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Tutore: Dott. Giulio Pellitta 1 ottobre 2008

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PFB - Tutorato 3 (Soluzioni)

Sessione Settembre-Ottobre 2008

Tutore: Dott. Giulio Pellitta 1 ottobre 2008

ANALISI

Esercizio 1. Poich´e f0(x) = p1−xx > 0, la funzione `e monotona crescente. Dato che f00(x) = 1

2

x 1−x

(1−x)−x(−1) (1−x)2 =

1 2

x 1−x

1

(x−1)2 > 0, f `e convessa.

f `e limitata? Studiamo il suo comportamento vicino a 1:

la funzione p s

1−s =

s

1−s ha una singolarit`a di ordine 12 < 1, che `e integrabile. Quindi f si pu`o estendere per continuit`a fino a 1, pertanto (dal Teorema di Weierstrass) essa `e limitata.

Esercizio 2. f `e definita per x> 0. Riscriviamola come

f (x)= Z x

1

1 tdt −

Z x 1

et t dt=

Z x 1

1 − et t dt.

Calcoliamo i limiti

x→0lim+ Z x

1

1 − et

t dt= lim

x→0+

Z x 1

t+ O(t2)

t dt

= lim

x→0+

Z x 1

1+ O(t) dt = −1,

x→∞lim Z x

1

1 − et

t dt= −∞.

Studiamo la crescenza: la sua derivata vale f0(x)= 1 − ex

x < 0 ∀x > 0

quindi f `e monotona decrescente. Dallo studio della derivata seconda,

f00(x)= −ex(x) − (1 − ex)

x2 = −xex− 1+ ex

x2 < 0 ∀x > 0 vediamo che f `e concava.

Esercizio 3. Non ci sono le ipotesi per derivare sotto segno di integrale: la funzione integranda non `e equidominata

sin(xt2) t

≤ |x|t2

|t| = |xt|

e l’intervallo di integrazione dipende da x. Posto allo- ra g(z, w) = Rz

0 sin(wt2)

t dt, si ha f (x) = g(x, x) da cui f0(x) = (∇g(x, x), (1, 1)) = sin(xx3) +Rx

0

t2cos(xt2)

t dt= sin(xx3) + Rx

0 t cos(xt2) dt. Poi Z x

0

t cos(xt2) dt

xt2= y, 2xtdt= dy

= Z x3

0

cos(y) 2x dy

=" sin(y) 2x

#x3 0

= sin(x) 2x3 .

Quindi f0(x)= sin(x)x3 + sin(x)2x3 = 32sin(x)x3 `e C0(non `e definita in 0, ma `e ivi prolungabile ponendola uguale a 0), da cui f `e C1.

Usando de l’Hˆopital limx→0

f (x) x = lim

x→0 f0(x)= 0.

Esercizio 4. 1) f `e definita per x , 0 ed essendo l’integrale di una funzione dispari `e pari.

2)

Z 2x x

sin t t2 dt=

Z 2x x

1 t + o(1)

dt

= log 2 − x(o(1)|x) →x→0log 2.

x→∞lim Z 2x

x

sin t t2 dt

≤ lim

x→∞

Z 2x x

sin t t2

dt

x→∞lim Z

x

1 t2 → 0.

3) Prendiamo ˜f =

( log 2 se x= 0 f (x) altrimenti .

4) Per vedere che ˜f `e Lipschitz basta mostrare che la sua derivata `e limitata.

f0(x)= 2sin(2x)

4x2 −sin(x)

x2 = 2 sin(2x) − 4 sin(x) 4x2

= 4 sin(x) cos(x) − 4 sin(x)

4x2 = sin(x)cos(x) − 1 x2 f0(x) (dato che cos(x)−1x2x→01

2) `e limitata su tutto R.

Esercizio 5. La funzione `e definita per x> 0.

x→0lim+ f (x)= 0, lim

x→∞f (x)= ∞.

La derivata di f vale 2(x log x − x)(log x + 1 − 1) = 2 log x(x log x − x) e si annulla in x = 1, e (rispettivamente massimo e minimo relativo) dove vale 1 e 0. Quindi, per il Teorema dei valori intermedi, l’equazione f (x) = 12 ha tre soluzioni x1, x2, x3tali che 0< x1< 1, 1 < x2< e, x3> e.

Esercizio 6. (i) La funzione f `e definita su tutto R ed `e una funzione dispari (essendo l’integrale di una funzione pari).

x→−∞lim f (x)= ∞, lim

x→∞f (x)= −∞.

La sua derivata prima, e4− ex2, si annulla in x= −2, 2, rispettivamente minimo e massimo relativo (quindi f `e crescente tra −2 e 2 e decrescente altrove). La derivata seconda vale −2xex2e ci dice che f `e convessa per x< 0 e concava per x> 0.

(ii) Dallo studio del grafico della funzione, si deduce che se λ > f0(0), l’equazione ha 0 come unica soluzione; altri- menti, ci sono altre due soluzioni simmetriche rispetto all’origine.

(2)

GEOMETRIA

Esercizio 7. Se n = 1, non c’`e niente da dimostrare.

Supponiamo vera la tesi per n e dimostriamola per n+ 1:

(3 + 4i)n+1 = (3 + 4i)n(3 + 4i) ≡ (αn + βni)(3+ 4i) ≡ (3αn− 4βn)+ (4αn+ 3βn)i ≡ 3+ 4i.

Se per assurdo 35 + 45i fosse una radice m-sima dell’unit`a allora (35+45i)m= (3+4i)5mm3+4i

5m , 1∀m ≥ 1.

Esercizio 8. Siano per assurdo a0, . . . , am−1 non tutti nulli tali che a0v+ · · · + am−1Lm−1v= 0. Applicando L m − 1 volte a a0v+ · · · + am−1Lm−1v otteniamo a0Lm−1v= 0, da cui, poich´e

per ipotesi Lm−1v , 0, si ha a0 = 0; applichiamo ora L m − 2 volte a a1Lv+ · · · + am−1Lm−1v e otteniamo a1Lm−1v = 0, da cui, come prima, a1 = 0. Continuando cos`ı ricorsivamente a2= · · · = am−1 = 0.

Esercizio 9. Basta scrivere la definizione, scambiare le sommatorie, commutare i prodotti e il gioco `e fatto.

tr(AB) :=

n

X

k=1 n

X

i=1

aikbki=

n

X

i=1 n

X

k=1

aikbki=

n

X

i=1 n

X

k=1

bkiaik=: tr(BA).

2

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