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1. ANALISI CONOSCITIVA DEL CONTESTO TERRITORIALE

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1. ANALISI CONOSCITIVA DEL CONTESTO TERRITORIALE

 

1.1 INDIVIDUAZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE

L’area di progetto è situata a sud-ovest del centro cittadino di Lucca, nel cuore della Piana di Lucca, si snoda tra Viale Luporini e la ferrovia Lucca-Pisa-Viareggio. L’area ha morfologia pressoché piana ed ha una superficie di circa 10 ha. Dal punto di vista naturalistico nell’area non si trovano elementi significativi ad eccezione delle macchie arboree individuate nell’unico lotto non edificato prossimo all’incrocio tra viale Einaudi e Viale Luporini. Sull’area non si registrano notizie che si riferiscono a esondazioni e ristagno di acque. L’area non è attraversata da corsi d’acqua.

Figura 1: Complesso terziario di Viale Luporini Sant'Anna

L’area dal punto di vista insediativo è quasi completamente occupata da infrastrutture destinate ad attività terziarie e da modesti insediamenti residenziali. L’urbanizzazione nell’intorno è rappresentativa di tutte le epoche di costruzione e di quasi tutte le tipologie. L’area è servita dai mezzi pubblici urbani ed extraurbani che arrivano sia da Viale Luporini sia da Viale Einaudi, inoltre si ha l’accesso anche dalla Via di San Donato.

Tutte le funzioni presenti nell’area hanno sedi allineate lungo il viale, ed hanno in esso l’elemento generatore del tessuto urbano. I lotti residuali del territorio rurale e gli

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insediamenti residenziali rispecchiano l’orientamento tipico della piana, mentre gli edifici specialistici hanno assunto un proprio dimensionamento e orientamento estraneo al tessuto circostante.

Questa via fa parte del nodo di Piazzale Boccherini, sistema particolarmente trafficato. L’area inoltre confina con la ferrovia che costituisce una barriera lungo l’intero lato sud.

Figura 2: Confine sud dell'area (ferrovia)

L’area è inclusa nell’ambito delle aggregazioni di servizi, il piano prevede la riqualificazione del sistema in forma unitaria utilizzando aree intercluse. Tutta l’area è compresa nell’UTOE 3a.

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Figura 3: Sintesi delle nuove previsioni del R.U. 2004 e individuazione delle UTOE

L’UTOE 3a prevede, tra gli altri obiettivi, anche il completamento del sistema dei servizi anche attraverso l’insediamento di nuove strutture e la previsione di una rete di parcheggi pubblici o privati per soddisfare le esigenze esistenti e alla realizzazione del servizio metropolitano di superficie.

Dati urbanistici (UTOE 3a)1

Dimensioni massime ammissibili aggiuntive: Residenza; 12148 mq

Produttivo; 0 mq Commerciale; 3247 mq Ricettivo; 6710 mq

1 Regolamento Urbanistico 2004; relazione sull’impatto ambientale del PN7 in Viale Luporini Sant’Anna

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Servizi urbani; 112266 mq

Servizi sovra urbani; 1019663 mq Standard aggiuntivi

Attrezzature; 40416 mq Verde pubblico; 56133 mq Parcheggi; 15717 mq

Nell’area di complessivi 104075 mq in cui sono già realizzati edifici per una superficie coperta pari a 11045 mq, in primo luogo è prevista la realizzazione della fermata del servizio metropolitano di superficie e delle strutture accessorie.

All’interno dell’area del Progetto Norma (PN7) sono individuate due comparti, il comparto A e B, quest’aspetto sarà definito in modo completo nel paragrafo seguente.

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1.2 REGOLAMENTO URBANISTICO 2004, PROGETTO NORMA (PN7)

Il "Regolamento Urbanistico" si propone di tradurre i criteri fissati nel piano regolatore di Lucca in disegni e norme dettagliate su ogni parte del territorio comunale, col duplice intento di tutelare l’identità urbana cosi definiti, e di immaginare una nuova modernizzazione, non convenzionale, per il prossimo futuro, tale da recuperare il ritardo di progettazione e gestione accumulato negli anni Novanta.

Di questa modernizzazione fa parte anche la normativa ambientale riferita alla fragilità e alla vulnerabilità, che è definita non in astratto, ma in stretto collegamento col sistema delle previsioni insediative.

In coerenza con le indicazioni del Piano Strutturale, senza peraltro dare immediata applicazione a tutte, il Regolamento disegna uno scenario ambientale e insediativo imperniato sulle seguenti scelte funzionali, cui si associano corrispondenti scelte di natura fisica e infrastrutturale.

Il Regolamento Urbanistico individua inoltre condizioni e limitazioni derivanti dalle pericolosità geologiche e idrauliche e dalle caratteristiche idrogeologiche, e formulazione sistematica delle relative norme. Un obiettivo di particolare importanza è la messa in sicurezza idraulica dell’intero territorio mediante la realizzazione di casse di espansione, l’individuazione d’interventi strutturali lungo i corsi d’acqua più a rischio.

