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ritenuto appropriato per età fra i 3 e gli 81 anni, anche se il campione di confronto comprende solo persone fra i 3 e i 19 anni.

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Academic year: 2022

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Valutazione

Nonostante la prosodia abbia grande importanza per la comunicazione di ogni giorno, gli strumenti a nostra disposizione per valutarla sono pochi, e poco si sa riguardo al corso del suo sviluppo tipico. Per questo motivo, la nostra capacità nel fare una diagnosi e caratterizzare accuratamente i disturbi prosodici per fini terapeutici è limitata. Eppure gran parte degli individui nello Spettro Autistico presenta deficit di prosodia e questo ha un impatto negativo considerevole sulle loro opportunità di trovare lavo- ro e vivere con successo i rapporti sociali. Per quanto i deficit espressivi predominanti sembrino legati a risonanza, enfasi e formulazione, mol- te altre problematiche della prosodia sono state identificate in persone con ASD e comprendono una vasta gamma tonale: discorso monotono, sillabe prolungate, sillabe omesse, cadenza rapida, ritmo stentato, volu- me basso e voce stridente. Quando comunicazione o accettazione sociale sono compromesse da una qualità vocale insolita e/o da una difficoltà nella modulazione del volume, del tono o del ritmo, è chiaro che l’indivi- duo ha carenze prosodiche e necessita di un supporto.

Per determinare dove intervenire dobbiamo caratterizzare la specifica costellazione di difficoltà prosodiche. I pochissimi strumenti di valutazio- ne standard che esistono per persone di questa età sono descritti nel pre- sente capitolo. Purtroppo essi hanno un campo d’applicazione limitato oppure sono scomodi da utilizzare, cioè richiedono troppo tempo perché sia realisticamente possibile fruirne all’interno di una valutazione clini- ca della comunicazione. Quindi, qui forniamo uno strumento agile che permetta una valutazione delle qualità di specifiche carenze prosodiche.

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Questo strumento non è inteso per valutare la gravità delle carenze, ma per indicare al terapista che sono presenti. Per determinare quali tecni- che di intervento siano indicate è necessaria una preparazione riguardo alle difficoltà specifiche nelle aree di qualità laringea e risonanza (nasalità e volume), tono, ritmo (cadenza, fluenza e formulazione) ed enfasi. Va- lutare il vostro studente con questa scala vi permetterà di determinare quali capitoli di questo libro siano appropriati per lui. Linee guida più specifiche e dettagliate sono incluse in ogni capitolo assieme a strumenti per valutare i risultati.

Sono pochi i test formali sulla prosodia disponibili e la standardizza- zione è limitata. Mentre la maggior parte dei test linguistici ha migliaia di campioni normativi stratificati, i test sulla prosodia hanno campioni di standardizzazione che vanno da meno di 100 a un massimo di 800. Non ci sono moduli o quesiti diversi per età diverse. Ogni test valuta aspetti diversi della prosodia in modo molto differente. Alcuni test offrono un modello di risposta corretta, mentre altri prevedono punteggi ricavati at- traverso il campionamento del linguaggio spontaneo.

Kalathottukaren, Purdy e Ballard (2015) hanno fatto una panoramica attenta, identificando nove test sulla prosodia. Se si eliminano i test con esempi normativi di meno di 100, o quelli che non sono rappresentativi dell’intervallo d’età per cui è inteso questo programma, restano quattro test. Dei due che valutano aspetti multipli, solo uno copre sia bambini sia adulti.

I due test che valutano aspetti multipli della prosodia sono il Profiling Elements of Prosodic Systems – Children (PEPS-C) (Peppé e McCann 2003) e il Prosody Voice Screening Profile (PVSP) (Shriberg et al. 1990).

Questi sono gli strumenti di valutazione più conosciuti e largamente usa- ti, primariamente per fini di ricerca.

Il PVSP valuta la produzione prosodica ed è la valutazione più valida da un punto di vista ecologico.1 Per il PVSP, il campione è composto da 200 individui con sviluppo tipico da usare come paragone. Il PVSP è

1 N.d.C. Per validità ecologica si intende la caratteristica di una procedura di ricerca che misu- ri effettivamente ciò che presume di misurare. Una ricerca è ecologicamente valida quando l’ambiente di cui i soggetti fanno esperienza ha le caratteristiche che il ricercatore suppone o assume. In altre parole un test è tanto più ecologico tanto più misura abilità e competenze nello stesso modo in cui si esprimono nella vita di tutti i giorni.

