• Non ci sono risultati.

CONVEGNO SALUTE DELL AMBIENTE LA NOSTRA SALUTE

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "CONVEGNO SALUTE DELL AMBIENTE LA NOSTRA SALUTE"

Copied!
32
0
0

Testo completo

(1)

CONVEGNO

SALUTE DELL’AMBIENTE LA NOSTRA SALUTE

NOTE TECNICHE

Scarichi industriali, inquinamento del Fiume Olona e delle falde acquifere

•FONTI INQUINANTI: CENNI SUI MOTI AMBIENTALI NEI PROCESSI DI INQUINAMENTO

•L’INATTENDIBILITA’, AI FINI DELLA TUTELA DELLA SALUTE, DEI LIMITI DI ESPOSIZIONE AMBIENTALE AGLI AGENTI CANCEROGENI

di

Luigi MARA

(Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute – O.N.L.U.S.)

(2)

2

Bisogna lottare contro la malattia come perdita di partecipazione

e rifiutare la perdita di

partecipazione come malattia …

(Giulio A. Maccacaro)

(3)

FONTI INQUINANTI: CENNI SUI MOTI AMBIENTALI NEI PROCESSI

DI INQUINAMENTO

(4)

4

Si ricorda che l’ambiente nel quale dal Polo chimico ex Montedison di Castellanza si è riversato e si riversa una molteplicità di sostanze chimiche – (siano esse dovute a perdite di prodotti, a scarichi idrici, ad emissioni atmosferiche, a smaltimento di rifiuti) - è costituito da parti diverse ma interconnesse a formare una rete nella quale i composti si diffondono e si trasformano secondo un sistema complesso di fenomeni chimici, fisici e biologici.

(5)

Taluni fenomeni possono essere

“benigni” nel senso che, fortunatamente, fanno evolvere il sistema ambiente verso uno stato favorevole alla vita, viceversa, altri sono "maligni" in quanto innescano percorsi squilibranti e mortali.

Da qui la necessità di disporre di metodologie che permettano di

descrivere al meglio le relazioni e i possibili cammini di

trasporto/ trasformazione nell’ambiente delle varie specie chimiche.

(6)

6

Ciò al fine non solo di monitorare compiutamente i diversi fenomeni inquinanti ma, soprattutto, di

guidare gli interventi per la

prevenzione dei rischi.

(7)

Lo studio di tali problemi viene

chiamato chemodinamica ambientale.

In essa vengono esaminati in termini quantitativi i processi di trasporto entro e fra le diverse matrici ambientali sulla base delle caratteristiche fisiche e chimico-fisiche.

Come è facilmente intuibile, si tratta di un settore di ricerca interdisciplinare in cui vengono utilizzati i principi, oltre che della chimica-fisica, dell’analisi dei sistemi, della biologia e dell’ingegneria.

(8)

8

Qui ci si limita ad alcuni cenni e concetti generali che possono risultare di una

certa utilità per una migliore

comprensione dei fenomeni inquinanti che verranno illustrati nel seguito.

Generalmente, nell’analisi di questi

problemi l’ambiente viene suddiviso in quattro "fasi" o "sfere" dell’ecosistema:

atmosfera (aria), litosfera (suolo),

idrosfera (acqua) e biosfera (fauna e flora).

(9)

I moti che si svolgono nell’interno di tali fasi vengono chiamati intrafasici, mentre quelli che implicano il trasferimento dei componenti chimici fra due o più di esse vengono detti interfasici.

I valori delle velocità con cui hanno luogo tali trasferimenti risultano particolarmente importanti poiché possono influenzare in modo significativo la vivibilità di un determinato ambiente. Per esempio, il trasferimento interfasico di acqua e ossigeno risulta favorevole, mentre risulta, ovviamente, sfavorevole quello dei composti solforati e/o di altre sostanze tossiche.

(10)

10

Quando un componente chimico entra in una fase mobile, viene disperso

attraverso un processo di trasporto intrafasico.

Le persone vengono in molti modi a contatto diretto con le sostanze

tossiche: da alcuni additivi e

contaminanti presenti negli alimenti a quelli che inquinano gli ambienti di

lavoro e di vita. Esistono però alcuni contatti indiretti di natura più sottile,

che si manifestano attraverso i ricambi d’aria e acqua in determinati ambienti.

(11)

Sulla base di alcuni concetti

dell’ingegneria chimica, è possibile studiare questi fenomeni

attraverso opportuni modelli che descrivono i processi di trasporto menzionati.

Essi costituiscono degli strumenti utili per poter valutare l’evoluzione delle specie inquinanti in

determinati ambienti.

(12)

12

A titolo esemplificativo, nella

Figura 1. che segue, vengono

illustrati alcuni movimenti dei

composti chimici nell’ambiente,

evidenziando i cammini che essi

possono seguire per inserirsi

nelle varie fasi dell’ecosistema.

