• Non ci sono risultati.

EC2004. Aspetti Ambientali di Prodotto. la politica aziendale

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "EC2004. Aspetti Ambientali di Prodotto. la politica aziendale"

Copied!
70
0
0

Testo completo

(1)

Aspetti Ambientali di Pr odotto la politica aziendale

EC2004

(2)

Aspetti ambientali di prodotto:

la politica aziendale

edizione gennaio 2004

Formazione Tecnica

Responsabile: Giuseppe Mezzadri

Redattori: Alberto Costa - Angelo Bonfanti - Carlo Petrini

Grafica: Studio dal Verme Tenti Stampa: Graficarta s.r.l

Stampato su carta prodotta da cartiera certificata ISO 14001 e ISO 9001:

Sistemi di Gestione Ambientale e di Qualità Aziendale (vedi pagina in fondo al volume)

Redazione a cura della

(3)
(4)

Premessa

In questi ultimi anni l'attenzione verso l'ambiente e uno "sviluppo sostenibile" è sempre più presente nella realtà moderna; ciò è dovuto principalmente a una maggiore consapevolezza della necessità di salvaguardare le risorse naturali del pianeta. Consapevolezza che si concretizza nell’esigenza di modificare lo stile di vita, le abi- tudini e i consumi dei singoli individui orientandoli verso comportamenti più maturi testimoniati, tra l'altro, dalla crescente raccolta differenziata dei rifiuti, dall'uso di elettrodomestici a basso consumo e, più in generale, dal successo dei prodotti che garantiscono determinate caratteristiche ecologiche. In questo contesto anche le aziende sono chiamate ad operare coerentemente con il comune sentire sia per il ruolo sociale che compete loro, sia per rimanere competitive in un mercato sempre più esigente.

Se il singolo cittadino, a casa propria, è chiamato a tenere comportamenti rispettosi per l'ambiente, è evidente che pretenderà lo stesso rispetto anche dall'azienda dalla quale acquista i beni di consumo.

BTicino, per dimostrare il suo impegno per uno "sviluppo sostenibile", ha predisposto una politica ambientale che le ha consentito di ottenere la certificazione ISO 14001 per tutti suoi siti produttivi in Italia.

In questo fascicolo oltre ad alcuni approfondimenti sui concetti generali dei Sistemi di Gestione Ambientale, BTicino evidenzia alcune metodologie di approccio e le conseguenti azioni intraprese che le hanno consenti- to di migliorare le prestazioni ambientali dei suoi prodotti attraverso una generale riduzione dei consumi delle risorse e delle emissioni.

(5)
(6)

Lo sviluppo sostenibile 7

Il sistema di Gestione Ambientale (SGA) 9

- certificazione ISO e registrazione EMAS 11

La valutazione del ciclo di vita (LCA) 12

- la struttura della LCA 12

- la valutazione del ciclo di vita di un prodotto 13

- etichette e dichiarazioni ambientali 14

- normative sugli aspetti ambientali del prodotto 15

Aspetti ambientali di prodotto: la politica di Bticino 18 (dott. Ing. Alberto Costa - Responsabile Laboratorio Materiali e Aspetti Ambientali di Prodotto)

Allegati 39

- direttiva 2002/95/CE (RoHS) 39

- direttiva 2002/96/CE (WEEE) 44

- direttiva 74/422 CEE (rifiuti) Allegato IIB 59

- le principali disposizioni in materia ambientale 60

- tabelle per la caratterizzazione degli effetti ambientali 61

Bibliografia 64

Indice del volume

(7)
(8)

Con questo termine, contenuto già dal 1987 nella re- lazione della Commissione Ambiente e Sviluppo delle Nazioni Unite 1, è definito uno sviluppo capace di sod- disfare le necessità del presente senza compromettere il soddisfacimento dei bisogni delle future generazio- ni: vale a dire senza distruggere irrimediabilmente le risorse di cui l'uomo dispone.

I due termini, "sviluppo" e "sostenibile", sembrano

concettualmente conflittuali tra loro eppure, se ben coniugati, possono migliorare la qualità della vita in modo durevole nel tempo. In quest'ottica ogni cam- biamento deve essere quindi all'insegna del migliora- mento economico, ambientale e sociale: fattori questi che devono necessariamente coesistere come parti integranti e inscindibili di un unico sistema esteso ed articolato. In altre parole non si può pensare di produrre vera ricchezza a danno dell'ambiente.

Lo sviluppo sostenibile

Lo sviluppo sostenibile nasce dunque dalla ricerca di equilibrio tra tre dimensioni principali:

Economica - Ecologica - Sociale.

Si tratta di un equilibrio dinamico che evolve a causa della continua interazione fra le diverse dimensioni (figura 1).

L'aspetto ambientale della sostenibilità implica la garanzia delle condizioni vitali, ottenute controllando gli effetti delle attività umane sul capitale ecologico (aria, acqua, suolo, biodiversità) in modo da non superare la capacità di rigenerazione del sistema (tabella 1). Un sistema produttivo in grado di operare senza im- poverire il capitale naturale deve necessariamente mi- nimizzare l'utilizzo delle risorse ambientali e quindi basarsi su risorse rinnovabili senza accumulare rifiuti.

Il problema più importante e urgente a livello ambien- tale riguarda la domanda energetica e il suo rapporto con l'inquinamento atmosferico, e di conseguenza con i cambiamenti climatici. Le fonti di energia rinnovabile soddisfano solo il 18% della domanda. Il fabbisogno rimanente è coperto per circa il 4% dall'energia nucleare e per circa il 78% dai combustibili fossili: i maggiori re- sponsabili dell'emissione di gas a effetto serra.

Nonostante evidenti divergenze e interessi tra i diversi paesi mondiali, nel 1997 2vengono fissati, per la prima volta, obiettivi e date per l'abbattimento significativo delle emissioni atmosferiche.

Fig. 1:

Le dimensioni dello sviluppo sostenibile.

* in questo caso per resilienza si intende la capacità di subire variazioni dei parametri ambientali senza danni irreversibili

• Deplezione (riduzione) dello stato di ozono

• Riscaldamento globale del pianeta

• Estinzione di specie e perdita di biodiversità

• Deforestazione

• Alterazione e distruzione di habitat naturali

• Piogge acide

• Pesticidi

• Impoverimento delle risorse naturali

• Inquinamento di suolo, falda, fiumi, laghi e mare

• Inquinamento atmosferico

• Radioattività

• Disastri ecologici

Tab. 1 - principali aspetti ambientali responsabili del deterioramento dello stato dell'ambiente:

1Nota come “Rapporto Bruntland” dal nome del presidente della Commissione

2Nel corso della Conferenza sul Clima di Kyoto

dim

ensione econo mic

a

dim

ensione eco log

ica dim

ensione soc iale Crescita

Efficienza Stabilità Consumismo

Consumo risorse Inquinamento Cambiamento

climatico Resilienza*

Equità Giustizia Pluralismo

culturale Senso di comunità

(9)

Lo sviluppo sostenibile non può scaturire dalla sola sovranità del mercato, ma da un progetto che consenta di correggerne le distorsioni dando centralità all'uomo e alla natura. Diventa importante valutare anche altre forme di capitale come il valore della natura (inteso come bene, non come strumento di mercato) e quello insito nel risparmio di risorse. In sostanza la produzione di una ricchezza non deve im- poverire il capitale economico, culturale e sociale della comunità umana.

La società sostenibile è dunque a basso spreco (fig. 2), basata sul riciclaggio di energia e materiali, sul riciclo

e riuso delle risorse non rinnovabili, sul contenimento dei consumi energetici, sull'adozione di tecnologie più pulite per prevenire e ridurre l'inquinamento, sulla riduzione della produzione di rifiuti, sull'utilizzo efficien- te, efficace e consapevole delle risorse rinnovabili, e sul controllo della crescita della popolazione.

Il Rapporto Brundtland dell'87 conclude affermando che in prospettiva di lungo termine esiste la possibili- tà di rendere compatibili lo sviluppo economico e la protezione ambientale, a patto che sia attuato un ra- dicale cambiamento della gestione economica in tutto il mondo.

