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5. Risultati

In seguito allo studio teorico, si è sviluppata l’attività alla base di questa tesi. Prima di illustrare lo svolgimento, è necessario focalizzare l’obiettivo del seguente lavoro, per poi comprendere i passi intrapresi.

Lo scopo della tesi è stato quello di approfondire le modalità di controllo e gestione della supply chain. L’importanza della filiera produttiva per dimostrare il rispetto dei principi di Responsabilità Sociale è fondamentale in un’azienda che, come visto, svolge per interno in outsourcing la propria attività produttiva.

Inoltre, l’elevata stagionalità del prodotto e la conseguente variabilità dei soggetti coinvolti, rende strategico riuscire ad avere degli strumenti in grado di monitorare costantemente la composizione della filiera, oltre al suo comportamento.

Lo sviluppo dell’attività, come anticipato nel capitolo introduttivo, ha seguito i passi descritti nel seguente diagramma a blocchi:

Fig.14 – Schema delle attività svolte

Settore e Struttura aziendale

Normative di Responsabilità Sociale (SA

8000)

Sistema di Gestione per la Responsabilità Sociale

Mappatura Fornitori e Sub Fornitori

Requisiti di Responsabilità Sociale per l’azienda

Verifiche Ispettive Fornitori e Sub Fornitori Azioni Correttive e Riparatrici Studio Preliminare Aggiornamento anagrafico della Catena di Fornitura

Chiusura Ciclo Verifiche Ispettive / Aggiornamento Database

NO

NC ed Osservazioni

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Le conclusioni ottenute nelle fasi di studio preliminare rappresentano le tematiche sviluppate nei precedenti capitoli, ed hanno portato ad ottenere un quadro completo dei requisiti per un’azienda appartenente a questo settore ed impegnata nell’applicazione della normativa SA 8000 relativa alla Responsabilità Sociale d’Impresa.

Primo passo, per un’azienda che intende certificarsi in questo ambito, è di dimostrare la conoscenza della propria catena di fornitura, considerando anche le sue peculiarità come la gestione in outsourcing di tutto il ciclo produttivo.

Per fare questo, si è sviluppata una modalità di aggiornamento delle informazioni anagrafiche, richiedendo direttamente le informazioni ai fornitori, anche riguardo la loro catena di fornitura (ovvero fino al secondo livello della supply chain Gucci).

Oltre ad ottenere questi dati, è stato importante anche definire una modalità per valorizzarli e renderli significativi rispetto alla Responsabilità Sociale. Perciò, sviluppando un indicatore di “rischio”, si è potuto sfruttare le informazioni per classificare tutti i soggetti ed identificare quelli su cui è necessario porre un’attenzione maggiore.

Tale risultato permette anche di pianificare i futuri cicli di Verifiche Ispettive, di cui devono essere gestiti i report. Perciò, come ultimo step, è stato realizzato un database in grado di gestire queste notifiche, ed in grado di seguire l’intero processo di miglioramento continuo che deve portare i soggetti al superamento delle non conformità riscontrate.

Nei paragrafi seguenti saranno ulteriormente approfondite le esigenze e le riflessioni che hanno portato ad i risultati citati, oltre alle caratteristiche degli stessi.

5.1. Aggiornamento anagrafico della catena di fornitura

La conoscenza di tutta la catena di fornitura è il punto di partenza per lo sviluppo di azioni di monitoraggio e miglioramento. Da questa consapevolezza ci si è mossi verso il primo step di questa tesi, ovvero l’aggiornamento dei dati anagrafici.

Un’azienda come Gucci presenta una supply chain articolata e di grandi dimensioni, di cui non risulta facile mantenere informazioni sempre aggiornate. Perciò si è deciso di aggiornare i dati, contattando direttamente i fornitori.

Questo metodo è stato scelto per due ragioni differenti. Innanzitutto un’interazione diretta permette di avere trasparenza nei confronti dei fornitori sul proprio operato. In questo modo il fornitore può sapere che dati vengono trattati e che uso ne viene fatto, sentendosi anche maggiormente integrato nell’azienda.

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Inoltre quest’occasione è stata colta per sensibilizzare ulteriormente la catena di fornitura sulle tematiche della Responsabilità Sociale, ricordando l’importanza della comunicazione e il rispetto dei principi sanciti dagli accordi con l’azienda.

La catena di fornitura comprende, in particolare per i fornitori di prodotto finito, molte aziende di piccole dimensioni, quasi artigianali. Perciò è stato necessario sviluppare una modalità di richiesta dati molto semplice, che non richiedesse eccessive conoscenze informatiche. Sono state elaborate due tabelle, con campi standard da compilare e con la possibilità di scelta multipla per alcuni dati.