Mantenimento e valorizzazione del ruolo complesso del centro storico principale mediante la tutela del patrimonio storico, l’incentivazione delle presenze significative di servizi pubblici e privati, la difesa e incentivazione delle condizioni di permanenza della residenza ordinaria, lo sviluppo dell’offerta turistica sia in termini di attrezzature che di beni artistici e museali, la riqualificazione dello spazio urbano.

Riconoscimento e valorizzazione dei centri minori e dei manufatti isolati nel territorio, fra cui il sistema delle ville lucchesi, avendo come obiettivi la tutela delle specifiche caratteristiche tipologiche e morfologiche, l’integrazione col territorio circostante e l’individuazione di funzioni adeguate ove siano cessati gli usi tradizionali.

Riqualificazione della corona periferica immediata, riconoscendo le sue componenti storiche la fascia dentro la linea delle Tagliate e gli sviluppi ulteriori e migliorandone la qualità.

In questa corona si prevede di riordinare le aree individuate come "aggregazioni di servizi", promuovendo un ridisegno complessivo in forma unitaria e favorendo la realizzazione, anche mediante forme di convenzione con i privati, dei parchi urbani previsti.

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Riconoscimento del carattere urbano della "città diffusa" nella piana circostante, e stabilizzazione dei margini degli insediamenti lineari radiali, migliorando l’equilibrio tra aree urbanizzate e agricole superstiti e adeguando il livello delle dotazioni infrastrutturali. Gli interventi previsti nel R.U. 2004 sono elencati qui in seguito.

Il completamento delle aree industriali di Mugnano e Acquacalda e la possibilità di riconversione delle strutture produttive, attive o dismesse, all’interno della città, favorendone la delocalizzazione mediante la creazione di un nuovo comparto produttivo a Fagnano.

Progettazione e graduale realizzazione del sistema dei parchi marginali come il Parco Fluviale del Serchio, il Parco dell’Ozzeri e il Parco Est, mediante la difesa e valorizzazione delle parti naturalistiche di ciascuno.

Valorizzazione delle aree collinari mediante la tutela del supporto territoriale, dello sviluppo delle coltivazioni, la riorganizzazione del tessuto edilizio consolidato, con l’obiettivo di stabilizzare la presenza insediativa in forma stabile.

Il Regolamento Urbanistico è articolato in due parti: struttura previsionale e normativa.

Una prima parte delle Norme Tecniche di Attuazione è riferita al territorio e il suo impianto ripercorre l'articolazione del P.S. secondo la suddivisione in sistemi territoriali e ambiti. La disciplina degli elementi d’interesse storico, compreso il Centro Storico e i Centri Storici Minori, è invece individuata nella seconda parte delle norme.

La prima parte delle Norme Tecniche di Attuazione riferite al territorio contiene le regole introduttive di ordine generale, non riferite al territorio specifico.

Una seconda parte riunisce le regole riferite alle condizioni di fragilità ambientale, che specificano e integrano quelle contenute nel Piano Strutturale.

Seguono le disposizioni sull’uso del suolo suddivise fra i disegni e le Norme stesse.

I nuovi elaborati grafici per tutto il territorio comunale individuano secondo un’omogeneità cromatica, con diverse simbologie e una sequenza logica di sigle:

• le aree agricole • le aree boschive

• le aree destinate prevalentemente alla residenza; • le aree per attrezzature d’interesse locale e generale: • le aree per attività direzionali, commerciali e ricettive:

• le aree per insediamenti produttivi, isolati, concentrati e riconvertibili.

A noi interessa la parte destinata ai Progetti Norma, infatti, per alcune aree, la disciplina corrente non è sufficiente a stabilire il regime urbanistico e le trasformazioni, per cui è

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necessario il ricorso a un approfondimento progettuale che si rende concreto in una scheda grafica di progetto il Campo di Marte, il centro servizi di San Concordio, il parco di Sant’Anna, l’ex scalo merci ferroviario, l’ex mercato ortofrutticolo, i magazzini della Manifattura Tabacchi, il complesso terziario di viale Luporini, l’ex stabilimento Bertolli, il complesso industriale SALIF a San Marco, le ex officine SAFILL in via Nazario Sauro, le ex officine Lenzi a San Concordio, un immobile a destinazione ricettiva in viale Giusti, le officine Lazzi a Sant’Anna, un edificio a carattere residenziale e terziario in viale Luporini, il complesso industriale Selene a San Concordio, il complesso produttivo Colged in frazione Arancio.

Per quest’ultime aree il ricorso ai progetti norma sono conseguenti alla necessità di prevedere una particolare disciplina, poiché aree già oggetto della variante organica in corso di definitiva approvazione da parte dell’Amministrazione Comunale, in altre parole rappresentano concrete possibilità di riqualificazione del tessuto urbano e ambientale di zone particolarmente strategiche.

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L’area d’intervento fa parte del complesso terziario in Viale Luporini individuato dal PN7 del Regolamento Urbanistico di Lucca.