Gestire lo sviluppo sostenibile significa dunque introdurre i temi ambientali nella gestione economica corrente, in modo che la strategia aziendale soddisfi l'esigenza della crescita economica nel rispetto del patrimonio ambientale complessivo.

I primi obiettivi per il miglioramento del comportamen- to ambientale dell'azienda riguardano gli approvvi- gionamenti delle materie prime, i siti produttivi, i pro- cessi di produzione e distribuzione, la risposta degli utenti e l'eliminazione dei rifiuti prodotti.

Le aziende assumono un ruolo importante nella ricer- ca di innovazioni che portino a sviluppare tecnologie più pulite e prodotti più ecologici. Quelle che si trova- no nella condizione di soddisfare i requisiti ambientali

richiesti, possono avere una maggiore competitività commerciale per la possibilità di sfruttare le opportu- nità che derivano dall'incremento dell'attenzione verso l'ambiente all'interno di un mercato dinamico, so- prattutto se la dimensione ambientale rientra all'inter- no del processo decisionale, fatto questo che rende possibile ottenere una riduzione dei costi e una mag- giore efficienza produttiva.

Il primo passo da compiere è quindi quello di ricono- scere il vantaggio strategico della gestione ambienta- le, al fine di sviluppare e assicurare l'impegno per il mi- glioramento del proprio comportamento ambientale.

Il secondo passo, una volta intrapresa tale strada, è quello di dotarsi di un sistema di gestione ambientale.

Fig. 2: Modello di società sostenibile

Materia Energia di alta qualità

Controllo inquinamento Energia di alta qualità

Riciclaggio Riuso Materia in uscita Rifiuti

Società

sostenibile

(10)

Per "sistema" si intende comunemente la struttura or- ganizzativa, le responsabilità, le procedure, i proces- si e le risorse necessarie per la gestione dell'impresa.

L'adozione di un sistema di gestione ha lo scopo di razionalizzare e armonizzare il modus operandi del- l'impresa, di definire modalità operative univoche, condivise e ripetibili nel tempo, con spazi adeguati per modifiche a seguito di cambiamenti del contesto interno oppure esterno all’azienda.

Il più noto riferimento internazionale in materia di si- stema di gestione ambientale è la norma ISO 14001, approvata nel settembre del 1996 dall'ISO 3, in sosti- tuzione della norma nazionale BS 7750, la prima uti- lizzata per i sistemi di gestione ambientale.

Si tratta di una norma di adesione volontaria, come tut- te le ISO, applicabile alle organizzazioni di qualunque settore che intendono:

• attuare, mantenere attivo e migliorare un sistema di gestione ambientale;

• assicurarsi di ottemperare alla propria politica am- bientale dichiarata;

• dimostrare ad altri tale conformità;

• avere la certificazione/registrazione del proprio SGA presso un organismo terzo;

• fare una auto-dichiarazione o auto-valutazione di conformità alla norma.

Il Sistema di Gestione Ambientale (SGA)

Fig. 3:

Certificazione di conformità alla norma UNI EN ISO 14001

del Sistema di Gestione Ambientale di Bticino per il sito di Varese

3

International Standard Organization

(11)

Il conseguimento della certificazione ambientale, da parte dell'azienda, comporta una serie di attività fina- lizzate a ottenere un riconoscimento ufficiale della conformità dei propri comportamenti alla norma di ri- ferimento. Queste attività richiedono:

• l'esame della situazione attuale in materia di gestione ambientale (Analisi Ambientale Iniziale 4);

• la stesura di documenti che descrivano come l'a- zienda gestisce e minimizza gli impatti ambientali creati dalle sue attività produttive;

• l'applicazione corretta delle misure di prevenzione mediante gli strumenti operativi previsti dalla norma internazionale.

La norma UNI EN ISO 14001 in sostanza è finalizzata alla dimostrazione dell'esistenza di un sistema orga- nizzativo aziendale in grado di gestire in modo efficace gli aspetti ambientali, con modalità che garantiscono la conformità alle leggi e la riduzione degli impatti ne- gativi verso l'ambiente.

La struttura di questa norma è in linea con gli attuali mo- delli per la gestione dei sistemi, in particolare con la UNI EN ISO 9001 5e la OHSAS 18001 6. Dall'indice e dalle definizioni della norma emergono chiaramente i cinque elementi sui quali si basa il Sistema di Gestione Am- bientale (SGA):

• politica ambientale

• pianificazione

• attuazione e funzionamento

• controlli e azioni correttive

• riesame della direzione

Il riesame ambientale consente in particolare di gestire il processo di miglioramento continuo che rappresenta forse il requisito fondamentale della ISO 14001 e di tut- te le ISO della serie 14000. (fig. 4).

Fig. 4: Requisiti principali della norma ISO 14001 per il Sistema di Gestione Ambientale

4

AAI= Diagnosi sistematica e standardizzata nella quale si studiano le relazioni che intercorrono tra l’attività produttiva di un sito e la realtà ambientale e territoriale che lo circonda, considerando i vincoli più generali in cui l’azienda è sottoposta e il quadro di riferimento legislativo, socio-economico e di mercato

5

Norma per la qualità dei sistemi aziendali

Riesame ambientale preliminare

Miglioramento continuo

Politica ambientale

Pianificazione

Attuazione e funzionamento

Controlli e azioni correttive Riesame della

direzione

(12)

Certificazione ISO e Registrazione EMAS

7

Sia EMAS che ISO 14001 sono standard volontari ispi- rati alla norma britannica BTS 7750 8, che traspare in modo evidente nei due documenti. Entrambi i docu- menti prevedono di affrontare il tema dell'ambiente me- diante un sistema gestionale (SGA) che porta all'indi- viduazione di caratteristiche organizzative e procedu- rali per il conseguimento degli obiettivi fissati.

La differenza principale tra le norme ISO 14000, rico- nosciute a livello internazionale, e il regolamento EMAS, ristretto all'ambito europeo, è legata al fatto che l'ISO 14001 prevede il rilascio della certificazione da parte di un organismo accreditato (tipicamente) privato men- tre l'EMAS prevede il ricorso per la certificazione ad un organismo pubblico secondo quanto previsto da un dispositivo di legge.

Fino alla revisione del Regolamento EMAS esistevano anche significative differenze fra i due sistemi. Differenze superate dal nuovo Regolamento EMAS (si parla a vol- te di EMAS II) il quale sancisce, in modo inequivoca- bile, che la norma ISO 14001 è lo standard di riferi- mento per i sistemi di gestione ambientale. Rimane in- vece il requisito della dichiarazione ambientale pubblica per la registrazione EMAS dell'organizzazione.

Certamente i due modelli sono ora molto più armo- nizzati che in passato, ma prevale comunque l’orien- tamento verso la certificazione ISO 14001. Anche le aziende produttrici di apparecchiature elettriche, in particolare se hanno mercati internazionali oltre che europei, sono orientate verso la certificazione ISO.

D’altra parte si osserva non di rado un percorso evo- lutivo che porta le aziende dalla certificazione ISO 9001 alla ISO 14001 e successivamente anche alla re- gistrazione EMAS.

7

Regolamento 2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 marzo 2001 sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di eco-gestione e audit

CSQ-ECO

marchio rilasciato da CSQ alle aziende certificate secondo la norma ISO 14001

(13)

Lo studio della disponibilità di risorse è il punto di partenza di qualsiasi analisi ambientale in quanto ogni soggetto economico dipende dalla realtà che lo cir- conda. La "sostenibilità" deve necessariamente essere riferita a tutte le fasi di un'attività, prodotto o servizio;

dalla progettazione, alla manutenzione, all'utilizzo e al- la dismissione finale: ovvero all'intero ciclo di vita del- l'attività.

La valutazione del Ciclo di Vita o più semplicemente LCA 10 consiste nella valutazione degli aspetti am- bientali significativi legati al comportamento delle atti- vità, dei prodotti e dei servizi, attraverso tutte le fasi del- la loro esistenza: “dalla culla alla tomba”. Si tratta di uno strumento di supporto per la gestione ambientale che permette di definire le azioni da interpretare per

migliorare le prestazioni ambientali del proprio processo lavorativo e che rende possibile definire, in sede pro- gettuale, scelte innovative che consentono la riduzio- ne sia dei consumi delle risorse, sia delle emissioni.

