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4 – Il progetto

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Academic year: 2021

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4 – Il Progetto

4.1 Il quadro urbano

Nel quadro urbano dell’ospedale, l’edificio in esame si trova nella zona posta a nord-ovest decentrato rispetto al cuore del complesso ed è inserito all’interno di un lotto indipendente fornito di parcheggi e verde di propria competenza. La nuova sistemazione urbanistica di cui farà parte lo stabile comprende, oltre a questo, altri tre edifici di cui due collegati fra loro; questo complesso forma una corte interna al lotto facilmente raggiungibile dai parcheggi posti nella zona sud e nord ovest di esso. Per la corte è stata proposta una soluzione di massima atta a meglio contestualizzare la ri-progettazione architettonica, dato che, attualmente, l’intervento dei tecnici addetti ai lavori è pianificato ancora in larga scala, si veda a tal proposito la figura 4.1. Il lotto è concepito con la preesistenza dell’antica foresteria e su di esso improntato: la volumetria e la tipologia degli edifici è pressoché simile, si tratta, infatti, di edifici a due o tre piani che si sviluppano longitudinalmente, la loro disposizione forma la corte interna rettangolare all’interno della quale è stata riproposta una zona di verde attrezzato con sedute come elemento di raccordo fra le parti estreme disposte invece giardino; tali zone di verde rivestono una duplice funzione: mezzo di divisione dai lotti attigui e luogo di riposo nel periodi estivi, con tale strumento, inoltre, si è cercato di mitigare l’impatto ambientale che ha il costruito sul territorio circostante.

Dalla lettura dei prospetti dello stato di fatto emerge chiaramente la tipologia dell’edificio a schiera che presenta una facciata principale ed una posteriore: da un lato si trovano gli ingressi, taluni indipendenti fra loro ed altri collegati, mentre sul

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retro si trovano i servizi, probabilmente annessi in seguito alle prime fasi di costruzione e successiva trasformazione. L’edificio, composto di due piani, non è perfettamente simmetrico per la presenza nella zona a sud, più massiccia e distribuita nelle due direzioni, di una torretta posta al terzo livello alla quale si accedeva dal secondo mediante scale attualmente pericolanti.

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4.2 L’intervento

L’intervento proposto è atto a recuperare l’immobile per le ragioni storiche precedentemente citate, è evidente, però, che le attuali condizioni in cui si trova l’immobile richiedono un riconcepimento globale dell’edificio. Se da un lato appare corretto mantenere il più possibile l’edificio nella sua integrità, dall’altro risulta opportuno modificarne morfologia ed elementi costituenti per una migliore resa alle odierne esigenze.

La soluzione avanzata è stata concepita alla luce di due aspetti: quello architettonico e cioè gli spazi esistenti, l’inserimento delle future funzioni e quello strutturale, cioè le verifiche compiute sullo stato di fatto ed un’analisi globale del comportamento strutturale della costruzione. Se dal lato strutturale si sono evidenziati gravi problemi legati alla forte dissimetria strutturale, alle soluzioni tecniche vetuste che mal garantiscono la sicurezza strutturale in particolar modo nei confronti del sisma, dall’altro si è evidenziata una irrazionale distribuzione funzionale che non soddisfa

le moderne esigenze abitative1.

La distribuzione funzionale attuale, infatti, è frutto sia dei vecchi schemi su cui è improntato l’edificio sia dalla successiva unione dei due principali corpi di fabbrica: gli accessi che permettono il transito da un locale all’altro sono, infatti, disposti consecutivamente, in tal modo per accedere a due locali non attigui è necessario attraversarne un terzo che funge da collegamento (per una maggior chiarezza si rimanda alle planimetrie dello stato di fatto contenute nell’allegato D). Inserire una serie di uffici in tali spazi ed intendendo l’ufficio come luogo che deve conciliare la concentrazione, risulta errato perché vi sarebbe un continuo disturbo fra i vari

1 Anche se l’edificio è atto ad ospitare un luogo di lavoro l’aggettivo abitative va concepito secondo quanto detto da Le Corbusier come l’insieme di più funzioni e cioè: Mangiare, lavorare, riposare e riprodursi; fra queste si ritrova, appunto, il lavoro come una delle attività principale dell’uomo.

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utenti; d’altro canto è da evidenziare che anche le dimensioni geometriche (il lato corto misura circa sei metri) non permettono la creazione di passaggi separati all’interno delle mura esistenti. Proprio dalla necessità di non modificare la divisione dei locali perché ottenuta con muri portanti in laterizio nasce l’idea di aggiungere nuovi spazi distributivi mediante corpi di fabbrica aggiunti.