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ritenuto appropriato per età fra i 3 e gli 81 anni, anche se il campione di confronto comprende solo persone fra i 3 e i 19 anni. Per somministrare il PVSP si raccoglie un campione di discorso spontaneo, che è trascritto e a cui è dato un punteggio a mano, per valutare la prosodia e le caratte- ristiche vocali, che comprendono qualità vocale, volume, tono, cadenza, formulazione ed enfasi.

Il PEPS-C, invece, rappresenta a oggi il tentativo migliore per valutare formalmente la prosodia in modo standardizzato. Esso permette la va- lutazione di bambini dai 5 ai 14 anni e come campione normativo ha un gruppo di 120 bambini e giovani adolescenti. La somministrazione dura circa un’ora. Questo test valuta sia la comprensione sia l’espressione in un numero di sottocategorie della prosodia, fra cui influenzare, segmentare, alternanza nel prendere la parola, concentrarsi e intonazione e prosodia.

La valutazione di “intonazione e prosodia” comprende il tono/melodia e l’imitazione. Le altre quattro categorie (influenzare, segmentare, alter- nanza nel prendere la parola, concentrarsi) misurano la comprensione e la produzione di significato attraverso la prosodia. Questo test non preve- de una valutazione dell’enfasi. Il PEPS-C non prevede scomode trascri- zioni né l’assegnazione di punteggi su campioni di discorso spontaneo, ed è molto più facile da somministrare del PVSP.

Tuttavia, il PEPS-C non è ecologicamente valido quanto il PVSP. Il PEPS-C rischia di sottostimare il livello delle carenze perché prevede una scelta forzata, in cui l’individuo valutato ha due alternative. Inoltre, esso fornisce un feedback correttivo, che serve ad assicurarsi che la persona testata capisca il compito, ma solleva la questione se il test valuti realmen- te le abilità che cerca di analizzare e che vengono usate in un contesto naturale, oppure consideri semplicemente la capacità della persona di rispondere alle richieste del test. Questo è sicuramente un problema per qualsiasi test che cerchi di valutare un comportamento spontaneo (per esempio interazione sociale, conversazione, abilità di generare narrati- va) in un ambiente non naturale. Nel mondo reale, l’attenzione di una persona non è specificamente catturata dalla prosodia. Poiché sappiamo così poco, come campo, riguardo allo sviluppo della prosodia, il PEPS-C non prevede quesiti diversi per età diverse. Nel PEPS-C agli adolescenti vengono posti gli stessi quesiti posti ai bambini. Questo pone dei limiti alla valutazione, verso l’alto e verso il basso.

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Dei due test per la prosodia affettiva che hanno norme adeguate, il Social Cognition of the Advanced Clinical Solutions (ACS) (Pearson 2009) valuta la gamma più estesa di aspetti della prosodia affettiva e ha le norme più complete. Le emozioni espresse attraverso la prosodia che vengono prese in esame comprendono felicità, tristezza, rabbia, sorpresa, paura, disgusto, sarcasmo e neutralità. Queste vengono valutate attraverso l’ab- binamento prosodia-volto e prosodia-coppia. Il campione normativo per questo test è di 800 individui, di età fra i 16 e i 90 anni e senza storia pre- gressa di problemi medici, di sviluppo, neurologici o psichiatrici. Questo campione riflette la proiezione data dal censimento del 2005 negli Stati Uniti su etnia e educazione. Il test è altamente affidabile in riferimento alla consistenza interna per i subtest di prosodia (alfa fra 0,64 e 0,85).

L’intero test richiede da 30 a 40 minuti per essere svolto. La sua grande debolezza è che prende in esame solo abilità ricettive e non si cura della prosodia affettiva espressiva.

L’altro test che prevede norme ragionevoli è il Florida Affect Battery (FAB) (Bowers, Blonder e Heilman 1999). Esso sembra fare un buon lavoro di valutazione della comprensione della prosodia affettiva (felicità, tristezza, rabbia, paura, neutralità) in partecipanti fra i 18 e gli 84 anni, at- traverso il discernimento della prosodia, la verbalizzazione dei sentimenti e l’abbinamento di espressioni facciali emotive con la prosodia affettiva.

