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Scafati. Pista ciclabile, spreco da due milioni di euro

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Academic year: 2022

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Scafati. Pista ciclabile, spreco da due milioni di euro

Di Adriano Falanga

Nel linguaggio corrente si usa dire “cattedrale nel deserto”

la realizzazione di un’opera o struttura del tutto inutile. O meglio, quelle opere che finiscono nell’elenco alla voce

“spreco pubblico”. Più che cattedrale nel deserto, Scafati può vantare la “Pista Sul Sarno”. Costata quasi 2 milioni di euro, fu inaugurata nel settembre 2012 e parzialmente chiusa dopo appena 4 mesi, quando si scoprì che i lavori per la pavimentazione eseguiti nel tratto della Villa Comunale non erano a norma. Un tratto costato intorno ai 400 mila euro, fu aperto un contenzioso con la ditta appaltatrice, da allora non si sono avute più notizie. Ciò che resta è in totale abbandono, e di biciclette neanche l’ombra, se non qualche temerario sportivo che usa il tratto asfaltato per fare jogging. Rubati nel tempi i cavi elettrici, la pista è oggi al buio. A farla da padrone erbaccia, topi e pure qualche serpente. Il Comune ha provato diverse volte a darla in gestione ad associazioni private, ma oltre un chiosco dei panini e tanta buona volontà non si è mai avuto di meglio.

Oggi è tutto in disuso. “Un percorso lungo 5 km che permetterà a tutti, dai bambini agli anziani, di andare in bici o fare delle tranquille passeggiate attraversando la città di Scafati e ponendo in collegamento luoghi importanti del paese. 5 Km che collegano Scafati dalla Ferrovia FF.SS a San Pietro con 3 postazioni di bike sharing”, recitava così il mega manifesto istituzionale 6×3 affisso ad Agosto 2012. Nel dicembre del 2013 il consiglio comunale approvò anche il regolamento per il Bike Sharing, la condivisione e noleggio di biciclette pubbliche. Un progetto fortemente voluto da Espedito De Marino, ex assessore a Sport e Scuola. “Le postazioni di Bike Sharing sul nostro territorio saranno ubicate in: Via Fosso

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dei Bagni, Via Pietro Melchiade, Ferrovia dello Stato. Ogni postazione comprenderà 10 biciclette ed un totem di gestione attraverso il quale l’utente verrà riconosciuto dal sistema attraverso una tessera magnetica per il prelievo ed il d e p o s i t o d e l l a b i c i – s p i e g a v a i n u n a n o t a s t a m p a l’amministrazione comunale – Per il prelievo delle bici occorrerà munirsi di una tessera magnetica, rilasciata dal settore Sport, il cui costo giornaliero è di Euro 2, settimanale di Euro 5, annuale di Euro 25. E’ intenzione di questa Amministrazione potenziare il servizio per renderlo più efficiente al cittadino sull’intero territorio prevedendo altre postazioni, in modo che l’intera popolazione ne possa usufruire, soprattutto le periferie”. Il servizio però non è m a i p a r t i t o , r e s t a n d o c h i u s o n e l l i b r o d e i s o g n i . Un’attenzione particolare merita anche il parco giochi situato all’ingresso di via Terze. Nonostante le buone intenzioni, l’area, destinata a verde attrezzato e al bike sharing, non è mai decollata.

Colpa della totale assenza di una pianificazione progettuale destinata al lungo periodo, con tanto di manutenzione costante.

Ma la manutenzione del verde a Scafati è un optional, da anni esternalizzata e garantita da mini affidamenti o gare d’appalto a breve durata. L’area versa oggi nel pieno e totale abbandono, con sporcizia, erbaccia incolta e le strutture dedicate ai bambini oramai ridotte a legna da ardere. Colpa dei vandali certamente, che in città pure scorrazzano liberamente e impavidamente, ringalluzziti da una pressoché totale assenza di controllo e sorveglianza. Il parco giochi in prima battuta fu dato in gestione a privati, l’idea era buona: noleggio biciclette in cambio della manutenzione. Finì però per essere adibito a paninoteca all’aperto. La convenzione non fu rinnovata. Tutto in malora, tutto rovinato. Con la pista ciclabile, furono installate

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anche tre postazioni con 10 rastrelliere elettroniche per il noleggio delle biciclette di proprietà comunale. Ma di queste non se n’è mai vista una e giacciono oggi in un magazzino della ex Manifattura Tabacchi. Non avendo risorse economiche disponibili per recuperare il servizio, e per non lasciar arrugginire le biciclette in deposito, la Giunta nel maggio scorso ha dato mandato all’ufficio Ambiente di trovare partner privi di finalità di lucro che possano collaborare con il Comune per individuare una modalità di utilizzo delle 35 biciclette di proprietà comunale. Il partner doveva effettuare il servizio a costo zero per gli utenti e per le casse comunali, provvedere alla manutenzione ordinaria delle bici.

