COMUNE DI ACIREALE
PROVINCIA DI CATANIA
INTERVENTO DI CONSOLIDAMENTO DEL COSTONE INTERESSATO DAL MOVIMENTO FRANOSO NEL COMUNE DI ACIREALE
PROGETTO ESECUTIVO
RELAZIONE TECNICA
PREMESSA
Nella presente relazione viene trattato l’intervento di consolidamento del versante prospiciente l’impluvio interessato da un movimento franoso con colata detritica presso la frazione di Santa Tecla nel Comune di Acireale (CT).
A seguito di tale movimento franoso verificatosi in data 21 Ottobre 2015 a causa di eccezionali precipitazioni meteoriche, l’area costituita da un costone roccioso, è divenuta particolarmente instabile, determinandosi così condizioni di rischio per la collettività, come già evidenziato nella relazione tecnica illustrativa del progetto preliminare redatto dall’Ing. Giuseppe Torrisi, al tempo Capo Settore ambiente ed Energia del comune di Acireale.
Il progetto oggetto della presente relazione prevede pertanto di eliminare e/o attenuare il rischio geomorfico individuato.
Localizzazione dell’area di intervento
L’area oggetto di intervento è ricadente nella frazione di Santa Tecla, all’interno della Riserva Orientata “La Timpa”, compresa tra la S.S. 114 al Km 78,600 a monte, e la via Grotta Corvo a valle.
Figura 1. Fotografia del versante e dell’incisione formatasi a seguito del movimento franoso.
Introduzione
E’ opportuno evidenziare che in data 27 Ottobre 2015 una squadra di tecnici del C.N.S.A.S. ha effettuato una dettagliata ispezione del movimento franoso, localizzando il punto di origine del distacco a quota 183 mt s.l.m.( Lat. 37°38’4,52 Long. 15°10’2,3”) individuando i potenziali punti di
crollo o smottamento, ed accertando che “l’area della riserva, caratterizzata da un ripido impluvio…già nel passato era stato oggetto di lavori dell’uomo per contenere e regimentare l’acqua piovana… come dimostrato dalla costruzione di due argini e di un letto artificiale realizzati alla base dell’impluvio, a protezione delle campagne circostanti coltivate a limoneto in ottime condizioni agronomiche”.
I tecnici del C.N.S.A.S. hanno inoltre dichiarato, in detta relazione post sopralluogo, che “l’effetto principale della frana è stato quello di spazzare completamente lungo il suo corso i terrazzamenti che l’uomo ha costruito in passato, anche lungo il naturale corso del torrente, pur di ampliare la superficie coltivabile…eliminando la vegetazione autoctona di ficodindia, carrubbo , eufobia e ginestre che avevano un effetto stabilizzante sul pendio che pertanto è venuto a mancare.”
“I terrazzamenti hanno visto la realizzazione di numerosi muri a secco e successivi riempimenti in terra sopra il naturale pendio roccioso dell’impluvio…appare evidente che l’acqua si sia ripresa quello che era il naturale letto, spazzando via le opere artificiali, che non hanno retto il peso e la forza dilavante dell’acqua di un’eccezionale precipitazione quale quella del 21 ottobre 2015 aggravata dalla massiccia urbanizzazione e cementificazione della zona presente a monte, immediatamente sopra la statale che ha in qualche modo favorito il convogliamento delle acque nel punto in cui le stesse hanno trovato un naturale sfogo..pochi metri sotto l’inizio del movimento franoso”. “ La notevole pendenza e il forte dislivello e la presenza di salti verticali, hanno
certamente amplificato il potere erosivo e distruttivo della massa franosa…che ha destabilizzato la zona centrale in basalto ed asportato completamente la vegetazione presente nella parte bassa, fino a colpire e in alcuni punti distruggere parte degli argini artificiali presenti ed invadere le campagne alzandone il livello ed inghiottendone decine di alberi…”
A fronte di quanto è stato evidenziato ed in base alle caratteristiche e alla pendenza del versante, il progetto si prefigge la mitigazione del rischio in atto e la riduzione dei vari elementi che
compongono il dissesto vero e proprio.
Inquadramento geologico e geotecnico
Figura 2. Planimetria di dettaglio della frana su base cartografica1/2.000
Figura 2. Stralcio di sezione del versante in esame.
