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2 Q D GI M

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Academic year: 2021

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Testo completo

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G I D M

Storia clinica

Il paziente è un uomo di 36 anni, fumatore di circa 10 sigarette al giorno, obeso, affetto da circa dieci anni da sindrome depressiva in trattamento con sertralina e da tre anni da psicosi cronica con deliri di riferimen- to e di persecuzione controllati dalla terapia con alo- peridolo depot. Nell’ultimo anno sono stati segnalati tentativi anticonservativi di tipo dimostrativo e per questo il paziente è regolarmente seguito presso il servizio di Igiene Mentale di zona.

Soffre di insonnia da addormentamento e spesso fa abuso di benzodiazepine (circa 25 mg di lorezepam al dì).

Nel luglio 2001 il paziente viene alla nostra osserva- zione per la persistenza di poliuria, polidipsia e nau- sea insorta una settimana prima del ricovero e per la comparsa di sopore.

Esame obiettivo

Il paziente si presenta soporoso ma facilmente risve- gliabile, orientato nel tempo e nello spazio (CGS 13).

L’esame obiettivo generale risulta nella norma se non per la presenza di segni di disidratazione: secchezza delle fauci e delle mucose. I polsi periferici sono normo- e isosfigmici. L’esame neurologico non evi- denzia segni di lato o di irritazione meningea.

Si segnala obesità di tipo centrale (BMI 33 e WHR 1,2) e ipertensione arteriosa (PAO 150/90)

Esami di laboratorio e strumentali

Gli esami ematochimici evidenziano: iperglicemia (523 mg/dL), insufficienza renale lieve (creatinine- mia 1,6 mg/dL), iponatriemia (124 mEq/L), lieve iperkaliemia (5,7 mEq/L), leucocitosi (WBC 11.000

mm

3

/L), aumento degli indici di flogosi (fibrinoge- nemia 660 mg/dL, PCR 12 mg/dL), iperuricemia (9,4 mg/dL), ipertrigliceridemia (2615 mg/dL), ipercolesterolemia (366 mg/dL), riduzione del cole- sterolo HDL (24 mg/dL) e normocloremia (100 mEq/L). L’emogas-analisi mostra una acidosi meta- bolica non compensata con GAP anionico aumenta- to (pH 7,148 - PCO

2

28,1 mmHg - PO

2

98 mmHg - HCO

3-

9,5 mmol/L).

L’esame delle urine segnala glicosuria (4+/4+) e che- tonuria marcata (4+/4+).

Diagnosi

Chetoacidosi in diabete mellito di primo riscontro.

Trattamento

Il trattamento della chetoacidosi diabetica verte su tre punti:

1. integrazione di liquidi

2. adeguata somministrazione di insulina al fine di bloccare la chetogenesi

3. reintegro di potassio

1. il paziente è stato trattato con bolo di soluzione fisiologica (1000 mL/h nelle prime due ore di rico- vero) e successivamente a velocità di infusione di 84-100 mL/h.

2. la glicemia, dopo il bolo di liquidi, si è ridotta a valori di 380 mg/dL. È stata iniziata l’infusione di insulina ev (insulina rapida 50 U in 500 mL di solu- zione fisiologica) a un dosaggio di 5 U/h, sino a valori di glicemia intorno ai 250 mg/dL quando si è iniziata la somministrazione in parallelo di solu- zione glucosata 5% 500 mL a 100 mL/h e l’infusio-

Caso clinico

23, 145-147, 2003

Q UANDO UN ESORDIO DI DIABETE

CON CHETOACIDOSI NON ESCLUDE LA DIAGNOSI DI DIABETE DI TIPO 2

E. Lillaz, L. Arnaldi, F. Elia, E. Prodi, M. Galli, M. Porta

SCDU Medicina Interna 1, Ospedale S. Giovanni Battista, Torino

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ne di insulina è stata variata in base ai valori glice- mici al fine di mantenere la glicemia intorno ai valori di 200-250 mg/dL.