In cambio, Palazzo Mayer concedeva l’esonero dal pagamento dei diritti su eventuali pubblicità realizzate sulle bici. Era gratuito l’utilizzo delle rastrelliere già esistenti sul territorio. Non era dovuto il pagamento del canone di occupazione aree pubbliche per eventuali installazioni di nuove rastrelliere realizzate dall’affidatario ed infine era previsto anche l’esonero dal pagamento dei diritti pubblicitari su eventuali pubblicità realizzate sulle nuove rastrelliere. Poi il buio, e oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Scafati. Via Del

Polverificio, da storica passeggiata a discarica di amianto

Di Adriano Falanga

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“Lasciate ogni speranza, o voi che entrate”. Recitava Dante, come benvenuto a chi si apprestava ad entrare nell’Inferno. E Scafati il suo inferno ce l’ha, è il traffico in ora di punta.

“Lasciate ogni speranza o voi che entrate in città”, provenendo dal casello autostradale. Da queste parti, in orario di punta, per percorrere due chilometri scarsi, tanti quanti necessitano per uscire dal casello e raggiungere la rotonda di corso Nazionale, ci può volere anche un’ora.

Problema certamente decennale, dovuto al mancato decentramento del casello autostradale che serve sia la città di Scafati che Pompei, e che pare essere rimasto irrisolto. Pare, perché i lavori per le uscite autostradali nuove ad Angri e Scafati area Pip sono in via di ultimazione, così come è in fase finale anche il nuovo svincolo della statale 268 a Bagni.

Infrastrutture queste che andranno ad alleggerire il traffico in entrata al casello che Scafati condivide con Pompei.

Eppure, da tanti anni una soluzione molto più fattibile e già pronta c’è sempre stata. E’ via del Polverificio, che collega via Armando Diaz con via Pasquale Vitiello. Poche centinaia di metri che identificano il sogno di ogni automobilista scafatese: evitare l’imbuto tra Corso Nazionale e via Martiri D’Ungheria. Una strada che in tempi passati era una piacevolissima passeggiata sul lungofiume, quando era ancora pulito.

V i a del Polverificio è oggi la strada che manca alla città, quella più urgente, e che paradossalmente è già presente.

“Questa vasta area in estate è stata oggetto di incendi, da tempo è diventata una mini discarica in pieno centro con tanto di amianto in bella vista. Da qualche settimana sono partiti

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dei lavori – denuncia Gennaro Avagnano – L’Ufficio Ambiente del Comune di Scafati ha diffidato chi di competenza affinché l’area venga bonificata alla luce dei rifiuti incendiati?

Quest’area racchiude una delle strade storiche di Scafati che è completata di tutti i servizi, manca solo il manto stradale.

Scafati va salvaguardata, le aree vanno rivalutate al servizio dei cittadini”. La strada fu chiusa e usata come area di stoccaggio dei fanghi del Sarno, con l’avvio dei lavori di bonifica del canale Bottaro, ad opera dell’ex commissario per l’emergenza Sarno, generale Jucci. Da allora sono passati una decina d’anni, il canale Bottaro è rimasto abbandonato così come anche la strada, oramai ridotta a discarica e “area tossicodipendenti”. Attualmente la zona dovrebbe essere sotto competenza dell’Arcadis. Un Comune più attento avrebbe certamente capito l’importanza di riportare in vita la strada, permettendo un forte abbattimento del traffico nel centro cittadino. Così però non è stato.

«Discriminato per aver denunciato degrado»

“La mia attività extralavorativa era quella di sindacalista.

In una trasmissione Rai ho evidenziato il degrado generale di ogni tipo dell’ospedale. Da quella trasmissione televisiva ho subito tre procedimenti penali. Ora sto subendo una discriminazione rispetto a molte altre persone che non vengono licenziate”. Lo ha dichiarato l’ex dipendente dell’ospedale Ruggi di Salerno Carmine De Chiaro ospite ieri dell’Arena di Giletti su Rai 1, insieme ad un altro dipendente del Ruggi Enrico Severino e dell’avvocato Michele Sarno. De Chiaro è stato licenziato con l’accusa di aver più volte fatto timbrare il suo cartellino da un altro dipendente. «La procura di

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Salerno – dice De Chiaro- ha aperto un’inchiesta per assenteismo nei confronti di diversi sindacalisti appartenenti alla Rsu (rappresentanti di base) ma al momento siamo gli unici che siamo stati licenziati». Poi annuncia: «Cantone (manager dell’azienda ospedaliera) sospenderà tutte le procedure di sospensione nei confronti dei dipendenti coinvolti nelle varie inchieste fino a quando non ci sarà un quadro chiaro delle vicende che riguardano i dipendenti dell’ospedale di Salerno».

