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Lazio

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Academic year: 2021

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Territorio e ambienti naturali

Il Lazio confi na a nord-ovest con la Toscana, a nord con l’Umbria, a nord-est con le Marche, a est con l’Abruzzo e il Molise, a sud-est con la Campania, a sud-ovest è bagnato dal mar Tirreno. Al suo interno è presente la piccola enclave della Città del Vaticano.

Il territorio regionale è prevalentemente collinare (53,9%);

le montagne occupano il 26,1% e un quinto della superfi cie (20%) è pianeggiante.

La sezione appenninica è costituita in massima parte da rocce calcaree; i rilievi, con vette che superano i 2000 metri, sono aspri, dall’aspetto brullo, con frequenti affi oramenti

rocciosi, interessati da vistosi fenomeni carsici (grotte, inghiottitoi, doline).

A nord-est spiccano i monti Reatini, sovrastati dal massiccio del Terminillo (2213 m), e il gruppo dei monti della Laga (monte Gorzano, 2455 m); al confi ne con l’Abruzzo si sviluppano i monti Simbruini (monte Contento, 2014 m), la catena degli Ernici e i monti della Meta (monte Petroso, 2247 m), ai quali si raccorda il massiccio delle Mainarde. A ovest si trova un’altra serie di rilievi, in genere classifi cati come Antiappennino, di minore altezza, separati dalla catena appenninica dall’ampio solco depressionario percorso dal fi ume Liri: i monti Lepini, Ausoni e Aurunci.

L’aspetto più interessante della morfologia della regione è la presenza di una vasta area collinare di origine vulcanica. Dal confi ne con la Toscana si susseguono i monti Vulsini (o Volsini), attorno al lago di Bolsena (il maggiore bacino lacustre del Lazio e più esteso lago craterico italiano), i monti Cimini con il lago di Vico, i monti Sabatini intorno al lago di Bracciano. A sud della valle del Tevere si trova il quarto complesso vulcanico, i colli Albani (o colli Laziali), che racchiude il lago di Albano e il lago di Nemi .

Le pianure del Lazio si allungano parallele alla costa. Il litorale è quasi ovunque basso, orlato da cordoni di dune; ne interrompono l’uniformità alcune sporgenze, come il monte Circeo e il promontorio di Gaeta, estrema propaggine dei monti Aurunci, e il capo Linaro, presso Civitavecchia.

Le pianure costiere, in origine paludose e malariche, sono state oggetto nei secoli passati di interventi di bonifi ca, ma solo nei primi decenni del Novecento sono state defi nitivamente sottoposte a un piano di sviluppo agricolo e di popolamento. Si susseguono da nord a sud la Maremma laziale, l’Agro Romano e l’Agro Pontino.

Il principale fi ume della regione è il Tevere (terzo fi ume italiano per lunghezza), che scorre solo per metà del suo corso nel Lazio, dove la sua portata aumenta sensibilmente, grazie al tributo del Nera e dell’Aniene.

53,9%

20%

26,1%

Montagna Collina Pianura

Lazio

Popolazione: 5.664.714 abitanti Superfi cie: 17.203 km

2

Province: Roma, Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo Densità: 328,2 abitanti per km

2

(fonti ISTAT 2010)

Il piccolo lago di Nemi di

origine vulcanica.

(2)

Economia della regione

Il prodotto interno lordo della regione e il reddito medio annuo pro capite collocano il Lazio allo stesso livello dell’Italia settentrionale. Tuttavia, la presenza di Roma, allo stesso tempo capitale d’Italia e la più popolosa metropoli italiana, determina inevitabilmente un forte squilibrio all’interno della regione. Infatti il 70% del reddito regionale proviene dalla sola città di Roma.

Oltre i tre quarti del reddito sono forniti dalle attività terziarie, legate alla burocrazia ministeriale. L’agricoltura ha oggi un ruolo modesto e anche l’industria è complessivamente debole.

I vigneti dei colli Albani forniscono una buona produzione di vini di qualità, e alcune aree dell’Agro Pontino sono occupate da coltivazioni intensive.

Nella capitale si concentrano le funzioni burocratiche e molto consistenti sono le attività di ricerca, di cultura o di istruzione di livello superiore (Roma ha ben tre università statali e due private);

Roma inoltre è sede della televisione pubblica e di diverse banche e assicurazioni.

Altro settore portante dell’economia regionale è il turismo, e ancora Roma ha un ruolo determinante grazie al suo straordinario patrimonio storico e artistico, e al suo ruolo di centro religioso e di capitale della cristianità, con la Città del Vaticano.

