La zona in studio ubicata in contrada “Macchitella”, situata a circa 500 m dalla linea di costa, presenta un profilo altimetrico medio attorno agli 8 m s.l.m..Tale area si trova in un territorio pianeggiante, denominata Piana di Amato, delimitata a Est dalle sabbie pleistoceniche che costituiscono il rilievo di Monte Lungo, con quota massima di 71 m s.l.m..
L’aspetto morfologico dei luoghi è il risultato di fenomeni di accumulo succedutisi del tempo su vasta scala, e direttamente correlati alle recenti vicissitudini geologiche che hanno caratterizzato le aree costiere della Sicilia meridionale. Infatti la morfologia presente nel territorio della Piana di Gela, e quindi dell’area in studio, è relativamente recente in quanto risultato del modellamento tettonico ed eustatico, avvenuto durante il tardo Quaternario, che ha determinato una evoluzione cinematica del cuneo di accrescimento siciliano, a causa dei ripetuti disequilibri meccanici.
Ciò ha dato luogo a delle oscillazioni relative del livello di base con conseguenti fenomeni di ingressioni marine. L’avanzamento delle acque marine ha dato origine alle incisioni delle successioni che costituiscono il fronte della catena siciliana e parte dell’Avanfossa Plio-Quaternaria Gela - Catania, depositando nella fase di ritiro dei livelli sabbiosi e limosi di modesto spessore che ricoprono la sottostante unità alloctona, nota con la denominazione di Falda di Gela, costituita da depositi prevalentemente argillosi, evaporitici, marnosi e sabbiosi.
Nello specifico, il centro storico del comune di Gela si erge su un rilievo collinare con versanti più o meno acclivi ed a sommità tabulare, per lo più isolati rispetto alle zone adiacenti sub-pianeggianti, in cui si trova la zona in studio, costituita dai materiali alluvionali.
Da un punto di vista idrografico, l’aria in studio ricade all’interno del bacino del Torrente del Serpente che in prossimità della foce diviene Torrente Gattano, con andamento rettilineo in direzione N.S., e che lungo il suo sviluppo non riceve affluenti di particolare importanza.
Tale area, compresa tra il bacino del Fiume Gela e il bacino del Torrente Comunelli, è per lo più drenata da brevi incisioni torrentizie che quasi tutto l'anno sono in regime di magra. Ciò dipende principalmente dalle condizioni climatiche, caratterizzate da brevi periodi piovosi e da lunghi periodi
Ad influenzare la presenza di un reticolo idrografico poco sviluppato, unitamente alle caratteristiche climatiche della zona, vi è anche la natura dei terreni affioranti, che risultano generalmente caratterizzati da permeabilità primaria per porosità. Nello specifico però, nella pianura alluvionale di Gela, si assiste ad una variabilità sia verticale che orizzontale della permeabilità in funzione della prevalenza o meno della frazione pelitica, che influenza considerevolmente la capacità filtrante dei terreni, risultando pertanto modesta, con conseguente discreta capacità di smaltimento delle acque lungo le superfici preferenziali.
Il rilievo geomorfologico eseguito nell’area di studio e nel suo circondario, ha permesso di mettere in evidenza la quasi totale assenza di movimenti gravitativi particolarmente attivi o comunque sintomatici di instabilità della coltre di ricoprimento.
Fig. 24. Carta Geolitologica
9. CARATTERISTICHE PROGETTUALI INTERVENTO
L’intervento di potenziamento in progetto prevede la realizzazione di una linea analoga e parallela a quella esistente, avente dimensioni leggermente maggiori per tenere conto dei limiti idraulici dei comparti esistenti.
A monte dei trattamenti verrà realizzato un manufatto di arrivo e confluenza delle condotte prementi dei sollevamenti di Macchitella e Scavone, nonché di quella del futuro sollevamento della rete di Manfria. In questo modo, avendo già scolmato a monte il surplus, si potrà limitare l’apporto in tempo di pioggia a valori coerenti con le indicazioni di cui all’art. 13.3 della Circolare n°4 del 30.10.1986 “Piano di risanamento delle acque”.