I terreni interessati dal dissesto sono caratterizzati in sommità dalla presenza di tufiti ben cementati e poco fratturati (tratto A) e nella porzione basale da un’alternanza di tufiti e Colate laviche massive con spessore compreso tra 2 e 5‐6 m circa (tratto B). Il tratto C rappresenta la zona d’accumulo ove si sono depositati i materiali traspor‐tati dal movimento franoso.
IL PROGETTO
A seguito dei sopralluoghi svolti e delle analisi geotecniche e delle indagini geognostiche , presso la pertinenza delle aree studiate, è apparsa la criticità dell’area con la presenza di instabilità di versante di tipo superficiale. Per questa tipologia di fenomeni, l’orientamento che anima la scelta progettuale è quello di mitigare la situazione di rischio dell’area e l’erosione in atto che è causa di distacchi o crolli conseguenti, mediante l’utilizzo di due tipologie di consolidamento con reti in acciaio a doppia torsione con o senza l’inserimento di geostuoie, più avanti specificatamente descritte. L’intervento mira inoltre alla ricostruzione, nella zona a valle coltivata a limoneto, dei muri in pietrame lavico, sia di contenimento del terreno che divisori tra proprietà, alla ricostruzione del muro portante di sostegno a valle della stradella pubblica via Grotta Corvo, del muro di recinzione a monte, della completa riabilitazione mediante il ripristino della pavimentazione della succitata stradella pubblica ed ulteriori interventi per come appresso riportati.
Gli interventi progettuali possono così riassumersi:
‐ Ispezione visiva lungo pendii e scarpate eseguita da operatori esperti nelle tecniche di
lavoro in cordata, aventi la specifica qualifica di rocciatori al fine di individuare eventuali punti e/o zone di instabilità che potrebbero dar luogo a fenomeni del tipo gravidativo,
(distacco di massività)
‐ Disgaggio di elementi lapidei pericolanti di volume non superiore a 0,50 mc ed estirpazione delle essenze arboree in equilibrio instabile, localizzate sull’impluvio.
‐ Posa in opera di geocomposito metallico con rete a doppia torsione e geostuoia nella parte del versante della timpa costituita da tufiti, ossia da quota 183m a quota 104 m s.l.m.
‐ Posa in opera di geocomposito metallico con rete a doppia torsione nella parte del
versante costituita da lave fessurate e piroclastiti, ossia da quota 104 m a quota 34 m s.l.m.
‐ Chiodature della rete in aderenza alla parete del versante
‐ Opere di pulizia da erbacce e piante infestanti ( rovi o altro)lungo tutto il tracciato della stradella via Grotta corvo
‐ Rifacimento dei paramenti murari di divisione particellare in pietrame lavico di recupero in sito, trasportato a valle dal movimento franoso
‐ Ricostituzione del muro di sostegno della stradella e del muretto di recinzione in pietrame lavico
‐ Realizzazione di pavimentazione in pietrame lavico lungo la via Grotta corvo
‐ Spietramento e successivo spandimento e livellamento della terra trasportata a valle dal movimento franoso
‐ Trasporto a discarica dei materiali di risulta o in esubero
‐ Realizzazione di un cancello in acciaio corten all’imbocco della via Grotta corvo su via Provinciale per Riposto, per impedire l’accesso al sito in condizioni di allerta meteo.
Mediante tali interventi si intende mitigare la situazione di rischio dell’area in questione, con particolare attenzione alla riduzione dei processi morfodinamici e del rischio idrogeologico.
Onde quantizzare gli interventi si è reso necessario effettuare rilievi topografici, rilievi visivi, riprese col l’ausilio di un drone ed analisi strutturali che hanno consentito la predisposizione di calcoli di stabilità relativi al dimensionamento delle reti di protezione e dei muri di sostegno.
INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO CORTICALE
Nella relazione Geologica redatta dal Geologo Alessio D’Urso, tecnico incaricato
dall’amministrazione Comunale di Acireale, dello studio geologico‐geotecnico “dell’area
interessata dal movimento franoso nella Riserva Orientata la Timpa in data 21 ottobre 2015”, si evincono le caratteriste geologiche e geofisiche dello stato attuale del versante.