Nel Lazio non sono presenti porti di rilievo, ma l’aeroporto internazionale di Roma-Fiumicino è uno dei massimi scali aerei d’Italia.

Tutte le vie di comunicazione, stradali e ferroviarie, si irradiano a raggiera dalla capitale. Le principali arterie stradali in gran parte mantengono il tracciato delle famose vie consolari della Roma antica:

l’Aurelia, che costeggia il Tirreno sino al confi ne con la Francia;

la Cassia, che porta a Firenze; la Salaria, che raggiunge le Marche;

l’Appia, che collegava Roma a Brindisi, il più importante porto per la Grecia e l’Oriente nel mondo dell’antica Roma (oggi è un’area protetta di enorme interesse storico, archeologico e naturalistico).

Attualmente l’autostrada del Sole è la principale arteria, e porta verso nord a Milano e verso sud a Napoli. La capitale inoltre è circondata da un anello autostradale di 68 km detto grande raccordo anulare.

Città, brevi note storiche e curiosità Roma

Capoluogo del Lazio e capitale d’Italia, è la più vasta e popolosa città della penisola. È una delle più leggendarie città del mondo, per la sua storia millenaria, il suo ricchissimo patrimonio artistico e per il suo ruolo culturale.

La sua fondazione è avvolta nella leggenda: il re di Alba fece gettare nel Tevere i suoi due nipoti, Romolo e Remo, discendenti dell’eroe troiano Enea. Questi furono salvati e allattati da una lupa (simbolo della città è proprio la lupa con i due gemelli). Romolo nel 753 a.C.

fondò così la città sui famosi sette colli.

Un tratto della via Appia, la “regina delle vie”

dell’antica Roma, principale asse di collegamento con l’Oriente, fu costruita impiegando blocchi di rocce ricavate dalle vicine aree vulcaniche.

La Lupa capitolina è un bronzo etrusco risalente al V secolo a.C. a cui probabilmente

nel XV secolo furono aggiunti i due gemelli, Romolo e Remo. È conservata nei

Musei Capitolini nel Palazzo dei Conservatori.

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Situata in posizione strategica, divenne la fl orida capitale di uno dei più grandi imperi dell’antichità. Nel II secolo d.C. l’Impero Romano si estendeva dalla Spagna e dalla Britannia fi no alla Siria e al nord Africa. Dopo la decadenza, è rimasta a lungo una piccola città, nonostante il ruolo religioso a livello mondiale e lo splendore del suo rinascimento e del suo barocco.

Il Seicento romano fu contraddistinto dall’opera di due grandi artisti, Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini. Il Bernini si caratterizza per il naturalismo fuso col movimento e il virtuosismo che egli imparò dallo studio di grandi opere ellenistiche appartenenti ai papi. Il Borromini, ticinese, inventò a Roma uno stile ricco di cupole ellittiche, curve e timpani spezzati. I due, insieme, lavorarono al Baldacchino di San Pietro , il monumentale impianto architettonico barocco all’interno della basilica di San Pietro in Vaticano, per il quale la ricca famiglia Barberini ordinò la fusione di bronzi provenienti dal Pantheon.

Il Pantheon è uno dei più augusti monumenti dell’antichità oltre che un eccellente esempio di tecnica costruttiva romana: grande costruzione circolare a volta a cassettoni, al suo centro si apre un’unica apertura del diametro di 9 m. È il sacrario dei re d’Italia.

Particolare della Fontana di Quattro Fiumi in cui il Nilo è coperto da un drappo che indica che all’epoca della realizzazione della scultura non si conoscevano ancora le sorgenti del fi ume. Una leggenda tramanda l’accesa rivalità tra il Bernini e il Borromoni: il Rio de la Plata è rappresentato da un uomo che alza la mano per proteggersi dalla probabile caduta della chiesa di Sant’Agnese in Agone, del Borromini.

Questa trovata di scherno si dice fosse stata studiata dal Bernini: in realtà la fontana risale al 1651 mentre i lavori della chiesa iniziarono successivamente.

Il Baldacchino di San Pietro, commissionato al Bernini da Urbano VIII nel 1624, domina la navata centrale della basilica e sormonta l’altare dove solo il Pontefi ce può celebrare la S. Messa.

La straordinaria Piazza Navona, le cui forma e dimensioni derivano dal sottostante stadio di Domiziano, è dominata dalla chiesa di S. Agnese in Agone davanti alla quale si trova la Fontana dei Quattro Fiumi , massimo

capolavoro di Gian Lorenzo Bernini: su un bacino cir- colare sorge una scogliera con in cima un obelisco e ai quattro angoli le statue allegoriche di Nilo, Gange, Danubio e Rio della Plata.

