C[,1ILTA UMAMSTICA E CI!'ILTA IBERICA
NEL DE EDUCATIOND DI ANTOMO GALATEO
di
Carlo l.ecceUdversni degli Stu.li dj Napoli L'Oricrtale
.r-el 1894, sull'organo ufficiale della Scuola Storica,
tl Gnnule
Ston)afulla
Itlleraturaitthbna,
comparve uII .articolointitolato Il
trattato <De edacatio?le>di ,4ntonrb Galateo. a frma di un giovane studioso meridionale
gii
apprezzato per alcuni suoi puntuali esercizi d'erudizione storica e lettcraria. IIs;o
nome era Benedetto Croce- Non em un tcsto ifledito , 1lDt
educattbkt, rt6 scot\oscit)- to il suo autorg I'umanista salentino Antonio deltrrariis
(detto il Calateo dal paese d origine. Galatone nel Salenror. oggeno di un appasrionato recupero all'indomanidell'Unitn
d'Italia: 1lDt
educahicne,in
particolare, aveva a!'tlto ben due edizioni,nel
1865 enel
1867, e una certa fortunadi
lettura- dalleprime
recensionidi Nic(r,lo Tomlnrqeo,
Pierro Fanfanie Luigi
Capucna.fino
agli interventidi
storici delle pedagogia come Celesia e Bencivenni.Ma l'articolo del
Giomale Stonlc7 proponeva una lettura completamente diversa. Per Croce, I'opuscolodel
Ga.lateonoo
poteva essere interpretato nEmme
un'anticip^zionedello
spirito risorgimentaledi
riscossacontro gli
stmnied, n6 come uno dei tanti trattatelli pedagogici della scuola umanistica,afine
aquelli di
Vergerioo
Vegio.La
vera forzadel
testo andava iflvece cercata (come in altre opere di Galateo,dall'I7flazita
all'Es?arizticne del pater Narrar)nello
specificoralore
espressivoe
argomentativo (equindi
anche letterario)che
usci\.-a a rendere le istanzepii vivc
e urgenti del momentodi tansizione
traXV
eXVI
secolo. Era, secondo Crcce, la cons^peyolezzadell'inizio
di una crisi intema e irreversibile dell'umanesimo italiano, aggra vata dalconionto
con quelle altre culture europee chefino
ad allora quasitutti gli umaristi
italiani, ad iniziare da Petrarca, avevano definite ,barbaje..In un certo senso, fu
proprio
da.lla riscopertadi
opere corneil
De edututioneche Croce inizid il
suo personale percorsodi
ricostruzionedei
rapporti storici e culturalira cjvilti
italiana ecivilti
iberica, approdaronel
1917 aIt
I
I
i
i
Nlm]j
cR(xL\'r{ Dl cLl,TriRli DtnrL\TE tL vlcERl.:A\,Iimagistrale
punb
d"arrivo deLa
Spagna kell,ldta
italta?udarafit
1,1 Rt:na- scehza,in
clJiil
De educationc d considerato "trai
documentipii
spontanei e schietti e vivacidegli
affetti e delle tendenzedei
giudizi, degli allanni edei
timori
italiani Dell'etA del Rinascimento, e in parricolare negli aln1i della grande crisi, iniziata conl'irruzione di
CarloVllI".
Il
tema portante delconlronto
di civilte, che ha percorso la storiogralia intellcttuale europea fra()tto
e Novecento, nel processodi
compimento di un'Europa delle nazionipoi
tmgicamente dilaniata dallo scontrodi
oppostiimperialismi
(eoggi
allacciata sualtri
e benpii incerti
scenariglobali di incontri
o scrontri), dinfatti
per cosi dire 'genetico' nella riflessionc del Ca lateo.Ma quello
che re*7eil I)e
educatione cosi coinvolgenlc e soprattutto I'impressionedi
unasc
tturain
presa dirett.r,di
una regisffazione contem poraneadi
evcnti che vengono percepiti come de..isivo momento di svolta, e dei qualilo
scrivente a testimone immediato; e, probabilmente, anche la liligranadi
una scrittura politica,di un tipo di
discorso mediato che punta adun
destinatario diverso da quello dichiamto rell'intestazione,di un
tcn-tativo
estremo (e ancora ottimistiL-nmente umanistico)di
intervenire sullarerlti,
lacendo uso non dellearmi
o dclla forza, ma solo della parola e deivalori di
hunanilos condivisie condivisibili ad di li
delle appartenenze o delle identitd nazionali.Ncl
Deducatinu. il confronto di civilta
C immediatameflte legato agli eventi deiprimi
annidel
Cinquecento, agli sviluppi imprevisti, rapidissimi, catastrofici delle Guerred'Itali4
chenel giro di
trent'anni portano alla caduta di stxti
comeNapoli
eMilano
(assorbitinel
sistema imperiale degli A.sburgoe della
Spagna),e
allacrisi
generalee al
ridimensioDamentodi tutto il
sistema italiano. Ed a un confronto che naturalmente si gioca su duefronti,
sui due grandirivali
che si contendonoil dominio