A seguito delle verifiche in sito, si è stabilito l’impiego, lungo il profilo del versante interessato dalla frana, di reti di rivestimento ancorate, chiamate anche reti di protezione, o rinforzi corticali, composte da reti di acciaio a doppia torsione con ancoraggi.
L’obiettivo di questo sistema è migliorare la stabilità superficiale degli ammassi rocciosi corticali e non, contenere i detriti e/o le rocce presenti.(Figura 3).
Figura 3 – Tipica configurazione della rete di rivestimento
Le reti di rivestimento ancorate potrebbero essere incluse nelle misure di protezione attiva, poiché sono applicate direttamente sulla zona instabile per evitare anche la caduta di massi.
Più specificatamente, nelle zona interessata da alternanza di colate laviche e piroclastiti, si
prevede l’utilizzo di un innovativo sistema usato per i rivestimenti paramassi ed il consolidamento di scarpate, formato da un geocomposito metallico in rete a doppia torsione con cavi metallici tessuti longitudinalmente durante la produzione , speciali piastre metalliche, appositi morsetti ed anelli di giunzione.
Nelle zone a monte si prevede l’utilizzo di un sistema di ultima generazione, formato da un geocomposito metallico in rete a doppia torsione e geostuoia rinforzata ad alte prestazioni.
RETI DI RIVESTIMENTO CON GEOCOMPOSITO METALLICO IN RETE E GEOSTUOIA
Verranno utilizzate nella parte a monte del versante costituita da tufiti, ossia da quota 180m a quota 104 m s.l.m.
Il geocomposito sarà costituito da rete metallica a doppia torsione a φ 2.7 / 3.7 mm, a maglia
esagonale con protezione in pvc, tessuta con funi metalliche di rinforzo e da una geostuoia
tridimensionale polimerica compenetrate e rese solidali durante il processo di produzione.
La geostuoia sarà costituita da filamenti di polipropilene stabilizzati per resistere ai raggi UV e termosaldati tra loro nei punti di contatto, e avrà un indice dei vuoti superiore al 90%. Avrà una colorazione del tutto simile alla terra in modo da integrarsi perfettamente con il versante, accogliere via via il terriccio e favorire la crescita di erba, cespugli e varie essenze arboree autoctone.
Il geocomposito metallico sarà costituito da rete metallica a doppia torsione a maglia esagonale tipo 8x10, tessuta con trafilato di acciaio avente un diametro pari a 2.70/3.70 mm (diam. int./est.), conforme a UNI EN 10223‐3 per le caratteristiche meccaniche e a UNI EN 10218‐2 per le tolleranze sui diametri, avente carico di rottura compreso fra 380 e 550 N/mm² e allungamento minimo pari al 10%, galvanizzato con Galmac (lega eutettica di Zinco – 5% Alluminio) in conformità a UNI EN 10244‐2 Classe A e successivamente rivestito in PVC in conformità a UNI EN 10245‐2.
La rete metallica prevista in pregetto, in rotoli di larghezza di circa 3.0 m, per rendere più agevole la posa in opera, ed è tessuta con l’inserimento, direttamente in produzione, di funi di acciaio con anima metallica con grado non inferiore a 1770 N/mm2 (UNI EN 12385‐2) aventi un diametro non inferiore a 6/8 mm (diam. int./est.) (UNI EN 12385‐4), galvanizzate con Galmac (lega eutettica di Zinco – 5% Alluminio) in conformità a UNI EN 10264‐2 Classe A e successivamente rivestite in PVC a protezione stante la vicinanza del sito d’intervento al mare.
La protezione anticorrosiva della rete conferirà altresì, un’opacità alla stessa che minimizzerà l’impatto visivo nel rispetto della morfologia del territorio.
La rete sarà tale da non presentare tracce di ruggine rossa su una superficie maggiore del 5% a seguito di un test di invecchiamento accelerato in nebbia salina (test in accordo a UNI EN ISO 9227) per un tempo di esposizione minimo di 6000 ore.
Le funi sono inserite longitudinalmente lungo i bordi e all’interno (delle doppie torsioni) del telo di rete con una spaziatura nominale pari a 50 cm, come si evince dai particolari costruttivi allegati alla presente.