L’operazione è finalizzata a sistemare convenientemente alcune aree verdi, per servizi e infrastrutture lungo Viale Luporini nel quartiere di Sant’Anna. La scheda grafica individua

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inoltre l’area per la stazione del servizio ferroviario metropolitano di superficie, il cui volume deve essere contenuto alle sole esigenze del servizio. L’edificazione è subordinata alla cessione delle aree indicate a verde e parcheggi nell’ambito delle categorie di utilizzazione2: B1.1, B1.2, B2.1, B2.4, B3, B4.1, B4.2, B4.3.3, B4.3.4, B4.4, B4.5.1, B4.6, B5, B6.1, B6.2, B6.3, C4 e D1.

L’edificazione deve rispettare i seguenti parametri edificatori: • Comparto A H=8m V=10000mc

• Comparto B H=8m V=3500mc

L’area su cui sarà eseguito il nostro studio è il comparto A, dove è prevista la realizzazione di un complesso con spazi commerciali e uffici. L’area si trova in zona omogenea B, cioè parti di territorio parzialmente o totalmente edificate diversa dalla zona A.

Figura 5: Comparto A (area di progetto)

Gli standard in ragione della destinazione d’uso sono esposti all’art. 11 del R.U. che è qui esposto in seguito riferendosi alle categorie considerate nella progettazione cioè spazi commerciali e uffici:

B - FUNZIONI TERZIARIE,

B1 – direzionali,

B1.1 – strutture private, 100% Superficie lorda, di cui almeno metà a parcheggio pubblico o di uso pubblico;

B1.2 strutture a concorso pubblico, 100% Superficie Lorda, di cui almeno 2/3 a parcheggio pubblico o di uso pubblico;

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B2 – commerciali

B2.1 - esercizi di vicinato, medie e grandi strutture di vendita, con l’eccezione delle strutture commerciali all’ingrosso per le quali si applicano i parametri di cui alla successiva sigla C1.2, 100% Superficie lorda, di cui almeno metà a parcheggio pubblico o di uso pubblico; tale dotazione va incrementata della quota per parcheggi di relazione secondo le procedure e le modalità fissate dalla Direttiva Regionale n. 233/1999. Gli spazi per la sosta di relazione non sono dovuti nelle zone e negli edifici storici e/o per gli esercizi commerciali di vicinato di tipo alimentare e per le unità immobiliari in cui sono insediati esercizi commerciali alla data dell’8/4/2002.

B2.4 - commercio di carburanti per veicoli: 100% Superficie lorda, di cui almeno metà a parcheggio pubblico o di uso pubblico;

B2.5 - esposizioni merceologiche: 100% Superficie lorda, interamente destinato a parcheggio pubblico o di uso pubblico.

In base alle carte delle destinazioni urbanistiche l’area di intervento è un’area di disciplina speciale;

Figura 6: Carta delle destinazioni urbanistiche

L’area argomento della tesi è il comparto A, ha una superficie di 13380 mq, con un’area destinata a parcheggio di 6445 mq.

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1.3 CARATTERI ANTROPICI

Viabilità e mobilità

La viabilità nella zona di progetto è caratterizzata dalla presenza di Viale Luporini che rappresenta la viabilità principale in quanto, gli accessi sono tutti su questa via, mentre sull’altro lato c’è una via secondaria molto stretta che è utilizzata solo dai residenti, su questa non sono previsti accessi. L’area come già detto è situata tra la ferrovia Lucca-Pisa-Viareggio, viale Luporini, l’edificio della Motorizzazione Civile di Lucca e il Concessionario della FIAT.

Figura 7: Foto Google Earth dell'area di progetto

L’area è servita dai mezzi pubblici urbani ed extraurbani. Viale Luporini è strada di traffici locali ed extralocali, inoltre connette viale Einaudi con i viali di circonvallazione e con il viale Europa attraverso Piazzale Italia e via Neri. Il viale in oggetto fa parte del nodo di Piazzale

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Boccherini, sistema particolarmente complesso e trafficato. L’area è inoltre collegata quasi direttamente all’autostrada attraverso viale Einaudi.

Accessibilità all’area

L’area è collegata al centro con i mezzi pubblici urbani ed extraurbani. Il Regolamento Urbanistico prevede la realizzazione della nuova fermata del servizio metropolitano di superficie che rappresenta la modifica più importante. L’area è in parte accessibile dalla rete stradale esistente, che non subirà modifiche rispetto allo stato di fatto. Gli accessi sono tutti lungo Viale Luporini sia quelli per le auto, sia quelli per i mezzi di servizio, sia per gli accessi pedonali. Solamente un accesso pedonale è previsto sull’altro lato in previsione della stazione della metropolitana di superficie.

Attività insediate

L’area dal punto di vista insediativo è quasi completamente occupata da infrastrutture d’interesse collettivo come ad esempio la Motorizzazione Civile, uffici, spazi commerciali e da modesti insediamenti residenziali.

L’urbanizzazione nell’intorno è rappresentativa di tutte le epoche di costruzione e di quasi tutte le tipologie. Nella zona vi sono alcune corti edificate prima del 1863, alcuni villini costruiti prima del 1863, diversi edifici costruiti edificati prima della seconda guerra mondiale, numerosi edifici residenziali con tipologia mista e una scuola. Tutte le funzioni presenti nell’area hanno sedi allineate lungo il viale, hanno in esso l’elemento generatore del tessuto urbano. I lotti residuali del territorio rurale e gli insediamenti residenziali rispecchiano l’orientamento tipico della piana, mentre gli edifici specialistici hanno assunto un proprio dimensionamento e orientamento estraneo al tessuto circostante.

