Test di agglutinazione passiva di particelle per la rivelazione degli anticorpi diretti contro i virus HIV-1 e/o HIV-2 nel siero o nel plasma umano
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Controllo di qualità del produttore
100 (20 × 5) tests 71110
IVD
SOMMARIO
1. INTERESSE CLINICO2. PRINCIPIO DEL TEST
3. COMPOSIZIONE DEL KIT SFD HIV 1/2 PA 4. MATERIALE NECESSARIO, MA NON FORNITO 5. PRECAUZIONI
6. ISTRUZIONI PER L’IGIENE E LA SICUREZZA 7. RICOSTITUZIONE DEI REAGENTI 8. VALIDITÀ - CONSERVAZIONE 9. CAMPIONI
10. PROCEDURA OPERATIVA
11. VALIDAZIONE - INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI 12. PROCEDURA OPERATIVA PER L’ASSORBIMENTO 13. PRESTAZIONI
14. LIMITI DEL TEST 15. BIBLIOGRAFIA
1. INTERESSE CLINICO
Il test SFD HIV 1/2 PA è inteso per la rivelazione degli anticorpi diretti contro i virus HIV-1 e/o HIV-2 e si presenta come utile ausilio per la diagnosi di infezioni da virus HIV-1 e/o HIV-2.
Idealmente il test è adatto per lo screening nei donatori di sangue e nelle popolazioni a rischio. Può essere utilizzato su campioni di plasma o siero.
2. PRINCIPIO DEL TEST
Il test SFD HIV 1/2 PA è un test diagnostico “in vitro” indicato per la rivelazione degli anticorpi diretti contro i virus HIV-1 e/o HIV-2 che impiega particelle di gelatina sensibilizzate con antigeni HIV-1 ricombinanti (HIV-1/gp 41 e HIV-1/p 24) e con un antigene HIV-2 (HIV-2/gp 36). Il test SFD HIV1/2 PA si basa sul principio di agglutinazione passiva di particelle sensibilizzate in presenza di anticorpi diretti contro i virus HIV-1 e/o anti-HIV-2 nel siero o nel plasma umano.
3. COMPOSIZIONE DEL KIT
Tutti i reagenti sono destinati all’uso diagnostico “in vitro”.
Il kit contiene reagenti in quantità sufficiente alla realizzazione di 100 test qualitativi. Ciascun kit contiene i seguenti reagenti e accessori:
Reagenti Numero
massimo di dosaggi
Soluzione di ricostituzione (liquida)
(A)
Diluente per campioni
(liquido) (B)
Particelle sensibilizzate
(liofilizzate) (C)
Particelle di controllo (liofilizzate)
(D)
Controllo positivo (liquido) (E) 100 screening
(20 × 5) 1 × 10 ml 1 × 20 ml 5 × 0,6 ml* 5 × 1,0 ml* 1 × 0,5 ml
* dopo la ricostituzione (ricostituire con il volume indicato = * di soluzione A) Accessorio: contagocce ……... × 2 (25 µl)
A. Soluzione per ricostituzione liquida, pronta per l’uso:
impiegata per ricostituire le particelle sensibilizzate e le particelle di controllo. Contiene lo 0,1 % (m/v) di sodio azide come conservante.
B. Diluente per campioni liquido pronto per l’uso: impiegato per diluire i campioni da testare. Contiene lo 0,1 % (m/v) di sodio azide come conservante.
C. Particelle sensibilizzate: Preparazione liofilizzata di particelle di gelatina sensibilizzate con antigeni HIV-1 ricombinanti (HIV-1/gp 41 e HIV-1/p24) e con un antigene HIV-2 (HIV-2/gp 36) da ricostituire aggiungendo la quantità prescritta (indicata nella tabella in alto) di soluzione A.
Contiene lo 0,1 % (m/v) di sodio azide come conservante.
Il reagente ricostituito contiene l’1% di particelle di gelatina sensibilizzate con antigeni HIV-1/2 ricombinanti.
D. Particelle di controllo: Preparazione liofilizzata da ricostituire aggiungendo la quantità prescritta (indicata nella tabella in alto) di soluzione A. Contiene lo 0,1 % (m/v) di sodio azide come conservante. Il reagente ricostituito contiene l’1% di particelle di gelatina sensibilizzate con estratto di E. coli.