L'LCA è dunque uno strumento di gestione ambien- tale indispensabile per la realizzazione della politica ecologica delle aziende.

Il comitato TC 207 dell' International Standard Orga- nization ha inserito tra le norme della famiglia 14000 anche quelle relative all’analisi del ciclo di vita, defini- te usualmente come le norme della serie 14040, al fine di regolamentare la materia e proporre una metodologia operativa il più riproducibile possibile. A questa fami- glia appartengono i seguenti standard:

La valutazione del ciclo di vita (LCA)

• ISO 14040 = Valutazione del ciclo di vita - Principi e quadro di riferimento

• ISO 14041 = Valutazione del ciclo di vita - Definizione dell'obiettivo e del campo di applicazione e analisi dell'inventario

• ISO 14042 = Life Cycle Assessment - Life Cycle impact assessment

• ISO 14043 = Life Cycle Assessment - Life Cycle interpretation

• ISO 14049 = Life Cycle Assessment - Examples of applications of ISO 14041 to goal and scope definition and inventory analysis

La struttura della LCA

La struttura della LCA proposta dalla norma ISO 14040 è sintetizzabile in quattro elementi principali (fig. 5):

1 Definizione degli scopi e degli obiettivi (Goal Definition and Scoping): fase preliminare in cui vengono definiti le finalità dello studio, l'unità funzionale, i confini del sistema studiato, il fabbisogno di dati, le as- sunzioni ed i limiti.

2 Analisi di inventario(LCI = Life Cycle Inventory):

parte del lavoro dedicata allo studio del ciclo di vita del processo o attività; lo scopo principale è quello di ri- costruire la via attraverso cui il fluire dell'energia e dei materiali permette il funzionamento del sistema pro-

duttivo in esame tramite tutti i processi di trasforma- zione e trasporto. Redigere un inventario di ciclo vita significa pertanto costruire il modello analogico del si- stema reale che si intende studiare.

3 Analisi degli impatti

(LCIA = Life Cycle Impact Assessment): è lo studio del- l'impatto ambientale provocato dal processo o attività, che ha lo scopo di evidenziare l'entità delle modifica- zioni generate a seguito dei rilasci dell'ambiente e dei consumi di risorse calcolati nell'inventario. E' questa la fase in cui si produce il passaggio dal dato oggettivo calcolato durante la fase di inventario al giudizio di pe- ricolosità ambientale.

10

Life Cycle Assessment

(14)

4 Interpretazione e miglioramento

(Life Cycle Interpretation): è la parte conclusiva di una LCA, che ha lo scopo di proporre i cambiamenti ne- cessari a ridurre l'impatto ambientale dei processi o attività considerati, valutandoli in maniera iterativa con la stessa metodologia LCA in modo da non attuare azioni tali da peggiorare lo stato di fatto.

Questo approccio metodologico è per sua natura di tipo dinamico ed iterativo e, come si intuisce, la parte

fondamentale è quella della disponibilità dei dati e delle informazioni necessarie allo sviluppo dei calcoli stessi. Per l'elaborazione di queste informazioni è in- dispensabile utilizzare strumenti di tipo informatico, sia per la grande mole di dati in gioco, sia per soddisfare le esigenze di ciclicità delle analisi. Gli specifici modelli informatici di analisi nonché le banche dati presenti oggigiorno sul mercato costituiscono quindi parte in- tegrante della strumentazione necessaria per affron- tare una LCA 11.

La valutazione del ciclo di vita di un prodotto

Abbiamo affermato che la possibilità di valutare l'in- sieme degli effetti ambientali causati da un prodotto durante l'intero suo ciclo di vita, consente di prendere una serie di decisioni in modo razionale e documentato.

Dovendo considerare il prodotto nella sua interezza 12, l'esame deve riguardare l'insieme delle varie fasi at-

traverso le quali si giunge alla costruzione del prodot- to, al suo uso e alla sua dismissione.

Queste fasi, rappresentate in fig. 6, comprendono i trasporti, gli stoccaggi, i ricicli e così via.

Fig. 5: La struttura della LCA proposta dalla ISO 14040

11

vedi capitolo “Gli strumenti per l’analisi Ambientale”

12

L’insieme delle materie costituenti il prodotto e delle funzioni d’uso correlate al prodotto stesso

(15)

Fig. 6: Le fasi del ciclo di vita di un prodotto - Dalla culla alla tomba

Etichette e dichiarazioni ambientali

La comunicazione delle caratteristiche ambientali di prodotti o di servizi, può avvalersi degli strumenti de- finiti dalle norme ISO 14020÷25 "etichette” e “dichia- razioni ambientali". Esse forniscono informazioni su un prodotto (o servizio) relativamente al suo carattere

ambientale complessivo, o ad un aspetto ambientale specifico, o di un certo numero di aspetti.

Sono stati individuati e regolamentati tre diversi tipi di marchi/dichiarazioni ambientali:

Tipo I (ISO 14024)

Individua l'eccellenza in campo ambientale ed è rivolto soprattutto al consumatore finale cui assicura il rispetto dei limiti di performan- ce ambientali (criteri specifici su emissioni, consumi di energia, ecc.) stabiliti dall'Ente preposto al rilascio del marchio stesso. Nel ca- so dell' Ecolabel Europeo, ad esempio, tali parametri sono stabiliti dalla Commissione Europea.

Esempi di etichettature di tipo I sono: l'Ecolabel europeo, il Cigno Bianco scandinavo, l'Angelo Azzuro tedesco, l'Ecomark giapponese.

Marchio Eco-label

(16)

Normative sugli aspetti ambientali del prodotto

Per centrare gli obiettivi della politica ambientale voluta dalla Comunità europea, che sono: la salvaguardia, la tutela e il miglioramento della qualità dell'ambiente; la protezione della salute umana; l'uso accorto e razio- nale delle risorse naturali, è necessario capire che il pro- dotto influisce sull'ambiente durante l'intero ciclo del- la sua vita. Per individuare le cause degli impatti am- bientali e impostare un'attività di miglioramento occorre quindi dare risposta alle seguenti domande:

• quali sono i vincoli e gli strumenti normativi am- bientali che si riferiscono al prodotto?

• quale contributo può dare il produttore in generale?

• con quali strumenti si analizzano i potenziali impat- ti sull’ambiente?

Di seguito elenchiamo alcune direttive, o progetti di direttiva, riferibili soprattutto ai prodotti elettrici ed elettronici. Si tratta di testi comunitari già pubblicati o ancora in fase di elaborazione in sede europea che produrranno certamente sensibili impatti nel settore elettrico ed elettronico. Nell’appendice del presente documento abbiamo riportato i testi integrali delle direttive inerenti la riduzione di sostanze pericolose nei prodotti elettrici e la gestione dei rifiuti (RoHS e WEEE13).

Tipo II (ISO 14021):

Marchio basato su un' autodichiarazione del produttore. Un esem- pio di tali dichiarazioni è il Mobius-loop che può indicare sia "pro- dotto realizzato con una certa percentuale di materiale riciclato", sia

"prodotto riciclabile".

Tipo III (ISO 14025):

Il marchio di questo tipo non identifica necessariamente l'eccellen- za ambientale, ma garantisce la “qualità” delle informazioni conte- nute nella dichiarazione ambientale che accompagna il prodotto.

E' perciò un marchio di tipo dichiarativo, rivolto di fatto all'acquirente professionale perché in grado di interpretare le dichiarazioni am- bientali; esso va a vantaggio della trasparenza dell'informazione e forse potrà facilitare il confronto tra prodotti appartenenti alla stes- sa categoria.

Un marchio di questo tipo compare sulle dichiarazioni ambientali di prodotto (EPD) sviluppate in Svezia, ad esempio per fotocopiatrici (Ricoh) e autovetture (Volvo).

Marchio Mobius-loop

Marchio concesso dal Swedish Environmental Management Council.

13

Direttiva 2002/95/CE e Direttiva 2002/96/CE

(17)

Per avere un'idea di quanto lo smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici possa oggi influire sull'ambiente, si tenga presente che ogni anno in Europa vengono prodotti circa sei milioni di tonnellate di tali rifiuti i qua- li, per il 90 %, vengono portati in discariche a cielo aperto oppure inceneriti senza alcun pre-trattamento.