Il geocomposito metallico avrà una resistenza a trazione longitudinale nominale non inferiore a 89 kN/m, con una deformazione massima non superiore a 8%.
La rete sarà caratterizzata da una resistenza a punzonamento nominale non inferiore a 105 kN, quando testata in accordo a UNI 11437.
Il geocomposito metallico sarà fissato alla sommità ed al piede della parete rocciosa alla predisposta struttura di contenimento, mediante l’applicazione di morsetti con una protezione anticorrosiva tale da non presentare tracce di ruggine rossa, su una superficie maggiore del 5% per un tempo di esposizione minimo di 6000 ore.
Gli ancoraggi saranno realizzati di profondità adeguata ai valori determinati dai calcoli statici allegati al progetto.
Gli ancoraggi saranno dotati di speciale piastra di ripartizione in acciaio S235JR (EN 10025‐2) di dimensioni 250x250x8 mm, zincate a caldo in accordo a UNI EN ISO 1461 e di dado di serraggio con zincatura elettrolitica in accordo a EN ISO 4042, poste in opera ad una interdistanza di m 3.00 e boiacca cementizia confezionata con additivi antiritiro, sufficientemente fluida per intasare completamente il foro;
I teli di rete dovranno essere legati tra loro ogni 15‐20 cm mediante false maglie in filo di acciaio inox ad alta resistenza (1500 N/mm2) con un diametro minimo di 4.0 mm come si evince nei particolari costruttivi allegati alla presente.
Il consolidamento prevede come ancoraggi barre d'acciaio a filettatura continua diam. 25 mm, con limite di snervamento non minore di 500 N/mm2, tensione di rottura non inferiore a 550 N/mm2 ed elongazione a massimo carico maggiore o uguale 10%. Le barre saranno zincate a caldo in accordo a UNI EN ISO 1461.
La barra sarà caratterizzata da un carico di snervamento non inferiore a 240 kN. Le barre in acciaio saranno prodotte da materia prima certificata secondo DIN 488 e la fornitura sarà corredata di certificato di ispezione di tipo 3.1 in accordo a EN 10204.
La perforazione sarà eseguita con perforatrice portatile pneumatica a rotopercussione eseguita da personale specializzato rocciatore provvisto dell' attrezzatura adeguata in roccia di qualsiasi natura e consistenza fino alla profondità di progetto e diametro di 47 mm. Compresa la pulizia del foro.
RIVESTIMENTO CON GEOCOMPOSITO METALLICO IN RETE
Verranno utilizzate nella parte del versante costituita da alternanza di colate laviche e Piroclastiti , ossia da quota 104 m a quota 34 m s.m.l.
Il geocomposito sarà costituito da rete metallica a doppia torsione a maglia esagonale tipo 8x10, tessuta con trafilato di acciaio avente un diametro non inferiore a 2.70/3.70 mm (diam.
int./est.), conforme a UNI EN 10223‐3 per le caratteristiche meccaniche e a UNI EN 10218‐2 per le tolleranze sui diametri, avente carico di rottura compreso fra 380 e 550 N/mm² e allungamento minimo pari al 10%, galvanizzato con Galmac (lega eutettica di Zinco – 5% Alluminio) in conformità a UNI EN 10244‐2 Classe A e successivamente rivestito in PVC in conformità a UNI EN 10245‐2.
La rete metallica, in rotoli di larghezza di circa 3.0 m, per semplificare la posa in opera, è tessuta con l’inserimento, direttamente in produzione, di funi di acciaio con anima metallica con grado non inferiore a 1770 N/mm2 (UNI EN 12385‐2) aventi un diametro non inferiore a 6/8 mm (diam.
int./est.) (UNI EN 12385‐4), galvanizzate con Galmac (lega eutettica di Zinco – 5% Alluminio) in conformità a UNI EN 10264‐2 Classe A e successivamente rivestite in PVC.
La protezione anticorrosiva della rete sarà tale da non presentare tracce di ruggine rossa su una superficie maggiore del 5% a seguito di un test di invecchiamento accelerato in nebbia salina (test in accordo a UNI EN ISO 9227) per un tempo di esposizione minimo di 6000 ore.
Le funi sono inserite longitudinalmente lungo i bordi e all’interno (delle doppie torsioni) del telo di rete con una spaziatura nominale pari a 50 cm.