(13)

Figura 1. - Moti di composti chimici nell’atmosfera

(14)

14

STABILIMENTO EX MONTEDISON DI CASTELLANZA

PRINCIPALI SOSTANZE DA RICERCARE E MONITORARE NEL TERRENO E NELLE ACQUE

DI FALDA

(15)

- Arsenico e composti - Cadmio

- Cromo totale e Cromo VI - Ferro

- Mercurio (e Metil-mercurio) - Manganese

- Nichel - Piombo - Rame - Zinco

- Nitriti e Nitrati

- Idrocarburi (C < 12 e C > 12)

(16)

16

- Fenoli e Xiloli - Formaldeide - Anilina

- Acetaldeide

- Melamina (e sottoprodotti di processo) - Pentaeritrite

- Esametilendiammina - Formiato di sodio

- Acrilati (monomeri e aldeidi), Isocianati - Stirene

(17)
(18)

18

(19)

L’INATTENDIBILITA’, AI FINI

DELLA TUTELA DELLA SALUTE, DEI LIMITI DI ESPOSIZIONE

AMBIENTALE AGLI AGENTI

CANCEROGENI

(20)

20

“I TLV, valore limite soglia (...) non sono stati

sviluppati come standard avente valore legale e la ACGIH (Associazione privata degli Igienisti Industriali USA, ndr) non appoggia un loro uso in tal senso. (...) Non è ammesso che singole

persone o organizzazioni impongano un proprio punto di vista su cosa i TLV (...) sono o su come debbono essere applicati, ovvero attribuiscano valore normativo di standard ai TLV”.

[Fonte: “Criteri per l’utilizzo dei TLV e degli IBE”, approvati dal Consiglio Direttivo ACGIH nel marzo 1988. Traduzione italiana a cura dell’Associazione Italiana degli Igienisti Industriali (AIDII)].

(21)

Per questo, non è assolutamente accettabile sul piano sociale e valido sul piano scientifico

stabilire dei valori limite per gli agenti

cancerogeni nell’ambiente interno ed esterno ai luoghi di lavoro; sostanze tossiche che la ELCON vorrebbe trattare nel suo impianto con le

conseguenti emissioni di Diossine, Furani, PCB, IPA, Benzene, metalli, polveri sottili e altre

sostanze tossi-cancerogene. Sui TLV, non va poi taciuta la puntuale denuncia svolta da Castelman e Ziem circa l’azione di condizionamento condotta dalle

multinazionali chimiche al fine di un mantenimento di alti valori limite TLV ai danni della salute delle persone

esposte.

Castelman B.I. & Ziem G.E. - Corporate influence on Threshold Limit Values.

(22)

22

Infatti, per quanto concerne gli agenti cancerogeni, va sottolineato, anche in

questa sede, che nell’ambiente di lavoro - come altrove - non sono ammissibili limiti soglia di esposizione, dato che la relazione dose-risposta, generalmente strutturata

secondo il modello multistadio, è lineare senza soglia e, pertanto, gli agenti

cancerogeni vanno sostituiti con sostanze non tossi-cancerogene, ovvero non dannose per la salute. (Si veda anche il D.Lgs. 626/94, art. 64, comma c).

(23)

“Si deve dire che per un cancerogeno di nota identità c’è un solo livello di

esposizione scientificamente accettabile ed è quello zero: il

cancerogeno deve semplicemente scomparire dall’ambiente e restare negli impianti purché questi siano costruiti in modo da escludere ogni contatto tra l’agente e l’uomo, entro e fuori la fabbrica.

E ciò per vari ordini di motivi:

(24)

24

“ 1. Un agente cancerogeno è o può essere mutageno e come tale avere un effetto che dipende dalla dose e non dalla concentrazione.

Talvolta nei lavori di medicina occupazionale questi termini vengono usati con qualche impropria

scambiabilità. Qui basti sottolineare che data la premessa - cui sono interni il concetto di sezione

d’urto molecolare e dose efficace elementare - qualsiasi dose

cumulativa che di questa sia multipla è una dose di rischio indipendentemente dal volume e dal tempo in cui è diluita.

Ciò che cambia è soltanto la probabilità associata al rischio che è comunque maggiore di zero e tende ad uno col crescere della dose, per qualsiasi

concentrazione non nulla;

(25)

“2. Quanto precede è tanto vero che una

cancerogenesi chimica o fisica può essere l’effetto di un’unica dose completamente metabolizzata ed

escreta;

3. È largamente inesplorato tutto il versante delle

interazioni in questo come in altri settori: l’effetto della somma può non essere uguale alla somma degli

effetti, quando variino la qualità e la quantità di agenti oncogeni, le sedi e i modi di contatto, etcetera. Allora, la non additività può essere semplicemente

moltiplicativa e un rischio stimato irrilevante diventare altissimo.

Confermando, quindi, quanto già detto,

l’organizzazione della prevenzione di un noto

cancerogeno è l’azzeramento del suo MAC” (o TLV).