A questo bisogna aggiungere che il 40% del piombo presente nelle discariche deriva dall'elettronica di consumo e che la produzione di apparecchiature elet- triche ed elettroniche assorbe il 22% del consumo an- nuale di mercurio nel mondo: mercurio dalla cui lisci- viazione provengono seri rischi 14.

Da queste e molte altre considerazioni nasce la ne- cessità da parte dell'Unione Europea di introdurre una regolamentazione.

Mentre la direttiva RoHS costituirà un importante vin- colo progettuale e produttivo ma forse non arriverà ad essere direttamente “percepita” dall'utente finale, di- verso destino avrà la WEEE che, con l'appropriata mar- catura delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, indicherà anche all'utilizzatore finale il comportamen- to da seguire in fase di smaltimento, allo scopo di rag- giungere, entro il 2006 la raccolta di almeno 4 Kg per abitante all'anno di rifiuti elettrici ed elettronici prove- nienti dai nuclei domestici.

Come fatto per le direttive, anche per le norme ISO, applicabili in campo ambientale, riportiamo nel segui- to un elenco (parziale) a titolo indicativo.

Tab. 3: Normative ISO (elenco indicativo)

ISO 14001 Requisiti di base per i sistemi di gestione ambientale ISO 14020

ISO 14021

ISO 14024 Marcatura e dichiarazioni ambientali;

ISO 14025

ISO 14031 Valutazione delle performance ambientali (indicatori) ISO 14040 LCA: principi e linee guida

ISO 14041 LCA: analisi dell'inventario e scopo

ISO 14042 LCA: valutazione dell'impatto del ciclo di vita ISO 14043 LCA: interpretazione del ciclo di vita

ISO/TS 14048 LCA: formato dei dati

ISO/TR 14062 Integrazione degli aspetti ambientali nella progettazione e sviluppo dei prodotti

14

Il mercurio a contatto con l’acqua si trasforma in metilmercurio che entra nella catena alimentare e può provocare, negli animali e nell’uomo,

“saturnismo” e danni celebrali

Tab. 2: Direttive (*progetti di direttiva)

IPP * Coordinamento dei vari filoni di politica ambientale e di prodotto (Integrated Product Policy):

EUP * Testo sull'uso efficiente dell’energia elettrica nel corso dell’intero (Energy Using Products): ciclo di vita del prodotto

RoHS (2002/95/CE) Riduzione di alcune sostanze pericolose nei prodotti elettrici.

(Reduction of Hazardous Substances):

WEEE (2002/96/CE) Gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Waste Electrical and Electronic Equipment):

(18)

Vi sono inoltre alcune guide tecniche redatte dal Co- mitato Elettrotecnico Italiano,come ad esempio la CEI 0-8 e la CEI 308, che promuovono gli indirizzi del legislatore europeo e gli obiettivi della politica am- bientale della Comunità Europea.

Fig. 7: CEI 0-8

"Guida introduttiva all'analisi del ciclo di vita nell'elettrotecnologia"

settembre - 1999 - fasc. 5309

Fig. 8 bis: CEI 308-2

"Gestione del fine-vita delle apparecchiature elettriche ed elettroniche

provenienti da attività lavorative - Linee guida"

aprile - 2002 - fasc. 6455 Fig. 8: CEI 308-1

"Scheda informativa per il fine-vita dei prodotti elettrici ed elettronici e guida alla compilazione"

aprile - 2002 - fasc. 6454

(19)

®

Aspetti ambientali di prodotto:

la politica

Le ragioni del nostro impiego in campo ambientale 19

La certificazione ISO 14001 20

Il sistema di gestione ambientale 21

- esempi di SGA su alcuni processi di lavorazione 22

Il contributo BTicino per l’ambiente 23

Gli strumenti per l’analisi ambientale 25

- come si fa una LCA 26

- gli indicatori di impatto ambientale 27

- esempio di LCA applicato alla comparazione tra vernici 28

- esempio di LCA applicato alle placche per installazione domestica 30 - esempio di LCA applicato ad un interruttore magnetotermico scatolato 32

Direttive di riferimento 34

- proposta di direttiva IPP: Politica Integrata di Prodotto 34

- proposta di direttiva EuP: (Energy-using Product) 35

- direttiva RoHS Reduction of Hazardous Substances - (2002/95/CE) 35 - direttiva WEEE - Waste from Electrical and Electronic Equipment

(2002/96/CE) 36

Conclusioni 38

Indice

dott. ing. Alberto Costa

Responsabile Laboratorio Materiali e Aspetti Ambientali di Prodotto

(20)

BTicino, per dimostrare ed attuare un serio impegno in campo ambientale, ha predisposto una politica am- bientale in risposta agli stimoli sia interni che esterni ver- so i quali l'azienda si dimostra sensibile.

Gli stimoli interni all'azienda si concretizzano nel pas- saggio da un atteggiamento passivo ad uno “pro-at- tivo”, cioè volontario, che si ritiene essere quasi un pre- requisito per andare oltre il semplice rispetto della normativa cogente, e che interpreta il fattore ambien- te come opportunità di crescita, anche tecnologica.

L’adozione di nuove soluzioni a minor impatto am- bientale richiede spesso attività di studio e di speri-

mentazione preliminari alla loro introduzione su scala industriale: ad esempio si può affermare che il graduale spostamento delle nostre produzioni dalle vernici a solvente alle formulazioni all’acqua ha richiesto l’ac- quisizione di nuove e specifiche conoscenze riguar- danti le tecnologie di formulazione e di applicazione dei nuovi prodotti, oltre che importanti modifiche a li- vello impiantistico.

Tra gli stimoli esterni comprendiamo invece la legis- lazione ambientale, statale e comunitaria, ma anche l’o- pinione pubblica ed i movimenti ambientalisti, uniti al- la richiesta da parte del mercato di prodotti ambien- talmente più compatibili.

La normativa di riferimento inter- nazionale per la certificazione am- bientale dei siti delle imprese è la ISO 14001 che rappresenta, per il sistema di gestione ambientale di un’azienda, ciò che la norma ISO 9001 rappresenta per il sistema qualità.

La norma ISO 14001 si focalizza soprattutto sugli aspetti ambientali dei processi produttivi dei siti del- l’azienda, mentre il prodotto è for- malmente implicato in modo indi- retto; d’altra parte la politica am- bientale di Bticino prevede co- munque un forte impegno anche sul versante riguardante il prodot- to, come vedremo più avanti.

Fig. 9:

Frontespizio norma UNI EN ISO 14001

"Sistemi di gestione ambientale - Requisiti e guida per l'uso"

novembre - 1996

Le ragioni del nostro impegno in campo ambientale

(21)

Quanto scritto nel manuale si traduce in concreto nelle due principali tematiche sviluppate con il nostro impe- gno in campo ambientale:

• il sistema di gestione ambientale

• gli aspetti ambientali di prodotto

La certificazione ISO 14001

Secondo quanto espresso dal legislatore europeo, gli obiettivi della politica ambientale della Comunità eu- ropea sono: "la salvaguardia, la tutela e il miglioramento della qualità dell’ambiente; la protezione della salute umana; l’uso accorto e razionale delle risorse naturali […].”

Bticino, in quanto azienda certificata ISO, ha redatto uno specifico Manuale di Gestione Ambientale nel quale sono enunciati i principi e sancite le regole con le quali intende contribuire ad uno sviluppo sostenibi- le (vedi riquadro):

Fig. 10:

Manuale di Gestione Ambientale in vigore dal settembre 1998 (Aprile 2003 - 5^ revisione)

La società promuove ogni azione diretta a proteggere la salute dell’uomo e l’ambiente, facendo in mo- do che i propri prodotti e le proprie attività non presentino rischi per le persone e per l’ambiente, im- pegnandosi a:

• Rispettare le leggi, i regolamenti e le politiche societarie e di gruppo;

• Valutare gli aspetti ambientali dei prodotti e dei processi produttivi attivando azioni e procedure di gestione tali da garantire la maggiore protezione dell’ambiente durante tutto il loro ciclo di vita;

• Garantire la prevenzione dell’inquinamento adottando i processi tecnologici che offrono i minori impatti ambientali in termini tecnici ed economici;

• Fare ogni sforzo per contenere il consumo delle risorse naturali e di energia e per eliminare o ridurre le emissioni, gli scarichi, i rifiuti;

• Fare attività di formazione a tutti i dipendenti per sostenere ogni iniziativa indirizzata alla pro- tezione dell’ambiente;

• Cooperare con i propri fornitori ed i propri clienti al fine di armonizzare i comportamenti rispetto all’ambiente.

