ID33385 – ADEGUAMENTO E POTENZIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DEPURAZIONE
MACCHITELLA NEL COMUNE DI GELA
P R O G E T T O E S E C U T I V O
R.5 RELAZIONE PAESAGGISTICA
Progettazione Concessionario
Sommario
1. PREMESSA 1
2. LIVELLI DI TUTELA OPERANTI NEL CONTESTO
PAESAGGISTICO E NELL’AREA DI INTERVENTO 2
PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE 2
2.1.1. IL PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE (PTPR) 2 2.1.2. IL PIANO TERRITORIALE PAESAGGISTICO (PTP) 4 2.1.3. IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP) 8
2.1.4. IL PIANO REGOLATORE GENERALE (PRG) 8
2.1.5. VINCOLI PAESAGGISTICI ED AMBIENTALE - D.LGS. 42/04 (D.LGS 490/99 - L.431/85 -
L 1497/39) 11
2.1.6. AREE NATURALI PROTETTE (L 394/91) 14
SITI “RETE NATURA 2000” (SIC, ZPS) E IMPORTANT BIRD AREA (IBA) - AMBITI POTENZIALMENTE INTERFERENTI 15 2.2.1. INTERFERENZE DEL PROGETTO CON IL SISTEMA AMBIENTALE 16
3. LA PROGETTUALITA’ ESISTENTE 19 4. IL SUPERAMENTO DELL’INFRAZIONE COMUNITARIA20
5. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO 23
6. L’IMPIANTO NELLO STATO ATTUALE 26
DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO 26
CRITICITA’ DELL’IMPIANTO 27
7. DESCRIZIONE DEL PROGETTO DI POTENZIAMENTO 29 8. CONFORMITA’ DEL PROGETTO CON I VIGENTI PIANI,
PROGRAMMI E REGOLAMENTI 32
PIANI SETTORIALI 32
8.1.1. PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 32
8.1.2. PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO 33
INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ED IDROGEOLOGICO
DELL’AREA
369. CARATTERISTICHE PROGETTUALI INTERVENTO 38
NUOVO COLLETTORE DI SCARICO NEL T. GATTANO 41
10. GESTIONE DELL’IMPIANTO, RISCHIO INCIDENTI,
RIFIUTI PRODOTTI 42
UTILIZZO DI RISORSE NATURALI 42
PRODUZIONE RIFIUTI 42
INQUINAMENTO AMBIENTALE 43
RISCHIO INCIDENTI 43
IMPATTO SUL PATRIMONIO NATURALE E STORICO 43
11. impatti ambientali attesi dall’opera 44
IMPATTO SULLA RISORSA ARIA 44
IMPATTO DOVUTI AL RUMORE 44
IMPATTO SULLA RISORSA ACQUA 46
IMPATTO SULLA RISORSA SUOLO E SOTTOSUOLO 47 IMPATTO SULLA RISORSA PAESAGGIO 49
11.5.1.OPERE MINIMIZZAZIONE IMPATTO VISIVO 50
IMPATTO SULLA SALUTE PUBBLICA 51
12. CONCLUSIONI 52
1. PREMESSA
Il presente documento costituisce la Relazione Paesaggistica prevista, ai sensi dell’art.146 del D.Lgs. 42/04 e s.m.i., per la verifica di compatibilità paesaggistica del progetto relativo alla procedura di Verifica di Assoggettabilità a VIA per gli interventi di “Adeguamento dell’impianto di depurazione di Macchitella a Gela (ID33385)”, ai fini del superamento dell’infrazione comunitaria 2004/2034, per la quale, nel caso specifico, l’Italia ha già subito la condanna C565-10 dalla Corte di Giustizia Europea."
Come prescritto dal D.Lgs. 42/04 e s.m.i. l’autorizzazione paesaggistica risulta necessaria in quanto le attività di progetto coinvolgeranno “i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio Decreto n. 1775 del 11 Dicembre 1933 e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna” (art. 142 lett. c, D.Lgs. 42/04 e s.m.i.);
Obiettivo è la tutela del sistema e del paesaggio fluviale al fine di preservarli da distruzione o modifiche che possano recare pregiudizio al valore paesaggistico. Tale vincolo paesaggistico consiste in limitazioni all'uso della proprietà derivanti dal riconoscimento di caratteristiche intrinseche del bene immobile che ne impongono la tutela.
La presente relazione viene redatta secondo le istruzioni contenute nell’allegato al DPCM 12 Dicembre 2005 e s.m.i. “Individuazione della documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi proposti, ai sensi dell'articolo 146, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 Gennaio 2004, n. 42...”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 25 del 31 Gennaio 2006, che prevede l'obbligo di allegare la "Relazione paesaggistica" alla richiesta di autorizzazione ai sensi degli articoli 159, comma 1, e 146, comma 2, del "Codice dei beni culturali e del paesaggio", e dal DA della Regione Sicilia n. 9280 del 28 Luglio 2006.
L’intervento prevede l’esecuzione di tutte le opere civili, idrauliche ed elettriche e la fornitura ed il montaggio delle attrezzature elettromeccaniche per portare il depuratore esistente alla potenzialità di 25.000 abitanti equivalenti (AE), in accordo alle indicazioni del Commissario Straordinario Unico per il coordinamento e la realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue urbane (Sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell'Unione Europea C- 565/10 e C-85/13) ex D.P.C.M. 26 Aprile 2017.
Il progetto si configura come modifica di un impianto esistente che prevede una potenzialità superiore a 10.000 AE e rende necessaria la previa Verifica di Assoggettabilità a VIA.
2. LIVELLI DI TUTELA OPERANTI NEL CONTESTO PAESAGGISTICO E NELL’AREA DI INTERVENTO
Il territorio del comune di Gela ha una superficie complessiva di 27.337 ha e si estende per intero sulla Piana che va da Licata a Vittoria, la quale costituisce la più vasta pianura della Sicilia meridionale.
Nella presente sezione vengono illustrati i principali strumenti di pianificazione vigenti nell’area di collocazione del progetto in esame. Lo studio è basato sull’esame della documentazione reperibile a carattere nazionale, regionale e locale. Nello specifico sono stati analizzati i documenti inerenti:
❖ la pianificazione e programmazione territoriale:
- Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) della Regione Sicilia;
- Piano Territoriale Paesaggistico (PTP) della Provincia di Caltanissetta;
- Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Caltanissetta;
- Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune di Gela.
❖ il regime vincolistico sovraordinato insistente sull’area di progetto, con riferimento a quanto stabilito dal D. Lgs. 42/04 e s.m.i.
PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE
Nella presente Sezione si riportano gli strumenti di governo del territorio vigenti che insistono sull’area di progetto, con lo scopo di verificare la compatibilità dell’intervento proposto rispetto alle prescrizioni di fruizione paesaggistica.
2.1.1. Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR)
Il Piano Territoriale Paesistico investe l’intero territorio regionale con effetti differenziati, in relazione alle caratteristiche ed allo stato effettivo dei luoghi, alla loro situazione giuridica ed all’articolazione normativa del piano stesso.
Il Piano è stato corredato, nella sua prima fase, dalle Linee Guida, approvate dal Comitato Tecnico-Scientifico dell’Assessorato dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione della
Sulla base dell'analisi dello stato fisico del territorio regionale e delle destinazioni d’uso previste, il PTPR della Regione Sicilia provvede allo studio delle risorse umane, storiche, culturali, paesistiche, ambientali, naturalistiche ed alla definizione delle condizioni e degli obiettivi per la loro tutela e valorizzazione. Le Linee Guida del Piano sono state redatte per dotare la Regione Sicilia di
“uno strumento volto a definire opportune strategie mirate ad una tutela attiva ed alla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale dell’isola” al fine di perseguire i seguenti obiettivi:
✓ la stabilizzazione ecologica del contesto ambientale regionale, la difesa del suolo e della biodiversità, con particolare attenzione alle situazioni di rischio e di criticità;
✓ la valorizzazione dell’identità e della peculiarità del paesaggio regionale, sia nel suo insieme unitario, sia nelle sue diverse specifiche configurazioni;
✓ il miglioramento della fruibilità sociale del patrimonio ambientale regionale, sia per le attuali, sia per le future generazioni.
