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I modelli tradizionali del commercio internazionale

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Academic year: 2021

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(1)

I modelli tradizionali del commercio internazionale

Risultati

Il commercio internazionale segue i VC (Ricardo e neoclassico) I VC sono determinati dalle dotazioni fattoriali (HO)

L’integrazione commerciale è vantaggiosa per entrambi i Paesi

Cose NON spiegate

Commercio intra-settoriale (intra-industriale) Non tutto il commercio è spiegato

Vi sono effetti redistributivi interni a ciascun Paese (FS e HO)

Commercio intra-firm (interaziendale)

Verifiche empiriche non sempre favorevoli

(2)

Commercio inter-aziendale

commercio internazionale in prodotti semilavorati

• Intra-firm trade (definizione OECD).

– Intra-firm trade consists of trade between

parent companies of a compiling country with

their affiliates abroad and trade of affiliates

under foreign control in this compiling country

with their foreign parent group.

(3)

Imprese multinazionali

Commercio inter-aziendale

commercio internazionale in prodotti semilavorati

(4)

Domanda a monte

Perché esistono le grandi imprese capitalistiche?

proces s o di produzione tras formazione fis ica e/o economica

INPUT OUTPUT

Il Processo di produzione come una scatola nera

Impresa neoclassica

L’impresa è una struttura che trasforma gli input o fattori

produttivi che acquista sul mercato in output o prodotti che vende sul mercato

(5)

Impresa

automobilistica

Acciaio Plastica Pelle

Fili elettrici Ingegneri Operai

…….

Capitale finanziario Macchinari Presse

……

Modello 1 Modello 2

…..

Modello n Teoria dell’impresa

Impresa neoclassica

L’impresa si procura tutti i suoi input sul mercato senza sottoscrivere con loro rapporti contrattuali di lungo periodo e senza internalizzarli nell’impresa

(6)

Teoria dell’impresa

Esempio 1

Progettazione nuovo modello

a) Bando di gara fra tutti gli ingegneri e gli studi di ingegneria (soluzione di mercato)

b) Contratto di lungo periodo con una società di progettazione industriale (soluzione esterna)

c) Creazione di un reparto di progettazione e sviluppo interno all’impresa (soluzione interna)

Vantaggi: mercato competitivo, massima flessibilità

Svantaggi: elevati costi di transazione, pericolo di diffusione di informazioni di valore, nessun apprendimento dinamico

a)

Vantaggi: minori costi di transazione, maggior apprendimento dinamico,

Svantaggi: costi di transazione, pericolo di diffusione di informazioni di valore, problema dell’hold -up

b)

(7)

Vantaggi: nessun costo di transazione, apprendimento dinamico, maggiori e più rapide sinergie con gli altri reparti

Svantaggi: possibile perdita di economie di scala, minore flessibilità, costi generali e organizzativi, lentezze burocratiche

c)

L’esistenza di grandi imprese che internalizzano alcuni processi produttivi si può giustificare solo in presenza di imperfezioni.

a) costi di transazione, b) razionalità limitata,

c) informazione imperfetta e asimmetrica e incompletezza contrattuale d) capitale specifico,

e) monopolio e oligopolio

Teoria dell’impresa

(8)

L’istituzione impresa nasce quando è più conveniente sostituire relazioni di mercato con relazioni interne all’impresa basate sul principio gerarchico

confini dell’impresa:

grado di integrazione verticale e orizzontale dell’impresa Teoria dell’impresa

(9)

Come in tutte le scelte economiche, il

comportamento razionale delle imprese sarà il risultato dell’interazione dialettica fra

 costi di diventare MNE

 vantaggi di diventare MNE

Perché le imprese diventano multinazionali

presentiamo costi e vantaggi del divenire MNE

(10)

quando l’impresa duplica all’estero solo una fase specifica del processo produttivo

in questo caso l’impresa non solo effettua FDI ma anche commercio internazionale

Investimenti Orizzontali Distinguiamo fra

Investimenti Verticali

quando l’impresa duplica la produzione in uno o più stabilimenti esteri, mantenendo in ciascuno stabilimento la stessa filiera

produttiva

la duplicazione non è mai perfetta perché c’è una parte della produzione che è un bene pubblico

(11)

Paese 1 Paese 2

H

F

H headquarter dell’impresa (spese generali: direzione, R&S,

marketing…)

F impianto dell’impresa (spese connesse alla produzione)

L’impresa può servire il mercato estero attraverso le esportazioni (che avranno ovviamente un costo)

Impresa che rimane nazionale

τ

costo di trasporto

Impresa che voglia servire il mercato estero

(12)

Firm-specific Assets

Conoscenze tecnologiche, marchi, capacità organizzativa che possono essere utilizzate senza costo (o a costi

molto contenuti) da un nuovo impianto della stessa impresa.

Non devono essere duplicati.