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Figura 8: Motorizzazione Civile

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Figura 10: Centro commerciale

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1.4 DATI CLIMATICI

La città di Lucca si trova alle coordinate geografiche 43°51′N e 10°29′E, l’altezza sul livello del mare è 19 m. Questo influenza la posizione del Sole e quindi il suo contributo nell’ipotesi di sfruttare la sua energia, per vedere questo si usano le carte solari.

Solstizio estivo (21 Giugno), tra 43° 00’ e 44° 59’;

Figura 13: Carta solare solstizio estivo

Solstizio invernale (22 Dicembre), tra 43° 00’ e 44° 59’;

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In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990), la temperatura media del mese più freddo, gennaio, è di +6,5°C; quella del mese più caldo, luglio, si attesta +23,8°C.

Le precipitazioni medie annue, prossime ai 1200 mm e distribuite mediamente in 100 giorni di pioggia, presentano un minimo relativo in estate, un picco in autunno e massimi secondari in inverno e primavera.

I dati climatici sono;

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Importante è definire il diagramma termo- pluviometrico;

Figura 16:Diagramma termo- pluviometrico

La dorsale appenninica protegge quasi interamente la regione nella stagione invernale dai gelidi venti del primo quadrante (tramontana, grecale, levante) rendendo il clima meno rigido, a parità di latitudine, rispetto al versante orientale della penisola italiana; per lo stesso motivo, sono piuttosto modesti i fenomeni nevosi al di sotto dei 400 m di quota, per questo la neve è molto rara nelle aree pianeggianti della provincia di Lucca. In base alle mappe sulla nevosità in Italia l'intero litorale della Toscana è interessato da una durata media del manto nevoso compresa tra 0 e 1 giorno, valore che tende ad interessare anche le aree pianeggianti e le prime propaggini collinari della Toscana meridionale.

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In base alla classificazione climatica dei comuni italiani introdotta dal D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993, la provincia di Lucca rientra nella zona climatica D quindi si considerano i dati qui sotto;

Figura 13: Tabella delle zone climatiche

I gradi giorno sono 1715.

Nella nostra area considerando che non c’è l’influenza delle montagne o di altri aspetti che alterano il clima quindi le condizioni dell’area di progetto coincidono con il clima dell’intera area di Lucca, quindi valgono le condizioni definite sopra.

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1.5 CARATTERI AMBIENTALI

Vegetazione

Dal punto di vista naturalistico nell’area non si trovano elementi significativi, ad eccezione della macchia arborea individuate nell’unico lotto non edificato prossimo all’insediamento commerciale situato all’incrocio tra viale Einaudi e Viale Luporini (sono stati contati 91 alberi). Tra questi alberi ce ne sono alcuni in buona condizione, mentre altri presentano visibili stati di sofferenza, alcuni di questi alberi sono mantenuti per garantire soprattutto l’ombreggiamento durante il periodo estivo. Questo perché sono ontani quindi alberi a foglia caduca che permette di creare ombreggiamento in estate e inoltre permette di far passare i raggi del Sole durante il periodo invernale e quindi maggiori benefici energetici.

Figura 14:Foto Google Earth con indicazione della macchia arborea

L'ontano è un albero alto intorno ai 10 metri, eccezionalmente fino a 20-25 metri, talvolta con portamento arbustivo, con corteccia fessurata longitudinalmente, di colore nero. Il legno e le radici hanno una caratteristica colorazione variabile dal giallo-aranciato al rosso-aranciato. Le foglie sono caduche, sparse e picciolate. Hanno lamina coriacea, glabra, sub-rotonda, incuneata alla base e tronca o leggermente insinuata all'apice. Il margine è dentellato.

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La pagina inferiore è appiccicosa, specie nelle foglie giovani (da cui l'epiteto specifico "glutinosa"), e mostra ciuffi sparsi di peli all'ascella delle nervature.

Figura 15:Tavola botanica ontano

Figura 20: Vista della macchia arborea

Qualità dell’aria

Per quanto riguarda la qualità dell’aria la città di Lucca non presenta particolari problematiche e come in altre aree urbane medio- piccole, il maggior problema è attribuibile al traffico in zona urbana, anche se non sono presenti valori allarmanti.

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Per quanto riguarda il rumore presente nell’area in esame in base ad un rilievo dell’ARPAT i valori sono;

Leq (diurno) = 64,5 dB (A) Leq (notturno) = 59,0 dB (A)3

Questo può comportare problemi per usi che richiedono un clima acustico di qualità superiore.

Nell’area in esame a causa dell’incremento di carico urbanistico, potrebbe aumentare l’inquinamento acustico ed atmosferico.

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1.6 CARATTERI GEOLOGICI, IDROGEOLOGICI E GEOTECNICI DELL’AREA DÌ INTERVENTO

Le norme geologiche sono inserite nel Regolamento Urbanistico4 disciplinano, per gli aspetti pertinenti, gli interventi previsti per gli insediamenti esistenti e le previsioni di nuove trasformazioni si trovano negli atti del Regolamento Urbanistico, nel rispetto delle indicazioni generali contenute nel Piano Strutturale del Comune di Lucca.