E. Controllo positivo (liquido): Preparazione liquida contenente anticorpi monoclonali di topo anti-HIV-1 e anticorpi monoclonali di topo anti-HIV-2. Questo controllo produce un titolo di anticorpi nella diluizione finale pari a 1/128 (± 1 diluizione) quando viene testato in base alla procedura operativa indicata per il test del controllo positivo (vedere tabella 3). Il reagente contiene lo 0,1 % di sodio azide come conservante.
I due contagocce da 25 ml compresi nel kit sono previsti esclusivamente per la distribuzione delle particelle sensibilizzate o le particelle di controllo ricostituite
Tutti i reagenti contengono siero normale di coniglio.
4. MATERIALE NECESSARIO, MA NON FORNITO
• Acqua distillata.
• Ipoclorito di sodio (candeggina) e bicarbonato di sodio.
• Guanti monouso.
• Micropiastre con pozzetti a fondo curvo (a forma di U - tipo FASTEC).
• Micropipette con puntali da 25 µl per dispensare e diluire i campioni.
• Pipetta volumetrica da 1,0 ml e 5,0 ml per le ricostituzioni.
• Agitatore automatico dotato di vassoio vibrante (escludere gli agitatori a rotazione) per omogeneizzare i costituenti
(facoltativo).
• Visualizzatore per la lettura del vassoio (facoltativo)
• Contenitore per rifiuti contaminati.
N.B: Per questo dosaggio possono essere utilizzate soltanto piastre di alta qualità, rigide a forma di U (come le micropiastre Fujirebio FASTEC). L’uso di micropiastre flessibili è sconsigliata in quanto la superficie del fondo dei pozzetti può non essere liscia e influenzare negativamente i risultati del test.
Si sconsiglia di riutilizzare le micropiastre. Tuttavia, se le micropiastre devono essere riutilizzate, è di fondamentale importanza che siano lavate con la massima cura prima dell’uso, in caso contrario la reazione potrebbe essere influenzata in modo indesiderato. Controllare che non resti alcun residuo di prodotto disinfettante o detergente sulla piastra.
5. PRECAUZIONI
La qualità dei risultati dipende dal rispetto delle buone pratiche di laboratorio di seguito riportate:
• Non utilizzare reagenti scaduti.
• Non mescolare i reagenti di lotti diversi durante uno stesso test.
• Prima dell’utilizzo, attendere 30 minuti affinché i reagenti si riportino alla temperatura ambiente (15-30°C).
• Ricostituire con cura i reagenti evitando qualunque contaminazione.
• Utilizzare recipienti di vetro perfettamente lavati e risciacquati con acqua distillata o preferire materiale mono-uso.
• Utilizzare un puntale di distribuzione nuovo per ciascun campione
• Verificare l’esattezza e la precisione delle pipette e il buon funzionamento degli strumenti utilizzati.
• Non modificare il protocollo operativo.
6. ISTRUZIONI PER L'IGIENE E LA SICUREZZA
• Tutti i reagenti del kit sono destinati all’uso diagnostico
“in vitro”.
• Indossare guanti mono-uso per maneggiare i reagenti e i
campioni e lavarsi le mani con cura dopo la manipolazione.
• Non “pipettare con la bocca”
• Poiché nessun metodo può dare la certezza assoluta dell’assenza dei virus HIV, HBV, HCV o di altri agenti infettivi, considerare i campioni prelevati dai pazienti come potenzialmente infettivi e maneggiarli con le precauzioni d’uso.
• Considerare il materiale a diretto contatto con i campioni come prodotti contaminati e trattarli come tali.
• Evitare schizzi di campioni o di soluzioni che li contengono.
• L e s u p e r fi c i s p o r c h e d e v o n o e s s e r e p u l i t e c o n candeggina diluita al 10 %. Se il liquido contaminante è un acido, le superfici sporche devono essere neutralizzate preventivamente con bicarbonato di sodio, poi lavate con candeggina e asciugate con carta assorbente. Il materiale utilizzato per pulire dovrà essere gettato in un contenitore speciale per residui contaminati.
• I campioni, i reagenti di origine umana come pure il materiale e i prodotti contaminati devono essere eliminati dopo essere stati decontaminati:
- o immergendoli in candeggina a concentrazione finale del 5 % di ipoclorito di sodio (1 volume di candeggina per 10 volumi di liquido contaminato o acqua) per 30 minuti, - oppure mediante autoclavaggio a 121°C per almeno 2
ore. L’autoclave è il metodo migliore per inattivare i virus HIV e HBV.