della penisola: la Francia ela
Spagrla.Ma la
stodografiapii
recenre (da Braudelin poi)
ci ha insegnato a non assolutizzareil
confronto, e a ricordare chelo
scenario italiano era conunque scmpre inserito in una dinamicamolto
pir) vasta che era quella della trasformazione globaledei rapporti tra gli imperi
(politicied economici) dell'intero Mediterraneo, la Turchia, Venezia la Caralogna; e
poi, oltre Io stretto di Gibilterra, l'apertura delle rotte oceaniche, della nuova
via
portoghese delle spezieintorno all'A6ica fino
all'India,le
sraordinarie notizie della navigazione occidentaledi
Colombo.ln
questo scenario, appunto, mediterraneo, dil
legame con la penisolaibe
ca che tende a rafforzarsi, per ragioni prolonde che vanno al di Jd degli esiti (talvolta lortunosi o imprevedebili) delle grandi battaglietm
Francesi e Spagnoli (e ltaliani), da1la Cerignola al Carigliano, o dei singoli e leggendarifatti
d'arme (la Disfidadi
Barletta).Ed
C leAumediretto col
MezzosiornoCIILTA UTLA}iISTICA E Cn1LT,i ]BERICTI
d'Italia,
con la
Sicilia,gin
autonomo viceregno aragonesedopo il ritorno di Allonso il
Magnanimoin
Aragona, e con tr"apoli. capitalcdcl
regno del Mezzogiorno crontinentale e sede della splendida dinastia aragonese, ulficial- mente insediatadal trionfo di Alfonso nel
1!143, afisticamente etematoin
quel capoiavoro dell'artedel
Rinascimento c'heI'Arco di
Castelnuovo del Laurana. La Napoli aragonese, da Allonso a Ferrante, fino agliultimi
monar chi della dinastia (Alfonso II, Ferrandino, Federico), hagii lorti
relazioni con Ie culture iberiche, epincipalmente
con l'Aragona e la Catalogna. Continua a la presenzadi
aragonesi, castigliani, catalani a cortc: talvolta cornenobili
e grandi del regno,in
origine compagni d'arme edi
venturadi Alfonso
di Trastamara elevati (dopo la conquista diNtpoli)
al rango nobiliarepii
alto,come
uomini
di llducia anche nella gestione del potere,srbito
beninte$ati
accanto alla nob;lte cittadina leale alla monarchia
(i
Carafa,i
Caracciolo);sperso come funzionari
di
secondo rango, a palazzo enell'amministrzione
regia, scrivani, cancellieri, e poi frati e confbssori, maestri e bibliotecari; e
poi
soprattutto, favoriti rispetto ad alue nazioni, insieme ai fiorentini,i
mercanti ei
banchieri catalani.'fra gli
intellettuali, lbrseil
casopii
emblematicoi
que)lo
di un
poetadi
Barcellona, Benet(iareth,
a t'a.lpunto
'itzlianizzato'da
essere totalmente integrato nella cerchiadei poeti di
corte, accanto aPontano e Sannazaro. e da diventare
uno dei petrrrchisti pin
significativi, nel panorama letterario italiano alla line del Quanrocento.Napoli insomma, allo scadere del secolo, appariva come
ur
centro vitaledi incrocio di culturc mediteranee ed
europee, cosi aperto da accogliere I'ondatadi
ernigrazione ebraice sefardita dalla Spagna, originatadall'intol-
leranza religiosa successiva alcompimento
delln ReLrnquitanel
1192.Tra quegli ebrei vi
sarebbestato
anchcun
grande Slosofo-medico, Jehudah Avravanel, checol
nlrovo nomedi
Leone Ebreo awebbe composto, anche grazie a questoprimo
fecondo contatto con la cultura filosolica napoletanae
meridionale,uno dei pii importaflti trattati
rinascimentali sull'amorc,i
Daloghi
de anrcre. I-:apetturaad una pluralitn di
esperienze er.rdel
rcsto nello stesso bagaglio di Galateo, che, ancor prima di compiere ipropri
studidi
medicina e Iilosofiatm
Fcrrara eNapoli,
aveva incontrato e appreso la lingua e la tradizione gleca nellapropria
terrad'orig
e, quella Grecia salentinx
in
cui soprawivevano gloriose vestigia di una comunicazione diretta conl'Orierte
bizafltino,soprrftutto
nel monasterodi
San Nicoladi
Casole prcsso L)tranto.Ma
ora,nel
1501, la crisi di Napoli e del regno (gin prefigurata dall'effi mera impresa di CarloVlll),
scmbra tomare repentina e definitiva. Francesi eSpagroli, stavolta alleati, invadono
il
regno.L'ultimo
rc aragonese di Napoli, FedericoIII
d'Arag'nna, prende la via dell'esilioin !'rancia
scguito da pochiI n-\ r r'-{1r,r E sPA(iN:: :\iuol,r ( rRocEvt_{ Dl cLLTLrRl.: DLR{r\t}t n, \.lcFtRt.t{IlE
cortigiaDi,
lia i
qualiil
Gdelc Sannazaro.In
seguito. lalotta
divampafta
gli\re\si
vincjlori.
