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Ambiti e sistemi territoriali

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Academic year: 2021

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Ambiti e sistemi territoriali

Un approccio esplorativo alle tematiche geospaziali Casi di studio 2

Versione preliminare al dicembre 2001

Spezzone di una carta dei posti letto per abitante negli esercizi turistici italiani al 1991.

WP Web 2001 - Serie RE 12 - 2

Laboratorio di Geografia - Dipartimento di Studi Filosofici, Storici e Sociali

Facoltà di Lingue e Letterature Straniere

Ud’A di Chieti – sede di Pescara

(2)

CASI DI STUDIO 2 4

La numerosità dei confinanti nei mosaici amministrativi italiani. 4

Premessa 4

I risultati 6

Casi esemplari 13

I comuni capoluoghi di regione

13

Capoluoghi provinciali di particolare interesse e isole amministrative

15

Riflessi sugli assetti amministrativi di particolari condizioni geomorfologiche.

17

L’eteregeneità dimensionale. Micro e macrocomuni 21

La compattezza delle tessere 28

Figura 1 Il vicinato amministrativo della provincia di Firenze. 7 Figura 2 Relazioni tra le numerosità delle tessere e la loro posizione in mosaici

compatti ed omogenei 8

Figura 3 Divergenza tra i cn degli assetti empirici nei mosaici amministrativi

italiani da quelli teorici 8

Figura 4 Tipologia delle regioni amministrative. 9

Figura 5 Tipologia delle province italiane 9

Figura F Distribuzione dei comuni con variazioni amministrative 10 Figura 7 Vicinato amministrativo del comune di Genova. 14 Figura 8 Vicinato amministrativo dei comuni di Milano e Trento. 15 Figura 9 Vicinato amministrativo dei comuni di Palermo e Firenze. 15 Figura 10 Vicinato amministrativo dei comuni di Asti eVarese. 16 Figura 11 Vicinato amministrativo dei comuni di Verona e Lecce. 16 Figura 12 Formazione di isole amministrative. 17 Figura 13 Esempio di punto quadruplo fi confine. 18 Figura 14 Assetto amministrativo dei comuni rivieraschi del lago di Garda 18 Figura 15 Successione di tessere comunali di fondovalle nei pressi di Peio

Trentino -Torrente Noce 19

Figura 16 Esempi di tessere di fiancovalle nei pressi del torrente Noce alla

confluenza dell’Adige (Trentino). 19

Figura 17 Mosaico amministrativo dell’area culminale del Vesuvio- 20

Figura 18 Mosaico amministrativo dell’area culminale dell’Etna. 20

Figura 19 L’area culminale dell’Aspromonte 21

(3)

Figura 20 Campi di variazione e medie di posizione delle ampiezze areali e

demografiche 23 Figura 21 Confronto areale tra la provincia di Trieste e il comune di Roma 23

Figura 22 Comuni con variazioni. 24

Figura 23 Microcomuni 1. 25

Figura 24 Microcomuni 2. 26

Figura 25 Macrocomuni 1 27

Figura 26 Macrocomuni 2. 28

Figura 27 Compattezza delle tessere nel mosaico provinciale italiano 30

Prospetto 1 Numero in % dei contatti attesi in un processo casuale e in mosaici

empirici 5 Prospetto 2 Numero dei contatti tra regioni amministrative contigue 10

Prospetto 3 Numero dei contatti tra province contigue 11

Prospetto 4 Riepilogo generale e per regione del cn nei comuni italiani. 12

(4)

CASI DI STUDIO 2

La numerosità dei confinanti nei mosaici amministrativi italiani.

Premessa

L’approccio al tema del contact number, o cn in forma abbreviata, implica uno stretto legame con le matrici di adiacenza, i grafi duali e la definizione di contatto amministrativo. Concentrando per ora la nostra attenzione su quest’ultima, essa si esplicita asserendo che esiste un contatto tra due tessere elementari quando hanno in comune una linea di confine.

Ma la rilevabilità effettiva della linea dipende dalla scala di rappresentazione, in quanto, per ovvie ragioni grafiche, le linee possono trasformarsi in singoli punti con il mutare dei rapporti di scala. D’altra parte, anche la lunghezza delle linee di confine può assumere interesse in particolari circostanze, ad esempio se si intende ponderare i contatti, e in generale imporre una soglia minima per confronti tra mosaici rilevate con basi cartografiche differenti per scala. In tal senso Landini e Massimi (1984) hanno proposto per l’esistenza del contatto una lunghezza del confine condiviso non inferiore ai 500 m.

In generale, l’interpretazione del cn è cosa delicata per il fatto che si ottengono risultati diversi a seconda che si computino o meno, e nel caso come, i contatti che le tessere perimetrali di un mosaico hanno con lo spazio esterno, la cosiddetta faccia infinita del linguaggio topologico. Una complicazione ulteriore discende dall’eventuale presenza nei mosaici sottoanalisi di isole amministrative — le tessere anomale per la mancanza di un proprio capoluogo, tanto diffuso nel tessuto amministrativo dell’Italia dei comuni, la cui inclusione o esclusione nel computo dei cn è sempre insoddisfacente.

Circa il collegamento tra cn e grafi duali, vi è da dire che esso è immediato in quanto, da un punto di vista topologico, un mosaico è duale di un grafo planare avente per nodi i capoluoghi delle tessere (o qualunque altro punto interno) e per archi le relazioni di contatto tra le tessere costituenti il grafo.

Laddove si trasferiscano le relazioni di contatto (0 = assenza; 1 = presenza) su una matrice a doppia entrata, con righe e colonne individuate dai punti nodali, si ottengono le matrici di contuigità o adiacenza (o, anche, connessione), di grande interesse perchè racchiudono importanti informazioni sulla struttura complessiva del mosaico esplicitabili con la tecnica delle potenze delle matrici, sulla quale però non si entra nel merito. Infatti, per la piena intelligenza di quanto segue è sufficiente ricordare

(5)

che le matrici di adiacenza sono simmetriche e che i totali di riga o di colonna, eventualmente depurati dell’autocontatto, prospettano i richiesti valori di cn.

