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Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025

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Piano Nazionale della

Prevenzione 2020-2025

Documento di analisi

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Piano Nazionale della

Prevenzione 2020-2025

Documento di analisi

Sommario

PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE 2020-2025 ... 2

DOCUMENTO DI ANALISI ... 2

1. INTRODUZIONE ... 2

PREVENZIONE: IL RUOLO DELL’IFEC ... 3

TIME-LINE ... 3

VISION E APPROCCI ... 4

2. LE AZIONI A LIVELLO CENTRALE ... 5

3. MACRO AREE ... 5

MALATTIE CRONICHE NON TRASMISSIBILI ... 5

DIPENDENZE E PROBLEMI CORRELATI (DIPENDENZA DA OPPIACEI) ... 6

MALATTIE INFETTIVE PRIORITARIE ... 6

MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PNP E DEI PRP ... 8

1. Introduzione

Il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) è parte integrante del Piano Sanitario Nazionale, e rappresenta un importante strumento strategico di programmazione del Ministero della Salute che a livello nazionale stabilisce gli obiettivi, e le linee d’azione, che saranno poi adottate a livello regionale tramite i singoli Piani Regionali della Prevenzione (PRP).

Nello specifico, il nuovo Piano 2020-2025 si configura come una cornice per l’attuazione degli interventi di sanità pubblica che, soprattutto in questa fase di crisi sanitaria da COVID-19, si rendono fondamentali a tutti i livelli di governance, per:

➢ promuovere l’integrazione delle diverse policy attraverso azioni costanti di monitoraggio e valutazione dei PRP per misurarne l’impatto nei processi e negli esiti della salute;

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3 specifiche aree di intervento, macro-obiettivi e programmi che concorrono al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Prevenzione: il ruolo dell’IFEC

Il Piano richiama espressamente anche un altro documento di indirizzo fondamentale, ovvero il Patto per la Salute 2019-2021. Infatti, la scheda n. 12 del Patto riguarda proprio la prevenzione in cui si riprendono i temi poi approfonditi dal PNP. Inoltre, il Piano Nazionale della Prevenzione richiama anche la scheda n. 8 del Patto dedicata allo sviluppo dei servizi territoriali dove si prevede il riordino della medicina generale e della pediatria di libera scelta favorendo l’integrazione con tutte le altre figure professionali compresa l’assistenza infermieristica di comunità e di famiglia. In quest’ottica, il Piano della Prevenzione dispone che per la realizzazione di processi appropriati di prevenzione e promozione della salute è necessario attuare interventi multiprofessionali che abbiano come setting privilegiati gli ambienti di vita della persona e che agiscano in modo proattivo, in rete con tutti i servizi socio sanitari e gli attori sociali del territorio, per l’utenza portatrice di bisogni sanitari e sociali inscindibilmente legati tra loro, favorendo maggiore interazione, dialogo e compartecipazione tra tutti i setting.

Il richiamo espresso da parte del Piano della Prevenzione di questa disposizione cala l’IFEC in un ruolo primario per quelle che saranno le strategie di prevenzione sanitaria pubblica.

Time-line

Il PNP, redatto dal Ministero della Salute, è stato approvato con l’intesa in Conferenza Stato-Regioni del 6 agosto. Secondo quanto stabilito dal Piano stesso, a livello operativo si prevede che:

➢ Il Ministero della Salute ha il coordinamento del Piano tramite la Direzione Generale Prevenzione sanitaria, attualmente diretta dal dott. Giovanni Rezza, che dovrà assicurare il necessario coordinamento con le ulteriori Direzioni coinvolte. Inoltre, ogni Regione dovrà individuare entro 90 giorni dall’approvazione, il coordinatore territoriale responsabile per l’attuazione dei singoli PRP.

➢ Il Ministero della Salute entro quattro mesi dall’intesa dovrà rendere disponibili i seguenti strumenti:

o piattaforma web-based dei piani di prevenzione regionali (PF); o documento operativo dell’HEA;

o indicatori degli obiettivi strategici.

➢ Le Regioni entro il 31 dicembre 2020 dovranno recepire il Piano con apposito atto, che preveda la condivisione e l’impegno all’adozione dei principi e della struttura del PNP.

➢ Entro il 31 maggio 2021 le Regioni inseriscono in PF le informazioni sulla pianificazione regionale.

➢ Entro il 31 luglio 2021 il Ministero esamina la pianificazione regionale, anche proponendo integrazioni.