ATTENZIONE: NON INTRODURRE NELL’AUTOCLAVE SOLUZIONI CONTENENTI IPOCLORITO DI SODIO.
• Non dimenticare di neutralizzare e/o autoclavare le soluzioni o i residui di lavaggio o qualunque liquido contenente campioni biologici prima di eliminarli nel lavello.
• La scheda con i dati relativi alla sicurezza è disponibile su richiesta.
• La manipolazione e l’eliminazione dei prodotti chimici devono essere effettuate attenendosi alle buone pratiche di laboratorio.
• Taluni reagenti contengono sodio azide. Questo composto, a contatto con i tubi di piombo o rame può formare azoturi metallici ad alto potere esplosivo. Onde evitare l’accumulo
di detti azoturi nelle tubazioni durante l’eliminazione di questi reagenti in un lavello, neutralizzare i reagenti e lavare il lavello con abbondante acqua.
7. RICOSTITUZIONE DEI REAGENTI
Nota: prima dell’uso, attendere che tutti i reagenti abbiano raggiunto la temperatura ambiente (15-30°C).
a) Reagenti pronti per l’uso Reagente A : Soluzione di ricostituzione.
Reagente B : Diluente per campioni.
Reagente E : Controllo positivo b) Reagenti da ricostituire Reagente C : Particelle sensibilizzate.
Da ricostituire con il seguente volume consigliato di reagente A (Soluzione di ricostituzione):
- 0,6 ml per la confezione da 100 test Reagente D : Particelle di controllo
Da ricostituire con il seguente volume consigliato di reagente A (Soluzione di ricostituzione):
- 1 ml per la confezione da 100 test
N.B.: LE SOSPENSIONI DI PARTICELLE SENSIBILIZZATE E DI PARTICELLE DI CONTROLLO DOVRANNO ESSERE OMOGENEIZZATE RIVOLTANDO SUCCESSIVAMENTE E CON MODERAZIONE I FLACONI SUBITO PRIMA DELLA DISTRIBUZIONE.
8. CONSERVAZIONE E VALIDITÀ DEI REAGENTI
Prima dell’utilizzo il kit deve essere conservato a + 2-10 °C.Una volta aperto, ciascun componente del kit conservato a +2-10 °C può essere utilizzato fino alla data di scadenza indicata sulla confezione, salvo diversa indicazione specifica:
R(C) e R(D): In una situazione ideale, i reagenti liofilizzati contenuti nel kit devono essere utilizzati il giorno stesso in cui vengono ricostituiti. Tuttavia, se vengono conservati in condizioni adeguate (+2-10 °C) e attenendosi ai protocolli riportati nel foglio illustrativo, i reagenti rimangono stabili per una durata di 14 giorni dalla ricostituzione.
9. CAMPIONI
Prelevare un campione di sangue secondo le pratiche d’uso.
I test vanno eseguiti su campioni non diluiti di siero o di plasma (prelevati con anticoagulanti come l’EDTA, l’eparina o il citrato).
Estrarre il siero o il plasma dal coagulo o dai globuli rossi non appena possibile per evitare emolisi. Un’emolisi molto evidente può avere ripercussioni sulle prestazioni del test. I campioni che presentano grumi devono essere chiarificati prima del test mediante centrifugazione. Le particelle o aggregati di fibrina in sospensione possono produrre risultati falsi positivi.
Se il monitoraggio è eseguito entro 7 giorni i campioni vanno conservati a + 2-8°C oppure possono essere congelati a - 20°C.
Evitare cicli ripetuti di congelamento/scongelamento.
Se i campioni devono essere trasportati, imballarli secondo le normative vigenti in materia di trasporto di agenti eziologici e trasportarli preferibilmente congelati.
L’inattivazione dei campioni di siero può essere eseguita secondo l’inattivazione standard a 56 °C per 30 minuti.
NON UTILIZZARE SIERI CONTAMINATI, IPERLIPEMICI O IPEREMOLIZZATI.
Nota: Non si sono osservate interferenze per concentrazioni da 0 a 21,5 mg/dl di bilirubina, da 0 a 560 mg/dl di emoglobina e da 0 a 2300 di torbidità dovuta ai chilomicroni.
