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risk management

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Academic year: 2021

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CONCLUSIONI

Il mondo delle Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni, applicate al campo della Sanità, è legato ad un enorme numero di realtà sanitarie, le Aziende, che presentano due principali caratteristiche:

• sono imprese, cioè esistono esclusivamente per raggiungere, internamente od esternamente, alcuni obiettivi predefiniti;

• operano liberamente, cioè in completa autonomia, ma sono capaci di interagire e cooperare tra di loro in modo che ciascuna raggiunga i propri obbiettivi.

Le Azienda oggetto (ASL BR1 e A.O.B.) della sperimentazione sono state le sedi più adeguate per il conseguimento degli obiettivi del Progetto DITA, soddisfacendo pienamente le caratteristiche citate. Infatti, il contesto ambientale richiedeva una sperimentazione più mirata nell’ottica della continuità assistenziale e di un’analisi dei processi di risk management applicati alla pratica assistenziale e, infine la definizione di una metodologia per la condivisione e la gestione di dati, processi e metodologie assistenziali. È pur vero che le aziende sanitarie hanno obiettivi e tempi differenti da quelli del mondo della ricerca e che l’introduzione di nuovi processi e tecnologie può, in un primo momento, apparire come elementi di disturbo e rallentamento delle attività legate alla pratica assistenziale. Questo, tra gli altri, è stato sicuramente il maggior problema che si è dovuto affrontare nella prima fase di questo Progetto.

I risultati ottenuti hanno dimostrato che, superate le prime titubanze, ed organizzato al meglio il flusso di lavoro, tenendo conto delle esigenze locali, l’integrazione e il trasferimento delle tecnologie hanno contribuito alla crescita e all’organizzazione di strutture differenti in termini di operatività e gestione del paziente in un contesto multicentrico. Ogni struttura dell’Azienda sanitaria, infatti, é immersa in un Ambiente imprenditoriale che altro non è che il risultato dell’effetto composto e combinato delle interazioni tra una miriade di differenti Aziende.

Nessuna Azienda sanitaria è capace, in modo continuo ed appropriato, di affrontare e risolvere tutti i problemi e di rispondere alle domande sollevate da parte dei potenziali

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utenti, giacché crescono i requisiti da soddisfare. Nelle loro mutue inter-relazioni due Aziende sanitarie non sono mai completamente unite né completamente separate, mai completamente amiche o nemiche l’una dell’altra.

Le loro vere performance, invece, dipendono dalla loro abilità nel selezionare, adattarsi reciprocamente e realizzare quelle azioni comuni necessarie per il loro mutuo beneficio. Da qui deriva la totale integrazione delle Aziende, quindi la messa in comune di: politiche, risorse umane, strutture, obiettivi, tecnologie, etc., creando piattaforme che facilitino il mutuo intendimento anche al di fuori delle componenti messe a comune.

Il Progetto DITA ha avuto come ambiente reale quello dell’organizzazione pro-tempore delle Aziende sanitarie pubbliche della Provincia di Brindisi.

Esse varieranno durante lo svolgimento del Progetto stesso: erano due (la Azienda Sanitaria Locale Brindisi 1 e la Azienda Ospedaliera “Di Summa” di Brindisi); poi, con l’avvento del Piano Regionale di Riordino ospedaliero l’unico Ospedale “Perrino” della Azienda ospedaliera Di Summa è confluito armi e bagagli all’AUSL BR1; AOB è sparita, e le Aziende partecipanti al Progetto sono diventate una sola (la ASL BR 1).

In realtà questa integrazione, al di là dell’aspetto legale è a sua volta diventato parte integrante di tale Processo per quanto riguarda le applicazioni cardiologiche.

Con riguardo al trasferimento di elementi di SPERIGEST, quale parte integrante del Sistema Informativo di Governo presso l'AUSL BR1, si riconosce che l’ambiente sanitario (healthcare environment) pone delle sfide inusuali all’effettivo impiego dei sistemi di informazione. I progetti di sistemi informativi non sono guidati dalla tecnologia, ma dalla necessità di miglioramento dell’operatività, che ha origine da cambiamenti nell’ambiente socio-sanitario e in quello tecnico-scientifico. Risultano pertanto necessari: un approccio ampio ai sistemi, servizi ed applicazioni telematici nel settore sanitario, un riconoscimento a livello strategico dei suddetti cambiamenti, il lancio dei progetti di sistemi informativi all’interno di una risposta globale. Le difficoltà sono state tante, legate soprattutto alla prima fase del Progetto. Una di queste è stata vincere l’iniziale diffidenza degli operatori, che ritenevano il progetto troppo “teorico”.

