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6.1) Stato dell'arte della combustione 6) Simulazione filiera di combustione in Toscana

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Simulazione filiera di combustione in Toscana 6.1) Stato dell'arte della combustione

In Toscana, la conversione energetica per combustione si articola secondo due filiere: una che presenta come utilizzatori finali di tipo domestico, l'altra che comprende impianti di combustione di piccole e medie dimensioni, distribuiti sul territorio.

La fase di combustione di una biomassa di tipo ligneo-cellulosico prevede tre stadi, in funzione della temperatura del processo: essiccazione, degradazione, combustione.

Stadi della combustione di biomasse ligneo-cellulosiche

Stadio del processo Temperatura Processo

Essiccazione T ≤ 100 °C Il processo utilizza l'energia rilasciata dalla combustione, comportando una diminuzione di temperatura in camera di combustione ed un rallentamento del processo.

Degradazione termica (pirolisi/gassificazione)

T ≥ 200 °C Il processo consiste nella volatilizzazione della componente volatile (oltre il 75% s.f.), liberando energia.

Combustione 500-600°C≤ T≤ 1000°C Il processo consiste nella ossidazione completa dei gas; nel range (800-900°C) si ha combustione del carbone solido e del catrame.

Il processo di combustione è caratterizzato da alcuni parametri fondamentali: • Contenuto idrico della biomassa in ingresso (M);

• Tempo di permanenza in camera di combustione;

• Range di temperatura a cui si verifica il processo; • Livello di turbolenza nel combustore.

Il contenuto idrico della biomassa in ingresso (M) è uno dei parametri fondamentali per la combustione; in particolare, in caldaie a biomassa legnosa fresca deve essere: M > 60%, altrimenti in camera di combustione la temperatura si abbassa al di sotto della temperatura minima consentita per il completarsi del processo.

In funzione del parametro (M) può essere effettuata una corretta regolazione dei sistemi di aria in convezione forzata agenti nella camera di combustione ed una opportuna progettazione della geometria della camera di combustione, in modo da assicurare un periodo di permanenza sufficiente dei gas nella camera di combustione. Occorre considerare che il processo di combustione è caratterizzato anche da una taglia minima di impianto, che deve essere garantita reperendo in loco (biomassa a filiera corta, ossia raccolta entro 70 km dall'impianto) la fonte richiesta.

In funzione della taglia dell'impianto, vengono utilizzati vari metodi di caricamento:

• per caldaie di potenza non elevata si opta per il caricamento manuale, con

pezzatura variabile con la dimensione della bocca di carico (con potenza pari a 100kW e apertura superiore, si utilizzano pezzi di lunghezza fino a 1m);

• per caldaie a cippato a griglia fissa con carico automatico, occorre utilizzare materiale omogeneo (P16 e P45), per evitare blocchi alle coclee, ed è consentito l'utilizzo di cippato con contenuto idrico non superiore al 30% (M30), in modo analogo alle caldaie a griglia semimobile;

• per caldaie di maggiore potenza, si possono montare sistemi a spintore, che consentono un più elevato grado di flessibilità e l'utilizzo di cippato umido.

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Classificazione delle caldaie a biomassa lignea, per impianti medio-piccoli e domestici Tipi di caldaia Classe di

potenza Griglia Sistema di alimentazione Pezzatura (P) Contenuto Idrico (M) Ceneri (A)

Manuale a legna < 100 Fissa Manuale P330-1000 M20 –

Automatica a

cippato (30) 150-1000 Fissa/semimobile< 150 Fissa CocleaCoclea P16-45P16-45 M20 – M30M20 – M40 A 1,5-3,0A 1,5 > 1000 Mobile Spintore P16-100 M30 – M55 A3,0-10,0

Per destinazioni d'uso domestiche, ad oggi sono molto diffuse anche le caldaie a pellet di piccola taglia con caricamento automatico, oltre che le caldaie a cippato. 6.1.1) Caldaie a legna a tiraggio forzato per aspirazione

Caldaia a combustione inversa (a fiamma inferiore o rovesciata), con tiraggio forzato per aspirazione [W-11]

1) aria primaria pre-riscaldata 2) aria secondaria 3) turbo-camera di combustione 4) turbolatori verticali

5) sonda Lambda 6) ventilatore a tiraggio forzato e regolazione elettronica

7) pannello elettronico di comando

In una caldaia a fiamma rovesciata il vano di carico della legna a pezzi è posizionato sopra un letto di braci; durante il processo, la legna scende verso il basso alimentando il letto. Il caratteristico posizionamento del focolare sul fondo del combustore consente che i processi di decomposizione pirolitica e gassificazione siano relativamente continui. L'alimentazione è effettuata mediante porta frontale o sportello superiore; nel caso di caldaie ad uso domestico o di piccole dimensioni la biomassa alimentata è di solitocippato,pelletolegnainpezzi,mentre in caldaie di medie dimensioni per uso industrialesiusacippato,cippatogrossolano,legnainpezzi,bricchettietruciolo.

Caratteristiche delle caldaie a tiraggio forzato per aspirazione, a fiamma rovesciata [W-11] Tempo di combustione della carica 5 ore Sistema di trattamento fumi Sonda Lambda Range di potenza termica

(caldaie ad uso domestico)

(10kW – 50-60kW) Metodi di accensione - Accensione manuale; - Accensione automatica Potenza termica

(caldaie ad uso industriale) ≤ 250 kW Scambiatori A 1-2 giri di fumo

Nel processo di combustione, i gas sono richiamati dalla depressione forzata creata da un ventilatore a tiraggio indotto a regolazione elettronica, installato nella seconda camera di combustione rivestita in refrattario, che consente di modulare l'apporto di aria primaria pre-riscaldata e di aria secondaria alle camere di combustione.

Nel sistema di trattamento fumi, per quanto di dimensioni ridotte, è presente una sondaLambda,chemisuraincontinuoilcontenutodiossigenonei fumi,regolandoin conseguenzadiquestoigiridelventilatoree nelle caldaie automatiche la velocità di

Caldaia a combustione inversa [W-11]

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caricamento del combustibile; questo sistema di feedback è utile in quanto la biomassa alimentata presenta un contenuto idrico ed energetico variabile.

L'utilizzo della sonda Lambda consente quindi un elevato livello di rendimento circa costante nel tempo, con conseguente riduzione delle emissioni nocive.

In queste caldaie vengono installati scambiatori di calore verticali a tubi di fumo (di solito a 1-2 giri di fumo) oppure, in alcuni casi, scambiatori a piastre.

