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Vaccino unico, iniezione un ca )

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— ISTITUTO D'IGIENE DELLA R, UNIVERSITÀ ADRIATICA ” BENITO MUSSOLINI;

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Vaccino unico, iniezione un ca )

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nella vaccinazione anticarbonchiosa

” L'IGIENE MODERNA,,

N. 15-12 - Novembre-Dicembre 1924

BARI

TIPOGRAFIA EDITRICE CANFORA & ORSI 1925

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ISTITUTO D'IGIENE DELLA R. UNIVERSITA. ADRIATICA ” BENITO MUSSOLINI ,, - BARI

PROF. FILIPPO NERI, Direttore

Vaccino unico, iniezione unica

nella vaccinazione anticarbonchiosa

eo -_ si

L’indicazione per conferire agli animali naturalmente ricettivi ed esposti alla infezione carbonchiosa una immunità immediata si presenta, nella pratica profilattica, nel corso della epizoozia.

Spetta a SCLAVO (Centralbl. f. Bakt., I, 1899, vol. 26, p.

425) il merito di avere dato pel primo, nel 1898, solide basi spe-

rimentali alla sieroprofilassi e alla sierovaccinazione anticarbon-

chiosa.

Ma quando il pericolo immediato non incombe, la semplice

vacinazione, data la minore spesa, è preferibile, specialmente se

alle due iniezioni del classico e glorioso procedimento pastoriano si riesce a sostituire un vaccino unico ed una unica iniezione.

DAWSON, per quanto mi risulta, è il primo, nel 1911 (Bull.

Pasteur, 1912, p. 82), che prepara un vaccino anticarbonchioso unico; egli riesce a vaccinare il montone con una sola iniezione, mediante un vaccino di virulenza intermedia tra i due vaccini pa- storiani, e cioè virulento ancora per la cavia, ma non più per il

coniglio. i

In questi ultimi anni, l’Istituto Pasteur di Parigi mette in com- mercio un vaccino unico per ovini e per bovini.

Nel campo sperimentale, CRIMI, della Stazione Sperimentale di Portici (1923), riesce a vaccinare la cavia contro la infezione carbonchiosa, con un vaccino unico preparato secondo un proce-

dimento non indicato: CRIMI comunica di avere, nei primi saggi

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RE

finora eseguiti, ottenuti eccellenti risultati anche su ‘ovini e caprini.

Allo studio della questione del vaccino anticarbonchioso uni- co sono stato portato da ricerche in corso sulla immunità anti- carbonchiosa.

. Col proposito di studiare comparativamente nel coniglio l’im- munizzazione anticarbonchiosa per via cutanea e per via sottocu-

tanea, mi sono messo alla ricerca di uno stipite carbonchioso non

virulento pel coniglio.

Tra gli stipiti a mia disposizione, attenuati col metodo pasto- riano, ne ho trovato uno, non più virulento pel coniglio, ma an- cora pienamente virulento per la cavia adulta di g. 350-400, in

cui produce, per inoculazione sottocutanea, una setticemia mortale

in 3-4 giorni, alla dose di 1/10 di ansa di agarcultura di 48 ore sporificata, sospesa in soluzione fisiologica.

Il coniglio adulto, di g. 1500 - 2000, tollera per via. sottocu- tanea forti dosi di questa cultura e sopravvive costantemente, pre- sentando soltanto una lieve reazione limitata al punto di innesto.

Dieci conigli adulti (peso g. 1500 - 2000) ricevono sottocute dosi

variabili da cmc. 0,2 a cme. 2,-) di vaccino, sotto forma di agar-

cultura di 5 giorni a 37° pienamente sporificata e stemperata in soluzione fisiologica: da un cmc. di questa sospensione si svilup- pano circa 500 milioni di colonie carbonchiose.

Tutti i conigli tollerano ottimamente l’iniezione, presentando soltanto edema al punto d’innesto, più intenso per le dosi maggiori, già riassorbito dopo 3-4 giorni.