Scafati. Helios, si allontana la data del consiglio comunale

Di Adriano Falanga

Il prossimo consiglio comunale ha già tutte le caratteristiche per essere una seduta importante, di quelle aspramente combattute. L’Assise è stata chiesta con urgenza da una fetta di consiglieri di minoranza per discutere in maniera approfondita della questione Helios. Difficile però stabilire la data, o almeno lo diventa nel momento in cui la si vuole concertare con i capigruppo. Lunedi sera infatti i rappresentanti delle forze consiliari di maggioranza, tranne Diego Del Regno, hanno disertato la riunione con il presidente del consiglio comunale Pasquale Coppola. “Non siamo riusciti a verbalizzare nulla” spiega Coppola, anticipando la probabile seduta intorno al 10 ottobre. Una data importante, considerato che quattro giorni prima ci sarà la pronuncia del riesame di Salerno sulla richiesta di custodia cautelare emessa dal pm dell’antimafia Vincenzo Montemurro, nei riguardi dei fratelli

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Pasquale e Nello Aliberti. Richiesta già respinta a giugno dal Gip Mancini. “Sfilano davanti ai cortei per la tutela dell’ambiente, fanno proclami e messe in posa, ma all’atto pratico disertano la conferenza dei capigruppo. La verità è che questa maggioranza vuole cacciare via la Helios a chiacchiere solo sui giornali, ma non sembra esserne convinta alla prova dei fatti. Come a difendere il conflitto di interessi del sindaco, che ha un rapporto lavorativo con l’azienda” la polemica di Giuseppe Sarconio, Scafati in Movimento. Si difende Mimmo Casciello, tra i consiglieri l’unico a vivere in zona: “Premesso che la data del consiglio la stabilisce il presidente Coppola, la mia era un’assenza giustificata per un incontro in Provincia ed ero in contatto telefonico con il Consigliere Diego Del Regno”. L’alibertiano non ci sta, e spiega anche il suo punto di vista: “Negli ordini del giorno a parte la problematica Helios gravissima da affrontare in tempi Brevi, si poteva fare un consiglio solo su questo prima, c’era anche la mia decadenza per la questione Acse, ma c’era anche la decadenza di qualche Consigliere Comunale moroso nei confronti del Comune. Cosa anch’essa grave – puntualizza Casciello, che rilancia – mi chiedo: Forse si è voluto allungare i tempi per favorire gli amici consiglieri?

La verità non è sempre quella che si vuol far credere”. E non ha tutti i torti il consigliere di maggioranza, perché i muri di palazzo Mayer raccontano di una certa frenesia tra gli uffici comunali. Da un lato i consiglieri a rischio decadenza, dall’altro i dirigenti che si rimpallano la responsabilità su chi deve preparare il deliberato. L’elenco dei consiglieri comunali, una decina, che messi assieme hanno circa 50 mila euro di debito verso l’ente che amministrano, è stato da tempo stilato dal ragioniere capo Giacomo Cacchione. Poi la girandola tra le competenze, fino a quando Coppola non ha chiesto il parere alla segretaria comunale Immacolata Di Saia, che però ha rimbalzato tutto a Cacchione, nella sua qualità di dirigente dell’area Finanziaria. E’ lui, secondo la Di Saia, che deve preparare la proposta di delibera, mentre il procedimento per la decadenza risulta essere già avviato dalla

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dirigente Area Servizi al Cittadino, Laura Aiello. Intanto c’è chi corre agli sportelli Geset per regolarizzare la sua posizione, chi invece la contesta, chi cerca la rateizzazione.

Perché non è il solo Mimmo Casciello a ritrovarsi nelle condizioni di incompatibilità, per il suo doppio ruolo di c o n s i g l i e r e c o m u n a l e e v i c e p r e s i d e n t e A c s e . E s e incompatibilità deve essere, lo sia per tutti.

Adriano Falanga GLI INCOMPATIBILI

Il documento è stato preparato dal ragioniere capo Giacomo Cacchione su richiesta ufficiale del primo cittadino, in data 26 maggio. I nomi dei furbetti delle tasse non sono stati resi noti per questione di privacy, sono però noti alcuni dettagli. La cifra totale, tra Tari ed Ici, supera i 50 mila euro. In quella lista tra le fila della minoranza (quella emersa dal voto popolare del 2013) compare il noto debito di circa 19 mila euro, ma non è il solo, perché vi sono altri debiti (calcolati fino alla Tari 2014) di 2.400, 210, 278 euro. In maggioranza la somma maggiore vede l’iscrizione a ruolo del padre di un consigliere: 9.500 euro.

Seguono altri colleghi con 1.295, 5.100, 250, 500. Tra i morosi dell’Ici compaiono tutti componenti di maggioranza per euro 526, 1.129, 3.765. Per capirci di più, dobbiamo citare l’art.63 del Testo Unico Enti Locali, che sancisce le cause di incompatibilità di sindaco, consigliere comunale e assessore.

