è fatta in base alle soluzioni dell’equazione P( λ ) = det(B − A λ ) = 0
ed al numero di autovettori indipendenti che verificano
(B − A λ )v = 0
Classificazione delle EDP
Consideriamo ora il sistema lineare di equazioni del primo ordine seguente AW
x+ BW
y= f W ∈ R
ncon A, B matrici quadrate di ordine n
Se A è invertibile, la classificazione è fatta in base alle soluzioni dell’equazione P( λ ) = det(B − A λ ) = 0
ed al numero di autovettori indipendenti che verificano (B − A λ )v = 0 Il sistema è detto
iperbolico se P(λ
) ha n radici reali e n autovettori indipendentiellittico se P(λ
) non ha radici realiProblemi stazionari ed evolutivi
Le equazioni ellittiche descrivono problemi stazionari: in tal caso le variabili x = (x
1, . . . , x
n) possono essere considerate come variabili spaziali ⇒ Per chiudere il problema si aggiungono le condizioni ai limiti (dette anche condizioni al bordo o di frontiera)
Le equazioni iperboliche e paraboliche descrivono problemi evolutivi: in tal
caso una delle variabili assume il ruolo di variabile temporale. Richiedono
l’uso di condizioni iniziali e di condizioni al bordo.
Problemi stazionari ed evolutivi
Le equazioni ellittiche descrivono problemi stazionari: in tal caso le variabili x = (x
1, . . . , x
n) possono essere considerate come variabili spaziali ⇒ Per chiudere il problema si aggiungono le condizioni ai limiti (dette anche condizioni al bordo o di frontiera)
Le equazioni iperboliche e paraboliche descrivono problemi evolutivi: in tal caso una delle variabili assume il ruolo di variabile temporale. Richiedono l’uso di condizioni iniziali e di condizioni al bordo.
Sia L l’operatore differenziale corrispondente a un’equazione ellittica del tipo (1).
Allora:
Problemi stazionari ed evolutivi
Le equazioni ellittiche descrivono problemi stazionari: in tal caso le variabili x = (x
1, . . . , x
n) possono essere considerate come variabili spaziali ⇒ Per chiudere il problema si aggiungono le condizioni ai limiti (dette anche condizioni al bordo o di frontiera)
Le equazioni iperboliche e paraboliche descrivono problemi evolutivi: in tal caso una delle variabili assume il ruolo di variabile temporale. Richiedono l’uso di condizioni iniziali e di condizioni al bordo.
Sia L l’operatore differenziale corrispondente a un’equazione ellittica del tipo (1).
Allora:
u
t+ Lu = 0 è un’equazione parabolica per u(x
1, . . . , x
n; t) e t corrisponde
all’autovalore λ = 0
Problemi stazionari ed evolutivi
Le equazioni ellittiche descrivono problemi stazionari: in tal caso le variabili x = (x
1, . . . , x
n) possono essere considerate come variabili spaziali ⇒ Per chiudere il problema si aggiungono le condizioni ai limiti (dette anche condizioni al bordo o di frontiera)
Le equazioni iperboliche e paraboliche descrivono problemi evolutivi: in tal caso una delle variabili assume il ruolo di variabile temporale. Richiedono l’uso di condizioni iniziali e di condizioni al bordo.
Sia L l’operatore differenziale corrispondente a un’equazione ellittica del tipo (1).