Nelle caldaie di piccole dimensioni a caricamento manuale, per ottimizzare il rendimento, il combustore deve lavorare al più elevato carico termico possibile, picco che è richiesto solo alcuni giorni all'anno. Di conseguenza, occorre predisporre un accumulo inerziale (puffer), per evitare la dispersione nell'ambiente dell'eccesso di energia termica prodotta in condizioni di richiesta termica inferiori al picco e in modo da rendere più agevole la gestione dell'impianto se l'accumulo è ben dimensionato.

Vantaggi dell'accumulo inerziale (puffer) per una caldaia a fiamma rovesciata di piccole dimensioni 1) Ottimizzazione della combustione, consentendo

una durata di vita superiore della caldaia;

3) Possibile programmazione del riscaldamento degli ambienti alle prime ore del mattino, con disposizione di maggiori quantità di acqua calda sanitaria a fronte di un analogo quantitativo di biomassa alimentata;

2) Assorbimento dei picchi di richiesta termica; 4) Possibile integrazione dell'impianto con un sistema solare termico, che consente di non utilizzare la caldaia in estate.

Occorre anche la presenza di un dispositivo idraulico anticondensa nel circuito di ritorno, prima dell'ingresso dell'acqua in caldaia, in quanto una eccessiva differenza di temperatura tra mandata e ritorno potrebbe causare shock termici e fenomeni di condensa, che comporterebbero una riduzione nella vita utile del generatore.

Schema di impianto di quattro circuiti di riscaldamento, con accumulo iniziale e boiler separato [W-46]: 1) Telecomando 2) Sonda di temperatura esterna 3) Rete elettrica (230 V) 4) Sensore temperatura di mandata 5) Circuiti 1 – 2 – 3 – 4 6) Miscelatrici 7) Pompa 8) Sonda 1

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6.1.2) Caldaie a cippato

Le caldaie automatiche a cippato possono essere classificate in funzione del tipo di focolare (sottoalimentato, a caricamento laterale con coclea o spintore, o con caduta dall'alto se alimentate con cippato calibrato) e della tipologia di biomassa utilizzata.

Quadro degli impianti medio-piccoli a cippato 70 % Caldaie con focolare a griglia, con alimentazione

laterale mediante coclea o spintore idrauico (in caso di cippato grossolano), classificabili come:

• Tipologia a griglia fissa; • Tipologia a griglia mobile 25 % Caldaie con focolare sottoalimentato

10 % Caldaie con focolare a caricamento laterale senza griglia con fondo a spinta

Per quanto riguarda la tipologia di caldaie più comuni (70% del totale), ossia le caldaie a griglia, è possibile classificarle come a griglia fissa o a griglia mobile.

Le caldaie a griglia fissa presentano dimensioni medio-piccole e vengono utilizzate sia da utenti domestici, sia per piccoli sistemi di teleriscaldamento, con range di potenza tra 25 kW e 400-500 kW.

Caldaia a cippato (25-55 kW) ad alimentazione laterale con griglia fissa – Hargassner W 25-55, [W-11]

1) Sottoalimentatore a spinta 2) Piastra di concentrazione fiamma 3) Scambiatore 4) Turbolatori

5) Flusso dei gas caldi 6) Canna fumaria 7) Sonda Lambda, in grado di riconoscere il

P.C.I. della biomassa alimentata, regolando la velocità di carico delle coclee

8) Scambiatore di sicurezza (EN 303-5)

9) Motore coclee e

sistema di pulizia dello scambiatore

10) Coclea di asporto cenere 11)Barra di comando sistema di pulizia dello

scambiatore 12) Cassetto per la cenere 13) Aria primaria 14) Aria secondaria pre-riscaldata

Nel processo di combustione viene utilizzata aria primaria e aria secondaria; l'aria primaria viene immessa sia dai fori della griglia, sia da iniettori posti sulla parte laterale del focolare e consente anche di raffreddare la griglia stessa, riducendo la formazione di scorie di fusione e il surriscaldamento dei materiali costruttivi, mentre l'aria secondaria viene immessa sopra la griglia oppure davanti all'ingresso della seconda camera di combustione.

L'estrazione delle ceneri può avvenire mediante semplice caduta in un cassetto posto al di sotto della griglia, oppure mediante una coclea che le trasporta in un più ampio contenitore, nel caso di combustione di cippato con elevato contenuto di ceneri.

Nelle caldaie a griglia fissa occorre predisporre un deposito della biomassa

pre-trattata (di solito cippata), a pianta quadrata. L'estrazione della biomassa dallo stoccaggio viene effettuata mediante sistemi a balestra o a braccio articolato, che la convogliano nella coclea di trasporto, collegata mediante un pozzetto di sicurezza

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intermedio alla coclea di caricamento, che movimenta il cippato fino al focolare. Le caldaie automatiche a griglia fissa sono dotate di sistemi di sicurezza che impediscono il ritorno di fiamma, come la serranda taglia fuoco, che viene attivata da un regolatore termomeccanico se la temperatura supera un prefissato valore di soglia e provvede a chiudere il pozzetto tra la coclea di trasporto e quella di caricamento. Lo stoccaggio può assumere diverse configurazioni rispetto alla caldaia; di solito, si preferisce ridurre il costo di investimento per la predisposizione del deposito, utilizzando una stanza pre-esistente o costruendo una struttura esterna in legno su platea di cemento adiacente al vano tecnico della caldaia.

Sul mercato sono disponibili depositi mobili e container pre-assemblati, composti di un locale per il vano tecnico e di uno per il deposito della biomassa cippata.

Le caldaie a griglia mobile, automatiche, sono utilizzate nel settore residenziale o in impianti industriali di dimensioni medio-grandi (tra circa 100kW e alcuni MW). La griglia è costituita da piatti mobili, che consentono l'avanzamento della biomassa pre-trattata (di solito cippata) lungo un piano inclinato o una griglia rotativa; queste caldaie possono essere alimentate anche con cippato umido (M 40-50%), anche se questo comporta un elevato contenuto di ceneri.

Caldaia a griglia mobile inclinata-Uniconfort mod.Biokraft, [W-11]

1) zona di essiccazione 2) zona di gassificazione 3) zona di ossidazione 4) camera primaria 5) camera secondaria 6) scambiatore 7) bruciatore ausiliario 8) spintore idraaulico 9) ventilatori aria primaria 10) ventilatori aria secondaria 11) ventilatori aria terziaria 12) coclea estrazione cenere

La griglia presentata in figura è una griglia mobile inclinata, caratterizzata dagli scaliniposizionatisuunpianoinclinato,chesimuovonoinsensoorizzontaleavanti e indietro, spostando gradualmente in avanti il cippato.

