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Tutore: Dott. Giulio Pellitta 25 settembre 2008

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PFB - Tutorato 1 (Soluzioni)

Sessione Settembre-Ottobre 2008

Tutore: Dott. Giulio Pellitta 25 settembre 2008

ANALISI

Esercizio 1. L’esistenza di una soluzione dell’equazione segue dal Teorema di Lagrange, l’unicit`a dal fatto che l’integrando

`e sempre positivo e quindi la funzione integrale `e iniettiva.

Sempre dal Teorema di Lagrange, abbiamo che xa ∈ [0, a], da cui, per il celebre Teorema dei “carabinieri”, lima→0+xa = 0.

Poi

1+ x10= Raa

0 dt 1+t10

⇒ x10= Raa

0 dt 1+t10

− 1

a→0lim+ x10a a10 = lim

a→0+

1 a9Ra

0 dt 1+t10

− 1 a10 = lim

a→0+

a −Ra

0 dt 1+t10

a10Ra 0 dt

1+t10

= lim

a→0+

1 −1+a110

10a9Ra

0 dt

1+t10 + a101+a110

= lim

a→0+

1 − (1 − a10+ O(a20)) a10xa+1+aa1010

= lim

a→0+

a10+ O(a20) a10(xa+1+a110) = lim

a→0+

1+ O(a10) xa+1+a110

= 1

Quindi, per la continuit`a della funzione (·)10:

a→0lim+ xa

a =



a→0+lim x10a a10

101

= 1.

Esercizio 2. 1) La funzione f `e continua sul compatto T, quindi per il Teorema di Weierstrass f ammette massimo e minimo su T.

2) Usiamo i moltiplicatori di Lagrange. Posto g(x, y, z) = x+ y + z − 1, imponiamo

§ ∇ f −λ∇g = 0 g= 0

e cerchiamo le soluzioni per cui x ≥ 0, y ≥ 0, z ≥ 0.

In alternativa, dalla simmetria della funzione e del vincolo, si evince chiaramente che Px= Py = Pz, per cui dall’ultima equazione si ricava Px = Py = Pz = 13. Osserviamo che

f (P)= 0.

3) Studiamo f su T intersecata con il piano z = 0 e parametrizziamo il segmento individuato: x = t, y = 1 − t, z = 0, t ∈ [0, 1]. Poniamo f (t) := f (x(t), y(t), z(t))

f (t)= t3+ (1 − t)3= t3+ 1 − 3t + 3t2− t3 = 3t2− 3t+ 1, f0(t)= 6t − 3 = 0 ⇒ t = 1

2. Confrontando i valori di f dei punti trovati

f (0)= 1, f

1 2

‹

= 1

4, f (1)= 1 vediamo che P `e di minimo, mentre i punti di massimo sono i vertici di T (i caso x= 0 o y = 0 sono analoghi, di nuovo per simmetria).

4) Basta svolgere i calcoli:

f (λx, λy, λz) = (λx)3+ (λy)3+ (λz)3− 3(λx)(λy)(λz)

= λ3(x3+ y3+ z3− 3xyz)= λ3f (x, y, z)

5) Se x= y = z = 0, non c’`e nulla da dimostrare. Altrimenti siaλ > 0 t.c. x + y + z = λ1. Alloraλx + λy + λz = 1, cio´e (λx, λy, λz) ∈ T. Dunque

0 ≤ f (λx, λy, λz) = λ3f (x, y, z) = λ3(x3+ y3+ z3− 3xyz) e pertanto 0 ≤ x3+y3+z3−3xyz, da cui x3+y3+z3≥ 3xyz.

Esercizio 3. Siaα l’angolo in A (espresso in radianti). Noti- amo che il triangolo ëABC `e un triangolo rettangolo perch´e inscritto in una semicirconferenza. Il cateto AB `e lungo AC cosα = 2r cos α.

Detto O il centro del lago, l’angolo ÔBOC vale 2α (per un noto teorema delle scuole superiori: il triangolo ëAOB `e isoscele, avendo due lati uguali, e pertanto ÔABO= α e ÔAOB= π − 2α, da cui ÔBOC= π − (π − 2α) = 2α) e dunque l’arco öBC vale (2α)r.

Il tempo di percorrenza vale perci`o T(α) = s1v(1α)+ s2v(2α) =

2r cosα

2 + 2αr4 = r cos α +α2r. T0(α) = −r sin α +12r = 0 ⇒ sinα = 12 ⇒α = arcsin12 = π6.