Allora:
u
t+ Lu = 0 è un’equazione parabolica per u(x
1, . . . , x
n; t) e t corrisponde all’autovalore λ = 0
se la matrice A ha soltanto autovalori negativi
u
tt+ Lu = 0
Equazioni ellittiche (problemi stazionari)
Una perturbazione in un punto influenza la soluzione in tutto il dominio considerato
Sono necessarie condizioni al bordo per tutte le frontiere e per tutte le
incognite
Equazioni ellittiche (problemi stazionari)
Una perturbazione in un punto influenza la soluzione in tutto il dominio considerato
Sono necessarie condizioni al bordo per tutte le frontiere e per tutte le incognite
Equazioni paraboliche (problemi evolutivi)
I problemi parabolici sono caratterizzati da fenomeni di diffusione ⇒ una perturbazione è attenuata rapidamente
In generale, sono necessarie sia condizioni al bordo che condizioni ai valori
iniziali
Equazioni ellittiche (problemi stazionari)
Una perturbazione in un punto influenza la soluzione in tutto il dominio considerato
Sono necessarie condizioni al bordo per tutte le frontiere e per tutte le incognite
Equazioni paraboliche (problemi evolutivi)
I problemi parabolici sono caratterizzati da fenomeni di diffusione ⇒ una perturbazione è attenuata rapidamente
In generale, sono necessarie sia condizioni al bordo che condizioni ai valori iniziali
Equazioni iperboliche (problemi evolutivi)
Tipicamente descrivono problemi di propagazione di onde in assenza di dissipazione
Le condizioni al bordo e ai valori iniziali dipendono dalle direzioni
caratteristiche dell’equazione considerata
Problemi ellittici: esempi
Il Laplaciano ∇
2è un operatore ellittico ⇒ Le equazioni di Laplace ∇
2φ = 0 e di Poisson ∇
2φ = f sono EDP ellittiche. Esse descrivono per esempio
la deformazione di una membrana soggetta ad un carico
la ripartizione del calore in un ambiente omogeneo
Problemi ellittici: esempi
Il Laplaciano ∇
2è un operatore ellittico ⇒ Le equazioni di Laplace ∇
2φ = 0 e di Poisson ∇
2φ = f sono EDP ellittiche. Esse descrivono per esempio
la deformazione di una membrana soggetta ad un carico la ripartizione del calore in un ambiente omogeneo
Equazione del potenziale: è un’equazione semplificata per corpi aereodinamici in un flusso stazionario, subsonico di un fluido comprimibile non viscoso:
(1 − M
2∞) ∂
2φ
∂ x
2+ ∂
2φ
∂ y
2= 0
dove φ è il potenziale della velocità (v = ∇ φ ), e M
∞< 1 è il numero di Mach
Problemi ellittici: esempi
Il Laplaciano ∇
2è un operatore ellittico ⇒ Le equazioni di Laplace ∇
2φ = 0 e di Poisson ∇
2φ = f sono EDP ellittiche. Esse descrivono per esempio
la deformazione di una membrana soggetta ad un carico la ripartizione del calore in un ambiente omogeneo
Equazione del potenziale: è un’equazione semplificata per corpi aereodinamici in un flusso stazionario, subsonico di un fluido comprimibile non viscoso:
(1 − M
2∞) ∂
2φ
∂ x
2+ ∂
2φ
∂ y
2= 0
