Avere un diritto significa avere la pretesa legittima di potere
agire in piena libertà
Questa pretesa presuppone ed esprime a sua volta, una condivisa distribuzione degli
oneri sociali
È necessario disporre della forza di un terzo che assicuri la
possibilità di far rispettare il diritto
Una società si ordina determinando i diritti e gli obblighi dei suoi componenti, ma i diritti non sono solo quelli
già previsti dall’ordinamento
I Diritti dell’uomo
Diritti naturali:diritto alla vita,diritto alla libertà, diritto alla proprietà(Locke)
diritti civili: tutela della libertà individuale
diritti politici: partecipazione all’esercizio del potere politico
diritti sociali: attribuzione all’individuo di determinati benefici da parte
dello Stato
Storia della nascita dei diritti umani
Il primo ad interessarsi dei diritti umani fu Ciro il Grande, fondatore dell’impero persiano, che nacque 590 anni prima della nascita di Cristo.
Con la sua azione segnò veramente un passo importante per i diritti umani. Dopo aver conquistato Babilonia, Ciro il Grande, liberò gli
schiavi, dichiarò che ognuno aveva il diritto di scegliere la propria religione e stabilì
l’uguaglianza tra le razze. Questi ed altri decreti furono incisi su un cilindro di argilla cotta, in
lingua accadica, con la scrittura cuneiforme.
Il cilindro di Ciro il
Grande
I decreti di Ciro in materia di diritti umani furono incisi in lingua accadica su un cilindro di creta nota oggi con il nome di Cilindro di Ciro. Quest’antica incisione è
stata ora riconosciuta come il primo documento al mondo sui diritti umani. È tradotta nelle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite e le sue clausole equivalgono ai
primi quattro articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
La Magna Charta Libertatum
La successiva pietra miliare nell’evoluzione dei diritti umani fu la Magna Charta
Libertatum, che è stata interpretata come il primo
documento per il riconoscimento dei diritti dei
cittadini.
Tra i suoi articoli ricordiamo:
•il divieto per il sovrano di imporre nuove tasse ai suoi vassalli senza il permesso del consiglio comune del regno, in latino "commune consilium regni" formato da arcivescovi, abati, conti e i maggiori tra i baroni
•gli uomini non potevano essere imprigionati senza prima aver sostenuto un regolare processo
•la proporzionalità della pena rispetto al reato
se il sovrano non era giusto nelle sue scelte doveva essere condannato
•l'integrità e libertà della Chiesa inglese
Petition of Rights (1628)
La successiva pietra miliare registrata nel corso dell’evoluzione dei diritti umani fu la Petizione dei Diritti, creata nel 1628 dal Parlamento Inglese
e inviata a Carlo I come dichiarazione delle libertà civili.
La Petizione dei Diritti, promossa da Sir Edward Coke, si basava su leggi e statuti precedenti ed
asseriva quattro principi:
nessuna tassa poteva essere imposta senza il consenso del
Parlamento
nessuno poteva essere imprigionato senza una prova (una riaffermazione del diritto noto come “habeas corpus”)
nessun soldato poteva essere alloggiato dalla cittadinanza
la legge marziale non poteva essere usata in tempo di pace
Habeas Corpus ACT-1679
Promulgato dal Parlamento contro il re Carlo II al fine di evitare gli abusi perpetrabili ai danni dei cittadini tratti in arresto. Sancisce il diritto di ogni imputato a conoscere le cause del suo arresto e a ottenere la libertà
provvisoria dietro pagamento di adeguata cauzione
sia sancito per legge (...) che ogni qualvolta una o più persone porteranno un Habeas Corpus indirizzato a uno sceriffo, carceriere, agente o chiunque altro, nell'interesse di una persona in loro custodia, il detto funzionario, o funzionari, e i
suoi o i loro dipendenti o sostituti, entro tre giorni dalla consegna del rescritto nel modo indicato deve dare esecuzione a tale rescritto, e portare o far portare il corpo
della parte così incarcerata o detenuta davanti al Lord Cancelliere o al Lord Guardasigilli d'Inghilterra allora in carica,
oppure davanti ai giudici o baroni del tribunale che avrà emanato il detto rescritto (...); e allora (il funzionario) deve
ugualmente specificare le ragioni della detenzione o
carcerazione (...).
Bill of Rights 1689
A differenza della Petition of Rights non si tratta di una richiesta presentata al sovrano, bensì di una autonoma affermazione di diritto. Non a caso, il nome completo è Atto che
dichiara i diritti e le libertà dei sudditi, e che dispone sulla Successione della Corona:
Considerato che il precedente re Giacomo II con l’assistenza di diversi cattivi consiglieri, giudici e ministri da lui impiegati, ha tentato di sovvertire e di estirpare la
religione Protestante, e le leggi e le libertà di questo reame:
1. assumendo ed esercitando il potere di dispensare da e sospendere le leggi e l’esecuzione delle leggi senza il consenso del Parlamento; [...]
