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La dinamica patrimoniale nell'odierna economia capitalistica

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(1)

Blberto

~e'

$tefalli

l'Nt. orblnatlo bi Economia l'ol!tlca nella 'Ilegla Scuola Superiore bi Itommerdo bi 1;)ellcJ[a

a !Dinamica

""

....

patrfmOllfale

•• nell' oNerna economia capitalistica ••

(2)

Lastito

JlNUCCDNI

(3)
(4)

ALTRI LAVORI DELL' AUTORE

che possono considerarsi come ausiliari o complementi del presente

L'accel'tamento e la valulazù;me finanziaria dei pab'ùlloni succes-sori (Francia) - Atti del R. Istituto Veneto, Anno 1919-20,

Tomo LXXIX, Parte II, pagg. 431-47°.

Decadenza demografica e decadmza economica. - "LA VOCE ", Roma, 1921.

(5)

ALBERTO DE' STEFANI

Pro!. ordinario di Economia Politica nella Regia Scuola Superiore di Commercio di Venezia

LA

DINAMICA

P

A TRIMONIALE

NELL' ODIERNA ECONOMIA CAPITALISTICA

,

" LA LITOTlPO " EDITRICE UNIVERSITARIA

PADOVA 1921

(6)

Proprietà letteraria riservata

(7)

,

.

(8)
(9)

Quest' opera nacque nel 1914 ma dovette, dopo alcune

prime e fondamentali

elaborazioni,

essere abbandonata. La mia

grande

Tavola dei rapporti dipartimentali di concentrazione

del-l'attivo successorio francese (1902-13)

è appunto del 1915.

Tor-nato, dopo lunga assenza, ai miei consueti studi, ripresi, con

quel ritmo

che

le varie occupazioni accademiche mi

consenti-vano,

l'interrotto lavoro. Sarà cqmpiuto in due volumi. Pubblico

ora la prima parte del primo volume, la seconda seguirà tra

breve.

Credo

che, quale ricerca intensiva, l'analisi da me

com-piuta non abbia precedenti: e, per questa sua indole, ho potuto

penetrare più addentro del consueto nell' andamento di molti

fe-nomeni, osservare relazioni non ancora intravvedute ed altre

me-glio e più sicuramente determinare. Il sacrificio dell' estensione

vi

è

compensato dalla più intima conoscenza dai fatti osservati:

non mi sentivo di dar peso a dati statistici dei quali ignoro la

corrispondenza con la realtà.

(10)

-- VIII

-L'opera si inizia infatti con una descrizione della dinamica

patrimoniale in Francia

i

però tale precedenia

è

dovuta anche

al fatto che le

statis~iche successorie francesi consentivano meglio

delle altre quelle ricerche che mi ero proposto di fare.

N ell' interpretazione mi sono tenuto nei limiti dell'

osserva-zione positiva: se avessi voluto lavorare di fantasia non

avrei

fatto tanti

e

così lunghi calcoli: avrei preso delle notizie un po'

di qua e un po' di là, scegliendo quelle che meglio

si

addicevano

all'

architettura

divisata.

Ritengo pertanto che questo scritto possa costituire una

buona base per lo studio positivo del materialismo

storico,

al-meno per ciò che riguarda alcuni dei

suoi

più salienti

aspetti

economici. La teoria, in tal modo positivamente pensata,

vi

potrà forse perdere appunto come teoria

e

cioè come principio

ideale ed

energetico:

ma avrà, per questa via, guadagnato in

realtà e serietà storica.

(11)

I

(12)
(13)

L

II possesso della ricchezza come determinante

dell' ordine sociale

Importanza del fenomeno ereditario .- I limiti del materialismo storico -- La lotta tra i possessori delle diverse categorie di capitale -- Le claui -- Gli schemi dottrinali degli economisti -- La forma concreta della distribuzione -- Lo scopo del lavoro.

(14)

intu~ 4 intu~

-zioni della folla ed anche oltre le tabelle statistiche: il tema è ampio. Come influisce sulla distribuzione della ricchezza l'ere-dità? qual~ sono gli effetti del perdurare in certe famiglie, in certi gruppi, del dominio economico per virtù della trasmissione dei beni dai padri ai figli e ai nipoti? quanti tra noi partecipano a questo dominio che non è solo un dominio dell 'uomo sulle cose. ma ancora dell 'uomo sull 'uomo? La volontà dei ricchi non si ri

-flette forse su tutto l'assetto sociale: sull'ordine politico, sui rap

-porti giuridici, sul piano della produzione, sulla specie e sulla condizione del nostro lavoro? su ciò che si chiede alla mano o al pensiero?