Il P.T.P.R. si fonda su un principio essenziale: "il paesaggio siciliano, sintesi delle azioni antropiche e dei processi naturali, è bene culturale e ambientale da tutelare, fruire e valorizzare", interessa tutto il territorio regionale e si articola, integrando azioni di tutela e di promozione, in due livelli interconnessi e non separabili:
✓ regionale, costituito dalle Linee Guida, corredato da cartografie in scala 1:250.000
✓ sub-regionale o locale, da elaborare in fasi successive e da corredare con cartografie in scala 1:50.000, 1:25.000 e 1:10.000, attuato attraverso azioni di tutela e valorizzazione delle risorse finalizzate ad una più ampia fruizione dei beni culturali e ambientali.
Le Linee Guida individuando le caratteristiche strutturali e glì ele- menti costitutivi della identità culturale e ambientale del paesaggio siciliano, delineano strategie di tutela e definiscono indirizzi e prescrizioni per la salvaguardia e la valorizzazione del paesaggio siciliano a scala regionale.
Inoltre definendo obiettivi e strategie, dettano indirizzi e prescrizioni in relazione alla specificità dei valori culturali e ambientali che il paesaggio esprime; costituiscono riferimento per la pianificazione e la gestione del territorio attraverso l'attenzione alla tutela e alla valorizzazione del patrimo- nio naturale e culturale dell'isola e la definizione dei processi di trasformazione economico - territoriale.
La Regione Siciliana, sulla base delle indicazioni espresse dalle Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale, sta procedendo alla pianificazione paesaggistica ai sensi del D.lgs. 42/04 e s.m.i., su base provinciale secondo l’articolazione in ambiti regionali così come individuati dalle medesime Linee Guida.
Il territorio siciliano è diviso in 17 ambiti paesaggistici ma, ad oggi, risultano definitivamente approvati quelli di Pantelleria, Ustica, delle Eolie ed Egadi ed il piano dell’ambito 1 del Trapanese.
Sono invece stati adottati ma sono ancora in corso di approvazione quello delle Pelagie, i piani d'ambito 6, 7, 10, 11 e 15 della provincia di Caltanissetta, i piani d'ambito 2,3,10,11 e 15 della provincia di Agrigento, il piano d' ambito 9 della provincia di Messina, il piano d' ambito 15, 16 e 17 della provincia di Ragusa ed il piano d'ambito 14 e 17 della provincia di Siracusa..
L’Area del depuratore ricade nella porzione di territorio definito come
“Ambito 15 - Area delle pianure costiere di Licata e Gela”. Il paesaggio, che si innalza verso l’entroterra lungo la bassa valle dei fiumi Gela, Maroglio e Acate, rappresenta la più estesa piana alluvionale della
Sicilia meridionale, caratterizzata da materiali alluvionali e basse colline argillose.
2.1.2. Il Piano Territoriale Paesaggistico (PTP)
Il Piano Territoriale Paesaggistico degli Ambiti 6, 7, 10, 11, 12 e 15 ricadenti nella Provincia di Caltanissetta è stato approvato con Decreto n. 1858 del 2 Luglio 2015.
Al fine di assicurare la conservazione, la riqualificazione, il recupero e la valorizzazione del paesaggio, del patrimonio naturale e di quello storico–culturale il Piano:
• analizza il paesaggio e ne riconosce i valori (analisi tematiche);
• assume i suddetti valori e beni come fattori strutturanti, caratterizzanti e qualificanti il paesaggio (sintesi interpretative);
• definisce conseguentemente la normativa di tutela rivolta al mantenimento nel tempo della qualità del paesaggio anche attraverso il recupero dei paesaggi nelle aree degradate.
Il Piano definisce il “Paesaggio Locale” come una porzione di territorio caratterizzata da specifici sistemi di relazioni ecologiche, percettive, storiche, culturali e funzionali, tra componenti eterogenee che le conferiscono immagine di identità distinte e riconoscibili.
Falconara, che comprende Quest’area comprende parte del territorio comunale di Gela e Butera.
Obiettivi di qualità paesaggistica per il PL15 sono:
• Salvaguardia dei valori paesistici, ambientali, morfologici e percettivi diffusi;
• fruizione visiva degli scenari e dei panorami;
• promozione di azioni per il riequilibrio naturalistico ed ecosistemico;
• riqualificazione ambientale-paesistica,
• conservazione del patrimonio storico-culturale e mantenimento dell’attività agropastorale.
Fig. 1. Ubicazione Area di progetto rispetto ai “Paesaggi Locali” (fonte http://www.sitr.regione.sicilia)
In base a quanto riportato all’Articolo 20, per ciascun Paesaggio Locale sulla base degli scenari strategici, che definiscono valori, criticità, relazioni e dinamiche dei Paesaggi, vengono definite:
“1) le aree in cui opere ed interventi di trasformazione del territorio sono consentite sulla base della verifica del rispetto delle prescrizioni, delle misure e dei criteri di gestione stabiliti dal Piano Paesaggistico ai sensi dell’art.143, comma 1 lett. e), f), g) e h) del D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004;
2) le aree in cui il Piano paesaggistico definisce anche specifiche previsioni vincolanti da introdurre negli strumenti urbanistici, in sede di conformazione ed adeguamento ivi comprese la disciplina delle varianti urbanistiche, ai sensi dell’art.145 del D.Lgs. 42/04”.
Tali Aree sono articolate sulla base dei seguenti regimi normativi:
• aree con livello di tutela 1): in tali aree la tutela si attua attraverso i procedimenti
autorizzatori di cui all’art. 146 del D.Lgs. 42/04 e s.m.i.;
• aree con livello di tutela 2): in tali aree, oltre alle procedure di cui al livello precedente, è prescritta la previsione di mitigazione degli impatti dei detrattori visivi da sottoporre a studi ed interventi di progettazione paesaggistico ambientale;
• aree con livello di tutela 3): queste aree rappresentano le “invarianti” del paesaggio. In tali aree, oltre alla previsione di mitigazione degli impatti dei detrattori visivi individuati alla scala comunale e dei detrattori di maggiore interferenza visiva da sottoporre a studi ed interventi di progettazione paesaggistico ambientale, è esclusa ogni edificazione;
• aree di recupero: sono costituite da aree interessate da processi di trasformazione intensi e disordinati, caratterizzati dalla presenza di attività o di usi che compromettono il paesaggio e danneggiano risorse e beni di tipo naturalistico e storico-culturale. Tali aree sono soggette alla disciplina del recupero per cui gli strumenti urbanistici dovranno prevedere specifici piani di recupero ambientale;
Le aree dove ricade il depuratore, come si evince dalla figura 16, sono indentificate come aree con livello di tutela 3. In tali aree sono da perseguire i seguenti obiettivi:
• tutela delle emergenze geologiche e biologiche;
• attuare la conservazione del patrimonio naturale esistente attraverso il monitoraggio e la manutenzione e favorire interventi di rinaturalizzazione e di sostituzione delle specie vegetali alloctone con specie autoctone, al fine del potenziamento della biodiversità;
• favorire la formazione e la ricostituzione di ecosistemi vegetali stabili in equilibrio con le condizioni dei luoghi, ai fini della salvaguardia idrogeologica, del mantenimento o costituzione di habitat in un’ottica integrata di consolidamento delle funzioni ecologiche e protettive;
• riuso e rifunzionalizzazione del patrimonio architettonico, anche ai fini dello sviluppo del turismo rurale;
Fig. 2. Ubicazione Area di progetto rispetto Aree di Tutela PTP (fonte http://www.sitr.regione.sicilia)
Le attività di progettazione relative all’ adeguamento dell’impianto, poiché ricadenti in un’area in cui già esistente l’impianto, prevedendo il riutilizzo di attrezzature ed impianti previsti all’interno dell’area, risultano quindi compatibili con le disposizioni del PTP.
Fig. 3. Ubicazione Area di progetto rispetto Beni paesaggistici PTP (fonte http://www.sitr.regione.sicilia)
In Figura 3 si riportano i Vincoli Paesaggistici evidenziati dal PTP di Caltanisetta.