10. PROCEDURA OPERATIVA
NOTE preliminari1. I campioni risultati positivi con il test qualitativo SFD HIV 1/2 PA devono essere ritestati in doppio. Se uno o l’altro dei due nuovi risultati o entrambi sono positivi o indeterminati, i campioni devono essere testati utilizzando il protocollo semi-quantitativo.
2. Quando viene applicato il protocollo semi-qualitativo non è raro trovare campioni con titoli che vanno ben oltre il pozzetto n. 12. Potrebbe rendersi necessaria una nuova diluizione di tali campioni prima di depositarli nella micropiastra, per la determinazione dell’ultima diluizione positiva con il test semi-qualitativo.
3. Si raccomanda di eseguire un controllo della reazione (come indicato nella tabella n. 1) per ciascuna serie di test qualitativo e/o semi-qualitativo.
Tabella 1 – Riepilogo della procedura operativa per il controllo della reazione
Pozzetto n. 1 2
Diluente per campioni (µl) 25 25
Particelle di controllo (µl) 25
Particelle sensibilizzate (µl) 25
Omogeneizzare con un agitatore dotato di vassoio (agitatore vibrante automatico)
Coprire la piastra e incubare per 2 ore.
Interpretazione Test qualitativo (Tabella 2)
a. Mediante una micropipetta, dispensare 75 µl (3 gocce da 25 µl) di diluente per campioni nel pozzetto n. 1 di una micropiastra e 25 µl (1 goccia da 25 µl) in ciascuno dei pozzetti n. 2 e n. 3.
b. Mediante una micropipetta, aggiungere 25 µl di campione di siero o plasma nel pozzetto n. 1. Omogeneizzare il contenuto del pozzetto n. 1 riempiendo e svuotando la micropipetta 5 o 6 volte. Successivamente, mediante una micropipetta, trasferire 25 µl della soluzione diluita del pozzetto n. 1 nel pozzetto n. 2. Omogeneizzare il contenuto del pozzetto n. 2 come descritto sopra e trasferire 25 µl nel pozzetto n. 3. Omogeneizzare il contenuto del pozzetto n. 3 procedendo come descritto sopra, poi, dopo aver omogeneizzato, eliminare nella pipetta i 25 µl rimanenti.
c. Mediante uno dei contagocce forniti nel kit, dispensare 25 µl (1 goccia) di particelle di controllo ricostituite nel pozzetto n. 2. Mediante l’altro contagocce, dispensare 25 µl (1 goccia) di particelle sensibilizzate ricostituite nel pozzetto n. 3.
d. Omogeneizzare il contenuto dei pozzetti servendosi di un agitatore dotato di vassoio (agitatore vibrante automatico) oppure, se non si dispone di un agitatore, picchiettando
energicamente con le dita ciascuno dei quattro angoli della piastra per 5 o 6 volte. Coprire la piastra e posizionarla su una superficie priva di vibrazioni. Prima di eseguire la lettura, lasciare riposare a temperatura ambiente (15- 30 °C) per 2 ore.
Tabella 2 – Riepilogo della procedura operativa del test qualitativo
Pozzetto n. 1 2 3
Diluente per campioni (µl) 75 25 25
Campione (µl) 25 25 25
Diluente del campione 1:4 1:8 1:16 Particelle di controllo (µl) 25 Particelle sensibilizzate (µl) 25
Diluizione finale 1:16 1:32
Omogeneizzare con un agitatore dotato di vassoio (agitatore vibrante automatico)
Coprire la piastra e incubare per 2 ore.
Interpretazione Test SEMI-QUANTITATIVO (Tabella 3).
Si consiglia di ritestare, attenendosi alle procedure del test semi-quantitativo, i campioni che presentano una reazione positiva ripetibile durante il test qualitativo.
a. Mediante una micropipetta, dispensare 75 µl (3 gocce da 25 µl) di diluente per campioni nel pozzetto n. 1 di una micropiastra e 25 µl (1 goccia da 25 µl) in ciascuno dei pozzetti dal n. 2 al n. 12.
b. Mediante una micropipetta, aggiungere 25 µl di campione di siero o plasma nel pozzetto n. 1. Omogeneizzare il contenuto del pozzetto n. 1 riempiendo e svuotando la micropipetta 5 o 6 volte. Successivamente, mediante una micropipetta, trasferire 25 µl della soluzione diluita del pozzetto n. 1 nel pozzetto n. 2 e omogeneizzare il contenuto come descritto sopra. Per realizzare una diluizione doppia, ripetere la stessa fase di omogeneizzazione e trasferimento per il resto dei pozzetti, dal pozzetto n. 3 al pozzetto n. 12, come indicato nella tabella 3 .