Il manufatto, come già detto, sarà realizzato a quota più alta dell’attuale pozzetto iniziale della linea esistente, al fine di assicurare un carico maggiore dal punto di vista idraulico alla nuova linea in progetto.
I due impianti di sollevamenti verranno opportunamente potenziati, ognuno con l’inserimento due pompe più prestanti, lasciando quella smontata come riserva in magazzino, per garantire il sollevamento delle acque in tempo di pioggia. Attraverso la regolazione con inverter si riuscirà ad equalizzare quanto più possibile la portata nell’impianto, definendo una apposita automazione asservita al livello delle vasche di carico delle pompe.
La configurazione dell’impianto, articolato su due linee parallele, può essere così sintetizzata:
Linea acque
⚫ Misura di portata sollevamenti
⚫ Manufatto confluenza sollevamenti e campionamento dei carichi inquinanti in ingresso
⚫ Grigliatura fine automatica
⚫ Dissabbiatura-Disoleatura;
⚫ Comparto biologico: Pre-Denitrificazione e Ossidazione-Nitrificazione
⚫ Sedimentazione finale
⚫ Disinfezione con acido peracetico o ipoclorito di sodio (di emergenza)
⚫ Filtrazione
⚫ Disinfezione con raggi UV
Linea fanghi
⚫ Preispessimento dinamico (solo per la nuova linea);
⚫ Stabilizzazione aerobica
⚫ Disidratazione meccanica (aggiungendo una centrifuga sulla nuova linea)
Per quanto riguarda i pretrattamenti da realizzare, è stato previsto l’impiego di un modulo compatto che svolge in comparti diversi le funzioni di grigliatura fine, dissabbiatura e disoleatura. Per la linea denitro, ossidazione-denitrificazione, sedimentazione finale e disinfezione di emergenza, verranno realizzate integralmente nuove opere. Lo stesso dicasi per la filtrazione a dischi e la disinfezione di emergenza, stante le maggiori quote del profilo idraulico. Per il trattamento UV verrà utilizzato il vano esistente destinato allo scopo.
Per la stabilizzazione dei fanghi è stato previsto un nuovo comparto ad esclusivo servizio della nuova linea di trattamento, con l’inserimento di un modulo di preispessimento dinamico a monte.
L’attuale accumulo delle acque di pioggia verrà lasciato solo per le situazioni di emergenza, avendo previsto l’invio della portata massima in tempo di pioggia al biologico delle due linee di trattamento.
Per quanto riguarda gli odori, è stata prevista la riconversione del biofiltro esistente, oggi non utilizzato, per deodorizzare l’aria dei pretrattamenti e dei comparti di disidratazione dei fanghi.
Nell’impianto esistente, l’intervento previsto riguarda l’inserimento di un preispessitore dinamico con la riconversione dell’ex vasca dortmund in un volume di stabilizzazione aerobica aggiuntivo, posto in serie, a monte del digestore esistente.
Per la verifica dell’intero impianto ed il dimensionamento dei nuovi comparti di trattamento da realizzare si rimanda all’elaborato R.2 – Relazione di processo.
Gli interventi in progetto dal punto di vista della tipologia dei lavori possono essere distinti in:
⚫ opere edili inerenti la costruzione delle vasche e dei vari manufatti ed edifici necessari, inclusa la ristrutturazione dell’edificio servizi e la sistemazione dell’area;
⚫ collegamenti idraulici, apparecchiature ed impianti di pompaggio delle varie linee da realizzare (reflui, fanghi, aria, reagenti, acque meteoriche potabili ed industriali, etc..)
⚫ fornitura e montaggi di apparecchiature meccaniche ed elettromeccaniche dei vari moduli di trattamento;
⚫ impianti elettrici (quadri e linee di alimentazione), illuminazione, controllo ed automazione.