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4 ➢ Entro il 31 marzo di ogni anno, dal 2023 al 2026, le Regioni documentano lo

stato di avanzamento nella realizzazione dei PRP.

La valutazione finalizzata alla certificazione del PRP è affidata al Ministero della Salute, che certifica lo stato di attuazione previo raggiungimento dei valori attesi crescenti anno dopo anno. Le Regioni dovranno destinare le risorse ivi previste, pari a 200 milioni annui, per l’attuazione del Piano, a valere sul finanziamento sanitario nazionale.

Vision e approcci

Da un punto di vista di approccio alla salute, il Piano si colloca nel filone internazionale già inaugurato dall’Agenda 2030, tenendo conto degli aspetti economici, sociali ed ambientali per sostenere un riorientamento di tutto il sistema della prevenzione, anche alla luce della crisi sanitaria da COVID-19 che ha evidenziato la vulnerabilità globale. Seguendo i principi di multidisciplinarietà e intersettorialità viene implementato un approccio c.d. One Health che tiene conto in maniera trasversale anche dei condizionamenti esterni che influiscono sulla salute delle persone. Ciò consentirebbe di creare un sistema che:

➢ orienti la prevenzione verso un approccio di promozione della salute che privilegi l’empowerment dei cittadini e capacity building;

➢ realizzi processi di prevenzione con interventi multiprofessionali, coinvolgendo figure di prossimità come l’infermiere di famiglia e comunità e altri professionisti in contatto con gli ambienti di vita della persona, che agiscono in rete coi servizi socio-sanitari e gli attori sociali del territorio;

➢ valorizzi le figure professionali attraverso concreti obiettivi organizzativi e secondo un approccio il più possibile integrato sia in termini di rete che tra le attività ospedale-territorio;

➢ valorizzi il territorio stesso al fine di permettere di rispondere con tempestività ai bisogni della popolazione, sia nell’ambito dell’emergenza infettiva sia per garantire interventi di prevenzione (quali ad es. screening oncologici, vaccinazioni);

➢ rafforzi il ruolo centrale di MMG e PLS per contrastare le disuguaglianze attraverso le attività di prevenzione, assistenza sanitaria primaria;

➢ superi l’approccio dell’assistenza primaria basata solo su MMG, in favore di forme aggregate di organizzazioni multidisciplinari;

➢ rafforzi le aziende sanitarie nelle attività di I livello (prevenzione, distretto e medicina di base);

➢ adotti sistemi di pianificazione e monitoraggio declinati su scala regionale; ➢ riduca le disuguaglianze sociali e geografiche;

➢ renda disponibili dati aggiornati sulla base del Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA.

Il PNP è basato inoltre sui seguenti approcci:

➢ life course: interventi per tutte le fasi della vita sin dalla prima infanzia; ➢ per setting: favorendo interazione tra tutti i luoghi di riferimento della

comunità (scuola, lavoro, etc.);

➢ di genere: valutando le variabili biologiche, ambientali e sociali, nonché le differenze di salute tra i sessi;

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2. Le azioni a livello centrale

Il Piano prevede una serie di azioni che verranno portate avanti dal Ministero della Salute, in collaborazione con altri Ministeri, per supportare la programmazione regionale secondo un ruolo di indirizzo e coordinamento. Tra queste si segnala in particolare:

➢ Perseguimento dell’offerta di programmi di screening oncologico (potenziamento della rete coordinata dall’ONS) su tutto il territorio nazionale e valutazione di modelli tecnico-organizzativi in nuovi ambiti di patologia. In particolare, si prevede la possibilità di definire linee di indirizzo su specifici argomenti, grazie al supporto di esperti. Si prevede inoltre la definizione dei percorsi di screening per le donne vaccinate contro l’HPV;

➢ Tavoli tecnici sulla promozione della salute secondo l’approccio “Health in all policies” per la definizione di linee di indirizzo per la promozione della salute nell’ambito di scuole e luoghi di lavoro, che prevede anche la partecipazione di Società scientifiche, Federazioni, Enti e altri Istituzioni;

➢ Implementazione del sistema di sorveglianza per l’allattamento materno al 1°, 3° e 6° mese;

➢ Tavoli tecnici per il rafforzamento della salute globale del lavoratore tesi in particolare ad un miglioramento dell’organizzazione e dell’ambiente di lavoro; ➢ Promozione e definizione di interventi in campo ambientale e sanitario; ➢ Sviluppo dell’approccio one-Health per la governance primaria post-covid e

sull’evoluzione delle epidemie.