La prima tabella richiede informazioni relative al fornitore diretto, che deve dichiarare, riguardo al suo operato per Gucci,:

 dimensione (intesa come numero di dipendenti);

 fatturato Gucci (dell’anno precedente);

 fatturato Gucci su fatturato totale fornitore (misura percentuale di quanto

“pesa” Gucci sull’impegno totale del fornitore).

Attraverso questi dati l’azienda può determinare la sua importanza per il fornitore a livello economico. Da un lato, questo può permettere all’azienda di capire la propria “influenza” sul fornitore, nell’ottica di ottenere il rispetto e la condivisione dei principi di Responsabilità Sociale. Dall’altro, rappresenta un forte vincolo di responsabilità per l’azienda, che dovrà porre maggiore attenzione verso i fornitori dedicati (ovvero che lavorano per Gucci quasi al 100%) e quelli di piccole dimensioni.

Oltre questo, al fornitore viene richiesto di monitorare anche la propria catena di fornitura. Inoltre, gli accordi Gucci per il settore della Pelletteria prevedono che la supply chain non superi i due livelli, e quindi non debba andare oltre i sub fornitori. Solamente per particolari lavorazioni possono essere utilizzati dal sub fornitore dei collaboratori esterni. Perciò il fornitore deve mantenere sotto controllo la propria supply chain, e deve anche fornirne evidenza.

La seconda tabella richiede, quindi, informazioni relative ai sub fornitori, compilare costituite dai seguenti campi:

 ragione sociale e codice dei subfornitori;

 tipologia contrattuale;

 fatturato;

 dimensione (numero di dipendenti);

 area geografica;

 collaboratori esterni;

 valutazione (il fornitore diretto deve esprimere un giudizio sull’operato del

sub fornitore, scegliendo tra una serie di risposte chiuse);

 fatturato fornitore su fatturato totale sub (misura percentuale dell’impegno

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Fig.15 – Tabella Mappatura Sub Fornitori

Attraverso questa semplice tabella, è stato possibile ottenere un quadro completo di tutta la catena di sub fornitura di Gucci. Questo è un risultato di grandissima importanza, specialmente per le caratteristiche del settore moda.

Infatti, la ciclicità e la stagionalità delle collezioni si ripercuotono anche sulla catena di fornitura, rendendola in continua evoluzione. Il numero e la tipologia di fornitori e sub fornitori può quindi variare notevolmente da un anno all’altro, e da qui è sorta la necessità di avere un quadro aggiornato della situazione. Questo anche per la successiva pianificazione delle verifiche ispettive, che altrimenti potrebbero essere previste per soggetti che non collaborano più con l’azienda.

Le due tabelle sono state quindi inviate al fornitore, stabilendo una data di scadenza per la compilazione e l’invio da parte del fornitore. Sempre nell’ottica della massima trasparenza e comunicazione, è stata redatta un’apposita procedura per supportare il fornitore nella compilazione delle tabelle. Oltre alla spiegazione dei vari campi, questo documento è servito, ancora una volta, per motivare la richiesta dei dati e spiegare lo sviluppo che Gucci intende farne in seguito.

Per queste tabelle è previsto un invio con cadenza annuale ai fornitori, dato che, con le informazioni raccolte, verrà sviluppata la mappatura di rischio, analizzata nei paragrafi successivi.

Tuttavia, la dinamicità del settore richiede che le informazioni vengano aggiornate più frequentemente, e non solo in coincidenza della mappatura di rischio. Quindi è stata sviluppata un’altra tipologia di tabella, da inviare con maggiore frequenza per monitorare lo stato della supply chain.

In questo caso le informazioni richieste sono differenti, visto che alcuni dati non hanno una variabilità così elevata. Infatti i valori del fatturato ed il numero di dipendenti possono essere richiesti solo annualmente.

Quindi l’aggiornamento ha solo carattere anagrafico, inserendo nella tabella l’elenco dei fornitori che risultano all’azienda, e che i fornitori devono confermare oppure devono segnalare le eventuali variazioni. Le informazioni contenute in questa tabella sono quindi:

 Ragione sociale (del fornitore diretto);

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 Stato (attivo, cessato o collaboratore esterno);  Partita IVA;  Codice Fiscale  Soci amministratori;  Responsabile gestionale;  Sede produttiva;

 Contatti sede produttiva.

.

Fig.16 – Tabella Aggiornamento Anagrafica Fornitori

Mediante le informazioni ottenute, si può sviluppare un’idea della struttura della filiera produttiva a livello geografico, evidenziando ulteriormente il legame dell’azienda con il know how presente sul territorio nazionale.

