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Roberto Luciani Alberto Stefani. Tutto su catastrofi e Protezione Civile

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Academic year: 2022

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(1)

Roberto Luciani • Alberto Stefani

Tutto su catastrofi e Protezione Civile

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SAPERE È MEGLIO

Questo libro parla di catastrofi, ma non è affatto una catastrofe, anzi.

Prima di tutto è utile. Non solo, è perfino divertente.

Certo non c’è nulla di divertente in un terremoto, in un’alluvione o in un incendio, perché di queste e altre sciagure stiamo parlando. Ma anche gli argomenti paurosi si possono affrontare in modo piacevole, perché la paura non deve diventare mai panico.

Sapere cosa fare in certe situazioni potrebbe salvarti la vita: qui dentro troverai informazioni utilissi- me per la sicurezza tua e de gli altri.

Buo na lettura, e... in bocca al lupo!

La pubblicazione rientra nel Programma di formazione e di informazione sociale in ambito scolastico e familiare, Progetto di sensibilizzazione e divulgazione della cultura della Protezione Civile.

Progetto realizzato dalla Direzione Generale Sicurezza, Protezione Civile e Immigrazione.

La collana “Io e il mondo”

è ideata e diretta da: M. Cristina Zannoner, Rita Brugnara e Roberto Luciani

Testi: Roberto Luciani Illustrazioni: Alberto Stefani Progetto grafico: Carlo Boschi

Redazione: Diego Frilli Coordinamento editoriale: Micol Vignoli www.giuntiprogettieducativi.it

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© 2006 Giunti Progetti Educativi S.r.l., Firenze Sedicesima edizione: agosto 2014

Stampato presso Giunti Industrie Grafiche S.p.A.

Stabilimento di Prato, azienda certificata PEFC™

PEFC_CERT_SENZA_PICCOLO.eps

(3)

QUIZ

Una sciagura annunciata A si sarebbe potuta evitare.

B era inevitabile.

C dipende da un mancato intervento.

IMPREVISTI E PROBABILITÀNIENTE PAURA!

PRATICAMENTE

SOSTENIBILE PRATICAMENTE

SICURO

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

Come il Monopoly, la vita è piena di Imprevisti e Probabilità. Difficilmente sappiamo quello che ci sta per capitare. Gli Imprevisti belli li chia- miamo Sorprese, quelli brutti Guai, Sciagure, Catastrofi. Le Probabilità poi, spesso non sono che Rischi sotto falso nome. Il problema è: pos- siamo evitarli o no?

4

NIENTE PAURA!IMPREVISTI E PROBABILITÀ

Se uno ha studiato ragionevolmente, il rischio che un’interrogazione vada male è quasi zero, a meno di amnesie folgoranti.

PRATICAMENTE NULLO

SCALE GRANDI

E PICCOLE

Sciagure in grande

Molti rischi possono essere ridotti a zero prepa- randosi prima: nel caso di una probabile interroga- zione questo significa, purtroppo, dover studiare.

Eviteremo così la sciagura, sia pure nella nostra piccola scala personale.

Se uno ha studiato poco o nulla, il rischio au- menta di parecchio. Ma ci sono buone probabi- lità che il prof interroghi qualcun altro.

Se uno non sa un tubo, e l’interrogazione è programmata, rischio e probabilità diventano certezze assolute: è la Sciagura Annunciata.

Segna le risposte che ti sembrano giuste, poi controlla a pagina 62.

Occhio: le risposte esatte possono essere una, due o anche tre!

Ma anche nella scala delle grandi sciagure, che procurano a moltissime persone conseguenze ben più tragiche di un quattro in storia, i rischi potreb- bero essere ridotti e perfino azzerati.

(4)

QUIZ

Un rischio capace di minacciare molte perso- ne contemporaneamente può portare a una Probabilità poco simpatica, la Catastrofe.

Alcune catastrofi, come gli inquinamenti am- bientali, sono sempre colpa nostra. Altre, co- me terremoti e alluvioni, provengono da eventi naturali, ma sono i nostri errori a trasformarle in vere catastrofi.

Ma terremoti, alluvioni, frane... non ce li andia- mo certo a cercare! Oppure sì? Sono sempre rischi davvero inevitabili?

Gli eventi naturali sono fuori dalla nostra por- tata, ma quando diventano tragedia c’è spesso il nostro zampino dietro. Perché?

Un disastro naturale A ha cause naturali.

B ha cause umane.

C ha effetti inevitabili.

6

NIENTE PAURA!IMPREVISTI E PROBABILITÀ

Gli incendi, per esempio, potrebbero di solito essere evitati, perché quasi sempre sono ap- piccati apposta o per disattenzione.

EVITABILI INEVITABILI? ALLORA

DITELO

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

SE IL RISCHIO

È INUTILE

Niente paura

Improvvisamente, la terra può tremare, la pioggia cadere violentemente, l’aria spazzare via tutto.

L’Italia, fatta per tre quarti di colline e montagne, ricca di acque e di climi diversi, corre molti di questi rischi. Avere paura è normale. Anzi, la paura può aiutarci a riflettere: siamo preparati ad affrontare questi rischi? Cosa possiamo fare per difenderci? Lo vedremo più avanti. Intanto, una buona notizia:

qualcuno che ci protegge c’è.

IMPREVISTI E PROBABILITÀNIENTE PAURA!

(5)

QUIZ

C’è qualcuno che lavora continuamente per proteggerci dai grandi rischi possibili. È la Protezione Civile. Due parole che significano

“protezione dei cittadini”, cioè noi. Sono parole con la maiuscola perché non indicano un con- cetto astratto, ma un’organizzazione fatta di persone, mezzi e intelligenze.

La Protezione Civile A interviene dopo i disastri.

B cerca di evitare i disastri.

C cerca di prevederli.

9

NIENTE PAURA!CHI CI PROTEGGE

Uomini e donne dei Vigili del Fuoco, delle Forze Armate, della Polizia, del Corpo Forestale dello Stato e di moltissime associazioni di volontari.

CHI SONO

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

È un’organizzazione che si dà da fare durante e dopo un disastro, ma anche “prima”, cercando se possibile di evitarlo.

VALE A DIRE?

Cercano di prevedere e prevenire cause ed ef- fetti delle calamità che possono colpirci, e nel caso intervengono con aiuti e assistenza.

COSA FANNO

LA PROTEZIONE

CIVILE

I colori della Protezione

Servizio Nazionale di Protezione Civile è il nome per esteso.