È importante sottolineare un fatto intuitivo, del quale in seguito si proporrà la base documentaria essenziale: a parità di altre condizioni un alto numero di contatto è indicativo di elevata centralità e accessibilità, almeno potenziale, nell’intorno locale della tessera di riferimento; il contrario vale per un basso valore del cn.

In merito alle modalità di rilevamento adottate in questo studio si precisano i punti essenziali:

1- nelle valutazioni sono state escluse le isole amministrative;

2- nel rilevamento dei mosaici a base comunale sono stati apprezzati i contatti riconoscibili come linee nella Carta amministrativa delle regioni, alla scala 1:750.000, pubblicata dal Co.Ge.I (1974), l’unico strumento cartaceo, tra quelli disponibili, affidabile e maneggevole nell’analisi visuale della condizione di circa 8000 comuni. Purtroppo, essa, proponendo l’assetto al censimento 1971, è certamente superata per finalità applicative, ma l’elevata qualità la rendono ancora del tutto legittima nell’esplorazione delle caratteristiche di fondo nell’Italia dei comuni. Per alcuni casi d’esempio le valutazioni sono state replicate su basi cartografiche alla scala 1:250.000 aggiornate al 1991 e senza la costrizione dell’aggregazione per regioni amministrative;

3- le stime dei cn comunali essendo state rilevate per regioni di appartenenza non tengono conto dei contatti tra comuni contigui con un tratto di confine riconducibile a un limite tra regioni;

4- corollario importante del punto 3 è la lieve sottostima dei cn nei riepiloghi regionali e nazionale;

5- i contatti con la faccia infinita sono stati sempre considerati nulli;

sono stati esclusi i comuni delle isole con una sola unità amministrativa e il comune di Campione d’Italia;

6- l’analisi dei mosaici regionali e provinciale riflette lo stato di fatto odierno in quanto sono state incluse le province di nuova istituzione nel marzo e aprile 1992;

Prospetto 1 Numero in % dei contatti attesi in un processo casuale e in mosaici empirici c.n % degli stati USA % delle contee % processo casuale*

1 2.08 4.35 0

2 6.25 4.35 0

3 16.66 21.74 1.06

4 25 15.22 11.53

5 20.83 30.43 26.47

6 18.75 10.87 29.63

7 6.25 13.04 19.22

8 4.18 0 8.48

9 0 0 2.8

10 0 0 0.81

(6)

totali 100 100 100

media 4.5833 4.478 6

* Processo casuale indipendente non vincolato

Per l’interpretazione dei risultati, in relazione a ipotesi estreme, quali la massima uniformità e compattezza o la casualità, si rileva per il primo caso l’opportunità di confronti con aggregati parimenti numerosi di tessere esagonali, e tutte uguali, disposte su anelli successivi. Per il secondo, soccorre il processo casuale indipendente per generare le poligonali, alla base dei valori attesi riportati nel prospetto xxx (include anche elementi per raffronti internazionali) e derivati da Unwin (ed. italiana, 1986, p. 206). Da precisare che la procedura con la quale sono stati calcolati i valori attesi assicura la loro piena continentalità per l’assenza degli effetti di margine conseguenti a contatti con la faccia infinita.

I risultati

La gran messe dei risultati analitici individuali è stata riassunta in 3 tabelle — il prospetto xxx per le regioni, il xxx per le province e il xxx per i comuni nei riepiloghi regionali e nazionale — che si commentano per linee essenziali, lasciando al lettore il riconoscimento di particolarità interessanti, ma per brevità direttamente improponibili.

1- Il cn medio cresce con l’aumentare del numero delle tessere continentali rispetto a quelle periferiche e, in generale, con l’aumentare della numerosità delle tessere costituenti i mosaici: per l’Italia il cn medio vale 3.61 per le 18 regioni amministrative (Sicilia e Sardegna sono state escluse dai computi per la loro insularità) e 4.43 per le province.

2- dal momento che il cn di una tessera, anche in un assetto del tutto compatto ed omogeneo, dipende dalla collocazione continentale (cn = 6) o perimetrale (cn = 3) nel mosaico di appartenenza, nelle analisi di dettaglio conviene discriminare opportunamente le tessere al fine di computare correttamente gli indicatori sommari (media, mediana e quartili) e apprezzare i singoli casi per tipo di appartenenza.

Nell’Italia delle province si sottolinea la sovramisura del cn delle tessere perimetrali (3.75) rispetto a quelle continentali (5.58) in ragione del fatto che nelle prime si addensano la maggior parte delle province in cui si collocano i capoluoghi di regione, province in genere sovradimensionate, rispetto alle limitrofe, per ampiezza areale e numerosità dei confinanti. Le figure che seguono nel testo e le relative didascalie, illustrano i mosaici delle regioni amministrative e delle province con la contrapposizione tipologica tra tessere perimetrali e continentali.

(7)

Un notevole risultato intermedio, conseguibile con questa procedura, risiede nell’opportunità di quantificare lo scostamento dei mosaici dalla massima compatezza ed omogeneità con il semplice rapporto tra il numero delle tessere perimetrali e di quelle continentali, calcolato per i mosaici empirici e teorici.

Per le province italiane le anomalie più appariscenti sono le seguenti:

a- province continentali:

• cn eccessivamente alto (cn = 8): Firenze, Mantova, Milano e Perugia;

• cn eccessivamente basso (cn < 5): Biella e Prato (province di nuova costituzione ritagliate da altre meglio dimensionate.

b- province perimetrali:

• cn eccessivamente alto (cn > 4): Bari, Caltanissetta, Campobasso, Ferrara, Caserta, Foggia, Catania, Forlì, Genova, Lucca, Palermo, Potenza, Roma, Rovigo, Venezia, Belluno, Sondrio, Torino e Vercelli;

• cn eccessivamente basso (cn ≤ 2): Gorizia, Imperia, Crotone, Vibo Valentia, Reggio di Calabria, Trapani, Siracusa, Oristano, Cagliari, Sassari e Trieste; sovente questi casi sono però giustificati da condizioni oggettive.

Figura 1 Il vicinato amministrativo della provincia di Firenze.

La provincia di Firenze è in colore giallo; le province contigue in colore celeste.