2. l limiti del materialismo storico.

-

Istituzioni e attività non dipendono, è vero, solo dalla volontà di chi possiede: nella storia si compongono determinanti svariatissime. L'ordine econo-mico è subordinato anche a quel dominio ma non ad esso soltan

-to: l'evoluzione della tecnica, l'intensità e la vicenda dei bisogni, il peso di interessi antagonistici al dominio di coloro che hanno, l'esistenza dei redditi del lavoro sono altrettante determinanti del

-l'ordine economico, mutuamente connesse con la determinante plutoc.ratica. - La storia non è funzione di una sola variabi

-le. Il materialismo storico è anch' esso una visione unilatetale, una monocromia della realtà, quando non sia un tentativo di de-terminazione dei nessi economici. E se cosI è, esso si risolve nel

-l'economia e perde la propria individualità come dottrina della co-noscenza. Comunque non può negarsi che la disponibilità della ricchezza sociale, la sua permanenza in certe famiglie, il modo della sua distribuzione, la sua ~omposizione qualitativa influisca

-no sull 'ordine sociale e sulla sua evoluzione, anche là dove me-no si penserebbe, e dove sembra estranea ogni determinante eco

-nomica.

(15)

5

-dovuto dire dei redditi dei capitali personali. Se capitale è quella entità economica dalla quale si ottiene un ·reddito, l'uomo è pur esso un capitale. La realtà economica è una lotta tra i possesso-ri delle diverse categopossesso-rie di capitali. Essa è anche un risultato: un risultato che si evolve e modifica secondo ,le vicende di que-sta lotta. Ali 'attuarsi della volontà dei ricchi, di coloco che pos-sono vivere indipendentemente dal loro lavoro, contrasta la vo-lontà di tutti gli altri: quel che ,conta non è il numero dei con-tendenti dell 'una o dell 'altra parte, bensì l'energia di queste singole masse, la loro capacità di realizzazione. Ma anche questo modo di vedere è arbitrario. Molti p,ercepiscono redditi prove-nienti da più fonti: dal loro lavoro e anche dalla loro ricchezza. Quale sarà la loro condotta? Sarà una ,condotta passiva e spesso oscillante, secondo la linea del loro interesse. Costoro contribuiscono ali 'inerzia del sistema sociale, alla' sua relativa stabilità. Le passioni e gli interessi non li trascinano: in essi è la resistenza. Ed ognuno vale non .solo per sè medesimo, ma per la sua donna, per i suoi figli, per i genitori, per quel gruppo fa-migliare che ad esso fa capo e che da esso dipende.

(16)

6

-in un ragionare sul proprio modello come se esso fosse appunto la realtà e la storia.

5. Gli schemi dottrinali degli economisti.

-

Gli economisti hanno ,cencato di riassumere i fatti raggruppandoli secondo certe somiglianze e distinguendoli secondo certe differenze: era una Tiecessità j ma ciò ha alquanto limitato la libertà del loro pensie-ro. Non è vero che vi siena due scuole economiche soltanto: quella di chi sa e quella di chi non sa. N ai possiamo inventare tanti criteri di classificazione dei fatti quanti si voglia: ognuno individua una scuola. Lo scopo determina la, scelta. Lo schema -tismo tradizionale è durato a lungo: e non dico che non sia sta -to utile o fecondo. In ogni ordine di studi vi è esempio di que -sti schematismi j sono tenaci: nascono come creazione, vivono come abitudine, sopravvivono per inerzia. Donde la diffidenza e le resistenze verso altri schemi: ma anche questi stati d' ani-mo hanno un loro valore nell.a storia della scienza, un valore di controllo e di prova. Tale valore può largamente compensare le impazienze e le angoscie di coloro che attendono e le temporanee giacenze delle idee.

