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Corso di Ragioneria ed Economia Aziendale A.A. 2021/2022

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Academic year: 2022

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Testo completo

(1)
(2)

Differenti configurazioni di capitale

Ø Il Capitale economico

Ø Il Capitale netto di funzionamento

Ø Il Capitale di liquidazione

(3)

Il Capitale di liquidazione

• Valore che può essere assegnato all’azienda in fase di cessazione dell’attività per liquidazione dell’attivo e del passivo

• Si basa sul presupposto di una vendita diretta e separata (per stralcio) dei componenti dell’attivo ed estinguendo i debiti residui

• Si determina sommando i valori di realizzo assegnati ai singoli elementi dell’attivo al netto delle obbligazioni che dovranno essere assolte

• Talvolta il valore del capitale economico potrebbe essere inferiore al capitale di liquidazione e questo potrebbe indurre la decisione di liquidazione dell’attività

(4)

Il Capitale economico (1/2)

• Rappresenta il valore di complesso aziendale definito in base al flusso prospettico di reddito, secondo le attese del valutatore

• Esprime tutte le condizioni e le potenzialità di produzione, anche quelle astratte che risultano determinanti ai fini dell’esistenza dei flussi di reddito

• Costituisce un punto di riferimento per orientare le decisioni in merito al prezzo di cessione dell’azienda

• Costituisce il limite superiore per qualsiasi valutazione del capitale di un’impresa in funzionamento

• Il capitale economico è “un valore unico derivante dalla capitalizzazione dei redditi futuri”

(5)

Qualora si ritenesse indefinita la vita utile dell’impresa il valore del Capitale Economico può essere determinato con la seguente formula

Valore attualizzato del flusso di redditi futuri che l’impresa presume di realizzare durate tutta la sua vita utile (indefinita)

Ce = R i

• R = Reddito medio presunto

• i = Tasso di attualizzazione

Il Capitale economico (2/2)

(6)

Capitale netto di funzionamento (1/3)

Non è un valore unico ma deriva dai valori assegnati agli investimenti in essere (attività) e alle obbligazioni da estinguere

(passività), in una prospettiva di continuazione dell’attività

A P

CNF

Capitale Netto di

Funzionamento = Attività - Passività SP

(7)

• E’ frequentemente determinato per assegnare ad un periodo il reddito relativo ai processi produttivi che hanno avuto compimento nello stesso

• Risente dell’applicazione del principio di prudenza e di ragionevolezza

- Non vanno considerati gli utili non realizzati

- Devono essere considerate tutte le perdite, anche se temute

Il Capitale netto di funzionamento (2/3)

(8)

L’ipotesi che l’impresa continui a funzionare dopo il primo esercizio (ipotesi di continuità della gestione o going concern) implica che i valori delle operazioni in corso siano determinati tenendo conto di come si potranno svolgere le combinazioni produttive.

A tal fine: come valutare gli elementi attivi e quelli passivi?

ATTIVITA’:

vengono valutate come beni (materiali e immateriali) in rimanenza alla fine del periodo, e disponibili per le future combinazioni produttive.

PASSIVITA’:

vengono valutate come obbligazioni da soddisfare.

Il Capitale netto di funzionamento (3/3)

(9)

•La valutazione delle attività è connessa alle loro prospettive di utilizzo nelle future combinazioni produttive

•Tale valutazione è funzione dei ricavi futuri che si realizzeranno alla chiusura dei circuiti produttivi consentendo il recupero di tali investimenti

La misura di tali ricavi dipende dal prezzo ricavato:

dalla vendita diretta del bene (realizzo diretto)

Si utilizza per valutare prodotti finiti, merci,

semilavorati

dalla vendita dei prodotti all’ottenimento dei quali

ha concorso il bene in rimanenza

(realizzo indiretto)

Il valore delle Attività

(10)

• E’ rappresentato da una quota-parte del prezzo che l’impresa ritiene di poter realizzare vendendo direttamente il bene in rimanenza

• Si utilizza per valutare beni destinati alla vendita (merci, prodotti finiti, semilavorati)

• Si determina in funzione del rapporto tra il costo del bene in rimanenza e il costo totale della combinazione produttiva cui il bene partecipa

Il valore di presumibile realizzo diretto

(11)

Il valore di presumibile realizzo indiretto

• E’ rappresentato dalla quota-parte del prezzo che l’impresa ritiene di poter realizzare vendendo il prodotto ottenuto col concorso del bene in rimanenza

• Si utilizza per valutare i beni non destinati alla vendita (ffs, ffr, semilavorati)

•Si determina in funzione del rapporto esistente tra il costo del bene in rimanenza e il costo totale della combinazione produttiva cui il bene partecipa

(12)

Lo spazio dei valori ragionevoli

I valori di presumibile realizzo diretto ed indiretto rappresentano i valori massimi che possono essere assegnati alle attività, oltre tali limiti i valori attribuiti sono non ragionevoli, poiché irrealizzabili nelle prospettive della attività futura dell’impresa

(13)