(22)

Sito Data Principali prodotti e Aspetti ambientali certificazione attività produttive prevalenti

BODIO placche: - controllo delle emissioni

(Varese) 26/02/1999 - stampaggio plastica, pressofusione in atmosfera;

leghe metalliche e verniciatura. - rifiuti industriali;

- insonorizzazione delle sorgenti di rumore.

TRADATE quadri elettrici: - controllo delle emissioni

(Varese) 16/09/1999 - taglio e piegatura lamiere, lavaggio in atmosfera;

e verniciatura a polvere. - depurazione acque.

VARESE 19/10/1999 articoli diversi: - controllo delle emissioni - trattamenti galvanici e termici, in atmosfera;

stampaggio plastica, lavorazioni - rifiuti industriali;

meccaniche, montaggi automatici - insonorizzazione delle semiautomatici e manuali. sorgenti di rumore.

AZZANO 20/12/1999 interruttori magnetotermici scatolati: - controllo delle emissioni S.PAOLO - montaggi semiautomatici e manuali, in atmosfera.

(Bergamo) puntature elettriche

ERBA domotica, citofonia, my home: - controllo delle emissioni

(Como) 20/12/1999 - montaggi, tampografia, saldature con in atmosfera;

stagno a bagno d’onda - rifiuti industriali.

TORRE interruttori magnetotermici modulari btdin: - controllo delle emissioni DEL GRECO 24/05/2000 - stampaggio plastica, montaggi in atmosfera;

(Napoli) automatici e manuali, tampografia - rifiuti industriali.

MILANO 29/06/2000 sede legale:

- solo uffici

OSPEDALETTO centro di distribuzione dei prodotti bticino:

LODIGIANO 29/06/2000 - solo magazzini (Lodi)

Il sistema di gestione ambientale

Tutti i siti italiani della BTicino S.p.A. sono certificati ISO 14001. In tabella 4 sono riportate, per ogni sito, la da-

ta di certificazione, le principali attività produttive ed i più significativi aspetti ambientali presenti.

Tab. 4: Elenco siti e attività produttive

(23)

Esempi di SGA su alcuni processi di lavorazione

L’azienda ha sostenuto ed incen- tivato cambiamenti strategici e pro- duttivi mirati a diminuire l’impatto ambientale dei propri prodotti e processi descritti nella tab. 4.

Ad esempio, nel sito di Varese si è provveduto alla completa elimina- zione del Cromo (VI) dal reparto di trattamenti di superficie (galvanica);

al suo posto è oggi utilizzato il cro- mo trivalente, avente tossicità net- tamente inferiore. Inoltre, nello stesso reparto è stato drastica- mente diminuito l’utilizzo di cianuri (sostituiti da carbonati e silicati) che, nel futuro, si cercherà di eli- minare completamente.

Fig. 11: Linea galvanica nel sito di BTicino di Varese

Anche negli altri siti aziendali si stanno curando azio- ni di miglioramento in materia ambientale, affrontando talvolta anche cospicui investimenti. Un esempio per tutti è costituito dal nuovo impianto di verniciatura re- centemente installato nello stabilimento di Bodio Lom- nago (Varese), progettato e realizzato per utilizzare sia le tradizionali vernici a solvente, sia le nuove verni- ci all’acqua. Da anni, infatti, l’azienda è impegnata nella sostituzione delle vernici a solvente con prodot-

ti a più basso impatto ambientale - le vernici all’acqua appunto - che, però, avendo caratteristiche applicati- ve differenti richiedono l’adozione di apposite soluzio- ni impiantistiche.

Altri esempi di miglioramento nell’impatto ambientale sono costituiti dai progetti di sostituzione del piombo nelle saldature e nei rivestimenti dei nastri metallici, e del cadmio nelle leghe saldanti.

Fig. 12:

Placche Light Jelly in materiale plastico con trattamento superficiale effetto gomma ottenuto con l'applicazione di vernice all'acqua

(24)

LIFE CYCLE THINKING

(LCT)

Il contributo di Bticino consiste nell'introduzione di una strategia di progettazione per l’ambiente (DFE 15) che prevede l’introduzione di criteri ambientali, già in fase di progettazione dei prodotti, con l'obiettivo di ri- durne l’impatto sull’ambiente. E’ questo un approccio che consente, inoltre, di rendere facilmente disponibili informazioni che, ove richiesto, possono essere co-

municate ai nostri clienti: si tratta di informazioni ine- renti la composizione, i consumi energetici e il fine vi- ta dei prodotti stessi (riciclo e recupero di materiali).

La strategia BTicino contempla anche la ricerca di eco- soluzioni in grado di sviluppare servizi e tecnologie in- novativi, al fine di aiutare i nostri clienti a progettare edi- fici che permettano di consumare meno energia, che risultino meglio gestiti e più rispettosi dell’ambiente.

Precisiamo, senza per questo attenuare il concetto, che l’approccio di BTicino è “multicriterio” perché gli aspet- ti ambientali integrano, senza “scavalcarle”, le altre ca- ratteristiche fondamentali del prodotto, ossia funzio- nalità, qualità, sicurezza e prezzo.

Il contributo BTicino per l'ambiente

Fig. 13: Esempio di marcatura dei componenti plastici per favorire il recupero dei materiali

Il contributo ambientale che i produttori offrono può concretizzarsi in modi diversi, ad esempio nelle dire- zioni rappresentate in figura 14 che sono tipiche di un

approccio in cui si consideri centrale l’analisi del ciclo di vita dei prodotti (Life Cycle Thinking).

Fig. 14:

LCT come filo conduttore nell'approccio IPP16

Eco-incentivi

Tasse sul combustibile Etichette

ambientali e EPD Gestione

integrata dei rifiuti

Sistemi di gestione

ambientale Migliori tecnologie disponibili

Acquisti

“verdi” nelle pubbliche amministrazioni

15

Design For Environment

16

Integrated Product Policy: Approccio integrato alla politica ambientale rivolto al miglioramento continuo della prestazione ambientale dei prodotti (merci e ser-

Accordi di

programma

(25)

Per una migliore comprensione di quanto riportato alla pagina precedente in figura 14 si propongono le seguenti note esplicative.

Gestione integrata dei rifiuti

Si tratta di un aspetto che diventerà di particolare at- tualità con la pubblicazione della già richiamata diret- tiva WEEE (2002/96/CE). La sua entrata in vigore pro- durrà nei prossimi anni significativi cambiamenti e ri- organizzazioni soprattutto nella filiera di recupero e smaltimento finale dei prodotti elettrici.

Etichette ambientali e EPD (dichiarazioni ambientali di prodotto).

Sono strumenti di comunicazione ambientale. Le pri- me, che attestano caratteristiche di eccellenza am- bientale, sono già normate dal legislatore e riportate sui prodotti che hanno superato un particolare, specifico ed anche oneroso, iter di controllo. La dichiarazione am- bientale di prodotto è, invece, al momento oggetto di un dibattito fra produttori e stakeholder 17, il quale do- vrebbe chiarire finalità, responsabilità ed oneri dello strumento stesso.

Eco-incentivi.

Si tratta di un dominio molto ampio in cui sono com- presi interventi di natura varia in cui l’erogatore può es- sere un ente pubblico o un operatore privato. Non si tratta sempre e solo di contributi economici ma, più in generale, anche di facilitazioni e semplificazioni di pro- cedure amministrative (tipicamente autorizzazioni) ri- servate ad esempio alle aziende che siano certificate ISO 14001 o che siano registrate secondo il regola- mento EMAS.

Acquisti "verdi" nelle pubbliche amministrazioni.

