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Il Rapporto ha restituito un’istantanea sui consumi farmacologici per le tre sezioni di modalità di erogazione dei farmaci:

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Academic year: 2021

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Analisi

Nella giornata di oggi, mercoledì 29 luglio, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha presentato il Rapporto sull’uso dei farmaci durante l’epidemia COVID-19. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, non è intervenuto come invece inizialmente previsto.

Il Rapporto ha restituito un’istantanea sui consumi farmacologici per le tre sezioni di modalità di erogazione dei farmaci:

farmaci acquistati dalle strutture sanitarie del SSN (acquisti diretti):

o

farmaci specifici per COVID-19: il consumo di idrossiclorochina e

azitromicina è aumentato in maniera significativa, degli antivirali anti-HIV darunavir/cobicistat e lopinavir/ritonavir è aumentato (non

significativamente);

o

farmaci iniettivi e ossigeno: maggior utilizzo di farmaci utilizzati in terapia intensiva (ossigeno, anestetici, sedativi, ecc.);

o

farmaci ospedalieri: incremento dei medicinali antiretrovirali per HIV e degli antivirali, riduzione per i consumi di farmaci DAA per HCV, altre categorie terapeutiche immodificate (senza particolari criticità nell’approvvigionamento di terapie oncologiche o neurologiche). Il Rapporto motiva tale quadro con il fatto che le strutture infettivologiche, impegnate nella gestione

dell’emergenza, hanno garantito la continuità delle cure croniche, ma limitato l’accesso a terapie di durata “definita e prorogabile” quali quelle per HCV;

farmaci erogati tramite le farmacie territoriali pubbliche e private e rimborsati dal SSN (convenzionata e DPC):

o

farmaci specifici per COVID-19 (classe A): aumentato il consumo di principi attivi in sperimentazione per il COVID-19, ma anche utilizzati al di fuori delle sperimentazioni, come quelli commercializzati per altre indicazioni e usati con “evidenze scientifiche spesso piuttosto limitate”;

o

farmaci per patologie croniche: il consumo si è mantenuto costante e per tale ragione AIFA sottolinea il buon funzionamento delle strategie per favorire la continuità assistenziale. Aumentato invece il consumo di alcuni farmaci anti ansiolitici e antipsicotici, a causa delle condizioni di stress emotivo;

acquisti da parte delle farmacie territoriali pubbliche e private relativamente ai farmaci erogabili privatamente ai cittadini, focus su farmaci di classe C:

o

le farmacie si sono approvvigionate maggiormente di idrossiclorochina (erogabile anche a carico del paziente), farmaci a base di acido ascorbico, ansiolitici per uso non parenterale e prodotti a base di vitamina D, mentre di meno di FANS e antipiretici.

Tra gli interventi della presentazione, si segnalano:

Nicola Magrini, Direttore Generale di AIFA, ha evidenziato l’importanza di studi randomizzati, ritenuti gli unici a poter fornire risposte per guidare gli studi clinici in maniera efficace, nonché della produzione di dati in tempo reale per affrontare le sfide sanitarie emerse con l’emergenza COVID-19. Nel sottolineare inoltre il ruolo cruciale della centralizzazione decisionale nella gestione dell’emergenza, e

lodando la risposta appropriata in termini di tempestività d’esecuzione del SSN,

ha tuttavia rilevato la necessità di una maggiore capacità di ricerca collaborativa a

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livello sovranazionale. Infine, ha auspicato una maggiore integrazione tra mass media e comunità scientifica;

Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha in particolare evidenziato la necessità di una razionalizzazione nell’uso degli antibiotici, che anche durante la pandemia sono stati fortemente utilizzati;

Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del

Comitato Tecnico-Scientifico della Protezione Civile, ha richiamato l’importanza

di boost capaci d’incrementare la competitività del settore farmaceutico in Italia,

sottolineando a più riprese come la normativa sul conflitto d’interesse rallenti la

ricerca clinica e dunque la competitivà del Paese. Inoltre, ha enfatizzato l’utilità di

un registro unico europeo in tema di trial clinici;

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