IL FUTURO DELLA VALUTAZIONE PROSODICA

È necessario sicuramente sviluppare valutazioni della prosodia nuove e più avanzate. Naturalmente, servono strumenti che siano completi, ma anche sensati per la somministrazione in ambito clinico. Questi strumenti dovranno registrare i tratti comportamentali in modo da essere ecologica- mente validi, valutando quindi la prosodia in situazioni di vita quotidiana (non concentrando l’attenzione dell’individuo verso lo specifico compor- tamento che viene esaminato ed evitando di dare indicazioni su come rispondere ai quesiti del test). I test dovranno anche avere un campione normativo ampio, rappresentativo e stratificato per età, oltre a forti pro- prietà psicometriche.

L’aspetto più difficile nello sviluppare un test di prosodia ha a che fare con il modo in cui la prosodia viene concettualizzata in generale e nelle popolazioni specifiche. I nostri modelli sono limitati dalla mancanza di

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dati: c’è poca evidenza empirica riguardo allo sviluppo tipico della pro- sodia e a quali abilità prosodiche dovrebbe avere una persona a ogni età.

Abbiamo poche informazioni basate sullo sviluppo o su basi neurologi- che per classificare le sottocategorie di prosodia. Possiamo fare affida- mento unicamente su informazioni sul modo in cui la prosodia diventa deficitaria.

Costruire un modello di prosodia più completo sarà un processo itera- tivo. Richiederà una ricerca comportamentale e neurofisiologica, oltre a una valutazione empirica dell’efficacia dei tentativi fatti nel porre rimedio ai deficit di prosodia. Le reazioni alla terapia possono essere istruttive riguardo a ciò che non funziona.

LO STRUMENTO DI SCREENING

In breve, disponiamo di pochi strumenti standardizzati utili alla valuta- zione della prosodia in partecipanti con sviluppo atipico. Gli strumenti a disposizione o hanno un ambito limitato o sono troppo elaborati per l’uso in un contesto clinico. Si dà per scontato che se state leggendo que- sto libro conosciate qualcuno in cui avete già identificato difficoltà nella prosodia. È anche probabile che queste carenze abbiano un impatto si- gnificativo sull’abilità di quella persona nel comunicare in modo efficien- te, sull’impressione sociale che l’accompagna e sulle sue interazioni con gli altri. L’obiettivo della vostra valutazione iniziale è, quindi, identificare gli aspetti specifici della prosodia che presentano un deficit e compromet- tono la comunicazione dell’individuo. Come abbiamo affermato nell’in- troduzione a questo libro, non tutte le lezioni sono appropriate per tutti gli individui con carenze prosodiche. Le lezioni scelte devono essere a misura delle fragilità tipiche del partecipante. Sapete che il vostro stu- dente ha una prosodia carente; vi rimane da caratterizzare la qualità del deficit. A questo scopo forniamo la checklist che trovate in appendice a questo capitolo.

Per usare la lista, registrate un campione di linguaggio del vostro stu- dente in cui il partecipante racconta qualcosa e sostiene una conversa- zione. La lista vi permetterà di caratterizzare questo campione rispetto a qualità vocale (nasalità e volume), tono, ritmo (cadenza, fluenza e formu- lazione) ed enfasi. Lo screening fornito valuta qualitativamente i deficit di prosodia espressiva. Gran parte di questo programma si concentra sullo

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sviluppo di tale aspetto. La comprensione di timbro, volume e significato prodotta dalla formulazione e dalla variazione di tono sono monitorate e affrontate man mano che si presentano. La comprensione di significato prodotta dall’enfasi è affrontata in modo diretto. Nel capitolo sull’enfasi (Capitolo 7), si dà importanza al capire come il significato cambi al muta- re dell’enfasi. Per esempio, allo studente è richiesto di articolare i diversi significati di una frase basati su un cambiamento nelle parole su cui è posta l’enfasi. Mentre lo strumento di screening valuta i deficit di pro- sodia espressiva, valutazioni iniziali e finali più dettagliate e specifiche, contenute in ogni capitolo, prendono in esame anche la comprensione.