Gli economisti hanno generalmente preferito dedicarsi al -la formu-lazione del-la schematica distributiva limitandosi a chia-rire il processo della determinazione quantitativa del salario, del-l'interesse e della rendita. Si è mostrato che queste quantità, e cioè i prezzi dei servigi capitalistici, possono dedursi da certe altre quantità che si presumono note e da certe condizioni che devono essere soddisfatte. Ma si comprende che, per quanto lo schema teorico possa tornar utile nella interpretazione del fenomeno con-creto, c'è Ufl insieme di circostanze dalle quali, nel,la sua formu-lazione, doveva necessariamente prescindersi.

(17)

7

-effettiva energia, sono come due aggregati di corpi impondera-bili, distinti secondo la presenza o l'assenza di una certa qualità. La descrizione dei congegni, della meccanica del sistema, ri-guarda il modo, il senso, le condizioni, d limiti delle trasforma-zioni': non la relativa importanza di quei congegni, non il peso e la velocità deJ.le correnti che alimentano queste t, rasformazio-ni, non la durata dei processi, non le loro modificazioni. Non si deve chiedere a uno schema più di quanto esso può dare. La critica dell 'ordine economico ha invece per punti di partenza con-siderazioni di proporzioni e quantitative: la distribuzione dei red-diti e dei sacrifici e la loro diseguagliianza e cioè dati di fatto e risultanze concrete. Negli ordinari trattati di economia quest'a-spetto è alquanto sacrificato; e potrebbe sembrar strano, se non dipendesse da una più chiara veduta della natura della scienza, che i più accurati studiosi dei dati di fatto e delle loro concrete relazioni sieno appunto coloro che con maggior astrazione e ge-neralità hanno formulato la teoria dèl sistema.

(18)

8

-II.

L'eredità

patrimoniale nei suoi rapporti con la norma giuridica

Le cause della variabilità nena distribuzione dei patrimoni: lo variante !piritunle

e la variante demogra!ica -- Gli e/letti del diritto ereditario 8ull. distribu-zione: la tipicità della successione legittima ~. De6nizione di diffusione e di perequazione -- InSuenza dell' eredita sull. diffu8ione della ricchezza --Il frazionamento ereditario in relazione all' importanza dei patrimoni 9ucces· !ori _. La devoluzione delle successioni legittime secondo il codi C'e francese

Come si distribuisce

r

annualità ereditaria [ra gli eredi.

l. Le cause della variabilità nella distribuzione dei patri-moni: la variante spirituale e la variante demografica. - La

di-stribuzione dei patrimoni, quale oggi la constatiamo intorno a

noi, o lo rileviamo dalle statistiche, è un dato esso pure

alme-no in parte ereditario. C'è chi accresce il patrimonio ricevuto,

chi lo diminuisce: qua si fraziona fra tre o quattro eredi, là più patrimoni si concentrano in un solo discendente. Tutti questi

movimenti sembrano, per molta misura, compensarsi e non

modi-ficare sensibilmente la fisonomia della distribuzione. Essa è

mol-to inerte, presenta una singolare stabilità che potrebbe pensarsi dipendente dal modo con cui sono distribuiti tra gli uomini certi

caratteri: intelligenza, laboriosità, volontà e capacità di arricchi-mento. Non c'è dubbio che il modo di distribuzione di questi ca

-ratteri si rifletta sul modo di distribuzione dei patrimoni.

Immaginiamo due generazioni successive e supponiamo

e-guale nelle due generazioni la distribuzione di quei caratteri. NeIIa generazione che succege si avrà una data distribuzione

iniziale dei patrimoni: questa si manterrà: potranno variare le

singole persone che possiedono una determinata fortuna, ma il gruppo cui appartengono non ne sarà numericamente modificato.

Si avranno delle sostituzioni di persone: non altro. Dunque le variazioni nella distribuzione si devono ricercare o nel fatto della