È una specie di supergruppo più o meno elastico: secondo le esigenze può mobilitare uomini e mezzi di diverse orga- nizzazioni e specialità, dal personale e dai volontari della Protezione Civile ai pompieri e ai forestali, dalla Croce Rossa ai soccorsi alpini, dai sommozzatori alle unità cinofile. Tutte queste persone indossano la loro divisa, che ci aiuta a rico- noscerli tra la folla. Nella Regione Lombardia, i volontari della Protezione Civile portano una divisa blu e gialla.

(6)

QUIZ

Una organizzazione così grande non può fare ca- po a una sola persona che comandi tutto e tutti.

La figura di riferimento, con la responsabilità di coordinare e dirigere le operazioni, dipende da quanto grande è il territorio colpito dalla cala- mità: si tratta di un Comune? Una Provincia o Regione? Di tutto il territorio nazionale?

Se il territorio colpito interessa una Provincia, il capo è il Prefetto, se la calamità colpisce tutta la Regione, è il Presidente della Giunta Regionale.

Il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, a Roma, è il cuore di tutto. Dipende direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Gli interventi della Protezione Civile A partono sempre da Roma.

B sono inizialmente coordinati dai Sindaci.

C sono affidati a chi ha più potere.

10

NIENTE PAURA!CHI CI PROTEGGE CHI CI PROTEGGENIENTE PAURA!

In ogni Comune, il capo della Protezione Civile è il Sindaco: il suo raggio d’azione è appunto il territorio comunale.

CALAMITÀ

IN COMUNE PIÙ IN

GRANDE LA CENTRALE

NAZIONALE

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

IL CAPO

CHI È?

Rischi locali

L’ossatura dell’organizzazione è composta dalle numerose Protezioni Civili di Comuni e Province, che conoscono a fondo i rischi più probabili del loro territorio e si attrezzano di conse- guenza. Per esempio, i Comuni della Regione Lombardia, per via della posizione e della conformazione fisica del territorio,

sanno di essere a rischio soprattutto di frane, alluvioni, incendi, incidenti chimico-industriali e in modo minore di terremoti. Qui perciò gli uomini della Protezione Civile sono preparati ad affrontare e a gestire queste emergenze in modo particolare.

(7)

QUIZ

Nelle emergenze servono moltissime mani e molti mestieri: operai, autisti, elettricisti, inge- gneri, cuochi... Per questo la Protezione Civile considera fondamentale il volontariato: uomini e donne che nella vita fanno lavori disparati, e che qui ricevono l’addestramento per interve- nire rapidamente in caso di bisogno.

Professione, attitudini, capacità e persino gli hobby possono essere sfruttati con successo nel volontariato di Protezione Civile.

In tutta Italia ci sono circa 2500 associazioni iscritte negli Albi della Protezione Civile, per un totale di 1.300.000 volontari.

I volontari lavorano A solo nel tempo libero.

B secondo le loro capacità.

C senza stipendio.

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NIENTE PAURA!CHI CI PROTEGGE CHI CI PROTEGGENIENTE PAURA!

Insostituibili e generosi, i volontari sono sempre di più. Puoi leggere come si diventa volontario della Protezione Civile sul sito http://protezionecivile.regione.lombardia.it.

I volontari prestano la loro opera gratis. Sono addestrati a compiti precisi, per muoversi nel- le emergenze senza intralciare il lavoro dei professionisti.

ADDESTRAMENTO DA CIASCUNO

QUALCOSA CENTINAIA

DI MIGLIAIA

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

FORZA

DI VOLONTÀ

Un esercito pacifico

Emergenze diverse richiedono compiti diversi. Nelle tantissime associazioni di volontariato si trovano le specializzazioni neces- sarie, dagli speleologi ai radioamatori ai subacquei ai cinofili.

Ognuno di loro può essere chiamato a mettersi a disposizione in caso di crisi, e a usare le proprie capacità per il bene di tutti.

(8)

QUIZ

In una catastrofe, le normali tecnologie di tutti i giorni possono gettare la spugna. Un terremoto o un’alluvione che ci privano di te- lefono, gas, acqua o elettricità vogliono dire niente comunicazioni, trasporti, rifornimenti:

il caos. Una situazione così può generare pa- nico e ancora altri danni. A meno che non ci sia già un piano da seguire.

È uno studio che immagina cosa succederà a persone, strade, edifici di un dato territorio dopo una possibile catastrofe. Serve a pre- cisare il piano.

Lo scenario esamina fattori come la confor- mazione del territorio, la viabilità, la popo- lazione, le condizioni meteorologiche, i vari periodi dell’anno.

Lo scenario di possibili catastrofi A viene studiato a tavolino.

B è preparato dalla Protezione Civile.

C è un piano di intervento.

14

NIENTE PAURA!UNA MACCHINA BENE OLIATA UNA MACCHINA BENE OLIATANIENTE PAURA!

Indispensabile, va naturalmente predisposto prima. Il piano prevede chi, dove, quando e co- me deve svolgere precisi compiti.

IL PIANO

DI INTERVENTO LO SCENARIO STUDIO

A TAVOLINO

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

PRESTO,

UN PIANO!

Variabili catastrofiche

Più dati ci sono, meno brutte sorprese avremo. Cercando di calcolare tutte le variabili di una catastrofe, cioè i tanti possibili effetti sull’ambiente, lo scenario tiene conto anche delle date. Se il luogo è una località balneare, un possibile terremoto sarebbe più pericoloso in agosto che a gennaio!

In una stazione sciistica invece, succede- rebbe il contrario. Lo studio degli scenari permette di organizzare i soccorsi anche se la normale rete di comunicazioni, scambi e trasporti dovesse smettere di funzionare.

(9)

Se per la Protezione Civile il lavoro più faticoso viene dopo un disastro, quello forse più diffici- le viene prima. Con lo scenario si individuano i punti deboli di un territorio. Preparando il piano di intervento si decide come portare i soccorsi e scavalcare gli ostacoli che proba- bilmente sorgeranno.

Apparecchiature elettriche importanti, per esempio negli ospedali, devono poter funzionare sempre, soprattutto nelle emergenze.

Le condutture dell’acqua possono rompersi. Ma acqua e cibo devono ugualmente arrivare alla popolazione colpita, prima possibile.

I piani di intervento decidono A come curare i feriti.

B chi deve intervenire.

C come assicurare i soccorsi.

