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LA NUOVA VITA DELLA PUNTEGGIATURA SUI SOCIAL: DA STRUMENTO SINTATTICO A STRUMENTO COMUNICATIVO. 1. Una comunicazione competitiva e micro-comunitaria

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LA NUOVA VITA DELLA PUNTEGGIATURA SUI SOCIAL:

DA STRUMENTO SINTATTICO A STRUMENTO COMUNICATIVO

1. Una comunicazione competitiva e micro-comunitaria

In un post comparso il 15 settembre 2016 sul portale noetica.it, con un po’ di sarcasmo l’autrice del pezzo (Silvia Trigilio) sosteneva che

ogni giorno […] su facebook e whatsapp, si consumano miliardi di errori co- municativi che la memoria non potrà mai cancellare, errori che decretano la fine di relazioni, di contratti di lavoro, di decennali amicizie. Errori che spes- so potrebbero essere evitati, grazie ad un uso consapevole della grammatica e – oggetto di questo post – della punteggiatura (www.noetica.it/scrivere-per- il-web-come-usare-la-punteggiatura/).

Al di là dei contenuti iperbolici di questa affermazione, interessa qui la crono- logia della testimonianza: solo di recente, infatti, il mondo del web si sta ponendo il problema dell’uso della punteggiatura nella «scrittura ‘liquida’» dei social network (FiorEntino 2016: 65)1. Nel post citato l’argomento viene affrontato da un punto di vista normativo, ovvero si spiega come si dovrebbe usare la punteggiatura sui social.

Nel contributo che qui si presenta si persegue invece un obiettivo descrittivo, e in particolare si tenta di esaminare in che modo venga impiegata la punteggia-

* Università per Stranieri di Siena.

1 Sulla scrittura digitale i lavori sono ormai moltissimi. Mi limito a segnalare le monografie di tavoSaniS 2011; Prada 2015; PalErmo 2017; tra i numerosissimi altri contributi, si tengono presenti in questa sede (in quanto sintesi dello stato dell’arte sulla questione) antonElli 2016;

FiorEntino 2016; PiStolESi 2014.

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tura nei testi contemporanei pubblicati sui social network. Tali testi hanno carat- teristiche specifiche che li differenziano da quelli “tradizionali”, prima fra tutte la

«conquista dello status di “autore” per l’uomo qualunque» (PalErmo 2017: 43).

Dalla concessione potenzialmente universale della patente di “autore” derivano a cascata una serie di potenziali problemi per la tenuta del complesso edificio te- stuale, la cui stabilità, fissata nei secoli in ambito letterario, è messa seriamente in discussione proprio dalle scritture digitali dell’uomo qualunque2.

Nell’ambito della costruzione del testo gioca un ruolo di rilievo anche la pun- teggiatura: il suo impiego sui social network ha infatti caratteristiche proprie, e di- verse rispetto alla funzione logico-sintattica che la norma per secoli le ha assegnato (cfr. a riguardo FErrari 2017: 21-23). In questa sede, non occorre ripercorrere nel dettaglio le fruttuose ricerche e le convincenti conclusioni relative al valore del- la punteggiatura nell’italiano contemporaneo; è sufficiente osservare che è ormai condivisa fra gli studiosi l’idea che in molti generi della scrittura digitale «preval- ga l’uso di una punteggiatura emotivo-intonativa» (d’achillE 2016: 176), e che nell’italiano contemporaneo la punteggiatura abbia primariamente una funzione comunicativo-testuale (cfr. FErrari 2017).

L’attenzione di questo contributo è invece rivolta a comprendere se e come la punteggiatura possa rappresentare uno strumento comunicativo, al servizio della funzione che negli ultimi anni appare più propria della scrittura sui social:

la funzione “competitiva”, ben spiegata da un commento che trovo nel corpus esaminato (C378: Paolo – Si ma ormai sui social si è sempre tutti sulla difensiva, pronti ad attaccare. Inoltre è facilissimo fraintendere…3). A partire in particolare dalla comunicazione di argomento politico, da qualche tempo si è andato infatti affermando sui social network uno scopo comunicativo che risponde a una pura logica argomentativa (non informativa, né descrittiva): si scrive per sostenere una tesi, senza valutare la veridicità di ciò che si sta sostenendo.