La griglia è caratterizzata da un'omogenea distribuzione del cippato e del letto di braci, in modo da garantire un apporto di aria primaria omogeneo sulla superficie della griglia, evitando fenomeni dannosi, quali combustioni parziali, quantità eccessiva di ceneri volatili e scorie di fusione, oltre a permettere di limitare l'apporto d'aria a quello necessario.

I tre stadi del processo (essiccazione, gassificazione e combustione) avvengono in Deposito esterno del cippato [W-11] Modulo mobile pre-assemblato (Ecoenergie Srl)

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tre sezioni separate della griglia, di conseguenza la velocità della griglia e il quantitativo di aria primaria proveniente da sotto la griglia sono variabili di processo. Per ridurre i fenomeni di fusione delle ceneri, che potrebbero compromettere la durata di vita dei materiali costruttivi, in particolare del refrattario, vengono predisposti sistemi di raffreddamento ad acqua per la griglia. La separazione tra gli stadi del processo suddivide in particolare la zona di gassificazione da quella di ossidazione, in cui le reazioni di combustione diventano complete. Per ottimizzare il processo, occorre realizzare un buon mescolamento tra aria secondaria e gas combustibili, in modo limitare l'eccesso d'aria necessario.

Lo stoccaggio avviene di solito in locali predisposti, a pianta rettangolare, con sistemi di estrazione a rastrelli e mediante l'utilizzo di uno spintore idraulico, nel caso in cui si alimenti biomassa eterogenea, in sostituzione della coclea di caricamento.

Layout di impianto con caldaia a griglia mobile, 700kW-Uniconfort Biotec, [W-11]

1) silo cippato 2) sistema di estrazione a rastrelli

3) motori sistema di estrazione 4)coclea di trasporto 5) pozzetto di carico 6) caldaia

7) multiciclone 8) aspiratore fumi 9) canna fumaria 10) collettori

L'estrazione a rastrelli è costituito da uno o più binari, posti ad una certa distanza l'uno dall'altro, lungo i quali scorrono in senso orizzontale avanti e indietro rastrelli azionati da pistoni oleodinamici, posti all'esterno del deposito; questa tecnica di estrazione è ottimale con questo tipo di stoccaggio, in quanto permette di agire sull'intero deposito, riducendo il tempo necessario per l'operazione.

I rastrelli cuneiformi spingono il cippato fino a riversarlo in una cunetta posizionata lungo il lato corto del silo, nella quale si trova un trasportatore a catena oppure una coclea, che convoglia la biomassa pre-trattata ala caldaia.

Il deposito viene dimensionato in modo da garantire almeno 15-20 giorni invernali di autonomia nel rifornimento di biomassa, in modo da evitare interruzioni per mancata fornitura; siccome un impianto da 100kW in inverno consuma circa 2msr/giorno, per un impianto di queste dimensioni si ha che un deposito di circa 60m3 di biomassa

pre-trattata (di solito cippata) garantisce un periodo di autonomia di un mese.

Formule approssimative per il dimensionamento del silo di stoccaggio (impianti di piccole dimensioni): Consumo di cippato in msr/anno (legno tenero P45, M30) = Potenza caldaia [kW] x 2,5

Consumo di cippato in msr/anno (legno duro P45, M30) = Potenza caldaia [kW] x 2,0

Formule di conversione di metri steri riversati [msr] in [kg], con M30 = 220 kg/msr (se legno tenero, P45, M30); 330 kg/msr (se legno duro, P45, M30).

Per dimensionare in modo opportuno dal punto di vista economico il silo, occorre considerare le filiere e le capacità dei mezzi di trasporto utilizzati, per verificare quale periodo di autonomia sia necessario programmare; di solito il periodo di autonomia è di almeno 15 giorni invernali con funzionamento dell'impianto a regime, al termine

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dei quali un nuovo carico di biomassa pre-trattata ricrea completamente la riserva in stoccaggio, che può di conseguenza essere calcolata in funzione del volume medio dei mezzi di trasporto del cippato (in quanto la cippatura è per questi impianti il pre-trattamento più frequente) di cui dispongono i fornitori locali.

6.1.3) Caldaie a pellet

Le caldaie automatiche a pellet, ad oggi presenti in gran numero sul mercato, sono impiegate soprattutto per usi domestici, in singole abitazioni o condomini.

TIPOLOGIA Biomassa alimentata Range di Potenze (kW)

Focolare sotto-alimentato Pellet o cippato, di pezzatura costante e

contenuto idrico (M) non elevato 10 kW ≤ P ≤ 2,5 MW

Focolare a caricamento laterale Pellet o cippato, di pezzatura costante e

contenuto idrico (M) non elevato 15-25 kW ≤ P ≤ 1-5MW

Focolare per caduta dall'alto Alimentazione esclusivamente con pellet 6-15 kW ≤ P ≤ 30 kW

Una variante recente della caldaia a pellet utilizza una griglia rotativa, a ribaltamento o a rullo, in modo da provocare lo scuotimento del letto di braci e ottenere la rimozione delle ceneri, migliorando la fase finale del processo di combustione; questi tipi di griglia sono da preferire in particolare se si impiegano biomasse con elevato contenuto di cenere e basso punto di fusione, con conseguente formazione di scorie, come nel caso del pellet di vite, di miscanto, di potature dell'olivo e del verde urbano. Negli impianti di piccole dimensioni si utilizzano caldaie con focolare a caduta, caratterizzate dalla caduta del pellet proveniente dalla coclea di alimentazione su una griglia ribaltabile, oppure su un bruciatore o su un braciere a tazza, con aria primaria e secondaria immesse da fori di iniezione posti sotto la griglia e lateralmente.

Le ceneri vengono scaricate periodicamente nel raccoglitore sottostante la griglia, in modo autonomo; inoltre, la griglia urta contro una piastra pulente verticale in corrispondenza del raccoglitore, così da assicurare la totale rimozione delle ceneri. Queste caldaie sono provviste di un deposito di biomassa pre-trattata di autonomia settimanale situato a fianco del generatore di calore, rifornito in modo autonomo, mediante un sistema pneumatico o una coclea, da uno stoccaggio annuale.

In Toscana è possibile programmare una filiera del pellet per impianti di piccole e medie dimensioni, che consenta la consegna con autobotti a scarico pneumatico, attraverso tubazioni flessibili, in modo da poter realizzare lo stoccaggio anche in zone di difficile accesso del deposito, sfruttandone maggiormente la capacità.