L'oggetto di studio, infatti, presentando una conformazione in linea, i cui spazi usufruibili sono disposti consecutivamente uno dopo l'altro, ben si adatta ad una delle varie tipologie di uffici esistenti, proprio quella detta, appunto, in linea. Per tale motivo rimarrà inalterata, nella trasformazione, la morfologia dell'edificio, dotato per altro nella zona sud di una porzione a blocco più adatta ad ospitare funzioni collettive.

L’attuale concezione dell’ufficio concepisce il regolare svolgimento delle attività permettendo sia di svolgere il lavoro individuale nelle varie postazioni predisposte sia di comunicare anche fisicamente con gli altri operatori per permettere uno scambio di relazione-coordinazione delle attività svolte. I collegamenti presenti non rispettano la classe esigenziale della sicurezza perché, le vecchie scale presenti, le aperture ed il corridoio posto nella zona sud hanno dimensioni non conformi agli attuali moduli per l’abbattimento delle barriere architettoniche oltre che a presentarsi in uno stato di generale dissesto.

I collegamenti orizzontali e verticali nell’attuale conformazione, carenti anche sotto l’aspetto distributivo e della di fruibilità, indirizzano verso una sostituzione con una morfologia più razionale che dovrà rendere indipendenti i vari locali. Sul lato ovest sono presenti delle superfetazioni, probabilmente, adibite a servizio igienico in passato che violano più classi esigenziali: la fruibilità perché le dimensioni non ne permettono l'accesso da parte di persone diversamente abili, la sicurezza perché la struttura è, infatti, gravemente danneggiata oltre non rispondere ai limiti legislativi: per tali motivi si optato per una rimozione dei medesimi.

Lo studio strutturale svolto sullo stato di fatto indica che la forte irregolarità geometrica è la principale causa del mal funzionamento dell’edificio sottoposto a

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sisma, inoltre il laterizio, materiale con cui è costruita la costruzione, rende la struttura estremamente fragile strutturalmente. Le analisi di push over effettuata indicano chiaramente come sia necessaria la riduzione degli spostamenti della struttura qual’ora fosse sottoposta ad un terremoto: questo può essere ottenuto principalmente in due modi: agendo o sulla resistenza, quindi aumentando le capacità portanti degli elementi che di fatto si traduce in un aumento delle sezioni resistenti, o sulla rigidezza cioè non far resistere a maggiori carichi la struttura ma facendole compiere spostamenti minore con una stessa forza applicata.

Agire sulla resistenza appare sbagliato per due aspetti: il primo è la mai esauriente conoscenza della struttura al suo interno dati i differenti materiali utilizzati conseguenti ai diversi periodi di costruzione, il secondo legato a ragioni di mantenimento, è ovvio che la modifica di strutture murarie fa perdere completamente il presupposto del recupero della struttura; quindi agire sulla rigidezza appare come l’unica strada percorribile.

Aumentare la rigidezza della struttura è concepibile soltanto se si pensa ad una migliore distribuzione della stessa che in termini propri significa, se non sovrapporre, almeno avvicinare il centro delle masse (baricentro delle masse) al centro delle rigidezze (baricentro delle forze di taglio)

Le analisi compiute nelle due direzioni principali dell’edificio indicano come essa risponda ovviamente meglio a forze applicate in direzione del lato maggiore, quindi per ottenere l’obbiettivo prima spiegato è necessario irrigidire la costruzione nell’altra direzione (quella del lato corto): ciò è ottenibile posizionando in parallelo un corpo aggiunto che fermi la struttura preesistente in caso di sisma.

La necessità di realizzare collegamenti fra i vari locali per le motivazioni precedentemente illustrate ben si sposa il bisogno di realizzare una struttura atta a migliorare le prestazioni strutturali: dall’unione di queste richieste fuoriesce la proposta che consta nella costruzione di un corpo di fabbrica aggiunto con funzioni distributive che garantisca il comportamento strutturale ricercato.

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Per realizzare ciò si è scelta una soluzione in acciaio e non c.a. per la già forte dose di fragilità data dalla struttura muraria, la scelta di questo materiale concilia anche con l’obbiettivo di creare un annesso che ben si potesse distinguere dall’originaria costruzione, creando tale distinzione, infatti, sono probabilmente meglio leggibili i tratti distintivi della antica architettura.