Il passaggio dalle tessere regionali a quelle provinciali, e dalle provinciali alle comunali, porta a rilevare crescenti scostamenti delle strutture empiriche da quella attesa da un processo casuale indipendente non vincolato e la comparsa di gruppi di valori straordinariamente anomali.

L’applicazione agli 8041 comuni italiani (8060 se si includono i comuni insulari a scala locale, esclusi dai computi) secondo le perimetrazioni amministrative del 1971, ha prodotto il rilevamento di decine di comuni con oltre 10 contatti – con un massimo di ben 26 (comune di Roma) –, cui si contrappongono i 42 comuni con un solo contatto e i 281 con cn pari a 2. Questa osservazione è alla base di una stima di primo impatto dei mosaici comunali per regione consistente nel computo delle quote percentuali pertinenti ai cn superiori o inferiori a particolari soglie, 3 e 10 in aderenza alle stime del processo casuale, la cui chiamata in causa è giustificata anche dal fatto che nei mosaici molto numerosi gli effetti di margine tendono a ridursi.

(8)

L’Italia risulta globalmente mal articolata, se si tiene conto del 18% dei comuni qualificati da valori esterni alle soglie, con situazioni particolarmente esasperate in Liguria, Trentino-Alto Adige, Marche, Umbria (31%), Calabria, Sicilia (32%) e Sardegna. Il fatto che queste regioni si distribuiscano nello spazio nazionale, senza un’apprezzabile autocorrelazione spaziale, sottolinea la generalità del problema e una diffusione tale da giustificare una lettura in termini di normalità di strutture fondamentali che, nella realtà delle cose, appaiono inadeguate e anacronistiche.

Esse, infatti, non rispecchiano attualmente alcuno dei principi fondamentali della territorialità amministrativa: la giustizia spaziale nei riguardi del cittadino residente, che imporrebbe tessere per quanto possibile uniformi, la proiezione locale del potere statale centrale, dal momento che l’assetto attuale è l’eredità degli Stati preunitari, più o meno modificata dall’alternarsi di tendenze all’aggregazione di tessere (periodo fascista) con altre orientate alla disgregazione (primi anni del Novecento e anni immediatamente successivi all’ultimo conflitto). Pertanto, alla numerosità delle variazioni amministrative non corrisponde un incremento di trasparenza dell’assetto tra i comuni italiani.

Le modificazioni, che alla data del censimento 1991 hanno coinvolto ben 3360 comuni su 8100, senza però un chiaro criterio informatore, hanno conservato o prodotto situazioni del tutto irrazionali: microcomuni che non raggiungono la soglia dei 100 abitanti (in ordine crescente di popolazione: Atrani, Fiera di Primiero, Miagliano e Crosa) o del kmq (Morterone, Pedesina, Moncenisio, Menarola, Cervatto, Valmala, Bergolo, Brumano, Maccastorna, Macra, Briga Alta, Ingria, Rassa, Torresina, Carcoforo, Rima San Giuseppe, Villa Biscossi, Massello, Massimeno, Salza Di Pinerolo, Rhemes-Notre- Dame, Igliano, Argentera, Roascio, Balme), oppure macrocomuni eccedenti per estensione intere province (il caso del comune di Roma nei riguardi delle province di Gorizia, Prato, Trieste).

1 10 100 1000 10000

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22

continentali perimetrali totali

Figura 2 Relazioni tra le numerosità delle tessere e la loro posizione in mosaici compatti ed omogenei

In mosaici compatti e omogenei la numerosità (asse verticale a scala logaritmica) delle tessere continentali e perimetrali e il rapporto tra le numerosità mutano al variare del numero degli anelli costituenti i mosaici (asse orizzontale).

0 20 40 60 80 100

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 cn

% cumulate

casuale regioni province comuni

Figura 3 Divergenza tra i cn degli assetti empirici nei mosaici amministrativi italiani da quelli teorici

(9)

Il grafico sottolinea la divergenza tra i cn degli assetti empirici nei mosaici amministrativi italiani, da quelli previsti in conformità a un processo casuale, tramite il confronto delle ogive delle frequenze cumulate.

Un auspicio quale prima conclusione: studi dettagliati sugli ambiti locali per stimolare, orientare e affiancare le inqietudini politiche e le tensioni sociali in vista di una ristrutturazione dei mosaici e una ridefinizione dei poteri locali, in grado di conciliare l’efficienza e la qualità dei servizi amministrativi con i vincoli locali dell’ambiente naturale e sociale. In tal senso l’analisi del cn offre indizi, non certezze o soluzioni, ma può costituire il punto di partenza per infrangere un’inerzia perniciosa per la società italiana nelle regioni, nelle province e nei comuni.

Figura 4 Tipologia delle regioni amministrative.

L’unica regione continentale, in riferimento al cn, è l’Umbria (fondo in colore giallo); Sicilia e Sardegna sono evidenziate dalla campitura in grigio.

Tipi

1 (38) 2 (51) 3 (10) 4 (4)

Figura 5 Tipologia delle province italiane

Il tipo 1 (fondo senza colore) corrisponde alle province continentali, da intendersi come quelle circondate da altre province contigue; i tipi da 2 a 4 discriminano le province perimetrali nel mosaico nazionale così discriminate: tipo 2 = perimetrale marittimo (grigio chiaro); 3 = perimetrale terrestre (tratteggio obliquo); 4

= perimetrale terrestre e marittimo (quadrettato).

(10)

Figura F Distribuzione dei comuni con variazioni amministrative

Nella lettura si tenga conto della varia densità locale dei comuni.

Prospetto 2 Numero dei contatti tra regioni amministrative contigue Sicilia e Sardegna sono escluse per la loro insularità

Regioni cn Regioni cn

Piemonte 4 Umbria 3

Valle d'Aosta 4 Lazio 6

Liguria 3 Abruzzo 3

Lombardia 4 Molise 4

Trentino -Alto Adige 2 Campania 4

Veneto 4 Puglia 3

Friuli-Venezia Giulia 1 Basilicata 3 Emilia-Romagna 6 Calabria 1

Toscana 5 totali 65

Marche 5 media, isole escluse 3.61

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Prospetto 3 Numero dei contatti tra province contigue

Le province sono elencate per tipo di appartenenza secondo i criteri stabiliti nel testo.

