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IL DIRITTO AL GIOCO E ALLO SPORT DEI BAMBINI E RAGAZZI CON DISABILITA’ SINTESI DI QUANTO EMERSO NELLA RILEVAZIONE NAZIONALE:

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IL DIRITTO AL GIOCO E ALLO SPORT DEI BAMBINI E RAGAZZI CON DISABILITA’

SINTESI DI QUANTO EMERSO NELLA RILEVAZIONE NAZIONALE:

1. Si evidenzia una rilevante differenza tra nord e sud Italia, sia nella diversa considerazione dell’importanza del gioco e dello sport da parte delle famiglie che nella diversa attenzione da parte delle istituzioni e nell’effettiva accessibilità di spazi e servizi. Complessivamente, al nord vi è maggiore consapevolezza nelle famiglie e maggiore attenzione da parte di servizi e istituzioni e, pur permanendo significativi problemi, migliore accessibilità. Soprattutto al sud, i genitori (ma anche i ragazzi a sviluppo tipico) tendono a connotare il gioco e lo sport come elemento riabilitativo e non come azione di piacere e divertimento, attività fine a se stessa e fondamentale come tale per lo sviluppo neuro psico motorio del bambino e del ragazzo con disabilità.

2. Si evidenzia una differenza tra accesso al gioco e accesso allo sport, e tra disabilità motoria e altre tipologie di disabilità. L’accesso allo sport, pur insufficiente, è comunque maggiormente garantito dell’accesso al gioco, e l’accesso ad entrambi, pur critico, è nettamente maggiore per le disabilità motorie rispetto alle disabilità intellettive, comunicative e ai disturbi dello spettro autistico.

3. La cultura del gioco (soprattutto spontaneo) come elemento costituivo di processi educativi e sociali per la salute e il benessere del bambino e ragazzo con disabilità è ancora assai poco diffusa, soprattutto al sud.

4. La cultura dello sport appare un po’ più diffusa di quella del gioco, ma comunque non in modo sufficiente.

5. Mancano attenzioni pedagogiche su come supportare la possibilità di gioco in modo specifico a seconda delle diverse tipologie di disabilità, ed in particolare per quanto riguarda la disabilità intellettiva, il disturbo dello spettro autistico, i disturbi della comunicazione e comunque le disabilità complesse.

6. Le agenzie deputate non contemplano percorsi di formazione specifici su gioco e sport e disabilità per i bambini e ragazzi con disabilità.

7. I parchi gioco inclusivi sono ancora poco diffusi, soprattutto al sud, e sono prevalentemente centrati sulla accessibilità per la disabilità motoria o sensoriale, poco sulle disabilità intellettive o sui disturbi dello spettro autistico, e non esauriscono la risposta alle molteplici richieste di gioco e socializzazione dei bambini e dei ragazzi con disabilità.

8. I luoghi al chiuso e gli spazi di gioco adeguati ai bisogni di ragazzi con disabilità di età superiore agli 8/9 anni sono particolarmente carenti.

9. Mancano normative e politiche adeguate, nonchè risorse dedicate che connettano il territorio su progetti inclusivi (scuole, Terzo settore, associazioni sportive).

10. Le famiglie di bambini e ragazzi con disabilità non sono coinvolte nella stesura dei Piani di Zona, e questo rappresenta un elemento di criticità, che non salvaguarda il diritto al gioco e allo sport dei bambino e dei ragazzi con disabilità

11. Manca una mappatura e una messa in rete di spazi, esperienze, attività di gioco e sport dedicati alla disabilità

12. Manca una corretta e capillare informazione sulle risorse accessibili e sulle opportunità fruibili

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