A ben vedere, la funzione competitiva dei testi sui social rappresenta una con- seguenza delle potenzialità del mezzo: un messaggio su Facebook o su Twitter è infatti letto da un pubblico amplissimo. Questo da una parte stimola la partecipa- zione (innovativa) degli utenti a dibattiti con un numero notevole di interlocutori, ma dall’altra pare spingere all’opposto gli scriventi digitali a rivolgersi a un gruppo ristretto di utenti. L’aggregazione intorno a quelle che altrove ho chiamato «micro- comunità virtuali» (SalvatorE 2018) si manifesta attraverso numerosi strumenti linguistici, in particolare sintattico-testuali (la deissi, l’ordine dei costituenti della

2 La metafora architettonica è di PalErmo 2016: 227; sul testo come edificio in cui tutti gli elementi assumono un proprio ruolo strutturale cfr. anche Prandi/dE SantiS 2011.

3 I commenti sono riportati rispettando fedelmente la veste linguistica dell’originale. In maiu- scoletto il nome dell’autore, mentre al posto del cognome viene inserita una lineetta orizzontale.

Le lettere A-E rappresentano il post commentato, il numero rappresenta l’ordine progressivo dei commenti esaminati.

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frase e, appunto, la punteggiatura). In questa sede ci si concentra in particolare sul ruolo della punteggiatura come elemento linguistico essenziale della scrittura competitiva presente sui social contemporanei.

Si vedano intanto due esempi a loro modo significativi. Il primo è un post pubblicato su Twitter il 5 gennaio 2018 dal cantante Raf, in cui viene pubblicizzato il suo tour in varie città italiane. Il secondo riguarda una serie di commenti a un post comparso sulla pagina Facebook del quotidiano la Repubblica il 20 agosto 2018; l’argomento è la cucina crudista.

In entrambi i casi si tratta di un argomento “innocuo”, vale a dire non tale – in linea teorica – da creare forti contrapposizioni tra gli utenti che fruiscono (leggono e scrivono) dei social network. Se nel primo caso (post di Raf) è di un certo inte- resse il testo di partenza, nel secondo è utile prendere in esame i commenti, e in particolare i primi tre:

1) fortuna che ci sei da oggi in radio ….

Adesso Bari si prepara alla tripletta live ….. scaldate cuore e voce …..

Nel post di RAF cooperano vari canali comunicativi (in particolare verbale e iconografico) e vari strumenti. Tra questi, appaiono caratteristici della scrittura digitale sui social network gli emoji (su cui cfr. almeno PiStolESi 2014: 365-368), che rappresentano elementi comunicativi in tutto complementari rispetto a quelli verbali. Nella nostra prospettiva interessa però la strutturazione del testo, in cui sono presenti tre unità testuali (su cui cfr. FErrari 2014: 86-90) giustapposte l’una all’altra. Tali unità sono separate da un segnale di segmentazione inedito, rappre- sentato dai puntini di sospensione. Se però nella terza ricorrenza (a conclusione del post) la funzione dei puntini appare puramente segmentale, nei primi due casi è forte il sospetto che i puntini abbiano una funzione bivalente. Oltre a scandire le unità testuali del testo, essi celano contenuti impliciti con diverso grado di traspa- renza: universalmente ricostruibili nel primo caso (“sollievo per il raggiungimento del traguardo”), più difficili da decodificare nel secondo, in cui il cantante sembra ammiccare al ristretto gruppo di sostenitori che conosce bene il calendario del suo tour, e di conseguenza date e orari delle tre tappe baresi di cui si parla.

2) lia –Le verdure crude fanno malissimo alle persone che hanno problemi intestinali come colon irritabile stipsi ulcera e tutte le patologie legate all apparato digerente i cibi previa cottura come il vapore consentono una sufficiente conservazione delle proprietà salutari del cibo….il resto è moda e bisness…….saluti cotti che è meglio 😂😂

marco – Ma tutti pazzi chi? Pazzo lo sei già prima se ti esalti per queste mode da bufalari

marcEllo – Quand’è che parlate di quella stupratrice di Asia Argento con cui voi vi siete sempre schierati?

