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Academic year: 2022

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La storia della botola di

COMPASSiN

Dal sistema C a UGA:

la soluzione definitiva a tutti i problemi di una comune

botola in cartongesso

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Premessa

I fatti non sono romanzati, ma corrispondono

fedelmente alla realtà.

I collaboratori di Gheorghe, esperti cartongessisti sono:

Cazanu Anatolie Bunduche Iurie Cazanciuc Victor Quanto segue è una storia

narrata da Gheorghe Cazan, il fondatore della

COMPASSiN.

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Inizio da

cartongessista

non esistono limiti, con il cartongesso si può fare di tutto, chiudere ed ispezio- nare senza problemi, in modo veloce e senza spre- chi.

In quegli anni per ispezionare un controsoffit- to in cartonges- so si utilizzavano delle botole in lamiera pre ver- niciata di colore bianco

.

Ho iniziato la mia carriera di cartongessista nel 1997, lavorando con Luigi, un artigiano specializzato in stuccature. Ho imparato in fretta il mestiere di stuc- catore perché ero molto entusiasta.

La mia voglia di crescere mi ha portato a cambiare più volte il datore di lavoro:

volevo lavorare in un’azien- da dove crescere in fretta, imparare e migliorare di continuo.

Ero spinto dall’interesse per nuove esperienze, non mi accontentavo mai, appena imparavo qualcosa di nuovo in poco tempo mi annoiavo, volevo esplorare in conti-

Dopo diverse esperienze e dopo aver acquisito la sapienza del mestiere, ne- ll’aprile 2001 ho aperto la partita iva, come artigiano specializzato nella posa di pareti e controsoffitti, costruzioni a secco, soffitti modulari, decorazioni in gesso. Ero pieno di energia e voglia di fare, non mi fer- mava nessuno.

Il 2001 era il periodo di grande crescita per edilizia e sopratutto per la costruzio- ne a secco, dopo la crisi degli anni ’90.

Come tutti sappiamo cos- truire o ristrutturare a secco ha dei enormi vanta- ggi: uno di essi è la chiusura

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Le prime botole d’ispezione

come il controsoffitto in cartongesso di un negozio, ha generato anche la ne- cessità di ispezionare quegli impianti in modo veloce e sicuro.

La botola veniva installata nel controsoffitto senza la necessità di stuccare niente, la cornice perimetrale del telaio copriva il taglio nel cartongesso, la chiusura era con un cilindro e una chiave quadra, la classica chiave del quadro elettrico.

L’anta non estraibile fissata al suo telaio con due per- ni laterali, a lavoro finito si notava molto la presenza di una botola per la sua spor- genza.

Dopo un po’ di tempo questa botola in lamiera si è evoluta con una chiusura a scomparsa, e apertura premi apri, ma le cornici e le sporgenze sono rimaste.

Io personalmente ho sco- perto una nuova tipologia

gesso all’inizio del 2000, non conosco l’anno preciso in cui fu prodotta per la pri- ma volta e nemmeno chi è stato il primo inventore.

Si producevano in modo artigianale, era realizzata in alluminio e cartonges- so, performante rispetto a quella in lamiera, ma ancora piena di carenze.

Niente da fare, era comun- que l’unica soluzione sul mercato, meglio di quella in lamiera, il mio fornitore di materiali mi forniva la boto- la in cartongesso, ed io ero costretto a comprarla per i miei lavori, in quel momen- to era la migliore.

La continua necessità di collocare e nascondere tutti gli impianti tecnologici in

Dopo si è diffu-

sa anche la bo-

tola in carton-

gesso, alcuni la

proponevano in

appoggio, altri

in alluminio e

cartongesso con

apertura premi

apri.

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Le botole in

cartongesso e i loro prolemi

Quando mi arri- vava un prodo- tto da installare a volte dicevo:

“vorrei tanto che venisse qui a spiegarmi come fare, chi ha pro- gettato questo prodotto, voglio vederlo in fac- cia”.

Non tutti i progettisti acce- ttavano le chiusure improv- visate, poco sicure e orribili da vedere. In un negozio di marca e prestigio dove erano presenti arredamenti di lusso con vestiti e scarpe griffate, illuminati da enormi faretti incassati, quelle bo- tole improvvisate erano un pugno nell’occhio.