Nelle figure successive è possibile visualizzare la struttura della filiera produttiva Gucci, suddivisa in base alla categoria merceologica di riferimento:

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Fig.17 – Distribuzione geografica filiera Prodotto Finito e Centri di Taglio

Fig.18 – Distribuzione geografica filiera Materie Prime Complementari

Gucci Logistica 2008 ° Milano ° Firenze ° Viterbo ° Macerata 1 LABORATORIO ° Orvieto 1 LABORATORIO 1 LABORATORIO ° Napoli 1 LABORATORIO

PRODOTTO FINITO e CENTRI DI TAGLIO

(73 FORNITORI) 1 LABORATORIO 54 LABORATORI 9 LABORATORI 2 LABORATORI 3 LABORATORI ° Firenze ° Arezzo Siena ° ° Pistoia 20/11/2008 Pag. 2 di 5 Gucci Logistica 2008 ° Milano ° Firenze ° Perugia M.P. COMPLEMENTARI (38 FORNITORI) Brescia ° 1 FORNITORE Bologna ° 1 FORNITORE ° Arezzo Modena ° 1 FORNITORE ° Padova 1 FORNITORE 1 FORNITORE Pistoia ° ° Torino Varese ° 1 FORNITORE ° Verona 2 FORNITORI ° Firenze ° Arezzo ° Pistoia 2 FORNITORI Siena ° 20/11/2008 Pag. 4 di 5 8 FORNITORI 16 FORNITORI 1 FORNITORE 1 FORNITORE 2 FORNITORI

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5.2. Mappatura di Rischio dei fornitori diretti

Una volta raccolte tutte le informazioni necessarie per una corretta analisi della supply chain, si è cercato di definire un modello per valorizzarle ai fini dei requisiti di Responsabilità Sociale. Infatti, se non inquadrati in un preciso contesto, questi dati non riescono a rendere idea del comportamento della filiera Gucci, e quindi non si possono stabilire le priorità di controllo e di intervento.

Perciò si è deciso di sviluppare una mappatura di rischio, che permettesse di avere un quadro più leggibile della situazione, e di stabilire velocemente le aree da sottoporre a verifica ispettiva.

L’intento di questo strumento è quello di dimostrare l’impegno di Gucci nell’attuazione di uno dei punti più critici richiesti dalla normativa SA8000, ovvero il controllo della propria filiera produttiva. Di per sé, la mappatura non stabilirà la bravura o meno di ogni soggetto nel rispetto dei requisiti, ma permetterà di avere una base consistente da cui muoversi per determinarlo.

È importante sottolineare ancora una volta come delineare i confini della filiera produttiva e poi strutturarla sia un compito tutt’altro che banale, in un’azienda che, per le sue caratteristiche, è soggetta ad un continuo cambiamento e, quindi, anche un consistente turn-over dei soggetti coinvolti.

Il criterio di classificazione della supply chain sviluppato consiste in un “punteggio di rischio” per ciascun fornitore, determinato sulla base delle informazioni raccolte. Ad ogni tipo di dato (fatturato, numero dipendenti, etc.) è stato quindi assegnato un punteggio, in base alla sua importanza. La somma di tutti i punteggi definisce un singolo valore, identificativo del rischio, per ogni fornitore, e risulta quindi facile determinare un ranking per tutta la supply chain.

È stata quindi definita una tabella di assegnazione dei punteggi, suddivisa in due parti:

 una prima parte “statica”, dove vengono raccolti i criteri che, per tutti i

fornitori, presentano sempre una valutazione;

 una seconda parte “dinamica”, che comprende i criteri che possono

corrispondere ad un determinato esercizio oppure non presentare valutazione per alcuni fornitori.

È opportuno approfondire la struttura delle due sezioni, per chiarire meglio le definizioni che gli sono state assegnate.

La parte “statica” è costituita da tutte le informazioni che sono state raccolte con l’aggiornamento della supply chain. Questi dati sono disponibili per ogni fornitore e, quindi, rappresentano un criterio valido di classificazione di tutta la supply chain. All’interno di questa sezione sono presenti le seguenti informazioni:

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II. Tipo di Contratto; III. Rapporto Commerciale;

IV. Fatturato Fornitore su Fatturato totale Area (percentuale); V. Fatturato Gucci su Fatturato totale Fornitore (percentuale); VI. Prodotto personalizzato;

VII. Fornitore alternativo (presenza o meno di un fornitore sostitutivo); VIII. Dimensione azienda (numero di dipendenti);

IX. Area geografica; X. Presenza sub fornitori.

Per ognuna di queste categorie è stato, quindi, previsto un “peso”. Questo punteggio va suddiviso tra le varie sotto-categorie presenti, sulla base della maggiore o minore rischiosità per l’azienda. La somma di tutti i pesi è stata fissata pari ad un valore di 1000 punti.