Lo spazio dei valori ragionevoli: Attività

Valore di presumibile realizzo > Costo

Valore di realizzo

Costo

Valore di presumibile realizzo = Costo

Valore di realizzo

=Costo

Valore di presumibile realizzo < Costo Costo

Valore di realizzo Spazio dei

valori ragionevoli Valori non ragionevoli

(14)

Lo spazio dei valori ragionevoli: Passività

I valori delle passività possono essere rappresentati da una fascia di valori compresi tra il valore nominale dell’obbligazione e il valore di presumibile estinzione

Valore di presumibile estinzione < VN

Valore nominale

Valore di presumibile estinzione

Valore di presumibile estinzione = VN VPE=

VN

VPE Spazio dei

valori ragionevoli

UNICO VALORE RAGIONEVOLE

(15)

Il principio della prudenza (1/2)

Definita l’area dei valori ragionevoli assegnabili alle attività e alle passività del capitale, si deve decidere a quale di essi è più opportuno fare riferimento

LOGICA DEL PRINCIPIO DELLA PRUDENZA

i valori da assegnare alle attività sono definiti scegliendo i più bassi tra quelli ragionevoli (di regola i più bassi sono quelli di costo) perché presentano la più elevata probabilità di realizzarsi

(16)

Il principio della prudenza (2/2)

Gli utili futuri presunti non devono essere anticipati a favore del periodo in chiusura.

Essi appartengono al periodo in cui i ricavi saranno realizzati (principio della realizzazione dei ricavi).

Le perdite e i costi futuri presunti devono essere anticipati al periodo in chiusura

PERDITE TEMUTE, SI!

UTILI SPERATI, NO!

(17)

Convenzioni per la valutazione di attività e passività

Le attività vanno iscritte al costo d’acquisto o di produzione

OPPURE

valore di presumibile realizzo, se inferiore

Le passività vanno iscritte al valore nominale

OPPURE

valore di presumibile estinzione, se superiore

MINOR VALORE PER LE ATTIVITA’

MAGGIOR VALORE PER LE PASSIVITA’

Costi/perdite future presunte derivanti da rischi che già gravano sulla gestione devono essere imputati al reddito esercizio in chiusura

Imputazione al periodo dei COSTI

FUTURI

(18)

ESERCIZIO:

I RAPPORTI TRA

CAPITALE ECONOMICO

E CAPITALE DI FUNZIONAMENTO

(19)

Posto che l’azienda Alfa SpA presenti un Valore di Capitale Economico pari a € 300, un Capitale di Funzionamento pari a € 250 ed un Capitale di Conferimento pari a € 200, si rappresenti graficamente (con breve descrizione) un’ipotesi di:

1. Stima corretta del capitale;

2. Stima ragionevole ma non prudente del capitale;

3. Sottostima del capitale;

4. Annacquamento del capitale

Esercizio sul capitale

(20)

Capitale di conferimento 200

Capitale di

risparmio Riserve di utili palesi

Capitale netto di funzionamento 250

Capitale

Economico 300 +

-

Capitale netto di bilancio 250

=

HP1: Stima corretta del capitale (1/2)

Potenzialità inespresse (riserve potenziali)

(21)

HP1: Stima corretta del capitale (2/2)

Descrizione:

Si attribuiscono agli elementi del capitale valori ragionevoli e prudenti.

(22)

Capitale di conferimento 200

Capitale di risparmio (valore contabile)

Riserve di utili palesi

Capitale netto di funzionamento 250

Capitale Economico 300

Potenzialità inespresse (riserve potenziali)

+

-

Capitale netto di bilancio 270

HP2: Stima ragionevole ma non prudente (1/2)

(23)

HP2: Stima ragionevole ma non prudente (2/2)

Descrizione:

Si attribuiscono agli elementi attivi del capitale valori ragionevoli ma superiori al minimo prudenziale (non prudenti), agli elementi passivi valori più contenuti rispetto a quelli di presumibile estinzione.

(24)

Capitale di conferimento 200

Capitale di

risparmio Riserve di utili palesi

Capitale netto di funzionamento 250

Capitale Economico 300

Potenzialità inespresse (riserve potenziali)

+

-

Capitale netto di bilancio 220

Riserva di utile occulta

HP3: Sottostima del capitale (1/2)

(25)

HP3: Sottostima del capitale (2/2)

Descrizione:

Si attribuiscono alle attività dei valori al di sotto di quelli ragionevoli e prudenti (sottostima di attività) e/o si sovrastimano le passività.

In bilancio si crea una Riserva Occulta.

(26)

Capitale di conferimento 200

Riserve di utili palesi

Capitale netto di funzionamento 250

Capitale

Economico 300 +

-

Capitale netto di bilancio 320

Annacquamento di capitale

HP4: Annacquamento del capitale (1/2)

(27)

HP4: Annacquamento del capitale (2/2)

Descrizione:

Il capitale netto di bilancio risulta complessivamente sopravvalutato rispetto alle reali potenzialità future.

I valori assegnati al capitale di bilancio oltre il limite del suo capitale economico (Annacquamento di capitale) sono privi di significato economico, poiché irrealizzabili.

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