Esercizio 4. Ricordiamo che

ex=X

k≥0

xk

k!, cos x =X

k≥0

(−1)k x2k

(2k)!, cosh x =X

k≥0

x2k (2k)!. Dato cheα > 1 ⇒P

k≥1 1

nα < ∞, le serie convergono:

X

n≥1

•

en21 − 2 cos1 n + 1

˜

=X

n≥1

•

1+ 1 n2

‹

− 2

 1 − 1

2n2

‹

+ 1 + O

 1 n4

‹˜

=X

n≥1

• 3 1

n2 + O

1 n4

‹˜

;

X

n≥1

•

en21 − 2 cosh1 n+ 1˜

=X

n≥1

•

1+ 1 n2

‹

− 2

 1+ 1

2n2

‹

+ 1 + O

 1 n4

‹˜

=X

n≥1

•

−1 n2 + O

1 n4

‹˜

.

(2)

GEOMETRIA Esercizio 5. • Siano a, b ∈ A qualsiasi:

(1) a+1 = (a+1)2 = a2+2a+1 = a+2a+1 ⇒ 2a = 0.

(2) Segue dal punto precedente.

(3) a+b = (a+b)2= a2+ab+ba+b2= a+ab+ba+b ⇒ ab+ ba = 0 ⇒ ab = −ba = ba ⇒ ab = a2b = a(ab)= a(ba) = aba = (ab)a = (ba)a = ba2= ba.

(4) Un campo di 2 elementi, chiaramente `e un anello booleano unitario integro. Viceversa, se ci fos- se a , 0, 1, per il secondo punto sarebbe uno zerodivisore, quindi A non sarebbe integro.

• Si tratta di una semplice verifica: ZX2 `e dotato di uno zero (l’applicazione che manda tutto in 0 ∈ Z2); di un elemento neutro rispetto al prodotto (la funzione iden- ticamente uguale a 1 ∈ Z2); ogni elemento ha come opposto s´e stesso; il prodotto e la somma di elementi di ZX2 stanno ancora in ZX2 perch´e somma e prodotto sono definiti a partire da quelli in Z2 che `e chiuso rispetto a somma e prodotto; infine `e booleano perch´e Z2 lo `e (( f )2(x)= f (x)2 = f (x)).

Esercizio 6. 1. l1= È

(Ax− Bx)2+ (Ay− By)2+ (Az− Bz)2=

12+ 02+ 02= 1.

2. l2= rπ3 = π6. 3. A·B= 12· −1

2+0·0+

3 2 ·

3

2 = −14+34 = 12 = |A||B| cos α = cosα ⇒ α = arccos12 = π3 ⇒ l3= π3.

4. l2< l1< l3.

Esercizio 7. A e B distano entrambi r=

2

2 dall’origine.

|A|= ʁ

1 2

‹2

−1 2

‹2

+ 02= r1

2 =

√ 2 2 ,

|B|= ̂ √

3 4

Œ2

+

‚

√ 3 4

Œ2

+

√1 8

2

= r1

2 =

√ 2 2 .

Da A · B = (12, −12, 0) · (

3 4 , −

3 4 ,18) =

3

4 = r2cosα =

1

2cosα otteniamo che l’angolo tra A e B vale arccos12 = π3, da cui l’arco öAB `e lungoαr =π3 22 = π62.

Esercizio 8. Consideriamo U(Z15)= {1, 2, 4, 7, 8, 11, 13, 14}

e i sottogruppi generati dai suoi elementi:

· 1 2 4 7 8 11 13 14

1 1 2 4 7 8 11 13 14

2 2 4 8 14 1 7 11 13

4 4 8 1 13 2 14 7 11

7 7 14 13 4 11 2 1 8

8 8 1 2 11 4 13 14 7

11 11 7 14 2 13 1 8 4

13 13 11 7 1 14 8 4 2

14 14 13 11 8 7 4 2 1

h1i= {1} h2i= {1, 2, 4, 8}, h4i= {1, 4}, h7i= {1, 4, 7, 13}, h8i= {1, 2, 4, 8}, h11i= {1, 11}, h13i= {1, 4, 7, 13}, h14i= {1, 14}.

Per ragioni di cardinalit`a, G pu`o essere solo prodotto diretto interno di un sottogruppo di 2 elementi e di uno di 4. Dalla tabella moltiplicativa, si vede che G `e prodotto diretto inter- no di {1, 2, 4, 8} e {1, 14}; oppure {1, 2, 4, 8} e {1, 11}; oppure {1, 4, 7, 13} e {1, 14}; oppure {1, 4, 7, 13} e {1, 11}.

2

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