Provincia Tipo Cn Provincia Tipo Cn Provincia Tipo Cn Provincia Tipo Cn Alessandria 1 7 Perugia 1 8 Cosenza 2 4 Reggio Di C. 2 2 Arezzo 1 5 Piacenza 1 6 Crotone 2 2 Rimini 2 2 Asti 1 4 Pistoia 1 5 Ferrara 2 5 Roma 2 5 Avellino 1 5 Pordenone 1 4 Foggia 2 5 Rovigo 2 5 Benevento 1 4 Prato 1 3 Forli' 2 5 Salerno 2 3 Bergamo 1 5 Reggio Nell'E. 1 5 Genova 2 5 Sassari 2 1 Biella 1 3 Rieti 1 7 Grosseto 2 4 Savona 2 5 Bologna 1 6 Siena 1 7 La Spezia 2 3 Siracusa 2 2 Brescia 1 6 Terni 1 4 Latina 2 3 Taranto 2 4 Cremona 1 7 Trento 1 6 Lecce 2 2 Teramo 2 4 Enna 1 4 Treviso 1 5 Livorno 2 3 Trapani 2 2 Firenze 1 8 Verona 1 6 Macerata 2 3 Venezia 2 5 Frosinone 1 5 Vicenza 1 5 Massa-C. 2 4 Vibo Valentia 2 2 Isernia 1 5 Agrigento 2 3 Matera 2 4 Viterbo 2 5 L'aquila 1 7 Ancona 2 3 Messina 2 3 Aosta 3 3 Lecco 1 4 Ascoli Piceno 2 4 Napoli 2 3 Belluno 3 6 Lodi 1 4 Bari 2 5 Nuoro 2 3 Bolzano 3 3 Lucca 1 6 Brindisi 2 3 Oristano 2 2 Como 3 4 Mantova 1 8 Cagliari 2 2 Palermo 2 5 Cuneo 3 4 Milano 1 8 Caltanissetta 2 5 Pesaro e U. 2 4 Sondrio 3 6 Modena 1 6 Campobasso 2 5 Pescara 2 3 Torino 3 6

Novara 1 5 Caserta 2 6 Pisa 2 5 Varese 3 4 Padova 1 5 Catania 2 5 Potenza 2 6 Verbano-Cusio-Ossola 3 3

Parma 1 7 Catanzaro 2 4 Ragusa 2 3 Vercelli 3 7 Pavia 1 7 Chieti 2 4 Ravenna 2 4 Gorizia 4 2

Imperia 4 2

Trieste 4 1

Udine 4 4

Media generale 4.43

Media Tipi da 2 A 4 3.75

Media Tipo 1 5.58

Riepilogo dei cn tra province limitrofe

cn 1 2 3 4 5 6 7 8

totali per cn 2 11 18 22 25 13 8 4

% per valore di cn 1.94 10.68 17.48 21.36 24.27 12.62 7.77 3.88

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Prospetto 4 Riepilogo generale e per regione del cn nei comuni italiani.

regioni 5 Veneto 10 Marche 14 Molise 18 Calabria 1 Piemonte 6 Trentino-Alto Adige 11 Umbria 15 Campania 19 Sicilia 2 Valle d'Aosta 7 Friuli-venezia Giulia 12 Lazio 16 Puglia 20 Sardegna 3 Lombardia 8 Emilia-romagna 13 Abruzzo 17 Basilicata 21. totale

4 Lguria 9 Toscana

Regioni

cn 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

1 0.08 0.00 0.32 0.85 0.17 0.59 1.37 0.29 1.05 0.41 2 2.40 0.00 1.94 8.94 1.72 4.71 3.20 4.40 3.86 4.07 3 9.02 8.11 9.13 12.77 9.45 15.29 8.68 9.38 11.58 13.82 4 19.44 18.92 18.90 24.26 17.18 16.47 22.83 21.11 16.84 22.36 5 26.55 28.38 23.50 19.15 28.01 22.35 21.92 24.63 24.56 20.73 6 19.02 22.97 21.94 18.30 22.85 19.41 21.00 19.35 19.65 14.23 7 10.34 9.46 12.94 8.51 10.31 9.12 10.05 14.37 12.28 11.38 8 5.96 8.11 5.50 4.26 5.67 5.88 6.39 2.05 6.67 6.50 9 3.47 2.70 3.11 2.55 2.23 3.24 4.11 1.76 1.75 4.07 10 1.65 0.00 1.42 0.00 1.03 0.59 0.46 0.59 1.05 0.81 11 0.74 0.00 0.65 0.00 0.52 0.29 0.00 0.29 0.70 0.81 12 0.50 0.00 0.13 0.00 0.34 0.88 0.00 1.17 0.00 0.00 13 0.25 1.35 0.00 0.00 0.17 0.59 0.00 0.00 0.00 0.00 14 0.25 0.00 0.32 0.43 0.17 0.29 0.00 0.29 0.00 0.00 15 0.17 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.29 0.00 0.41 16 0.00 0.00 0.06 0.00 0.17 0.29 0.00 0.00 0.00 0.41 17 0.08 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 18 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 19 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 20 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 21 0.08 0.00 0.06 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 22 0.00 0.00 0.06 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 23 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 24 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 25 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 26 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 cn medio 5.51 5.53 5.50 4.82 5.43 5.26 5.24 5.26 5.25 5.26

% dei totali

Da 3 a 10 84.78 90.54 85.89 77.02 86.25 76.47 86.30 83.28 81.75 79.27 Altri cn 15.22 9.46 14.11 22.98 13.75 23.53 13.70 16.72 18.25 20.73

Regioni cn 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21

1 3.30 0.81 0.00 0.74 1.29 0.79 0.00 0.25 1.06 0.56 0.52 2 6.59 5.65 0.98 2.94 3.87 5.56 5.43 3.68 8.22 2.82 3.49 3 16.48 9.14 10.82 9.56 8.84 13.10 7.75 15.69 16.98 14.69 10.90 4 16.48 21.51 22.95 19.85 20.63 22.62 24.81 21.57 19.63 15.82 19.77