dove φ è il potenziale della velocità (v = ∇ φ ), e M
∞< 1 è il numero di Mach
Equazioni di Navier-Stokes stazionarie
Esempi di problemi ben posti per EDP ellittiche, lineari e di ordine 2 Sia Ω un aperto limitato e Γ = Γ
1∪ Γ
2la frontiera di Ω
Problema di Dirichlet
∇
2u = f su Ω u = g su Γ Problema di Neumann
∇
2u = f su Ω
∂ u
∂ n ˆ = g su Γ
Problema misto di Neumann-Dirichlet
∇
2u = f su Ω u = g su Γ
1∂ u
∂ n ˆ = h su Γ
2Problema di Robin
∇
2u = f su Ω
∂ u
∂ n ˆ + ku = h su Γ
Esempio di problema parabolico: equazione del calore Consideriamo la diffusione del calore in una barra infinita
∂ T
∂ t − ∂
2T
∂ x
2= 0 x ∈ R, t > 0 T(x, 0) = T
0(x)
Questo problema ha soluzione T(x, t) = 1 4 π t
Z +∞
−∞
e
−(x−y)24tT
0(y) dy
Esempio di problema parabolico: equazione del calore Consideriamo la diffusione del calore in una barra infinita
∂ T
∂ t − ∂
2T
∂ x
2= 0 x ∈ R, t > 0 T(x, 0) = T
0(x)
Questo problema ha soluzione T(x, t) = 1 4 π t
Z +∞
−∞
e
−(x−y)24tT
0(y) dy Consideriamo il caso in cui i dati iniziali siano discontinui
T
0(x) =
0 x < 0 1 x > 0 la soluzione diventa
T (x, t) = 1 4 π t
Z +∞
0
e
−(x−y)24tdy = 1 2 π √ t
Z x
2√ t
−∞
e
−ξ2d ξ
Esempio di problema parabolico: equazione del calore T(x, t) = 1
2 π √ t
Z x2√ t
−∞
e
−ξ2d ξ
Per ogni t > 0 abbiamo che T(0, t) = 1
2 π √ t
Z 0−∞
e
−ξ2d ξ = 1 4 √
π t
perciò non abbiamo più la discontinuità per x = 0
Esempio di problema parabolico: equazione del calore T(x, t) = 1
2 π √ t
Z x2√ t
−∞
e
−ξ2d ξ
Per ogni t > 0 abbiamo che T(0, t) = 1
2 π √ t
Z 0−∞
e
−ξ2d ξ = 1 4 √
π t perciò non abbiamo più la discontinuità per x = 0
Inoltre, per ogni t > 0 abbiamo T(x, t) > 0 ⇒ Il calore si propaga a velocità
infinita, cioè T
0(x) influenza istantaneamente tutto il dominio spaziale
Esempio di problema parabolico: equazione del calore T(x, t) = 1
2 π √ t
Z x2√ t
−∞
e
−ξ2d ξ
Per ogni t > 0 abbiamo che T(0, t) = 1
2 π √ t
Z 0−∞
e
−ξ2d ξ = 1 4 √
π t perciò non abbiamo più la discontinuità per x = 0
Inoltre, per ogni t > 0 abbiamo T(x, t) > 0 ⇒ Il calore si propaga a velocità infinita, cioè T
0(x) influenza istantaneamente tutto il dominio spaziale
Altro esempio di problema parabolico (non lineare): equazioni di Navier-Stokes
Equazioni iperboliche
Definizione
Sia A(x) una matrice quadrata di ordine n. Il sistema lineare di equazioni del primo ordine
∂ u
∂ t + A(x) ∂ u
∂ x = 0 u ∈ R
nè detto iperbolico se, per ogni x, A è diagonalizzabile ed ha autovalori reali (cioè A(x) = T(x)Λ(x)T
−1(x), con
Λ(x) = diag( λ
1(x), . . . , λ
n(x))) è la matrice diagonale degli autovalori di A(x) T(x) = (r
1(x), . . . , r
n(x)) è la matrice le cui colonne sono gli autovettori destri di A(x), cioè
A(x)r
k(x) = λ
k(x)r
k(x) k = 1, . . . , n
Allora, il seguente problema ai valori iniziali (o problema di Cauchy) è ben posto
u
t+ A(x)u
x= 0 x ∈ R
u(x, 0) = u
0(x) (2)
Esempi
Equazione di convezione:
u
t+ cu