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NIENTE PAURA!UNA MACCHINA BENE OLIATA UNA MACCHINA BENE OLIATANIENTE PAURA!

La Protezione Civile italiana intervie- ne con invii di medicinali, tende ecc.

per soccorrere anche altre popolazioni colpite, come è successo ad Haiti per il terribile sisma del gennaio 2010.

Quando una catastrofe interrompe la corrente, i semafori si spengono e il traffico si blocca.

Ambulanze e mezzi di soccorso devono poter passare lo stesso.

NELL’INGORGO ALLARME

OSPEDALI BISOGNI

PRIMARI

QUIZ

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

PREVENIRE

È MEGLIO

Ti tengo d’occhio

La Protezione Civile vigila e tiene d’occhio le zone a rischio riconosciuto.

Volontari e uomini delle Istituzioni sorvegliano continuamente corsi d’ac- qua, versanti montani, boschi e pendici per capire se c’è possibilità di peri- colo imminente. Le informazioni raccolte vengono scambiate fra organizza- zioni, così da avere un quadro sempre aggiornato delle situazioni critiche.

(10)

Quando succede il patatrac (terremoto, allu- vione, frana...) bisogna prendere mille decisioni contemporaneamente, seguendo il piano pre- stabilito. Efficienza e rapidità d’azione diven- tano fondamentali per salvare vite e limitare i danni. I mezzi tecnologici cercano di stare al passo con queste esigenze.

Aerei ed elicotteri di varie dimensioni, usati soprattutto per gli incendi boschivi, permet- tono interventi e salvataggi in zone impervie e difficili.

Quando le strade sono sommerse dall’acqua, i natanti attrezzati per il soccorso diventano l’unico mezzo sicuro di trasporto.

La Sala operativa A raccoglie informazioni.

B diffonde informazioni.

C organizza i soccorsi.

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NIENTE PAURA!UNA MACCHINA BENE OLIATA UNA MACCHINA BENE OLIATANIENTE PAURA!

Gli automezzi sono spesso camion e fuori- strada anfibi, attrezzati con verricelli e pompe per portare soccorsi affrontando allagamenti e incendi.

POTENZA

SU RUOTE ARRIVARE

DAPPERTUTTO VIE D’ACQUA

QUIZ

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

AZIONE!

Un cervello sveglio 24 ore

Le Sale operative sono i luoghi in cui si organizzano i soccorsi tecnici e che rispondono, 24 ore su 24, alle chiamate dei cittadini ricevendo segnalazioni e dando informazioni. Le Sale operative, in caso di emergenza, sono attivate presso i centri operativi che vengono costituiti a livello locale e che garantiscono il colle-

gamento tra le diverse forze in campo:

Vigili del Fuoco, Prefettura, Comuni, Province, Regioni, Polizia, gruppi comu- nali di Protezione Civile, Esercito, orga- nizzazioni di volontari, Corpo Forestale.

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QUIZ

Le famose faglie sono

A spaccature fra il suolo e la roccia.

B spaccature profonde del suolo.

C spaccature qualunque.

ARRIVA LA SCOSSANIENTE PAURA!

CHI DICE

FAGLIA... TERREMOTI

SOTTOMARINI

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

La crosta della Terra e il fondo degli Oceani sono come il guscio incrinato di un uovo. Solo che i frammenti si spostano lentissimamente, spingendosi tra di loro oppure separandosi.

Per secoli magari non succede nulla, finché di colpo qualcosa si rompe. Ma nessuno può dire quando accadrà.

20

NIENTE PAURA!ARRIVA LA SCOSSA

Una faglia normale rompe il suolo in due pezzi che si allontanano.

Le incrinature fra i vari pezzi (placche) della crosta si chiamano faglie. La maggior parte sta in fondo ai mari, ma alcune sono visibili in superficie.

PLACCHE E FAGLIE

COME NASCE

UN TERREMOTO

Tre modi di rompere la roccia

Ai lati delle faglie, i blocchi di roccia vengono compressi, stirati, strattonati da forze lente e gigantesche, finché succede che si rompono di schianto, facendo tremare e sussultare la terra sotto i nostri piedi. I modi in cui la roccia si rompe sono più d’uno, secondo il tipo di faglia.

Una faglia inversa invece av- vicina tra loro due blocchi di roccia finché non si rompono.

... dice pericolo: nei pressi delle faglie la terra può tremare, perché è là che si sprigionano le forze capaci di provocare i terremoti.

Provocano spesso la formazione di onde velo- cissime dette tsunami, che avvicinandosi alla costa acquistano altezze paurose e distruttive.

Una faglia trascorrente fa scorrere due blocchi di lato, sfregandoli fra di loro.

(12)

QUIZ

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

23

La scala Mercalli

Il sistema Richter misura la forza di un terremoto, ma i suoi effetti su di noi e le nostre città si misurano con una scala basata sull’osservazione, la Mercalli. I suoi gradi sono dodici, eccone alcuni.

I terremoti non hanno lunghezza o larghezza.

Sono essenzialmente energia: e l’energia si può misurare scientificamente. Ma l’energia dei ter- remoti produce anche degli effetti (di sastrosi) su cose e persone. Anche questi effetti pos- sono essere in qualche modo, se non proprio misurati, almeno catalogati.

NIENTE PAURA!ARRIVA LA SCOSSA

Un grosso peso... sospeso resta fermo anche se la terra si muove. Il suo pennino quindi traccia segni misurabili sulla carta, che si è invece mossa.

IL PRINCIPIO DEL SISMOGRAFO

Misura l’energia (detta magnitudo) in gradi, ognuno ben 30 volte più grande del preceden- te. Un terremoto di magnitudo 3 è quindi 900 volte più forte di un terremoto di magnitudo 1!

IL SISTEMA RICHTER Più i segni tracciati dal sismografo sono ampi,

più il terremoto è stato forte. Misurando i segni sappiamo quanta energia è stata liberata.

QUANTA ENERGIA

MISURARE

UN TERREMOTO

I

Il terremoto viene avvertito

solo dagli strumenti.

IV

Avvertito da molti.

I lampadari oscillano.

VI

Danni leggeri alle case.

Paura negli abitanti.

VIII

Crollano molte costruzioni, campanili e monumenti.

X

Danni gravissimi alle case,

i fiumi straripano.

XII

Distrutte tutte le opere dell’uomo.

La terra si crepa, i fiumi deviano.

La scala Mercalli misura un terremoto A secondo la sua forza.