Rispetto all’area di progetto si riscontra il vincolo (già evidenziato nelle premesse) della fascia di rispetto fluviale (art. 142 lettera c del D.Lgs. 42/04 e s.m.i.): per un tratto lungo 400 m circa la pipeline ricade all’interno della fascia di tutela di un corso d’acqua di rilevanza paesaggistica (Valle Priolo);
2.1.3. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
La Provincia Regionale di Caltanissetta con Determina Commissariale n. 15 del 24 Febbraio 2012 ha conferito l’incarico per la stesura del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e ha sottoscritto un protocollo di intesa con i Comuni di Gela, Butera, Mazzarino, Niscemi, Riesi per la costituzione di una Coalizione Territoriale per la definizione del PIST - Piano Integrato di Sviluppo Territoriale denominato “Poleis – Città e Territori in rete”.
Inoltre con la legge regionale n. 15 del 4 Agosto 2015, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana numero 32 del 7 Agosto 2015, è stato ridisegnato l'assetto istituzionale della Sicilia attraverso l'istituzione dei liberi Consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani, e delle Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. La norma disciplina l'organizzazione e le funzioni dei nuovi Enti e ne stabilisce le disposizioni sul personale andando a sostituire le Province Regionali.Ad oggi nei portali istituzionali non sono presenti documenti tecnici, delibere di adozione o delibere di approvazione dei suddetti strumenti di pianificazione.
2.1.4. Il Piano Regolatore Generale (PRG)
Il Piano Regolatore Generale è lo strumento di pianificazione territoriale con il quale ogni Comune disciplina la tutela, la valorizzazione e la trasformazione del territorio. Il PRG è composto da una parte strutturale, che individua le specifiche vocazioni territoriali a livello di pianificazione generale in conformità con gli obiettivi ed indirizzi urbanistici regionali e di pianificazione territoriale provinciale, espressi dal Piano Urbanistico Territoriale e dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, e da una Parte operativa, che individua e disciplina le previsioni urbanistiche nelle modalità, forme e limiti stabiliti nella parte strutturale. I vincoli, sovraordinati alla pianificazione territoriale, diversamente da quelli urbanistici, individuano le specifiche vocazioni territoriali a livello di pianificazione generale in conformità con gli obiettivi e con gli indirizzi urbanistici regionali e di pianificazione territoriale provinciale espressi dal Piano Urbanistico Territoriale e dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Il Piano Regolatore Generale di Gela vigente, adottato in prima istanza con delibera del Commissario ad Acta n.60 del 14/06/2010, è costituito da una versione successivamente revisionata e modificata secondo le disposizioni del Decreto n.169 del
dell’impianto di depurazione attualmente presente a Nord-Ovest dell’abitato di Gela, ricade in parte in una zona classificata “F1 – Depuratore”, rientrando tra le attrezzature pubbliche di interesse generale, ed in parte all’interno della zona territoriale omogenea B.4.2 “tessuti urbani residenziali consolidati di iniziativa pubblica (peep)” con destinazione verde pubblico.
Fig. 4. Ubicazione del depuratore
Fig. 5. Stralcio tavola GEL_D_1.2_Carta dei vincoli, stralcio catastale e PRG – PRG
Nello specifico l’area occupata dell’esistente depuratore ricade perfettamente nella zona F1 (Depuratore), mentre l’area che sarà interessata dalla nuova linea di trattamento in progetto, all’interno della quale si trova l’esistente sollevamento Scavone, pur essendo già delimitata e
facente parte dell’impianto, ricade al momento in zona di verde pubblico. La stessa area a verde ricade all’interno della fascia di rispetto degli impianti di depurazione, sulla quale vige il vincolo assoluto di in edificabilità, cosi come sancito dall’art. 22 delle NTA “Aree e fasce di arretramento e/o di rispetto” in accordo con quanto stabilito all’art.46 della Legge Regionale n.27 del 15/05/1986.
Fig. 6. Ortofoto con individuazione fascia rispetto depuratore (fonte Sistema Informativo Territoriale Comune di Gela)
Trattandosi di adeguamento di un impianto di depurazione esistente, resosi necessario per garantire il rispetto degli standard richiesti da normativa sotto il profilo della depurazione delle acque reflue urbane nonchè della salvaguardia dell’ambiente e della salute (superamento dell’infrazione comunitaria 2004/2034- condanna C565-10 dalla Corte di Giustizia Europea), la fascia di rispetto può ragionevolmente essere ridotta (ovvero nel caso di specie mantenuta) con l’adozione di “…idonei accorgimenti sostitutivi quali barriere di alberi, pannelli di sbarramento …”
cosi come stabilito nell’ Allegato 4 , punto 1.2 “Norme tecniche generali per la regolamentazione dell'installazione e dell'esercizio degli impianti di fognatura e depurazione” di cui alla deliberazione 04.02.1977 del Comitato dei Ministri, prevista per gli impianti realizzati e localizzati ex novo (T.A.R.
LIGURIA – Sede di Genova, Sez. I - 30 gennaio 2007, sentenza n. 109).
L’unico edificio esistente interno alla fascia con vincolo di inedificabilità è stato realizzato con la costruzione del quartiere Macchitella al servizio del personale ENI, negli anni ’60, contestualmente all’impianto di depurazione.
2.1.5. Vincoli paesaggistici ed ambientale - D.Lgs. 42/04 (D.Lgs 490/99 - L.431/85 - L 1497/39)
I vincoli paesaggistici sono disciplinati dal Decreto Legislativo n. 42 del 22 Gennaio 2004 e s.m.i., Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (il quale all’art.2, innovando rispetto alle precedenti normative, ha ricompreso il paesaggio nel “Patrimonio culturale” nazionale) e successive modificazioni ed integrazioni. Il D. Lgs. 42/04 e s.m.i. ha abrogato integralmente il D. Lgs. 490/99.
In base a quanto definito dall’art. 2 del D. Lgs. 42/04 e s.m.i., il patrimonio culturale è costituito da:
1. beni Culturali: “le cose immobili e mobili che, ai sensi degli art. 10 e 11, presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà”;
2. beni Paesaggistici (art. 134): “gli immobili e le aree indicate all’articolo 136, costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri beni individuati dalla legge o in base alla legge”.
Sono altresì beni paesaggistici “le aree di cui all’art. 142 e gli ulteriori immobili ad aree specificatamente individuati a termini dell’art.136 e sottoposti a tutela dai piani paesaggistici previsti dagli art. 143 e 156”.
L’art. 136 individua gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico da assoggettare a vincolo paesaggistico con apposito provvedimento amministrativo (lett. a) e b) “cose immobili”, “ville e giardini”, “parchi”, ecc., c.d. “bellezze individue”, nonché lett. c) e d) “complessi di cose immobili”,
“bellezze panoramiche”, ecc., c.d. “bellezze d’insieme”).
Per questi elementi, il PRG di Gela all’Art. 26 ammette solo gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e restauro conservativo. Il Piano comunale non riporta altre limitazioni.
L’art. 142 individua le aree tutelate per legge ed aventi interesse paesaggistico di per sé, quali
“territori costieri” marini e lacustri, “fiumi e corsi d’acqua”, “parchi e riserve naturali”, “territori coperti da boschi e foreste”, “rilievi alpini e appeninici”, ecc. In queste aree l’Art. 25 del PRG comunale impedisce qualsiasi attività edilizia se non preventivamente autorizzata dalla Soprintendenza competente.
Il testo dell’originario articolo 142 del D.Lgs. 42/2004 è stato modificato con l’Articolo 12 del D.Lgs.
n. 157 del 24 marzo 2006 " Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione ai beni culturali".
L’area degli interventi non interessa ambiti riferibili all’art. 136 del D. Lgs. 42/2004.
L’area del depuratore risulta in prossimità, come si evince in Figura 7 [Fonte: S.I.T.R. Infrastruttura Dati Territoriali della Regione Siciliana(http://www.sitr.regione.sicilia.it/geoportale) di area sottoposta a tutela ai sensi del D.lgs. 42/2004 art. 134 lett.c. Beni paesaggistici. In particolare trattasi del “Poggio dell’Arena”.
Fig. 7. Ortofoto con indicata area sottoposta a tutela (ai sensi dell’art.134 lett.c.
del D.Lgs. 22/01/2004 n. 42).
