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f o c u s o n

14 n M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVII numero 4 - 2020

L

a maggior parte delle fami- glie italiane entrate in con- tatto con il Covid-19 ha pre- ferito rivolgersi al medico di medi- cina generale piuttosto che ai con- tatti forniti a livello nazionale e lo- cale; il 44% di chi ha scelto i nu- meri istituzionali riporta un giudi- zio negativo, mentre soltanto il 16% si dichiara pienamente soddi- sfatto delle risposte ricevute. So- no alcuni dei dati che emergono dall’indagine realizzata dalla Fon- dazione The Bridge attraverso un questionario, basato su un cam- pione di 2.600 risposte pervenute da tutto il territorio nazionale, per indagare sulla percezione dei citta- dini in merito alla qualità dei servi- zi sanitari, modalità di accesso alle strutture e modalità di comunica- zione in tempo di emergenza pan- demica.

Secondo le risposte fornite dagli italiani, nei casi in cui un familiare si sia ammalato di Covid-19, ben il 49% non ha ricevuto indicazioni sulle procedure da seguire e solo il 5% ha tenuto uno stretto regime di quarantena. Tra chi, inoltre, è stato messo in quarantena obbli- gatoria, solo nell’1% dei casi c’è stata una verifica dell’aderenza.

“Sono dati allarmanti quelli che emergono dalla nostra indagine - afferma Rosaria Iardino, presi-

dente della Fondazione The Brid- ge - . Oltre alla solita mancanza di fiducia nell’informazione istituzio- nale, che conferma i dati raccolti all’inizio dell’emergenza da Coro- navirus, molte delle criticità rile- vate riguardano l’offerta del siste- ma sanitario, soprattutto per chi prima di questa crisi presentava già patologie croniche o tempora- nee in fase di emergenza”.

þLe liste d’attesa

“Dal campione molto ampio che ha risposto al nostro questionario - continua Iardino - risulta che la maggior parte di coloro che ave- vano già prenotato visite speciali- stiche presso strutture sanitarie ha preferito rimandarle o cancel- larle. Addirittura il 55% di chi pre- senta patologie croniche ha affer- mato di aver avuto difficoltà ad accedere ad accertamenti o esa- mi, così come il 65% ha dichiara- to di aver avuto tempi di attesa più lunghi”.

“Questo pone un serio problema su tutto il sistema sanitario, nell’immediato e per il futuro.

L’intero sistema è già sotto stress, il rischio che finisca al col- lasso una volta terminata l’emer- genza o che non sia più in grado di assorbire la regolare routine è reale. Bisogna già adesso aprire

una seria riflessione su quanto potrebbe accadere nei prossimi mesi riguardo alla gestione delle liste d’attesa, sia per pazienti sani che avevano programmato le visi- te e i controlli che, soprattutto, per quelli con patologie croniche che hanno necessità di continue cure”.

þInformazione e comunicazione

Il 42% degli intervistati valuta le notizie fornite dagli organismi isti- tuzionali sulla pandemia poco chiare o addirittura contradditto- rie. Si fa sentire la mancata for- mazione soprattutto a livello isti- tuzionale rispetto alla cosiddetta gestione della comunicazione dell’incertezza, punto focale sot- tolineato nei documenti di readi- ness and response prodotti dall’Oms proprio per far fronte all’emergenza. Rendere partecipe la cittadinanza dell’impossibilità di produrre dati certi, permette al comunicatore di mantenere un margine di errore accettabile e pur sempre colmabile in fase suc- cessiva; non riconoscere pubbli- camente l’incertezza né, tanto meno, l’eventuale smentita di precedenti affermazioni date per certe, causano sfiducia e disagio nell’ascoltatore.

La maggior parte delle famiglie italiane entrate in contatto con il Covid-19 ha preferito rivolgersi al medico di famiglia piuttosto che ai contatti forniti a livello nazionale e locale.

È uno dei dati emersi da una recente indagine realizzata a livello nazionale dalla Fondazione The Bridge

Anche in tempo di pandemia gli italiani

scelgono il medico di famiglia

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