B secondo la magnitudo.

C secondo i suoi effetti.

(13)

QUIZ

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

25

In un deserto, un terremoto non fa danni e non uccide nessuno. Infatti la pericolosità di questi eventi naturali sta più che altro nel crollo di edifici, ponti e strade: è questo che causa tante vittime. Molte vite potrebbero essere salvate costruendo per tempo nuovi edifici antisismici, e rafforzando quelli antichi.

NIENTE PAURA!ARRIVA LA SCOSSA

Molti edifici sono costruiti per resistere alle sole forze verticali, ma un terremoto scuote le case anche in senso orizzontale.

OSCILLAZIONI ORIZZONTALI

In Italia il problema è che la maggior parte delle case (senza contare gli edifici storici) risale a prima che esistessero regole antisimiche.

AHI AHI Una casa costruita secondo le regole antisi-

smiche può essere danneggiata, ma non potrà cadere in testa ai suoi abitanti.

CASE ANTISISMICHE

CASE CHE

NON CADONO

Zona 1: rischio alto. In passato ci sono stati ter- remoti distruttivi. Severe regole antisismiche per le case nuove.

Zona 2: rischio medio. Terremoti abbastanza forti in passato. Le nuove case devono poter resistere.

Zona 3: rischio basso. Scarsi danni in passato.

Fare però attenzione.

Zona 4: rischio molto basso. Ma siccome un piccolo scuotimento può capitare, è bene con- trollare edifici pubblici come scuole e ospedali.

Le regole antisismiche servono A a evitare i sismi.

B a non far cadere le case.

C a non far cadere i ponti.

Chi rischia di più?

Studiando i terremoti del passato, gli esperti hanno clas- sificato i Comuni italiani, compreso il tuo, secondo la loro sismicità, cioè la probabilità che vi capitino nuovi terremoti.

La cartina infatti mostra che il rischio di terremoti è più alto in certe zone: di solito quelle lungo la catena appenninica.

(14)

QUIZ

ARRIVA LA SCOSSANIENTE PAURA!

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

Se la terra trema, impossibile non provare paura. Ma la paura non vuol dire panico. È bene non perdere la testa ma usarla per met- tersi in salvo nel luogo più sicuro, che non è sempre quello suggerito dall’istinto. Ecco delle buone regole facili da ricordare e utili in caso di scossa.

26

NIENTE PAURA!ARRIVA LA SCOSSA

Se la tua casa è antisismica, aspetta la fine della scossa prima di uscire.

Non usare le scale durante la scossa.

Non usare l’ascensore. All’aperto, via dai muri delle case: possono cadere tegole o cornicioni.

Via dai lampioni e dai fili della luce:

possono cadere.

Non stare sotto

o sopra i ponti. Cerca un posto dove non hai niente sopra di te.

Riparati sotto un tavolo dalla caduta di calcinacci o oggetti.

Un altro riparo è sotto una porta inserita in un muro portante.

Un posto abbastanza sicuro è anche l’angolo fra due muri maestri.

NO PANIC

PLEASE!

Durante una scossa conviene A non usare le scale.

B usare l’ascensore.

C usare la testa.

(15)

QUIZ

La costruzione di strade, case e strutture che cementificano i terreni una volta coltivati o bo- schivi impedisce al suolo di assorbire acqua.

Tronchi, vegetazione e oggetti abbandonati pos- sono ingombrare le sponde dei fiumi minori e contribuire agli straripamenti.

ACQUA DAPPERTUTTONIENTE PAURA!

CEMENTIFICAZIONE SPONDE

DA RIPULIRE

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

Quando piove forte, l’acqua scivola lungo i fian- chi dei monti e percorre la pianura. In buona parte viene assorbita dal suolo e dalle piante, prima di arrivare ai fiumi. Se questo assor- bimento non è possibile, i fiumi ricevono più acqua di quella che possono contenere e stra- ripano: è l’alluvione.

28

NIENTE PAURA!ACQUA DAPPERTUTTO

I terreni coltivati sui pendii hanno un sistema di scoline che raccolgono l’acqua. Se si abbando- nano le coltivazioni, l’acqua scorrerà ovunque erodendo il terreno.

TERRENI ABBANDONATI

PERCHÉ

LE ALLUVIONI

Se il suolo non assorbe acqua A si scongiura un’alluvione.

B si può avere un’alluvione.

C si provoca un nubifragio.

Anche i numerosi incendi hanno spogliato i boschi e desertifi- cato la terra, che senza le piante diventa meno permeabile di prima. Per questo prevenire gli incendi può significare anche prevenire le alluvioni.

Curare il territorio

Se le alluvioni accadono sempre più di frequente, un bel po’ di col- pa ce l’ha l’uomo. Negli ultimi decenni molte campagne un tempo ricche di vegetazione sono state abbandonate, mentre i centri abi- tati si espandevano. Certo si dovrebbe smetterla di costruire vicino ai fiumi a rischio, responsabili di alluvioni in passato!

(16)

QUIZ

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

31

Le trombe d’aria

Questo fenomeno estivo per la verità non ha a che fare con le alluvioni. Si tratta solo d’aria, che entra in mo- vimento in seguito all’incontro fra masse d’aria fredda e calda. Si forma una colonna vorticante che è come un ventilatore a rovescio, perché risucchia verso il suo interno quello che trova sul percorso. Nasce spesso in mare e può fare seri danni a cose e persone.

Se avvisti una tromba d’aria:

• allontanati dagli alberi

• riparati in un edificio solido

• se non ci sono edifici riparati in un fossato o in una buca

• a fenomeno finito, fai attenzione agli elementi pericolanti o sospesi A differenza dei terremoti, le alluvioni potreb-

bero essere previste. Lo studio scientifico del suolo e delle condizioni meteorologiche permet- te di “indovinare” il comportamento di un dato fiume quando piove forte, così da prendere le misure necessarie. Purtroppo, sappiamo che non è quello che succede sempre...

NIENTE PAURA!ACQUA DAPPERTUTTO

La pioggia che cade entro i crinali che deli- mitano una valle raggiungerà il fiume che la percorre. Il territorio interessato è un bacino idrografico.

COS’È UN BACINO IDROGRAFICO

Ai dati meteo e a quelli del suolo vengono applicati modelli matematici precisi, che ci dicono come si comporteranno i fiumi in caso di piogge persistenti.

CHE FA IL FIUME?

