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Capitolo 4

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Academic year: 2021

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Capitolo 4

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4.1 IL SISTEMA GLOBALE DEI TRAFFICI

L’economia mondiale, trainata dalla forte crescita di alcuni Paesi emergenti quali la Cina, l’India, il Brasile e la Russia, ha continuato la sua fase espansiva nel 2006.

L’industria dell’armamento e del settore marittimo/portuale sono tra i principali beneficiari e motori fondamentali dei profondi cambiamenti dell’economia mondiale.

Infatti, secondo i dati dell’ISL (Istituto di Navigazione, di Economia e di Logistica) di Brema, al 1 luglio 2006, il portafoglio di ordini registrava 5.305 unità di cui circa il 70% costruite nei cantieri coreani, giapponesi e cinesi.

Nave container in partenza dal Porto di Taranto

Per quanto concerne gli ordini delle portacontainer come risulta da un recente rapporto della Drewry Shipping Consultans Ltd di Londra il portafoglio di ordini, al 1 luglio 2006, era di 1.224 unità (4,3 milioni di TEU) pari al 50% dell’attuale flotta 3.784 navi.

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Dunque, i traffici marittimi hanno avuto e continuano ad avere un notevole sviluppo, frutto: del vertiginoso e sempre più accentuato interscambio di merci tra i continenti; della grande differenza di sviluppo del settore tecnologico e della creazione e distribuzione della ricchezza nel contesto dell’economia mondiale; della differenza dei costi dei prodotti per il differente costo del lavoro; dell’apertura di mercati di dimensioni immense e della forte crescita dei Paesi emergenti tra i quali quelli già citati.

Posizione strategica del Porto di Taranto

In tale contesto internazionale dei traffici marittimi e, in particolare quelli che percorrono la costa atlantica, il porto di Taranto ha già un ruolo significativo sia per quanto concerne la movimentazione delle merci connesse alla produzione dello stabilimento siderurgico dell’ILVA s.p.a., delle rinfuse liquide dell’E.N.I. ma, soprattutto, per quanto concerne la movimentazione di merce varia in contenitori che con le 4 linee di navigazione oceanica (linea CEM - China-Europe-Mediterranean Service; linea FEM - Far East - Mediterranean Service;

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linea ADR - China Adriatic Express Service; linea MUS – Mediterranean Usa -East Coast), oltre le 6 linee feeder, si collega con l’estremo Medio Oriente, il Nord Europa, gli Stati Uniti e tutto il Mediterraneo.

Ruolo destinato a rafforzarsi con la realizzazione dei progetti di sviluppo dello scalo, con l’allargamento ed approfondimento del Canale di Suez e con il previsto aumento del traffico containeirizzato sulla “rotta atlantica”

anche in parziale alternativa a quello della “rotta pacifica” (Asia – Nord America).

Traffico quest’ultimo che, come noto, è preponderante in detta tipologia di traffico.

In questo quadro il Mediterraneo e, in particolare, i porti del sud Italia costituiscono una piattaforma logistica distributiva intermodale a metà del percorso tra l’Estremo Oriente e gli Stati Uniti.

Con il potenziamento dei collegamenti ferroviari, con l’approfondimento dei fondali e con le ulteriori infrastrutture che verranno realizzate, il porto di Taranto potrà diventare un attore privilegiato nell’intercettazione di detto traffico con riferimento, in particolare, alla merce diretta nel nord e nel centro Europa.

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4.2 LE ROTTE A “FIOR DI GIGLIO”

Il tradizionale collegamento tra l’Asia e gli Stati Uniti attraverso il Pacifico, con l’arrivo sulla costa ovest e il trasferimento terrestre verso le aree centrali e orientali, può essere sostituito – come già avviene in forma ridotta – dalla rotta che dall’Asia, attraverso Suez, il Mediterraneo e Gibilterra, si apre sull’Atlantico in quattro direzioni: Nord Europa, Stati Uniti, America del Sud, Africa.

Queste quattro rotte rappresentano i “petali del giglio”, mentre lo “stelo” è costituito dalla direttrice Asia – Mediterraneo: i vantaggi di un tale sistema sono significativi in termini di razionalizzazione dei percorsi, ottimizzazione dei carichi e diminuzione del transit time.

In questo quadro i porti del Mediterraneo e soprattutto Taranto costituiscono una piattaforma logistica distributiva intermodale a metà del tragitto tra l’Estremo Oriente e l’America del Nord.

Con i previsti potenziamenti infrastrutturali il Porto di Taranto potrà diventare un attore privilegiato nell’intercettazione di questi traffici con particolare riferimento alle merci dirette nel Nord e nel Centro Europa.