Non secondario è anche il bisogno di spostare la facciata principale dell’edificio; essa è rivolta attualmente sulla strada, anche se essa in futuro sarà limitata al traffico del solo ospedale questa strada rimane un elemento di disturbo per edificio ancor più se vi fossero posti gli accessi. La creazione di una corte interna, poi, fa naturalmente optare per un nuovo affaccio verso di essa, esso appare, di difficile realizzazione per le aperture presenti se si valutano anche come spazi adibiti alle vie di fuga: il nuovo corpo che sorgerà su questo lato quindi oltre a svolgere il ruolo di nuova facciata dovrà essere adeguatamente dimensionato per le eventuali vie di fuga; sotto in figura 4.2 è visibile una vista tridimensionale della nuova soluzione progettuale proposta.

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4.3

Ambiti spaziali omogenei

Per poter compiere uno studio spaziale del nuovo edificio è stato svolto inizialmente un’analisi degli ambiti spaziali omogenei dello stato di fatto, essi sono stati, però, alla luce delle attuali condizioni, raggruppati soltanto in tre grandi gruppi, (figura 4.3) dando importanza ai locali fruibili per le attività, e ad i collegamenti come raccordo fra di essi, inoltre sono state individuate le aree adibite a servizio complementare. Da questa analisi come riportato nella figura sotto ed anche nel fascicolo degli elaborati grafici contenuti in appendice D emerge la frammentazione fra i collegamenti i servizi e le aree di attività.

Fig.4.3. Ambiti spaziali omogenei dello strato di fatto.

Primo passo, quindi, è stato mediante i dati rilevati dallo studio degli ambiti funzionali riportati nel D.p.p. cercare di razionalizzare i percorsi assegnando le

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varie attività ai locali più consoni, si rimanda alla figura 4.4. L’edificio presenta, nella zona sud, più ampi spazi che meglio possono accogliere funzioni collettive quali riunioni, sportelli pubblici e luoghi per il riposo per i dipendenti nei momenti di pausa. La zona nord che presenta un minor volume gode anche di minor esposizione alla luce e per questo si è cercato di trasferire in questa zona le funzioni che non richiedono la presenza costante di persone quali i locali tecnici, i servizi igienici, luoghi di deposito sia del materiale di lavoro che per la pulizia dello stabile.

Quindi si può affermare che la distribuzione spaziale è stata sviluppata, alla luce delle funzioni richieste, in base all’affollamento che i vari locali potevano ricevere. Nello schema ASO (dello stato di progetto) riportato in figura 4.4 si legge quanto prima spigato, una migliore razionalizzazione degli spazi delle accessibilità che non ha, però intaccato sostanzialmente la morfologia della struttura esistente.

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4.4

Studio delle accessibilità

Nel nuovo progetto il dimensionamento degli accessi è stato conformato, nei limiti della precedente struttura, secondo la norma DPR n. 503/1996 “Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici” che prevede l’abbattimento delle barriere architettoniche. Il volume aggiunto è dotato di due corpi scala e di un ascensore in ragione del numero di utenti che ospiterà l’edificio, il suo piano di calpestio presenta continuità con il primo piano della struttura in muratura, quindi non vi sono dislivelli che impediscono l’accessibilità da parte di disabili. Esso è costruito con doppi moduli da 60 cm sovrapposti che così conformati permettono il transito di persone con ridotta capacità motoria.

Successivamente, in figura 4.5 si riporta lo studio delle accessibilità dove sono evidenziati anche spazi di manovra per portatori d’handicap in corrispondenza dei punti nevralgici dell’edificio ricordando che tale spazio corrisponde ad una circonferenza di diametro 150 cm.

Anche gli accessi sono stati conformati secondo la precedente norma, come è visibile in figura 4.5, con una dimensione minima di 90 cm per i locali non suscettibili di affollamento ed aperture di 120 cm per locali più affollati unendo le aperture preesistenti in corrispondenza dei vecchi servizi igienici.