La presente relazione, redatta ai sensi della normativa regionale vigente e del P.T.C. provinciale, illustra i criteri generali adottati per la redazione della Carta della fattibilità geologica e relativa legenda.

La Carta della fattibilità rappresenta la carta di sintesi finale nella quale è espresso il grado di fattibilità geologica, geomorfologica, idrogeologica e idraulica delle trasformazioni previste dal Regolamento Urbanistico. Essa nasce dalla sovrapposizione delle Carte della Pericolosità (geomorfologica e idraulica) su quella delle destinazioni d'uso del territorio discriminate nei seguenti tre gradi di esposizione:

GRADO DÌ ESPOSIZIONE BENI E/O SOGGETTI ESPOSTI

BASSO Componenti territoriali non adibibili ad utilizzazioni comportanti presenza continuativa ovvero temporanea ma frequente di persone: caccia; pesca; attività escursionistiche, ricreative, d’osservazione e di studio; ricoveri connessi alle attività escursionistiche; strutture connesse alla ordinaria coltivazione del suolo, alle attività selvicolturali, alle attività di pascolo, alla zootecnia, alla ittiocoltura; magazzini; depositi a cielo aperto; impianti scoperti per la pratica sportiva; piscine scoperte ad uso privato; pertinenze varie quali garage, tettoie, ripostigli e simili; mobilità pedonale; mobilità meccanizzata in

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elementi di viabilità minore (strade vicinali, poderali, interpoderali), e simili.

MEDIO Componenti territoriali adibibili ad

utilizzazioni comportanti bassa densità di presenza continuativa ovvero temporanea ma frequente di persone: attività estrattive; lavorazione degli inerti; parchi urbani e territoriali; abitazioni rurali; abitazioni ordinarie o artigianato o esercizi commerciali di vicinato o pubblici esercizi in edifici isolati in territorio non urbano; impianti coperti per la pratica sportiva in edifici isolati in territorio non urbano; mobilità meccanizzata in elementi di viabilità locale; attrezzature tecnologiche a rete e puntuali di rilevanza locale, e simili.

ALTO Componenti territoriali adibibili ad

utilizzazioni comportanti elevata densità di presenza continuativa o temporanea di persone: territorio urbano nel suo complesso (comprese le aree ad organizzazione morfologica specialistica per la produzione e/o l’erogazione di beni o servizi); consistenti strutture insediative extraurbane abitative, per la produzione e/o l’erogazione di beni o servizi (attività produttive agro-industriali, manifatture, medie e grandi strutture di vendita, centri commerciali, attività ricettive, strutture per l’istruzione, culturali, ricreative, religiose,

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sanitarie ed assistenziali, cimiteriali); mobilità ferroviaria e meccanizzata in elementi di viabilità sovralocale oppure locale ma di interesse strategico; attrezzature tecnologiche a rete e puntuali di rilevanza sovralocale, e simili.

In ottemperanza alle disposizioni contenute nel P.T.C. della Provincia di Lucca, le quali dettagliano quelle regionali vigenti, la fattibilità è espressa attraverso codifica alfanumerica, in cui il numero rappresenta la classe (da 1 a 4) e la lettera, la problematica relativa, il cui significato generale, se non diversamente dettagliato, è sintetizzato nelle tabelle di seguito riportate:

Numero Classe

1 Fattibilità senza particolari

limitazioni

2 Fattibilità con normali vincoli da

precisare a livello di progetto.

3 Fattibilità condizionata

4 Fattibilità limitata

Lettera Problematica

g Frane, processi geomorfologici in

genere

i Alluvioni, ristagni

d Dinamica parossistica torrentizia

s Subsidenza

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portante, cedimenti)

La metodologia impiegata, oltre a consentire di riconoscere, per una stessa area e per una medesima trasformazione, più gradi di fattibilità in ragione dell’interazione della trasformazione con le varie condizioni di pericolosità presenti, agevola anche l’utilizzo di matrici di correlazione (pericolosità –trasformazione -fattibilità) finalizzate alla definizione della fattibilità di tutte quelle trasformazioni non puntualmente identificabili sul territorio a livello di R.U.

La fattibilità geologica delle previsioni contenute nel R.U. viene infatti espressa attraverso due diverse modalità:

• in forma diretta, attraverso la carta della fattibilità, per tutte le trasformazioni tipo logicamente definite sul territorio nella carta di piano del R.U;

• in forma indiretta, tramite una matrice di correlazione pericolosità geologica/trasformazioni

La carta della fattibilità individua, per ogni destinazione urbanistica la fattibilità geologica attribuita all’intervento di maggior esposizione. L’individuazione della classe di fattibilità relativa ad eventuali interventi di minore esposizione può essere effettuata con la matrice di correlazione5.

Per ogni intervento previsto la fattibilità è riconosciuta correlando l’intervento medesimo, distinto secondo l’uso e l’assetto del territorio in tre gradi di esposizione e posto in ordinata, con le varie classi e tipologie di pericolosità poste in ascissa.