Meraviglioso esempio

di architettura

romana, il

Pantheon fu voluto

dall’imperatore

Adriano (118-125 d.C.).

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Nei millenni la città eterna si è dotata di una ricca collezione di fontane che caratterizzano fortemente l’immagine della città. Oltre alla fontana dei Quattro Fiumi in Piazza Navona, ricordiamo nella splendida cornice di Piazza di Spagna, la Barcaccia, che chiude scenografi camente la sontuosa scalinata di Trinità dei Monti; la Fontana del Tritone e la Fontana delle Tartarughe. Celebre è infi ne la Fontana di Trevi , nella quale si bagna la sensuale Anita Ekberg nella Dolce vita di Fellini.

La facciata della Basilica di San Pietro, sormontata dalla cupola di Michelangelo, e una porzione dell’emiciclo sinistro del bianco colonnato del Bernini.

La più grande e la più scenografi ca tra le fontane di Roma è senza dubbio la Fontana di Trevi, relativamente recente (rispetto a tutte le altre opere romane) essendo stata realizzata nel 1762. Qui terminava in origine l’acquedotto dell’Aqua Virgo (19 a.C.) e, infatti, tra le fi gure compare una vergine che indica la sorgente d’acqua.

Michelangelo Buonarroti, genio del Rinascimento italiano, scultore, architetto e pittore, fu chiamato da vari pontefi ci a Roma dove lasciò diverse testimonianze della sua arte: Michelangelo risistemò la Piazza del Campidoglio e costruì il Palazzo Nuovo che, ospitando una ricca collezione di reperti romani, nel 1734 divenne il primo museo pubblico della storia; ristrutturò diversi palazzi storici;

risistemò la Basilica di Santa Maria degli Angeli, riconvertendo a uso religioso le Terme di Diocleziano. La Cappella Sistina, così chiamata in onore di papa Sisto IV, rappresenta la summa della sua arte. Usata nei conclavi per l’elezione dei papi, la Cappella Sistina è l’ambiente più celebre dei Musei Vaticani, custode di tesori di altri virtuosi artisti coevi di Michelangelo, come Perugino, Botticelli, Ghirlandaio, Signorelli. Il Giudizio Universale, interpretazione dell’Apocalisse, è senz’altro l’opera più imponente. Questo capolavoro valse però molte critiche ai nudi raffi gurati da Michelangelo: i braghettoni che ricoprono i corpi sono stati infatti apposti in seguito da un allievo di Michelangelo. Proprio in occasione dei lavori della Cappella Sistina, venne utilizzato per la prima volta nella storia l’intonaco per rendere gli aff reschi più resistenti alla muff a.

Cuore del mondo cattolico, la Basilica di San Pietro è la più imponente e vasta della cristianità, costruita sulla tomba dell’apostolo Pietro. Lo spazio antistante la basilica è racchiuso in una sorta di abbraccio da un colonnato doppio, coronato da 140 statue, opera del Bernini, con al centro un alto obelisco. All’interno sono custodite preziose opere artistiche, come la Pietà di Michelangelo, il baldacchino del Bernini, vari monumenti in marmo e in bronzo. Sotto la navata centrale si aprono le Grotte Vaticane che ospitano le tombe dei papi. Dalla cima della cupola michelangiolesca è possibile godere di un magnifi co

panorama sulla città.

Il Foro Romano fu per secoli il centro della vita pubblica della Roma antica:

un susseguirsi di basiliche, archi,

templi, domus racchiusi in una ricca

vegetazione.

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Giulio Cesare inaugurò la costruzione dei Fori Imperiali, al di fuori del Foro Romano: vaste piazze monumentali circondate da edifi ci pubblici con al centro un tempio o una basilica.

Uno dei simboli di Roma è senza dubbio il Colosseo , o meglio l’anfi teatro Flavio dal nome della famiglia che lo fece costruire come sede di spettacoli e combattimenti tra gladiatori e belve.

Ha pianta ellittica e all’esterno mostra tre ordini di arcate alcune delle quali andate distrutte a seguito di terremoti.

Il nuovo ruolo di capitale del regno d’Italia nel 1870 ha dato il via a una continua crescita urbana con la moltiplicazione disordinata di borgate intorno al nucleo storico raccolto intorno al Campidoglio, quello della Roma imperiale.

Tra gli illustri personaggi nati e vissuti a Roma ricordiamo il Premio Nobel Enrico Fermi, studioso di quantistica, inventore del reattore a fi ssione nucleare, e fra i padri della bomba atomica;

due fra i massimi scrittori italiani del novecento, Alberto Moravia ed Elsa Morante, a lungo marito e moglie; i più importanti poeti della scuola vernacolare (dialettale) romana, Giuseppe Gioacchino Belli e Trilussa.

Negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, Roma ha assunto il ruolo di capitale del cinema europeo: i registi italiani Fellini, De Sica, Pasolini, Visconti e Rossellini hanno girato numerosi capolavori del cinema italiano negli studi cinematografi ci di Cinecittà. Qui sono stati realizzati colossal internazionali, come Ben Hur, Spartacus, Cleopatra e Quo vadis?, tutti fi lm ambientati nell’antica Roma.

Molti famosi attori e registi sono nati a Roma o nel Lazio, tra cui Sergio Leone, Lina Wertmüller, Luigi Magni e Carlo Lizzani, il compositore di musiche per fi lm Ennio Morricone, gli attori Anna Magnani, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Aldo Fabrizi, Gigi Proietti, solo per citarne alcuni.

Tra le prelibatezze della cucina romana vanno citati gli spaghetti alla carbonara, con uova, pecorino e guanciale di maiale, gli gnocchi alla romana, di semolino e gratinati, il risotto alla romana, con interiora al vino e pecorino, ma anche la coda alla vaccinara, cioè coda di bue in umido, i saltimbocca alla romana, a base di vitello prosciutto e salvia, le puntarelle, indivia con acciughe.

In provincia di Roma sorge Tivoli , con la sua incantevole villa con giardini realizzata per volere del Cardinale Ippolito d’Este nel XVI secolo. Essa è una delle più rinomate e ammirevoli creazioni del rinascimento italiano. La

villa, il cui interno è abbellito da raffi nate opere d’arte, è circondata da un ampio giardino realizzato su progetto di Pirro Ligorio. Molto scenografi ci sono i fantastici giochi d’acqua delle numerose fontane alimentate dall’acqua dell’Aniene. Nel 2001 la villa è stata nominata patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

I giardini di Villa d’Este, a Tivoli, rappresentano un inimitabile capolavoro del giardino italiano con una concentrazione di fontane, ninfei, grotte, giochi d’acqua e musiche emesse da un particolare organo idraulico.

Vista del Foro, centro della

vita politica, commerciale

e giudiziaria dell’antica

Roma, del Colosseo, luogo

di spettacoli anche cruenti

con protagonisti gladiatori

e animali, e dell’Arco di

Tito, eretto nell’81 per

celebrare le vittorie di Tito

e Vespasiano in Giudea.

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Rieti

Rieti fu una delle città più importanti della Sabina, regione storica fra Lazio, Abruzzo e Umbria, anticamente abitata dai Sabini. È situata alle pendici del monte Terminillo.

Virgilio e Plinio asserivano che Rieti fosse il centro dell’Italia, Umbilicus Italiae. Ai tempi dell’antica Roma la città era considerata il centro della penisola, equidistante fra Tirreno e Adriatico, Calabria e Aosta.

Passeggiare tra le strade e le piazze della città signifi ca tuff arsi nella storia e nell’arte: notevoli sono la Chiesa romanica di San Pietro Apostolo, le chiese gotiche di Sant’Agostino e San Domenico e la Cattedrale, dalle severe forme duecentesche.

La chiesa di Sant’Antonio Abate è opera di Giacomo Vignola, importante architetto del tardo Rinascimento.

I palazzi nobiliari impreziosiscono il centro, come il cinquecentesco Palazzo Vecchierelli, opera dell’architetto ticinese Carlo Maderno, contestato per aver modifi cato la facciata di San Pietro in Roma, rispetto al disegno originale di Michelangelo, per consentire al Papa di benedire i fedeli più comodamente.

Uno dei simboli della città è il Teatro Flavio Vespasiano, dall’acustica perfetta.

Latina

Fondata nel cuore dell’Agro Pontino nel 1932 con il nome di Littoria, Latina ha assunto il nome attuale nel 1945 dopo la caduta del regime fascista. Fu costruita, infatti, come centro principale nella pianura pontina, dopo le bonifi che operate dal regime, per la produzione del grano. Lo stato affi dò le terre a coloni provenienti dalle regioni più povere del nord, soprattutto Veneto e Friuli, tramite l’Opera Nazionale Combattenti.

Latina vanta interessanti esempi di architettura e urbanistica razionalista e fascista: il Palazzo Comunale, il Tribunale, al Palazzo M (a forma di M dall’iniziale di Mussolini) e l’Opera Nazionale Balilla sono tutte opere di Oriolo Frezzotti, autore anche del Piano Regolatore attraverso il quale si organizzò la città. La forma urbana di Latina è una originale sintesi fra lo schema a raggiera e quello ad anelli concentrici.