x= 0 Equazione delle onde:
u
tt− c
2u
xx= 0
Equazione del potenziale per un flusso supersonico
Equazioni di Eulero (non lineari)
Equazione di convezione
Consideriamo il seguente problema iperbolico scalare ( ∂ u
∂ t + c ∂ u
∂ x = 0 t > 0 , x ∈ R, c 6= 0
u(x, 0) = u
0(x) x ∈ R
Equazione di convezione
Consideriamo il seguente problema iperbolico scalare ( ∂ u
∂ t + c ∂ u
∂ x = 0 t > 0 , x ∈ R, c 6= 0 u(x, 0) = u
0(x) x ∈ R
La soluzione di tale problema è un’onda viaggiante con velocità c data da
u(x, t) = u
0(x − ct) t ≥ 0
Equazione di convezione
Consideriamo il seguente problema iperbolico scalare ( ∂ u
∂ t + c ∂ u
∂ x = 0 t > 0 , x ∈ R, c 6= 0 u(x, 0) = u
0(x) x ∈ R
La soluzione di tale problema è un’onda viaggiante con velocità c data da u(x, t) = u
0(x − ct) t ≥ 0
Consideriamo le curve x(t) soluzioni delle seguenti ODE (al variare di x
0) ( dx
dt = c t > 0
x(0) = x
0Equazione di convezione
Consideriamo il seguente problema iperbolico scalare ( ∂ u
∂ t + c ∂ u
∂ x = 0 t > 0 , x ∈ R, c 6= 0 u(x, 0) = u
0(x) x ∈ R
La soluzione di tale problema è un’onda viaggiante con velocità c data da u(x, t) = u
0(x − ct) t ≥ 0
Consideriamo le curve x(t) soluzioni delle seguenti ODE (al variare di x
0) ( dx
dt = c t > 0
x(0) = x
0Equazione di convezione
Consideriamo il seguente problema iperbolico scalare su un intervallo limitato (a sinistra)
( ∂ u
∂ t + c ∂ u
∂ x = 0 t > 0 , x > 0 , c > 0
u(x, 0) = u
0(x) x ≥ 0
Equazione di convezione
Consideriamo il seguente problema iperbolico scalare su un intervallo limitato (a sinistra)
( ∂ u
∂ t + c ∂ u
∂ x = 0 t > 0 , x > 0 , c > 0 u(x, 0) = u
0(x) x ≥ 0
La linea caratteristica che parte da x
0= 0 è x(t) = ct
Equazione di convezione
Consideriamo il seguente problema iperbolico scalare su un intervallo limitato (a sinistra)
( ∂ u
∂ t + c ∂ u
∂ x = 0 t > 0 , x > 0 , c > 0 u(x, 0) = u
0(x) x ≥ 0
La linea caratteristica che parte da x
0= 0 è x(t) = ct
Se utilizziamo la soluzione precedente u(x, t) = u
0(x − ct) abbiamo dei
problemi: per ogni t > 0 abbiamo dei valori definiti solo nell’intervallo
[ct, +∞) invece che su [0, +∞)
Equazione di convezione
Consideriamo il seguente problema iperbolico scalare su un intervallo limitato (a sinistra)
( ∂ u
∂ t + c ∂ u
∂ x = 0 t > 0 , x > 0 , c > 0 u(x, 0) = u
0(x) x ≥ 0
La linea caratteristica che parte da x
0= 0 è x(t) = ct
Se utilizziamo la soluzione precedente u(x, t) = u
0(x − ct) abbiamo dei problemi: per ogni t > 0 abbiamo dei valori definiti solo nell’intervallo [ct, +∞) invece che su [0, +∞)
Serve una condizione che ci permetta di definire la soluzione nell’intervallo [0, ct) ⇒ Condizione al bordo x = 0
u(0, t) = u
1(t) t > 0
Equazione di convezione Allora il problema
∂ u
∂ t + c ∂ u
∂ x = 0 t > 0 , x > 0 , c > 0 u(x, 0) = u
0(x) x ≥ 0
u(0, t) = u
1(t) t ≥ 0 u
0(0) = u
1(0)
ammette l’unica soluzione u(x, t) =
u
0(x − ct) se x ≥ ct