Si tratta di acquisti regolati da norme di carattere am- bientale. Per una chiara esemplificazione ci si può ri- ferire al Decreto 8 maggio 2003, n. 203 del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio. In esso sono contenute le norme che stabiliscono che gli uffici pub- blici e le società a prevalente capitale pubblico devo- no coprire il loro fabbisogno annuale di manufatti e be- ni con una quota di prodotti ottenuti da materiale ri- ciclato in misura non inferiore al 30% del loro stesso fabbisogno.

Tasse ambientali sul combustibile.

E’ un argomento che non sviluppiamo in quanto non è di specifico interesse nel settore elettrico.

Migliori tecnologie disponibili.

E’ un concetto noto anche con l’acronimo anglosas- sone BAT (Best Available Technics or Technologies).

Rappresenta uno degli aspetti indubbiamente più interessanti perché associa il miglioramento ambien- tale all’innovazione di prodotto e processo. E’ intrinseco, di fatto, alla definizione di sviluppo sostenibile che ri- tiene che l’ecologia sia sinergica all’evoluzione tecno- logica e non alla regressione economica.

Sistemi di gestione ambientale.

Solo una forte interazione fra lo studio degli aspetti ambientali dei prodotti ed il sistema di gestione am- bientale dell’azienda consente di impostare azioni di miglioramento significative anche nel medio e lungo periodo.

Accordi di programma.

Sono degli strumenti previsti dalla legislazione e con- sentono di siglare dei protocolli volontari aventi finali- tà anche di tipo ambientale (fra enti pubblici e opera- tori privati).

17

Soggetti coinvolti o interessati nel ciclo di vita del prodotto: aziende, fornitori, clienti, autorità ambientali, associazioni ambientalistiche.

Fig. 15: La margherita Eco-label

corrisponde ad un sistema di gestione ambientale fondato sull’adesione

volontaria che consente ai consumatori

europei di identificare facilmente prodotti verdi ufficialmente riconosciuti come tali.

Fig. 15 bis: L'acronimo EPD (Environmental Product Declaration)

può indicare una generica dichiarazione ambientale di prodotto secondo le norme della serie ISO 14020 mentre in questo caso si tratta di un logotipo registrato che indica un tipo specifico di dichiarazione e il cui utilizzo può essere concesso solo con l'approvazione del Swedish Environmental Management Council.

(26)

L’assunzione del Life Cycle Thinking (LCT), quale concetto cardine dell’approccio ambientale dell’a- zienda porta conseguentemente a discutere le diver-

se metodologie e gli strumenti di cui ci si può avvale- re. Essi sono sinteticamente rappresentati in figura 16.

Gli strumenti per l’analisi ambientale

(Life Cycle Assessment) è l'analisi oggettiva in cui si valutano gli aspetti am- bientali relativi ad un pro- dotto/servizio considerato in tutte le fasi che costitui- scono il suo ciclo di vita (produzione, distribuzione, uso, smaltimento, riciclo).

LCA

LCC

LCD

LCE

(Life Cycle Cost)

è l'analisi dei costi asso- ciati alle diverse fasi del ci- clo di vita del prodotto/ser- vizio.

(Life Cycle Design) è l'analisi a priori (in fase di progettazione o avanpro- getto del prodotto/servizio) degli impatti ambientali che il prodotto stesso può ge- nerare.

(Life Cycle Engineering) è l'analisi globale del ciclo di vi-

ta dei prodotti in cui, oltre al fat- tore ambientale, si tiene conto

degli aspetti economici e tec- nologici. Si nota come l'ap-

proccio sia in questo modo integrale e non

più a comparti.

Lo strumento scelto da BTicino per lo studio degli aspetti ambientali connessi al ciclo di vita di un prodotto è l’LCA; tale analisi è condotta tramite l’utilizzo di un ap- posito software denominato EIME 18 che, essendo sta- to implementato specificatamente per le industrie del settore elettrico, contiene una banca dati creata ad hoc.

Per la verità uno studio LCA completo, condotto se- condo le norme della serie ISO 14040, richiederebbe

l'impiego di molto tempo e risorse che renderebbe lo strumento inutilizzabile a livello industriale rischiando di relegarlo, di fatto, al solo ambito accademico.

Con programmi come EIME tale procedura si sempli- fica notevolmente, consentendo di ottenere in un tem- po accettabile, e quindi con costi sostenibili, dati affi- dabili rappresentativi dell’impatto del prodotto sul- l'ambiente.

strumenti concetto

LCT Life Cycle Thinking

Fig. 16: Rappresentazione schematica degli strumenti per l'analisi ambientale

18

Environmental Information Management Explorer

(27)

Prima di spiegare come si fa una LCA ricordiamo bre- vemente cos'è e perché si fa.

Cos’è l’LCA?

E' un procedimento che consente la valutazione dei carichi energetici ed ambientali di un prodotto e che, considerandone l’intero ciclo di vita (dall’acquisizione delle materie prime al fine vita), calcola i relativi consumi di energia, di materie prime e le conseguenti emissio- ni nell’ambiente cosiderato nei suoi diversi comparti:

terra, acqua ed aria.

Perché si fa l’LCA?

L’LCA permette di ottenere delle informazioni dettagliate e confrontabili riguardo le caratteristiche ambientali dei diversi prodotti, indentificandone gli aspetti ambientali più rilevanti ed i comparti corrispondenti. Tale analisi facilita anche l’adeguamento dei processi ai cambia- menti e fornisce dati necessari per la comunicazione delle prestazioni ambientali di un prodotto. Proponia- mo per questo alcune precisazioni sullo strumento EPD (comunicazione ambientale di prodotto), ammessa e non concessa, l’effettiva adozione di tale strumento.

Fig. 17:

Nell’analisi completa LCA si considera il ciclo di vita completo del prodotto.

Tra gli output non si considerano i prodotti finiti ma solamente le sostanze immesse nell'ambiente.

Come si fa una LCA

INPUT

SISTEMA SISTEMA DI CICLO DI CICLO

DI VIT DI VIT A A

Combustibili Energia

Materie prime

calore disperso emissioni aria

emissioni acqua

rifiuti solidi

OUTPUT

(28)

L’Environmental Product Declaration (EPD) è un do- cumento (comunicazione ambientale di tipo III se- condo le indicazioni ISO 14020÷25) che permetterà di comunicare informazioni oggettive, confrontabili e credibili, relative alla prestazione ambientale di prodotti e servizi. Tali informazioni hanno carattere esclusiva- mente informativo; la dichiarazione non dovrebbe con- tenere infatti criteri di valutazione, preferibilità o livelli minimi che la prestazione ambientale debba rispettare.

La EPD dovrebbe essere sviluppata utilizzando la Va- lutazione del Ciclo di Vita (LCA) come metodologia per l'identificazione e la quantificazione degli impatti am- bientali.

La EPD sarebbe applicabile a tutti i prodotti o servizi classificati in gruppi ben definiti, indipendentemente dal loro uso o posizionamento nelle catena produttiva; do- vrebbe essere verificata e convalidata da un organismo accreditato che garantisca l'affidabilità e la veridicità delle informazioni contenute nello studio LCA e nella

dichiarazione. Oggettività, confrontabilità e credibilità sono quindi le caratteristiche principali sulle quali si ba- sano le dichiarazioni ambientali di prodotto ed il siste- ma che le supporta.

Per uno studio di LCA è innanzi tutto necessario in- dicare quali sono le materie prime che compongono il prodotto in esame, le quantità in cui sono presenti e l'insieme dei processi da esse subiti:

• processi di trasformazione (ad esempio lo stam- paggio)

• processi di trattamento superficiale e termico

• processi di assemblaggio

Sono inoltre richieste informazioni relative ai trasporti delle materie prime e del prodotto finito, come pure in- formazioni di dettaglio per valutare l’impatto am- bientale anche nelle fasi di distribuzione e di utilizzo del prodotto.

Come risultato dell'elaborazione il software EIME for- nisce11 indicatoriche consentono di quantificare l'im- patto sui diversi comparti ambientali (vedi tab. 5).