In questo modo, per ogni fornitore, sommando i punti relativi ad ogni categoria, è possibile calcolare un “punteggio di rischio”, ovvero un valore che quantifica la rischiosità di ogni fornitore rispetto al mancato rispetto dei requisiti SA 8000.

Quindi è possibile anche stilare una graduatoria della catena di fornitura, rischiosità avendo un parametro di riferimento unico per tutti i fornitori. Tuttavia, in questo si ha un elenco di fornitori, che però risulta di scarsa leggibilità ed interpretabilità. Perciò sono state introdotte tre fasce di rischiosità, con colorazione differente, per avere un immediato riscontro visivo delle area a maggiore importanza. Queste fasce sono:

 Alta, con punteggi superiori ai 280 punti;

 Media, con punteggi compresi tra 240 e 280 punti;

 Bassa, con punteggi inferiori ai 240 punti.

La parte “dinamica” è stata sviluppata per utilizzare altre informazioni, presenti in azienda, che non sono state ricavate dall’aggiornamento visto in precedenza.

Queste informazioni sono relative ai riscontri dell’azienda sull’effettiva applicazione dei requisiti di Responsabilità Sociale da parte dei fornitori, ovvero i report delle verifiche ispettive ed i questionari di autovalutazione compilati dai fornitori stessi.

Questi dati risultano di particolare importanza per il monitoraggio della supply chain, in quanto costituiscono l’unico strumento di controllo effettivo sulla Responsabilità Sociale. Tuttavia, non risultano sempre disponibili ed aggiornati per tutti i fornitori, dato che i cicli di verifiche ispettive non possono coprire l’intera catena di fornitura Gucci.

Per questo motivo, non volendo perdere informazioni così importanti, è stata sviluppata la parte “dinamica”, che non rappresenta un criterio univoco di valutazione ma comunque è un importante elemento da tenere in considerazione nella valutazione del rischio.

I punteggi definiti in questa sezione vanno a sommarsi a quelli determinati dalla parte statica, e quindi apportando alcune variazioni nel ranking della supply chain.

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La tabella con tutte le categorie, le sottocategorie ed i relativi pesi è riportata di seguito:

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Fig.19 – Tabella di Rischio dei Fornitori Diretti 20% 20% 5% 20% 13% 3% 3% 5% 7% 4% 200 200 50 200 130 30 30 50 70 40 AR EA Pe rc P T ip o C o n tra tto Pe rc P P P P P P P P P Pu n te g g io d i R is ch io P n o n co n f. P b ia n ch e P O ss . P N .C . P N .C . G ra v i P Pri o ri tà d i Ve ri fica Pr o d o tto F in ito 30% 60 PA R T EC IPA Z IO N E G U C C I 50% 100 C o n to L a v o ro 50% 25 > 1 0 % 40% 80 > 6 0 % 50% 65 100% 30 No 100% 30 Pi c c o la (< 1 5 D ip .) 50% 25 R e s to d e l Mo n d o 50% 35 100% 40 > 2 8 0 A L T A N o q u 0 N o q u 0 > 1 0 15 >9 30 Si 50 A L T A C e n tr i d i ta g lio 15% 30 PA R T N ER 25% 50 C o n to la v o ro / v e n d ita 30% 15 5 % - 1 0 % 25% 50 2 0 % - 6 0 % 30% 40 No 0% 0 0% 0 Me d ia (1 5 < D ip . < 5 0 ) 30% 15 Eu ro p a d e ll'Es t 20% 14 No 0% 0 2 4 0 -2 8 0 MED IA > 6 5 > 6 5 4 -1 0 10 4 -9 20 no 0 MED IA O g g e tti s ti c a G u a n ti e C a p p e lli 15% 30 IN T EG R A T O 15% 30 C o n to Ve n d ita 20% 10 3 % - 5 % 20% 40 0 % - 2 0 % 20% 25 G ra n d e (> 5 0 D ip .) 20% 10 N o rd A m e ric a / G ia p p o n e 20% 14 < 2 4 0 B A SSA 4 - 6 3 4 - 6 3 <3 5 <4 10 B A SSA L a v o ra zi o n i in te rm e d ie 10% 20 B A SE 5% 10 1 % - 3 % 10% 20 Eu ro p a O c c id e n ta le 10% 7 1 - 4 2 1 - 4 2 R is o lte 0 R is o lte 0 A c c e s s o ri 10% 20 A C C O R D O Q U A D R O 3% 5 < 1 % 5% 10 Ma te rie Pr im e C o m p le m e n ta ri 10% 20 F O R N IT O R E IN D IR ET T O 2% 3 Ma te rie Pr im e 10% 20 SEN Z A C O N T R A T T O O C C A SI O N A L E - C A MPI O N A T U R A - IN C ESSA Z IO N E 1% 2 Are a G e o g ra fica Es ito Ve rifi c h e Is p e tti v e Es ito Q u e s ti o n a rio Pre se n za Su b R a p p o rt o C o m m e rci a le F a ttu ra to F o rn ito re su Are a % F a ttu ra to G u cci d e l F o rn ito re D im e n sio n e Azi e n d a (n .° d ip e n d e n ti) Pro d o tti Pe rs o n a liz. F o rn ito re Al te rn a tiv o