u
1(t − x/c) se x < ct
Equazioni iperboliche: dominio di dipendenza e caratteristiche Cerchiamo la soluzione del problema
( ∂ u
∂ t + A(x) ∂ u
∂ x = 0 x ∈ R
u(x, 0) = u
0(x)
Equazioni iperboliche: dominio di dipendenza e caratteristiche Cerchiamo la soluzione del problema
( ∂ u
∂ t + A(x) ∂ u
∂ x = 0 x ∈ R u(x, 0) = u
0(x)
Ricordiamo che A(x) = T(x)Λ(x)T
−1(x) e poniamo v(x, t) = T
−1(x)u(x, t) (variabili caratteristiche). Possiamo allora scrivere il sistema precedente come
∂ v
∂ t + Λ(x) ∂ v
∂ x = 0 v(x, 0) = T
−1(x)u
0(x)
Ovvero si hanno n equazioni scalari indipendenti ∂ v
i∂ t + λ
i∂ v
i∂ x = 0
Equazioni iperboliche: dominio di dipendenza e caratteristiche Cerchiamo la soluzione del problema
( ∂ u
∂ t + A(x) ∂ u
∂ x = 0 x ∈ R u(x, 0) = u
0(x)
Ricordiamo che A(x) = T(x)Λ(x)T
−1(x) e poniamo v(x, t) = T
−1(x)u(x, t) (variabili caratteristiche). Possiamo allora scrivere il sistema precedente come
∂ v
∂ t + Λ(x) ∂ v
∂ x = 0 v(x, 0) = T
−1(x)u
0(x)
Ovvero si hanno n equazioni scalari indipendenti ∂ v
i∂ t + λ
i∂ v
i∂ x = 0
λ
Le soluzioni saranno determinate dalle condizioni iniziali
v
i(x, t) = v
i(x − λ
it, 0) i = 1, . . . , n
Le soluzioni saranno determinate dalle condizioni iniziali v
i(x, t) = v
i(x − λ
it, 0) i = 1, . . . , n Poiché u(x, t) = Tv(x, t), abbiamo u(x, t) =
∑
n i=1v
i(x − λ
it, 0)r
i, ovvero la
soluzione del sistema originale è composta da n onde viaggianti e non
interagenti
Le soluzioni saranno determinate dalle condizioni iniziali v
i(x, t) = v
i(x − λ
it, 0) i = 1, . . . , n Poiché u(x, t) = Tv(x, t), abbiamo u(x, t) =
∑
n i=1v
i(x − λ
it, 0)r
i, ovvero la soluzione del sistema originale è composta da n onde viaggianti e non interagenti
Osserviamo che per ogni ¯x e ¯t fissati, u(¯x,¯t) dipenderà solo dal dato iniziale nei
punti ¯x − λ
i¯t con i = 1, . . . , n.
Le soluzioni saranno determinate dalle condizioni iniziali v
i(x, t) = v
i(x − λ
it, 0) i = 1, . . . , n Poiché u(x, t) = Tv(x, t), abbiamo u(x, t) =
∑
n i=1v
i(x − λ
it, 0)r
i, ovvero la soluzione del sistema originale è composta da n onde viaggianti e non interagenti
Osserviamo che per ogni ¯x e ¯t fissati, u(¯x,¯t) dipenderà solo dal dato iniziale nei punti ¯x − λ
i¯t con i = 1, . . . , n.
L’insieme degli n punti che formano i piedi delle linee caratteristiche uscenti dal punto (¯x,¯t), cioè
D (¯x,¯t) = {x ∈ R t.c. x = ¯x − λ
i¯t , i = 1, . . . , n}
viene chiamato dominio di dipendenza della soluzione u nel punto (¯x,¯t)
Le soluzioni saranno determinate dalle condizioni iniziali v
i(x, t) = v
i(x − λ
it, 0) i = 1, . . . , n Poiché u(x, t) = Tv(x, t), abbiamo u(x, t) =
∑
n i=1v
i(x − λ
it, 0)r
i, ovvero la soluzione del sistema originale è composta da n onde viaggianti e non interagenti
Osserviamo che per ogni ¯x e ¯t fissati, u(¯x,¯t) dipenderà solo dal dato iniziale nei punti ¯x − λ
i¯t con i = 1, . . . , n.