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4.3

POTENZIALITA’

DI

TRAFFICI

RO-RO

CON

IL

MEDITERRANEO ORIENTALE

I collegamenti con la Grecia e la Turchia, oggi coperti dai porti adriatici di Bari e Brindisi, potrebbero ragionevolmente avvalersi, in forma complementare, anche del porto di Taranto, la cui posizione geografica comporta tragitti marittimi sostanzialmente di uguale lunghezza rispetto agli altri scali pugliesi, con percorsi stradali verso il nord più lunghi di poche decine di chilometri, ma esenti da colli di bottiglia.

Taranto, anche in considerazione del fatto che il porto è al di fuori della cinta cittadina, può porsi quindi l’obiettivo di acquisire flussi di traffico ro-ro, anche impiegando traghetti misti, che permettono di attivare pure dei flussi turistici, che integrano i carichi di veicoli commerciali, in modo da mantenere la redditività del servizio per tutto l’arco dell’anno.

I piani di sviluppo stradale nei Balcani, come la Via Egnatia in Grecia, con capolinea Igoumenitsa, costituiscono in questo senso una notevole opportunità per Taranto.

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Infatti, dal porto di Igoumenitsa, sullo Jonio, la via Egnatia giungerà fino alle porte di Istanbul e, attraverso i suoi nove assi verticali, si collegherà ai territori confinanti dell’Albania, della Macedonia e della Bulgaria e oltre, verso la Romania.

Infine, il Porto di Taranto è molto ben posizionato nei riguardi di alcuni Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo – in particolare l’Egitto – i cui livelli di sviluppo economico e commerciale sono inevitabilmente destinati a crescere.

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4.4 IL PORTO DI TARANTO E L’ECONOMIA REGIONALE

L’attività del Porto, e in particolare del Terminal contenitori di Taranto, contribuisce in modo significativo allo sviluppo del sistema produttivo della Puglia e delle regioni limitrofe.

Per le aziende pugliesi e lucane c’è il vantaggio di trovarsi nelle immediate vicinanze di uno scalo attrezzato, da cui poter ricevere le materie prime e le merci necessarie per la propria attività e poter spedire i prodotti finiti (mobili, pasta, scarpe, tessuti, ecc.) verso l’Estremo, il Vicino e il Medio Oriente, nonché gli Stati Uniti e il Nord Europa in tempi brevi e certi, con un servizio economico.

Un altro aspetto della dimensione regionale del Porto di Taranto è quello delle relazioni con gli altri scali marittimi pugliesi: in questa direzione si deve registrare un’iniziativa istituzionale, cioè un protocollo d’intesa del maggio 2007 tra le Regioni Puglia e Basilicata e le Autorità Portuali di Taranto, Bari e Brindisi, che mira a promuovere la specializzazione e la complementarietà dei tre maggiori porti pugliesi, superando la logica della competizione e realizzando un sistema portuale realmente integrato.

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4.5 CARATTERISTICHE DEI TRAFFICI MARITTIMI

Dal 2006, il porto di Taranto è il 2° porto nazionale e 18° porto europeo per il volume complessivo delle merci movimentate.

Esse consistono in: merci varie in contenitori, rinfuse solide e prodotti siderurgici legati all’attività dello stabilimento siderurgico dell’ILVA S.p.A., in rinfuse liquide (petrolio greggio e prodotti raffinati) legate all’attività dello stabilimento petrolifero dell’ENI S.p.A. che hanno caratterizzato, da sempre, il porto quale “porto industriale”, cemento connesso all’attività della Cementir – Cementerie del Tirreno, e merce varia sulle banchine commerciali pubbliche. Il volume delle merci movimentate negli anni dal 1995 (anno d’istituzione

dell’Autorità Portuale) al 2006 presenta una linea di tendenza costantemente

positiva.

2004

2005

2006

2007

Rinfuse liquide

6,789,266

6,906,752

7,513,387

8,308,937

Rinfuse solide

21,165,340 24,117,105 24,256,870 21,987,692

Totale rinfuse

27,954,606 31,023,857 31,770,257 30,296,629

Merci in container

5,372,544

5,060,355

6,236,732

4,751,370

Altra merce varia

10,254,468 11,572,742 11,427,305 12,173,433

Totale merce varia

15,627,012 16,633,097 17,664,037 16,924,803

Totale

43,581,618 47,656,954 49,434,294 47,221,432

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Nell’anno 2006 il porto di Taranto ha raggiunto il massimo storico, con 49.434.294 di tonnellate.

