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Accessibilità e fruizione globale per tutti: «L’estrema funzionalità dell’architettura sarà di creare spazi simbolici che rispondano alla persistente esigenza di collettività»

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Academic year: 2021

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INTRODUZIONE

Il lungomare di Livorno è un bene comune e spettacolare che la natura ha voluto regalare e che non immaginava saremmo arrivati solo a ricordare, ma soprattutto avrebbe voluto farcelo vivere.

Il Consiglio Comunale, con Deliberazione n° 27 del 20/02/2004 ha adottato una serie di provvedimenti riconducibili al Piano per la Riqualificazione della Costa, strumento di riferimento, tra l’altro, per la gestione del Demanio Marittimo.

Esso integra, alla fascia costiera, aree di mare e di terra considerate strettamente funzionali al suo sviluppo.

L’ipotesi di intervento intende seguire le tracce studiate, valutate e discusse dell’Amministrazione Comunale, sviluppando punti non ancora segnalati, tenendo conto delle peculiarità storiche e ambientali del luogo e riproponendole simbolicamente in chiave moderna.

Accessibilità e fruizione globale per tutti:

«L’estrema funzionalità dell’architettura sarà di creare spazi simbolici che rispondano alla persistente esigenza di collettività».

Rem Koolhaas.

Gli edifici proposti sono sobri, geometricamente puliti, volumetricamente chiari:

«La vera architettura è possibile soltanto nella misura in cui conferisce una certa intelligenza ad un insieme che era o appariva inanimato».

Elia Zenghelis.

Il viale lungomare è caratterizzato da palazzi antichi ad interpiani alti, da edifici storici essenzialmente intonacati. La proposta di riqualificazione non si allontana da questo linguaggio, ma vuole integrarlo nel progetto attraverso l’utilizzo di materiali presenti sul lungomare rielaborati in modo attuale: l’intonaco rigato è ripreso da pannelli in cotto fessurati orizzontalmente, le persiane tipiche delle facciate sono reinterpretate con vetrate serigrafate che ne individuano l’essenza e ne rievocano il ricordo. Gli Stabilimenti Balneari Pancaldi – Acquaviva vengono presuntuosamente aiutati nello sfruttare al meglio la propria tradizione. Rielaborazione di elementi base presenti, per rendere l’intervento armonioso:

«Ogni epoca ha il suo linguaggio stilistico. Di trasgressioni architettoniche se ne vedono ovunque. Bisogna guardare all’architettura con grande generosità perchè la sua storia è piena di grandi contrasti risolti poi dal tempo.

La nostra vita è immersa nell’architettura, dalle case ai monumenti, alle chiese, agli edifici pubblici. Le nostre emozioni vivono nell’architettura. L’architetto deve quindi rispettare l’uomo, amarlo. Come? Mettendo tutto se stesso, tutto il suo sapere, le sue qualità nell’opera che costruisce».

Santiago Calatrava.

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2 L’ingegneria e l’architettura sono artifici che aiutano il pensiero ad espletare arte. La matematica, la fisica, la scienza e la tecnica supportano l’idea di fondo. Il cuore e la passione generano emozioni che di getto, la mano geniale, sa stendere su carta. Oggi, presi dalle magie del computer, dalla suggestione che un progetto può esercitare al di là della sua intrinseca qualità e dallo star-system che si è imposto recentemente, si alimenta un circolo vizioso: più l’ architettura è spettacolare e più deve diventarlo, in una sequenza senza fine. Se questo è il giusto percorso, allora Giovanni Michelucci non è mai esistito.

«Dobbiamo tornare a un certo rigore. Non al classicismo, ma a un rigore di metodo della progettazione che non deve essere né una spettacolarità gettata in pasto ai media né la magia degli algoritmi dei computer.

Il bene dell’architettura è un’altra cosa».

Peter Eisenman

Stato antico.

Stato moderno.

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