Queste comportano, qualora non rimosse, la decadenza dell’eletto. Al comma 6 è testualmente scritto: “sono incompatibili coloro che, avendo un debito liquido ed esigibile, verso il comune ovvero verso istituto od azienda da esso dipendente, è stato legalmente messo in mora ovvero, avendo un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei riguardi di detti enti, abbia ricevuto invano

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notificazione dell’avviso”. Tradotto, è incompatibile chi non paga le tasse. Quanto alla posizione di Mimmo Casciello, secondo la segretaria comunale Immacolata Di Saia, sussistono le condizioni per la sua decadenza da consigliere comunale, in quanto, ai sensi dell’articolo 63 comma 1 del Tuel, non può sedere nel cda della partecipata Acse perché consigliere comunale in carica. Sarà chiamato a rinunciare ad un incarico l’alibertiano, che ha già annunciato di lasciare la poltrona di vicepresidente Acse.

Scafati. Helios: Aliberti contro Coppola e Grimaldi, che replicano “dice bugie”

Di Adriano Falanga

Lunedi pomeriggio il primo cittadino Pasquale Aliberti incontrerà i comitati civici per un confronto sulla difficile situazione ambientale che vivono i residenti di Cappelle, in primis sulla Helios e poi sugli sviluppi per i lavori al collettore Sub1 che dovrebbe risolvere il disagio legato al canale San Tommaso. Aliberti ha affrontato l’argomento nel consueto appuntamento televisivo su Lira Tv. Al cronista che gli chiedeva se intendesse autorizzare un consiglio comunale monotematico sul tema Helios, così come chiede Michele Grimaldi, il sindaco ha replicato: “sul consiglio non ho nessun potere, è il presidente del consiglio comunale che stabilisce cosa fare e cosa non fare. Stabilisce lui gli argomenti da mettere all’ordine del giorno”. E, neppur tanto velatamente, Aliberti richiama alcune situazioni legate al periodo del suo tentativo di decadenza, quando in aula si

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consumarono pesanti bracci di ferro istituzionali tra gli alibertiani e il presidente Pasquale Coppola. Il primo cittadino ricalca la sua posizione istituzionale, che non gli conferisce, a suo dire, i poteri necessari per poter verificare e intervenire laddove dovessero emergere irregolarità. “Bisogna verificare se il processo produttivo contempla tutte quelle attività concesse dalle autorizzazioni, e questi controlli deve farli chi ha partecipato alla conferenza dei servizi che ha autorizzato la Helios. Il sindaco non ha partecipato a quella conferenza” e preannuncia una richiesta di accesso agli atti in Regione Campania per capire meglio la questione. “I nostri Vigili Urbani intervengono dove di loro competenza, non è che possono stare con il fonometro in mano a misurare l’entità dei rumori”

chiarisce Aliberti. Insomma, secondo il primo cittadino, che si definisce dalla parte della gente, bisogna verificare bene cosa avviene nell’opificio e constatare eventuali difformità con le autorizzazioni concesse. E queste verifiche dovrebbero essere fatte da coloro che la Helios l’hanno autorizzata. Poi, rivolgendosi a Michele Grimaldi, consigliere del Pd: “lei che lavora in Regione, vada all’ufficio ambiente e provi a capire di questo ampliamento che mi dicono sia stato fatto a dicembre 2015”. La vicenda è certamente delicata, chiarisce il sindaco, ma bisogna distinguere da chi vuole la polemica strumentale per fare “il capopolo salvo poi scomparire” e chi davvero vive il disagio “del tanfo proveniente dalla Helios”. Non manca la replica del piddino Grimaldi: “Sulla vicenda “Helios” credo ci si trovi dinanzi ad un violento conflitto di interessi. Da una parte, c’è un sito di stoccaggio al centro della città, che emana odori nauseabondi, che è incompatibile con le norme di attuazione del P.I.P., che arreca danni alla salute e alla qualità della vita dei cittadini. Dall’altra c’è un Sindaco che potrebbe – lo sancisce la legge – bloccare le attività di quel sito, nel mentre indagini e analisi trasparenti chiariscano tante cose: cosa si fa in quel sito; quali sono e da dove provengono i rifiuti trattati; quale è il volume di lavoro autorizzato e quale è quello effettivamente svolto;

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dove vengono sversati gli scarti della produzione; chi e perché ha autorizzato una attività così invasiva nel cuore dell’abitato cittadino”. Secondo Grimaldi il primo cittadino, nella sua qualità di prima autorità sanitaria sul territorio, può sospendere le attività dell’azienda che tratta rifiuti da tutta Italia, nelle more degli accertamenti e delle verifiche attuate dagli enti preposti”. Ma il consigliere democratico va oltre, e ricorda un particolare non certamente indifferente.