e*i
concluJenel
t5{r3 (.nn Iarirroria
dcgli Spar_.nolizuidiri
dal(;ran (
xpiranu.(,'n\al\o
HernanJe/ de(i;rdob:l.
(-adeogr, ,piranza di
reintegrazione della dinastia aragonesedi Napol|
che viene-rimiiazzata da quclla spagnola, nella persona di Ferdinandoil
Cattolico. Comincia cosila
dominazione spagrrola che, destinata a durareoltre
due secoli, avrebbe lasciato un'impronta durevolc nella cultum, nella lingua e nella societd del Nlczzogiomo. Sul lungo periodo, il giudizio della storiogmfia contemporanea non coincidepirl
con certe posizioni del passato, che vedcvanoneli,eti
del predominio spagnolo un grigio pcriododi
decadenza:in
quei secoli, infarti,Napoli
sarebbe stata comunquc unadclle
grandi capitali europee,e
anzi,per un
cerroperiodo
(Donostantei suoi probleiri
endemicie
una lungarr;di,,ione dr ingolenrabilirj
,. Iaciua piu
qrande.piu
.plendrrla e popolo.aJcllirnperu rul
quale non rrarnonrara mnr rl sole. \taLilmentcin.eiita in
u,r sistcmxdi dominio
mediterraneo e planetario,pii
emeglio di molti akri
centri italiani, nei queli veramente lac
si dclldnascimenti
avrebtrc portato ad un Iento declino._
Nel
1503, perd, peri
contcmporanci, ein
particolare pergli
umaristi e intellettuali Dapoletani.la
fine del rcgno apparc comeun
evento tragico, una dimostrazioneterribile del
potereifazionale
e inspiegabile della "For_rure nclla.toria dellromo.
ruledr
disrruggerealla
base qrrell.ouimismo realista, qucll'ansiadi intenenire
nclla realre e neila vitapoiitica che
(con modalita! noo tanro dissimilitla
quel che vcniva definito,in altro
contesto e altri tenrpi. <umanesimocivile;)
cra stata una delle carafteistiche dell'etadi
Giovanni Pontano,il
principe degli umanisti napoletani,morto
proprio allo scaderedi
quell'anno.Rrchi
mcsi prima, e aila vigilia delta d;sfatta de;!'mncesi, Pontano avcva appcna
scritlo, con il
coraggioe la
franche:rz:ai.pir.rti Jllllirrgcnza del
mornenr,r. un'epi\rolaxl re Ji Frrncia. Luigi
XIL che era ancheun
atto d'accusa nei confronti delle sopraflazioni delrigime
iiancese ncl suo breve
dominio
(1501 1.503), e una riciriestad,interventi
nei confronti delle condizioni miserabili di Napoli. Subito dopo, il vecchio poeta avrebbeaiuto
ancora la forza di dedicare a Consalvo,ch;
entrava vittoriosoin Napol| il
snoDt./iiuna:
una dedica che,pii
chev\a
serrrplice ca?tahb bcaeto/otme itdirtzzata al crrnquistatorc, d un,isortazione alla pmdenz_i, allavirti
che sola potrelrbe riequilibrarele
sorri umanealtrimen;i
domiDate e spadgliate dalle Fortuna.Nella
lenta edilficile
nornulizzazione del prinrissimodominio
spagnolo.