“Il Poggio dell‟Arena” è una duna di sabbia al centro dell‟arenile tra il rilievo di Manfria e Montelungo e che, a prescindere dal carattere di singolarità geologica – in quanto, duna non ancora fossilizzata come Montelungo e la collina di Gela – esso si pone come elemento fortemente significativo del paesaggio della zona di Manfria, sia per il carattere di emergenza geografica che interrompe la continuità della spiaggia, sia per la bassa e tuttavia lussureggiante vegetazione che la ricopre per intero(…): una vegetazione arbustiva mediterranea di colonizzazione del terreno sabbioso, che stabilizza la duna. Nella zona di Manfria i pregi paesistici ed i valori archeologici, entrambi notevoli, si integrano a vicenda” (G.U.R.S., parte I, n.9 del 28.02.1987).
Il D.A. 21.01.1987 dei BB.CC.AA., ai sensi e per gli effetti della L.1497 del 29.06.1939 e del R.D. n.
1357 del 03.06.1940, dichiara, per i motivi sopra riportati, di “notevole interesse pubblico la località Manfria”, spingendosi fino ad identificare Manfria come “zona A”, e Poggio Arena come “Zona B”.
L’elaborato “GEL_D_1.2_Carta dei vincoli, stralcio catastale e PRG” mostra inoltre che l’impianto si trova nei pressi di un’area boscata ai sensi dell'art.2 D. L. 18 maggio 2001, n. 227 [Fonte: Sistema informativo forestale (SIF) della Regione Siciliana (https://sif.regione.sicilia.it)], ma comunque ne rimane esterno.
Fig. 8. Carta Forestale D.Lgs 227/01 (art.142 lett.g. del D.Lgs. 22/01/2004 n. 42) Per quanto riguarda le aree vincolate ai sensi del D. Lgs. n. 42 del 2004, art. 142 lett.c l’ impianto si trova all’interno della fascia di rispetto di 150 metri prevista lungo le sponde del Torrente Gattano
(Figura 18).
Fig. 9. Stralcio tavola GEL_D_1.2_Carta dei vincoli, stralcio catastale e PRG – (Area vincolata ai sensi dell’ art.142 lett.c. del D.Lgs. 22/01/2004 n. 42)
2.1.6. Aree naturali protette (L 394/91)
La Legge n. 394 del 6 Dicembre 1991 classifica le Aree Naturali Protette e ne istituisce l’Elenco ufficiale, nel quale vengono iscritte tutte le aree che rispondono ai criteri stabiliti dal Comitato Nazionale per le aree protette. All’interno dell’area di progetto non ricade alcuna area naturale protetta secondo la Legge n. 394/91 e s.m.i..
Di seguito si elencano le Aree Naturali protette site nel territorio circostante:
✓ “Riserva Naturale Orientata Biviere di Gela”, istituita nel 1997 (decreto n. 585/44 dell'1 Settembre 1997) ed ubicata ad una distanza di 11 km in direzione Sud Est (Figura 10). La Riserva Naturale, che prende il nome dall’omonimo Lago Costiero, occupa una superficie pari a circa 336 ettari ed è anche stata identificata come Zona Umida di Importanza Internazionale, codice 397, ai sensi della Convenzione di Ramsar del 1987;
✓ “Riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi” istituita con Decreto Assessoriale del 25 Luglio 1997, è ubicata a circa 15 km in direzione Nord-Est (Figura 10). La Riserva copre un'area complessiva di circa 2.939 ettari, di cui 1179 in zona A (riserva propriamente detta) e 1.760 ettari in zona B (preriserva);
✓ “Riserva naturale orientata Bosco di Santo Pietro” istituita con Decreto Assessoriale del 23 Marzo 1999, è ubicata a circa 21 km in direzione Nord-Est. La Riserva copre una superficie di 6.559,38 ha. Da 390 metri sul livello del mare digrada dolcemente verso la pianura di Vittoria ed è delimitato ad ovest e a nord dai valloni Terrana e Ogliastro, ad est dal torrente Ficuzza e a sud dai confini del comune di Acate.
✓ “Riserva Naturale Orientata Pino d’Aleppo” istituita nuovamente con Decreto Assessoriale del 8 Giugno 1990, è ubicata a circa 31 km in direzione Sud-Est. La riserva è costituita da una superficie complessiva di circa 3000 ettari che ricade nei territori comunali di Vittoria, Comiso e Ragusa. La riserva occupa la parte bassa del corso del fiume Ippari, nella Piana di Vittoria, al limite sud occidentale dell'altipiano ibleo.
Fig. 10. Ortofoto con indicazione aree naturali protette–( fonte http://www.pcn.minambiente.it)
SITI “RETE NATURA 2000” (SIC, ZPS) E IMPORTANT BIRD AREA (IBA) - AMBITI POTENZIALMENTE INTERFERENTI
Rete Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
La rete Natura 2000 è costituita da Zone Speciali di Conservazione (ZSC) istituite dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 79/409/CEE "Uccelli".
Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali" .
La Direttiva riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell'uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e
natura.
Un altro elemento innovativo è il riconoscimento dell'importanza di alcuni elementi del paesaggio che svolgono un ruolo di connessione per la flora e la fauna selvatiche. Gli Stati membri sono invitati a mantenere o all'occorrenza sviluppare tali elementi per migliorare la coerenza ecologica della rete Natura 2000. L’area di progetto, come si evince dalla figura 20,ricade in prossimità della Zona di Protezione Speciale (ZPS) ITA 050012 “Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela” ed al Sito di Importanza (SIC) ITA 050011 “Torre Manfria”.
Fig. 11. Stralcio tavola GEL_D_1.2_Carta dei vincoli, stralcio catastale e PRG – (SIC e ZPS)
A seguito di quanto sopra esposto, emerge che all’interno dei limiti spaziali non ricade alcun sito della rete Natura 2000 (Figura 11). Tuttavia, nelle immediate vicinanze sono situati il SIC ITA 050011 “Torre Manfria” e la Zona di Protezione Speciale (ZPS) ITA 050012 “Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela”, e pertanto si è provveduto ad effettuare un’analisi degli habitat e delle specie. per la caratterizzazione del sito.Tale valutazione viene descritta più dettagliatamente nell’elaborato
“R4.GEL_Studio inserimento ambientale”
2.2.1. Interferenze del progetto con il sistema ambientale
Come descritto nell’elaborato “R4.GEL_Studio inserimento ambientale”, l’area dove verranno eseguiti gli interventi ricade all’interno di un’area già a servizio dell’attuale impianto di depurazione, in una zona antropizzata e nella quale sono ben visibili i degni di espansione edilizia. E’ possibile
di territori di matrice agricola.
Sebbene infatti tali aree naturali siano caratterizzate da un rilevante interesse naturalistico - ambientale, con la presenza di differenti zone di protezione di specie floristiche e faunistiche, il sito specifico, oggetto delle attività progettuali, risulta ubicato in un ambiente completamente antropizzato e privo di particolare pregio paesaggistico.
Come può evincersi dalla Figura 14, l’area si caratterizza dalla presenza di varie strade urbane e extra-urbane (E931) ed è ricca di parecchi agglomerati edilizi..
Inoltre non sono presenti essenze vegetali aventi caratteri di selvaticità, ma essenzialmente specie arbustive ed arboree autoctone tipiche del territorio. Per tale ragione di può dedurre l’assenza di effetti negativi su flora e fauna presente all’interno dei siti Natura 2000.
Fig. 12. Ortofoto posizione attuale impianto depurazione Macchitella
Dall’immagine precedente si nota come le opere in progetto si inseriscano all’interno di in un contesto già fortemente antropizzato senza creare impatti al paesaggio circostante. Ad ogni modo la realizzazione dell’impianto verrà completata con la sistemazione paesaggistica dell’area di intervento, mediante l’inserimento di piantumazioni autoctone all’interno e di barriere verdi sul perimetro dell’impianto, aventi la funzione di filtro dall’inquinamento atmosferico ed acustico eventualmente prodotto. Tale soluzione progettuale consente di limitare la visuale dell’impianto dalle aree limitrofe e l’inserimento ottimale dell’intervento antropico nel contesto ambientale di riferimento.
