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Nota III Audizione presso la Regione Lazio per la nuova legge di Governo del territorio

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Academic year: 2022

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Nota III Audizione presso la Regione Lazio per la nuova legge di Governo del territorio

Daniela De Leo* per SIU-Società Italiana degli Urbanisti

Nelle more del nuovo statuto, la SIU - Società Italiana degli Urbanisti, che qui rappresento, raccoglie circa 27 Dipartimenti universitari, dottorati e centri di ricerca di tutta Italia.

Questo consente, forse, di recuperare l’esito della II Audizione, quella che la Commissione ha avuto con le Università e che ha visto una scarsa risposta da parte degli Atenei convocati a fronte di un interesse e un apprezzamento che, invece, come società scientifica ci sentiamo di esprimere per questa Audizione.

Specie se essa si può considerare come un primo incontro per attivare una collaborazione e non solo un “ascolto passivo” o peggio rituale e formale. Infatti, cogliendo sino in fondo, l’occasione di andare oltre le pur necessarie finalità di aggiornamento della L.38/99, o di riordino e di messa in coerenza di tutte le normative successive in materia.

Da questo punto di vista, l’efficace presentazione del nostro ospite, arch. Iacovone, ha consentito di capire alcune direzioni di lavoro in corso, evidenziando, però, anche la necessità di conoscere e comprendere gli orientamenti politici dell’attuale Giunta Regionale che, inevitabilmente, concorreranno a definire i prossimi passi e ad imprimere uno stile di lavoro che caratterizzerà il percorso di definizione della nuova Legge Regionale.

Entro questa prospettiva ed entro la possibilità di un lavoro istruttorio congiunto, come società scientifica che raccoglie urbanisti, pianificatori e progettisti urbani, potremmo in futuro contribuire ad approfondire con la Commissione incaricata, diversi temi e questioni a partire da:

! una necessaria definizione delle soglie per numero abitanti entro cui distinguere metodi e procedure di intervento per i diversi comuni della Regione;

! caratteri di semplicità procedurale e attuativa che corrispondano non a una riduzione dei controlli ma a quella che è stata qui definita come somministrazione degli adempimenti amministrativi;

! un maggiore coordinamento tra pianificazione comunale e VAS;

! una rinnovata attenzione verso le questioni dei diritti o, meglio, delle previsioni, edificatorie;

! una più stretta relazione tra pianificazione del territorio e programmazione delle risorse;

! una più stretta integrazione nei piani e negli strumenti di regolazione del territorio tra le componenti insediative, ambientali e paesaggistiche.

In particolare, la collaborazione nel lavoro istruttorio potrebbe concentrarsi su:

1. elaborare comparazioni tra le Leggi Regionali vigenti: al di là del plauso per il lavoro in Toscana della collega Marson, è chiaro che potrebbe essere utile analizzare con maggiore attenzione anche altre normative regionali che presentino maggiore affinità o indicazioni utili per il caso del Lazio e le sue specificità. Arriviamo buoni ultimi (dopo l’esperienza del

’99) ma forse è possibile apprendere dalle molte esperienze attivate e, soprattutto, da una prima verifica mirata sui livelli attuativi che le varie norme hanno avuto nei diversi contesti regionali;

""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""

*"Ricercatrice"e"docente"di"Urbanistica,"Dipartimento"di"Pianificazione,"Design"e"Tecnologia"dell’Architettura,"

Sapienza"Università"di"Roma,"Responsabile"della"comunicazione"nella"Giunta"esecutiva"della"SIU,"

"Sono" stati" convocati" 7" Atenei" del" Lazio" e," a" detta" degli" organizzatori," vi" è" stata" risposta" solo" da" parte" di" 3" di"

questi."

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2. condurre una analisi minuta dei risultati conseguiti con l’applicazione della normativa vigente: la L.36/87 o la L.22/97 sono delle norme interessanti che hanno prodotto alcuni risultati di rilievo e che forse andrebbero tenuti in conto nella nuova normativa quadro; così come sarebbe necessario approfondire nel dettaglio alcuni aspetti del Piano Casa che, ad esempio, nella norma del 20% (che diventa 50% per le nuove costruzioni) da cedere alla PA, appare, in prima istanza più efficace di qualsiasi pur legittima esortazione alla riduzione del consumo di suolo (o ai processi di impermeabilizzazione) di cui le diverse associazioni qui presenti hanno pure detto;

3. rivedere finalmente, in maniera sistematica e puntuale le forme di accordo pubblico privato, anche tenendo conto che, nell’attuale contesto della crisi economico-finanziaria, esiste senz’altro l’occasione per superare la dialettica tra favorevoli e contrari all’intervento dei privati nelle trasformazioni della città e del territorio, iniziando a prendere sul serio (lavorandoci minutamente) sul sistema di regole da fissare, da parte pubblica, a garanzia dell’interesse pubblico da preservare anche rispetto alla realizzazione di profitto da parte dei privati coinvolti;

4. infine, la questione della Partecipazione, sia come interazione tra istituzioni sia come coinvolgimento degli abitanti: anche qui coesistono delusioni, inadeguatezze o visioni preconcette, con un insufficiente lavoro analitico delle esperienze, non solo italiane qui citate, ma, soprattutto, francesi (ad esempio quelle dei débat public) di forte innovazione all’interno di una solida tradizione di collaborazione interistituzionale non solo basata sull’intercomunalità o le unioni dei comuni, da prendere a modello come buone pratiche.

Per tutto questo la SIU offre a questa Commissione la possibilità, da un lato, di meglio raccordare la domanda pubblica alle attività di ricerca delle università italiane (oltre che quelle della Regione Lazio), e, dall’altro di utilizzare la rete nazionale esistente come osservatorio ampio e stabile rispetto ai problemi comparabili, ai fini di un confronto duraturo con le realtà e le posizioni locali e nazionali.

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