Il geocomposito metallico avrà una resistenza a trazione longitudinale nominale non inferiore a 89 kN/m, con una deformazione massima non superiore a 8%, sarà fissato alla sommità ed al piede della parete rocciosa alla predisposta struttura di contenimento, mediante l’applicazione di morsetti con una protezione anticorrosiva tale da non presentare tracce di ruggine rossa, a seguito di un test di invecchiamento accelerato in nebbia salina (test in accordo a UNI EN ISO 9227), su una superficie maggiore del 5% per un tempo di esposizione minimo di 6000 ore.
La rete sarà caratterizzata da una resistenza a punzonamento nominale non inferiore a 105 kN, quando testata in accordo a UNI 11437.
Gli ancoraggi saranno dotati di speciale piastra di ripartizione in acciaio S235JR (EN 10025‐2) di dimensioni 250x250x8 mm, zincate a caldo in accordo a UNI EN ISO 1461 poste in opera ad una interdistanza di 2.50 m.
I teli di rete dovranno essere legati tra loro ogni 15‐20 cm mediante false maglie in filo di acciaio inox ad alta resistenza (1500 N/mm2) con un diametro minimo di 4.0 mm.
Il consolidamento prevede come ancoraggi barre d'acciaio a filettatura continua diam. 25 mm, con limite di snervamento non minore di 500 N/mm2, tensione di rottura non inferiore a 550 N/mm2 ed elongazione a massimo carico maggiore o uguale 10%. Le barre saranno zincate a caldo in accordo a UNI EN ISO 1461.
La barra sarà caratterizzata da un carico di snervamento non inferiore a 240 kN. Le barre in acciaio saranno prodotte da materia prima certificata secondo DIN 488 e la fornitura sarà corredata di certificato di ispezione di tipo 3.1 in accordo a EN 10204.
La perforazione sarà eseguita con perforatrice portatile pneumatica a rotopercussione eseguita da personale specializzato rocciatore provvisto dell' attrezzatura adeguata in roccia di qualsiasi natura e consistenza fino alla profondità di progetto e diametro di 47 mm. Compresa la pulizia del foro.
INTERVENTI RICOSTRUTTIVI A VALLE
Come precedentemente evidenziato a valle verranno effettuati interventi che prevedono :
‐ Opere di pulizia da erbacce e piante infestanti lungo tutto il tracciato della via Grotta corvo
‐ Spietramento e successivo spandimento e livellamento della terra trasportata a valle dalle acque a seguito del movimento franoso
‐ Ricostruzione dei muri di divisione particellare e/o paraterra in pietrame lavico di recupero in sito, trasportato a valle dal movimento franoso
‐ Ricostruzione del muro di sostegno della stradella via Grotta corvo e dei muri di recinzione in pietrame lavico lungo la suddetta via
‐ Realizzazione di pavimentazione in pietrame lavico nella la via Grotta corvo
‐ Scavi di fondazione dei muri da ricostruire
LA PULITURA DELLA STRADELLA GROTTA CORVO – SPIETRAMENTO E LIVELLAMENTO DEL TERRENO E PIANTUMAZIONI
Preliminarmente, verrà effettuata la scerbatura e la pulizia della stradella via Grotta corvo, eliminado erbacce infestanti, rovi e detriti portati a valle dalla frana e successivo trattamento del suolo con idonei erbicidi tipo Rountop o similari.
Relativamente al materiale detritico trasportato a valle dalle acque si procederà, mediante idoneo mezzo meccanico, alla spietratura e separazione dei detriti e del materiale di risulta inutilizzabile e all’accumulo della terra riutilizzabile.
Il pietrame, previa opportuna lavorazione in loco, sarà riutilizzato per la ricostruzione dei muri, la terra per riempimenti ed il materiale di risulta sarà conferito a discarica.
Successivamente alla realizzazione dei muri paraterra e di divisione particellare si procederà al livellamento superficiale del terreno e successiva messa a dimora di piante di agrumi, secondo i sesti ed allineamenti dell’agrumeto esistente.