Quando non diversamente specificato le limitazioni e prescrizioni associate alle varie classi di fattibilità riconosciute sono riportate nelle tabelle che seguono.

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Dal R.U. 2004 si ricava la carta di pericolosità geomorfologica e geotecnica;

Figura 21: Carta di pericolosità geomorfologica e geotecnica

Il terreno del sito è di tipo alluvionale si è formato grazie alla deposizione, durante gli episodi di alluvioni, dei sedimenti trasportati dai corsi d'acqua usciti al di fuori del loro alveo, ed è caratterizzato dalla presenza di una copertura di materiali limoso- sabbioso-argillosi di normali caratteristiche meccaniche che permette di inserire il territorio medesimo nella classe di pericolosità bassa. Quando predomina la sabbia, caratterizzata da particelle di elevato diametro, i suoli presentano pori di grandi dimensioni. Pertanto i terreni sabbiosi sono ben areati e dotati di buon drenaggio; molto scarsa invece la loro capacità di trattenere l’acqua. I suoli dove predomina l’argilla, al contrario, con pori di piccole dimensioni, sono invece caratterizzati da scarsa areazione e difficile drenaggio, diventano plastici alla presenza di acqua e tendono a essere duri e compatti allo stato secco.

I terreni limosi presentano caratteristiche abbastanza simili ai terreni argillosi, ma non riescono a formare complessi con la sostanza organica.

Le indagini di supporto alla progettazione edilizia dovranno pertanto essere finalizzate alle consuete valutazioni delle tensioni ammissibili, dei cedimenti, dei possibili fenomeni di ritiro e rigonfiamento dei terreni per variazione delle condizioni di umidità del suolo. Il problema della franosità è irrilevante.

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Nel R.U. 2004 si trova anche le carte di pericolosità idraulica;

Figura 22:Carta di pericolosità idraulica

La zona è la 2i ed la pericolosità nella nostra zona è bassa. Questo è confermato anche dalle carte dell’Autorità di Bacino6 che definisce che questo sito è caratterizzato da bassa probabilità di inondazione infatti il tempo di ritorno è 500 anni, la pianificazione urbanistica, le opere infrastrutturali e la realizzazione di nuove costruzioni o interventi su edifici esistenti dovranno tenere in considerazione che pur con tempi di ritorno elevati ci può essere il problema di inondazioni. La zona tuttavia non fa parte di nessun ambito fluviale.

6 Art.25 del Bollettino Ufficiale della Regione Toscana N. 25 Autorità di Bacino (Bacino pilota del fiume

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Abbiamo poi la carta di vulnerabilità degli acquiferi;

Figura 23: Carta di vulnerabilità degli acquiferi

Nel nostro caso il grado di vulnerabilità è E (elevato), cioè rete acquifera in complessi carbonatici stratificati, interessati da carsismo7 e da limitati interstrati argillitici e marnosi.

7

Con carsismo si indica l'attività chimica esercitata dall'acqua, soprattutto su rocce calcaree, sia di dissoluzione che di precipitazione.

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1.7 CARATTERI STORICI DELL’ARCHITETTURA DELL’AREA DÌ PROGETTO

Come ho già definito in precedenza nell’area sono presenti una serie di corti realizzate prima del 1863, la corte era la tipica forma di insediamento della campagna lucchese.

Sono state ricercate le informazioni storiche, sull’area, all’Archivio di stato carte storiche e vecchi catasti, secondo questa ricerca è stato individuato un foglio catastale che risale al 1832, grazie al lavoro del Geometra Giacondiano Gininelli, poi corretto dal Geometra Paolo Bottari nel 1846, verificata sul suolo dal Geometra Daniele Santini nel 1860.

Figura 24: Catasto 1832 foglio 4 sezione D3

Come si vede dalla carta la zona era molto diversa dallo stato attuale era caratterizzata dalla presenza di zone agricole che erano organizzate secondo la tipica struttura lucchese a corte. Le "corti" sono agglomerati di case rurali disposte secondo uno schema tipico. Sono abitazioni agricole, case semplici, caratterizzate in passato da alcuni servizi in comune, usati da tutte le famiglie che abitano la corte. Sono considerati servizi: il pozzo, il forno, il luogo "comodo" (il gabinetto), l'aia, la stalla, il pollaio, lo "stallino", le capanne ed i fienili. Le capanne presentano le mandolate che sono piccole aperture nella parte superiore, ottenute dalla disposizione del mattoni "a orecchio" o "a triangolo" per dare aria e luce all'edificio.

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La corte lucchese è di tipo "aggruppamento longilineo a schiera". Esistono vari tipi di corte seconda la disposizione degli abitati, il tipo più comune è quello, dove le abitazioni occupano la parte centrale e si sviluppano ai lati.

Figura 25:Esempio di corte lucchese

La corte rispecchia la struttura patriarcale della famiglia contadina: il capo famiglia consente al figlio e alla nuora di costruire la loro casa appoggiandosi alla propria, e si continua cosi per le successive famiglie.

La disposizione interna delle case è così distribuita: a piano terra la cucina, il salotto e alcuni locali adibiti a cantina; al piano superiore le stanze da letto. Le scale di accesso ai piani superiori possono essere interne o esterne alla casa.