(13)

5 24.18 22.04 23.61 22.79 25.41 21.43 24.81 22.06 18.83 26.84 23.98 6 12.09 19.62 19.34 20.59 20.44 17.86 19.38 16.67 14.85 16.38 19.46 7 2.20 10.75 12.46 11.76 8.10 8.73 13.18 10.29 6.90 10.45 10.70 8 12.09 5.38 4.92 5.88 6.45 4.76 2.33 4.90 5.31 6.78 5.59 9 2.20 3.49 1.64 5.15 2.21 3.17 0.78 2.21 2.65 3.95 2.90 10 0.00 0.81 1.64 0.00 0.92 1.19 1.55 0.74 2.39 0.85 1.13 11 1.10 0.00 0.00 0.00 1.10 0.40 0.00 1.23 0.80 0.28 0.56 12 3.30 0.00 0.66 0.74 0.18 0.40 0.00 0.49 2.12 0.56 0.46 13 0.00 0.00 0.66 0.00 0.18 0.00 0.00 0.25 0.00 0.00 0.14 14 0.00 0.54 0.00 0.00 0.18 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.19 15 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.05 16 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.05 17 0.00 0.00 0.33 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.02 18 0.00 0.00 0.00 0.00 0.18 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.01 19 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.27 0.00 0.01 20 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 21 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.02 22 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.01 23 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 24 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 25 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 26 0.00 0.27 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.01 cn medio 5.09 5.26 5.40 5.37 5.28 5.05 5.07 5.12 5.08 5.27 5.33

% dei totali

Da 3 a 10 69.23 82.80 84.92 86.03 83.24 78.57 85.27 77.70 68.17 80.23 82.41 Altri cn 30.77 17.20 15.08 13.97 16.76 21.43 14.73 22.30 31.83 19.77 17.59

Casi esemplari

In questa parte dello studio il tema del contact number, prima discusso nei suoi aspetti d’assieme in relazione ai 3 livelli gerarchici dei mosaici amministrativi italiani — la regione, la provincia e il comune —, è ripreso con l’intento di passare in rassegna una serie di casi esemplari: situazioni locali, che si discostano dalla norma (cn da 5 a 6 per le tessere continentali, da 3 a 4 per quelle perimetrali), osservati secondo l’assetto in vigore alla data del censimento 1991. Per i capoluoghi di regione, in considerazione della loro importanza, la rassegna riguarda la totalità dei casi.

I comuni capoluoghi di regione

L’insieme dei capoluoghi di regione riflette situazioni di privilegio accentuatissime e del tutto trasparenti, se si tiene conto di un valore medio del cn superiore a 12 e della frequenza dei casi superiori a 15, comprensibili peraltro se si tiene conto del fatto che numerosi sono in questo aggregato i comuni che hanno svolto per secoli la funzione di capitali di stati, come Venezia e Genova, o Torino e Napoli, rilevanti in ambito europeo, e che tra essi si conta ovviamente l’attuale capitale italiana il cui straordinario cn spinge verso l’alto il valore medio generale e porta quello del

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raggruppamento dei comuni perimetrali a superare, contro ogni aspettativa il valore rilevato per il raggruppamento dei comuni perimetrali.

Dall’elenco che segue nel testo si evincono i valori analitici (desunti dal corredo cartografico, elaborato nel corso delle ricerche) visualizzati solo per alcuni casi di particolare interesse (vedi figure che seguono nel testo):

Capoluogo Tipo* Cn Contatti anomali** Capoluogo Tipo* Cn Contatti anomali**

Torino c 14 L'Aquila c 18

Aosta c 7 Campobasso c 9

Milano c 22 Napoli p 14

Trento c 16 1 Bari p 10

Venezia p 12 Potenza c 9

Udine c 9 1 Cosenza c 13

Genova p 16 1 Palermo p 8

Bologna c 10 Cagliari p 7

Firenze c 6 cn medio 12.25

Ancona p 8 media tipo c 12.08 Perugia c 12 media tipo p 12.50

Roma p 26

* Tipo c = comune continentale; tipo p = comune perimetrale

** Sono considerati anomali i contatti limitati a un punto

Specificità meritevoli di particolare segnalazione sono i protendimenti dei territori dei comuni capoluoghi verso i limitrofi, in quanto essi da una parte fanno lievitare il numero dei contatti, da un’altra, però, sottolineano situazioni del tutto irrazionali.

Figura 7 Vicinato amministrativo del comune di Genova.

Specificità meritevoli di particolare segnalazione sono i protendimenti dei territori dei comuni capoluoghi verso i limitrofi, in quanto essi da una parte fanno lievitare il numero dei contatti, da un’altra, però, sottolineano situazioni del tutto irrazionali. Quali esempi concreti si propongono il corridoio di Genova (fig.xxx) verso Arenzano, Sassello Urbe, Tiglieto e Masone, a occidente, e quello a oriente che si insinua tra Bargagli e Bogliasco; le digitazioni di Milano (fig. xxx), a occidente, tra Settimo Milanese e Cesano Boscone, fino a raggiungere Cusago e Trezzano sul Naviglio, e a settentrione verso Rho e Arese; la lunga striscia, a sud di Trento, che penetra nel quadrilatero Lasino, Cavedine, Garniga e Cimone.

(15)

Su tutti spicca la situazione palermitana, qualificata a fronte mare da due esili strisce che portano il capoluogo a confinare ad est con Ficarazzi e, a ovest, con Isola delle Femmine, ma con l’esclusione del contatto diretto con il mare dei comuni di Villabate e

di Torretta, a dispetto dei più scontati criteri di

organizzazione territoriale.

Figura 8 Vicinato

amministrativo dei comuni di Milano e Trento.

Figura 9 Vicinato amministrativo dei comuni di Palermo e Firenze.

Il gigantismo per quel che riguarda il cn si

associa nei capoluoghi regionali a dimensioni areali e demografiche ampiamente eccedenti gli standards locali, l’uno e le altre compensate, verso il basso, dai comuni limitrofi. Quali esempi si citano per l’intorno di Genova, tra gli altri, i comuni di Mele, Sant’Olcese e Urbe con cn pari a 3, nonostante la loro posizione continentale.