(19)

~~~---~, .~

é

-economici. L'ipotesi è schematica ed è data a solo scopo di

ohia-rimento. Nel disporre del nostro patrimonio ci uniformi amo a

certe consuetudini, obbediamo a certi sentimenti; la nostra

li-bertà è limitata da certe norme giuridiche. Consuetudini,

senti-menti, norme sono anch 'essi dati abbastanza inerti.

Rimane a considerarsi la variante demografica. Coloro che raccolgono sono in maggiore o in minore numero di coloro che

trasmettono? c'è un frazionamento della fortuna od una

concen-trazione riferibile a questa circostanza? o è essa compensata da circostanze operanti in senso contrario? da altre tendenze, da un

concentrarsi o da un diffondersi ,della volontà, della capacità e

delle possibilità di arricchimento? L'arricchimento, e cioè l'ac-crescimento della propria fortuna, dipende da due fattori: il fat-tore subbiettivo (volontà e capacità) e il fatfat-tore obbiettivo (pos-sibilità e contingenze). Il modo di concepire le finalità della

no-stra vita, la preponderanza di certi scopi, la intensità di volere

con cui si perseguono, le contingenze favorevoli o contrarie in cui ci troviamo sono le circostanze da cui dipendono il ren<ii-mento pratico di una qualsiasi attività e quindi le nostre posi-zioni finali.

2. Gli effetti del diritto ereditario sulla distribuzione: la ti· picità della successione legittima. - Ma di questi problemi

trat-terò in altro luogo. Qui è opportuno chiarire gli eff,etti del

no-stro diritto ereditario. Vi troviamo disposizioni obbligatorie, e

cioè quelle relative alla porzione legittima, indisponibile,. cui i

cittadini devono attenersi, e disposizioni suppletive, che valgono cioè nel caso in cui non si sia altrimenti disposto. Il diritto suc-cessono tende a realizzare l'eguaglianza tra gli eredi dello stes-so grado: l'imposta progressiva invece tende a perequare le fortune nel gruppo sociale: le divisioni successorali non impli-cano alterazioni quantitative nella ricchezza privata, la

perequa-zione fiscale si attua diminuendola. Comunque è interessant,e

ve-dere più da vicino l'effetto del diritto successorio.

(20)

di--

10-,erso da quello che il codice stabilisce in via suppletiva? in quale ci uniformiamo ad esso? La norma suppletiva coincide coi nostri sentimenti, coi nostri criteri, o si allontana da essi? Il 78

%

del numero dei patrimoni ereditari (Tavola 1) viene

tra-TAVOLA l. Successioni legittime e testamentarie. Francia: media dei dati relativi al 1906 e al 1908.

010 delle 010 dell' nmmolllare successioni successorto (lì (2) Successioni legittime 78.3 56.5 )) testamentarie parziali 10.7 24.9 )) )) totali 11.0 18.6 - --

-

-Totale 100.0 100.0

smesso totalmente secondo le norme delle successioni legittime. Queste norme nella maggior parte dei casi rappresentano dunque la comune volontà. C'è da tener conto degli incapaci di testare. Ma i possidenti incapaci per età, che costituiscono il grosso dei possi-denti incapaci, non sono in numero notevole. Lo si deduce dal fatto che le successioni provenienti da .persone al disotto dei 25 anni sono il 4

%

del numero totale delle successioni.

(21)

defun 1 1 defun

-to cui sopr,aYYivono ascendenti paterni e materni non può di-sporre che della metà del proprio patrimonio, dei tre quarti di esso se lascia ascendenti di una sola linea. Dunque tenuto conto che le successioni legittime hllJIlno una importanza travolgente, che le facoltà dei disponenti sono molto limitate, che le disposi-zioni di legge riflettono consuetudini successorie ancor vive e generalmente seguite, pare si possa assumere la successione le-gittima come sufficientemente tipica del modo in cui i patrimoni successori si suddividono.

(22)

conside-- 12conside--

12-rata

(distribuzione assoluta).

Queste distinzioni sono ovvie, ma può capitare di confondere nell'applicazione i due casi.

4. Influenza del!' eredità sulla diffusione della ricchezza.