“Nel mezzo ci sono i rapporti lavorativi tra la società che gestisce quel sito e la società della famiglia Aliberti, singolare fatto che nel migliore dei casi costituisce una coincidenza quantomeno inopportuna. Come inopportuna pare la coincidenza che una società come le “Helios”, che si occupa di rifiuti, abbia rilevato il manufatto industriale nel quale oggi insiste, proprio dalla famiglia di quello che poi sarebbe divenuto il Presidente del CdA della società comunale chiamata a gestire i rifiuti, l’Acse appunto”.

COSA SI NASCONDE DIETRO LE ASSUNZIONI ALLA HELIOS

Michele Grimaldi, chiude la replica a l s i n d a c o c o n u n a d o m a n d a d e c i s a m e n t e i n q u i e t a n t e e d a i contorni ambigui, e in quanto tale, da chiarire. “Prima o poi, capiremo anche in base a quali criteri ed affidandosi a quali strutture la società “Helios” abbia effettuato le assunzioni dei lavoratori che operano nel sito scafatese: credo che il S i n d a c o a n c h e s u q u e s t o c i rassicurerà che non vi saranno altre coincidenze inopportune”. Il quesito è posto in maniera più trasparente da Luciano Izzo, noto esponente della sinistra scafatese e oggi a capo dell’associazione Polis Sa Scafati:

“Quali sono stati gli scambi di “favori” diciamo cosi? Risulta a vero che c’è una societa interinale legata a cittadini

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scafatesi che gestisce tutte le assunzioni alla Helios?”. Poi aggiunge: “Perché si è ostacolato lo sviluppo e la realizzazione pel Pip di Via Sant’Antonio Abate? Come mai nel 2008/10 si preferì spendere dieci milioni di euro per lavoretti di facciata tra cui il cavalcavia dell’ospedale, le rotonde con i tappeti verdi, tutto puntualmente abbandonato?

Perché il Pip di Scafati doveva diventare il “monnezzaio della Campania”. E cosa che non sfugge a nessuno, tutto ciò in sfregio ai cittadini scafatesi e in particolare quelli del circondario. Secondo Michele Grimaldi e Luciano Izzo, ufficialmente il primo cittadino ha un conflitto di interesse, certamente lecito ma definito “politicamente inopportuno” con la Helios in quanto tra loro esiste dal 2005 un rapporto di collaborazione professionale. Non solo, alle spalle ci sarebbero anche delle assunzioni definite “sospette” tramite un’agenzia interinale legata a cittadini scafatesi. Un dubbio legittimo, o una chiara strumentalizzazione politica? Di certo c’è che occorre ancora una volta fare chiarezza, anche su questi aspetti, al fine da restituire ai residenti di via Ferraris e dell’intera contrada Cappelle una risposta certa, reale, svincolata da faziosità politiche e certamente risolutiva.

COPPOLA: ALIBERTI DICE BUGIE

Secondo Pasquale Aliberti la convocazione del consiglio comunale sulla vicenda Helios, come chiesto dalle opposizioni, è facoltà esclusiva del presidente del consiglio Pasquale Coppola. “Sul consiglio non ho nessun potere, è il presidente del consiglio comunale che stabilisce cosa fare e cosa non fare. Stabilisce lui gli argomenti da mettere all’ordine del giorno”

così il primo cittadino. “Mi dispiace che continui a dire bugie. Il Sindaco sa bene in quanto siede nei banchi del Consiglio da quasi trent’anni, che il Presidente

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del Consiglio non può convocare autonomamente un consiglio se agli atti non vi sono proposte né dalla maggioranza, ne dalla minoranza o proposte dei dirigenti, non mi sono mai preso nessuna pretesa per farlo. Mai mi sono opposto affinché si facesse un consiglio comunale che si occupano di proposte serie da deliberare”. Ufficialmente sulla scrivania di Coppola è arrivata la sola richiesta di Michele Grimaldi, che da sola non basta, in quanto bisogna che sia supportata da almeno altre tre firme di consiglieri. E queste ancora non ci sono, diversamente da come dichiarato da altri esponenti di minoranza. “Ma, contrariamente a quanto afferma Aliberti, il sindaco può certamente, ai sensi dell’articolo 42 dello Statuto comunale, richiedere la convocazione del consiglio. Il presidente è tenuto a convocarlo entro venti giorni, inserendo gli odg proposti. Io eseguo, non dispongo” chiarisce Coppola.

“Ringrazio il sindaco per l’attenzione che mi riserva, ma è chiaro a tutti che oggi non sono di certo io il suo problema.

Le sue sono sterili ed inutili provocazioni, forse volute per distrarre l’attenzione da altre questioni. La Helios è un problema serio, e non può essere affrontato con inutili demagogie politiche”.