Lo spazio esterno della corte, davanti alla cucina comprende l'aia, spesso in terra battuta, tranne quei pochi metri davanti alla casa, dove esiste un breve lastricato di mattoni, simile al pavimento della cucina. L'aia non è molto grande, al contrario di una volta, ora è divisa da piccoli muretti che separano gli spazi destinati alle varie famiglie.

Il centro della vita della corte è l'aia, il luogo dove ci si riunisce, si aggiustano gli arnesi, si sfoglia il granturco, si mettono a seccare i frutti, si fanno le conserve e dove ci si mette a cucire. I figli giocano sull'aia e la sera è lì che si sta "a veglia". Sull'aia si trovano il pozzo e la fontana, perché nel passato l'acqua non arrivava direttamente nelle case.

La vita nella corte si svolge in comune con le altre famiglie e tutti partecipano alle vicende gli uni degli altri, sia agli eventi belli e gioiosi che tragici e dolorosi. Infatti, quando gli anziani

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ricordano la loro infanzia e la loro giovinezza, parlano della grande solidarietà che esisteva tra le famiglie della corte.

Le corti rurali lucchesi, inserite in quella trama geometrica che ha disegnato la piana di Lucca fin dalle prime colonizzazioni, si rivelano come testimonianza della storicità del territorio, sia come elemento che ne ha caratterizzato l’assetto formale, sia come particella elementare di una struttura socio-economica intimamente legata all’attività agricola.

Le corti rurali costituiscono quindi entità tipiche dell’insediamento lucchese e si possono definire come gli edifici rurali collocati originariamente in campagna sorti in funzione della pratica agricola e realizzate approssimativamente fino all’Unità d’Italia.

Sono complessi edilizi caratterizzati da una pluralità di corpi, principali e accessori, strettamente connessi con una o più pertinenze individuali rurali originariamente anche di grandi dimensioni.

Da un’attenta analisi morfologica del territorio si possono riconoscere, ancora oggi, i segni dell’antico sistema insediativo romano che ha condizionato la forma del paesaggio e la successiva crescita degli insediamenti secondo i tracciati della centuriazione.

Al periodo romano risalgono anche i primi lavori per la regolarizzazione dell’assetto idrografico della Piana che certamente hanno determinato la diffusione delle corti nelle zone più favorevoli.

La corte rappresenta il consolidamento sul territorio della struttura sociale della famiglia contadina allargata. La riunione delle abitazioni e dei locali di servizio (fienili, stalle, forni, cellieri) intorno ad un unico spazio centrale (aia) permette l’indipendenza delle famiglie singole e contemporaneamente l’instaurazione di rapporti di solidarietà, di collaborazione, di protezione reciproca in un mondo diverso dall’attuale.

La corte, nella sua spontanea aggregazione di spazi, infatti la risposta alle necessità reali della comunità e, nella sua funzione abitativa e di servizio, costituisce essa stessa un organismo urbanistico elementare che, seguendo lo schema della lottizzazione aperta, mantiene la possibilità di accrescersi nel tempo assumendo forme sempre più articolate fino, in alcuni casi, a divenire un vero e proprio centro rurale.

L’edificio principale di una corte è disposto generalmente secondo l’asse est-ovest e, sviluppandosi in verticale su due o tre piani, è caratterizzato da una varietà di altezze in gronda, anche con franco di pochi decimetri, a causa della realizzazione in aderenza e in tempi diversi delle singole unità abitative.

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Il valore della corte si esprime anche attraverso elementi architettonici, di massima semplicità, che rimangono come espressione del diretto rapporto dell’uomo con l’essenzialità della vita contadina e che, se pure in misura minore, caratterizzano ancora oggi il paesaggio della Piana. Sul problema dell’origine della denominazione di corte non si hanno notizie storiche certe. Il documento più antico in cui si parla di ‘domus con curte’ risale al XIV secolo ma il termine

curte è qui usato ancora come sinonimo di aia. Molto probabilmente il principale elemento

caratteristico, appunto l’aia a comune, ha determinato la terminologia che oggi correntemente usiamo e il significato che diamo oggi al termine corte rurale.

La tipologia di corte comincia a essere frequente dalla metà del ‘500 e il termine corte nel suo significato attuale di toponimo vero e proprio compare, per la prima volta, in una carta topografica del 1659.

Come si deduce dal confronto fra il catasto ottocentesco, i cui rilevamenti vanno dal 1803 al 1862, e la cartografia IGM del 1879, è nella seconda metà del XIX secolo che si può assistere a un indicativo e progressivo aumento del numero delle corti, al loro consolidamento con opere di miglioria ed ampliamento e all’acquisizione definitiva del toponimo che alla parola corte fa seguire generalmente il nome della famiglia che vi abita.

Una parte del R.U. 2004 è destinata alla nuova disciplina urbanistica sulle corti rurali8 questa parte permette di avere una visione più dettagliata della situazione attuale delle corti rurali localizzate sul territorio comunale e promuovere un’urbanistica finalizzata alla tutela e al recupero delle corti maggiormente conservate e alla reintegrazione nell’attuale tessuto urbano delle corti significativamente alterate da interventi edilizi eseguiti in epoca moderna.