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Nei primi due messaggi gli utenti commentano il contenuto del post schie- randosi, con varie argomentazioni, contro l’abitudine di mangiare cibi crudi. Nel terzo caso, un utente che in realtà è molto probabilmente un troll (profilo falso) sposta completamente l’argomento, rivolgendosi in maniera palese alla micro-co- munità virtuale che non ama gli articoli del quotidiano la Repubblica. Scorrendo i commenti è possibile osservare le due caratteristiche che si sono notate anche nel post di Raf, e che si intendono qui indagare: la competitività accesa dei contenuti (anche laddove l’argomento non parrebbe prestarsi a questa funzione comunicati- va), e il ruolo che giocano i segnali di punteggiatura (in particolare punto interro- gativo e puntini di sospensione).

2. Il corpus

La premessa necessaria per ogni analisi di scritture digitali è che non è possibi- le isolare un corpus quantitativamente esaustivo; per questa ragione, è necessario studiare un gruppo limitato di testi, indagandone alcuni aspetti specifici. Da analisi così condotte si ricavano linee di tendenza, non universali ma abbastanza attendi- bili. Pertanto, per condurre questa ricerca è stato selezionato un corpus di testi corrispondente a 5 post su Facebook di argomento diverso, con relativi commenti.

Si tratta in totale di 703 testi, per 23.199 parole (in media circa 26 parole per ogni testo). Parliamo dunque di testi relativamente brevi, ma – come si tenterà di dimo- strare – densi di contenuto informativo. I post esaminati sono:

(1) Matteo Orfini, 5/1/2018 (215 commenti):

Per la cronaca, la fiscalizzazione del canone è una nostra proposta sto- rica. E rafforza la Rai. Mentre di privatizzazioni che hanno distrutto (o quasi) aziende strategiche del paese ne abbiamo già viste troppe. E direi anche basta.

(2) Mario Monti, 23/11/2017 (118 commenti):

Intervista ad Andrea Pancani Coffee Break, 23 novembre 2017

http://www.la7.it/…/lintervista-a-mario-monti-se-fossi-anco…

(3) Enrico Mentana, 3/1/2018 (150 commenti):

Sulla questione giovani mi batto – qui e in tv, radio e giornali – da mol- ti anni. La situazione è ormai fuori controllo. Ne riassumo alcuni dei contorni più evidenti con due ritagli di articoli, il primo dal Corriere di oggi, il secondo dalla Repubblica del 29 dicembre, rapportati con un grafico del Business Insider americano di settembre. I nostri giova-

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ni sono fuori dalle aziende, che peraltro sono dominate da over 50, e anche per questo scontano uno scarto di visione rispetto alle realtà che dominano l’innovazione e i commerci, in cui la media dei lavoratori sta tra i 27 e i 33 anni.

(4) Claudio Baglioni, 8/1/2018 (168 commenti):

Claudio Baglioni: «La mia rivoluzione con Hunziker e Favino».

(5) Vincenzo Nibali, 13/12/2017 (46 commenti):

Ho letto che la stampa ha riportato delle mie dichiarazioni relative al caso di Froome non corrispondenti alla verità, di seguito il mio pen- siero: «Oggi il mondo dello sport ha ricevuto una brutta notizia. Se la notizia fosse confermata, nessuno mi potrà dare la possibilità di salire sul gradino più alto del podio di Madrid. Sono certo che il tempo ci darà le risposte più opportune».

3. L’analisi

Nella divisione delle occorrenze del corpus, si è tenuto conto di una quadri- partizione delle funzioni assunte dalla punteggiatura: 1) la “tradizionale” funzione logico-sintattica; 2) la funzione di riproduzione di atti illocutori (normale visto l’avvicinamento in queste scritture tra canali orale e scritto); 3) la funzione di seg- mentazione del testo in unità testuali; 4) la funzione di strumento comunicativo che cela implicature e più genericamente contenuti impliciti.