Precisiamo che fra gli indicatori di impatto non sono comprese le emissioni di radiazioni elettromagneti- che in quanto oggetto di valutazione separata. In que-

sto caso, infatti, l’interesse si concentra sulla valutazione degli effetti prodotti direttamente sulla salute umana e non sull’ambiente in generale, anche se non possiamo escludere che in futuro possano essere adottati modelli di analisi del ciclo di vita che comprendano, per com- pletezza d’informazione, anche la quantificazione del- la radiazione elettromagnetica emessa dai prodotti.

Gli indicatori di impatto ambientale

Tab. 5: Indicatori di impatto e relative unità di misura elaborati dal software EIME

Indicatore di impatto Unità di misura

RMD Consumo di materie prime Y-1 anni -1

ED Energia consumata MJ mega joule

WD Acqua consumata dm3 decimetri cubi

GW Contributo all'effetto serra * g CO2 grammi equivalenti di anidride carbonica

OD Consumo dell'ozono stratosferico * g CFC-11 grammi equivalenti di clorofluorocarburi-11

AT Tossicità dell'aria m3 metri cubi

POC Produzione di ozono fotochimico (troposferico) g C2H4 grammi equivalenti di etilene

AA Acidificazione dell'aria * g H+ grammi equivalenti di ione idrogeno

WT Tossicità dell'acqua dm3 decimetri cubi

WE Eutrofizzazione dell'acqua * g PO4 grammi equivalenti di fosfati

HWP Produzione di rifiuti pericolosi g grammi

* vedi “tabelle per la caratterizzazione degli effetti ambientali” negli allegati

(29)

Di seguito si riportano delle note che vogliono essere esemplificative del significato degli indicatori di im- patto ambientale:

RDM = Indica l'impatto dovuto al consumo di mate- rie prime nel realizzare il prodotto, tenendo conto delle riserve mondiali e del livello di con- sumo attuale. E' espresso come somma delle frazioni di risorse annualmente sottrat- te all’ambiente per la realizzazione dell'og- getto analizzato rispetto alla disponibilità mondiale annua di tali risorse.

ED = Misura il consumo di energia utilizzata lungo tutto il ciclo di vita del prodotto (energia con- sumata, latente, recuperabile a fine vita).

Unità di misura: Joule (o suoi multipli).

WD = Misura il consumo totale di acqua per l'inte- ro ciclo di vita del prodotto. Unità di misura:

decimetri cubi di acqua (o suoi multipli).

GW = Misura il contributo delle emissioni al riscal- damento globale. Tutti i gas vengono nor- malizzati in termini di anidride carbonica (CO2) equivalente ossia come quantità di CO2 avente gli stessi effetti sull’ambiente.

Unità di misura: grammi equivalenti di CO2. OD = Misura il contributo delle emissioni alla ridu-

zione di ozono stratosferico. Tutti i gas ven- gono normalizzati in termini cloro fluoro car- buri (tipo CFC-11) equivalenti ossia come quantità di CFC-11 avente gli stessi effetti sull’ambiente. Unità di misura: grammi equi-

valenti di CFC-11.

AT = Misura il volume di aria necessario per otte- nere una diluizione a livelli accettabili dal punto di vista tossicologico delle sostanze emesse nell'aria. Unità di misura: metri cubi di aria.

POC = Misura il contributo delle emissioni totali alla creazione di ozono troposferico (ozono a terra). Tutti i gas vengono normalizzati in ter- mini di etilene (C2H4) equivalente ossia come quantità di etilene avente gli stessi effetti.

Unità di misura: grammi equivalenti di C2H4. AA = Misura l'acidità dell'aria normalizzando tutti i gas e considerandoli in termini di ioni H+ equivalenti. Unità di misura: grammi equiva- lenti di ioni H+.

WT = Calcola il volume di acqua necessario per ot- tenere una diluizione accettabile delle so- stanze tossiche disciolte in acqua. Unità di misura: metri cubi di acqua.

WE = Misura la quantità di sostanze immesse in ac- qua che danno luogo al processo di eutro- fizzazione (aumento eccessivo di alghe sul- la superficie dell'acqua in seguito al quale si ha la scomparsa di flora e fauna acquatica).

Unità di misura: grammi equivalenti di fosfa- ti (PO4)

HWP = Calcola i rifiuti pericolosi prodotti durante la vi- ta del prodotto, ad esclusione del prodotto stesso. Unità di misura: grammi di rifiuti.

Si tratta di un’analisi molto semplice che è stata con- dotta per verificare che il passaggio intrapreso da BTicino dalle vernici a solvente verso nuove formula- zioni all’acqua, corrisponda effettivamente ad un’evo- luzione positiva anche dal punto di vista ambientale.

In tab. 6 si riportano i risultati relativi alla verniciatura di un metro quadrato di superficie con l'utilizzo di ver- nici rispettivamente a solvente, in polvere e all’acqua.

In realtà tale confronto ha senso soprattutto tra verni- ciatura a solvente e all’acqua che BTicino utilizza per le placche estetiche in quanto le vernici in polvere so- no utilizzate nel settore industriale allo scopo prevalente di aumentare la resistenza alla corrosione dei manufatti.

In fig. 18 i risultati di tab. 6 sono rappresentati grafi- camente per facilitare la comparazione dei valori ela- borati dal software EIME.

Esempio di LCA applicato alla comparazione tra vernici a solvente, all'acqua e in polvere

(30)

Fig. 18: Tecniche di verniciatura. Grafica di confronto degli indicatori di impatto.

Tab. 6: Valori degli indicatori ambientali ottenuti dall'analisi delle diverse tecniche di verniciatura.

Indicatori di impatto Unità di misura Vernici

POLVERE ACQUA SOLVENTE

RMD (consumo di materie prime) Y-1•1015 0,02 0,08 0,09

ED (energia consumata) MJ 7,64 76,4 81,1

WD (acqua consumata) dm3 8,78 22,2 23,3

GW (contributo all'effetto serra) hg CO2 4,93 46,5 48,68

OD (consumo dell'ozono stratosferico) mg CFC-11 0,01 0,73 0,73

AT (tossicità dell'aria) Mm3 4,31 1,38 3,51

POC (produzione di ozono fotochimico) dg C 2H4 9,69 133,95 136,85

AA (acidificazione dell'aria ) dg H+ 32,41 7,46 23,58

WT (tossicità dell'acqua ) m3 1,25 3,12 3,3

WE (eutrofizzazione dell'acqua) cg PO 4 4,93 70 71,99

HWP (produzione di rifiuti pericolosi) g 2,58 189,2 190,2

RMD ED

WD GW OD AT POC AA WT WE HWP

polvere acqua

solvente 0

20 40 60 80 100 120 140 160 180 200

Legenda: Polvere Acqua Solvente

Il confronto ci consente di osservare come le diffe- renze tra verniciatura ad acqua e a solvente si regi- strino soprattutto nel comparto aria: si vedano al ri- guardo in particolare l'indicatore AT (tossicità dell’aria)

e, soprattutto, l'indicatore AA (acidità dell’aria). La comparazione non può dunque che confermare la bon- tà della migrazione verso le soluzioni all’acqua.

(31)

Tab. 7: Pesi delle sostanze presenti nelle placche per installazione domestica Nell’esempio di LCA qui proposto sono state consi-

derate placche per l'installazione domestica apparte- nenti alla stessa serie (Living International) ma realizzate con differenti materie prime: ABS verniciato; ABS me- tallizzato; lega metallica “zama” verniciata; legno; PVC.

In realtà la placca in PVC non corrisponde ad un pro- dotto effettivamente immesso sul mercato da BTicino, ma è inserita nella comparazione esclusivamente a scopo didattico.

Nella tabella 7 sono riportati i pesi, in grammi, delle di- verse sostanze contenute nelle placche (resine, addi- tivi, ecc.) che servono come dati input al programma EIME. Introducendo questi ed altri dati, sui quali non ci dilunghiamo, il programma restituisce come output gli indicatori di impatto riportati in tabella 8 e rappresen- tati, in forma grafica per facilitarne la comparazione, in figura 19.