4. esigendo tributi per la Corona e per il suo uso, con pretesa di prerogativa, per un tempo e con modalità diverse da quelle concesse dal Parlamento;
7. violando la libertà delle elezioni dei membri chiamati a servire in Parlamento; [...]
11. e sono state imposte ammende eccessive e inflitte punizioni illegali e crudeli;
12. e sono state date numerose assicurazioni e minacce di ammende e confische prima di ogni condanna o giudizio contro le persone nei cui confronti questi si dovevano
tenere.
Tutte queste cose sono totalmente e direttamente contrarie alle riconosciute norme e leggi e libertà di questo reame.
La Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti
La dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America fu un documento che segnò la nascita e l'indipendenza di tale federazione, siglato il 2 luglio 1776 e reso effettivo la sera del giovedì del 4 luglio 1776, oggi festività nazionale statunitense (giorno dell’indipendenza), al Congresso di Philadelphia. In essa, tredici colonie britanniche della costa atlantica nordamericana, dichiararono la propria indipendenza dalla madrepatria, esponendovi le motivazioni che le avevano indotte a questo atto.
Essa può essere suddivisa in tre parti: una dichiarazione di principi relativa ai diritti dell'uomo e alla legittimità della rivoluzione, un elenco di specifiche accuse circostanziate nei confronti di re Giorgio III d'Inghilterra e una formale
dichiarazione d'indipendenza
Nella prima parte vi sono alcuni riferimenti ai principi illuministici e giusnaturalisti, tra cui il
riferimento alla "legge naturale e divina" e al principio dell'uguaglianza: "Tutti gli uomini sono stati creati uguali“ e, subito dopo, il riferimento ai
"diritti inalienabili". Si fa inoltre riferimento al diritto del popolo di ribellarsi all'autorità costituita
teorizzato da Locke: "è diritto del popolo
modificarlo o distruggerlo
La Costituzione degli Stati Uniti d’America (1787) e la Carta dei Diritti (1791)
La Costituzione degli Stati Uniti d’America fu redatta a Philadelphia nell’estate del 1787 ed è la legge fondamentale del sistema di governo federale statunitense.
Essa costituisce il documento che rappresenta la pietra miliare per il mondo occidentale ed è la più antica costituzione nazionale scritta che sia attualmente in uso.
Definisce i principali organi di governo e le relative giurisdizioni nonché i diritti basilari dei cittadini
I primi 10 emendamenti della Costituzione (chiamata la Carta dei Diritti) entrarono in vigore il 15 dicembre 1791 per limitare i poteri del governo federale statunitense e proteggere i diritti di
tutti i cittadini: i residenti e i visitatori del territorio americano
La Carta dei Diritti protegge la libertà di parola e di religione, il diritto di possedere e portare armi, la libertà di riunione e la libertà
di petizione … la Carta dei Diritti proibisce al Congresso di promulgare leggi relative all’istituzione della religione e proibisce al
governo federale di privare qualsiasi persona della propria vita,
della libertà o della proprietà senza un regolare processo
La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino
A seguito della Rivoluzione Francese nel 1789, la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e dei Cittadini garantiva specifiche libertà dall’oppressione come “espressione della volontà generale”.
La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e dei Cittadini
proclama :
ai cittadini vanno garantiti i diritti di “libertà, proprietà, sicurezza, resistenza all’oppressione”.
Sostiene :
la necessità della legge deriva dal fatto che “i limiti nell’esercizio dei diritti naturali di ogni uomo sono esclusivamente quelli che garantiscono agli altri membri della società di poter esercitare a loro volta quegli stessi diritti”.
Considera :
la legge come “l’espressione della volontà generale”, volta a promuovere
questa uguaglianza dei diritti e a proibire “solo azioni dannose per la
società”.
Dai Diritti Naturali ai Diritti civili
Dichiarazione dei diritti (26 agosto 1789):
•i diritti si
dichiarano, non si creano
•a proclamarli è la nazione
•diritti e nazione diventano i due pilastri del nuovo ordine
“…i diritti naturali, inalienabili e sacri
dell'uomo”:
Articolo 1: Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere
fondate che sull'utilità comune.
Articolo 2: Il fine di ogni associazione
politica è la conservazione dei
diritti naturali ed imprescrittibili dell'uomo. Questi
diritti sono la libertà, la proprietà,
la sicurezza e la resistenza all'oppressione.
Articolo 3: Il principio di ogni sovranità risiede
essenzialmente nella nazione.
Nessun corpo, nessun individuo
può esercitare un’autorità che da
essa non emani espressamente.