Nel nostro corpus ricorrono più frequentemente segnali di punteggiatura con le funzioni 3 e 4, mentre le prime due rappresentano degli «epifenomeni, […] feno- meni secondari che si manifestano qua e là» (FErrari 2017: 20). I dati quantitativi, tuttavia, contano relativamente, vista la limitatezza del corpus. Nelle prossime pa- gine l’attenzione verrà concentrata sulla quarta delle funzioni elencate, ma è utile qui premettere due notazioni: in primo luogo un segnale può rispondere anche a più di una funzione; in secondo luogo anche in testi come questi si rintraccia un uso logico-sintattico della punteggiatura, ad esempio nel post di Enrico Mentana ma anche in altri commenti. Si cita un esempio per tutti, in cui i segni intermedi (i punti e le virgole) dividono unità sintagmatiche in una frase e più frasi in un periodo:

(6) A26. antonino – Il pubblico servizio deve essere riservato alle attività ministeriali. Non c’è alcuna ragione per giustificare una Rai pubblica, anzi proprio nel campo dell’informazione le privatizzazioni favorireb- bero maggiormente la libertà. Toglierei anche le sovvenzioni ai giornali, ai teatri e a tutti quelli che vogliono vivere di sovvenzioni pubbliche.

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3.1 Segmentare e arricchire il testo

La segmentazione delle unità testuali di cui si compone il testo può essere per- seguita attraverso tutti i segnali di punteggiatura (ad esempio C348: carolina lil-

ly – Antonio…credo che Enrico Mentana si riferisse a Fabio e non a lei. Quando chiedeva…e tu invece cosa hai fatto?). Osservando il nostro corpus, questa funzio- ne appare strettamente legata con la quarta, come accaduto nel post di Raf citato sopra: spesso i segni di punteggiatura rappresentano contemporaneamente segnali testuali (dividono il testo) e segnali comunicativi. In questo secondo gruppo si possono riconoscere sia segnali che forniscono al lettore una chiave interpretativa del messaggio (in particolare ironica, come ad esempio in A73: giuSEPPE – Di- rei un successo questa proposta! Bravi veramente bravi….; su questo aspetto cfr.

SalvatorE 2018), sia segnali utili a legare strettamente il messaggio al cotesto e al contesto, indicando a quale micro-comunità si appartiene (si veda la posizione del- la virgola in D486: marghErita – sulla pazza svizzera sono d’accordo, che e’ pure antipatica ma su Gigi no…scrive belle canzoni), e veicolando contenuti non detti.

Rivolgendo in particolare l’attenzione su quest’ultimo aspetto, si può citare un primo esempio in inglese, per mostrare come queste prerogative siano generali della scrittura digitale, e non soltanto di quella in italiano:

(7) E667. michEllE – support you…your fans in Taiwan

L’autrice del commento al post del ciclista Vincenzo Nibali separa due unità testuali molto concise, la prima delle quali è rappresentata da un verbo. È però abbastanza agevole leggere dietro i puntini anche un contenuto implicito, un am- miccamento alla comunità virtuale di tifosi di Nibali, non solo italiani (quei puntini paiono voler dire proprio questo).

Non sempre le implicature sono però così convenzionali e agevolmente de- codificabili. Tra i commenti al post di Nibali compaiono infatti anche i seguenti messaggi, in cui il compito di decodifica affidato al lettore è assai più complesso:

(8) E655. Peppe – Minimo hai una vuelta in piu..

(9) E660. Aieie – Sapevo che non poteva andare più forte di te ..

I puntini (in entrambi i casi due e non tre) segnalano la conclusione dell’unica unità testuale di cui si compongono i commenti. Si potrebbe pensare a una buona consuetudine di concludere il testo con un segnale di interpunzione, tuttavia tale consuetudine non è propria dei testi sui social network, che per la gran parte si concludono senza nessun segnale di punteggiatura. Evidentemente, l’esigenza di

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inserire quei puntini risponde a una ragione comunicativa più profonda: con tale segnale si vuole offrire ai lettori una chiave interpretativa del messaggio, il cui con- tenuto scarno va completato; e non possono completarlo tutti. Come per il caso del post di Raf in cui solo i suoi fan più appassionati potevano conoscere le date baresi, anche in questo caso solo gli appassionati di Nibali possono sapere che nel settem- bre 2017 il ciclista siciliano è giunto secondo alla Vuelta, corsa a tappe spagnola, alle spalle del britannico Froome, poi incriminato per doping (e ormai scagionato da queste accuse). Insomma il riferimento è a un contesto condiviso, ma condiviso con pochi: l’implicatura è dunque fortemente non convenzionale.