anchela vita
inrelletnrale c.ominci{la
dprendcrela propria anivitai
ad csempio con la riapertura delle tipografie (autorizzata e anzi promossa da Consalvo), dovelir
pubblicata, a curadi
pietro Sumlnonte, la prima edizio(]r\ I,T,\ L'M^MSTI(JAI1 ( VII,Ti IHiRICA
ne autorizzata
dell'Aru/lia di
Iacopo Sannazarc, nella seconda e tlefinitiva redazione (150,1), uninvito i,nplicito
alritorno
dell'uornoorrui
pin rappresentativo della cu)tura napoletana
dopo la morte del
Pontano,ed rncora
esule
in
Francia accanto all csulcrc
FcdericoE in questo contesto che
tonu
sulla scena intellcnualcil
nostro Galateo- Comemai
avevafatto
prin,a, l'umanista diventa crcnista attento e attivo.e
raccontala
Storia L'he vede passare accantoa lui. La fbrma
prescelta E quella (familiareal
Galateo) dell'epistola, della comrnic'rzionead
amicilontari,
dispersi dalla sorte sulla scena europea, come Sannazaro (ancorain
Francia),e
l'umanista Crisostomo Colonna, p.ecettoredel figlio di
reFederico,
il
principe Ferdinando, ostaggio deivincitori in
Spagna.In
qucsti due destinatari privilegiati, Galateo vede lapossibiliti
diinteflenirc
nci duepoli della politica
intemazionale contemporanea,nelle due coni dove
si sarebbe decisa la sorte del regno diNapoli
e I'erentuale restaumzione della dinastia aragonese. L'impegnopolitico
diventa cosi predominante, e nessun altro intellettuale dell'epoca, nel Mezzogiorno d'Italia, l'avrebbe percepitoin modo
altrettanto vi\,'o e violento.La
coscienza della crisimilitare
italiana.rivelatasi
nell'ultima
decade (crisi cheavri un
posto cosiimportantc
nclla meditazionedi Machiavelll
Fno'
l',4nc dclla guora) avrebbe ispirato anche la scritturadi
una relazione dettagliata della celebre clisfidadi Barlata,
an ch'essainvirta
iD Spagflaa
Crisostomo,soprrttutto per
dilendere I'onore delleanni
italiane.Em un luogo comune della tradizione uministica
italiana, almeno apartire da Petrarca (e non solo neli'lrrzreraita
antra
earn quinalcdtrit ltah),
I'accusa indirizzata agli
altri popoli
europeidi
esseri barbariin
quanto eredidi
quei barbari,Goti c
Vandali, clre avevanodistrutto
lacivilta
antica.Mr
il
/aPrJ diventa ora, Dclle lcttcrcdi
Galateo,un
grido di dolore, spogliatodi ogni
compromissioneretoica. I
'barbari' sembrano realmente circondarlo, e annientaretutti i
v,.ori
ele
conquiste dellacivilte
umanistica, chc avevx laticosamente realizzatoil sogro del
'rinascimento',cioe del ritomo
degli Antichi,
dellaloro
voce, deiloro
testi, deiloro
costumicivili
e morali.E
allora evidente. nell'amarameditaziole di
Galateo(m'ii
sistemxtica. ma dcttata dall'urgenza dell'attualite) una coscienzaaorta del
sigrrficIrto deila storia umana,sopnttutto in
relazionecoo
e!-entidi cui
poteva sembrare impossibileogni
interpretazionc razionale. Pondamentodi
tale coscienza, una letturape$onrle della Alb di
Dtbdi
Agostino, opcmvicina
a Gala- teoproprio
perch6 si fonda sullo scenariodi l{oma
devastatadai Goti. Il
anche
g]i
sviluppi successivi sembranogii scritti
nella visione agostiniana:pii
che controi
barban (che talvolta hanno arche dato prova di clemenza,nel
rispettodei luoghi
sacri della cristiaritA). si inten'ienecontro i
pagani,T RA TINI,I,\ E SP-{GNA: NAl,( )],I CROCE|L\ IJI ('( I],TTRE DL lr{N'II' L \ICEI{TAMI.]
ha anche
miiitato
alloro
fianco, nel corso della grerra.La
sceltadi
campo nongli
impediscc perd di tratteggiare un quadro vivo e realistico, e quando occorre anc'he cdtico, della societd spagnola dell'epoca, per quantogli
erapossihilr
conosceresulic
basedellevuluzionc Jci .o\rumi a \apoli e
nel Sud Italia.La
sua polemica neiconlronti
degli Spagnoli pud cosi svolgersi su prenidircrsi.