3. In base ai valori di kaliemia è stata iniziata l’infusio- ne ev di potassio.

L’alimentazione per os, inizialmente sospesa, è stata ripresa in seconda giornata dopo scomparsa della nausea e normalizzazione del pH ematico, con sup- plemento di insulina pronta sottocute ai pasti.

L’infusione endovenosa di insulina è stata sospesa in terza giornata alla scomparsa della chetonuria.

Si segnala la riduzione dei trigliceridi (1001 mg/dL) al momento del miglioramento del compenso glicemico.

È stata tuttavia istituita, prima della dimissione, un trattamento con fibrati.

Il paziente è stato dimesso con terapia insulinica sc quadri-iniettiva per un fabbisogno di circa 40 U/die di insulina.

Diagnosi differenziale

Il problema diagnostico in questo paziente risulta essere di due ordini:

1. la diagnosi differenziale tra diabete di tipo 1 e di tipo 2

2. il riconoscimento delle cause scatenanti o slaten- tizzanti il diabete quali: infezioni, altri eventi acuti (IMA), farmaci.

Discussione

La diagnosi differenziale tra diabete di tipo 1 e diabe- te di tipo 2 in questo caso è apparentemente sempli- ce. La chetoacidosi è una complicanza frequente del diabete di tipo 1 (2-5% annuo) mentre raramente complica un diabete di tipo 2. Sono riportati casi in letteratura di diabete insorto con chetoacidosi in sog- getti adulti che nel corso del tempo non rimangono insulino-dipendenti (1-7).

Noi, tuttavia, ci siamo trovati di fronte a un dilemma diagnostico non ancora del tutto chiarito.

Durante il ricovero sono stati dosati gli anticorpi anti-GAD (decarbossilasi acida dell’acido glutam- mico), anti-IA2 (anti-tirosinofosfatasi), IAA (anti- insulina) e ICA (anti-insula pancreatica) risultati negativi.

Dopo aver ottenuto un discreto compenso glicemico è stato eseguito un test al glucagone (1 mg) con

dosaggio del C-peptide basale e dopo 6 minuti dallo stimolo indotto ottenendo una riposta beta cellulare conservata (incremento da 1 ng/dL a 4 ng/dL).

L’urinocoltura, la radiografia del torace, la panorami- ca dentaria, l’ECG non hanno evidenziato una possi- bile causa slatentizzante il diabete. Il dosaggio degli ormoni tiroidei e della cortisolemia/cortisoluria sono risultati nella norma.

Inoltre il paziente non ricordava episodi simil-influen- zali nei mesi antecedenti il ricovero.

In questo paziente sono molti i fattori che fanno pro- pendere la diagnosi verso un diabete di tipo 2:

a) l’età adulta di insorgenza (anche se non discrimi- nante);

b) la presenza di alterazioni tipiche della sindrome da insulino-resistenza (obesità centrale, dislipidemia, iperuricemia, ipertensione arteriosa);

c) la negatività dell’autoimmunità;

d) la normale risposta beta cellulare al test al gluca- gone;

e) l’uso di farmaci antipsicotici potenzialmente sla- tentizzanti il diabete.

L’assunzione di farmaci antipsicotici necessita di un chiarimento.

I pazienti con psicosi hanno un rischio maggiore di sviluppare una ridotta tolleranza al glucosio e hanno un rischio cardiovascolare aumentato rispetto alla popolazione generale. Una spiegazio- ne plausibile è che questi soggetti sono spesso forti fumatori, sedentari e sovrappeso; inoltre, molti antipsicotici inducono aumento del peso corpo- reo, dell’adiposità addominale e provocano dislipi- demia.