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Possono anche essere utilizzati serbatoi di biomassa pellettizzata sotterranei, di forma cilindrica o sferica, in cemento armato, vetroresina o materiali plastici, con profondità massima pari a circa 0,8m rispetto al livello del suolo, collegati al livello superficiale tramite un pozzetto di ispezione, con il quale avviene il caricamento pneumatico.

Requisiti tecnici di una caldaia a pellet moderna:

Potenza e combustione regolabili Rendimento elevato ≥ 90%

Bassi livelli di emissioni nocive a

potenza nominale (modelli certificati) Sistemi di regolazione dell'aria comburente sui gas di scarico CO ≤ 100 mg/Nm3 (13% O

2) Modulazione della potenza nel range (30-100%)

Particolato ≤ 25 mg/Nm3 (13% O

2) Rimozione delle ceneri agevole (autonomia 2-4 settimane)

Dimensionamento del deposito di stoccaggio del pellet

Tipologie di deposito • Piccoli sili, con pareti di legno, metallo o tessuto; • Depositi con fondo e pareti inclinate;

• Serbatoi sotterranei Formula approssimativa per il

dimensionamento del deposito

Volume del silo in m3 = ( 0,9 x Potenza [kW] )

Caso studio Una caldaia di pellet di 15kW necessita di un deposito di

stoccaggio di circa 13,5 m3; considerando un deposito di altezza

di 2,3m, il silo occupa una superficie di circa 6m2.

Soluzione per piccoli sili Per piccoli depositi si utilizza il “silo a sacco”, ossia un silo in tessuto sintetico a sezione quadrata posto su un telaio metallico (misure della base del silo = 2,2x2,5m; altezza ≤ 5m);

viene sfruttata l'omogeneità del pellet, facendolo scivolare lungo le pareti inclinate verso la coclea di estrazione.

Normativa di riferimento Per quanto riguarda i depositi di pellet si fa frequente ricorso alla normativa austriaca (ÖNORM M7137), in merito al:

• dimensionamento delle pareti in modo da sopportare il carico della biomassa pre-trattata (1 msr → 600-650 kg); • muri e solaio devono essere ignifughi ed ermetici, per

limitare il pericolo di incendi e fuoriuscite di particolato durante la fase di caricamento pneumatico;

• l'inclinazione del pavimento deve essere superiore al 40-45%, la superficie deve essere piana e liscia e il piano inclinato non deve essere eccessivamente lungo, per consentire un agevole scivolamento del pellet.

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6.1.4) Impianti cogenerativi alimentati a biomassa di seconda generazione

Questi impianti consentono la produzione cogenerativa di energia elettrica, per uso aziendale o per immissione in rete, e termica, per uso aziendale o extra-aziendale, quale la fornitura ad impianti di teleriscaldamento.

La conversione energetica avviene in due tempi diversi, con processi fisicamente separati: il calore primario generato dall'impianto termico (nello studio di questa filiera considero l'utilizzo di caldaie, ma è frequente anche l'utilizzo di reattori di gassificazione) viene asportato da un vettore energetico, che lo convoglia in un motore esotermico, accoppiato di solito tramite un giunto elastico ad un alternatore. L'alternatore è caratterizzato da tensione dipendente dalle sue specifiche costruttive e da frequenza variabile in funzione della sua velocità angolare; per fissare una precisa frequenza, quale di solito quella di rete, occorre utilizzare un opportuno inverter, collegato ad un trasformatore per ottenere la tensione necessaria alle utenze.

Laproduzionedienergiatermicadabiomassedisecondagenerazione rappresenta la frazione maggiore di energia ricavabile, in quanto il rendimento di conversione in energia elettrica è in genere non elevato, compreso nel range (10-30%) dell'energia lorda immessa nell'impianto attraverso la biomassa pre-trattata in ingresso.

I principali effetti positivi della cogenerazione di biomasse sono:

• aumento del rendimento energetico ed economico della trasformazione; • miglioramento del processo di essiccazione;

• maggiore durata di conservazione della biomassa senza degenerazione;

• possibilità di pre-riscaldamento, per ridurre la perdita di calore all'innesco della combustione, oppure di riscaldamento preventivo dei fluidi di lavoro mediante l'utilizzo di economizzatori predisposti.

Utilizzi frequenti per l'energia termica prodotta dalla cogenerazione di biomasse:

Utilizzi aziendali 1) Produzione di acqua calda sanitaria e da riscaldamento; 2) Produzione di acqua calda per uso zootecnico;

3) Produzione di vapore/aria calda per impianti frigoriferi ad assorbimento; 4) Riscaldamento di essiccatoi e colture protette (serre e tunnels).

Utilizzi extra-aziendali Fornitura di acqua calda per impianti di teleriscaldamento

Per la cogenerazione possono essere utilizzati diversi fluidi di lavoro:

• aria calda, ottenuta mediante uno scambiatore posizionato nella caldaia o sull'uscita dei fumi, frequente in motori rotativi o a ciclo Stirling;

• vapore d'acqua, prodotto da una caldaia a vapore o da un surriscaldatore, impiegato soltanto in motori rotativi, quali le turbine a vapore;

• vapore di fluidi organici, prodotto da un generatore riscaldato con i fumi della combustione in caldaia o con l'interposizione di un fluido diatermico, impiegato in motori rotativi a ciclo chiuso, quali turbine tipo ORC;

• gas di sintesi, ottenuto dalla distillazione a secco e ossidazione parziale della biomassa, impiegato per l'azionamento di motori alternativi ad accensione comandata o spontanea (con iniezione pilota), oppure in motori rotativi quali turbine a gas (con combustore esterno o interno).

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L'impianto considerato come caso studio degli impianti cogenerativi a biomassa impiegacippatodilegno,damanutenzioneforestale,delverdeurbanoodall'industria del legno, e utilizza sali fusi come fluido di lavoro e sfrutta un ciclo Rankine, in modo da poter lavorare a temperature più elevate rispetto agli ORC tradizionali.

Il cippato è stoccato in un apposito sito, da cui viene estratto mediante un sistema di estrazione a rastrelli e alimentato alla caldaia tramite l'utilizzo di un trasportatore a catena e uno spintore idraulico. L'aria primaria è inviata sotto la griglia, in rapporto stechiometrico con la portata di biomassa, mentre l'aria secondaria è inviata ad un livello superiore, in quantità tali da garantire un tenore di ossigeno nei fumi sufficiente a garantire il completo processo di combustione sulla griglia.