Le botole in cartongesso a scomparsa e apertura premi apri hanno dato una bella svolta al settore, solo che chi le produce non ha fatto neanche 1 giorno di cantiere, questa era la mia sensazione di posatore quando dovevo installare queste botole d’ispezione.

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In tutta la nostra carriera di

cartongessisti abbiamo avuto sempre la difficoltà di trovare una botola con le seguenti caratteristiche:

- in poche parole: che non crea pro- blemi ma porta soluzioni

- Che si installa facilmente senza sprecare tempo prezioso - Che si apre e si chiude facilmente dopo averla installata - Che rimane allineata con la superficie del cartongesso

- Che non si imbarca quando le misure superano una certa dimensione senza rin- forzi improvvisati

- Che mantiene gli spazi uguali, tra il telaio e l’anta quando si installa una botola in verticale o su una controparete in cartongesso

- Che non necessita tre mani di stuccatura anche sull’anta

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Tante contestazioni e perdita di tempo e denaro

Finché un giorno,

dopo l’ennesimo reclamo ci siamo detti:

“Fanculo a tutti.

Facciamo la nostra botola.”

Nel corso dei vent’anni di lavoro come cartongessisti, sono stati innumerevoli gli episodi di contestazione o di perdita di denaro.

Lavoravamo sempre a re- gola d’arte eppure spesso ci richiamavano perché la botola si imbarcava, oppure ci perdevamo perché ci me- ttevamo tantissimo a stuc- care le ante con tre mani di stuccatura e non rientrava- mo dei costi.

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Ecco alcuni tipici

motivi di

contestazione

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Facciamo la nostra botola!

mento, ci hanno fornito il progetto della Botola C su un piatto d’argen- to.

Allora ho iniziato dalla parte più difficile: studiare il mercato dei macchinari per avere gli strumenti giusti per costruirla e produrla.

Era il 2009, rientro a casa dopo il lavoro e dico a mia moglie: “ho pensato di costruire una botola d’is- pezione!”

Lei mi guarda spaventata dicendomi: “ma se esisto- no già delle botole, guarda quanti costruttori ci sono su mercato, a cosa serve?

Come facciamo noi a cos- truire botole, mica siamo ingegneri. E come facciamo senza avere una fabbrica, senza macchinari, non è assolutamente possibile, il lavoro che facciamo va a gonfie vele, si guadagna bene con la posa del car- tongesso.”

Il giorno dopo parlo anche con i miei collaboratori più stretti: Anatolie, Iurie e

Victor.

Loro essendo del mestiere e avendo subito sempre le stesse problematiche ogni giorno in cantiere, sono rimasti molto entusiasti, non avevamo paura di niente,

“lavoreremo giorno e notte se sarà necessario facciamo la nostra bo- tola!”, hanno detto anche loro.

E cosi è stato davvero…

Il progetto della boto- la era la parte più facile facile, l’avevo già in mente sapevo come doveva es- sere, tutti questi anni di esperienza e i problemi incontrati e risolti sem- pre, le migliaia di botole installate fino in quel mo-

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Nel 2010 nasce la Botola C 1.0

Ho disegnato a mano su un foglio il profilo del telaio, sono andato di persona con il foglio in mano da un estrusore di profili in alluminio e lo abbiamo trasformato in un profilo vero.

Ho curato nel minimo dettaglio ogni particola- re.

Ho selezionato i fornito- ri di materie prime con grande attenzione.

Non pensavo in quel mo- mento ai prezzi delle mate- rie prime.

Ero concentrato solo sul risultato.

Mancava solo la cerniera.

un pezzo di metallo dalla forma particolare.

Si è accesa subito una lampadina in quel mo- mento.

La fece vedere ad Anatolie, impazienti ed entusiasti si sono messi a modellare il secondo pezzo: la femmina, perché il pezzo trovato era il maschio della cerniera che stavamo cercando.

Per realizzare la femmina hanno scolpito diretta- mente su un pezzo di alluminio con una lima a mano, piano piano la fe- I miei collaboratori han-

no inventato la prima cerniera della Botola C, volevamo a tutti i costi una cerniera diversa da que- lle presenti sulle botole in commercio, per evitare i problemi che avevano loro, non è stato per niente facile, qualsiasi tentativo era un fallimento, sem- brava che non esistesse un altra soluzione, eravamo davvero disperati, mancava solo lei.