3. Macro Aree

Per misurare l’impatto delle politiche e dei processi di valutazione il Piano individua delle macroaree di lavoro, individuando per ciascuna le strategie da attuare sia a livello di comunità che a livello individuale. Per quanto di stretto interesse, vengono individuati interventi specifici per la cronicità e le malattie infettive.

Malattie croniche non trasmissibili

Per Malattie Croniche non Trasmissibili (MCNT), si annoverano le malattie cardiovascolari, tumori, problemi di salute mentale, disturbi muscolo scheletrici, tutte le patologie derivanti da fattori di rischio (fumo, alcol, alimentazione scorretta, inattività fisica, inquinamento, etc.), le patologie cronico degenerative dovute all’invecchiamento (demenza).

A tal riguardo viene prescritto un approccio multidisciplinare ed integrato per prevenirne l’insorgenza declinato attraverso strategie per la comunità (che richiamano gli approcci del PNP espressi in premessa) e strategie per l’individuo di seguito dettagliate:

➢ maggiore centralità agli operatori sanitari attraverso la formazione continua dei professionisti coinvolti;

➢ attività di informazione, comunicazione;

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6 ➢ rafforzare il percorso già tracciato dal PNP 2014-2019 nell’assicurare maggiore

uniformità di accesso ai cittadini, attivando percorsi integrati su persone a rischio di patologia cronica e consolidando il collegamento con il Piano Nazionale della Cronicità (PNC);

➢ con riguardo alla prevenzione oncologica, prevede di proseguire nel consolidamento di programmi organizzati di screening per i tumori della cervice uterina. Nello specifico, si prevede:

o adeguamento dei protocolli di screening della cervice uterina in funzione della vaccinazione contro l’HPV;

o sviluppo di percorsi organizzati per la prevenzione del tumore della mammella su base genetica (BRCA1 e BRCA2);

o interventi di rafforzamento della formazione dei diversi operatori sanitari coinvolti ed i programmi di screening.

Dipendenze e problemi correlati (dipendenza da oppiacei)

Nell’area dedicata alle dipendenze (fumo, alcol, azzardo, etc) viene fatto riferimento anche al ricorso inappropriato di farmaci fuori prescrizione medica. In particolare, si menziona l’utilizzo di farmaci antidolorifici a base di oppiacei e degli psicofarmaci. Tra le strategie adottate dal Piano figurano:

➢ la promozione di interventi di prevenzione con piani di azione integrati tra i vari Dipartimenti, gli Enti Locali, le associazioni e il terzo settore;

➢ la promozione di una crescita culturale sui fenomeni, distinti, di abuso e dipendenza;

➢ la diffusione di buone prassi e di interventi evidence-based nelle scuole, anche con la formazione condivisa fra operatori sanitari e insegnanti;

➢ il consolidamento della messa a regime di un sistema organico di programmi e interventi di Riduzione del Danno.

Malattie infettive prioritarie

L’area dedicata passa in rassegna le maggiori malattie infettive prevedendo delle azioni specifiche di prevenzione. Si premette che ancora oggi rappresentano una delle cause di malattia, disabilità e morte. Di seguito una lista delle aree di intervento:

➢ Covid-19: si sottolinea la necessità di adeguare il SSN con risorse e organizzazione ad hoc per far fronte all’emergenza.

➢ Malattie prevenibili da vaccino (MPV): pur essendo in calo, le malattie invasive batteriche (MIB) rimangono una minaccia per la sanità pubblica; ➢ Infezioni sessualmente trasmissibili (IST): vengono identificati i sintomi e i

dati relativi all’incidenza delle maggiori patologie ad esse correlate. Tra queste si annovera l’HIV riportando come l’OMS abbia raccomandato l’offerta del a tutte le persone con IST;

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7 ➢ Epatiti virali B e C: sono responsabili del 78% dei casi di tumore primitivo del

fegato. È necessaria una serie di interventi che spaziano dall’identificazione precoce dei casi e dalla promozione dell’immunizzazione attiva e della profilassi, allo screening delle donne in gravidanza e all’appropriatezza dei trattamenti terapeutici, oltre che al monitoraggio degli esiti degli interventi; ➢ Antimicrobico-resistenza (AMR): rimane un’emergenza globale avverso la

quale l’OMS promuove un approccio One Health, già recepito con il Piano nazionale di contrasto dell’AMR (PNCAR) della Conferenza Stato-Regioni 2017. Si auspica che il Piano possa armonizzare le strategie in atto in tutto il Paese;

➢ Infezioni correlate all’assistenza (ICA): rimane alto il rischio infettivo associato all’assistenza. Secondo l’OMS l’impatto clinico-economico è molto negativo (degenza prolungata, disabilità, aumento AMR, costi aggiuntivi e mortalità in eccesso). Vengono identificati i fattori di rischio determinanti per le ICA: l’esposizione all’agente eziologico, la presenza di soggetti suscettibili nella popolazione generale e in sottogruppi, i comportamenti individuali, la compliance degli operatori sanitari nelle pratiche assistenziali e la vulnerabilità del sistema di risposta alle emergenze infettive.