I diritti naturali
diventano civili
I diritti naturali diventano civili
L’esaltazione della volontà della nazione fa sì che si ignori la possibilità che il nuovo sovrano possa violare i diritti dei singoli
Il conflitto fra le diverse anime della Rivoluzione ruota attorno al concetto di libertà intesa come partecipazione alla vita dello Stato → diritti politici
Principio di eguaglianza
Il «debito sacro» della nazione
Olympe de Gouges: Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (1792)
Mary Wollstonecraft: A Vindication of the Rights of Woman (1792)
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo
Cinquanta nazioni si sono riunite a San Francisco nel 1945 e hanno formato le Nazioni Unite per proteggere, promuovere la pace e i diritti umani.
Gli stati membri delle Nazioni Unite si sono impegnati ,nella
storia, a lavorare insieme per promuovere gli articoli sui diritti
umani che, per la prima volta sono stati riuniti e codificati in un
documento unico. Di conseguenza, molti di questi diritti, in varie
forme, fanno oggi parte delle leggi costituzionali delle nazioni
democratiche.
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (1948)
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è un documento firmato a Parigi il 10 dicembre 1948 e fa parte dei documenti base delle Nazioni Unite. Eleanor Roosevelt, vedova del presidente Franklin e sua ispiratrice, parlò della Dichiarazione come della Magna Carta internazionale dell’intera umanità.
Gli stati membri delle Nazioni Unite si impegnarono a lavorare insieme per promuovere i trenta articoli sui diritti umani che, per la prima volta nella storia, sono stati riuniti e codificati in un singolo documento. Di conseguenza, molti di questi diritti, in varie forme, fanno oggi parte delle leggi costituzionali delle nazioni democratiche.
Nel preambolo e nell’Articolo 1, la Dichiarazione proclama inequivocabilmente i diritti innati di ogni essere
umano: “La noncuranza e il disprezzo per i diritti umani hanno prodotto atti barbarici che hanno oltraggiato la
coscienza dell’umanità e l’avvento di un mondo dove gli esseri umani possono godere di libertà di parola e
credo, libertà dalla paura e dalla povertà …Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.”
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (1948)
Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Si tratta di un documento che, per la prima volta, concerne non solo i cittadini di un singolo Stato, ma l’umanità intera.
L'Assemblea Generale proclama la presente Dichiarazione Universale dei Diritti Dell'Uomo come ideale da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni ...
Articolo 23: Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione… Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia un'esistenza
conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, ad altri mezzi di protezione sociale...
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea
ha rappresentato un passo decisivo verso l’affermazione dell’autonomia costituzionale dell’Unione dal momento che la materia della tutela dei diritti umani in ambito europeo, basata in precedenza su rinvii e citazioni a fonti
giuridiche esterne all’ordinamento dell’Unione, è stata finalmente disciplinata da un testo organico elaborato con un procedimento interno dell’Unione.
Essa raccoglie in un testo organico tutti i diritti civili, politici, economici e
sociali quali risultano dalle tradizioni costituzionali degli Stati membri, dai trattati
istitutivi, dalla Convenzione europea per i diritti umani (CEDU), dalla Carta sociale
europea e dalla Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori,
nonché dalla giurisprudenza della Corte di giustizia e della Corte dei diritti umani
di Strasburgo.
Il Contenuto della carta
Il capo I enuncia l’inviolabilità della dignità umana e il diritto all’integrità della persona, che implica il rispetto del ‘consenso libero e informato’ del paziente, impone il divieto di esperimento sugli esseri umani, di clonazione e di fare del corpo umano o delle sue parti una fonte di lucro, e la proibizione della tortura, delle pene inumane o degradanti, della schiavitù, del lavoro forzato e della tratta degli esseri umani. Il capo II è dedicato alle libertà: personale, privata e familiare, di pensiero, coscienza o religione, di espressione e informazione, di riunione e associazione, delle arti e delle scienze, professionale. A esse si affiancano i diritti all’obiezione di coscienza e alla protezione dei dati personali e
l’estensione del diritto di proprietà alle opere intellettuali. È garantito il diritto d’asilo e sono vietate le espulsioni collettive o le estradizioni verso Stati nei quali vige la pena di morte (Estradizione. Diritto internazionale).
Il capo III afferma l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, da cui derivano il divieto di ogni forma di discriminazione, il rispetto di ogni diversità culturale, religiosa e linguistica e le pari opportunità tra uomini e donne. Una parte rilevante è dedicata ai bambini, agli anziani e ai disabili. Il capo IV concerne la solidarietà: si riconoscono i diritti dei lavoratori all’informazione e alla consultazione nell’ambito dell’impresa, alla negoziazione e al ricorso ad azioni collettive (compreso lo sciopero), alla protezione contro il
licenziamento ingiustificato, a una efficace tutela della salute e della sicurezza sul lavoro; si proibisce inoltre il lavoro minorile; si riconosce il diritto alla protezione giuridica, sociale ed economica delle famiglie e la tutela della maternità; si stabiliscono il diritto all’assistenza sociale e sanitaria per tutti e, in particolare, la tutela sociale e l’assistenza abitativa per i bisognosi, l’accesso ai servizi di interesse economico generale, la tutela dell’ambiente e la protezione dei consumatori.