I meteorologi studiano la piovosità dei bacini idrografici, i geologi la natura dei loro terreni e la loro capacità di assorbire la pioggia.

STUDIARE PIOGGIA E SUOLO

PREVEDERE,

PREVENIRE

Prevedere un’alluvione è possibile A sempre.

B se si prevede quanta acqua cadrà.

C se si conosce la natura del suolo.

(17)

Trovarsi nel bel mezzo di un’alluvione non è piacevole e non te lo auguriamo. Ma se do- vesse accadere, conviene mantenere il sangue freddo per pensare lucidamente al da farsi.

Come in tutte le emergenze descritte in que- sto libro, del resto!

NIENTE PAURA!ACQUA DAPPERTUTTO

Se sei in casa, stacca la corrente elettrica e chiudi il gas. Tampona gli spiragli delle porte con stracci o sacchetti di sabbia.

COSA FARE

Rimani dove sei e aspetta i soccorsi. Cerca di farti notare agitando le braccia o sventolando un panno colorato.

FARSI VEDERE Prepara uno zaino di emergenza e cerca un

posto dove rifugiarti, come l’ultimo piano della casa oppure il tetto.

IN ALTO

SANGUE

FREDDO

QUIZ

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

33

Lo zaino di emergenza

Nel caso dovessi abbandonare la tua casa, prepara uno zaino con pochi oggetti indispensabili e non lo perdere d’occhio.

Torcia elettrica con

batterie di riserva Fischietto (per segnalazioni) Se arriva la piena conviene Asalire in alto.

Brestare sempre dove si è.

Cgonfiare il canotto.

Fiammiferi

Generi alimentari Corde

Coperte

Radio (per ascoltare notizie e indicazioni della Protezione Civile)

Coltello multiuso

(18)

QUIZ

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

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Frane per tutti i gusti

Ci sono molti tipi di frana, secondo il tipo di roccia, la ripidità dei pendii, gli agenti atmosferici, l’azione dell’uomo sul territorio.

Frana di colamento

Frana di smottamento Frana sottomarina Frana di crollo Frana di scivolamento

Frana di scoscendimento Tutti lo sanno: per fare un castello di sabbia ci

vuole anche l’acqua. L’acqua ”lega” la sabbia, la tiene insieme. Ma ne serve solo la giusta quantità: un secchiello d’acqua in più e le parti alte del castello, attirate dalla gravità, franeranno miseramente. Più o meno lo stesso avviene alle montagne.

NIENTE PAURA!LA MONTAGNA CHE SI MUOVE

La terra e le rocce sui pendii resistono alla gravità che le attira verso il basso grazie a un equilibrio di resistenze interne: compattezza delle rocce, umidità ecc.

RESISTERE ALLA GRAVITÀ

La mancanza di boschi sulle pendici, la fragilità delle rocce, la solita cementificazione del ter- reno possono causare frane grandi e piccole.

ADDIO PENDICE Le radici degli alberi trattengono il terreno e

parte dell’acqua piovana, impedendole di scor- rere giù trascinando con sé terra e rocce.

RADICI FRENANTI

ANATOMIA

DI UNA FRANA

Le frane avvengono per via

Adella deforestazione.

Bdelle rocce fragili.

Cdella gravità.

(19)

QUIZ

Le frane succedono Asenza preavviso.

Bdi colpo.

Cdi notte.

LA MONTAGNA CHE SI MUOVENIENTE PAURA!

DRENARE PIANTARE

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

Le frane non sono del tutto imprevedibili, an- zi. Quelle in movimento (molte migliaia) sono catalogate e tenute d’occhio. Per evitare che precipitino trasformandosi in catastrofe biso- gna individuare le possibili cause, studiare i rimedi e intervenire alla svelta.

36

NIENTE PAURA!LA MONTAGNA CHE SI MUOVE

Muri di contenimento e sostegno, o piani oriz- zontali realizzati lungo le strade di montagna possono ridurre il rischio di frane.

CONTENERE

GIOCARE

D’ANTICIPO

Biglietti da visita

Di solito le frane si annunciano con dei sinistri biglietti da visita: il terreno comincia a fendersi in spaccature sempre più larghe, si sentono degli strani scricchiolii, gli alberi si piegano in modo anomalo.

Apposite strutture di drenaggio possono evitare che l’acqua in eccesso renda instabile e franoso il suolo dei pendii.

Ai primi segni di frana in corso biso- gna sgombrare la zona. Infatti, quan- do la frana arriverà, tutto succederà di colpo, in pochi istanti, e non ci sarà più tempo di mettersi in salvo.

Rimboschire le pendici con alberi e nuova vege- tazione fornirà al terreno milioni di radici capaci di assorbire l’acqua e trattenere la roccia.

(20)

QUIZ

Oltre che a battertela se compaiono i segni premonitori, ci sono altre cose che è bene sa- pere se ti dovesse capitare di incontrare una frana. Purtroppo sono fenomeni molto diffusi in Italia, e le loro conseguenze possono essere

molto serie se non addirittura tragiche. Non avvicinarti al luogo dove è avvenuta una

frana: è sempre potenzialmente pericoloso finché non viene messo in sicurezza.

A provocare una valanga può bastare Aun aumento della temperatura.

Buna sciovia malfunzionante.

Cun forte rumore.

38

NIENTE PAURA!LA MONTAGNA CHE SI MUOVE LA MONTAGNA CHE SI MUOVENIENTE PAURA!

Non ignorare i cartelli che segnalano “pericolo frane” o “caduta massi”: è una zona a rischio, specialmente quando piove molto.

CARTELLI FRANA

SULLA STRADA ALLA LARGA

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

NON FARE LA FRANA

Frane di neve

Cadendo, la neve si deposita in strati, uno sull’altro.

L’aumento della temperatura, forti vibrazioni sonore, un ter- remoto, la caduta di massi possono “staccare” lo strato più superficiale, che la forza di gravità trasforma in una valanga.

Se resti travolto, cerca di uscire dalla valanga appena comincia a rallentare, perché poi la neve si indurisce in pochi minuti. Se non ci riesci, evita sforzi inutili, respira lentamente e attendi i soccorsi.

Se incontri una frana sulla strada, cerca di avvertire gli automobilisti in arrivo e chiama la Sala operativa della Regione Lombardia (800 061 160), le altre Autorità o, dove attivo, il 112 (Numero Unico di Emergenza).

(21)

QUIZ

SE BRUCIA IL BOSCONIENTE PAURA!