La presenza di fauna ed avifauna tipica dei siti Natura 2000 risulta limitata agli habitat in questione
e non interessa in alcun modo l’area di progetto. Per quanto riguarda l’avifauna migratoria, i possibili sconfinamenti dai Siti Natura 2000 di specie protette non causa potenzialmente un effetto negativo in quanto non risultano esservi impatti contrastanti da parte del progetto di ampliamento relativamente alle matrici ambiente, aria, acqua e suolo (si rimanda “R4.GEL_Studio inserimento ambientale”). Per tale ragione si può indicare l’assenza di effetti negativi su fauna ed avifauna tipica dei Siti natura 2000 presenti nel territorio.
Considerato ciò che è stato descritto precedentemente, è possibile escludere la presenza di effetti significativi negativi derivanti dall’intervento di adeguamento ed ampliamento del depuratore nei confronti dei Siti Rete Natura 2000 Zona di Protezione Speciale (ZPS) ITA 050012 “Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela” ed al Sito di Importanza (SIC) ITA 050011 “Torre Manfria”.
3. LA PROGETTUALITA’ ESISTENTE
L’intervento in questione, come già detto, rientrando tra le opere inserite nell’Accordo di Programma Quadro sottoscritto tra Stato, Regione Siciliana e A.T.O. CL6 in data 21 marzo 2005, era compreso nel Piano degli interventi infrastrutturali oggetto della Convenzione di gestione tra il Consorzio A.T.O. ed il Gestore Acque di Caltanissetta S.p.A.
In ottemperanza a questa programmazione, Acque di Caltanissetta S.p.A. affidò al proprio socio FCC Aqualia S.A. la redazione del progetto esecutivo di adeguamento e potenziamento dell’impianto, per una potenzialità di 25.000 AE.
Questo progetto, la cui prima emissione è del dicembre 2012, è stato oggetto di Conferenza di Servizi per l’acquisizione di pareri, atti di assenso e nulla osta, necessari alla relativa approvazione in linea tecnica. I verbali delle Conferenze di servizi tenute, con la raccolta dei pareri e prescrizioni acquisii, sono riportati in appendice alla presente relazione (Appendice A).
Sullo stesso progetto è stato anche acquisito un parere favorevole, con prescrizioni, di compatibilità ambientale ai sensi dell’arti.23 del D.Lgs. 152/2006 rilasciato dall’A.R.T.A. con D.A.
n°275/gab del 19.06.2015 (Appendice B).
Inoltre, ai fini della verifica degli obiettivi di superamento dell’infrazione comunitaria, il progetto è stato sottoposto a verifica ex art.3 comma 3 dell’Accordo di Programma Quadro “Depurazione delle Acque Reflue” del 30.01.2013 nell’ambito dell’assistenza tecnica prevista dall’Azione di sistema di cui alla delibera CIPE n°60/2012, acquisendo un parere favorevole con prescrizioni (Appendice C).
Il progetto, redatto contestualmente a quello del Commissario Delegato ex OPCM 3852, prevedeva la realizzazione di un impianto biologico a fanghi attivi del tipo a schema semplificato con digestione aerobica separata dei fanghi di supero, con la pressocché completa demolizione dei comparti di trattamento esistenti ed il solo riutilizzo di alcune limitate apparecchiature ed impianti (nastropressa, rete ossigenatori, gruppo elettrogeno, illuminazione esterna, ecc..).
La realizzazione degli interventi previsti nel progetto del Commissario Delegato ex OPCM 3852, che hanno permesso di ammodernare i comparti esistenti, con il quasi completo rinnovamento delle apparecchiature installate, impone un approccio progettuale diverso rispetto a quello di completo rifacimento del depuratore. Un approccio che abbia come obiettivo l’ottimale utilizzo dell’esistente, realizzando di fatto una linea di trattamento parallela, in grado di assicurare la potenzialità richiesta e superare le criticità che ancora permangono in tempo di pioggia di cui si dirà nel seguito.
Alla luce di queste considerazioni, con il presente approfondimento progettuale si è del tutto modificato il progetto originario, recependo comunque, laddove conducenti, le indicazioni rilevabili dai pareri e prescrizioni rilasciati dai vari Enti nel corso dell’iter approvativo fin qui seguito.
4. IL SUPERAMENTO DELL’INFRAZIONE COMUNITARIA
L’agglomerato Macchitella di Gela, così individuato per la presenza del depuratore omonimo, in relazione ai sistemi di drenaggio urbani esistenti e programmati gravanti sull’impianto, include lo stesso quartiere Macchitella, i quartieri Scavone e Marchitello, nonché la frazione ad ovest di Manfria ed i vari insediamenti abitativi lungo la fascia costiera.
Sul sistema, con la realizzazione della rete fognaria in contrada Manfria e l’espansione del quartiere Marchitello, è previsto graverà un carico pari a 25.000 Abitanti Equivalenti.
L’agglomerato di Macchitella rientra tra quelli oggetto di sentenza di condanna della Repubblica Italiana da parte della Corte di Giustizia UE (Settima sezione) nella causa C 565-10.
In particolare, la condanna riguarda l’avere omesso di:
• di prendere le disposizioni necessarie per garantire che, negli agglomerati di … -omissis - … Macchitella… -omissis - …, aventi un numero di abitanti equivalenti superiore a 15 000 e che scaricano in acque recipienti non considerate «aree sensibili» ai sensi dell’articolo 5 della direttiva 91/271, come modificata dal regolamento n. 1137/2008, le acque reflue urbane che confluiscono in reti fognarie siano sottoposte ad un trattamento conforme all’articolo 4, paragrafi 1 e 3, di tale direttiva;
• di prendere le disposizioni necessarie affinché la progettazione, la costruzione, la gestione e la manutenzione degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane realizzati per ottemperare ai requisiti fissati agli articoli 4-7 della direttiva 91/271, come modificata dal regolamento n.
1137/2008, siano condotte in modo da garantire prestazioni sufficienti nelle normali condizioni climatiche locali e affinché la progettazione degli impianti tenga conto delle variazioni stagionali di carico negli agglomerati di … -omissis - … Macchitella… -omissis - … è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza degli articoli 3, 4, paragrafi 1 e 3, e 10 della direttiva 91/271, come modificata dal regolamento n. 1137/2008.
Per quanto attiene l’art.4 paragrafi 1 e 3 della direttiva 97/271, esso prevede che, entro il 31.12.2000 per tutti gli scarichi provenienti da agglomerati con oltre 15.000 A.E., le acque reflue urbane che confluiscono in reti fognarie siano sottoposte, prima dello scarico, ad un trattamento secondario o ad un trattamento equivalente, soddisfacendo i requisiti previsti dall’allegato I B della stessa direttiva.
Per il caso di Macchitella, il riferimento è ai punti 1 e 2 lettera B dell’Allegato I che recitano rispettivamente:
• 1. La progettazione o la modifica degli impianti di trattamento delle acque reflue va effettuata in
liquami trattati, prima del loro scarico nelle acque recipienti.
• 2. Gli scarichi provenienti dagli impianti di trattamento delle acque reflue urbane sottoposti a trattamento ai sensi degli articoli 4 e 5 devono soddisfare ai requisiti figuranti nella tabella 1.
Fig. 13. Tabella 1 – Allegato I B direttiva 97/271
Questa parte dell’infrazione verrà superata con la costruzione della nuova linea di trattamento, in modo da potere disporre di un impianto con potenzialità di 25.000 A.E., in grado di assicurare la depurazione ed il rispetto della tabella 1 (Fig. 3) della totalità dei reflui afferenti l’intero agglomerato di Macchitella, come sopra descritto.
Per quanto riguarda il punto 1), l’impianto verrà realizzato in modo da potere prelevare campioni rappresentativi sia delle acque reflue in arrivo sia dei liquami trattati, prima del loro scarico nelle acque recipienti. Va evidenziato che già adesso il depuratore di Macchitella è dotato di campionatori automatici in ingresso ed uscita dall’impianto, assieme a misuratori elettromagnetici per la rilevazione delle portate e dei volumi trattati.
Per quanto attiene gli artt.4-7 le disposizioni riguardano la necessità di progettare, costruire, gestire e manutenere gli impianti di trattamento in modo da garantire prestazioni sufficienti nelle normali
condizioni climatiche locali, tenendo conto delle variazioni stagionali di carico.