Come influisce l'jstituto dell'eredità sulla diffusione e cioè sul numero di coloro che possiedono? e come influisce sulla distri-buzione della ricchezza privata? Supponiamo due patrimoni, l'u-no di centomila lire e l'altro di un milione, suddiviso il primo i,n parti eguali fra quattro eredi e il secondo fra due eredi. Quei patrimoni originari erano nel rapporto di 1 a lO, le quote eredi-tarie stanno nel rapporto di 1 a 40. La ricchezza considerata (un milione e centomila lire) si è ad un tempo ooncentrata e dif-fusa: concentrata perchè mentre uno dei due autori possedeva i 10/ Il del tutto, la stessa frazione viene in possesso di un terzo degli eredi; e diffusa perchè,

caeteris paribus

, i due autori risultano

sostituiti da sei eredi. Questi eredi possono anche immaginarsi nul-latenenti : p. e. minori senza una sostanza propria. Comunque una tendenza alla diffusione è teoricamente compatibile con una ten-denza alla concentrazione.

Immaginiamo ora eguale il numero degli etedi nei due casi proposti. Siena, per esempio, due gli eredi della successione mi-nore e due quelli della maggiore. II rapporto tra i patrimoni ori-ginari, che era di 1 a lO, è anche il rapporto tra le quote del-l'una e dell 'altra successione. C'è un aumento di diffusione: il numero dei possessori è raddoppiato; la distribuzione non è in-vece modificata. Dunque si potrebbe concludere che l'istituto del-l'eredità, nel suo attuale assetto, tende ad influire piuttosto sulla diffusione çhe sulla concentrazione, la quale sarebbe invece fa-vorita dalla minore natalità delle classi ricche.

(23)

-

13-numero delle successioni secondo l'importanza delle successioni

stesse (Tavola 2).

I patrimoni ereditari si spezzano in media in rre quote, co-sì dove la loro media è bassa come dove essa è elevata. Per quanto si può dedurre da questi rapporti non sembra che il

nu-TAVOLA 2. Importanza della successione e frequenza delle quote successorie. Francia: 1902.

Classe delle successioni (frs.) (1) Fino a 6,000 6,000- 8,000 8,000-10,000 10,000-12,000 12,000-15,000 Oltre 15,000

Rapporto medio diparti-mentale tra il numero delle quote successorie e il nume .. ro delle successioni. (2) 2.97 2.75 3.01 2.93 2.89 2.98

mero delle quote dipenda dall'importanza della successione: la diminuzione del numero delle quote spettanti a discendenti, nel

caso delle eredità più cospicue, può essere compensata da1Je li-beralità del de cuius. lo penso che sia appunto così: e lo infe-risco anche dalla Tavola 1. Questo fatto de1Ja indipendenza del numero delle quote successorie non ci dice nu1Ja intorno alla

di-stribuzione dei patrimoni ereditari di diversa importanza: si può però arguire che, data la minore natalità delle classi ricche, il

grosso dei patrimoni stessi (quote spettanti a discendenti) si

di-stribuisca tra un minor numero di persone nel caso delle

(24)

quan--

14-to ordinariamente non s'usi; tal uno anzi non ne discorre affatto, come se l'istituto dell 'eredità, nelle sue concrete determinazioni, fosse estraneo al presente assetto economico. Può tuttavia osser -varsi che queste determinazioni sono costanti relativamente al periodo di cui mi occupo: e pertanto le variazioni che si riscon -trassero nei fenomeni ereditari non possono attribuirsi alla di -sciplina giuridica dell 'istituto.

6

.

La

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successioni l

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-

L'ordine e le regole stabilite per la dev oluzio-ne delle successioni legittime si possono, come si è dimostrato, considerare come tipiche: la libertà dei disponenti è limitata e d'altronde prevale il caso che non si usi neanche di questa limi -tata libertà. Per farsi una chiara idea intorno al modo con cui la devoluzione si attua bisogna tener conto di quel! 'ordine e di quelle regole legali e vederne la portata d'applicazione. Per ra-gloni tecniche, e anche per non complicare il discorso, mi oc-cupo qui soltanto della legislazione francese. Non intendo affa -stellare fonti e dati.

(25)

appar--