Non di meno il trattamento con farmaci antipsicotici è associato con l’insorgenza di diabete di tipo 1 e di tipo 2 (2-6). Recenti studi controllati suggeriscono che gli antipsicotici causano iperglicemia riducendo la sensibilità all’azione dell’insulina e che l’antagoni- smo serotoninergico 1A riduce la risposta beta cellu- lare alla glicemia (3).

L’iperglicemia è stata occasionalmente osservata con i neurolettici convenzionali, ma più recente- mente è stata associata con gli antipsicotici atipici quali la clozapina e l’olanzepina utilizzati per il trat- tamento di disordini psicotici in quei pazienti che non tollerano o non rispondono alla terapia con neurolettici convenzionali. Questi farmaci sono associati con un aumentato rischio di insorgenza di diabete e in alcuni casi questo avviene con grave chetoacidosi (4-6).

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G I D M Caso clinico

23, 145-147, 2003

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G I D M

Follow-up

Il paziente è regolarmente seguito presso un centro diabetologico.

Il suo fabbisogno insulinico attuale è di 15 U/die in associazione con ipoglicemizzanti orali (biguanidi).

Conclusioni

In conclusione, pur essendo noto che l’insulite nell’a- dulto ha un andamento più cronico e che anche un soggetto con diabete di tipo 1 può avere una certa riserva pancreatica ancora per mesi o anni dalla dia- gnosi, riteniamo che, alla luce di quanto detto, il nostro paziente possa essere classificato come un dia- bete di tipo 2 insorto con chetoacidosi.

Bibliografia

1. Westphal SA: The occurrence of diabetic ketoacidosis in non-insulin-dependent diabetes and newly diagnosed diabetic adults. Am J Med 101 (1), 19-24, 1996 2. Haupt DW et al: Hyperglycemia and antipsychotic medi-

cations. J Clin Psychiatry 62 (suppl 27), 15-26, 2001 3. Wirshing DA et al: Novel antipsychotic and new onset

diabetes. Biol Psychiatry 44 (8), 778-783, 1998 4. Gatta B et al: Diabetic ketoacidosis with olanzepine

treatment. Diabetes Care 22 (6), 1002-1003, 1999 5. Colli A et al: Diabetic ketoacidosis with clozapine treat-

ment. Diabetes Care 22, 176-177, 1999

6. Liebzeit KA: New onset diabetes and atypical antipsy- chotics. Eur Neuropsychopharmacol 11 (1), 25-32, 2001 7. Baynes KCR et al: Pract Diab Int June 20 (5), 178-180,

2003

Pervenuto in Redazione l’8/7/2003 – Accettato per la pubbli- cazione il 24/7/2003

Caso clinico

23, 145-147, 2003

Uomo di 36 anni, fumatore, affetto da psicosi cronica in terapia con alope- ridolo e da sindrome depressiva in trattamento con sertralina

Anamnesi

Da circa una settimana comparsa di poliuria, polidipsia e nausea

Negli ultimi giorni comparsa di sopore

Esame obiettivo

Saporoso ma risvegliabile (GCS 13) Secchezza delle fauci e mucose aride; esame neurologico: nella norma

Obesità centrale: BMI 33 WHR 1,2

Glicemia 523; Na+ 124; K+ 5,7; creatinina 1,6 WBC 11.000; fibrinogeno 660; PCR 12; urice- mia 9,4

Trigliceridi 2615; colesterolo 366, HDL-col 24 pH 7,148; PCO228,1; HCO3-9,5

(acidosi metabolica non compensata con GAP anioni aumentato)

Esame urine: glicosuria 4+; chetonuria 4+

Diagnosi Esami di laboratorio

Chetoacidosi in diabete di primo riscontro

Trattamento

Bolo di soluzione fisiologica a 1000 mL/h per le prime 2 h e seguito da infusione a 84 mL/h Soluzione fisiologica 500 mL/h + insulina 50 U a 50 mL/h pari a 5 U/h

Infusione di potassio ev in base alla kaliemia Flow-chart diagnostico-terapeutica

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