CICCHE E

FIAMMIFERI INCENDIO

DOLOSO

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

Gli incendi dei boschi, specie d’estate, sono emergenze comuni. Ma cos’è che dà fuoco a un bosco? L’autocombustione dovuta al gran calore? No: la sola causa naturale, il fulmine, appicca le fiamme solo nell’1% dei casi. Tutti gli altri incendi hanno cause umane, dipen- dono da noi.

40

NIENTE PAURA!SE BRUCIA IL BOSCO

FALÒ FUORI CONTROLLO

CHI HA

LA COLPA

I boschi bruciano più facilmente Ain primavera.

Bin estate.

Cin autunno.

Ma gli alberi con le foglie ad ago, tipo pini e abeti, non han- no questa caratteristica e sono condannati a morire anche se le radici sono salve.

Gettati per sbadataggine, possono lentamente appiccare il fuoco al tappeto di foglie, poi ai cespugli e infine agli alberi.

Viene provocato apposta: per disporre poi di nuovi terreni o pascoli, per vendetta o piroma- nia, per scacciare gli animali che predano gli allevamenti.

Chi brucia stoppie o residui vegetali a volte non sa controllare il fuoco, che il vento propaga e attacca ai boschi vicini.

Un bosco può rinascere dalle sue ceneri?

Un bosco può bruciare anche sottoterra, e in questo caso tutte le piante muoiono. Quando invece il fuoco risparmia radici e basi degli alberi, alcune piante pos- sono lentamente rigenerarsi, producendo dei germogli alla base del tronco.

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43

Ti sistemo io: alcune tecniche

QUIZ

Si sgombra dalla vegetazione una striscia di terreno.

Il fuoco, arrivandovi, non troverà più combustibile.

Si appicca un fuoco che viaggi verso l’incendio. I fuochi rivali, incontrandosi, troveranno solo terra già bruciata.

I Canadair e gli elicotteri della Protezione Civile scaricano ton- nellate d’acqua che tolgono calore e ossigeno alle fiamme.

Per spegnere un incendio bisogna conoscere la sua personalità. Come è fatto, come si muove, che abitudini ha, di che cosa si nutre. I Vigili del Fuoco, il Corpo Forestale dello Stato, i gruppi di volontari dei nuclei anti-incendio boschivo basano su questa carta d’identità tutte le loro tecniche di spegnimento.

NIENTE PAURA!SE BRUCIA IL BOSCO

Il fuoco ha una testa (la parte che avanza), una coda (che lascia braci e cenere) e dei fianchi (i più facili da spegnere).

L’INCENDIO HA UN CORPO

Altra caratteristica: il fuoco sale in alto, perciò si sviluppa meglio e più alla svelta sui pendii piuttosto che in pianura.

VERSO L’ALTO Il fuoco si nutre di tre cose: combustibile (qui il

legno), comburente (l’ossigeno) e calore suffi- ciente. Per spegnerlo bisogna eliminare almeno un lato del triangolo.

TRIANGOLO DEL FUOCO

LE ABITUDINI

DEL FUOCO

Un incendio si spegne

Atogliendo ossigeno.

Bdiminuendo la temperatura.

Cinvocando la pioggia.

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

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QUIZ

Mantieni la calma mentre cerchi una via di fuga che il fuoco non può attaccare: una strada o un corso d’acqua per esempio.

Se arriva il fumo, non gridare e non correre.

Respira attraverso un panno ripiegato più volte e possibilmente bagnato.

VIE DI FUGA RESPIRARE

Per fortuna non è così facile trovarsi in mezzo a un incendio. Ma se succede, meglio avere già in testa quelle poche informazioni che posso- no fare la differenza tra la vita e la morte. Per prima cosa ricorda: qualsiasi incendio è sempre un grave, gravissimo pericolo.

In mezzo a un incendio è bene Atentare di fuggire.

Btentare di spegnerlo.

Ctentare di ridurre le fiamme.

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NIENTE PAURA!SE BRUCIA IL BOSCO

Se sei in macchina, prima di uscire valuta bene le vie di fuga. Altrimenti chiudi i finestrini e segnala la tua presenza con clacson e fari.

Se vedi un incendio boschivo chiama subito il 1515 (Corpo Forestale), il 115 (Vigili del Fuoco), 800 061 160 (Sala operativa regionale) o, dove attivo, il 112 (Numero Unico di Emergenza). Non pensare che l’abbia già fatto qualcun altro.

SEGNALARE L’INCENDIO

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

E SE CAPITA

A ME?

Se la situazione si complica

Sdraiati dove non c’è vegetazione e respira attraverso un panno bagnato. Il calore e il fumo tendono a salire in alto.

Se non c’è scelta, attraversa il fuoco dove è meno intenso, per passare dalla parte già bruciata.

(24)

QUIZ

Possono essere molto utili per proteggerti gli occhi, il naso e la bocca dalle sostanze irritanti che formano la nube tossica.

Ascolta le informazioni e le indicazioni sul da farsi che le Autorità trasmetteranno per radio e televisione.

L’INDUSTRIA DEI DISASTRINIENTE PAURA!

PANNI

BAGNATI SEGUIRE LE

INDICAZIONI

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

In seguito a incidenti, errori e disattenzioni, si può verificare il rischio che sostanze chi- miche tossiche o infiammabili fuoriescano da serbatoi, cisterne di autobotti, condutture di impianti industriali (spesso vicini ai centri abitati). Questi incidenti possono inquinare a lungo l’acqua e l’aria e causare danni perma- nenti all’organismo.

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NIENTE PAURA!L’INDUSTRIA DEI DISASTRI

Se sei in casa sigilla i bordi di porte e finestre con nastro adesivo o stracci. Chiudi i condizio- natori, i fornelli e il riscaldamento.

NUBI TOSSICHE

IL RISCHIO

CHIMICO-INDUSTRIALE

Scatta l’allarme

Se viene segnalata una fuoriuscita di gas inquinanti o tossici, la prima cosa da fare è chiudersi in casa o in un luogo sicuro, rispettando le regole sopra descritte. È assolutamente sconsigliabile fumare e accendere fuochi finché non è ufficialmente cessato l’allarme. Ricorda che non sempre l’effetto nocivo dei gas è immediato.

Una nube tossica è Auna nuvola di vapori nocivi.

Buna nuvola di piogge acide.

Cuna concentrazione di gas velenosi.