Viene inoltre effettuato il ricircolo parziale dei fumi, prelevati a valle del sistema di trattamento polveri, ricircolati n quantità sufficiente a mantenere le temperature sulla griglia e all'interno della camera di combustione prossime ai valori di progetto, contribuendo a ottimizzare i processi e a limitare la formazione di Nox.

I fumi vengono anche utilizzati per riscaldare sali fusi (miscele di sali eutettiche ternarie, per la bassa temperatura di solidificazione), utilizzati come fluido termovettore in un'unità cogenerativa, con temperatura d'ingresso pari a circa 500°C. La linea trattamento fumi può essere costituita da un multi-ciclone, seguito in serie da un elettrofiltro o un filtro a maniche.

Per questi tipi di impianti, Enea ha sviluppato un codice di calcolo, che permette di valutare i parametri caratteristici e i rendimenti nei vari assetti operativi.

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6.2) Bilancio ambientale

Ogni combustione reale è incompleta, comportando un aumento delle emissioni di CO e particolato nei fumi esausti e la necessità di opportune stime in fase di progettazione ed un opportuno monitoraggio delle emissioni dell'impianto.

Condizioni negative causa di combustione incompleta

Mescolanza inadeguata tra aria e combustibile in camera di combustione Carenza complessiva o zonale di ossigeno disponibile

(sono necessari apporti opportuni di aria primaria, secondaria ed eventualmente terziaria, nelle varie zone e fasi della combustione)

Temperatura di combustione troppo bassa Tempi di permanenza troppo brevi

Per quanto riguarda le caldaie domestiche alimentate a biomassa legnosa (cippata o pellettizzata), si è registrato negli ultimi tre decenni un aumento notevole

dell'efficienza (rendimenti medi per le caldaie nel 2004 superiori all'85%), che ha comportato una riduzione delle emissioni, in particolare di quelle di CO (inferiori a 50 mg/Nm3), particolato, NOx ed Sox, nocivi per l'ambiente e la salute umana.

Per determinare la qualità del processo di combustione, si fa riferimento a parametri di controllo di frequente utilizzo (oltre all'emissione di CO in [mg/Nm3]), quali:

• percentuale di O2 nei fumi = range (5 – 8)%;

• percentuale di CO2 nei fumi = al livello teorico circa 20,4%;

le percentuali di O2 e CO2 nei fumi presentano una relazione tra loro

(in particolare si ha che: O2 = (5 – 8)% → CO2 = (13 – 16)%);

• percentuale di NOxth nei fumi = funzione della temperatura di combustione,

compresa nel range (850 – 1200°C) per limitarne la formazione; • temperatura dei fumi = inferiore a (150 – 170 °C).

Le emissioni sono determinate, in funzione della tipologia di caldaia, anche dalla biomassa utilizzata e dai pre-trattamenti a cui è stata sottoposta, volti in genere ad uniformarne la pezzatura ed il contenuto idrico.

Il settore delle caldaie di piccole-medie dimensioni e delle caldaie per uso domestico ha visto uno sviluppo in anni recenti, a seguito anche di incentivazioni a livello

Rendimento medio delle caldaie installate, %

[W-18]

Emissione media di CO per le caldaie, mg/Nm3 , [W-18]

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europeo, comportando una riduzione delle emissioni rispetto alle caldaie tradizionali pari all'85% per le caldaie a cippato e al 98% per le caldaie a pellet a condensazione.

Dati ottenuti a seguito di prove di combustione presso BLT Wieselburg, Austria (dati Voglauer 2005), [41] NOx

kg/TJ kg/TJCOV kg/TJCO Polverikg/TJ

Caldaia a legna in pezzi 85 3 65 14

Caldaia a cippato 101 < 1 18 18

Caldaia a pellet 81 < 1 31 11

Il parametro eccesso d'aria condiziona le emissioni al camino ed il rendimento di combustione; si può determinare in ogni condizione un eccesso d'aria ottimale, diagrammando le emissioni [mg/m3] in un range di valori del parametro:

Casi del grafico emissioni CO [mg/m3]

a Caldaia a legna a carica manuale b Caldaia a legna downdraft

c Caldaia automatica con tecnologia di combustione anno 1990

d Caldaia automatica con tecnologia di combustione successiva al 1995, con un appropriato controllo del processo, che può operare in condizioni ottimali.

Riduzione delle emissioni nei moderni combustori a legna [34]

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Confronto tra gli impatti ambientali medi delle diverse tipologie di caldaie [41]

Valori per le diverse caldaie

[mginquinante/MJfuel] CO COV Particolato NOx CO2 Caldaie a legna

vecchia generazione

A legna con accumulo (24 kW) 5.900 1.500 103 67 0

A legna, carica legna grande 16.400 4.800 2.200 28 0

A legna, carica legna piccola 8.200 3.000 - 64 0

Caldaie a legna moderne

Aria soffiata, fiamma inversa,

con accumulo 707 14 27 125 0

Aria soffiata, fiamma inversa,

accumulo e legna umida al26% 507 33 25 111 0

Aria soffiata, fiamma inversa,

accumulo e legna umida al38% 3.781 690 89 101 0

Caldaie a pellet Caldaia pellet, funzionamento a potenza nominale 30 1 13 - 0 Caldaia pellet, funzionamento

intermittente 380 2 12 62 0

Caldaia a gasolio 2 1 12 37 60.000

Caldaia multi-combustibile (gasolio, legna, pellet)

9 32 6 41

-Iprocessidicombustionedellebiomasse sono incompleti e portano alla produzione diparticolato, CO, NO2, SO2, idrocarburi incombusti (CxHy), idrocarburi aromatici

policiclici(PAHS)ecompostiorganicivariabiliinfunzionedellacomposizionedella biomassa alimentata e del tipo di burner.

L'impatto di tali processi a livello globale comporta l'emissione di: • 1 – 5 % delle emissioni totali di CH4;

• 6 – 14 % delle emissioni totali di CO;

• 8 – 24 % delle emissioni totali di composti organici non-methane.

Per quanto riguarda i processi di conversione energetica della biomassa occorre considerare anche il ruolo delle ceneri, che in processi di gassificazione possono assumere il ruolo di sotto-prodotti (biochar), mentre nei processi di combustione devono essere opportunamente smaltite, evitando la formazione di depositi, a seguito di fenomeni di fusibilità, in particolare in caso di biomasse erbacee.