Soltanto nel terzo livello, composto tuttavia da un solo locale adibito a deposito, vi è un dislivello accessibile soltanto da scale interne (riproposto morfologicamente uguale alle degradate scale preesistenti); anche se in questo caso si è deciso di non dare la accessibilità, dato l’irrisoria importanza del locale nel contesto generale dell’edificio, per l’impossibilità creare l’accesso all’ascensore (sarebbe infatti stato necessario modificare il paramento murario a scapito della stabilità della torretta) è stata comunque mantenuta l’adattabilità data la presenza dell’ascensore che corre

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adiacente al suddetto locale. Nella struttura esistente, sono stati eliminati i dislivelli esistenti con il rifacimento dei solai al pian terreno e inoltre con l’allineamento dei nuovi solai (in soluzione composta acciaio calcestruzzo al secondo livello). I servizi igienici sono stati conformati su entrambi i piani in tre locali, di cui uno adibito ai disabili, nei quali gli spazi di manovra sono stati opportunamente dimensionati. In essi, saranno montati sanitari confacenti alle determinate esigenze, cioè con sedute più alte, maniglioni di appoggio e facile accesso ai dispositivi di apertura e di chiusura dell’acqua.

fig.4.5. Schema delle accessibilità per disabili.

Le vie di fuga sono state studiate in funzione della distribuzione funzionale, infatti, al piano terra sono state inserite quelle funzioni in cui il numero degli utenti è

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maggiore (gli sportelli aperti al pubblico) per poter facilitare l’evacuazione degli stessi: così facendo al piano superiore, di pertinenza soltanto dei lavoratori con sede nello stabile, viene a trovarsi un minor numero di persone che trovano le vie di fuga a loro assegnate nel nuovo annesso dotato di scale alle due estremità come è visibile dalla figura 4.6.

I locali sono stati dotati anche di pittogrammi che indicano le vie di fuga ed i percorsi da seguire nel caso d’incendio concordemente a quanto richiesto dalla normativa sull’antincendio.

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4.5 I materiali

La caratterizzazione precedente dell’edificio ha fortemente influenzato la scelta dei materiali da utilizzare. Infatti, se la natura rurale dell’edificio suggeriva l’utilizzo di materiali tradizionali dall’altra le scelte adottate indirizzano verso materiali (e tecnologie) più moderne che meglio soddisfano gli obbiettivi strutturali posti, inoltre è opportuno sottolineare come un’accurata scelta possa svolgere un ruolo determinante nell’individuazione di eventuali corpi aggiunti. Tale scelta ricopre il difficile ruolo di dover far sposare vecchio e nuovo nell’ambito generale dell’edificio, con ruolo chiave di soddisfare le prestazioni tecniche richieste dal progettista.

La struttura portante del nuovo annesso è in acciaio e sarà ricoperta da vernici resistenti al fuoco (figura 4.7) in modo tale da consentire una resistenza REI 120; purtroppo, tra i grandi difetti dell’acciaio vi è la non resistenza (strutturale) al fuoco, infatti l’acciaio da costruzione sottoposto a fuoco perde le proprietà meccaniche per tale motivo per le strutture metalliche è stato previsto la soluzione esposta. Com’ è visibile dalla figura 4.7 e successive i colori scelti per questi elementi sono colori freddi (verde acqua) che contrastano con il corpo esistente (giallo ocra), ma ben si associano con i tamponamenti realizzati per nuova parte. Nella figura 4.8 si cogliere quanto detto in una rappresentazione tridimensionale riportata anche negli elaborati grafici, inoltre è possibile notare l’utilizzo di un tamponamento misto legno-vetro che trova ragione nella richiesta di adeguata illuminazione e benessere termico.

Il lato su cui è posta la facciata è rivolto ad ovest e questo porta nei pomeriggi estivi ad un prolungato soleggiamento, quindi tale parete deve offrire oltre che ad una appropriata opacità per non disturbare la vista anche ad un moderato apporto termico per non gravare pesantemente sull’ impianto di refrigerazione dell’aria.

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D’altro canto la costruzione di una parete opaca non permette l’apporto di luce ai locali di lavoro per la presenza di un ulteriore diaframma da attraversare, pur presentando quest’ultimo delle aperture in corrispondenza di locali.

Fig.4.7. Vista dalla corte interna.

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Alla luce di quanto detto, è stata proposta una parete formata da due setti separati che svolgono due compiti separati: internamente si trova una parete di vetro

strutturale costituita da un particolare vetro camera2 caratterizzato da una bassa

conduttanza termica U=1.4W/m²K per la presenza di una camera d’aria fra i due strati di vetro presenti nel pannello.

Il sistema di montaggio del medesimo, come è visibile dalle figure 4.9 e 4.10 è di tipo puntuale mediante rotule e caratterizzato da montanti di controvento in vetro portante che danno alla struttura la massima trasparenza.