ALIBERTI: NON ERO A CONOSCENZA DELL’AMPLIAMENTO DI DICEMBRE D u r a n t e l a t r a s m i s s i o n e televisiva Il Punto, in onda il giovedi su Lira Tv, Pasquale Aliberti ha lasciato intendere di non essere stato a conoscenza d e i d i v e r s i a m p l i a m e n t i a u t o r i z z a t i d a l l a R e g i o n e Campania alla Helios. Molti, tre n e l 2 0 1 5 , l ’ u l t i m o i l 2 3 dicembre. “Grimaldi, che lavora in Regione, vada all’ufficio ambiente e provi a capire di questo ampliamento che mi dicono sia stato fatto a dicembre 2015”. Il consigliere democratico può risparmiarsi la visita

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all’ufficio preposto, copia di quell’autorizzazione, così come ogni altro decreto regionale emesso in favore della Helios, è sempre stato puntualmente trasmesso al Comune di Scafati, all’indirizzo del sindaco. Evidentemente ad Aliberti sarà sfuggito di leggerlo. Il decreto citato è il numero 279 del 23 dicembre 2015 emesso dal Dipartimento 52 – Salute e Risorse Naturali Direzione Generale 5 – Ambiente e Ecosistema avente come oggetto: “Autorizzazione alla modifica non sostanziale dell’impianto di stoccaggio e di trattamento rifiuti speciali pericolosi non pericolosi della Helios srl”. Tale modifica consisteva nell’aumento del 10% della quantità da volersi stoccare di rifiuti identificati come biodegradabili di cucine e mense, una estensione delle attività inerenti lo stoccaggio di materiali destinati al recupero, inserimento del codice Cer 200399 limitatamente ai soli rifiuti cimiteriali “misti biodegradabili e non provenienti da operazioni di esumazione ed estumulazione”; individuazione di nuove aree per lo stoccaggio del prodotto finito ottenuto dalle varie fasi lavorative. La stessa autorizzazione contiene anche la tabella riepilogativa di sintesi delle capacità complessive dell’impianto, per singola tipologia di rifiuto, pericoloso o non pericoloso. Da questa tabella è chiaramente possibile individuare quali rifiuti, e in quale quantità, la Helios può lavorare o solo stoccare. Infine, si legge anche che il decreto è “trasmesso al Sindaco del Comune di Scafati”, così come tutti i precedenti. Al Comune di Scafati dovrebbe essere stata trasmessa (secondo quanto si legge nei decreti) anche opportuna perizia fonometrica.

Salerno città autogestita tra

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degrado e commissioni consiliari da rifare

di Andrea Pellegrino

Passato agosto, la macchina amministrativa – dopo “appena” due m e s i d a l l e e l e z i o n i – d o v r e b b e m e t t e r s i i n m o t o definitivamente. I primi appuntamenti in agenda sono fissati per il 29, 30 e 31 agosto quando le commissioni consiliari dovranno eleggere i rispettivi presidenti e vicepresidenti. Ma prima di allora c’è un problema politico da risolvere. E riguarda la rappresentanza interna dei partiti e delle forze politiche all’interno delle commissioni. Il primo schema, infatti, tra l’altro ufficializzato dallo stesso sindaco Enzo Napoli, disegna un evidente squilibrio tra i “Progressisti per Salerno” e gli alleati “Campania Libera” e “Salerno per i giovani”. In pratica quest’ultime due forze si ritroverebbero i rispettivi rappresentanti consiliari solo in due o massimo tre commissioni. La vicenda dovrebbe essere risolta nei prossimi giorni. Al massimo all’inizio della prossima settimana e comunque prima dell’insediamento. In questa circostanza, tra l’altro, già si dovrà fare i conti con i dissidenti della maggioranza. In particolare con coloro che hanno rinunciato ad ogni incarico politico all’indomani della formazione della giunta. Di deleghe ai consiglieri comunali per ora non se ne parlerà. Al massimo ci sarà qualche promessa relativa alle prossime elezioni provinciali che, secondo nuove indiscrezioni, dovrebbero tenersi a gennaio. Più tempo, insomma, per trattare con alcuni scontenti che minacciano perfino la costituzione di un gruppo consiliare autonomo. La fotografia dei salernitani, ad oggi, mostra una città completamente autogestita. E non solo per l’assenza del primo cittadino Enzo Napoli che si è concesso la sua meritata vacanza. Ad eccezione di pochi anche lo stesso esecutivo cittadino si è lasciato andare alle vacanze agostane. Compreso