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QUIZ

Se devi abbandonare la casa, chiudi prima gli in- terruttori di gas, acqua ed elettricità, per evitare possibili scoppi, allagamenti o incendi.

Aiuta chi è in difficoltà, ma non provare a spo- stare da solo i feriti gravi: cerca degli infermieri o degli adulti.

AIUTO, CI SIAMO!NIENTE PAURA!

PRIMA

DI USCIRE SOCCORRERE

GLI ALTRI

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

In un’emergenza drammatica è normale avere paura e sentirsi confusi e smarriti: mica tutti sono professionisti delle catastrofi! Il tempo per riflettere è poco: come si fa a non sba- gliare, a prendere le decisioni giuste? Ecco delle regole generali, buone per ogni situa- zione difficile.

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NIENTE PAURA!AIUTO, CI SIAMO!

Per non farti prendere dal panico, non pensare che sei in una situazione disperata. Ricorda: il tuo migliore alleato è la tua testa.

PRIMA DI TUTTO

REGOLE PER OGNI GUAIO

Cadere nel panico Aè umano.

Bnon è d’aiuto.

Cimpedisce di ragionare.

Uscite di sicurezza

Anche quando niente ti minaccia e tutto va bene, avere alcuni punti di riferimento ben chiari in mente è come sapere dove sono le uscite di sicurezza quando sei al cinema. Per esempio, è utile conoscere quali sono gli ospedali più vicini, e qual è il percorso più breve per arrivarci.

Oppure sapere dove sono gli interruttori di gas, luce e acqua, per mettere in sicurezza la casa chiu- dendoli in caso di allarme.

(26)

QUIZ

AIUTO, CI SIAMO!NIENTE PAURA!

NON CURIOSARE TELEFONA SOLO

SE INDISPENSABILE

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

In caso di incidenti o catastrofi, un guaio nel guaio è dato dai comportamenti irriflessivi, irresponsabili o addirittura egoistici di chi fini- sce per ostacolare e complicare le operazioni di soccorso e assistenza. Per non creare questo tipo di problema, basta usare il buon senso.

50

NIENTE PAURA!AIUTO, CI SIAMO!

Non usare l’auto se non è davvero indispen- sabile. Così sarai sicuro di non intralciare le operazioni dei soccorritori.

NON INTRALCIARE

ALTRE

REGOLE

Sul luogo di un disastro conviene Atirare dritto.

Bchiamare soccorsi.

Crestare a indagare.

Non unirti alla folla dei curiosi che rallentano i soccorsi. Segui le istruzioni del piano di emer- genza e della Protezione Civile.

Le comunicazioni telefoniche funzionanti servi- ranno ai soccorritori. Per non intasare le linee, usale solo in caso di stretta necessità.

Ogni scuola ha un proprio piano d’emergenza, che prevede come comportarsi e come lasciare ordina- tamente l’edificio.

Un piano per tutti

Ogni edificio pubblico come la tua scuola, un ospedale, un grande palazzo di uffici, un albergo, ha sempre pronto un proprio piano di emergenza, nel caso che qualche catastrofe improvvisa debba costringere gli “inquilini” a sloggiare alla svelta. Un’operazione che la paura e la confusione possono complicare, aggiungendo pericolo al pericolo. Il piano di emergenza prevede invece come comportarsi per lasciare ordinatamente e senza panico l’edificio.

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QUIZ

AIUTO, CI SIAMO!NIENTE PAURA!

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

Se ci troviamo in mezzo a un guaio, la prima brutta sensazione è di solitudine. Invece intor- no a noi c’è una rete di organizzazioni pronte a intervenire per aiutarci. Qui trovi i loro numeri di telefono: sono validi in tutta Italia, semplici da imparare a memoria e completamente gra- tuiti, e possono essere chiamati da qualsiasi telefono senza bisogno di prefisso.

Ricorda di usarli solo in caso di reale bisogno!

52

NIENTE PAURA!AIUTO, CI SIAMO!

CHIEDERE

SOCCORSO

118

Al primo rispondono i Carabinieri, al secondo la Polizia. Per ogni minaccia di pericolo. Al 116 risponde il Soccorso stradale, per gli incidenti.

I numeri di emergenza vanno A imparati a memoria.

Bsegnati sul cellulare.

Cchiamati solo dal fisso.

112 e 113

112 – Numero Unico di Emergenza

Nel corso del 2010 è stata attivata la sperimentazione del 112 – Numero Unico europeo di Emergenza (Nue). Con una sola telefonata il 112 Nue offre una risposta a tutte le esi- genze di emergenza.

Vigili del Fuoco. Per segnalare incendi o principi d’incendio.

115

1515

Incendi boschivi. Se avvisti un incendio in un bosco chiama il Corpo Forestale.

Emergenze sanitarie. Per richiedere medici, in- fermieri, ambulanze, se necessario addirittura elicotteri con personale medico.

(28)

QUIZ

AIUTO, CI SIAMO!NIENTE PAURA!

IN AUTO KIT DI

EMERGENZA

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

La cassettina del pronto soccorso, nella sua semplicità, può tornare utile nei piccoli inci- denti di casa come nelle emergenze più serie.

Basta che sia adatta a essere portata dietro se serve, e che sia riposta in un posto acces- sibile e facile da ricordare. Deve contenere in poco spazio quello che serve per medicare ferite e contusioni.

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NIENTE PAURA!AIUTO, CI SIAMO!

Disinfettante e cotone idrofilo, bende e fasce elastiche, cerotti e “punti” di carta per chiudere temporaneamente le ferite, un laccio emostati- co, degli analgesici.

NELLA CASSETTA

LA CASSETTA

DI SALVATAGGIO

Usare un estintore

Lo vediamo attaccato al muro, nelle scuole, nei cinema, nei locali pubblici, chiedendoci se sapremmo usarlo.

Se il principio di incendio è all’interno di un edificio, assicurati di avere una via di fuga aperta se l’estintore non fosse efficace.

Gli estintori possono essere usati Asolo da professionisti.

Bnei casi di incendio.

Cnei casi di emergenza.

Anche chi trascorre molto tempo in auto o sta per fare lunghi viaggi, dovrebbe avere a bordo una cassetta di pronto soccorso.

Comprende almeno una torcia elettrica con pile di riserva per improvvisi blackout, e una radio portatile per ascoltare le notizie e le istruzioni di soccorso.

All’esterno, fai attenzione a usarlo avendo il vento alle spalle.

Attenzione: alcuni estintori liberano fumi tossici se respirati.