I fenomeni di sinterizzazione possono essere ridotti mediante l'utilizzo di additivi, in particolare carbonato di calcio (1 – 2 %), che comporta la formazione di fosfati di calcio e potassio con alte temperature di fusione delle ceneri.

Le biomasse erbacee comportano un contenuto di ceneri superiore rispetto a quelle legnose; di conseguenza il tema della riduzione del fenomeno di sinterizzazione è ritenuto da tempo interessante, comportando lo studio di diverse tipologie di additivi, in particolare mediante utilizzo di calcio e magnesio, quale ad esempio idrossido di calcio per la riduzione degli ossidi di zolfo [41].

(14)

6.3) Studio di filiera per la combustione in impianti domestici

Per quanto riguarda lo studio di filiera per la combustione in impianti domestici, occorre considerare in particolare caldaie a pellet o cippato (a griglia fissa o mobile), che utilizzano biomassa di filiera corta o acquistata al prezzo di mercato:

• costo del pellet: - sfuso: 46 €/MWh; - in sacchi: 50 €/MWh;

• costo del cippato: 100 €/ton → 30 €/MWh → 23-26 €/msr.

In merito ad usi domestici, il pellet ha in media sul mercato un costo superiore, anche se sono presenti prezzi vantaggiosi nel periodo pre-stagionale nella zona Toscana:

– pellet di Conifera €4,45 a sacco (circa 15kg): pellet misto composto da abete (70%) e faggio (30%), prodotto da materiale residuale in particolare dell'industria del legno, con Certificazione Conforme ENPLUS A2

(ceneri ≈ 0,9%, umidità < 8,0%, potere calorifico > 5,1 kWh/kg, colore scuro); – pellet Eco Line €4,80 a sacco (circa 15kg): pellet abete puro (100%), ottenuto

da materiale residuale dell'industria del legno, con Certificazione ENPLUS A2 (ceneri ≈ 0,4%, umidità ≈ 7,3%, potere calorifico > 4,9 kWh/kg, colore chiaro). A livello domestico si utilizzano due tipologie di caldaie a cippato:

• caldaie a griglia fissa, più semplici, meno costose e di conseguenza più diffuse, con potenza media tra 25 e 400-500 kW, che devono essere alimentate con cippato di qualità, dipezzaturauniformeetenorediumiditàinferiorea30-40%; • caldaie a griglia mobile, più complesse e di taglie superiori (tra 500 kW e diversi MW), presentano un costo maggiore, ma consentono la conversione di biomasse legnose non omogenee e con un grado di umidità superiore.

Confronto costi energia primaria [W-34] Costo dell'energia utile con sistemi differenti [W-34]

Caldaia a pellet Logika

(15)

6.4) Studio di filiera per la combustione in piccoli e medi impianti

Per quanto riguarda lo studio di filiera di un impianto a biomassa residuale, con conversione energetica per combustione e sistema di teleriscaldamento, si può effettuare una modellazione con codice numerico, da considerare all'interno della filiera che va dalla raccolta della biomassa fino all'utilizzazione finale.

Enea ha implementato un codice di calcolo che risolve bilanci di massa ed energetici per i principali componenti del sistema di conversione energetica della biomassa per combustione, costituiti da sistema di produzione del calore (linea fumi-fluido termovettore) e da sistema di cogenerazione (linea fluido termovettore-fluido motore). Il modello può essere applicato ad uno schema complessivo di impianto, presentato nel seguente schema a blocchi, che presenta come componenti:

1. unità di combustione della biomassa, suddivisa in sezione di griglia e sezione di completamento delle reazioni di combustione;

2. caldaia, dove si ha lo scambio termico tra fumi e fluido termovettore (HX); 3. recuperatore di calore dei fumi per preriscaldare l'aria secondaria (SRHX); 4. recuperatore di calore dei fumi per preriscaldare l'aria primaria (PRHX).

Se il fluido termovettore è costituito da sali fusi, le temperature di ritorno in caldaia sono superiori a 180°C, così da ottenere temperature in uscita e rendimenti elevati. I fumi in uscita da HX sono utilizzati in SRHX, per preriscaldare l'aria secondaria, quindi in PRHX per preriscaldare parzialmente l'aria primaria.

Il componente critico delle caldaie a biomassa solida è rappresentato dalla griglia; di conseguenza, occorre evitare un eccessivo preriscaldamento ed utilizzare l'aria

(16)

primaria (la cui temperatura di preriscaldo è un dato di input) per il raffreddamento della griglia stessa, limitando il fenomeno di fusione delle ceneri.

Il modello Enea necessita di alcuni parametri di processo per i singoli componenti del sistema, desunti dalla letteratura o dalla documentazione tecnica del componente. Ciascuno scambiatore di calore è caratterizzato da un coefficiente di dispersione termica al mantello, pari a circa 1% della potenza lorda scambiata. Il coefficiente di dispersione in caldaia, pari al 2%, considera le perdite dovute ad incombusti nei fumi. Il recuperatore SRHX presenta un' efficienza di scambio termico pari a circa il 65%. Flow chart del codice di simulazione numerica:

(17)

Si riportano i risultati di sette casi studio analizzati da Enea [W-12], i primi sei con unità cogenerative da 1MWe, mentre il settimo da 200 kWe, per una biomassa

(18)

Composizione della biomassa ligneo-cellulosica scelta

Elemento Valore % peso (ss) Elemento Valore % peso (ss)

C 48,92 H 6,15

S 0,03 O 41,82

N 0,48 ceneri 2,60

wH2O 40,00

Parametri di input del metodo di calcolo, in funzione del caso studio

Variabile u.d.m. 1 2 3 4 5 6 7

Tamb °C 25 25 25 25 25 25 25

%O2 fumi % vol 7 7 7 7 7 7 7

T1,HX,FG °C 950 950 950 950 950 950 950 T1,HX,MS °C 250 250 200 200 220 210 200 T2,HX,MS °C 500 500 500 500 500 500 500 Δtmin,HX,FG-MS °C 50 50 50 50 50 50 50 T2,P,A °C 150 150 150 150 150 150 150 Pel,cogen kW 1000 1000 1000 1000 1000 1000 200 ηel,cogen % 24,1 25,6 24,1 22,9 25,6 25,6 22,9