ma F\oprallulto Ji
ripo cukurale.E
a questo punto che deve essere interr'enuta, nel mezzo della compo-siroDe
dellbpuscolo. la letturadi uno di
queiprodoni tipici
della cultura iberica dellafine dcl Nletlio Evo,
ancora zeppadi mitologia filtrata
dalle lcggende megieve]ie di
e\alta,,ionenrzi
nalirtjcaJellorigine
gorica delle Jin.rstic spagrole.ohrc
ehedi cririclrc
rozzee Groci nei r.onhonri
dellacivilti
italiana.Si trattava dclla Anhtlca
dcAragin
(Saragozza 1499) del monaco cistercense Fabricio Gaubene dc Vagad, portavoceulliciale
deg]i umori dcllacote
spagnola e storiografo diFtrdinando il
Catrolico: un restomolto
signilicativo, scopefto e riconosciuto da Croceirl uno
dei suoiprimi
atticott
nl
De educa/iata L'impressione a cosi violenta che Galateo non pudliuc
a menodi
rispondere, edi
inserire immediatamente nel suo opusaolo una seriedi
pcsanti attacchi a Vagad, lacui Crliriz
viene iflgiuriosamenteibattezzata
Comlualoten (cap. 75). Una reazione unpo'
eccessiva, ma c.hepermette a Galateo
di
citarecontro
Vagadl'autoriti di altri autod
ibericidel XV
sccolo, riconosciuti inveL'e c.omealfieri di
civilre, Mena,\rillena
eLucena, arwersari della rozza inculnrra dep)i it)dalgas nfluenzati ancora dal relaggio rrrb,
'
e eolico.La
citazione dei poeti spagnoli contempomnei, come s'a detto, appareimportante
ancheper la
testimonianzadella loro
ricezionenella
Napoli quattro-cinquecentesL-a: <Ilispani quidam, qui inter caeteros plusculum ingenio
valucrc. et quosputo
non a Gothis aut Hispanis, sed a Romanis ortos, Iohannes l\{ena, etVillcna in
Laboribus Herculis,et
Lucenair Vita
Beata exccrantur aulicorum fidalgorum mores,qui
crassam Arabum aspirationcm et gothicos (ut ipsimet Hispani aiunt) characteres scmipedali longitudine ad fidalgiam pertincre, latine vero aut scire autloqui
rustiL'um putant et igno biJe:qurpropter non inLcete
quidamJir.rre solenl
Deump mum
Per,a\.Aeglptios.
Graecos, Italosex oleo
creasse,extemos hominum
Gallos et Hispanos ex amurca, quaein
fundo supererat, (cap. 47).ln
poche righe, Galateo passa da Juan de Menadi
Cordoba(+
1,156),una
dellefigure pii impofanti della lirica
iberica,a
Enriquede
Arag6n marchrseJi
VillenartJEl
I l34r erJuan Jc
Luccna1.
t506).Villena,;u
torc de La[ trabajo.\ dt
Himl€ s,
stampti
a Zamoranel
1483, e a Burgos flel 1499 insiemc a Lucena (l'originale era in lingua catalana), poteva interessare(ialatco per le
suetraduzioni
da Dante eVirgilio, e quindi
come emcaceCN'ILTi T]II{.\ISTI'A }'] CIVILTA IRF]IUC,\
esempio
del
passaggiodi
unx trasmissionc culturalc dall'Italia alla Spagna'E
ancheLrcena
appariva legnto alla c'ultura umanistica'in
quantola
suaI/ila
Beata erain realt)
una riduzionedel
De-fcliitdte
zriza dell'umanista ligure (ma a lungo legato a NaPoli) Bartolomco Facio: l'oPem, stampxta a T,amoranel
1,183 epoi
a Burgos nel 1499 e nei 1502, sarcbbe potuta esseredisponibile al Galateo nella prirna edizione di tsurgos, in cui aPPare apPunto co]rlg)\ifi^ a Lor trubql$ del Villena-
Non manct
infine un accenno all'antica teoria linguistica loggiifiutata)
che credeva che l'aspirazione delle gutturaliin
cestigliano lbsse derivata dall'arabo:un
fcnomenolb[etico
checolpira i
contempornnei,c
che risulta testimoniato anche da Pontano (unitamente allo scambiofl
adinizio di
parola) nclDt
os/xratitttc.Pin avanti perd, la
poesit
deico/udarct
rutn rcggetli
fionte alla grandez zadi
Dante edi
Petrarca: "Sivelii
legere vermculam, legat etruscam, le,i'n Dantem et Petrarcham, poetasmeo iudicio non
contemnendos: praccjpueillud
nobile Petrarchae carrnen, verius oraculis sibyllarum' cuiusinitium
cstultalia,,
semperin
ore, semperin merte
habeat; fuerunt enimji viri
docti'Ouitl enim
ilii
lohennes Mena- Homcrusill(
HisPanu' r\idi'rin
rrrquam illam'iornic,rrioncm
<-um"uo commenlo et
Ari\lolele
su,'corduhen'i;, quiJ illi Ininul'
quidarn poerac Hispani. si\cnrm
lalerirelimu' contirre
potueruntlOportet virum
priusdoctum
fieri, postea docer'e.Legmus
pueri apud nesJo
quem Catonem (itaillum
appellant): 'Disce, sed a doctis'
Aristoteles' interr;gatus quomodo quis posset cito prolicere, respond;t: 'Si cx auctoribus eos legatqui optimi
habentur'. Istos hispenicomore
'copulatores' potius appellaverim,n;s
poetas quaerimus,qui
sint,ut ait