Questo meccanismo di «introduzione nel testo di valori comunicativi di tipo inferenziale» (PEcorari 2017: 79) vale anche per commenti a post di tutt’altro te- nore. Si vedano ora due commenti di carattere politico, e due sui post di Mentana e Baglioni:

(10) A3. carminE – Matteo ciao, io al tuo posto eliminerei il bollo auto fino alla 1.600 di cilindrata rispetto al canone Rai. Sarebbe un provvedimen- to riconosciuto da tutti come più utile ed equo. Saluti, e un sorriso…

(11) B308. mario – parla proprio lui….pezzente.

(12) C341. antonio – Non si parla mai di tutele e politiche attive del lavo- ro…ma di pensioni

(13) D501. cinzia – La Hunzicher è quanto di meglio potesse scegliere..!!!

Tu a chi avevi pensato….?

In questi esempi è facile rilevare dietro l’uso della punteggiatura anche una chia- ra intenzione comunicativa. Ciò che più interessa, però, è osservare la gradazione di non convenzionalità dei contenuti celati dai segnali di punteggiatura. Si parta da quelli di argomento politico: in B308 la decodifica è più agevole, anche se non del tutto convenzionale. È possibile infatti, per molti lettori, intravedere dietro i puntini la convinzione che il governo Monti abbia fatto regredire l’economia italiana depri- mendo larghi strati della società. Più che sull’inferenza del contenuto implicito, in questo caso si punta sulla sua condivisibilità, che non è – evidentemente – universale.

La trasparenza dell’implicazione si ha anche usando altri segnali di interpunzione, come nel caso ad esempio di un commento al post di Orfini (A82: SErgio – Dovete tornare al Governo per salvare il paese dopo anni di grillismo!), in cui il punto escla- mativo è segnalatore di un atto illocutorio, ma cela anche un non detto trasparente:

“avete governato voi fino ad oggi, avreste potuto fare prima queste cose”.

Per il caso di A3, la micro-comunità che può decodificare il valore comu- nicativo implicito è invece più ristretta. In un contesto in cui sono moltissimi

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i messaggi di dissenso verso la proposta di Orfini, l’utente di A3 pare avvertire l’esigenza di farsi “riconoscere” dalla sua comunità; per farlo, e per far passare il suo commento come critica costruttiva, ricorre a un espediente degno di nota:

termina il post con il sintagma un sorriso, usato comunemente da Matteo Renzi per concludere le sue e-news, e fa seguire questo sintagma da tre puntini. Scio- gliendo il contenuto implicito, il messaggio sembra essere “leggo le e-news, sono uno dei vostri”.

Negli altri commenti, è abbastanza agevole leggere nella commistione di se- gnali presenti in D501 una volontà di marcare anche a livello illocutorio il proprio messaggio; d’altra parte i puntini e il punto interrogativo finale paiono ammicca- re alla micro-comunità virtuale che sosteneva la scelta della Hunziker come co- conduttrice del Festival di Sanremo, implicando che altre scelte sarebbero state senz’altro peggiori.

In C341 il plausibile contenuto implicito è invece meno agevolmente decodi- ficabile: è probabile che l’autore faccia riferimento al fatto che politica e sindacati per varie ragioni rivolgano maggiormente la propria attenzione alle tutele dei pen- sionati, dimenticando il mondo del lavoro attivo; la micro-comunità a cui si rivolge è dunque quella dei precari privi di tutele contrattuali.

Si segnalano di seguito altri casi in cui la punteggiatura veicola contenuti im- pliciti con diverso tasso di convenzionalità e, dunque, di decodificabilità. Accanto a ciascun testo è segnalato il possibile scioglimento dell’implicatura:

A31: maSSimo – Ricordo di proposte di senatori pd e pdl, nel 2014, di au- mentare il canone per costituire un fondo a sostegno delle emittenti locali.

Ma riuscite ad essere coerenti??? Ah Scusate, siamo in campagna elettorale…

(“È possibile fare qualsiasi tipo di promessa”).

A46: agata – no alle privatizzazioni!! La Rai è e deve rimanere publica!…

privatizzare significa darla in pasto agli stranieri…anche NO. (“Come molte altre aziende italiane acquistate da società straniere”).

B227: vincEnzo – ci sei stato al governo ed hai dato spazio alle lobby ed alle banche fottendotene del popolo… (“Non hai il diritto di dire queste cose”).

B259: robErto – Un altro “mago” …come tutti gli altri (“Che fanno proposte e promesse vane agli elettori”).