da eliminare
Per garantire la precisione, il controllo positivo deve essere eseguito in parallelo con i campioni da testare. Il risultato ottenuto per questo controllo positivo deve essere di 1/128 più o meno una diluizione.
c. Mediante uno dei contagocce forniti nel kit, dispensare 25 µl (1 goccia) di particelle di controllo ricostituite nel pozzetto n. 2. Mediante l’altro contagocce, dispensare 25 µl (1 goccia) di particelle sensibilizzate ricostituite in ciascun pozzetto cominciando dal pozzetto n. 3 fino al pozzetto n. 12.
d. Omogeneizzare il contenuto dei pozzetti servendosi di un agitatore dotato di vassoio (agitatore vibrante automatico) oppure, se non si dispone di un agitatore, picchiettando energicamente con le dita ciascuno dei quattro angoli della piastra per 5 o 6 volte. Coprire la piastra e posizionarla su una superficie priva di vibrazioni. Prima di eseguire la lettura, lasciare riposare a temperatura ambiente (15- 30 °C) per 2 ore.
Tabella 3 – Riepilogo della procedura operativa del test semi-quantitativo
Pozzetto n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Diluente per campioni (µl) Campione o controllo positivo (µl)
7525 25 25 25
25 25 25 25
25 25 25 25
25 25 25 25
25 25 25 25
25 25 25 Diluizione del
campione 1:4 1:8 1:16 1:32 1:64 1:128 1:256 1:512 1:1024 1:2048 1:4096 1:8192 Particelle di
controllo (µl) 25 Particelle
sensibilizzate (µl) 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 Diluizione finale 1:16 1:32 1:64 1:128 1:256 1:512 1:1024 1:2048 1:4096 1:8192 1:16384 Continuare la diluizione dei campioni dal pozzetto n. 2 al pozzetto n. 12
Omogeneizzare mediante un agitatore dotato di vassoio (agitatore vibrante automatico)
Coprire la piastra e incubare per 2 ore.
Interpretazione
da eliminare
11. VALIDAZIONE - INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI
Condizioni per la validazione dei test:a. Per i test semi-quantitativi e/o qualitativi, la reazione di ciascun campione in presenza di Particelle di Controllo (diluizione finale a 1/16) deve risultare negativa (-).
b. Per il controllo di reazione, il Diluente per Campioni non deve dare reazione positive né con le Particelle Sensibilizzate né con le Particelle di Controllo.
c. Per il test semi-quantitativo, il titolo del controllo positivo deve essere di 1/128 (± 1 diluizione) con diluizione finale secondo la procedura operativa riassunta nella tabella 3.
Lettura ed interpretazione delle reazioni:
Le reazioni possono essere interpretate visivamente in maniera diretta oppure posizionando con cautela la micropiastra su un visualizzatore (con illuminazione indiretta) e confrontando i pattern (o profili) di agglutinazione con quelli del reagente di controllo. Per la lettura e interpretazione delle reazioni fare riferimento ai criteri esposti nella tabella 4.
Tabella 4 – Lettura ed interpretazione delle reazioni.
Distribuzione delle particelle Lettura Interpretazione Particelle concentrate a forma di
bottone al centro del pozzetto. Presenza
di un bordo esterno arrotondato liscio. (-) Negativo Particelle concentrate a forma di anello
compatto al centro del pozzetto con un
bordo esterno arrotondato liscio. (+) indeterminato (vedere nota
in basso) Particelle a forma di anello esteso con
bordo esterno irregolare multiforme.
Presenza di agglutinazione periferica (+)
Positivo Particelle fortemente agglutinate
ricoprono uniformemente il fondo del
pozzetto (++)
Nota: I campioni che danno risultati indeterminati (±) devono essere ricontrollati secondo la procedura operativa descritta nella tabella 3 (test semi-quantitativo). Risultati indeterminati
(±) o ripetutamente reattivi devono essere confermati mediante altri metodo al fine di garantire un’interpretazione corretta. Per maggiori dettagli, fare riferimento alla sezione 14 - LIMITI DEL TEST.