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Di seguito è invece riportato un modello del ranking della supply chain. Nelle prime colonne (partendo da sinistra) appaiono la ragione sociale del fornitore e la categoria merceologica mentre, di seguito, appaiono tutti i parametri definiti nella sezione “statica”. Le colonne di colore giallo sono quelle dei pesi, quindi per ogni informazione si può vedere a fianco il punteggio di rischio associato.

La colonna azzurra contiene il punteggio di rischio totale della parte “statica” e, a fianco, c’è la colonna che definisce la fascia di rischiosità del fornitore, con la colorazione associata.

Le colonne più a destra sono quelle della parte dinamica, dove, come si nota, non sono presenti sempre dei dati per ogni riga, e quindi per ogni fornitore. Nel caso in cui siano presenti, nella colonne gialle sono riportati i punteggi associati, altrimenti vengono fissati a zero di default.

La penultima colonna contiene il punteggio totale di rischio, determinato dalla somma dei punteggi delle due sezioni. A fianco vi è la colonna che indica la fascia di rischiosità, che può risultare differente da quella stabilita dalla sola sezione statica.

Fig.20 – Modello di mappatura dei fornitori diretti

5.3. Mappatura di Rischio dei Sub Fornitori

Anche per la catena di sub fornitura, così come per quella di fornitura diretta, è sorto il problema di come dare una maggiore significatività a tutti i dati che erano stati raccolti.

In questo caso le difficoltà sono ancora maggiori, visto che ci si trova ad un livello più basso della filiera produttiva. Questo comporta, innanzitutto, un notevole aumento dei soggetti coinvolti, che supera in maniera esponenziale quello dei fornitori di primo livello.

Inoltre un’altra complessità consiste nel reperimento dei dati, di cui spesso nemmeno i fornitori diretti sono a conoscenza. Questo ha comportato un’ulteriore opera di sensibilizzazione verso di loro, per fargli comprendere l’importanza di conoscere la propria filiera, come per Gucci nei loro confronti, e di quindi di avere a disposizione tutti i dati sui loro sub fornitori.

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La modalità di mappatura sviluppata per i sub fornitori ricalca il modello sviluppato per il livello superiore. Anche qui era necessario definire uno strumento che, innanzitutto, permettesse di definire la composizione del secondo livello della filiera produttiva, e poi di strutturarla secondo un ordine di importanza rispetto ai principi di Responsabilità Sociale.

Attraverso questa mappatura sarà perciò possibile stabilire i soggetti a maggiore priorità di intervento, nell’ottica di un continuo sviluppo e miglioramento delle politiche e delle azioni per il rispetto dei requisiti SA8000.

Il criterio che permette di stilare un ranking è, come in precedenza, un indice calcolato in base ad una serie di dati ed ai punteggi assegnati in corrispondenza, a seconda dei valori. In questo modo si ha un criterio univoco per tutti i soggetti presi in considerazione, ed è possibile determinare una classifica sulla base del rischio rispetto ai requisiti di Responsabilità Sociale.

Anche in questo caso si hanno una serie di dati disponibili per tutti i soggetti, mentre altre informazioni non sono riscontrabili per tutti i sub fornitori. Perciò è stata utilizzata la stessa struttura vista in precedenza, con la suddivisione del punteggio di rischio in due sezioni:

 una parte “statica”;  una parte “dinamica”.

Nella prima sezione sono presenti, appunto, i dati che sono disponibili per tutti i sub fornitori e che sono stati raccolti durante l’aggiornamento, quindi:

I. Area (ovvero la categoria merceologica di riferimento); II. Tipo di Contratto (del fornitore diretto);

III. Rapporto Commerciale;

IV. Tipo di Contratto (del sub fornitore);

V. Fatturato Sub Fornitore su Fatturato totale Area (percentuale);

VI. Fatturato Fornitore Gucci su Fatturato totale Sub Fornitore (percentuale); VII. Dimensione azienda (numero di dipendenti);

VIII. Collaboratori esterni (numero) IX. Area geografica;

X. Valutazione del Fornitore sull’operato del Sub Fornitore XI. Numero di Fornitori a cui è associato il Sub Fornitore.

Chiaramente rimane l’indicazione del fornitore (o più fornitori, in caso di associazione multipla) di riferimento e dell’area, per permettere in seguito una suddivisione in categorie per analisi più approfondite.