L’insieme degli n punti che formano i piedi delle linee caratteristiche uscenti dal punto (¯x,¯t), cioè
D (¯x,¯t) = {x ∈ R t.c. x = ¯x − λ
i¯t , i = 1, . . . , n}
viene chiamato dominio di dipendenza della soluzione u nel punto (¯x,¯t)
Nel caso si consideri un intervallo limitato, bisogna considerare anche
condizioni al contorno oltre che le condizioni iniziali
Equazioni iperboliche non-lineari
Consideriamo il sistema del primo ordine seguente:
∂ w
∂ t +
∂ F(w)
∂ x = 0 w ∈ R
n(3)
dove F : R
n→ R
nè una funzione (in generale) non-lineare e C
1, e w = w(x, t)
Equazioni iperboliche non-lineari
Consideriamo il sistema del primo ordine seguente:
∂ w
∂ t +
∂ F(w)
∂ x = 0 w ∈ R
n(3)
dove F : R
n→ R
nè una funzione (in generale) non-lineare e C
1, e w = w(x, t) Se w è una soluzione regolare (C
1) di (3), allora il sistema (3) è equivalene al sistema
∂ w
∂ t + A(w)
∂ w
∂ x = 0 (4)
dove A(w) = ∂ F(w)
∂ w è la matrice Jacobiana di F, cioè A
ij= ∂ F
i(w)
∂ w
jIl sistema (3) è detto in forma conservativa, mentre (4) è detto in forma non
conservativa o di tipo quasi lineare
Equazioni iperboliche non-lineari
Consideriamo il sistema del primo ordine seguente:
∂ w
∂ t +
∂ F(w)
∂ x = 0 w ∈ R
n(3)
dove F : R
n→ R
nè una funzione (in generale) non-lineare e C
1, e w = w(x, t) Se w è una soluzione regolare (C
1) di (3), allora il sistema (3) è equivalene al sistema
∂ w
∂ t + A(w)
∂ w
∂ x = 0 (4)
dove A(w) = ∂ F(w)
∂ w è la matrice Jacobiana di F, cioè A
ij= ∂ F
i(w)
∂ w
jIl sistema (3) è detto in forma conservativa, mentre (4) è detto in forma non conservativa o di tipo quasi lineare
Definizione
Equazione di Eulero 1D: ∂ w
∂ t + ∂ F(w)
∂ x = 0
w =
ρ ρ u
E
e F(w) =
ρ u ρ u
2+ p u(E + p)
dove p = ( γ − 1)(E −
12ρ u
2)
Equazione di Eulero 1D: ∂ w
∂ t + ∂ F(w)
∂ x = 0
w =
ρ ρ u
E
=
w
1w
2w
3
e F(w) =
ρ u ρ u
2+ p u(E + p)
=
w
2w22 w1
+ p
w2
w1
(w
3+ p)
dove p = ( γ − 1)(E −
12ρ u
2) = ( γ − 1)(w
3−
2ww221)
Equazione di Eulero 1D: ∂ w
∂ t + ∂ F(w)
∂ x = 0
w =
ρ ρ u
E
=
w
1w
2w
3
e F(w) =
ρ u ρ u
2+ p u(E + p)
=
w
2w22 w1
+ p
w2
w1
(w
3+ p)
dove p = ( γ − 1)(E −
12ρ u
2) = ( γ − 1)(w
3−
2ww221)
A(w) =
0 1 0
1
2
( γ − 3)u
2(3 − γ )u ( γ − 1)
1
2
( γ − 1)u
3−
ρu(E + p)
ρ1(E + p) − ( γ − 1)u
2γ u
Equazione di Eulero 1D: ∂ w
∂ t + ∂ F(w)
∂ x = 0
w =
ρ ρ u
E
=
w
1w
2w
3
e F(w) =
ρ u ρ u
2+ p u(E + p)
=
w
2w22 w1
+ p
w2
w1
(w
3+ p)
dove p = ( γ − 1)(E −
12ρ u
2) = ( γ − 1)(w
3−
2ww221)
A(w) =
0 1 0
1
2
( γ − 3)u
2(3 − γ )u ( γ − 1)
1
2
( γ − 1)u
3−
ρu(E + p)
ρ1(E + p) − ( γ − 1)u
2γ u
A(w) ha autovalori λ
1= u, λ
2= u − c e λ
3= u + c dove c = q
γpρ
è la velocità
del suono per un gas perfetto
Equazione di Eulero 1D: ∂ w
∂ t + ∂ F(w)
∂ x = 0
w =
ρ ρ u
E
=
w
1w
2w
3
e F(w) =
ρ u ρ u
2+ p u(E + p)
=
w
2w22 w1
+ p
w2
w1
(w
3+ p)
dove p = ( γ − 1)(E −
12ρ u
2) = ( γ − 1)(w
3−
2ww221)
A(w) =
0 1 0
1
2
( γ − 3)u
2(3 − γ )u ( γ − 1)
1
2
( γ − 1)u
3−
ρu(E + p)
ρ1(E + p) − ( γ − 1)u
2γ u
A(w) ha autovalori λ
1= u, λ
2= u − c e λ
3= u + c dove c = q
γpρ