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La cifra del volume è la soggettività irripetibile di chi si misura con i segni

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Academic year: 2021

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ndubbiamente le cose stimolano la memoria, le offro- no un supporto, ne vincono la inef- fabilità, tanto che ci si è chiesto se una qualsiasi memoria potrebbe sus- sistere ove non vi fossero più cose.

In 1984 di George Orwell il Grande Fratello per eliminare la memoria del passato fa distruggere una gran- de quantità di cose. Nel film di Fra- nçois Truffaut Farhenheit 451 la di- struzione del libri, i quali sono cose che concentrano per definizione contenuti culturali ha il medesimo scopo. Di contro, si può dire che le cose, nella loro materialità, impac-

ciano il libero fluire della memoria, perché la spingono a prendere cor- po in determinati oggetti, dalla cosa singola al paesaggio, piuttosto che in altri e pertanto la condizionano e sviano fino ad ossificarla». Un rap- porto non semplice tra i percorsi della memoria, individuale o collet- tiva, e la conservazione degli ogget- ti che popolano spazi e contesti del- la vita degli uomini. Lo sguardo del- lo storico va in profondità, cerca i fi- li della continuità con il passato e i vuoti delle tante assenze come trac- ce di una possibile nuova ricerca, lampadine di attenzione per costrui- re ipotesi verificabili. Non si tratta di ricette o certezze inossidabili, ma dell’apertura di cantieri di lavoro, approssimazioni continue, risultati che andranno misurati attraverso la luce delle opinioni di tanti. La cifra che unisce cinque saggi scritti da Claudio Pavone tra il 1964 e il 2000 riguarda la soggettività irripetibile

di chi si misura sui segni che arriva- no dalla storia (Gli uomini e la storia.

Partecipazione e disinteresse nella storia d’Italia, Bollati Boringhieri, 2020). Una tensione continua e in- sopprimibile che arricchisce il con- fronto fino ad accompagnarci lungo un itinerario colmo di interrogativi inevasi: dalla crisi della nazione del Risorgimento, ai temi cruciali della continuità dello Stato, dai riflessi della zona grigia alle analisi sulle de- finizioni del fascismo, dalle memo- rie diffuse alla conservazione delle cose. Temi controversi e complessi che finiscono in anni e decenni di- versi sotto la lente di un archivista impegnato e attento ai risvolti della dimensione pubblica, agli usi e agli abusi che accompagnano chi ragio- na di stagioni lontane senza preclu- sioni e chiusure. Uno sguardo libero sui nodi più delicati della costruzio- ne laboriosa di una comunità possi- bile: un partigiano che riflette sulla

Resistenza, un archivista che guar- da al peso delle memorie e dei docu- menti, uno studioso attento allo sta- tuto della storia nelle società con- temporanee. Claudio Pavone racco- glie nella sua biografia punti di vi- sta, collocazioni e analisi plurali nei risvolti di una produzione ricca che va ben al di là delle principali opere monografiche. Le pagine del volu- me sono più legate e connesse di quanto potrebbe apparire da uno sguardo di superficie. Il lungo cam- mino dello storico della Resistenza appare più ricco e articolato delle ri- flessioni fondamentali consegnate nel 1991 all’analisi della stagione fon- dante nelle articolazioni di un con- flitto patriottico, civile e di classe (Una guerra civile. Saggio storico sul- la moralità nella Resistenza, Bollati Boringhieri 1991). I cinque saggi del volume sono al tempo stesso fine- stre sul passato e percorsi di rifles- sione e indagine che l’autore propo-

ne al confronto delle idee. S’intrave- dono le considerazioni metodologi- che, le acquisizioni di chi ha conti- nuato a interrogarsi per una vita sul- le dialettiche tra continuità e discon- tinuità, sulle distanze tra storia e me- moria, sulle implicazioni continue tra il mestiere dello storico e l’impe- gno civile, la partecipazione disinte- ressata. David Bidussa che ha cura- to con intelligente passione la pub- blicazione, presenta in apertura i no- di portanti dei saggi evidenziando le parole chiave di un viaggio impe- gnativo, dalle pagine di Pavone ai contenuti di un confronto storiogra- fico che rimane aperto e stimolante.

Si tratta di termini accostati in mo- do dialettico per indicare un terre-

no fecondo: delusione/malinconia, continuità/discontinuità, zona gri- gia, totalitarismo, la memoria e le co- se. Lo spessore interpretativo sor- regge le analisi su passaggi e crono- logie distanti, la documentazione d’archivio delinea la base che per- mette di costruire percorsi e verifi- che. Non una distinzione forzata tra la ricerca e la sua interpretazione, tra gli eventi e il giudizio di chi li nar- ra. Al contrario, per l’autore, il rac- conto è parte dell’indagine conosci- tiva, dell’elaborazione di chi studia il passato: «la narrazione, problema con il quale lo storico non può non misurarsi, è una forma di conoscen- za al pari della spiegazione». Temi che dai tornanti di un confronto lon- tano si riflettono sulle inquietudini del nostro tempo, sul significato del- la conoscenza del passato, sulle diffi- coltà a uscire dalle semplificazioni correnti.

La cifra del volume è la soggettività irripetibile di chi si misura con i segni

che arrivano dal passato

aabcc

Claudio Pavone Gli uomini

e la storia Bollati Boringhieri

a cura di David Bidussa pagg. 240

euro 18 la memoria

Con la storia ci vuole

metodo

Cinque saggi di Claudio Pavone ripercorrono la controversa fase fondatrice della nostra nazione

Dal Risorgimento al fascismo alla Resistenza

di

Umberto Gentiloni

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VOTO

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Giorgio Morandi Natura morta (1951, olio su tela)

Sabato, 9 gennaio 2021 pagina

19

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