Criteri di interpretazione:
Un campione che presenta una reazione negativa con le particelle di controllo (diluizione finale a 1/16) ma un’agglutinazione con le particelle sensibilizzate (diluizione finale a 1/32 o maggiore) è considerato come avente una reazione positiva per il virus HIV. I campioni che presentano una reazione positiva con le particelle di controllo e una reazione negativa con le particelle sensibilizzate sono considerati come aventi una reazione negativa per il virus HIV.
Il foglio di lavoro fornito separatamente sarà utilizzato per interpretare i risultati.
Contattare il fornitore di questo test per richiedere il foglio di lavoro
Tabella 5 – Criteri di interpretazione
Particelle di controllo Particelle sensibilizzate Valutazione
- + Positivo
- - Negativo
+ - Negativo
+ + Indeterminato
Dopo assorbimento utilizzando le particelle di controllo*
- + Positivo
- - Negativo
*Alcuni campioni possono richiedere 2 cicli di assorbimento
12. PROCEDURA OPERATIVA PER L’ASSORBIMENTO
Se il campione provoca un’agglutinazione (± o positivo) sia con le Particelle di Controllo sia con le particelle sensibilizzate, deve essere ritestato procedendo come segue:a. Dispensare 0,35 ml di Particelle di Controllo ricostituite in una piccola provetta per test.
b. Aggiungere 50 µl di campione nella provetta e omogeneizzare mediante un agitatore vortex. Incubare a
temperatura ambiente (15 - 30 °C) per almeno 20 minuti.
c. Centrifugare a 2000 giri/min per 5 minuti. Poi prelevare 50 µl del surnatante (diluizione a 1/8 del campione assorbito) e dispensarli con cautela nel pozzetto n. 2 (vedere tabella 3).
d. Aggiungere 25 µl di Diluente per Campioni nel pozzetto n. 3 e negli altri pozzetti fino al n. 12. Successivamente trasferire 25 µl di campione assorbito dal pozzetto n° 2 nel pozzetto n. 3 e omogeneizzare secondo le indicazioni fornite per la determinazione semi-quantitativa. Ripetere le stesse tappe per i pozzetti dal n. 3 al n. 12 al fine di ottenere una diluizione doppia (vedere tabella 3).
13. PRESTAZIONI Sensibilità
Gli studi di sensibilità del test SFD HIV 1/2 PA sono stati realizzati su campioni documentati provenienti da pazienti infetti dal virus HIV.
La rivelazione dei campioni HIV positivi confermati è stata valutata su :
• 486 campioni positivi all’HIV-1 gruppo M, con 134 sierotipi (sotto-tipo A, B, C, D, E, F, G) Su questi campioni la sensibilità è risultata pari al 100%.
• 24 campioni positivi all’HIV-1 gruppo O. Tutti questi campioni sono risultati positivi.
• 173 campioni positivi all’HIV-2. Tutti questi campioni sono risultati positivi.
La rivelazione precoce è stata valutata su :
• Panel di sieroconversione SFTS (Société Française de Transfusion Sanguine) e panel in commercio (BBI, NABI). I risultati sono spesso equivalenti a quelli di test EIA noti per l’elevata sensibilità agli anticorpi.
• Panel SFTS : 10 campioni su 11 di “pre-sieroconversione” sono risultati positivi con il test SFD HIV 1/2 PA.
• 31 panel in commercio. La tabella seguente considera il primo campione rivelato di ciascun panel :
Panel 1°
campione
rivelato Panel 1°
campione
rivelato Panel 1°
campione rivelato
BBI S 2 BBI AH 2 NABI 211 C
BBI T 2 BBI AI 2 NABI 241 D
BBI U 2 BBI AJ 7 NABI 251 F
BBI W 10 BBI AK 6 NABI 261 D
BBI X 6 BBI AL 6 NABI 271 C
BBI Y 5 BBI AM 3
BBI Z 5 BBI AS 6
BBI AB 3 BBI AT 5
BBI AC 2 BBI AW 2
BBI AD 6 BBI AY 5
BBI AE 3 BBI BA 6
BBI AF 6 BBI BB 4
BBI AG 4 BBI BD 7
Specificità
La specificità in 5041 donatori di sangue non selezionati è risultata pari al 99,74%.