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QUIZ

Il comportamento dei cittadini Aha un peso sulla sicurezza di tutti.

Bconta pochissimo.

Cè importante.

IO NEL MIO PICCOLONIENTE PAURA!

OCCHI

APERTI IL TUO

POSTO

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

Le persone che pensano alla nostra sicurezza sono molte, lo hai visto, ma il loro lavoro diventa inutile senza la famosa “collaborazione di tutti i cittadini”. Ma perché proprio tu devi collabora- re? Cosa si pretende da te? È tanto necessario il tuo piccolo o piccolissimo contributo?

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NIENTE PAURA!IO NEL MIO PICCOLO

Spesso ti senti dire: “Non sono fatti tuoi”. Ma spesso i fatti tuoi – per esempio emergenze come quelle in questo libro – sono anche quelli di tutti.

I FATTI DI CHI

DARE UNA MANO

Il destino è innocente

Le catastrofi non sono un segno del destino. Nascono troppo spesso da un brutto rapporto con l’am- biente dove si vive. Per incuria, distrazione, voglia di arricchirsi alla svelta, l’uomo fa dei danni al suo stesso territorio, snaturandolo o trascurando le norme di sicurezza.

Interessarsi, tenere gli occhi aperti, segnalare quello che non va è sempre giusto, perché po- trebbe salvare te, la tua famiglia, i tuoi amici, i tuoi concittadini.

Impara a conoscere bene l’ambiente dove vivi, rispettalo e tienilo pulito. Pensa che dalla sua sicurezza dipende in gran parte la tua.

Molte di quelle sciagure che ricordi di aver visto o sentito potevano esser evitate. La responsabilità è molto di chi comanda, ma tutti noi cittadini possiamo controllare e vigilare.

(30)

QUIZ

In casa è bene fare attenzione Aalle nostre azioni.

Bagli elettrodomestici.

Cai bambini piccoli.

IO NEL MIO PICCOLONIENTE PAURA!

Non tenere medicinali, detersivi, disinfettanti, fiammiferi alla portata

dei piccoli.

Usare vasche da bagno e piani doccia antiscivolo.

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

Fra le care vecchie mura di casa succedono molti incidenti anche gravi: quasi tutti per di- strazione, incuria, incoscienza. Perciò, se ci pensi prima, puoi evitarli. I mille oggetti e le tante situazioni di una casa possono dare molte occasioni di pericolo. Eccone qualcuna.

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NIENTE PAURA!IO NEL MIO PICCOLO

CATASTROFI CASALINGHE

Non usare stufe elettriche o asciugacapelli dove c’è

bagnato o umido.

Se c’è odore di gas, non usare interruttori o apparecchi elettrici

di nessun tipo.

Far revisionare regolarmente la caldaia a gas.

Non collegare troppi apparecchi elettrici

a un’unica presa.

Staccare la corrente per cambiare una lampadina

o pulire i lampadari.

Controllare periodicamente il tubo

di gomma che porta gas alla cucina.

Non abbandonare le pentole sul fuoco.

Non lasciarci sopra mestoli di legno.

Prima di salire su una scala, controllare che

sia in sicurezza.

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QUIZ

In attesa di soccorsi, un ferito Ava spostato altrove.

Bva confortato.

Cva aiutato a respirare.

IO NEL MIO PICCOLONIENTE PAURA!

SCHEGGE AIUTO

PSICOLOGICO

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

Può capitare di dover prestare soccorso a qual- cuno. Improvvisarsi medici è sbagliatissimo!

Soprattutto per i feriti gravi, è bene chiamare subito il pronto intervento del 118. Ma in certe situazioni può essere utile sapere come com- portarsi senza provocare altri possibili danni.

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NIENTE PAURA!IO NEL MIO PICCOLO

CIRCOLAZIONE

PRIMI

SOCCORSI

Se il ferito ha delle schegge taglienti infilate nella carne non rimuoverle: potresti causare emorragie più gravi.

Se il ferito è cosciente rassicuralo dicendo che i soccorsi stanno arrivando e che sta andando tutto bene. È un aiuto importante.

Oppure come praticare la respirazione bocca a boc- ca. Queste manovre, piuttosto semplici da impara- re, possono permettere di salvare delle vite.

Allenta quello che può frenare la circolazione del sangue del ferito: cravatte, cinturini, abiti stretti, scarpe...

Semplici manovre

Ai corsi di pronto soccorso si impara come gestire situazioni critiche in modo semplice, aspettando i soccorsi. Per esempio, come mettere in posizione di sicurezza una persona priva di conoscenza, che altrimenti può correre il rischio di soffocare per ostruzione della trachea (da vomito, sangue ecc.).

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LE SOLUZIONI DEI QUIZ

Se sei qui probabilmente vuol dire che hai provato a risolvere i quiz. Non ti resta che controllare le risposte giuste e sommarle. Il tuo punteggio ti dirà che tipo di... disastrologo sei.

In bocca al lupo!

A TUO RISCHIO E PERICOLO!

pag. 5 A, C pag. 7 A pag. 9 A, B, C pag. 11 B pag. 13 B, C pag. 15 A, B pag. 17 B, C pag. 19 A, B, C pag. 21 B pag. 23 C pag. 25 B, C

pag. 27 A, C pag. 29 B pag. 31 B, C pag. 33 A pag. 35 A, B, C pag. 37 A, B pag. 39 A, C pag. 41 B pag. 43 A, B pag. 45 A pag. 47 A, C

pag. 49 A, B, C pag. 51 B pag. 53 A, B pag. 55 B, C pag. 57 A, C pag. 59 A, B, C pag. 61 B, C

DA 0 A 13 DISASTRO

Sì, ci duole dirlo. Più che un disastrologo sei un disastro. Il che significa che se impari a co- noscere te stesso sei praticamente a posto. :-)

DA 14 A 27 GUAIOLOGO

Non male, una certa praticaccia dei guai te la sei fatta. Ma sai com’è, non basta mai, e se vuoi salire di grado devi dare una ripassatina.

DA 28 A 41 SCIAGUROLOGO

Un pelo sotto il top, molto bene! Te la sa- presti cavare bene in più di una situazione, conservando la testa sulle spalle.

DA 42 A 54 DISASTROLOGO

Complimenti, hai un futuro nella Protezione Civile! Mandaci il tuo numero di telefono che se succede qualcosa sappiamo a chi rivolgerci.

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NOTE

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Riferimenti

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