Qualche raro esempio non manca, però, sul versante della omogeneità degli assetti locali;. Al riguardo si segnalano Aosta e soprattutto Firenze, che si propone per ulteriori approfondimenti quale caso rovesciato, in quanto il secolare ruolo egemone del comune fiorentino rispetto al suo contado giustificherebbe una situazione analoga a quella delle altre città-capitali.

Capoluoghi provinciali di particolare interesse e isole amministrative

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I comuni capoluoghi di provincia ripropongono su un livello di poco inferiore gli assetti di dominio di quelli di regione, ma diventano alquanto numerosi in questo raggruppamento i casi di comuni con cn contenuto, soprattutto in corrispondenza delle province di recente istituzione.

Asti (fig. xx), Varese (fig.xxx) e Verona (fig. xxx) si propongono quali esempi di comuni di tipo continentale per il gigantismo del cn e configurazioni planimetriche piuttosto compatte, quasi circolari per Asti e Verona1.

Figura 10 Vicinato amministrativo dei comuni di Asti eVarese.

Figura 11 Vicinato amministrativo dei comuni di Verona e Lecce.

1 La compattezza è quantificabile tramite il rapporto di compattezza (Unwin, 1986), che si ottiene dividendo il raggio del cerchio equivalente per area e il raggio del cerchio equivalente per superficie, e moltiplicato per il fattore di scala 100. I rapporti rispettivamente 40 e 52 per i casi citati nel testo, sono piuttosto elevati se si tiene conto dell’incidenza sui rapporti delle sinuosità locali delle linee di confine

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Tra i capoluoghi di provincia in posizione perimetrale spiccano per la numerosità dei contatti Lecce (fig. xxx) e Reggio di Calabria (v. figura illustrativa dell’Aspromonte).

Da rilevare, inoltre, l’inclusione, nel primo, del comune di Surbo del tutto isolato (cn 1, senza alcuna giustificazione nell’ambiente naturale, ma semplicemente per costrizione sociale); per il secondo, la notevole estensione della fronte marittima e, per contro, la consistenza della sezione del tutto montana sul versante occidentale dell’Aspromonte.

In Italia si segnalano alcune isole amministrative a scala provinciale (specie in Umbria e Sicilia) che diventano innumerevoli nel dettaglio comunale. Molte di esse tradiscono la pesante eredità dell’assetto feudale persistente nel Meridione fino ai primi anni dell’Ottocento e di usi civici, ancora oggi alla base di interminabili controversie nella gestione e difficoltà burocratiche nella pianificazione, delle antiche università su ambiti destinati, in origine, a pascolo o a bosco.

Casi esemplari sotto quest’ultimo aspetto sono i comuni abruzzesi di Ofena (prov. L’Aquila) e Civitella Casanova (prov. Pescara): il primo nel 1910 si suddivide per costituire il nuovo comune di Villa Santa Lucia degli Abruzzi (1745 residenti e 1669 presenti al censimento 1901 e la formazione dell’isola amministrativa indicata con D nella figura illustrativa; nel 1913 dal secondo si distacca quale comune autonomo la frazione Villa Celiera (1745 residenti e 1669 al censimento 1911) alla quale resta unita amministrativamente, ma isolata, la frazione indicata con C nel disegno esplicativo (figg.

9 e 8).

Da rilevare un aspetto non trascurabile: Civitella Casanova e Ofena nel nuovo assetto risultano confinanti tramite un punto e perciò non più adiacenti a pieno titolo.

Figura 12 Formazione di isole amministrative.

La figura propone l’assetto attuale nella fascia di confine tra le province di L’Aquila e Pescara: A = comune di Villa Celiera (Pescara), B = comune di Civitella Casanova (Pescara), C = isola amministrativa di Villa Celiera, D

= isola amministrativa di Ofena, E = comune di Villa Santa Lucia degli Abruzzi (L’Aquila ), F = comune di Ofena (L’Aquila). In precedenza, erano comuni soltanto Civitella Casanova (campitura in verde) e Ofena (campitura in giallo); Villa Celiera

Riflessi sugli assetti amministrativi di particolari condizioni geomorfologiche.

Le condizioni geomorfologiche locali si riflettono indubbiamente sui mosaici amministrativi, ma a meno di procedere sul terreno di classificazioni articolatissime e di una innumerevole casistica di situazioni contradditorie, è difficile il rilevamento di aspetti

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realmente generali, salvo i bacini lacustri, oggi persistenti o di recente bonifica, e gli edifici vulcanici, singolarmente apparentati dalla convergenza delle linee di confine verso punti singolari, isolati o allineati.

La singolarità risiede nel fatto che tali punti sono in comune a più di 3 unità amministrative, alcune delle quali finiscono per essere adiacenti solo per contatto di vertice, non computato di regola nella stima dei cn.

Per illustrare questo aspetto si propone quale esempio l’alveo prosciugato del Fucino (figura 1), nella cui sezione centrale si incontrano in un punto quadruplo di confine le linee perimetrali dei comuni di Avezzano, Luco dei Marsi, Trasacco e Celano;

ma le coppie Avezzano-Trasacco e Celano-Luco dei Marsi non si valutano per adiacenti in funzione del cn.

Figura 13 Esempio di punto quadruplo fi confine.

Poiché il concetto di adiacenza ispira le procedure di stima dell’autocorrelazione spaziale, la cui rilevanza è fuori discussione negli approcci analitici della geografia, è evidente come i criteri di definizione della prima si riflettono sulla seconda modificandone i risultati. Per tale motivo l’adiacenza tra tessere dovrebbe essere esclusa, ma la pratica corrente non conforta questa considerazione, ed essere sostituita dalla contiguità tra capoluoghi, ulteriormente discriminati sulla base delle eventuali barriere sociali e naturali che si interpongono tra di essi.