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Un altro scoglio si è avuto nel persuadere gli operatori a dedicare del tempo aggiuntivo a tradurre la loro azione quotidiana in metodologie e procedure operative all’interno di un processo, nonché, a collaborare alla messa a punto e al collaudo delle tecnologie. Questo è molto difficile, soprattutto poiché si ha che fare con operatori già molto impegnati: si pensi all’infermiere di terapia intensiva, che per definizione è un infermiere che lavora a ritmi convulsi. Nonostante l’iniziale diffidenza, molti operatori hanno dimostrato entusiasmo per i nuovi mezzi offerti loro dal progetto SPERIGEST, in particolare in merito all’integrazione delle “isole funzionali”. Le resistenze sono state superate dall’evidenza del risultato operativo, che ha dimostrato che molti aspetti del progetto non fanno parte del futuro, ma del presente. La collaborazione degli operatori è, tuttavia, fondamentale proprio perché il sistema deve essere vissuto e personalizzato sulle loro stesse esigenze. Solo così si possono raggiungere obiettivi importanti, come ridurre i costi, ottimizzare i tempi, creare soddisfazione per il cittadino e ulteriore qualificazione per gli operatori. In conclusione posso affermare che la realizzazione del Il presente lavoro attraverso il progetto DITA ha prodotto interessanti effetti distinguibili come segue:

Ambito locale

1. Concepire l’idea di un Dipartimento Inter-Aziendale tra l’USL BR1 e l’AOB ha, di fatto, precorso i tempi individuando la necessità di una aggregazione sul territorio brindisino così come evidenziato successivamente dal Piano di Riordino Ospedaliero Pugliese

2. Un’Azienda Sanitaria Locale e un’Azienda Ospedaliera hanno avuto l’opportunità di sperimentare percorsi realizzati e ottimizzati in un contesto di eccellenza

3. Formazione di:

• operatori sanitari su argomenti innovativi

• giovani talenti per lo sviluppo di competenze specifiche nell’ambito dell’Informatica Medica e dell’Ingegneria Clinica

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È stato possibile mettere a confronto:

• due diversi metodi di erogazione dei servizi sanitari (Regione Puglia e Regione Toscana)

• realtà votate a finalità diverse: A) IFC – CNR, ISBEM, UNIPI finalizzate ad attività di ricerca; B) ASL BR1 con finalità di preservare e ristabilire la salute dei propri cittadini; C) AOB con il fine di curare problematiche specifiche in un contesto di eccellenza

Il Progetto ha inoltre consentito di evidenziare le difficoltà legate al trasferimento di tecnologie sviluppate in ambienti di ricerca. Si è, infatti, riscontrato che il processo di trasferimento necessita un percorso di armonizzazione del sistema da trasferire alla nuova realtà in cui questo verrà implementato. Da quanto detto si evince l’indispensabile ricorso a metodologie e tecnologie open source, come pure l’adozione di modelli di standardizzazione, per ridisegnare i sistemi da trasferire rendendoli facilmente riconfigurabili e adattabili alle realtà destinatarie.

A conclusione del mio lavoro sento il dovere di ringraziare i chiarissimi professori dell’Università di Pisa e il personale tutto del Dipartimento di Oncologia, dei Trapianti e delle Nuove Tecnologie in Medicina per l’interesse che mi hanno suscitato riguardo allo studio dell’Health Techonology Assessment negli anni trascorsi e, in particolar modo, il Prof. Alessandro DISTANTE - Responsabile Scientifico ISBEM e CNR-IFC di Lecce -, il Prof. Andrea PIETRABISSA - Presidente del Corso di Dottorato - e il Prof. Giuseppe TURCHETTI - relatore e tutor - per la disponibilità e l’incoraggiamento che mi hanno prestato al fine di realizzare un lavoro di ricerca che potesse soddisfare la mia curiosità, e perché no, anche quella di altri.

Fondamentale è stato in questi anni il supporto dell’intero staff dell’ISBEM di Brindisi ed in particolare della dott.ssa Caterina Gabriella NICOLETTI, della dott.ssa Elena D’ALO’ e del dott. Domenico ZACA’ preziosissimi compagni non soltanto di studio e lavoro.

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Un ringraziamento di natura diversa, infine, rivolgo alle persone a me più vicine, che con molta pazienza e comprensione mi hanno ascoltato, consigliato e supportato: la mia Famiglia e Daniela.

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