Con riferimento alle strategie invece:

➢ Rafforzamento e miglioramento attività di sorveglianza: tale obiettivo è declinato in una serie di azioni, fra cui:

o il completamento del nuovo sistema di segnalazione delle malattie infettive (DPCM 3 marzo 2017);

o integrazione fra sorveglianza epidemiologica e di laboratorio, nonché fra sorveglianza umana, veterinaria e ambientale;

o implementazione attività di diagnostica molecolare a fini di sanità pubblica;

o identificazione laboratori nazionali di riferimento per le malattie prioritarie e promozione di network di laboratori;

o condividere le informazioni sui focolai epidemici a livello nazionale e internazionale (tramite ECDC e EFSA) e sviluppare linee guida per l’indagine degli stessi;

o sorveglianza epidemiologica epatiti B e C, tramite aumento test di screening e azioni di comunicazione e prevenzione;

o programmi di prevenzione combinati per contrastare l’HIV;

➢ Attenzione alla protezione delle persone a rischio per patologie croniche, età o stati di riduzione delle difese immunitarie.

➢ Organizzazione per le emergenze infettive: si sviluppano azioni di prevenzione (mirate alla riduzione dei rischi) e di preparazione alle emergenze; ➢ Rafforzamento e miglioramento monitoraggio coperture vaccinali:

completamento anagrafi vaccinali informatizzate nazionali e regionali;

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8 ➢ Comunicazione al pubblico e formazione degli operatori sanitari: azioni di

comunicazione articolate su più livelli e iniziative di formazione specifiche per i professionisti del settore

➢ Coordinamento e integrazione funzionale: tra i diversi livelli istituzionali e le varie competenze territoriali nell’attuazione degli interventi di prevenzione.

Monitoraggio e valutazione del PNP e dei PRP

Il PNP 2020-2025 si fonda su una valutazione puntuale delle ricadute per Regioni e Aziende sanitarie. Il monitoraggio è affidato agli indicatori dei PRP, coerenti con gli obiettivi del Piano, che viene affiancato alla valutazione di risultato del PNP - a livello nazionale e locale.

Gli obiettivi sono: documentare e valutare i risultati di salute ed equità raggiunti, a livello nazionale e regionale; monitorare, documentare e valutare processi definiti e implementati a livello centrale e regionale; rispondere alle finalità di verifica del sistema degli adempimenti LEA e di monitoraggio del Nuovo Sistema di Garanzia.

Il sistema di monitoraggio dei PRP è legato ai vari Programmi predisposti: si tratta di unità elementari d’azione stabilite al fine di coprire tutti gli obiettivi del PNP, in coerenza con le sue linee strategiche.

Alcuni Programmi, c.d. “Predefiniti” (PP), sono vincolanti ed omogenei per tutte le Regioni: lo scopo è di rafforzare le sinergie fra PNP, nuovi LEA e Piani di settore e Documenti di programmazione nazionale. A questi Programmi si aggiungono i c.d. Programmi “Liberi” (PL), sussidiari rispetto ai primi ed ai loro obiettivi strategici. Nello specifico, si individuano i seguenti PP vincolanti di cui per ciascuno sono previste delle schede dettagliate di riferimento:

➢ PP1: Scuole che Promuovono Salute; ➢ PP2: Comunità Attive;

➢ PP3: Luoghi di Lavoro che Promuovono Salute; ➢ PP4: Dipendenze;

➢ PP5: Sicurezza negli ambienti di vita; ➢ PP6: Piano mirato di prevenzione;

➢ PP7: Prevenzione in edilizia e agricoltura;

➢ PP8: Prevenzione del rischio cancerogeno professionale, delle patologie professionali dell’apparato muscolo-scheletrico e del rischio stress correlato al lavoro;

➢ PP9: Ambiente, clima e salute;

➢ PP10: Misure per il contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza.

Riferimenti

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