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Italia, emergenza bambini che vivono in povertà assoluta: Save the Children lancia l allarme

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Academic year: 2022

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Italia, emergenza bambini che vivono in povertà assoluta:

Save the Children lancia l’allarme

Il tempo passa e quotidianemente ci viene ricordato, attraverso ricerche in che situazione sta sprofondando il nostro Paese. Questa volta a lanciare l’allarme è Save the Children, attraverso l’Atlante dell’infanzia a rischio

“Lettera alla scuola”, presentato oggi a Roma e pubblicato da Treccani.

L’indagine punta l’attenzione verso l’aumento di bambini che vivono in povertà assoluta. E non sempre la scuola riesce a colmare il gap socio-economico che c’è tra loro e chi è più fortunato. Nel 2016, ricorda Save the Children, un bambino su otto vive in condizioni di povertà assoluta, il 14% in più rispetto all’anno precedente. E le diseguaglianze sociali

“continuano a riflettersi sul rendimento degli alunni”. Il tasso di ripetenze è 6 volte maggiore nelle scuole che presentano un indice socio-economico e culturale più basso:

più di un quindicenne su 4 (27,4%) contro una quota di quasi uno su 23 (4,4%) negli istituti con indice alto. Una differenza di 23 punti percentuali, contro una media Ocse del

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14,3%. Inoltre, tra chi proviene da un contesto svantaggiato, quasi uno su due (47%) non raggiunge il livello minimo di competenza in lettura, otto volte tanto rispetto a un coetaneo cresciuto in una famiglia agiata (6%).

La provenienza incide anche sulla dispersione scolastica: il rischio, sottolinea Save the Children, è “elevato” tra i bambini e i ragazzi che vivono in condizioni di disagio. In generale, l’abbandono è un problema che ogni anno può riguardare “oltre 130 mila ragazzi” e “continua a essere tra le sfide maggiori per la scuola italiana”. Save Children, 6 su 10 fuori da attività culturali – Attività culturali e ricreative irraggiungibili per 6 bambini su 10. In Italia il 59,9% dei ragazzi tra i 6 e 17 anni non riesce a svolgere in un anno quattro attività culturali tra accesso a internet, lettura, sport, visite a siti archeologici e musei, partecipazione a spettacoli teatrali e concerti. La povertà culturale si accentua tra i bambini con risorse economiche scarse o insufficienti rispetto a quelli che vivono in famiglie con risorse ottime o adeguate. L’accesso a internet almeno una volta nel corso dell’anno non è stato possibile per un ragazzo con risorse limitate su tre (34,8%), contro il 25%

tra chi è più agiato. Il 58,1% non ha letto neanche un libro (contro il 48,9%), il 53,5% non ha fatto sport in modo continuativo (34,6%), il 77,9% non ha visitato monumenti e siti archeologici (63,6%), l’82,3% non ha assistito a concerti (73,3%), il 64,6% non ha visitato mostre o mostre (48,1%), il 75,6% non è mai andato a teatro (64,1%). Rispetto alla media nazionale del 59,9%, a livello regionale, è il Trentino – Alto Adige a raggiungere il risultato migliore, con valori tra il 41,8 e 42,8%.

Fanalino di coda invece Campania, Calabria e Sicilia, con valori tra 75,5 e 78,2%. Altri dati (Caritas) per confermare

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la situazione di enorme disagio. La povertà in Italia è da sette anni in aumento esponenziale: si è passati da 1,8 milioni di persone povere nel 2007, il 3,1% del totale, a 4,6 milioni del 2015, il 7,6%.La persistente crisi del lavoro ha infatti penalizzato e sta ancora penalizzando soprattutto i giovani e giovanissimi in cerca di occupazione e gli adulti rimasti senza impiego. La povertà assoluta riguarda soprattutto il sud-Italia, le famiglie con anziani, i nuclei con almeno 3 figli minori e quelli senza componenti occupati.

Ma è anche notevolmente cresciuta in altri, prima ritenuti meno vulnerabili: il centro- nord, le famiglie giovani, i nuclei con 1 o 2 figli minori e quelli con componenti occupati.

Marco Staffiero

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