Risultati ottenuti-Sezione unità di combustione e sezione scarico fumi

Caso studio 1 2 3 4 5 6 7 Variabile u.d.m. Unità di combustione Pfoc kW 5218,5 4912,7 4998,4 5260,3 4785,6 4745,1 1052,1 Pl,c kW 119 112 111,1 117 107,5 106 23,4 ηprod % 80,3 80,3 83,9 83,9 82,4 83,2 83,9 ṁB Kg/h,tq 1845,2 1737,1 1767,4 1860 1692,1 1677,8 372 ṁA,P + ṁA,S Kg/h 10877 10239,6 10418,1 10964 9974,6 9890,2 2192,8 ṁA,P Kg/h 6543,7 6160,2 6267,6 6596 6000,8 5950 1319,2 ṁA,S Kg/h 4333,3 4079,4 4150,5 4368 3973,8 3940,2 873,6 ṁG,R Kg/h 5941,8 5593,6 5250,5 5525,6 5189,4 5064 1105,1 ṁG Kg/h 18635,2 17543,3 17408,4 18320,6 16829,8 16605,9 3664,1 ṁG,R/ṁG - 31,9 31,9 30,2 30,2 30,8 30,5 30,2 T2,G °C 950,0 950 950 950 950 950 950

Camino (sezione scarico fumi)

Pl,stack kW 780 734,3 571,7 601,6 614 575,7 120,3

VG Nm3/h 10076,4 9486 9651,3 10157 9240,5 9162,3 2031,4

TG °C 224,1 224,1 178,2 178,2 196,5 187,3 178,2

Risultati ottenuti-Caldaia a sali fusi

Caso studio 1 2 3 4 5 6 7

Variabile u.d.m.

PU,HX kW 4191,3 3945,7 4191,3 4410,9 3945,7 3945,7 882,2

PI,HX kW 42,3 39,9 42,3 44,6 39,9 39,9 8,9

(19)

T1,G °C 950 950 950 950 950 950 950

T2,G °C 300 300 250 250 270 260 250

ṁMS Kg/h 40236,5 37878,7 33530,4 35287,2 33820,3 32654,1 7057,6

T1,MS °C 250 250 200 200 220 210 200

T2,MS °C 500 500 500 500 500 500 500

Risultati ottenuti-Sezione recuperatore di calore per l'aria secondaria

Caso studio 1 2 3 4 5 6 7 PU,SRHX kW 217,3 204,6 170,3 179,2 177,5 168,9 35,8 PI,SRHX kW 2,2 2,1 1,7 1,8 1,8 1,7 0,4 VG Nm3/h 14793,1 13962,3 13819,3 14543,4 13360 13182,2 2908,7 T1,G °C 300 300 250 250 270 260 250 T2,G °C 263,3 263,3 218,8 218,8 236,5 227,7 218,8 VA,S Kg/h 3366,8 3169,5 3224,8 3393,8 3087,5 3061,4 678,8 T1,A,S °C 25 25 25 25 25 25 25 T2,A,S °C 203,8 203,8 171,3 171,3 184,3 177,8 171,3

Risultati ottenuti-Sezione recuperatore di calore per l'aria primaria

Caso studio 1 2 3 4 5 6 7 PU,PRHX kW 229,5 216 219,8 231,3 210,4 208,7 46,3 PI,PRHX kW 2,3 2,2 2,2 2,3 2,1 2,1 0,5 VG Nm3/h 14793,1 13926,3 13819,3 14543,4 13360 13182,2 2908,7 T1,G °C 263,3 263,3 218,8 218,8 236,5 227,7 218,8 T2,G °C 224,1 224,1 178,2 178,2 196,5 187,3 178,2 VA,P Kg/h 5084,2 4786,3 4869,7 5124,9 4662,4 4622,9 1025 T1,A,P °C 25 25 25 25 25 25 25 T2,A,P °C 150 150 150 150 150 150 150

Effetto della temperatura di preriscaldo dell'aria primaria sulle prestazioni del sistema

(per rendere più elevata l'energia recuperata occorre aumentare la temperatura di preriscaldo dell'aria primaria T2,P,A)

Variabile u.d.m. T2,P,A=150°C T2,P,A=100°C T2,P,A=190°C Variabile u.d.m. T2,P,A=150°C T2,P,A=100°C T2,P,A=190°C

Unità di combustione Recuperatore per il preriscaldo aria primaria (PRHX)

Pfoc kW 5218,5 5290 5163,9 PU,PRH X kW 229,5 139,6 299,7 ηprod % 80,3 79,2 81,2 ε % 52,5 31,5 69,1 ṁB kg/h,tq 1845,2 1870,5 1825,9 VG Nm3/h 14793,1 14793,1 14793,1 ṁA,P+ṁA,S kg/h 10877 11026,1 10763,1 T1,G °C 263,3 262,8 263,7 ṁA,P kg/h 6543,7 6633,4 6475,2 T2,G °C 224,1 239 212,4 ṁA,S kg/h 4333,3 4392,7 4287,9 VA,P Nm3/h 5084,2 5153,9 5031 ṁG,R kg/h 5941,8 5767,7 6074,6 T1,A,P °C 25 25 25 ṁG kg/h 18635,2 18635,2 18635,2 T2,A,P °C 150 100 190 ṁG,R/ṁG - 31,9 31,0 32,6

Recuperatore per il preriscaldo aria secondaria (SRHX)

PU,SRHX kW 217,3 220,3 215 VA,S Nm3/h 3366,8 3413 3331,6

VG Nm3/h 14793,1 14793,1 14793,1 T1,A,S °C 25 25 25

T1,G °C 300 300 300 T2,A,S °C 203,8 203,8 203,8

(20)

6.5) Modellizzazione di filiera impianto cogenerativo ORC provincia Pisa

Per impianti di dimensioni inferiori a 1MW è preferibile considerare impianti ORC (Organic Rankine Cycle), modello ORC CONPOWER Technik (De), distribuito da VEIL Energy Srl, efficienza netta di circa il 15%, con fattore di utilizzo 8000h/anno. Considerando un impianto ORC da 500 kWth (37 kWel), disponibili per le utenze vicineconretedi teleriscaldamento (1234 utenze) e per trattamenti di essiccamento dello stesso combustibile alimentato, con produzione di energia elettrica tramite turbina a vapore. In ingresso l'ORC prevede una potenza termica da olio diatermico, fornita da una caldaia alimentata a biomassa con griglia piatta a spinta.

Valutazione economica dell'investimento: • Costo di investimento: - caldaia:

- ORC: 240.000 € al netto dell'IVA presente per legge; - stoccaggio biomassa: 30 €/msr (cippato P45, M15); • Costo combustibile: - da filiera:

- costo di mercato: • Costo personale: per gestione impianto, movimentazione della biomassa e logistica

riguardante la filiera sono sufficienti 2 addetti (costo annuo 72.000 €); • Costi di manutenzione: un modello Conpower richiede poca manutenzione, essendo

alimentato da olio diatermico in circuito chiuso, pulito e non corrosivo, con turbina operante ad un basso numero di giri in assenza di riduttore; di conseguenza, il fermo macchina per manutenzione può essere associato al fermo caldaia.