Nlacrobius de\rirgilio' pcritissimi omnium disciplinanrm"
(cap. 75). Colpisceil latto che
anchei'opera
pii
imponente del NIena (prima Jodatotl'la Commadn&
InigoLoltz
dt-Mendozlt, starnpata
^Tolosa
lorse nel 1489' epoi a Salamanca e Saragozza
nel
1490. e accompagnata daun
lirrraginoso comlnentoin cui
si ricordavala
fantasjosaipoteii
dell'origine cordobeflsedi Aristotele kie demolita
daP.t*.ca co,rtio Gil
de Zamora), siaom
chiamata beffarclemcnte (come le cronac'a di Vagad) Comliahbnen. Nonost lfltetutto'
Galateo avevaletto
conattenzione
Me;a,
e pcrfinoil
suo paratesto: e ar,che r,ell'Es?arixtlone del Pater Norlrravrebbc c-itato, del poeta cordobense, ia traduzione castiglianadell""ar
I-atina, e l-as Trealntati El I'dbmhtrt
(Siviglia 1496).Un altro
esempio positivo,tra
g1;Hi?a
t:, d quellodel
governatoredi
Castelfluovo, Nuries de Ocampo, che aveva amdato I'eductzione
dei
suoifigli
all umanista napoletano Pietro Summonte, allievodi
Pontano e amicodi
San,rararo, ma anchclellrto
a Consalvo, dacui
avevaalrrto il
sosiegnofiflanziaio
per Ia ripresa culturale ed editoriale aNapoli
(scgnatarnente con|'edrziooe iell',4rcadia
di
Sarnxzaro): "Nec prreteribohoc in loco
nobilemTR T TI,\LI,\ E SPAG\A: NAI'OI,I (]ROCE!A\ DI CLLTL'RI DI RINT]] II, \,ICEREA\IE
sentertiam Nonii I)ocampi,
praefecti arcis neapolitanae,viri
hispani seu,quod magis credo, romani, ex illa Ilispaniae
roma
tate, hoc cst ex Romanis in Hispania genitis, ut fuerxnt omnes poetae, omnes imperatores, qui ad nos reversi sunt,quin
etiamii
regesqui
hodiein
Hispania regnant, ex domina orbis Italia in Hispaniam transierunt.llle
egregiae indolis natos Summontio nostro Pontani pxtris alumnoviro
doctissimo modestissimoque erudiendos commisit, rog'ansut
puerorumqurn
maxime posset curam susciperet, sci retque se gratissimiviri
etvirtutum
amatoris filiorum esse praeceptorem. In ter caeteros benignos sermones addidit, quod ipse existimaret se lelicissimum fore,si cum in
Hispaniam rediret, natos suoslitteris et italica
institutioneet
disciplina omatos reportarct.O viri
prudentissimi sententialHoc ve
)oillc
me sibi perpetuo obnoxium fecit, et tamenille inter
Hispanos et natus et versatus est. ProGcto hoc coelum et haec sidera ubique distribuunt suasvires,
sull
beneficia, sedmala
educatio pemecat,ut domini nostri
verbis utar, semeB quod iDter spinas cadit, aut ab avibu-srapitur' (cap.48).Il
buonNuiez,
che si eraauguuto.'he i
suoifigli
tornassero in Spagnarimlmi di
sapienza umanistica italiana, era perd destinato ad una fine tmgic?: caduto
in
disgazia del Gran Capitano,lo
accusadi
tradimento a re Ferdinando, efu percid
fatto
ar'welelarc da Consalvonel
1506.Distefldendosi su
tutti gli
aspetti della vita contemporanea, la satira g,n lateana propone un manuale pedagogico alla rovescia, riccodi
a\.yertinrenti sucid
cheil
principe Ferdinando, csuleo
ostaggioin
terradi
Spag'na, pudo
non pud lirre, per noD lasciarsi corrompere dai cosnrmi barbaric.i. Si esaminano dunque
i
modi di parlare e di esprimersi, l'alimentazione, I'esercizio lisico, l''amore,la mndizionc
femminile, le cerimonie e levaniti ;dicole. i
giochi, la musica, la poesia. L'uso di paiole castigliane, pid o meno latinizza te, aricchisce la polemica
di
un colore linguisticoinsolito,..he
non sarcbbe sicuramente sfuggito ad un lettore contemporaneo, e iD questo riconosciamo ancoraun tratto di afiniti
coni
dialoghi pontaniani, nellaloro
contamina- zione continua tra latino classicoc
umanistico e segnali dcll'oralitao
dellaquotidianiti,
anche v€rnacolare.Per
noi, lettori odiemi,
quelle parole hannoun signficato
particolare (come gia ebbe ad ar,wertire Croce). Sono le parole che hanno conosciutorna
fortuna straordinaria nella lingua italiana del Cinquecento, daAriosto ad Aretino o
Tasso, parallelamentealla dilhsione di quei
costumi nellasocietd cortigiana. Basteri limitarsi a ricordare f insistenza e I'ironia c'on cui
ricorrono temini
comegalfu,
desenz,olura, h:dalgt:ao
algaraaa,o tl goco
linguistico relativoxi
giovani spagnolitlefniti
r@ax, che sembrano quasi dalla stessa parola destinari a divertarebanditi
e ladri. Si legga ad esernpioil
brano sulla desemtoltura:"Audio
apud illos, nesciosi id
verumsit,
opei
crvrr,T_i (ri[A]\1s,l.rc^
!