15-tenenti a questa linea, succedono nella totalità della sostanza i parenti dell 'altra linea. In assenza di successibili t beni del de-funto appa~tengono di regola al coniuge sopravvivente; cui spet-ta invece, se vi sieno dei successibili, l'usufrutto su parte della svstanza dell'altro coniuge. Il diritto a succedere cessa dopo il dodicesimo grado: in man<:anza di parenti entro ques,to grado, o del coniuge superstite, la successione è acquisita allo Stato. Al-tre disposizioni riguardano i figli naturali, sia come successibili che come autori. E pertanto tra ascendenti e discendenti si attua-no attua-non soltanto eredità biologiche ed eredità di gusti, di senti-menti; non solo si trasmettono caratteristiche spirituali e cultu-rali, ma queste trasmissioni sono potenziate dalla successione patrimoniale, che si concentra appunto nella discendenza.

T AVOLA 3.

Frequenza delle quote succeswrali e importanza

relativa del loro ammontare secondo

il

grado di parentela degli

eredi. Francia: media

di

sette esercizi finanziari compresi tra il

190 I e il 1911. '

Devoluzione

Figli legittimi Nipoti )) Figli naturali

Ascendenti lego e nato Coniuge

Fratelli e sorelle Zii e nipoti

010 del numero delle quole devolute (1 ) 52.99 4.56 0.15 2.84 13.79 9.91 8.14 Prozii e pronipoti 1.92

Cugini e parenti oltre il 5° grado 2.37

Non parenti 3.26

Liberalità ed enti pubblici 0.07

(26)

-

16-del diritto successorio. Le quote devolute a discendenti (figli e

nipoti in linea retta) sono circa il 58

%

di tutte le quote succes-sorie, cui corrisponde il 66

%

dell 'ammontare delle successioni. Si aggiungano le devoluzioni al coniuge superstite (usufrutto o proprietà), per quella parte che i discendenti erediteranno alla sua morte, e risulta ancora più notevole la concentrazione nella discendenza diretta del patrimonio famigliare. Le devoluzioni testamentarie a non parenti e ad enti pubblici hanno una

impor-tanza limitatissima. Tale permanenza pressochè generale dei pa-trimoni ereditarii nella famiglia del defunto riflette la tipicità del-la successione legittima, Da queldel-la concentrazione e da questa permanenza dipendono il formarsi ed il conservarsi delle indivi-dualità famigliari e delle classi sociali. L'eredità, anche nel cam-po patrimoni aie, è un coefficiente di conservazione, non solo di cente caratteristiche famigliari ma ancora, indirettamente, del-l'ordine sociale. Relazioni sorte per concordanza di interessi si

trasmettono insieme con quelle situazioni patrimoniali che vi

hanno dato origine; donde il sorgere' e il perdurare di certi

sen-timenti e di certe opinioni di classe, di certe attitudini e resisten-ze politiche: dal protezionismo della proprietà, come istituto giu-ridico, ai svariati protezionismi particolari, relativi ciascuno alle specie dei beni posseduti ed alle fonti del reddito.

III.

L'eredità e gli altri modi di acquisto della proprietà

Il diritto di accelSioo. -- Le obbligazioni come modo di acquisto d.ll. propri.tà L'importanza sociale dei modi di acquisto gratuiti ~. La diversa composi. zione qualitativa delle trasmissioni onerose e gratuite .. Origine e mutabi· utà d~i patrimoni.

(27)

-

17-si acquista e 17-si trasmette, oltre che per succes17-sione e per dona-zione, anche per effetto di obbligazioni: si potrebbero anche ri-cordare l'accessione, l'incorporazione, l'occupazione e la presori-zione. II d~ritto di accessione su ciò che è p:rodotto della oosa (frutti naturali o industriaJi e frutti civili) non è che la sanzione del diritto al reddito.

2. Le obbligazioni come modo di acquisto della proprietà.

Limitiamoci a considerare la proprietà realizzata col processo del-lo scambio. Si tratta del modo di acquisto più frequente e più importante: anzi del comune modo di acquisto. I sei o sette mi-liardi trasmessi annualmente in Francia per successione o per donazione costituiscono solo una piccolissima parte del valore dei beni trasmessi per effetto deJ.le obbligazioni. Le importazioni e le esport.azioni (commercio speciale) valgono da sole più di due volte i beni trasmessi gratuitamente; i valori mobiliari trasmes-si a tit010 oneroso oltrepassaro~o n~1 l 9 13 quaranta miliard( Sia-mo ben al di là del valore dei beni trasmessi a titolo gratuito! Questi sei o sette miliardi tra successioni e donazioni oostitui-scono una piccolissima percentuale del valore dei beni comunque trasmessi; una percentuale che si può ritenere al disotto dei