Dopo serate lunghe e tantissimi tentativi, una tarda sera mentre

Iurie si è messo a pulire

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Emanuele è un esperto di meccanica di precisione, in più molto appassionato del suo lavoro, anche lui era convinto che poteva funzio- nare, per lui esiste solo si o no, niente forse.

Con l’aiuto della sua mac- china CNC di alta preci- sione abbiamo costruito una decina di coppie con dimensioni e raggi diversi, perché l’ idea era giusta, doveva funzionare, per cui siamo andati per tentativi.

Dopo una settimana di tentativi e prove abbia- mo realizzato la cerniera giusta che funzionava secondo le nostre idee, non ne esisteva un’altra uguale e neanche simile sul mercato.

Avevamo in mano un vero prototipo sul quale lavorare, l’idea era quella giusta, la sagoma e il funzio namen- to erano la soluzione che cercavamo, andava solo migliorato per correggere le traiettorie.

E’ nata, in questo modo, la prima coppia di cernie- re sulla base del pezzo di metallo trovato per caso.

Abbiamo costruito una botola per fare le prove di apertura e chiusura con il prototipo, ma non funzio- nava bene: lo scorrimento non era fluido e si incas- trava spesso, però dove- va funzionare.

Sono andato dal mio amico Emanuele con i pezzi in mano: non vole- vo abbandonare questa idea.

La cerniera è nata per caso.

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- Non era necessario stuccare con tre mani l’anta - Non si notava lo spessore del profilo in alluminio

- Non si incastrava l’anta nel telaio perimetrale dopo la posa - Non entrava polvere dal cavedio

- Non perdeva allineamenti

La nostra botola C1 in

cartongesso era diversa da tutte le altre.

Ecco alcuni dettagli:

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Nel 2013 nasce la versione C 2.0

Pensavo ogni giorno a come migliorare la bo- tola e i processi di pro- duzione per ridurre i costi, migliorare ogni fase ed eliminare gli spre- chi.

Dalle analisi fatte durante le fasi di produzione ho trova- to diverse soluzioni: metten- dole in atto è nata la Botola C 2.0.

La versione C 2.0 era ancora più performante, superava in tutto la 1.0.

Abbiamo iniziato la pro- duzione con dei processi ragionati e dei costi con- tenuti, anche in questo caso ogni dettaglio era pensato.

All’epoca era il massimo a cui aspirare e per anni ab- biamo continuato a produr- la, felici dell’apprezzamento da parte dei clienti sempre piu numerosi.

La Botola C 2.0 è stata so- ttoposta a diversi restyiling, la 2.1 e la 2.2.

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Negli ultimi anni tutto cambia più velocemente, se anni fa un modello di auto si produceva per più di 10 anni nei anni 2000 non dura neanche 3 anni, va sostituito con almeno un Restyiling, lo stesso vale per i televisori e cellulari e nel nostro caso, vale anche per le botole d’ispezione e le soluzioni per le costruzioni a secco.

Ormai da più di vent’anni le botole si fanno con materie prime conosciute, in pratica si assomigliano tutte.

Ultimamente in tanti mi chiedevano delle botole con anta non in cartongesso, la voleva- no in nobilitato perché secondo alcuni archite- tti è più pregiata.

Queste richieste mi han- no fatto riflettere.

Il cartongesso è un mate- riale performante. Cos- truire a secco ha degli enormi vantaggi, ma non si può dire lo stesso delle aperture in cartongesso, o degli arredamenti in cartongesso.

Quando si realizza un’anta o un elemento d’arredo in cartonges- so, questo viene perce- pito come povero e di poco costo.

Pensavo giorno e notte alla nuova botola: non riuscivo togliermela della testa, la volevo diversa in ogni dettaglio, niente più cartongesso.

Ancora una volta ho voluto realizzare una botola diversa, anche rispetto alla Botola C.

Ho impostato la mia mente in questo modo:

Perchè

abbandonare il

cartongesso

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Altri motivi per andare oltre

Oltre alla domanda di una botola diversa, che iniziava a essere presente, ci sono altri motivi importati che ci hanno spinti in questa direzione.

All’epoca in cui abbiamo realizzato la Botola C, era il massimo a cui aspirare e per anni abbiamo continua- to a produrla, felici de- ll’apprezzamento da parte dei clienti.

Tuttavia il cartognesso ha dei limiti importanti.