Laghi. Passando a discorrere dei laghi, l’aspetto che colpisce è la presenza di allineamenti di punti di confine più che tripli. Essi, evidenti già negli specchi lacustri di modeste dimensioni, come il Trasimeno, finiscono per diventare un motivo dominante nei grandi laghi subalpini (se ne contano 10 nel lago di Garda) per il loro disporsi, non casuale, sull’asse mediano, o sugli assi mediani in corrispondenza delle principali biforcazioni.(le insenature più minute vengono meno a questo principio: figura xxx).

Figura 14 Assetto amministrativo dei comuni rivieraschi del lago di Garda

Dettaglio della sezione meridionale del lago per sottolineare la numerosità dei vertici di confine più che tripli (cerchietti in rosso.)

(19)

Fiumi e torrenti.Interesse presenta anche la tipologia delle tessere amministrative rispetto alle linee idrografiche ed orografiche. Essa è illustrata dalle figure che seguono nel testo: tutte si riferiscono a corsi d’acqua, ma sembra immediato il passaggio alle linee orografiche.

Da rilevare come fiumi, torrenti e ruscelli, per la loro evidenza e per il rilevante effetto barriera che essi originano, sembrano privilegiati nelle perimetrazioni amministrative rispetto alle linee di cresta dei rilievi.

Figura 15 Successione di tessere comunali di fondovalle nei pressi di Peio Trentino -Torrente Noce

Rispetto alla rete idrografica i tipi amministrativi più significativi sono tre:

posizione di fondovalle (la tessera amministrativa si estende sia in destra sia in sinistra idrografica; la situazione è frequente in corrispondenza di valli anguste), posizione di fianco valle (la tessera amministrativa si estende o in destra o in sinistra idrografica; la situazione è frequente in corrispondenza di valli ampie), posizione d’interfluvio (la tessera amministrativa si estende tra due linee idrografiche; la situazione è frequente in corrispondenza di valli parallele).

Figura 16 Esempi di tessere di fiancovalle nei pressi del torrente Noce alla confluenza dell’Adige (Trentino).

Vulcani e rilievi cupuliformi. I grandi edifici vulcanici possono presentare più di una singolarità, giustificabili con la presenza di culminazioni, distinte per spicco morfologico e di difficile accesso, nella porzione sommitale circumcraterica (caso del Vesuvio), ma si segnalano soprattutto per la convergenza in essi di un numero straordinariamente alto di territori comunali, ben 10 per l’Etna: si spiegano così le difficoltà di gestione unitaria di uno spazio di particolare rilievo ambientale e turistico proprio nella sua sezione più elevata, accresciute dal fatto che il frazionamento amministrativo di base non è stato eliminato con la costituzione delle Comunità Montane, ma semplicemente replicato ad un livello areale più ampio.

Altra osservazione, a proposito degli edifici vulcanici, consiste nel rilevare la spiccata struttura raggiata di base delle linee di confine che si dipartono dal culmine e finiscono per far assumere al mosaico comunale la fisionomia di un aggregato di tessere

(20)

molto allungate e tendenzialmente triangolari disposte su pià anelli a partire dal cratere centrale: la figura illustrativa del Vesuvio esemplifica un assetto del genere con 12 comuni nell’anello centrale cui si addossano numerosi altri (quadratini in colore) nell’anello successivo, meno caratteristico del precedente.

Figura 17 Mosaico amministrativo dell’area culminale del Vesuvio-

In giallo i comuni dell’area culminale, in verde quelli della fascia basale dell’edificio vulcanico.

Figura 18 Mosaico amministrativo dell’area culminale dell’Etna.

In giallo i comuni dell’area culminale.

Caratteristiche molto simili a quelle degli edifici vulcanici presentano i massicci montuosi cupoliformi, quali la Maiella in Abruzzo e l’Aspromonte in Calabria (figura xxx), ma con la tendenza ad associare i contatti di vertice, con configurazioni triangolari delle singole tessere, a linee di convergenza — corrispondenti alle linee di cresta — di tessere rettangolari allungate da bande opposte (configurazioni similari sono però rilevabili anche per i comuni rivieraschi dei fiumi), ben visibili nella sezione nord- orientale dell’Aspromonte. Un rilievo, l’Aspromonte nel quale l’allungamento delle tessere può portare qualche comune a partecipare dell’area montuosa sommitale e delle rive del Tirreno (Scilla) o dello Ionio (San Lorenzo).

(21)

Figura 19 L’area culminale dell’Aspromonte In giallo, il comune di Reggio di Calabria; in grigio i comuni del versante meridionale; in verde i comuni del versante settentrionale.

L’eteregeneità dimensionale. Micro e macrocomuni

Nell’avviarci verso le conclusioni dei casi esemplari sembra utile collegare, seppure indirettamente, quanto rilevato sui cn con l’eterogeneità dimensionale delle tessere, via via più accentuata al diminuire del livello gerarchico.

In termini discorsivi ed esemplificativi, i termini del problema possono essere quantificati sul versante dell’estensione territoriale ricordando alcune incongruenze veramente macroscopiche:

1- ben 133 comuni hanno estensione superiore a quella dell’intera provincia di Trieste;

2- il comune di Roma ha superficie equivalente, all’incirca a quella delle province di Trieste, Prato, Gorizia e Rimini: mentre per Gorizia e Trieste il nanismo areale può trovare giustificazioni nella loro posizione sulla tormentata e instabile fascia di confine orientale del Paese, per Prato e Rimini si può invocare solo l’incapacità a ben

fare del potere centrale e l’indifferenza, se si tiene conto della distribuzione complessiva delle province, verso la giustizia spaziale degli assetti amministrativi;

3- ben 18 sono le province — tra esse buona parte di quelle di nuova istituzione — meno estese del comune di Roma;

3- le province elencate al punto 2 hanno territorio inferiore anche rispetto

ai comuni di Ravenna,Cerignola , Noto e Sassari.

(22)

In termini globali e quantitativi, il prospetto che segue immediatamente nel testo precisa, da un punto statistico, l’esasperata variabilità degli attributi superficie e popolazione, enfatizzata dalla rappresentazione grafica per la quale è stato necessario la scala logaritmica onde rendere distinguibili gli indicatori esplorativi (minimo, primo quartile, mediana, terzo quartile e massimo):

Indicatore statistico sup. (ha) pop. 1991 (ab.)