Fig.4.9. Particolare del collegamento della facciata in vetro strutturale

2 Si fa riferimento alla gamma di vetri ad alte prestazioni termiche prodotta dalla ditta Faraone della quale si è

utilizzato anche il manuale di progettazione non essendo ancora particolarmente codificata la normativa al riguardo.

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Fig.4.10. Soluzione d’angolo della facciata in vetro strutturale.

Non si può parlare di una ricerca della trasparenza vera e propria data la presenza degli elementi esterni in acciaio e la successiva listellatura, ma proprio per la presenza di già tanti elementi a vista a fatto preferire questa soluzione tecnologica rispetto ad altri con cavi e/o montanti in acciaio interni. Pacchetto di facciata è costituito da vetro camera è composto da tre strati:

• Lastra esterna forata (10 mm)

• Camera d'aria (15 mm)

• Lastra interna forata (8 mm)

Compiendo un ideale percorso verso l’esterno si attraversa, partendo dall’interno del nuovo corpo di fabbrica, la facciata in vetro strutturale, successivamente uno strato aperto (la zona occupata dal traliccio fra i due montanti) per arrivare ai frangisole posizionati sul montante esterno, si veda per chiarezza l’immagine dal interno del nuovo corpo di fabbrica in figura 4.13).

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Essi svolgono una duplice funzione: la parete vetrata senza di essi sarebbe sottoposta ad un eccessivo soleggiamento inoltre la loro presenza regolarizza la facciata che altrimenti presenterebbe aperture non simmetriche maggiormente enfatizzate dalla presenza dei telai in corrispondenza dei setti in acciaio posti in corrispondenza dei muri di spina (disposti non uniformemente lungo il lato in esame). Per meglio uniformare l’edificio a questo nuovo annesso e per una reale necessità sono stati posti due setti di frangisole, com’ è visibile in figura 4.11, anche nella zona sud-est, essi vanno a formare un diedro retto in corrispondenza dell’altra zona sottoposta in determinate condizioni ad un eccessivo soleggiamento.

Fig.4.11. Vista tridimensionale del lato est dell’edificio.

I suddetti frangisole sono stati concepiti in legno per rispettare la natura agreste del fabbricato, il tipo di legno utilizzato è la betulla che presentandosi di colore scuro con striature biancastre da movimento cromatico alla facciata altrimenti troppo

uniforme; inoltre si vuole che detti frangisole3 dovranno essere preventivamente

invecchiati per ottenere le striature desiderate oltre che a ricevere il particolare

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trattamento chimico che ne migliora l’impermeabilità (i successivi rigonfiamenti dovuti alle intemperie provocherebbero un rapido degrado di essi) e la resistenza meccanica; oltre a ciò essi saranno montati su guide mediante bullonatura per permetterne la repentina sostituzione in caso danneggiamento.

Esternamente si legge, quindi, una facciata composta da frangisole in legno dalla quale traspare la sottostante struttura e la precedente esistenza, da tale facciata fuoriescono due elementi che contrassegnano i tratti del prospetto:

• L’entrata composta da un volume che fuoriesce costituito da lastre di vetro posto in corrispondenza del passo carrabile presente nell’edificio;

• il vano-corsa dell’ascensore anch’esso costituito da pareti in vetro per la non reale necessità di moderare la luce data la sua posizione d’angolo difficilmente raggiungibile dai raggi solari direttamente.

In figura 4.10 si può notare che chiusura del vano-scale che collega la torretta al secondo piano è stata realizzata sempre con pannelli di vetro strutturale che ricostituiscono il probabile precedente volume attualmente completamente distrutto.

I solai dei piani sono stati sostituiti per due motivi: il forte degrado generale che presentavano che comportava un eventuale difficile lavoro di recupero, ed il comportamento strutturale non soddisfacente al funzionamento scatolare richiesto dalla O.P.C.M. 3431/05.

Attualmente sono appena terminati lavori di rifacimento del tetto e per tale motivo si pensato di non riproporre una nuova soluzione ma di adattare la nuova all’attuale rifacimento; per la copertura dello nuovo corpo annesso è previsto, invece una soletta composta acciaio-cls (opportunamente coibentata) ricoperta da fogli di rame che, mediante la tipica colorazione (raggiunta dopo l’ossidazione) donano all’edificio un’unità cromatica necessaria a non far prevaricare il nuovo

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corpo di fabbrica al preesistente; si rimanda alla figura 4.12 per una più chiara lettura.

Fig. 4.12. Vista dall’alto del lato Nord-ovest.

Figura

Fig. 4.12. Vista dall’alto del lato Nord-ovest.

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