Assets intangibili che rappresentano il “knowledge capital” dell’impresa

Ad essi sono associati costi fissi a livello d’impresa H

(13)

Paese 1 Paese 2

H

F

H headquarter dell’impresa (spese generali: direzione, R&S,

marketing…)

F impianto dell’impresa (spese connesse alla produzione)

L’impresa apre un secondo impianto nel Paese 2 F

Impresa che diventa multinazionale Investimento orizzontale

(14)

Paese 1 Paese 2

H c

H headquarter dell’impresa (spese generali: direzione, R&S,

marketing…)

c costo prima fase della produzione

L’impresa può servire il mercato estero attraverso le esportazioni (che avranno ovviamente un costo)

Impresa che rimane nazionale

a a costo seconda fase della

produzione (ad es. assemblaggio)

Il processo produttivo si compone di 2 fasi

(15)

Paese 1 Paese 2

H c

H headquarter dell’impresa (spese generali: direzione, R&S,

marketing…)

c costo prima fase della produzione

Impresa nazionale che usa aziende estere

Pa

impresa locale

Pa prezzo pagato ad un’azienda del Paese 2 per l’assemblaggio

In questo caso l’impresa “appalta” una parte del processo produttivo

all’estero. L’impresa in questione non si può considerare un’impresa

multinazionale

τ

c e

τ

a costi di trasporto

Commercio in beni

intermedi tipico di questa fase della globalizzazione Non è commercio intra- aziendale

(16)

Paese 1 Paese 2

H c

H headquarter dell’impresa (spese generali: direzione, R&S,

marketing…)

c costo prima fase della produzione

a

impianto MNE

a costo pagato per l’assemblaggio dalla MNE nel Paese 2 con un suo impianto

L’impresa in questione si può considerare

un’impresa multinazionale Impresa che diventa multinazionale

Investimento verticale

τ

c e

τ

a costi di trasporto

Commercio intra-aziendale

(17)

Economie di scala a livello di impianto

Economie di scala a livello di impresa

All’aumentare della dimensione dell’IMPIANTO diminuiscono i costi medi i produzione

All’aumentare della dimensione dell’IMPRESA diminuiscono i costi medi i produzione

Se esistono forti ES d’impianto la dispersione

geografica di tipo orizzontale è costosa perché si perdono i vantaggi dei rendimenti di scala

(18)

Costo della dispersione geografica

 si perdono economie di scala: nel caso

dell’investimento orizzontale se vi sono delle economie a livello di impianto vanno perdute

 si perdono economie d’integrazione: nel caso

dell’investimento verticale vi sono maggiori costi di comunicazione, di trasporto, maggiore lentezza del processo produttivo

Più in generale vi costi generale legati alla

lingua, al diverso sistema legale, all’incertezza politica, etc.

Il costo di diventare multinazionale

(19)

I vantaggi dei FDI li possiamo vedere distinguendo 4 tipi diversi di FDI

1) MOTIVATI DALLA RICERCA DI RISORSE PRODUTTIVE

si investe all’estero per acquisire una risorsa di maggiore qualità e/o di minor costo di quelle ottenibili all’interno, per aumentare la competitività dell’impresa

a) risorse fisiche e naturali (ENI: petrolio), ma anche ad es. località turistiche

b) forza lavoro: lavoratori poco qualificati o mediamente qualificati, non solo nell’industria ma anche nei servizi (vedi call center in India, o Albania)

c) per acquisire capacità tecnologiche e manageriali e lavoratori altamente qualificati

(20)

I vantaggi dei FDI li possiamo vedere distinguendo 4 tipi diversi di FDI

2) MOTIVATI DALLA RICERCA DI UN MERCATO DI SBOCCO

per conquistare un mercato che a causa di

a) alti dazi doganali (investimenti giapponesi in Europa negli anni 70), b) alti costi di trasporto e transazione di varia natura,

c) grandezza e importanza del mercato,

d) della necessità di adattare i prodotti ai gusti e agli usi locali

non conviene servire tramite esportazioni ma è preferibile una produzione in loco

(21)

I vantaggi dei FDI li possiamo vedere distinguendo 4 tipi diversi di FDI

2) MOTIVATI DALLA RICERCA DI UN MERCATO DI SBOCCO Investimenti strategici  investimento in un mercato estero come

parte della strategia globale di produzione e marketing sia difensiva che aggressiva

(22)

I vantaggi dei FDI li possiamo vedere distinguendo 4 tipi diversi di FDI

3) MOTIVATI DALLA RICERCA DELL’EFFICIENZA

allo scopo di razionalizzare la struttura di un investimento già effettuato per le due motivazioni precedenti

Generalmente sono di 2 tipi

a) per trarre vantaggio dalle differenze di costo e dotazione di fattori produttivi fra i vari Paesi

b) per sfruttare economie di scala e di scopo e per diversificare il rischio

(23)

I vantaggi dei FDI li possiamo vedere distinguendo 4 tipi diversi di FDI

4) MOTIVATI DALLA RICERCA DI ASSETS STRATEGICI

attraverso l’acquisto di assets di compagnie straniere possono realizzare obiettivi strategici di lungo periodo

L’obiettivo non è tanto (o non solo e non principalmente) quello di sfruttare vantaggi specifici in termini di costi e di marketing,

quanto quello di arricchire e diversificare il portafoglio di attività sia tangibili che intangibili dell’impresa per meglio posizionarla sul mercato mondiale nei confronti dei suoi competitors.