Merci movimentate nel porto di Taranto

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Il numero delle navi arrivate/partite dal 2000 al 2006 presenta una continua crescita soprattutto dal 2001, anno in cui (dal 29 giugno) è stato inaugurato il terminal contenitori: 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Istogramma delle navi partite/arrivate

Entrando nel dettaglio delle singole categorie merceologiche, va sottolineato come Taranto sia diventato un polo importante anche nel trasporto di componenti di carpenteria metallica per grandi impianti, grazie alla presenza di imprese portuali altamente specializzate in questo settore.

Un traffico particolare che il porto ha sviluppato da alcuni anni è poi quello delle pale e turbine eoliche, sia importate direttamente dalla Danimarca, che prodotte in uno stabilimento industriale nell’area di Taranto e successivamente esportate via mare, per l’utilizzo nelle centrali eoliche, nei paesi del Mediterraneo orientale e del Medio Oriente.

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4.6 LE ATTIVITA’ DEL TERMINAL CONTENITORI

Le grandi potenzialità commerciali del Porto di Taranto si rivelano a partire dal giugno 2001 con l’apertura di un terminal contenitori tra i più moderni esistenti nel Mediterraneo, con una capacità di movimentazione di oltre 2 milioni di TEU all’anno.

Questo modernissimo terminal, situato sul Molo Polisettoriale, dispone di ampio spazio per servizi di supporto, ed è in concessione alla Taranto Container Terminal S.p.A., società del Gruppo Evergreen Marine Corporation di Taiwan, compagnia di navigazione tra i leader mondiali

nel trasporto marittimo containerizzato.

Nave container in partenza

Ad oggi sono attive 10 linee di navigazione: 4 di navigazione oceanica e 6 feeder.

Queste ultime, insieme alle navi madri, collegano in modo capillare lo scalo jonico con tutto il Mediterraneo.

Si è passati da una movimentazione di 197.775 di container del 2001, ad una di 892.303 unità dell’ anno 2006.

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Il terminal contenitori del porto di Taranto è collocato al 94° posto della classifica mondiale “Top 100” (primi cento porti per movimentazione container).

Vista del Molo Polisettoriale

Non si tratta solo di transhipment. Infatti, il 10-12% del totale dei contenitori

movimentati ha derivazione/provenienza dal territorio

jonico/regionale/nazionale (4-6% via ferrovia; 6-8% via strada).

Il non transhipment è supportato dall’attività del collegamento ferroviario del terminal con la rete nazionale, inaugurato nel 2002: ogni giorno da/per il terminal jonico partono e sono diretti in media tre convogli di merce containerizzata da/verso gli interporti di Nola, Bologna, Ancona.

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4.7 IL TRAFFICO INDUSTRIALE

Il traffico industriale del porto di Taranto è costituito dalle merci (materie prime e prodotti finiti) connesse all’attività siderurgica dell’ILVA S.p.A., dello Stabilimento petrolifero cementificio CEMENTIR – Cementerie del Tirreno SpA. Il traffico generato dall’attività dell’ILVA SpA (concessionaria ex art. 19

l. 84/94 del II, III, IV, V sporgente, Calata 3) si è attestato, ormai da anni, su una movimentazione media annua complessiva di 30/32 milioni di tonnellate, di cui circa 12 milioni di prodotti finiti.

Area in concessione all’ILVA

L’importanza di tale tipo di traffico, che oltre al cabotaggio nazionale, copre tutto il Mediterraneo fino al Mar Nero, è di particolare rilievo ai fini ambientali e della sicurezza per la natura stessa delle materie prime (minerali alla rinfusa, carbone, ecc.) e dei prodotti finiti (lamiere, coils, tubi, ecc) trasportati, in quanto sottrae traffico alla modalità terrestre.

In tale contesto lo scalo jonico assume il ruolo di leader per tale tipologia di traffici.

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La movimentazione di rinfuse liquide sul terminal petrolifero (pontile petroli e campo boe), connessa all’attività della raffineria dello stabilimento E.N.I. SpA, consiste nello sbarco del petrolio greggio sul pontile petroli ed al “campo boe” e l’imbarco di prodotti raffinati.

L’andamento dei traffici connessi a tali attività si è da anni attestato su un totale di 5/5,5 milioni di tonnellate.

Vista pontile petroli

L’attività della Cementir assicura al porto una movimentazione annua di circa 400.000/500.000 tonnellate.

Le operazioni di carico/scarico vengono effettuate sulle banchine in concessione (radice del IV sporgente e Calata 4).

Riferimenti

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