Anche in questa mappatura rimane come elemento fondamentale l’analisi dei fatturati dei sub fornitori, per determinare la loro influenza ed il loro impegno sulla produzione Gucci, fattori che ne aumentano la priorità per il monitoraggio ed il controllo del rispetto dei requisiti di Responsabilità Sociale.

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Di particolare importanza risultano anche le dimensioni del sub fornitore e la sua area geografica. In particolare, a questo livello della filiera produttiva i soggetti interessati sono, nella maggior parte dei casi, laboratori di piccole dimensioni, che quindi necessitano di particolare attenzione e di un’opera di sensibilizzazione su queste tematiche.

La valutazione del sub fornitore viene fatta dal fornitore stesso. Il giudizio, che può essere scelto tra le categorie “da migliorare”, “insufficiente”, “sufficiente”, “buono” e “ottimo”, deve essere scelto sulla base del suo impegno e del suo rispetto dei requisiti della SA 8000, e non in considerazione della qualità produttiva o di altri aspetti.

L’ultimo campo riguarda il numero di fornitori diretti a cui è associato il sub fornitore che, come accennato in precedenza, possono essere anche più di uno.

In conseguenza di questi inserimenti, sono stati eliminati i campi relativi alla tipologia commerciale, alla personalizzazione del prodotto, alla presenza di fornitori alternativi e di sub fornitori.

Anche relativamente alla parte dinamica, la strutturazione dei pesi e dei punteggi ricalca il modello utilizzato in precedenza per il primo livello della filiera produttiva.

In questo caso non appare il campo relativo al questionario di autovalutazione, che non viene compilato da parte dei sub fornitori anche per via della complessità che si avrebbe nel gestire un numero così elevato di informazioni.

Viene inserita la categoria relativa alle verifiche ispettive, che vengono svolte per i sub fornitori allo stesso modo dei fornitori diretti. In base al numero di non conformità ed osservazioni riscontrate durante gli audit viene assegnato un punteggio. Nel caso che queste problematiche siano state superate da parte del sub fornitore, non viene assegnato alcun punteggio ma viene mantenuta traccia sulla mappatura, in modo da poter immediatamente capire chi è stato oggetto di audit o meno.

Il punteggio totale relativo alla parte “statica” è pari a 1000 punti, che devono essere poi tra i vari campi e categorie. In base al punteggio ottenuto, ciascun fornitore può classificarsi in una determinata fascia di rischio. Infatti, come per i fornitori diretti, sono state determinate delle fasce di punteggi che identificano differenti livelli di rischio, in modo da rendere visivamente più rapido capire l’importanza del sub fornitore. Le fasce che sono state stabilite corrispondono a:

 Alta, con punteggi superiori ai 280 punti;

 Media, con punteggi compresi tra 250 e 280 punti;

 Bassa, con punteggi inferiori ai 250 punti.

Il punteggio ottenuto nella parte “dinamica”, proprio per la definizione di questa sezione, non è disponibile per tutti i soggetti interessati, e quindi non rappresenta un criterio oggettivo di classificazione. Perciò viene sommato a quello della parte “statica” andando a costituire un’altra colonna con delle fasce di rischio, dove si possono avere delle variazioni rispetto a quella precedente a seconda della presenza di informazioni.

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Il modello della mappatura dei sub fornitori è riportato qui sotto:

Fig.21 – Modello di mappatura dei sub fornitori

La tabella di rischio dei sub fornitori, contenente tutti i pesi ed i punteggi visti in precedenza, è invece inserita nella pagina seguente:

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Fig.22 – Tabella di Rischio dei Sub Fornitori 20% 20% 10% 10% 15% 5% 6% 7% 2% 5% 200 200 100 100 150 50 60 70 20 50 AR EA Pe rc P C on tra tto F orn ito re D ire tto C la ss e Pe rc P P P P P P P Va lu ta zi on e F orn ito re P N um D ire tti P Pu nte gg io d i R isch io P O ss . P N .C . P N .C . G ra vi P Pri ori tà d i Ve rifica o d o tto F in ito 30% 60 PA R T EC IPA Z IO N E G U C C I C la ss e P1 50% 100 SEN Z A C O N T R A T T O 50% 50 > 0 ,5 % 40% 40 > 6 0% 50% 75 L ab o ra to rio <1 5 U n ità O p . 50% 25 100% 60 R es to d el Mo n d o 50% 35 D a m ig lio ra re 40% 8 1 30% 15 >2 80 A L T A >1 0 15 >9 30 Si 50 A L T A en tr i d i ta g lio 10% 20 PA R T N ER C la ss e P2 25% 50 VEC C H IO B A SE 30% 30 0,3 % - 0,5 % 30% 30 20 % - 60 % 30% 45 L ab o ra to rio >1 5< 30 U n ità O p . 30% 15 No 0% 0 Eu ro p a d ell 'Es t 15% 11 In su ffi cie n te 30% 6 2-3 60% 30 25 0-2 80 MED IA 4-1 0 10 4-9 20 no 0 MED IA g g etti sti ca u an ti e C ap p ell i 15% 30 IN T EG R A T O C la ss e P3 15% 30 C O N T R A T T O SU B 20% 20 0,2 % - 0,3 % 20% 20 0% - 20 % 20% 30 L ab o ra to rio >3 0 U n ità O p . 20% 10 N o rd A m er ic a/G ia p p o n e 15% 11 Su ffi cie n te 20% 4 >3 10% 5 <2 50 B A SSA <3 5 <4 10 B A SSA av o ra zi o n i in te rm ed ie 10% 20 B A SE C la ss e P4 5% 10 < 0 ,2 10% 10 Eu ro p a O cc id en ta le 10% 7 B u o n o 10% 2 R is o lte 0 R is o lte 0 cc es so ri 15% 30 A C C O R D O Q U A D R O C la ss e P5 3% 5 T o sc an a 5% 4 O tti m o 0% 0 P. C o m p le m . 15% 30 F O R N IT O R E IN D IR ET T O C la ss e P6 2% 3 Ita lia 5% 4 te rie Pr im e 5% 10 SEN Z A C O N T R A T T O O C C A SI O N A L E - C A MPI O N A T U R A - IN C ESSA Z IO N E C la ss e P7 1% 2 % F att ura to Su b X F orn ito re C on tra tto Su bfo rn ito re F att ura to Su b su F att ura to Are a Es ito Ve rifi ch e Is p etti ve Are a G eo gra fica C oll ab ora ti Es te rn i D im en sio ne Azi en da (n .°d ip en de nti)

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5.4. Database dei Report delle Verifiche Ispettive

La mappatura di rischio ha avuto l’importante funzione di presentare un quadro dell’intera filiera produttiva completo e facilmente leggibile, nell’ottica dell’applicazione dei principi di Responsabilità Sociale e del miglioramento continuo.

Sulla base di queste indicazioni vengono stabiliti, da parte del Comitato Paritetico, i cicli di verifiche ispettive che si terranno su fornitori e sub fornitori.

Lo strumento dell’audit è di fondamentale importanza in questo ambito, infatti rappresenta l’unica modalità di controllo e di valutazione dell’operato della catena produttiva, e per questo è fondamentale trarne tutte le indicazioni possibili.

In particolare si è riscontrata la necessità di gestire al meglio le informazioni raccolte, per evitare che venissero prese in scarsa considerazione oppure non utilizzate. Si è cercato, quindi, di sviluppare uno strumento semplice ma in grado di raccogliere tutti questi dati, e soprattutto in grado di seguire l’operato dei soggetti interessati nel superamento delle problematiche che vengono riscontrate.

La ciclicità della procedura di audit per il fornitore è un elemento fondamentale, alla base delle scelte ottenute per realizzare questo strumento. Infatti, al fornitore (o sub fornitore) vengono generalmente riscontrate, a seguito della verifica ispettiva, delle non conformità o delle osservazioni per il miglioramento, ovvero dei riscontri sulle problematiche che sono state identificate dall’auditor.

Queste indicazioni vengono trascritte su un report che l’ente di verifica invia a Gucci, e di cui ovviamente viene messo a conoscenza il fornitore stesso. Inoltre, secondo gli accordi tra l’azienda e la sua filiera produttiva in tema, vengono stabilite delle scadenze per il superamento delle problematiche rilevate.

Generalmente viene fissata una prima scadenza a 30 giorni dalla notifica del report, entro cui il fornitore è tenuto a comunicare le azioni correttive che intende adottare in risposta alle non conformità o alle osservazioni di miglioramento. Successivamente, a seconda della gravità della situazione, viene stabilita e comunicata una scadenza ultima per l’attuazione delle azioni indicate, al termine del quale verrà effettuata una visita di controllo per accertare la reale esecuzione. La conferma da parte dell’ente verificatore, in caso positivo, mette fine alla pratica e ne consente l’archiviazione.

La necessità che si è presentata, perciò, è quella di uno strumento in grado di seguire lo sviluppo di tutte queste fasi, che permetta quindi di avere dinamicità nella gestione e nell’archiviazione dei dati.