L'azienda Conpower prevede vari pacchetti di manutenzione (pacchetto Estero: 2,0 cent per kWh, al netto dell'IVA). Il costo di manutenzione ordinaria della caldaia è più oneroso (estremo superiore di 30.000 €/anno, variabile);

• Costi di trasporto e smaltimento ceneri: 15.000 €/anno; • Costi di assicurazione: variabili tra 5.000 e 20.000 €/anno.

Seconda opzione (preferita) per il sito di installazione degli impianti a gassificazione e combustione, zona industriale della frazione di Gello (Pontedera), [W-17]

(21)

Vantaggi utilizzo tecnologia ORC:

• elevato rendimento del ciclo termodinamico; • elevato rendimento della turbina;

• produzione energia elettrica e termica a bassa temperatura (temperatura non inferiore a 85°C);

• modesta sollecitazione meccanica della turbina, grazie alla bassa velocità periferica;

• limitato numero di giri della turbina, permette l'accoppiamento diretto della turbina al generatore

elettrico senza necessità di introdurre meccanismi di riduzione;

• vita operativa dell'impianto abbastanza lunga, grazie alle caratteristiche del fluido di lavoro, che comportano assenza di erosione delle palette della turbina, mancata erosione e

corrosione di componenti, quali valvole e tubi;

• elevata economicità anche in un intervallo di prestazioni ridotto; • assenza di necessità di trattamento delle acque di alimento. Sintesi costi attualizzati impianti a biomassa solida

(Rapporto “Costi di produzione di energia elettrica da FER”, AEEG, anno 2010; l'impianto da 400 kWel utilizza tecnologia ORC, con produzione di 1800 kWth resi disponibili alle utenze [W-37]):

Impianto ORC a bassa temperatura - CONPOWER [13]

(22)

6.6) Modellizzazione di filiera impianto cogenerativo EFMGT provincia Pisa Un sistema EFMGT (Externally Fired Micro Gas Turbine) è un impianto turbogas con disaccoppiamento tra ciclo di combustione e ciclo di potenza, costituito da un gruppo turbina-compressore, con potenza termica in ingresso mediante scambiatore di calore ad alta temperatura; tale disaccoppiamento consente l'utilizzo di combustibili non pregiati, quali biomasse di seconda generazione.

L'elemento critico dell'impianto è rappresentato dallo scambiatore di calore, in quanto esso comporta alte temperature (1400°C per scambiatore ceramico e 800°C per scambiatore metallico). L'impianto può essere a ciclo aperto con aria (configurazione preferibile per alimentazione a biomassa di seconda generazione, con filiera analoga a caso ORC), o a ciclo chiuso con altra sostanza chimica e pressioni superiori, con il vantaggio di ridurre l'ingombro d'impianto, seppure a seguito di un maggior costo. I sistemi EFGT consentono anche di pre-trattare la biomassa in ingresso, mediante utilizzo di una frazione della potenza termica ottenuta, consentendo un miglioramento del processo di combustione e del rendimento d'impianto; il sistema EFGT considerato è proprieta di Enel Ricerca, con tecnologia Powertep.

Schema semplificativo di un impianto Micro-EFMGT [20]

(23)

6.7) Stagionalità della filiera e programmazione sui medi periodi

Nel caso studio considero come mix di biomasse utilizzate lo stesso dell'impianto di gassificazione di 500 kWth prima modellizzato, per poter effettuare un confronto:

• pioppo da SRF biennale,

• biomassa residuale da manutenzione forestale e del verde urbano, • residui delle coltivazioni della vite;

• residui delle coltivazioni dell'olivo.

Descrizione delle diverse filiere in merito all'impianto di gassificazione da 500kWth simulato Pioppo da SRF

biennale manutenzione forestale eBiomassa residuale da del verde urbano

Residui di coltivazione della vite Residui di coltivazione dell'olivo Distanza media 22,3 km 25,2 km m.f. - 17 km v.u. 28,4 km 17 km Distanza massima 29,3 km 30 km m.f.- 28 km v.u. 44,2 km (Volterra) 26,6 km (S.Miniato) Superficie disponibile 20 ha 12377ha m.f-13500ha v.u. 4000 ha 7400 ha Produttività annua

media per ettaro

13,8 t/ha anno 2,4 t/ha/anno s.s. m.f. - 1608 t/anno da potatura

(formula incremento corrente)

2,5 t/ha/anno 1,7 t/ha/anno

Produttività media

annua superficie 276 t/anno 29704,8 t/anno m.f.- 1608 t/anno v.u. 10000 t/anno 12580 t/anno Periodo produzione

della biomassa Febbraio – Marzo Nonsingolestagionale,operazioni hannoanchese le carattere stagionale

Febbraio – Marzo

Settembre – Ottobre Febbraio – Marzo Personale addetto alla

produzione

Aziende agricole SRF sperimentali

Aziendeagricole m.f. GeneralServiceS.R.L.v.u.

Aziende agricole Aziende agricole Piani di Gestione Regione Provincia e Comune Provincia e Comune Provincia e Comune Costi tecnici

(€/ha.anno) 158 Global Service134,2 €/ha m.f.S.R.L. -v.u.

Tecnica consolidata

applicabileinazienda Tecnica consolidata livello aziendale Costi meccanici

(€/ha.anno) 192,5 Global Service S.R.L.188 €/ha m.f. -v.u.

Raccolta: 15 – 70 €/t

Imballatura: 50 €/t Sist.aziendali: 40 €/tRaccolta: 15–70 €/t Costo totale

(€/ha.anno) 300,5

322,2 €/ha m.f.

4.175.459,4 €/anno v.u.Pisa 46,25 €/t 41,25 €/t Costo di produzione

(€/t) 71 assente 60 – 140 €/haCosti evitati: 60 – 140 €/haCosti evitati: Costo medio di

trasporto veicolo massa tot.22,6 €/viaggio pieno carico < 3,5 t

58,8 €/viaggio m.f. 39,5 €/viaggio v.u. p.c. < 7,5 t conto terzi

35,3 €/viaggio veicolomassa pieno

carico (3,5 – 7,5) t

21,1 €/viaggio veicolomassa pieno

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