Media 3719.78 7009.63

Dev. standard popolazione 5065.60 42447.64

Id. relativa 1.36 6.06

Minimo 10 31

Quartile inferiore 1119 1033

Mediana 2176 2311

Quartile superiore 4304 5393

Massimo 149874 2775250

Da un punto di vista geografico il prospetto dice però ben poco, sicché sono stati realizzati alcuni cartogrammi che visualizzano la distribuzione spaziale dei micro e dei macro comuni italiani per i due parametri fondamentali sopraindicati (figg.xxx).

Circa i microcomuni si rileva, per l’attributo popolazione (soglia dei 250 abitanti) il loro deciso addensarsi nelle regioni a NO e locali presense di modesti raggruppamenti nel Trentino-Alto Adige, in Abruzzo, Molise e Sardegna; per l’attributo superficie(soglia dei 250 ettari) crescono le regioni coinvolte, ma con una evidente raggruppamento dei casi a settentrione di un segmento ideale congiungente le città di Belluno e La Spezia. I comuni di Sabbia, Cissone, Rocca Cigliè, Colcavagno, Duno e Don, cumulano il nanismo demografico a quello areale.

I macrocomuni, osservati nella loro globalità, hanno caratteri distributivi moderatamente congruenti. In tal senso si distinguono quelli delle regioni Puglia e Sicilia, nonchè la fascia marittima Adriatica tra Ravenna e Ancona. Nello specifico dei singoli parametri spiccano sul versante demografico Milano e i comuni limitrofi settentrionali, la media e bassa valle dell’Arno, la sezione meridionale dell’area metropolitana romana, l’arco campano centrato su Napoli per un’ampiezza di circa 15 km a partire da Napoli.;

sul versante areale, molto appariscenti risultano le condizioni della Sardegna orientale, dell’Italia centrale, con esclusione della Toscana nord-occidentale e l’inclusione parziale dell’Abruzzo aquilano, Puglia e Basilicata, e infine la Sicilia centro-meridionale.

Le figg. 7-8 e relative didascalie illustrano un altro aspetto importante per via della distribuzione dei capoluoghi comunali: l’addensamento o la rarefazione come fatto strutturale, o connotazione regionale, oppure come fatto episodico, locale, che non contraddice la struttura regionale e si spiega, quasi sempre, per il livello gerarchico, attuale o passato, del caso eccezionale.

(23)

Figura 20 Campi di variazione e medie di posizione delle ampiezze areali e

demografiche

Grafico semilogaritmico illustrativo delle medie di posizione, dal minimo al massimo, degli attributi superficie e popolazione dei comuni italiani.

Figura 21 Confronto areale tra la provincia di Trieste e il comune di Roma

La microprovincia di Trieste (campitura in g del tutto inclusa nel macrocomune di Roma (campitura in grigio chiaro).

iallo)

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Figura 22 Comuni con variazioni.

(25)

Figura 23 Microcomuni 1.

Microcomuni 01 10 11

Tipo 01: micro per superficie (soglia 250 ha);

Tipo 10 : micro per popolazione (soglia 250 ab. al 1991);

Tipo 11: micro per superficie e popolazione.

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Microcomuni 01 10 11

Figura 24 Microcomuni 2.

Tipo 01: micro per superficie (soglia 250 ha);

Tipo 10 : micro per popolazione (soglia 250 ab. al 1991);

Tipo 11: micro per superficie e popolazione.

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Figura 25 Macrocomuni 1

Macrocomuni 01 10 11

Tipo 01: macro per superficie (soglia 150000 ha);

Tipo 10 : macro per popolazione (soglia 50000 ab. al 1991);

Tipo 11: macro per superficie e popolazione.

.

(28)

Figura 26 Macrocomuni 2.

Tipo 01: macro per superficie (soglia 150000 ha);

Tipo 10 : macro per popolazione (soglia 50000 ab. al 1991);

Tipo 11: macro per superficie e popolazione.

(29)

La compattezza delle tessere

L’ultimo aspetto concerne la compattezza delle tessere, il cui indicatore più semplice e intuitivo, già introdotto nel testo, rapportando il raggio del cerchio equivalente per area a quella della circonferenza di lunghezza pari al perimetro della tessera da apprezzare (una rassegna di indicatori alternativi sarà proposta in seguito), soffre del paradosso di Steinhaus, consistente in misure del perimetro crescenti al crescere dei dettagli nelle rappresentazioni cartografiche che si utilizzano per i calcoli delle lunghezze, e senza la possibilità di porre un preciso limite superiore (facilmente calcolabile, invece, per le aree).

Questa considerazione (vale anche per le analisi con pacchetti informatici:

secondo il software Mapinfo il perimetro della provincia di Venezia misura 620.8 km nella carta italiana delle province, 741.2 km nella carta della regione Veneto nel dettaglio comunale) spinge ad applicazioni, in vista della confrontabilità dei risultati, omogenee per scala di rappresentazione, livello dei dettagli e grado gerarchico delle tessere.

L’applicazione alle province italiane porta a rilevare l’assoluta assenza di correlazione tra l’indicatore di compattezza e l’ampiezza areale delle tessere. Sul piano della distribuzione spaziale si evincono alcune deboli, ma significative tendenze: la compattezza è molto bassa per le province rivierasche dell’alto Adriatico e del Po a valle di quelle piemontesi, per contro essa sale a valori elevati sul versante centromeridionale dell’Adriatico e, in misura meno vistosa, in corrispondenza dell’arco alpino occidentale.

La numerosità e la varietà dei casi esemplari, proposti in questa rassegna, porta a ribadire la necessità di una profonda revisione dei mosaici amministrativi italiani con un progetto unitario, e tempi ragionevolmente brevi di realizzazione, per il quale non si avanzano proposte sui criteri guida, pertinenti alla sfera politica, ma che richiedono, per evitare il ripetersi o il protrarsi delle tante incongruenze denunciate, l’attiva partecipazione dei geografi, quali esperti degli spazi umanizzati nella valutazione dei riflessi nell’organizzazione territoriale, e nel concreto disegno delle auspicabili nuove perimetrazioni.

(30)

Figura 27 Compattezza delle tessere nel mosaico provinciale italiano

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