Giulio A. Maccacaro, Per una medicina da rinnovare, pagg. 314-315,

(26)

26

Si tratta di nozioni e valutazioni scientifiche pacificamente

condivise dai ricercatori del settore (oncologi, tossicologi, medici del

lavoro, farmacologi, biochimici, genetisti, studiosi di altre

discipline).

(27)

Va ancora ribadito che fra i ricercatori, i tecnici del settore e gli studiosi dei

processi di oncogenesi, è pacifico il fatto che non esiste una soglia di

esposizione, anche infinitesima, ad un agente cancerogeno, al di sotto della quale non vi sia rischio oncogeno per la/le persone esposta/e;

l’unica soglia scientificamente valida e protettiva per la salute dell’uomo, della donna e dell’ambiente è quella

corrispondente al valore zero.

(28)

28

In proposito, merita sottolineare che

quanto anzidetto trova conferma anche da parte dell’Agenzia IARC, della

Organizzazione Mondiale della Sanità.

Infatti, la IARC afferma (nella sua monografia del 1977 relativa alla

valutazione del rischio cancerogeno di diverse sostanze), per esempio: “non è possibile stabilire un livello di

esposizione all’amianto che possa essere considerato privo di rischio oncogeno”.

(29)

Non vanno poi taciute le valutazioni e le posizioni scientifiche assunte al riguardo da Agenzie ed Enti internazionali e nazionali che di seguito si

sintetizzano:

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 1987; 1993) assume esplicitamente il principio di assenza di soglia per i cancerogeni nelle Linee Guida per la Qualità dell’Aria per l’Europa.

Infatti, per i cancerogeni è presentato il principio di assenza di soglia, che nelle conclusioni relative ad ogni singola sostanza appartenente a questa categoria è sintetizzato dalla frase

“Nessun

livello sicuro può essere indicato”.

(30)

30

«I cancerogeni genotossici inducono il cancro in conseguenza di un’azione diretta delle sostanze stesse, o di un loro metabolita, con il DNA.

Da quanto è conosciuto sulla genotossicità, è generalmente assunto che non può essere

identificata una soglia per i cancerogeni

genotossici (ovvero, non è possibile definire un

“livello senza effetto”) e l’esposizione umana

anche a livelli molto bassi a queste sostanze può presentare un rischio di induzione di tumori.»

(Unione Europea, 1998 – Documenti di guida tecnica per la valutazione del rischio per le “Nuove Sostanze Notificate” e per le “Sostanze

Esistenti”).

(31)

L’USEPA e la FDA statunitensi, come noto, assumono il principio di assenza di soglie per i cancerogeni.

In Italia, la Commissione Consultiva

Tossicologica Nazionale (CCTN), dopo aver descritto l’approccio per la valutazione del

rischio per le sostanze tossiche con una soglia, specifica che «Quando esistono elementi

sufficienti per ritenere verosimile che

l’esposizione dell’uomo ad una sostanza possa provocare lo sviluppo di tumori o danni genetici trasmissibili, non sono applicabili fattori di

sicurezza» (CCTN, 1990).

(32)

32

Concetti ribaditi anche in tempi più ravvicinati da una direttiva europea:

“l’Arsenico, il Cadmio, il Nickel e alcuni

idrocarburi policiclici aromatici sono agenti cancerogeni umani genotossici – per i quali - non esiste una soglia identificabile al di

sotto della quale queste sostanze non comportano un rischio per la salute umana.”

(Direttiva 2004/107/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 dicembre 2004, concernente l’arsenico, il cadmio, il mercurio, il nickel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell’aria”).

Riferimenti

Documenti correlati

La direttiva 2010/40/UE (direttiva ITS) è stata concepita per fungere da quadro per accelerare e coordinare la diffusione e l'uso degli ITS applicati al trasporto su strada e alle

Follonica cittadina in provincia di Grosseto (Toscana), è posizionata al centro del golfo omonimo con di fronte le meravigliose isole dell'Arcipelago Toscano,

(28) Tenuto conto dell'ulteriore apertura alla concorrenza dei servizi postali della Comunità e del fatto che detti servizi sono forniti tramite una rete da

(1) In occasione di nuove modificazioni alle direttive 92/50/CEE del Consiglio del 18 giugno 1992 che coor- dina le procedure di aggiudicazione degli appalti pubbli- ci di servizi (

(29) La presente direttiva non dovrebbe precludere agli Stati membri di mantenere o emanare norme più severe in materia di prevenzione e riparazione del danno ambien- tale, né

La Scuola di Scienze della Salute Umana dell’Università di Firenze offre agli studenti la possibilità di scegliere fra 4 Corsi di Laurea Magistrale a ciclo unico, 15 Corsi di Lau-

▪ Fornendo ai professionisti un’adeguata conoscenza della fisiologia del microbiota intestinale, del suo contributo al mantenimento dello stato di salute, della sua evoluzione

1. Gli Stati membri esigono che le succursali di paesi terzi tengano un registro che consenta loro di annotare e tenere una registrazione completa e precisa di