Figura 26: Esempio corte lucchese

8 Art.46 del Regolamento Urbanistico 2004

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1.8 CARATTERI TIPOLOGICI

Spazi commerciali

Le strutture commerciali-distributive possono essere classificate in funzione delle modalità di vendita (diretta e assistita o self-service), del tipo di acquirente (consumatore diretto, comunità, dettagliante), della gamma di categorie merceologiche (dai negozi che trattano un solo settore merceologico, al supermercato alimentare, e al grande magazzino a vasto spettro merceologico) e alla dimensione della struttura (supermercato, ipermercato, centro commerciale). Nella zona vicina all’area di progetto sono presenti negozi, supermercati e grandi magazzini.

Si va a definire le caratteristiche dei vari tipi di struttura9:

Negozio

• unità di vendita al dettaglio, rivolta ad acquirenti consumatori;

• specializzato in categorie merceologiche settoriali o di settori affini e/o complementari;

• modalità di vendita del tipo diretto e assistito;

• la struttura negozio utilizza quasi esclusivamente ambienti di dimensioni contenute.

Supermercato

• unità di vendita al dettaglio, rivolta ad acquirenti consumatori;

• specializzato nella vendita di tutta la gamma merceologica del settore alimentare, integrata dai settori merceologici complementari rivolti alla gestione della vita domestica;

• svolge anche attività di trattamento, preparazione e confezione delle merci;

• modalità di vendita del tipo self-service comunque con pagamento mediante attraversamento di un “filtro” di cassa;

• la struttura del supermercato si svolge generalmente su un piano.

Grandi magazzini

• complesso di vendita al dettaglio, rivolta ad acquirenti consumatori; • offre una vasta gamma merceologica;

• modalità di vendita del tipo self-service, integrato

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• da forme di vendita assistita (profumeria, calzature, orologeria ecc.), con pagamento a volte mediante attraversamento di un “filtro” di cassa, più spesso presso casse di reparto;

• la struttura del supermercato si può svolgere su uno o più piani, e utilizza sia parti di edifici e complessi sia edifici specificamente destinati.

I requisiti degli ambienti di vendita sono, per il dimensionamento degli ambienti di vendita si applicano le norme eventualmente vigenti per la specifica attività o categoria merceologica e quelle espressamente emanate dai Piani del Commercio comunali.

In assenza di specifiche normative di settore, l’altezza degli ambienti di vendita deve essere non inferiore a 3 metri per i locali di nuova costruzione adibiti a attività commerciali di grande distribuzione e 2,7 metri per le altre attività commerciali e in genere per i locali adibiti alla commercializzazione di prodotti o servizi, anche quando facente parte di edifici destinati a diversa prevalente attività.

Gli ambienti di vendita possono essere illuminati con luce naturale o artificiale, anche quando usufruiscano di illuminazione naturale, gli ambienti di vendita devono comunque essere dotati di adeguati impianti di illuminazione artificiale, idonei per intensità e qualità e che non diano luogo a fenomeni di abbagliamento (norma UNI 10380).

Nella nostra area è prevista la realizzazione di quattro negozi, gli ambienti che devono essere presenti sono un atrio comune a più negozi, l’ingresso e la sala espositiva, poi abbiamo la zona di servizio da adibire a magazzino e dove si ricavano i servizi igienici dimensionati e progettati per essere utilizzati anche dai diversamente abili.

Uffici

I requisiti per gli uffici sono in base al manuale dell’architetto di B. Zevi sono, per l’altezza in assenza di specifiche normative di settore, l’altezza degli ambienti di ufficio non deve essere inferiore a 2,7 m e la loro superficie non deve essere inferiore a 9 mq, e comunque dimensionata in ragione di circa 5 mq per addetto. Per la posizione degli ambienti di ufficio rispetto al terreno circostante valgono le stesse prescrizioni impartite per gli ambienti di lavoro.

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a) l’aereazione forzata mediante un impianto di ventilazione forzata o di condizionamento che garantisca il ricambio d’aria in conformità alla norma UNI 10339;

b) l’illuminazione artificiale mediante un impianto che assicuri livelli luminosi idonei per intensità e qualità e che non diano luogo a fenomeni di abbagliamento in conformità alla norma UNI 10380.

Anche quando integrate dagli impianti, l’areazione e illuminazione naturali devono in ogni caso, essere assicurate.L’altezza minima consentita per gli ambienti di servizio è pari a 2,4 metri.

Figura 27: Edificio per uffici lungo viale Luporini

Lungo viale Luporini ci sono vari edifici con uffici che hanno varie destinazioni, infatti abbiamo una filiale del Monte dei Paschi di Siena, il comando della Guardia di Finanza, gli uffici della G.E.A.L. e la Motorizzazione Civile. Nel nostro edificio si dovrà prevedere la realizzazione di otto locali per uffici.

Figura

Figura 1: Complesso terziario di Viale Luporini Sant'Anna
Figura 2: Confine sud dell'area (ferrovia)
Figura 3: Sintesi delle nuove previsioni del R.U. 2004 e individuazione delle UTOE
Figura 7: Foto Google Earth dell'area di progetto
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