Dieci giorni dopo la iniezione. vaccinante, i 10 conigli ven- gono sottoposti alla inoculazione virulenta per via sottocutanea, . con 1/5 di una grossa ansa di agarcultura di 48 ore a 37°, già

pienamente sporificata, di uno stipite virulentissimo di bac. car-

bonchioso.

Un grosso e robusto coniglio normale controllo di g. 2100, inoculato sottocute con la metà di questa dose, muore in 72 ore

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SES

con esteso edema sottocutaneo ed imponente setticemia, accerta

ta microscopicamente e culturalmente.

Tutti i conigli vaccinati sopravvivono alla inoculazione vi-

rulenta: essi presentano soltanto edema limitato al punto d’inne- sto, che si riassorbe in' 4 giorni senza lasciar traccia nei 5 coni- gli vaccinati con dosi da 1 a 2 cmc. di vaccino; più intenso e più persistente negli altri 5 conigli vaccinati con dosi inferiori. Anche in questi tuttavia ogni reazione locale è scomparsa in 88 giornata,

tranne che nel coniglio: vaccinato con la dose minima, in cui, al

punto della inoculazione, si produce una ulcerazione, che si ripa- ra lentamente.

È dunque possibile, mercè la vaccinazione sottucutanea con

uno stipite carbonchioso virulento soltanto per la cavia, conferi.

re al coniglio adulto, in un solo tempo, una solida immunità

anticarbonchiosa. .

Una pecora e una capra adulte ricevono sottocute 2 cmc.

della sopra indicata sospensione vaccinale. Gli animali presenta-

no una lievissima reazione al punto d’innesto, con una elevazio-

ne termica, durante i primi 2 giorni, fino a 39°, 3. Dopo 15 gior- ni, la pecora e la capra vengono sottoposte alla inoculazione vi- rulenta, alla stessa dose impiegata pei conigli: i due animali tol- lerano la inoculazione, presentando soltanto al punto d’innesto

una limitata zona edematosa, che ben presto tende al riassor-

bimento.

La stessa sospensione vaccinale è stata iniettata a un centi- naio di pecore (dose cme. 0,25), a circa 50 bovini (dose cmc. 0,5) e ad altrettanti cavalli (dose cme. 0,5).

Tutti questi animali hanno tollerato la iniezione vaccinante, presentando soltanto, e in pochi casi, lieve edema al punto d’in-

nesto, prontamente riassorbito.

Alcune pecore vaccinate presentano, nei 3 giorni consecutivi alla iniezione vaccinante, una diminuzione della secrezione lattea.

Notisi che, al momento della vaccinazione, nel branco di

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o

pecore trattato, infieriva la infezione carbonchiosa, ‘che faceva”

3--5 vittime al giorno. Quando fu deciso l’intervento, il branco

era ridotto a un centinaio. Dopo la vaccinazione, la mortalità

continuò ancora per una settimana, durante la quale si ebbe an- cora qualche perdita. A questo punto, la mortalità si arresta com- pletamente, e oggi, a distanza di circa due mesi dalla vaccina- zione, il branco è rimasto indenne da nuovi casi di infezione

carbonchiosa. i

Tra i bovini ed equini vaccinati non si è avuto alcun caso di carbonchio.

Questi primi saggi sommari ed incompleti dovranno neces- sariamente essere seguiti da un largo controllo negli stessi ani- mali in cui il vacino anticarbonchioso deve essere applicato: sol- tanto allora si potrà avere una documentazione sufficiente per

l’impiego pratico del vaccino unico.

Sono in corso ricerche per precisare la dose e la forma di questo vaccino.

Sembrami intanto fondata la previsione che i buoni risultati ottenuti per il coniglio possano venire confermati anche per gli animali naturalmente esposti all’ infezione carbonchiosa, i quali sono del coniglio meno ricettivi.

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