RICOSTRUZIONE DEI PARAMENTI MURARI
La stradella vicinale denominata Via Grotta Corvo danneggiata in parte dal movimento franoso, sarà ricostituita. Pertanto verrà realizzata una pavimentazione in pietrame lavico dove inesistente, e ripristinata dove è danneggiata, la pavimentazione in pietra naturale a conci irregolari, posta a ridosso del “bastione” ciclopico.
Si procederà altresì alla ricostruzione del muro di sostegno crollato, dei muri di confine posti lateralmente alla strabella in pietra lavica a spacco a facciavista, mediante il riutilizzo, previa necessaria lavorazione, del pietrame lavico presente in loco, integrandolo ove necessario con ulteriore pietrame.
Verrà ricostruito il muro in muratura ciclopica,in parte danneggiato, in adiacenza al bastione esistente, come dettagliatamente riportato nella tav. 2h di progetto.
Tutti i muri ricostruiti lateralmente alla stradella, così come quelli esistenti, avranno al piede idonee feritoie per lo smaltimento delle acque piovane nelle aree adiacenti agrumetate.
I criteri di progettazione adottati sono necessariamente ed opportunamente di tipo eco‐
compatibili e coniugano la necessità della difesa dal rischio frana alla necessità di minimizzare l’impatto ambientale degli interventi.
Il progetto si prefigge di tutelare l’ambiente ed è pertanto volto alla conservazione del paesaggio che ne costituisce parte visibile.
La soluzione progettuale adottata, per la peculiarità paesaggistica dell’area interessata
dall’intervento in quanto Riserva Naturale, tende a limitare al minimo l’impatto visivo delle opere e costituisce un efficace intervento di salvaguardia del versante roccioso realizzabile nel rispetto del paesaggio.
Le opere previste pertanto risultano essere ecocompatibili, rispettose della morfologia del
territorio e delle risorse ambientali e paesaggistiche e consentono il ripristino e/o il miglioramento delle condizioni pregresse al movimento franoso con il minor impatto possibile.
Considerando quindi gli aspetti di tutela ambientale e paesaggistica, nonché quelli di tutela
dell’incolumità delle persone, “i benefici” derivanti all’ambiente sono superiori ai “costi” sostenuti
dall’ambiente stesso, considerando in tale bilancio anche gli effetti temporanei generati dalla cantierizzazione.
Il posizionamento degli interventi è stato deciso alla luce dei risultati delle indagini ed in particolare del rilevo geostrutturale e topografico eseguito ed al recepimento delle valutazioni riportate nella relazione geologica.
Pertanto le analisi Geologiche sono state assunte a riferimento ai fini delle scelte delle tipologie di interventi da realizzare, tenendo conto delle aree caratterizzate da tufiti, piroclastiti e lave.
MATERIALI IMPIEGATI
I materiali occorrenti saranno trasportati in cantiere con l’ausilio di mezzi di movimento terrestre, nonché in elicottero per quelli non diversamente accessibili.
Del presente progetto fanno parte i seguenti allegati:
1.
2. RELAZIONI
1a Relazione tecnica 1b Relazione Paesaggistica 1c Relazione Geologica 1d Indagini Geologiche 1e Rilievo Geostrutturale 1f Piano di sicurezza 1g Piano di manutenzione
1h Relazione e calcolo interventi di rafforzamento corticale del versante 1i Relazione e calcolo muri di sostegno in c.a.
1l Relazione e calcolo muri ciclopici
3. ELABORATI GRAFICI
2a Inquadramento territoriale 2b Documentazione fotografica
2c Profilo lungo l’asse dell’impluvio del versante e via Grotta Corvo
2d Particolari Costruttivi consolidamento corticale nell’area a valle caratterizzata da piroclastici e lave fessurate
2e Particolari Costruttivi consolidamento corticale nell’area a monte caratterizzata da tufiti 2f Piano quotato area a valle e profilo longitudinale
2g Sezioni volumetriche area a valle
2h Planimetria area a valle con indicazione degli interventi 2i Muri in C.A. e muri ciclopici
4. ELABORATI ECONOMICI 3a Elenco prezzi
3b Analisi dei prezzi
3c Computo metrico estimativo
3d Quadro economico
3e Stima incidenza della sicurezza
3f Calcolo dell’incidenza percentuale della quantità di manodopera 3g Cronoprogramma
5. CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 4a Capitolato speciale d’appalto 4b Schema di contratto
Il TECNICO