(24)

I vantaggi dei FDI li possiamo vedere distinguendo 4 tipi diversi di FDI

4) MOTIVATI DALLA RICERCA DI ASSETS STRATEGICI

In casi specifici questa motivazione è quella dominante nelle decisioni di effettuare FDI

a) un’impresa può entrare in alleanza con un’altra per evitare che lo faccia un’impresa rivale o per coalizzarsi contro una comune

rivale;

b) un’impresa può acquisire una serie di imprese fornitrici di prodotti intermedi per controllarne il mercato;

c) un’impresa può acquisire un’impresa locale che produce prodotti complementari per ampliare la gamma di prodotti offerti

d) Un’impresa può trovare conveniente allearsi con una impresa locale per motivi di opportunità politica

e) ….

(25)

La questione non è semplice

La natura dell’impresa, come organismo complesso che sostituisce a relazioni di mercato relazioni che avvengono all’interno, è difficile da spiegare in termini economici

In un mondo perfetto (in termini della teoria economica) non c’è necessità di un’impresa moderna e quindi nemmeno di una MNE perché tutto avviene efficientemente nel mercato

In un mondo imperfetto le imprese possono trovare conveniente sostituire relazioni gerarchiche interne all’imprese alle relazioni di mercato.

Come risolvere il trade-off fra vantaggi e costi della dispersione geografica dell’impresa?

(26)

Internalizzazione e MNE

• Le relazioni gerarchiche all’interno dell’impresa sono un modo alternativo rispetto al semplice mercato per

coordinare le attività che creano valore per l’impresa attraverso i confini internazionali

• Le imprese diventeranno MNE quando percepiranno che i vantaggi netti dal possesso congiunto di attività estere e interne e il loro coordinamento interno siano superiori ai vantaggi netti del ricorso alle transazioni esterne

all’impresa.

(27)

Paese 1 Paese 2

H

c Pa

impresa locale

In questo caso l’impresa

“appalta” una parte del processo produttivo all’estero.

Paese 1 Paese 2

H

c a

FDI

In questo caso l’impresa internalizza il processo produttivo.

(28)

• Quando può essere vantaggiosa l’internalizzazione?

– Assicurare la qualità dei prodotti finali, quando vi sia ad esempio il valore di un asset (il marchio) da

difendere (forward integration)

– Assicurare una stabile fornitura di materia prima di qualità (backward integration)

– Quando non si voglia rischiare di disperdere il

patrimonio conoscitivo dell’impresa, valutato come l’asset principale

Teoria dell’internalizzazione

(29)

FDI verticali ed outsourcing

Sono caratterizzate da RdS di impianto, necessitano di lavoro qualificato, ad alta intensità di capitale

Ad alta intensità di lavoro, per lo più poco qualificato

La catena della creazione del valore

(30)

FDI verticali ed outsourcing

La catena della creazione del valore

A seconda di quanto siano:

a. i differenziali nel costo del lavoro b. i costi di trasporto

c. gli altri costi della outsourcing (costi di coordinamento, di decentramento, da maggiore incertezza, etc)

produzione

all’estero produzione

all’interno

Quanto esternalizzare

(31)

Offerta

Domanda relativa prima

S/L (a) Paese interno

A

WS/WL

B

Effetto della esternalizzazione all’estero della produzione sui salari

Aumento della forbice fra i salari dei lavoratori qualificati (WS) e quelli dei non qualificati (WL)

La domanda relativa di lavoro qualificato aumenta perché il lavoro all’interno è richiede maggiore qualifica di prima

Domanda relativa dopo

Cresce il differenziale salariale

(32)

Offerta

Domanda relativa prima

S/L (a) Paese estero

A

WS/WL

B

Effetto della esternalizzazione all’estero della produzionesui salari

Aumento della forbice fra i salari dei lavoratori qualificati (WS) e quelli dei non qualificati (WL)

Il lavoro prodotto dalla multinazionale che ha delocalizzato comporta

comunque l’uso di manodopera relativamente più qualificata

Domanda relativa dopo

Cresce il differenziale salariale anche nel paese dove si è delocalizzato

(33)

Effetto della esternalizzazione all’estero della produzione sui salari

Salario relativo degli impiegati rispetto agli operai nell’industria manifatturiera americana

(34)

Effetto della esternalizzazione all’estero della produzionesui salari

Salario relativo degli impiegati rispetto agli operai nell’industria manifatturiera messicana

Messico

(35)

Effetto della esternalizzazione all’estero della produzionesui salari

Nota

Il commercio internazionale e la delocalizzazione produttiva non sono la solo spiegazione del fenomeno

Anche la rivoluzione tecnologica (uso dei computer e delle nuove

tecnologie), ha aumentato la domanda di lavoratori qualificati rispetto a quelli non qualificati

Entrambi sono rielvanti e non è facile quantificare l’effetto di ciascuno

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