In tal senso, la presente progettazione è stata sviluppata valutando il funzionamento dei processi depurativi sia nelle condizioni invernali, che in quelle estive, sulla base dei dati di temperatura medi attesi, nonché tenendo conto della popolazione residente e di quella fluttuante, generalmente concentrata nel periodo estivo.
5. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO
Il territorio del comune di Gela ha una superficie complessiva di 27.337 ha e si estende per intero sulla Piana che va da Licata a Vittoria, la quale costituisce la più vasta pianura della Sicilia meridionale.
Il territorio del comunale di Gela confina ad Est con quello di Acate, a Nord-Est con quelli di Caltagirone e Niscemi, a Nord con il territorio di Mazzarino, ad Ovest con quello di Butera.
Fig. 14. Inquadramento del territorio di Gela nel contesto dell’ATO di Caltanissetta A Nord la Piana è delimitata da un sistema collinare che si collega con i più alti rilievi costituiti dai Monti Erei ed Iblei, dai quali scendono corsi d’acqua a regime prevalentemente torrentizio, i più importanti dei quali, tra quelli che interessano il territorio della Piana, sono ad Est il Gela con il suo affluente, il Maroglio, e ad Ovest il Torrente Gattano, entrambi caratterizzati da forti variazioni stagionali nella portata e da lunghi periodi di siccità nella stagione estiva.
La costa si estende per circa 25 Km con orlature prevalentemente sabbiose e poco accentuate; i fondali sono in generale bassi e tutto il litorale che si affaccia sul golfo è privo di porti naturali. La città sorge sulla collina che si distende lungo la costa, a chiusura della Piana tra le foci del Gela ad Est e del Gattano ad Ovest. La sua altezza massima è di 54 m. l. m.
La città nel tempo si è ampliata, dapprima lungo la costa ad Ovest e poi verso Nord, fino ad avere una forma che ricalca, grosso modo, quella della conca che la chiude prospetticamente a Nord.
Lungo la costa, ad Ovest, dopo il quartiere residenziale Macchitella, vi è Montelungo, un rilievo che si distende lungo la costa, al termine della quale si trova il lido di Manfria, presidiato più ad Ovest dalla sua torre medievale. Ad est del centro di Gela, oltre il torrente Gela, sorge il Polo Petrolchimico e l’area industriale..
Fig. 15. Ortofoto aree urbanizzate territorio del comune di Gela
Dal punto di vista delle reti di drenaggio urbano (Fig. 3), il territorio comunale può essere suddiviso in due distinti bacini:
⚫ il bacino est, su cui gravitano circa 70.000 abitanti equivalenti, che si estende dalla vecchia acropoli di Caposoprano fino al Polo Petrolchimico di Gela, dove è presente l’impianto di depurazione ENI che ne tratta i relativi reflui; il bacino ingloba sia le aree a nord, a cavallo della via Venezia, sia le aree a sud che degradano verso il mare;
⚫ il bacino ovest, su cui in proiezione futura graveranno 25.000 abitanti equivalenti, che comprende il quartiere Scavone, il Villaggio ex ENI di Macchitella, la nuova area di espansione di c/da Marchitello ed in futuro la frazione di Manfria, per la quale è prevista a breve la realizzazione della rete fognaria ed il collettamento dei reflui alla depurazione; i reflui di questo bacino sono trattati nel depuratore Macchitella, oggetto della presente progettazione.
L’impianto di depurazione di Macchitella è sito a Nord-Ovest dell’abitato di Gela, a circa 4,5 km rispetto al centro, nella contrada omonima, ad una quota di circa 8-9 m slm ed ad una distanza dal mare di circa 600 m.
Fig. 16. Bacini di drenaggio urbano agglomerato di Gela
Il sito di impianto è delimitato a nord dalla SS115, a sud dalla Via Enrico Mattei ad ovest dal torrente Gattano e ad Est da un terreno incolto di proprietà comunale (Fig.4). La superficie complessiva destinata all’impianto è di circa 8.000 m² e l’area interessata dagli interventi è già delimitata e nella disponibilità del gestore del servizio idrico integrato.
Fig. 17. Inquadramento impianto di depurazione
6. L’IMPIANTO NELLO STATO ATTUALE
DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO
L’impianto di depurazione esistente è sito a Nord-Ovest dall’abitato di Gela, in c.da Macchitella, tra la Strada Statale S.S. 155 e la Via E. Mattei, in adiacenza al torrente Gattano, ad una quota di circa 10 m s.l.m.
Costruito negli anni ’60, l’originaria potenzialità di 5.000 AE fu successivamente incrementata fino ai 12.000 AE attuali. Recentemente, come già anticipato, l’impianto è stato oggetto di interventi di manutenzione straordinaria finalizzati all’adeguamento del depuratore esistente, eseguiti per conto dell’Ufficio del Commissario Delegato ex OPCM 3852.
Fig. 18. Ortofoto area impianto di depurazione
Attualmente, all’impianto giungono a gravità, attraverso tre distinti collettori i liquami provenienti dai seguenti quartieri/zone: “Macchitella”, “Scavone” e “Marchitello”; stante la loro quota di arrivo, sono presenti due impianti di sollevamento ubicati all’interno dell’area del depurazione: il primo, denominato “Macchitella” solleva i reflui dell’omonimo quartiere/collettore, mentre il secondo, denominato “Scavone”, solleva i reflui sia del quartiere/collettore omonimo sia quelli di
“Marchitello”.
L’impianto, del tipo biologico a fanghi attivi, presenta le seguenti fasi di trattamento:
LINEA ACQUE
⚫ Grigliatura fine automatica;
⚫ Dissabbiatura-Disoleatura;
⚫ Accumulo temporanea acque di pioggia;
⚫ Comparto biologico:
Pre-Denitrificazione
Ossidazione-Nitrificazione
⚫ Sedimentazione finale
⚫ Disinfezione con ipoclorito di sodio (di emergenza)
⚫ Filtrazione
⚫ Disinfezione con raggi UV LINEA FANGHI
⚫ Stabilizzazione aerobica
⚫ Ispessimento e disidratazione fanghi con nastropressa
⚫ Disidratazione naturale dei fanghi su letti di essiccamento (di emergenza)
L’impianto è completato da un sistema di trattamento aria della zona sollevamenti, nonché dal complesso di impianti elettrici e di collegamenti idraulici necessari al corretto funzionamento dello stesso.
CRITICITA’ DELL’IMPIANTO
Con i recenti interventi di manutenzione straordinaria realizzati dal Commissario ex OPCM 3852, l’impianto esistente è stato opportunamente adeguato ed ammodernato nei moduli esistenti e potenziato con l’inserimento della grigliatura automatica fine in ingresso e nel trattamento di filtrazione e disinfezione finale con UV. Inoltre, sono state anche adeguate le stazioni di sollevamento esistenti.
Questi interventi hanno permesso di ottimizzare il funzionamento dell’impianto che, in tempo secco, garantisce un refluo depurato in uscita assolutamente conforme ai limiti dell’autorizzazione allo scarico di cui al D.A.R.R.A. n°75/2009.
Le criticità che permangono, malgrado i recenti lavori effettuati, riguardano il funzionamento dell’impianto in tempo di pioggia, con il rigurgito della linea acqua a partire dal modulo di disinfezione, risalendo dalla filtrazione a dischi, fino allo sfioro delle vasche di sedimentazione ed ossidazione biologica.
In particolare, è stato verificato che per portate superiori ai 180 m3/h, si ha un innalzamento del profilo idraulico nell’impianto, che al crescere della portata, induce prima lo sfioro delle acque della filtrazione, poi a quelle degli altri moduli a monte.
Questa situazione, durante gli eventi di pioggia, è stata affrontata, comunque con notevole difficoltà, sfruttando i volumi delle vasche di accumulo acque di pioggia, assieme a quelli del sedimentatore Dortmund inutilizzato e della vasca di accumulo dell’acqua depurata, per un totale di circa 1000 m3.
Nella progettazione del potenziamento dell’impianto per portarlo a 25.000 AE è stato necessario tenere conto di questa problematica, al fine di un suo definitivo superamento.