Esempio di LCA applicato alle placche per installazione domestica

MATERIA placche Living International

PRIMA LEGNO ZAMA ABS ABS PVC

verniciato metallizzato

Policarbonato 15,50 15,50 15,50 15,50 15,50

Legno 6,30 - - - -

Alluminio - 3,41 - - -

Materie prime - 0,17 0,11 - -

non specifiche

Resine - 0,13 - - -

Silicati - 0,07 - - -

Talco - 0,05 0,02 - -

Biossido di - 0,10 0,09 - -

Titanio

Zinco - 81,80 - - -

Resine acriliche - - 12,90 12,90 -

PVC - - - - 17,20

N.B. = I valori in tabella sono espressiingrammi

Legenda placche:

1 - abs metallizzato

2 - zama (lega di zinco verniciata) 3 - legno (ciliegio americano) 4 - abs verniciato.

1

2

3 4

(32)

Tab. 8: Valori OUTPUT prodotti dal software EIME in relazione alle placche realizzate con diversi materiali.

Indicatore di impatto Unità di placche Living International

misura LEGNO ZAMA ABS ABS PVC

verniciato metallizzato RMD (consumo di materie prime) Y-1•1015 0,00 5,37 0,01 0,01 0,01

ED (energia consumata) MJ 3,0 9,4 4,6 3,8 3,9

WD (acqua consumata) dm3 0,4 10,2 0,9 0,7 0,8

GW (contributo all'effetto serra) cg CO 2 1,8 6,8 2,7 2,2 2,3

OD (consumo dell'ozono stratosferico) mg CFC-11 0,01 0,20 0,02 0,02 0,02

AT (tossicità dell'aria) Mm3 0,05 0,84 0,08 0,07 0,07

POC (produzione di ozono fotochimico) dg C 2H4 1,8 5,4 3,5 1,9 1,8

AA (acidificazione dell'aria ) dg H+ 0,3 1,6 0,4 0,3 0,4

WT (tossicità dell'acqua ) m3 0,06 0,21 0,13 0,09 0,10

WE (eutrofizzazione dell'acqua) cg PO 4 1,3 6,7 3,2 2,4 2,4

HWP (produzione di rifiuti pericolosi) g 1,5 6,7 4,2 2,1 2,2

Fig. 19: Placche per installazione domestica. Grafica di confronto degli indicatori di impatto.

RMD ED WD GW OD AT POC AA WT

WE HWP

legno pvc

abs met.

abs vern.zama 0

2 4 6 8 10 12

Nell’esempio di LCA proposto, gli indicatori rappre- sentano l’impatto ambientale delle diverse placche nelle fasi di produzione e distribuzione. Per una com-

pleta analisi ambientale bisogna però considerare l’impatto che il prodotto ha sull'ambiente anche nella successiva fase di utilizzo.

Legenda: Legno PVC ABS Metallizzato ABS Verniciato Zama

(33)

Per le placche di installazione domestica, così come accade per molti altri prodotti del catalogo BTicino, installati anche per periodi di tempo molto lunghi, è ragionevole pensare che la fase di utilizzo non produca

effetti sensibili sull'ambiente. Effetti che in ogni caso si possono considerare irrilevanti se confrontati all'im- patto imputabile alle fasi di produzione e distribuzione.

Vi sono però prodotti, come ad esempio gli apparec- chi che dissipano energia, per i quali la fase di utilizzo gioca, al contrario, un ruolo importante sull'impatto

ambientale e deve quindi essere considerata insieme alle fasi di produzione e distribuzione del prodotto stesso, come indicato nell'esempio di LCA che segue.

Questo esempio viene proposto allo scopo di sottoli- neare l’importanza degli aspetti energetici (energia assorbita e dissipata rispettivamente nelle fasi di pro- duzione e utilizzo del prodotto) nella determinazione degli indicatori di impatto. L’analisi ha come oggetto un interruttore magnetotermico, scatolato, tetrapolare, con corrente nominale di 125 A, della serie Megatiker.

Le assunzioni necessarie per il calcolo degli indicato- ri di impatto in fase di utilizzo sono:

• potenza dissipata:

9.4 W/polo (alla corrente nominale), per una dissipazione globale di 37.6 W

• valore di vita attesa del prodotto:

10 anni

• percentuale di funzionamento in fase attiva:

12.5 % (3 ore al giorno)

• tipo di elettricità utilizzato:

mix energetico europeo

Interruttore automatico magnetotermico, tetrapolare, con corrente nominale di 125 A, della serie Megatiker

Con questi dati il programma restituisce gli indicatori di impatto ambientale riportati nella pagina a fianco.

Esempio di LCA applicato ad un interruttore magnetotermico scatolato

Esempio di prodotti che non producono effetti sensibili sull’ambiente durante la fase di utilizzo.

(34)

Di seguito rappresentiamo i medesimi indicatori della tab. 9 normalizzati a 100, per evidenziare il contribu-

to percentuale delle tre fasi in esame: produzione, distribuzione e utilizzo.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

RMD ED WD GW OD AT POC AA WT WE HWP

Fig. 20: Influenza sull'impatto ambientale delle fasi di utilizzo, distribuzione, produzione.

Come si può notare dal grafico, escludendo l’indica- tore RMD (consumo di materie prime), la fase più in- fluente risulta essere quella di utilizzo del prodotto, il cui contributo incide, in molti casi, per più del 90 %.

Da ulteriori approfondimenti sull'LCA è possibile rica-

vare anche altre indicazioni. Ad esempio si può nota- re come, in riferimento alla fase di produzione degli interruttori, siano i metalli(in particolare quelli prezio- si come l'argento utilizzato nei contatti elettrici) a dare il maggior contributo all'impatto ambientale, sebbene presenti in quantità molto limitate.

Legenda: Utilizzo Distribuzione Produzione

Tab. 9: Valori di OUTPUT prodotti dal software EIME ottenuti dall’analisi del Megatiker.

Indicatori di impatto Unità di misura produzione distribuzione utilizzo

RMD (consumo di materie prime) Y-1 3,15E-13 6,06E-18 3,30E-15

ED (energia consumata) MJ 1,01E+02 4,87E+00 4,34E+03

WD (acqua consumata) dm3 8,37E+01 3,32E-01 5,65E+02

GW (contributo all'effetto serra) g CO 2 6,75E+03 4,40E+02 2,64E+05 OD (consumo dell'ozono stratosferico) g CFC-11 1,49E-03 2,77E-04 4,83E-02

AT (tossicità dell'aria) m3 3,28E+06 1,46E+05 8,19E+07

POC (produzione di ozono fotochimico) g C 2H4 1,01E+01 8,57E-01 1,89E+02

AA (acidificazione dell'aria ) g H+ 1,89E+00 7,16E-02 4,62E+01

WT (tossicità dell'acqua ) dm3 2,04E+03 3,52E+01 1,60E+04

WE (eutrofizzazione dell'acqua) g PO 4 8,52E-01 8,88E-03 1,05E+00 HWP (produzione di rifiuti pericolosi) Kg 5,04E-02 1,04E-04 3,90E+00

Riferimenti

Documenti correlati

I risultati del loro studio hanno dimostrato una riduzione di spessore dello strato delle fibre nervose (nelle regioni pericentrali e periferiche della macula),

Anche nei Paesi più sviluppati le infesta- zioni da parassiti intestinali sono fre- quenti interessando tutti gli strati della popolazione, in particolare i bambini (

Le esperienze avviate dalle Regioni Toscana e Piemonte sono sembrate indirizzate a valorizzare alcune parti o cri- teri delle diverse scale di valutazione, componendo stru- menti a

Tuttavia, sebbene la corretta impostazione modellistica (risoluzione del dominio di calcolo, tipologia, numerosità e durata degli scenari di modellazione, condizioni iniziali e

Infine va sottolineato che nonostante sia ormai ampiamente riconosciuto che l’alterazione del regime delle portate (che comporta di conseguenza anche le variazioni di trasporto

Si richiamano in primo luogo alcuni riferimenti alla teoria micro-economica dei parcheggi; nel secondo paragrafo si esaminano le esternalità che insorgono in relazione

§ § Trauma Trauma contusivo contusivo spalla sinistra con frattura spalla sinistra con frattura moderatamente scomposta della testa. moderatamente scomposta

Le stime prodotte dall’indagine sono di frequenze assolute e relative, riferite alle famiglie e agli individui o stime di totali di variabili quantitative. Sono ottenute mediante