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L'antidoto alla crisi? Il fotovoltaico - pdf

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D N E WS w w w. d n ews .e u

44 tel. 06 45543900 GIOVEDÌ 13_N OV E M B R E _ 2008

Energia In Italia il mercato che sfrutta i raggi solari continua a registrare tassi di crescita: + 92.8 per cento nel 2007

L’ antidoto alla crisi? Il fotovoltaico

Nonostante gli allarmi della finanza mondiale le rinnovabili continuano a essere l’affare del futuro.

Soprattutto nel Belpaese.

>>

Angelo Di Mambro Milano

C’è la crisi? Buttiamoci sul fo- tovoltaico. Nonostante le sti- me al ribasso di New Energy Finance, società di ricerche di mercato di stanza a Londra, in Italia le rinnovabili sono un’af - fare. Soprattutto il fotovoltai- co. E potrebbe esserlo ancora di più, con qualche piccolo ac- corgimento normativo.

Andiamo con ordine. Secon- do il New Energy Finance le compagnie produttrici di energia rinnovabile hanno ri- cevuto 13 miliardi di dollari di investimenti dall’inizio dell’anno. Una cifra in aumen- to rispetto al 2007, quando erano fermi a 9,3 miliardi. Ma la diminuzione degli investi- menti globali conseguenza della crisi però ha iniziato a farsi sentire, specialmente sui venture capital, i capitali di ri- schio che hanno subito una contrazione. Dal secondo al terzo trimestre 2008 i finan- ziamenti sono diminuiti di più di 6 miliardi di dollari (da 23,2 a 17,8). Il punto è che con il prezzo del petrolio che crolla, la produzione di energia rin- novabile, che ha un prezzo me- dio sul chilowatt/ora più alto, comincia a sembrare troppo c o st o sa .

In controtendenza

In Italia invece, secondo gli utlimi dati del Gse, il gestore dei servizi elettrici, in Italia è boom di solare: terzo posto in Europa con 39 GWh (gigawatt all’ora) prodotto. Come si spie- ga? «Bisogna considerare il lungo periodo - dice Leonardo Berlen del Kyoto club, orga- nizzazione no profit impegna- ta nella promozione del noto Protocollo -. Il calo del prezzo del petrolio non è dovuto a un aumento dell’offerta ma a un crollo della domanda, essen- zialmente negli Usa, che con- sumano un quarto dell’oro ne- ro mondiale. Ma nel medio pe- riodo risalirà e le rinnovabili saranno ancora un affare».

E il fotovoltaico? «È un esempio perfetto per capire cosa significa ragionare sul lungo periodo: ogni 2 anni rad- doppia la potenza installata e abbiamo notato che i costi di produzione diminuiscono del 20%. Non i prezzi, sottolineo, i

costi di produzione. Quelli che rendono appetibile investire su questa forma di produzione energetica. Poi bisogna consi- derare la ricerca. Il fotovoltai- co che conosciamo sarà vec- chio nel giro di qualche decen- nio». E anche i giganti dell’in - formatica si stanno muoven- do: Ibm e Intel hanno già fatto il loro ingresso nell’i n d u st r i a , mentre si fanno i nomi di Sam- sung, LG Electronics e Advan- ced Micro Devices.

L’attuale tecnologia per cat- turare l’energia del sole si basa sul silicio cristallino, ma centri di ricerca e università stanno lavorando sulle celle organi- che e sui film sottili. Dal trat- tamento delle superfici delle celle con il pigmento del mir- tillo, all’impiego di un polime-

L’esper to

Non sono molti in Italia a occuparsi di economia dell’energia. Insegna alla Bocconi a Milano e all’Università di Padova. Gli abbiamo chiesto se la crisi inciderà così tanto sul futuro del settore. «Mi sembra prematuro - dice il professore - affermare ora, a poche settimane dallo scoppio della

“bolla”, che la crisi invertirà totalmente l’orientamento a ridisegnare il sistema

energetico verso la

sostenibilità». Anzi Lorenzoni rilancia: «Sono convinto che la crisi sul lungo periodo favorirà gli investimenti sulle fonti rinnovabili perché hanno ritorni certi». L’Italia potrebbe giocare un ruolo importante?

«Da noi viaggia veloce il fotovoltaico, e le risorse impiegate sul solare crescono - sottolinea Lorenzoni - perché funziona il conto energia (l’incentivo che consente di guadagnare producendo il solare in proprio, ndr), anche sugli impianti piccoli.

Purtroppo per le altre rinnovabili molti investimenti sono fermi ma non per la crisi dei mercati internazionali.

Piuttosto per la mancata emanazione dei decreti attuativi. Quelli sulle biomasse, per esempio non hanno definito le condizioni per la filiera corta. Insomma ci sono ostacoli di carattere a m m i n i st ra t i vo » .

Arturo Lorenzoni: «Il “conto energia”

funziona anche per gli impianti piccoli»

Lo studioso: «Restano però vincoli di tipo amministrativo»

Costi più economici A rendere appetibile questo settore verde l’a b b a s sa m e n t o dei costi di produzione

L i fe

Aiuti in calo I finanziamenti dal secondo trimestre del 2008 sono scesi di 6 miliardi di dollari

ro che ha le stesse caratteri- stiche elettriche di un wafer di silicio, a pellicole trasparenti a base di telloruro di cadmio che, racchiuse fra lastre di ve- tro, catturano i raggi del sole producendo elettricità, all’im - piego di nanotecnologie che fanno presagire scoperte di portata rivoluzionaria in ogni campo. Questi sono i filoni di ricerca e sviluppo aperti. Ma quando precisamente? «Se parliamo di celle organiche - continua Berlen -, sempre che tutto vada bene, un primo pro- totipo potrebbe esserci tra tre o quattro anni. Vuol dire dif- fusione di massa tra 10 anni.

Comunque almeno fino alla metà del prossimo decennio la tecnologia sarà la stessa di og- gi».Intanto il fotovoltaico cre- sce. Almeno da noi. Sempre se- condo i dati del Gse nel 2007 l’Italia ha quasi raddoppiato la propria capacità (+92,8%). La Germania è sempre al top in Europa, con 4.300 GWh, se- conda la Spagna con 166 e poi l’Italia. «Da noi - conclude Berlen - si prevede una cre- scita costante, a differenza de- gli altri due paesi con un in- cremento medio annuo del 119% rispetto al 26% della me- dia degli altri Paesi Ue». <<

Boom

Il solare italiano: +92,8%

della produzione_LAPRESSE

R i n n ova b i l i

Consentono incentivi e ritorni economici certi _ D N E WS

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