Ne parliamo nel nostro REPORT GRATUITO intitolato: 7 problemi di una comune botola d’is- pezione e come superar- li.

E l’unico modo per farlo era dando vita a UGA, una botola diversa da quella comune, che supera tu- tti i calssici problemi che ogni posatore conosce bene, progettata secondo la filosofia da posatore a posatore.

Nonostante i mei e i nostri sforzi di rendere la botola in cartongesso migliore, ques- ta rimaneva una botola in cartongesso.

Come potrai leggere nel REPORT, ci sono 7 limiti fondamentali e l’unico modo per superarli è con una botola comple- tamente diversa da qual- cunque botola presente sul mercato.

Era ora di andare oltre.

Nonostante molti posatori siano affezionati alla comu- ne botola in cartongesso, ho deciso, insieme al mio team, di realizazre qualcosa di mai visto prima.

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verso una botola

unica

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Con la mia esperienza di posatore, ma anche come costruttore di botole e gra- zie anche ai miei collabora- tori, che sono diventati più bravi di me, siamo riusciti a progettare e realizzare una botola eccezionale e per- formante, completamente diversa da tutte.

Abbiamo abbandonato la Botola C, che era super performante rispetto a tutte le altre, ma era pur sempre una botola in cartongesso.

Volevo e volevamo qualco- sa di diverso, che non esis- teva ancora.

Sta volta è stato davvero fa- cile, oramai possiamo diseg- nare botole ogni giorno.

Nel 2019 nasce UGA ®

Perchè la scimmia?

Questa è

un’altra

storia.

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Gli ingombri in altezza ridotti del 24% perché le botole sono utilizzate per la chiusura di impian- ti e spesso lo spazio in altezza è ridotto.

Dalla botola C è rimas- to solo il fatto di essere una botola, il resto è tutto nuovo, ho ribaltato tutto, arriva dal futuro, ancora nessuno ha realiz- zato una botola simile.

Il profilo del telaio è sta- to progettato anche per allineare e contenere gli accessori, anch’essi pro- gettati nei minimi dettagli (parlo del sistema di chiu- sura KLETKA e del sistema di cerniere KARDO, un’evo- luzione della cerniera della Botola C).

Le nervature sono di con- solidamento, il telaio è allo stesso tempo leggero e resistente.

La prima UGA ® nasce con anta GRAF

L’anta GRAF non solo non va stuccata ma in alcuni casi neanche ver- niciata: è già bianca di serie.

Non esistono limiti in lun- ghezza ed è realizzabile con dimensioni importanti senza rinforzi improvvisati.

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venzione, APA® porta solo e soltanto vantaggi.

Tutte le caratteristiche e i vantaggi sono elencati e accuratamente descrit- ti nell’articolo dedicato a UGA®+APA® (pp. 25-32).

Da UGA ® + GRAF a UGA ® + APA ®

UGA

®

+ APA

®

è dientata la botola

preferita dei nostri clienti.

Dopo il successo di UGA®+GRAF ho voluto superare i pochi limiti del nobilitato utilizzato per l’anta progettando e producendo un’altra anta, senza limiti di nes- sun tipo.

L’anta estraibile APA® non esisteva e non esiste ancora da nessun’altra parte.

Anche questa volta viene dal futuro e dall’ambizione di non fermai mai.

Grazie al profilo studiato appositamente per potervi appoggiare e fissare il com- posito di alluminio, un mate- riale estremamente perfor- mante, e alla combinazione con il telaio di UGA®, che rimane la nostra migliore in-

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Oggi, dopo anni di ricerca e innovazione continua, produciamo se- condo il sistema ASAP che unisce l’esperienza da artigiani e

cartongessisti consapevoli della realta’ di cantiere con la tecnologia piu’ avanzata.

Grazie ad ASAP, siamo finalmente in grado di dare a te quella

garanzia che in passato, come posatori, avremmo sognato da parte dei nostri fornitori.

La Garanzia

Se l’errore è nostro, ti sostituiamo il prodotto gratuitamente,

senza farti aspettare.

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Contatti

sede operativa

Via del Tecchione 11/13 20098 San Giuliano Milanese

compassin.it sede legale

Piazza G. Grandi 22 20135 Milano

T 02 98 28 10 59 E info@compassin.it E ordini@compassin.it

compassin_srl

#compassinsrl @compassinsrl

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