7. DESCRIZIONE DEL PROGETTO DI POTENZIAMENTO
L’intervento di potenziamento in progetto prevede la realizzazione di una linea analoga e parallela a quella esistente, avente dimensioni leggermente maggiori per tenere conto dei limiti idraulici dei comparti esistenti.
A monte dei trattamenti verrà realizzato un manufatto di arrivo e confluenza delle condotte prementi dei sollevamenti di Macchitella e Scavone, nonché di quella del futuro sollevamento della rete di Manfria. In questo modo, avendo già scolmato a monte il surplus, si potrà limitare l’apporto in tempo di pioggia a valori coerenti con le indicazioni di cui all’art. 13.3 della Circolare n°4 del 30.10.1986 “Piano di risanamento delle acque”.
Il manufatto, come già detto, sarà realizzato a quota più alta dell’attuale pozzetto iniziale della linea esistente, al fine di assicurare un carico maggiore dal punto di vista idraulico alla nuova linea in progetto.
I due impianti di sollevamenti verranno opportunamente potenziati, ognuno con l’inserimento due pompe più prestanti, lasciando quella smontata come riserva in magazzino, per garantire il sollevamento delle acque in tempo di pioggia. Attraverso la regolazione con inverter si riuscirà ad equalizzare quanto più possibile la portata nell’impianto, definendo una apposita automazione asservita al livello delle vasche di carico delle pompe.
Per quanto attiene specificatamente il processo depurativo, i criteri di scelta sono stati descritti al capitolo precedente.
La configurazione dell’impianto, articolato su più linee parallele, può essere così sintetizzata:
Linea acque
⚫ Misura di portata sollevamenti
⚫ Manufatto confluenza sollevamenti e campionamento dei carichi inquinanti in ingresso
⚫ Grigliatura fine automatica
⚫ Dissabbiatura-Disoleatura;
⚫ Comparto biologico: Pre-Denitrificazione e Ossidazione-Nitrificazione
⚫ Sedimentazione finale
⚫ Disinfezione con ipoclorito di sodio (di emergenza)
⚫ Filtrazione
⚫ Disinfezione con raggi UV
Linea fanghi
⚫ Preispessimento dinamico;
⚫ Stabilizzazione aerobica
⚫ Disidratazione meccanica (aggiungendo una centrifuga sulla nuova linea).
Per quanto riguarda i pretrattamenti da realizzare, è stato previsto l’impiego di due moduli compatti posti in parallelo che svolgono in comparti diversi le funzioni di grigliatura fine, dissabbiatura e disoleatura. Per la linea denitro, ossidazione-denitrificazione, sedimentazione finale e disinfezione di emergenza, verranno realizzate integralmente nuove opere. Lo stesso dicasi per la filtrazione a dischi e la disinfezione di emergenza, stante le maggiori quote del profilo idraulico. Per il trattamento UV verrà utilizzato il vano esistente destinato allo scopo.
Per la stabilizzazione dei fanghi è stato previsto un nuovo comparto ad esclusivo servizio della nuova linea di trattamento, con l’inserimento di un modulo di preispessimento dinamico a monte.
L’attuale accumulo delle acque di pioggia verrà lasciato solo per le situazioni di emergenza, avendo previsto l’invio della portata massima in tempo di pioggia al biologico delle due linee di trattamento.
Per quanto riguarda gli odori, è stata prevista la riconversione del biofiltro esistente, oggi non utilizzato, per deodorizzare l’aria dei pretrattamenti e dei comparti di disidratazione dei fanghi.
Nell’impianto esistente, l’intervento previsto riguarda l’inserimento di un preispessitore dinamico con la riconversione dell’ex vasca dortmund in un volume di stabilizzazione aerobica aggiuntivo, posto in serie, a monte del digestore esistente.
Nelle pagine che seguono, prima è riportata la configurazione di progetto dell’impianto, con l’indicazione della linea di trattamento esistente ed in progetto, poi è rappresentato lo schema a blocchi dell’intero impianto.
Nella pagina che segue è rappresentato lo schema a blocchi dell’intero impianto.
Fig. 19. Schema a blocchi impianto di depurazione Macchitella
8. CONFORMITA’ DEL PROGETTO CON I VIGENTI PIANI, PROGRAMMI E REGOLAMENTI
PIANI SETTORIALI
Al fine della verifica della conformità del progetto con la programmazione vigente si procede all’esame della pianificazione urbanistica ed ambientale di riferimento.
8.1.1. Piano di Tutela delle acque
Il Piano di Tutela delle Acque (di seguito PTA), adottato con Ordinanza n. 637 del 27/12/07 (GURS n. 8 del 15/02/08), è lo strumento regionale volto a raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale nelle acque interne e costiere della Regione ed a garantire un approvvigionamento idrico sostenibile nel lungo periodo.
Il Piano di tutela delle Acque (PTA), conformemente a quanto previsto dal D.Lgs.3 aprile 2006, n.152 e dalla Direttiva 2000/60/CE (Direttiva Quadro delle Acque), è lo strumento regionale volto al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale, delle acque interne e costiere della Regione Siciliana, ed alla garanzia nel lungo periodo di un approvvigionamento idrico sostenibile.
Il Piano di Tutela delle Acque è assunto come strumento unitario di pianificazione delle attività finalizzate al raggiungimento degli obiettivi volti all'ottenimento di una buona qualità ambientale e dei livelli qualitativi previsti per le acque che abbiano una specifica destinazione.
Gli obiettivi che devono essere perseguiti sono i seguenti:
- prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinanti;
- conseguire il miglioramento dello stato delle acque destinate ad usi particolari;
- perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse;
- mantenere la capacità di autodepurazione dei corpi idrici e sostenere le comunità animali e vegetali del territorio.
La Direttiva 2000/60/CE all’art. 13, stabiliva altresì che per ciascun distretto idrografico doveva essere predisposto un Piano di Gestione del bacino idrografico, cosi come peraltro recepito all’art.117 del D.Lgs 163/06, con l’aggiornamento del Piano di Gestione del distretto idrografico della Sicilia del 28/06/2016 approvato con DGR n.228, è stato approvato un adeguamento cartografico delle tavole ed in particolare della tavola relativa alle aree sensibili “Tav. C1/a Carta delle aree designate per la protezione di habitat e specie (SIC E ZPS, vita dei pesci e vita dei molluschi), delle aree sensibili e delle aree vulnerabili ai nitrati”.
L’impianto oggetto di intervento ricade nel bacino idrografico Torrente del Serpente, che in
raggiungere i valori previsti nella tabella 3 dell’allegato V del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. Inoltre essendo in essere una precedente autorizzazione allo scarico di cui al D.D.S. n°874 del 20.06.2017 del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti – Servizio 1 – Gestione ed Attuazione S.I.I, per i suddetto scarichi si è fatto riferimento ai limiti fissati dalla preesistente autorizzazione, che prevede il rispetto dei seguenti valori:
• Tab. 1 – dell’allegato 5 alla parte terza del D. Lgs 152/2006 per i parametri BOD5, COD e SST;
• Tab. 3 – dell’allegato 5 alla parte terza del D. Lgs 152/2006 per ciò che concerne i rimanenti parametri ad eccezione di Azoto Ammoniacale, Azoto Nitroso, Azoto Nitrico e Fosforo Totale;
• Relativamente al parametro “Escherichia coli il limite massimo non deve superare i 5000 UFC/100 ml in uscita dall’impianto di depurazione.
8.1.2. Piano di Assetto Idrogeologico
Il Piano Stralcio per l’ Assetto Idrogeologico, P.A.I., redatto ai sensi dell’art. 17, comma 6 ter, della L. 183/89, dell’art. 1, comma 1, del D.L. 180/98, convertito con modificazioni dalla L. 267/98, e dell’art. 1 bis del D.L. 279/2000, convertito con modificazioni dalla L. 365/2000, ha valore di Piano Territoriale di Settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni, gli interventi e le norme d’uso riguardanti la difesa dal rischio idrogeologico del territorio siciliano.