Il database che è stato realizzato, per quanto riguarda i fornitori diretti, presenta la struttura rappresentata nell’immagine seguente:

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Fig.23 – Database di gestione dei report Verifiche Ispettive

Nelle prime colonne è possibile trovare le informazioni relative ai soggetti delle

verifiche ispettive, dove sono specificati in particolare

:

 Nome del Fornitore

 Settore di riferimento (ad esempio Pelletteria, Gioielleria, etc.)

 Categoria (Fornitore Diretto o Sub Fornitore)

Successivamente si possono trovare le informazioni relative alla Verifica Ispettiva, e quindi sono riportati i seguenti campi:

 data dell’audit;

 ente incaricato della verifica;

 tipologia di rilievo (non conformità o osservazioni per il miglioramento);  descrizione del rilievo.

Fino a questo campo, le informazioni provengono direttamente dai report redatti dagli enti incaricati allo svolgimento degli audit, e vengono direttamente riportate sul database.

Spesso la descrizione del rilievo, per una stessa non conformità, può risultare molto differente e quindi diventa difficile, ad esempio, cercare di elaborare delle statiche sulle tipologie di problematiche ricorrenti. Infatti, a seconda della persona che esegue l’audit, la spiegazione della non conformità può essere più o meno estesa, e può integrare aspetti tra loro indipendenti (ad es. mancanza Responsabile per la Sicurezza dei Lavoratori e mancanza del CCNL, Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro).

Perciò è stato necessario inserire un campo che uniformasse le descrizioni verbali, e che permettesse di svolgere facilmente indagini sulle tipologie di non conformità.

Lo spunto ci è stato fornito dalle check list utilizzate dagli ispettori durante le loro visite, composte appunto da un elenco di punti che definiscono l’insieme delle possibili problematiche riscontrabili. Ad ogni descrizione, quindi, viene associato un codice identificativo, che abbiamo deciso di utilizzare anche per il database.

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Esistono due tipologie di check list per gli audit, che corrispondono a:

 lista relativa alla SA 8000, che quindi rispecchia i requisiti richiesti dallo standard;

 lista relativa alle leggi in vigore, che quindi riporta gli elementi da rispettare per conformarsi alla legislazione nazionale (ex legge 626, ora aggiornata come Testo Unico 81).

Nella figura sottostante è riportata la check list relativa alla sicurezza sul lavoro:

Fig.24 – Check List Sicurezza sul Lavoro

Come si può notare, ogni punto di questa lista è associato ad un riferimento legislativo, e quindi costituisce un elenco di requisiti che l’azienda deve rispettare per adeguarsi alle leggi vigenti.

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Fig.25 – Check List SA 8000

Questa lista contiene invece i riferimenti, articolati punto per punto, alla normativa SA 8000, che quindi non costituiscono degli obblighi di leggi ma delle indicazioni per un’azienda che vuole dimostrare la propria attenzione alla Responsabilità Sociale.

Tuttavia, le due check list non rappresentano due oggetti completamente diversi e complementari, ma hanno degli elementi che, per via di parti comuni tra la normativa SA 8000 e le leggi della sicurezza sul lavoro, si sovrappongono.

Perciò, per facilitare la compilazione del database ed aumentare la capacità di ricerca al suo interno, è stato sviluppato un nuovo documento che rappresenta l’integrazione delle due liste. Questa “legenda” di compilazione permette di identificare immediatamente la tipologia di non conformità, e quindi di inserire il relativo codice nel campo del database. L’intero documento è riportato nell’immagine sottostante:

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I successivi campi del database contengono, invece, le informazioni riguardo l’evoluzione del ciclo di miglioramento continuo, che deve portare alla dimostrazione del superamento della non conformità riscontrata.

La prima voce è costituita dalla data in cui è stato svolto l’audit, e quindi in cui è stata riscontrata la problematica descritta precedentemente.

A questo punto, il fornitore è tenuto a notificare le azioni correttive che intende applicare per il superamento della non conformità, e quindi anche nel database vengono riportate le azioni comunicate. Inoltre viene definita una data di scadenza per la descrizione delle stesse, riportate nel campo successivo.

Una volta stabilite le modalità di intervento, è stabilita un’ulteriore scadenza affinché queste vengano portate a termine. Al termine del periodo di tempo previsto, viene svolto un’altra verifica ispettiva presso il fornitore, per stabilire se effettivamente la problematica è stata eliminata correttamente. Tutte queste informazioni sono riportate all’interno del database, consentendo di controllare l’avanzamento di ogni caso.

Per verificare lo status di una non conformità vengono utilizzati due tipi di indicatori. Il primo è costituito da uno dei campi, che appunto definisce attraverso una “spuntatura” se la pratica è stata chiusa oppure se è ancora aperta. Inoltre, si è pensato di modificare anche la colorazione dei casi risolti, che vengono quindi identificati evidenziandoli di grigio per identificare immediatamente le situazioni concluse.

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