cfiLTri lBFtzua:A rr311:
-pl.,i,,-. *:"
blaoerarc-deciper.,
faltere, detudere. furari. menriri sine^"-::':..:,,:,11,1*.
er.drs5rmutare. er anre regidrn .rulam atiquid nocre ra_
p(rc. rlltoo
tp5t honesttore \ocabulo. mutala unaliltera,,(-JDcre.difllnl
F,Iras 1.rflurc\ (non pojsum
hline. dim,n
hispani(.e,.tlc\envoltur"".rpp"llnnr,
hoc esrver..lilirales
ludcre. scommat.r,rurrili.r in
hos" i, ;ff." "Li;..r",
nummos ad ludendum ab
hoc
et abillo
quaeritare,*In
"t f",",, ;."" .i".
ll.:L"-11"i1i1.,"1, +od
pessirnum',,ro.,"
n,nniu- ",rllil;;, ;, ;;:,
DegrHere (cun.4]r).
. ,'{tc -(ornc oe
a crr\r e sempre.de
.in.a
G.rlareo. traslormazioncdietro
Iedelh
paroleciviltb. c,i
l:r tbrzaIn un
tlelle cos.. restocomnle..n
l.iJea con,eil Dt pdu.atnft. il
ounroai cnnratr. fr" i Jifii*;,i *,.,r,1 5rili,,
probabilmenre. rrel
conceno tli n,ia lnnntn tirtllutt..
tu\tesciampni,\ n radosaledi t,rra
la tradizionepe,JagoE-
a"ff,_lr..ir,,'g H';:,;Ji
qu:sl^ ar$menlo
chesi
cnribuisce aila barharief" p*r",. J",".".r'fri;a
Pt,Drx'a e momle dr trusmeltere se \tessx alle nuor c generrzioni, e allc nazioni s,'ttomesse.
La
barbaric non distrugte. macosrrxisce,.r1",.
" p.rp.;;
";
sressr.
t
le resptrnsabjlirade
.ineviiabilecorruzione
dei _u,,rni,
",j; *,,,
quel
harbarie. seguito chedi ha lutti
alrcraro e rovine cheun equilibrio
fatalmente ne soL.ialechc risult! avrcbhe,f",r,.
dcade anc,ora;r;;;
sulla suJla regione e non sulla forzall
Drdnanbne si
conclude cr,n unarpologir,
in cui si maniGsrrn;a",
mcnte il .onrrasr,,
lra realti
e appcrenza.Al
(;;r,;;;";" ;;;;; ;;,I",.'i,
reahi
delle.cnndizionidi \apoi;
ed.t
regno rneridionale al porerc r.enrrelcin
Spagna,.lontano.nello spa,zio e nello spiriro.E l" lor,nn"na non l" cI"
lccresccre
h
diflicoha di comunicczione. perche"i .; f."pponeon" un:;,ini,a u,
ur:urarnJ-nr. pru,, mrno
inlere\salird
.rna inlcrprcta,/jone diversa delle cose: una 'nebbia' fra I^
piazza e tl
palaz.o, ay-blr" d"". d;;;;l;, ;;' i;
dominarre
c
itdorninrro.
tra t.imnero et, ;r";;;;r.;"- Nrp.
;"U;:'
hr quella nehbia. desrinara
a
rron dis.elre1q,,n tcmp,
brcvi,si
sxrebbemrsumato
anche iJ dcsrino delloperc- comnosrapr.bctilmenr. nel
I505.uopo
u oreveprrsa(go
napoleranodi
Ferdinan.loil CaIoli(.o
r1505 1506j:l:llT.., .p"T",1 dc
a cta.sse dirigenre napr,terrna""t;t. " t.on."t,,,.