C386: FEdErico – Costanza la preparazione dei giovani avvocati è media- mente molto migliore di quella degli anziani. Poi gli anziani hanno l’espe- rienza… (“Che è parametro valutativo tradizionale ma non universalmente condiviso”).

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C397: rEnato – Cioè Mentana non capisce che i salari bassi sono dovuti a fattori non legati alla produttività o alla “competitività” dell’Italia!? (“È evi- dente che è così eppure le persone non lo capiscono”).

C468: SimonE – il 4 marzo però si vota… (“E cambieranno molte cose”).

D531: FrancESca – Ebbene sì…è ancora lì che ride…insopportabile direi.

Ciao Sabina! 😁 (“Come fa sempre la Hunziker, sfruttando la sua unica qualità”).

E689: gabriElE – Boh…un asmatico di buon livello non potrà mai essere un ciclista che vince di tutto in ogni dove…. (“Come invece accade a Chris Froome”).

E693: EliSEo – Quando Vincenzo Nibali arrivava, giovanissimo, nei primi 10 al giro, il buon Cris veniva squalificato X traino, non per rientrare sul grup- po dei migliori, ma per non andare fuori tempo massimo!!!!! (“I progressi del ciclista britannico non sono dunque spiegabili se non con l’assunzione di doping”).

4. Conclusioni

In una disamina sintetica, ma puntuale ed esaustiva, triFonE (2017: 207-208) osserva che

la rete globale detta le mode, crea i miti e gli eroi positivi da emulare e quelli negativi da combattere, fornisce a ciascuno l’opportunità di farsi conoscere su una piazza globale in cui, intervenendo con pareri e commenti, si può prendere parte a un dialogo pubblico che assume le fattezze di un chiacchie- riccio sconfinato e perenne.

Il medium digitale, con la frequentatissima propaggine rappresentata dai so- cial network, ha dato dunque diritto di parola anche a chi non ce l’aveva. Quello che, con immagine felice, antonElli (2016: 26) definisce «socialismo virtuale» si svolge però all’interno di paratie testuali ben delimitate, e caratterizzate in partico- lare da brevità e frammentarietà (cfr. almeno PiStolESi 2014: 371-375). Se queste caratteristiche portano a sacrificare più o meno consapevolmente la coerenza te- stuale (cfr. FiorEntino 2016: 65; SalvatorE 2017), d’altra parte impongono di vei- colare un contenuto informativo più ampio di quello che viene digitato, attraverso strumenti comunicativi non canonici: gli emoji e – come si è tentato di dimostrare – la punteggiatura.

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Le “imposizioni” del medium si coniugano peraltro con l’uso che se ne fa: una scrittura argomentativa che – per toni ed eccessi – si va trasformando in scrittura

“competitiva”. Coniugare brevità e densità informativa, scrittura “competitiva” e necessità di selezionare gli interlocutori a cui ci si rivolge comporta lo sviluppo di un doppio piano di intertestualità nelle scritture sui social network (già notato da Prada 2015: 131). All’interno di una generale dissoluzione dei tradizionali confini fra testo e contesto (cfr. PalErmo 2017: 92-95), il ricorso ai contenuti impliciti è molto elevato, e proprio i segnali di interpunzione appaiono in questo senso essen- ziali segnalatori della necessità per il lettore di arricchire il senso del testo.

Il testo sui social ridefinisce dunque il patto comunicativo fra autore e desti- natario: a quest’ultimo è richiesta una partecipazione attiva nella decodifica del messaggio (cfr. su questo aspetto PEcorari 2017), operazione che tuttavia non è attuabile da tutti i potenziali lettori. L’autore, dal canto suo, pare infatti opera- re una selezione dei fruitori del proprio testo competitivo, affidando ai segni di punteggiatura una valenza ben precisa: segnalare intenzionalità comunicative e la presenza di contenuti impliciti non inseriti nel testo, e con un diverso tasso di con- venzionalità. Più il contenuto implicito è difficilmente decodificabile, più la scrit- tura si fa “competitiva” e l’autore si riconosce in una sua micro-comunità virtuale.

Per perseguire questo obiettivo, la punteggiatura appare un elemento essenziale, e acquisisce un valore comunicativo di grande rilievo.

Bibliografia

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