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De Luca jr che dopo l’exploit iniziale avrebbe mollato la presa in attesa della ripresa (o meglio dell’avvio) dell’era targata Napoli. Per non parlare, naturalmente, dell’assenza totale anche dell’opposizione (sempre ad eccezione di pochi) che attende e spera nell’ormai consolidata “supplenza” di comitati e forze extra consiliari rispetto ai problemi della città. A conti fatti da due mesi Salerno sconterebbe l’assenza della politica e dell’amministrazione. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Zero manutenzione (panchine e alberi che cedono, lungomare a pezzi, strade dissestate) e zero controlli, anche rispetto a comportamenti poco civili di alcuni cittadini. Di turismo neppure l’ombra in una città che in determinanti giorni è stata quasi del tutto deserta, se non per i pochi che hanno scelto di restare in zona per poi lamentarsi del mare sporco. Colpa dei fondali ormai innalzati al massimo al porto di Salerno attraversato da navi commerciali ad ogni ora del giorno e della notte. Tutt’altra storia riguarda “Salifornia” che ricade in una porzione di mare che non sarà mai balneabile, fin quando accoglierà l’alveo del torrente Fusandola e sarà area portuale. In quella zona non resterebbe, dunque, che realizzarci una piscina.

Semmai nella mega piazza della libertà.

Scafati. Scarichi nel Sarno, scattano i controlli

Di Adriano Falanga

La nota positiva è che oggi, grazie agli smartphone e alla rete digitale, diventa molto più facile documentare e

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testimoniare un’illegalità. E così, qualcuno, stufo di lamentarsi solamente, ha ben pensato di armarsi di telefono e documentare un palese scarico, adiacente una nota industria conserviera in località Bagni. Alle sue spalle infatti un condotto di scarico immette acqua rossa nel canale sottostante. L’inquinamento è evidente, a monte del tubo l’acqua è grigia, subito dopo diventa rossa. Le foto finiscono presto in rete, scatenando la pesante indignazione degli scafatesi. Vengono interessati anche i carabinieri della locale Tenenza e ieri mattina all’opificio si presenta il Noe, che hanno acquisito documentazione utile per accertare eventuali irregolarità. Lo scarico del resto è autorizzato, ma non è questo a suscitare polemiche, bensì la qualità dei suoi reflui. L’attenzione resta alta. Spostandoci alla periferia con Poggiomarino, in via Nuova San Marzano l’attività conserviera addirittura rende impraticabile parte della strada. L’eccesso di acqua immessa nel sistema fognario finisce per strada, allagandola vistosamente e comportando l’impossibilità per numerose famiglie che vivono in zona di uscire di casa. L’origine del surplus di acqua è anche in questo caso evidente, basta notare l’enorme quantità di pomodori che galleggiano sopra. In questo caso però, il disagio più che sanitario è veicolare. Ad ogni modo, secondo gli operatori del settore di questi tempi è facile puntare il dito contro il comparto agroalimentare, che pure offre lavoro stagionale a migliaia di famiglie. Non sempre la loro attività è responsabile della puzza e delle condizioni pietose delle acque del Sarno e dei suoi canali. In realtà, approfittando dell’intensa attività conserviera, altre disoneste attività manifatturiere approfittano del periodo per la pulizia di cisterne e serbatoi, contenenti anche sostanze chimiche utilizzate nel settore agricolo. A queste bisogna aggiungere gli scarichi abusivi dei privati. Insomma, non è tutto pomodoro ciò che galleggia, o puzza, nel fiume Sarno.

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Scafati. Aree verdi nel degrado, il Comune cerca partner. La denuncia di Sim

Di Adriano Falanga

Le aree verdi e gli spazi attrezzati per i bambini sono belli, utili, comodi, ma a quanto pare difficile da gestire. A Scafati impossibile, soprattutto in tempi di vacche magre per le casse comunali. L’erba cresce, le strutture hanno bisogno di manutenzione, e il Comune non riesce a garantire, a mezzo proprio personale, l’ordinaria manutenzione di queste aree.

Fino all’anno scorso si è provveduto tramite ditte esterne, oggi si cerca la strada della gestione privata. E così la Giunta comunale ha dato mandato al responsabile del settore, Vittorio Minneci, di attivarsi per trovare partner esterni a cui affidare la gestione del parco Primato, dell’area giochi della pista ciclabile e delle serre della Villa Comunale. Nei mesi scorsi invece c’è stata la manifestazione d’interesse per le aiuole pubbliche e per la Fontana/Rotonda di corso nazionale, che scemato l’entusiasmo post inaugurazione, comincia a dare i primi segni di usura. Ma anche le 35 biciclette di proprietà comunale, rimaste al Comune sul groppone dopo il fallimento del Bike Sharing (a dire il vero,

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anche della pista ciclabile, per come era stata inizialmente pensata) sono in lizza al miglior offerente per la gestione combinata pubblico-privato. Il Forum dei Giovani ha scritto al primo cittadino per chiedere lumi su questo progetto di trasporto alternativo, male non sarebbe la realizzazione di un’iniziativa durevole che possa vederli protagonisti. Sempre meglio che lasciare le bici in deposito in preda ad usura e ruggine.