Il P.A.I. ha sostanzialmente tre funzioni:
• La funzione conoscitiva, che comprende lo studio dell’ambiente fisico e del sistema antropico, nonché della ricognizione delle previsioni degli strumenti urbanistici e dei vincoli idrogeologici e paesaggistici;
• La funzione normativa e prescrittiva, destinata alle attività connesse alla tutela del territorio e delle acque fino alla valutazione della pericolosità e del rischio idrogeologico e alla conseguente attività di vincolo in regime sia straordinario che ordinario;
• La funzione programmatica, che fornisce le possibili metodologie d’intervento finalizzate alla mitigazione del rischio, determina l’impegno finanziario occorrente e la distribuzione temporale degli interventi.
La consultazione della cartografia del Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico ha evidenziato che sia l’area in cui ricade il depuratore sia l’area interessata dal suo ampliamento non presentano alcun tipo di pericolosità.
Dall’esame degli stralci cartografici del P.A.I. DELL’ relativo all’ Area Territoriale tra .(076).(075).(074).del fiume Imera Meridionale (073) si osserva come il sito oggetto di intervento è escluso da qualunque fenomenologia di dissesto e di rischio. Le aree più vicine aventi un qualche grado di pericolosità sono presenti a distanza superiore a 30 metri e pertanto la zona di intervento non risulta sottoposta a vincoli sovraordinati di natura ambientale.
Fig. 20. Stralcio tavola GEL_D_1.2_Carta dei vincoli, stralcio catastale e PRG – Carta del rischio idraulico per fenomeni di esondazione
Fig. 21. Stralcio tavola GEL_D_1.2_Carta dei vincoli, stralcio catastale e PRG – Carta Pericolosità idraulica per fenomeni di esondazione
Per quanto riguarda il rischio geologico, il PAI ha previsto la redazione di un inventario dei
aree Territoriali comprese tra .(076).(075).(074).del fiume Imera Meridionale (073), l’impianto di depurazione si trova al di fuori dalle aree in cui sono attivi fenomeni di dissesto o erosione.
L’inventario permette quindi di avere una visione globale della franosità del bacino e costituisce un livello di attenzione di probabile dissesto da verificare sul terreno sulla base di indagini mirate. Le NTA richiedono che i Comuni recepiscano tali elaborati al fine di verificare, sulla base di studi geologici di dettaglio, la compatibilità delle previsioni urbanistiche con la pericolosità da frana.
Fig. 22. Stralcio tavola GEL_D_1.2_Carta dei vincoli, stralcio catastale e PRG – Carta dei dissesti
Fig. 23. Stralcio tavola GEL_D_1.2_Carta dei vincoli, stralcio catastale e PRG – Carta della pericolosità e rischio geomorfologico
Dalla perimetrazione del Rischio Frana riportata nella cartografia si evince che l’area d’intervento non risulta interessata dalla classificazione del rischio e di conseguenza dalle norme conseguenti.
Dall’analisi del Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico della Regione Siciliana ed in particolare del PAI del Bacino Idrografico del “Fiume Imera Meridionale”, l’area del depuratore non risulta annoverata tra le aree soggette a rischio di esondazione, né tra le aree soggette a frana.
INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ED IDROGEOLOGICO DELL’AREA
La zona in studio ubicata in contrada “Macchitella”, situata a circa 500 m dalla linea di costa, presenta un profilo altimetrico medio attorno agli 8 m s.l.m..Tale area si trova in un territorio pianeggiante, denominata Piana di Amato, delimitata a Est dalle sabbie pleistoceniche che costituiscono il rilievo di Monte Lungo, con quota massima di 71 m s.l.m..
L’aspetto morfologico dei luoghi è il risultato di fenomeni di accumulo succedutisi del tempo su vasta scala, e direttamente correlati alle recenti vicissitudini geologiche che hanno caratterizzato le aree costiere della Sicilia meridionale. Infatti la morfologia presente nel territorio della Piana di Gela, e quindi dell’area in studio, è relativamente recente in quanto risultato del modellamento tettonico ed eustatico, avvenuto durante il tardo Quaternario, che ha determinato una evoluzione cinematica del cuneo di accrescimento siciliano, a causa dei ripetuti disequilibri meccanici.
Ciò ha dato luogo a delle oscillazioni relative del livello di base con conseguenti fenomeni di ingressioni marine. L’avanzamento delle acque marine ha dato origine alle incisioni delle successioni che costituiscono il fronte della catena siciliana e parte dell’Avanfossa Plio-Quaternaria Gela - Catania, depositando nella fase di ritiro dei livelli sabbiosi e limosi di modesto spessore che ricoprono la sottostante unità alloctona, nota con la denominazione di Falda di Gela, costituita da depositi prevalentemente argillosi, evaporitici, marnosi e sabbiosi.
Nello specifico, il centro storico del comune di Gela si erge su un rilievo collinare con versanti più o meno acclivi ed a sommità tabulare, per lo più isolati rispetto alle zone adiacenti sub-pianeggianti, in cui si trova la zona in studio, costituita dai materiali alluvionali.
Da un punto di vista idrografico, l’aria in studio ricade all’interno del bacino del Torrente del Serpente che in prossimità della foce diviene Torrente Gattano, con andamento rettilineo in direzione N.S., e che lungo il suo sviluppo non riceve affluenti di particolare importanza.
Tale area, compresa tra il bacino del Fiume Gela e il bacino del Torrente Comunelli, è per lo più drenata da brevi incisioni torrentizie che quasi tutto l'anno sono in regime di magra. Ciò dipende principalmente dalle condizioni climatiche, caratterizzate da brevi periodi piovosi e da lunghi periodi
Ad influenzare la presenza di un reticolo idrografico poco sviluppato, unitamente alle caratteristiche climatiche della zona, vi è anche la natura dei terreni affioranti, che risultano generalmente caratterizzati da permeabilità primaria per porosità. Nello specifico però, nella pianura alluvionale di Gela, si assiste ad una variabilità sia verticale che orizzontale della permeabilità in funzione della prevalenza o meno della frazione pelitica, che influenza considerevolmente la capacità filtrante dei terreni, risultando pertanto modesta, con conseguente discreta capacità di smaltimento delle acque lungo le superfici preferenziali.
Il rilievo geomorfologico eseguito nell’area di studio e nel suo circondario, ha permesso di mettere in evidenza la quasi totale assenza di movimenti gravitativi particolarmente attivi o comunque sintomatici di instabilità della coltre di ricoprimento.
Fig. 24. Carta Geolitologica
9. CARATTERISTICHE PROGETTUALI INTERVENTO
L’intervento di potenziamento in progetto prevede la realizzazione di una linea analoga e parallela a quella esistente, avente dimensioni leggermente maggiori per tenere conto dei limiti idraulici dei comparti esistenti.
A monte dei trattamenti verrà realizzato un manufatto di arrivo e confluenza delle condotte prementi dei sollevamenti di Macchitella e Scavone, nonché di quella del futuro sollevamento della rete di Manfria. In questo modo, avendo già scolmato a monte il surplus, si potrà limitare l’apporto in tempo di pioggia a valori coerenti con le indicazioni di cui all’art. 13.3 della Circolare n°4 del 30.10.1986 “Piano di risanamento delle acque”.
Il manufatto, come già detto, sarà realizzato a quota più alta dell’attuale pozzetto iniziale della linea esistente, al fine di assicurare un carico maggiore dal punto di vista idraulico alla nuova linea in progetto.
I due impianti di sollevamenti verranno opportunamente potenziati, ognuno con l’inserimento due pompe più prestanti, lasciando quella smontata come riserva in magazzino, per garantire il sollevamento delle acque in tempo di pioggia. Attraverso la regolazione con inverter si riuscirà ad equalizzare quanto più possibile la portata nell’impianto, definendo una apposita automazione asservita al livello delle vasche di carico delle pompe.
La configurazione dell’impianto, articolato su due linee parallele, può essere così sintetizzata:
Linea acque
⚫ Misura di portata sollevamenti
⚫ Manufatto confluenza sollevamenti e campionamento dei carichi inquinanti in ingresso
⚫ Grigliatura fine automatica
⚫ Dissabbiatura-Disoleatura;
⚫ Comparto biologico: Pre-Denitrificazione e Ossidazione-Nitrificazione
⚫ Sedimentazione finale
⚫ Disinfezione con acido peracetico o ipoclorito di sodio (di emergenza)
⚫ Filtrazione
⚫ Disinfezione con raggi UV