Una volta identificate le specifiche aree di deficit prosodico, saprete quali capitoli di lezioni adottare con il vostro studente. Inizierete l’in- tervento con le cinque lezioni nel capitolo sulla modulazione emotiva e comportamentale (Capitolo 2). Questo è necessario perché lo stress in- terferisce in modo significativo con la capacità di usare le strategie pro- poste. Lo stress disturba il processo cognitivo, che ha un impatto sulla comprensione e formulazione del linguaggio e crea tensioni nel corpo che possono interferire con timbro e volume. Quando lo studente avrà imparato strategie che gli permettono di calmarsi autonomamente, pro- cederete con le lezioni dei capitoli adatti alle sue difficoltà specifiche. A seconda delle necessità, è bene inserire dei promemoria sull’impiego di queste strategie nelle lezioni. Se uno studente ha bisogno di lavorare su più di un capitolo, potete alternare lezioni di diverso tipo. Per esempio, potrebbe avere una voce ipernasale ed essere balbuziente. È probabile che abbia anche difficoltà nell’enfatizzare in modo appropriato le parole importanti nella conversazione. Per quello studente, dopo le lezioni sulla modulazione emotiva e comportamentale, potrete combinare lezioni del Capitolo 3, Voce: creare un timbro maggiormente orale, e del Capitolo 5, Ritmo del discorso. Una volta svolti questi, potete procedere con il Capi- tolo 7, Enfasi.

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APPenDICe

SCREENING PER LA VALUTAZIONE QUALITATIVA

Aspetti

di prosodia Carenze osservate nell’espressione Spunta quesiti applicabili Qualità vocali

(qualità laringee e risonanza)

Nasalità

Manifesta eccessive qualità nasali

Parla troppo forte la maggior parte del tempo

La voce è stridente

È incapace di diminuire il volume di voce in contesti specifici

Ha difficoltà a sussurrare

Volume

Manifesta voce pressoché non udibile (volume molto basso)

Parla troppo piano la maggior parte del tempo

Ha una voce sospirata

Ha una voce gracchiante, bassa Qualità vocale eccessivamente di gola È incapace di produrre un tono chiaro, puro, non ostacolato

Ha bocca e lingua tese

I muscoli che coinvolgono la respirazione sono contratti

Trattiene con forza le proiezioni di qual- siasi tono

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23 (segue) Aspetti

di prosodia Carenze osservate nell’espressione Spunta quesiti applicabili

Ritmo (cadenza, fluenza,

formulazione)

Ha difficoltà nel proiettare la voce a di- stanza

È incapace di aumentare il volume di voce in contesti specifici

In situazioni sociali, non si adatta al volu- me degli altri

Parla troppo velocemente

Produce parole incomprensibili a causa dell’elisione

Ha pronuncia errata/suoni biascicati Cancella le sillabe in parole lunghe (es.“tefono” invece di “telefono”)

Segmenta le parole con poca attenzione alla fine della frase e alla punteggiatura, o non le segmenta affatto

Mette insieme frasi e periodi senza capo né coda

Fa le pause nei punti sbagliati delle frasi Fa pause troppo corte

Suona sconclusionato Lascia parole e frasi a metà

Le frasi vengono ricominciate o ripetute Ripete le sillabe

esita eccessivamente (es. “ehm”, “uh”) Revisiona eccessivamente (qualificativi)

SCREENING PER LA VALUTAZIONE QUALITATIVA (seguito)

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Aspetti

di prosodia Carenze osservate nell’espressione Spunta quesiti applicabili

Tono

È incapace di regolare e controllare il tono – produce suoni alti o bassi

Il tono generale è troppo alto Il tono generale è troppo basso

Il tono del discorso è decisamente mo- notono

Il discorso è cantilenato

Il tono non viene adattato a seconda de- gli interlocutori (es. non è più alto quan- do parla con i bambini rispetto a quando parla con gli adulti)

Ha difficoltà a usare il tono per esprimere affermazioni piuttosto che domande Il tono non è usato per esprimere senti- mento

Il tono non è usato per rispondere al sen- timento di un altro

Enfasi

È incapace di accentare una sillaba al po- sto di un’altra nelle parole per distinguere nomi e verbi

È carente nell’uso del volume nell’enfatiz- zare parole importanti

È carente nell’uso dei cambi di tono nell’enfatizzare parole importanti

È carente nell’uso dell’aumento di durata nell’enfatizzare parole importanti enfatizza allo stesso modo tutte le parole di una frase

SCREENING PER LA VALUTAZIONE QUALITATIVA (seguito)

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25 Aspetti

di prosodia Carenze osservate nell’espressione Spunta quesiti applicabili

Enfasi

enfatizza le parole che non sono impor- tanti in una frase

enfatizza solo le parole più importanti di una frase e non quelle di secondaria im- portanza

enfatizza le parole in affermazioni brevi (frasi singole) ma non in discorsi più lun- ghi

È carente nell’usare la voce per riflettere le emozioni

L’enfasi non è utilizzata per esprimere emozione

L’enfasi non è utilizzata per rispondere all’emozione altrui

SCREENING PER LA VALUTAZIONE QUALITATIVA (seguito)

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