A Tor Tre Ponti sorge la Chiesa settecentesca di San Paolo là dove il Santo di Tarso incontrò le popolazioni locali. Paolo è considerato una fi gura di grande importanza per il cristianesimo: in origine persecutore dei cristiani, divenne un grande predicatore dopo che, sulla via per Damasco, si convertì.

Palazzo M, o Casa del Fascio, il cui nome deriva dalla particolare planimetria a forma di M, faceva parte di un progetto più complesso che prevedeva la realizzazione del Foro Mussolini, di una caserma e di una palestra.

La guerra però limitò il

progetto alla realizzazione

della Casa del Fascio.

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Frosinone

Frosinone fu centro dei volsci, dei romani e degli etruschi. La città è stata anche possedimento bizantino, goto e longobardo. Oggi è capoluogo della Ciociaria.

L’aspetto di Frosinone è, oggi, in gran parte moderno: infatti ha subito, nei secoli, severi terremoti, seguiti da numerosi bombardamenti nella seconda guerra mondiale che hanno devastato la maggior parte del patrimonio architettonico.

Il Santuario della Madonna della Neve venne edifi cato nel seicento laddove si era verifi cato un miracolo a opera di Maria. La leggenda narra che la Madonna apparve in sogno a Papa Liberio, indicandogli il sito, sull’Esquilino, colle di Roma, dove edifi care la basilica. Oggi lì sorge Santa Maria Maggiore a Roma.

Viterbo

Viterbo fu fondata dagli etruschi e fu importante centro romano sulla via Cassia.

Si ingrandì in epoca longobarda, diventando presto il centro più importante della Tuscia, per opera di Desiderio che la utilizzò come avamposto per conquistare Roma.

Quando Carlo Magno la donò alla Chiesa, divenne il centro principale del Patrimonio di San Pietro, una delle quattro province in cui si articolava lo Stato della Chiesa all’epoca della sistematizzazione dei territori del Papa operata da Innocenzo III.

Spesso a Viterbo i papi si rifugiavano in occasione di tumulti: qui si insediò Eugenio III a seguito dei tumulti capeggiati da Arnaldo da Brescia; Adriano IV si rifugiò qui per sfuggire al Barbarossa; qui si insediò Innocenzo III che la elevò a capitale della Tuscia. Vennero eletti papi a Viterbo: Urbano IV, Clemente IV, Gregorio X, Giovanni XXI, Nicolò III e Martino IV. Dopo la cattività avignonese (il periodo durante il quale il Papa si spostò ad Avignone, in Francia) la città ospitò infi ne Urbano V, l’ultimo papa a mettere al centro della vita pontifi cia Viterbo.

Il Palazzo dei Papi è una meravigliosa costruzione gotica. Eretto tra il 1255 e il 1267 come dimora dei papi, vanta una sontuosa loggia merlata e una monumentale scalinata, che si arrampica lungo il colle di San Lorenzo.

La città di Viterbo con la costruzione del Palazzo dei Papi, eretto sul colle di San Lorenzo come residenza-

fortezza dei pontefi ci,

sottolineava con orgoglio

di essere diventata centro

e sede del cattolicesimo.

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Viterbo fu sede di vari conclavi, fra i quali quello che vide l’elezione di Gregorio X, il più lungo e dibattuto della storia (1271), durante il quale il Soglio pontifi cio rimase vacante per ben trentatré mesi. I viterbesi, stanchi per il protrarsi del ritardo, decisero di chiudere i cardinali elettori dentro il Palazzo dei Papi cum clave, cioè con la chiave: è da qui che avrebbe origine la parola conclave.

A pochi chilometri da Viterbo, a Bagnaia, sorge Villa Lante , progettata dall’architetto tardo rinascimentale Giacomo Vignola. È un capolavoro dell’edilizia civile, immersa in uno dei più bei giardini all’italiana, fra putti, pan, satiri danzanti, fontane, e oniriche grottesche (le tipiche decorazioni mitologiche in uso nel rinascimento).

Villa Lante, a Bagnaia, è una delle maggiori realizzazioni del Cinquecento italiano. La Fontana dei

Mori del Giambologna è uno specchio d’acqua che eleganti balaustre suddividono in quattro bacini

su cui galleggia una barca con un putto zampillante e al centro vasche concentriche con quattro

mori che reggono lo stemma di papa Sisto V. L’insieme della Villa, con il giardino all’italiana e il

parco occupa una superfi cie di 22 ettari.

Riferimenti

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