SIM SU PIAZZA BAGNI

Le aree verdi non se la passano bene, ma anche le infrastrutture non godono di buona salute. La manutenzione, si s a , è i l c r u c c i o p i ù e v i d e n t e d e l l ’ a m m i n i s t r a z i o n e c o m u n a l e . Nonostante ciò, da gennaio scorso il primo cittadino ha anche revocato l’assessorato competente, tenendo per se l’importante delega. Piazza Bagni necessita di maggiori attenzioni, così come spiegano Giuseppe Sarconio e Salvatore Zenna, attivisti di Scafati in Movimento. “La piazza di Bagni ormai è da tempo che vive uno stato di abbandono e a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini soprattutto anziani e bambini. Molte le persone che si recano in piazza per andare ad ascoltare la messa o semplicemente a passare un po’ di tempo all’aperto ma con la mancata manutenzione, la Piazza, vive in un degrado costante.

Infatti ci ritroviamo una piazza con piante ormai morte o non curate, lampioni rotti o non funzionanti, cestini dei rifiuti attaccati con una corda, completa assenza di un minimo di sorveglianza”. Scatta la segnalazione, con tanto di foto allegate. “Speriamo che questa ennesima segnalazione con book fotografico possa essere di sprono a questa Amministrazione per riportare la piazza di Bagni al suo reale splendore e poter dare ai cittadini la possibilità di viverla in pieno

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–spiegano gli attivisti – La politica deve vivere il territorio a 360 gradi e non deve essere presente solo quando ci sono le elezioni. Dobbiamo capire che è di fondamentale importanza recuperare tutte le nostre bellezze del territorio perché sono il nostro patrimonio storico e culturale”.

Corbara. Pauciulo denuncia il degrado di Acquapendente

CORBARA. Il candidato sindaco Rino Pauciulo denuncia il degrado di Acquapendente. «Ci sono zone del nostro paese che meritano rispetto e attenzione da parte delle istituzioni locali – commenta Pauciulo – purtroppo il degrado sul territorio cittadino è sotto gli occhi di tutti e in particolar modo le periferie stanno pagando a caro prezzo l’incuria divenendo vittime dell’abbandono. Le istituzioni locali hanno preferito riservare attenzioni, esclusivamente, al centro cittadino che garantisce maggiore visibilità politica». Il programma elettorale della compagine che sostiene Pauciulo passa attraverso la riqualificazione della zona di via Acquapendente, nella fascia pedemontana. «E’ una delle zona più belle del territorio perché immersa nel verde e rappresenta la porta di ingresso ai percorsi montani che sono frequentati da moltissime persone – spiega Pauciulo – all’inizio degli anni duemila sono stati investiti oltre 600mila euro per riqualificare la zona con interventi di i n g e g n e r i a n a t u r a l i s t i c a p e r m i t i g a r e i l r i s c h i o idrogeologico, oggi, invece, l’aria è in pessimo stato e negli anni non sono stati assicurati nemmeno i lavori di manutenzione ordinaria. Recupereremo questa zona per

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consentire il turismo ecologico perché da qui si possono raggiungere i sentieri del Club Alpino Italiano e il sentiero

degli Dei».

Scafati. Verde pubblico, al

via la

manutenzione…provvisoria

Di Adriano Falanga

“Questa mattina è partita la manutenzione del verde pubblico in Villa Comunale, Comune e Piazza Garibaldi. Abbiamo provveduto a fare richiesta di affidamento che dovrebbe concludersi la prossima settimana. In questo modo potremmo ripristinare le altre aree verdi comunali compresa la pista ciclabile”. La buona notizia è data da Pasquale Aliberti, dopo le proteste degli scafatesi sullo stato di degrado dei parchi pubblici della città. Gli affidamenti sono temporanei, necessari per tamponare l’urgenza che complice anche il periodo primaverile, si è andata creando. Tutto propedeutico all’espletamento dell’apposita gara per la manutenzione ordinaria e straordinaria. L’arrivo della Commissione d’Accesso ha creato un imbuto amministrativo che ha rallentato l’azione politica e gestionale di Palazzo Mayer. Un freno alle attività di routine che rischia di paralizzare la città, basti

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pensare a quanto è difficile anche la semplice potatura delle piante, o l’ordinaria manutenzione sulle infrastrutture pubbliche. Nel frattempo che i commissari prefettizi faranno le loro valutazioni, un vaso è scoperchiato, ed è l’assoluta mancanza di un piano efficiente ed efficace di manutenzione, riservato agli spazi pubblici della città. Fino a qualche mese fa tutto si risolveva con una semplice proroga al bando scaduto nel 2014, poi le cose sono cambiate. Resta comunque fondamentale separare la gestione della Villa Comunale dalle altre aree verdi, in quanto nello storico giardino botanico soggetto a tutela della sovrintendenza esistono essenza arboree pregiate e alcune piuttosto rare, che necessitano di particolari e riservati trattamenti fitosanitari.

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