;iaoJnrnro.spagnoto
qi.conlcrmo piu
duramrnree,rrbiJmcnte, rn"h. r,rr"
verso cpr\oclr come
t.ssas\inio di
Nrrneu rle Ocampo. I.amico,p"1.olo Ji
Galateo. Nel giro di po chi mesi, tl De
etlucath*,tir.;,;r.;;;.;;';;";;,
e perfino pericoloso, Nascosto
in un
cassetto, ne uscil,a bretemente vcrsoil ls12. rer
una nuovadedita aJ un pirro a;"i;.i;. ;;p;;il;;;;i:::
tamigli.r lcu.jc]e meridionale d origine .albane.c. Era
il
regno che ormairre
:11" "fl,\peran,/a
netriromo
detprincipc FerdinrnJo,
de*rinar,,a
di- venrare. tnfutl,, c
pertuno.
quel che (jalarro non
roleva:,,
".ri-""i".;
nl{ ITAU,{ E SPAGNT\: NAR)IJ ( R(x },:\'lA Dl CUL I UI{E DULl,\'l r] lL vlcllltL{xl!
e
un
por vano principe spagnolo. Pertl I)e
edtcahbhe, testo problematico eimbarazzante per
tutto
periodo deldominio
spagnolo eoltle,
cominciavaun
lungo periododi oblio
edi
sotterranea tradizione manoscritta,lra
queipochi lettori
che sarebberoriusciti
a copianelo,tra il
Saleno
ela
Napolidi
Masaniello.Noa
btbliograllicoRinvio, per
il
testo del Deld
cah:a tt e la sua interpretazionc,oltre
che per la bibliografia relativa, alla mia edizione:ANI ONIO DE
FERR{RIIS DIT GALATEO,
De educatiorc (1505),Texte
6tabliet introduit par
C. Vecce, Traduction frangaise de P. Tordeur, Notes de C. Vecce et P. Tordeur, Preface de P.Jodogne, Bruxelles-Lcuven, Peeters, 1993 ("Translationes",Travarx
de l'Institut Interuniversitaire pour l'6tude de la Renaissance et de l'Humanisme, Universit€de Bnr-xelles, vol. I).In
generale, sulla tradizione pedagogica dell'umanesimo e sul conlrorrto fra italianj e stranieri, rinvio ad altri miei saggi.h
r&alauna tticd
dall'IlahadllEuripa, in "History ofEducation
and Children's Literature>,172
(2007),pp.45
54; Modelli della ?edag|gt;qananihia
dall'ItaliddllE
mpo, tn B.M. DaRif
(a curadi)
econ
introduzionedi
F.Finofti, Cniha itdaua
e geagralied'Eunla, XIX
Congnssa A.I,SLLI (fnlene-CaPaditna-Padoaa-Pala 19-21 rettenhe 2006), lrieste, EUT Edizjoni
dell'Universitddi
Trieste, 2009, pp.114-52; Italmni e stranim kcll'Undnerina. ln ltaliaT,i e
iraniei
ellaaadhfu
e letteraia,,4tti
del cotnegno(Mo tEtlctano I
10 oltabre 2007), Roma, Salemo Editrice, 2009, pp. 93-113.lmpoftante,
peril rapporto con la civilti
francese,il conFonto
con lacoltempo
laea Pm Galhi apologra di MarioFquicol4
per la quale rinvio allamia edizione
in
Un'Apologrb per l'Equtiola. Le due red,zziani della"Pn
Gallnapolagia"
di lfanb
Equicola ela
traduznne francesed;
Mi.:helRot, N^poli
Isdnrto llniversita
rio
Orientale. 1990.Per
gli
interventidi
Croce, ch.Il tnltata
<[)e educatineo diAfioafu
Ga- lateo,it "Gionale
storico della letteratura italiana,,)fiIII
(1894), pp. 39a-406
(rec. daA.
Monr:r.-Ferro,in <Romanio, 24 luglio
1895,pp.
477 78);L'cwenanb
Eagrualo di Antonia Galatea, in"R^ssegna pugliese>,
XII
(1895),pp.
38-41;l,z
Spagna nella aitQitalia a
durantela
Rna:cenza(I
etl,. Bari,Latefla,
1977), Bari,Laterz4
19194; ,4ntonb DeFeraii
dettoil
Galateq in<Humanisme et Renaissance,,
lV
(1937), pp. 366-80 (if.uso in Paeti e$rittai
del ?t:aa e tuftlo Rinasctnenta, Bati,
L^tetz4
1945. vol. I, pp. 17-35).Tr:r i pii
recenti e rilevanticontributi
sul Galateomi Iimito
a segnalarecl1'll'l A Lr\L{r'lsuc.{ r.r an rr,Ti TBFRICi\
l'Antologla
P
.qlia nealatma. Un itincran:a del RmasflnentoJiu d lori
e terti, a.cura