Sono stati testati 418 campioni positivi per altri marcatori (HTLV-1, HSV, VZV) o provenienti da donne in gravidanza o da pazienti affetti da artrite reumatoide. Un solo campione è risultato reattivo. Di conseguenza la specificità di questa popolazione è risultata del 99,76%.
Precisione
La ripetibilità (intra-dosaggio) è stata valutata mediante l’analisi di 3 campioni positivi all’HIV-1 (P-1, 2, 3) testati 5 volte consecutive con 3 lotti diversi secondo la procedura del test.
Tutti i risultati ottenuti si trovavano a una diluizione di scarto (diluizione di circa 1/2).
Lotto 1-930126 Lotto 2-930408 Lotto 3-930422
Camp. P-1 P-2 P-3 P-1 P-2 P-3 P-1 P-2 P-3
1 1 :1024 1 :256 1 :64 1 :2048 1 :512 1 :128 1 :1024 1 :256 1 :64 2 1 :1024 1 :256 1 :64 1 :2048 1 :512 1 :128 1 :1024 1 :256 1 :64 3 1 :1024 1 :256 1 :64 1 :2048 1 :512 1 :128 1 :1024 1 :128 1 :64 4 1 :1024 1 :256 1 :64 1 :2048 1 :512 1 :128 1 :1024 1 :256 1 :64 5 1 :1024 1 :256 1 :128 1 :2048 1 :512 1 :128 1 :1024 1 :256 1 :64 Media 1 :1024 1 :256 1 :64 1 :2048 1 :512 1 :128 1 :1024 1 :256 1 :64 Variazione +/- 0 dil +/- 0
dil +1 dil +/- 0 dil +/- 0 dil +/- 0
dil +/- 0
dil - 1 dil +/- 0 dil La riproducibilità (intra-dosaggio) è stata valutata mediante l’analisi di 10 campioni positivi all’HIV-1 o all’HIV-2 testati da tre diversi operatori secondo la procedura del test. Tutti i risultati ottenuti si trovavano a una diluizione di scarto (diluizione di circa 1/2).
A B C Modo Variazione
Camp. 1 1 :1024 1 :1024 1 :1024 1 :1024 +/- 0 dil Camp. 2 1 :256 1 :256 1 :256 1 :256 +/- 0 dil Camp. 3 1 :256 1 :256 1 :256 1 :256 +/- 0 dil
Camp. 4 1 :64 1 :64 1 :32 1 :64 - 1 dil
Camp. 5 1 :32 1 :32 1 :32 1 :32 +/- 0 dil Camp. 6 1 :2048 1 :2048 1 :2048 1 :2048 +/- 0 dil Camp. 7 1 :512 1 :512 1 :256 1 :512 - 1 dil Camp. 8 1 :512 1 :512 1 :512 1 :512 +/- 0 dil Camp. 9 1 :128 1 :128 1 :128 1 :128 +/- 0 dil Camp.10 1 :128 1 :128 1 :128 1 :128 +/- 0 dil
14. LIMITI DEL TEST
Il presente kit è previsto esclusivamente per consentire la rivelazione degli anticorpi legati all’HIV nei campioni di siero o plasma. Tuttavia, non rivela direttamente il virus HIV.
Di conseguenza :
• Anche se un test risulta negativo, vale a dire che il campione analizzato non contiene anticorpi rivelabili dal test SFD HIV 1/2 PA, non deve essere esclusa la possibilità di infezione.
I segni clinici e altre informazioni devono essere prese in considerazione per formulare la diagnosi clinica.
• Un risultato positivo o negativo del test non sottoscrive in modo decisivo una diagnosi di infezione o non infezione da HIV. Una valutazione completa dello stato del paziente dovrà comprendere un’analisi attenta dei segni clinici del paziente e l’interpretazione dei risultati dei test disponibili per questa malattia.
• Nell’ambito della diagnosi clinica, i campioni che presentano risultati positivi con il test SFD HIV 1/2 PA devono essere ritestati più volte a vari intervalli per poter confrontare i risultati. Quando è possibile, dovranno essere eseguiti test di conferma su tutti i campioni rivelatisi positivi con il test semi-quantitativo.
• Le vibrazioni (come quelle provocate da una centrifuga) possono alterare la qualità dei risultati.
• Il fenomeno di prozone può verificarsi raramente in campioni alti positivi.
• L’impiego di micropiastre diverse da quelle a forma di “U”
può alterare la qualità dei risultati o addirittura impedire l’agglutinazione.
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