li-miti di un ordinario errore di rilevazione.

3. L'importanza sociale dei modi di acquisto gratuiti. - E

se cosi è, perchè si attribuisce tanta importanza alIe trasmissioni

ii titolo gratuito? Il sentimento della giustizi·a, l'istinto dell 'invi-dia, possono in parte spiegarlo: lo sguardo si appunta su quest.e trasmissioni perchè gli eredi dispongono di ricchezze non consa-crate dal lavoro. Ma ci sono pure altre ragioni. Nelle successioni prevalgono quei beni che, col concorso del lavoro, danno un cer-to prodotcer-to materiale ed esterno o che consencer-tono un reddicer-to in denaro; donde, in chi li possiede, una condizione di privile-gio, di indipendenza della propria vita dal proprio lavoro. Que-sta condizione è comune, in diversa misura, a tutt'Ì queIli che possiedono beni di tali categorie, qualunque sia l'origine della

(28)

-

18-loro proprietà. Essa può realizzarsi attraverso lo scambio o può ereditarsi, avere come fondamento il proprio o l'altrui risparmio, non conta: ma la disponibilità di questi beni, che sono i necessari complementi dell 'uomo-lavoratore nell'opera produttiva o che ne integrano la capacità, 'implica anche, come s'è accennato, un domi-nio dell 'uomo-capitalista suH 'uomo-lavoratore. Di tale dominio non può disconoscersi il peso benchè esso stesso sia a sua volta limi-tato e condiz'ionato dalle altre infinite variabili del sistema eco-nomico. L'autonomia è un concetto astratto; in concreto non tro-va riscontro che come illusione della vanità o dell 'ignoranza. Inoltre bisogna distinguere i beni destinati al consumo da quelli destinati alla conservazione. Tutti i beni si consumano con l'uso, anche le facoltà produttive della terra quando i prodotti non ri-cadano sulIa zolla che li ha nutriti o l'uomo non gliela ridoni. Nelle successioni prevalgono i beni più durevoli, quei beni che sopravvivono al morire della generazione che se li è procurati o aUa quale furono a lor volta trasmessi. Sono gli stessi beni questi che, !1ormalmente, ci danno un prodotto o un reddito; dei quali cioè si può cedere l'uso senza che questo implichi un trasferi -mento di proprietà.

(29)

-

19-ed alcuni effetti rimanere insoluti. Le scorte e le riserve metaIli-che hanno appunto questa funzione: la sostituzione della conti-TAVOLA 4. Composizione relativa delle successioni. Fran-cia: media dei dati relativi al 1906 e al 1908.

Categorie Valori percentuali

A) BENI MOBILI 1. Fondi pubblici 2. Azioni di società 3. Obbligazioni 9.9 8.6 11.1

4. Quote di interesse e accomandite semplici 1.7

5. Numerario 1.1

6. Assicurazioni sulla vita 0.6

7. Depositi bancari e conti correnti 2.2

8. Libretti di risparmio 1.1

9. Crediti, rendite di privati e prezzi di uffici 12.6 IO. Fondi di commercio e merci 1.6 Il. Mobilio, oggetti mobiliari, navi e' battelIi, e

al-tri mobili corporali 4.4

B) BeNI IMMOBILI 1. Immobili urbani 2. Immobili rustici 24.1 21.0 54.9 45.1

(30)

0-· -

20-nerose; ed anche i rapporti tra le ,trasmissioni onerose e le gra

-tuite aventi per oggetto la stessa categoria di beni sono assai va-riabili dall'una all'altra categoria. Per accertarsene si osservi

T AVOLA 5. Rapporti tra il valore di alcune categorie di be

-ni accertato nelle mutazio-ni per decesso e il valore delle stesse

categorie accertato nelle mutazioni a titolo oneroso. Francia:

media dei dati relativi al 1906 e al 1908.

Categorie di beni

l. Immobili

2. Valori mobiliari francesi ed

3. Crediti, rendite e prezzi di

4.

Mobili corporali diversi 5. Fondi di commercio

Rapporto tra Il valore ac-certato nelle successioni e \I valore accertato nella mllta-zione a titolo oneroso.

0.25 esteri 0.74 uffici 4.27 0.08 1.74

la Tavola 5. Le differenze dipendono dalla diversa velocità di

circolazione delIe varie categorie di beni. Quel bene che trovia-mo in una successione e ritroviatrovia-mo poi, a distanza di tempo. in un 'altra successione è stato oggetto, durante l'intervallo com

-preso 1ra le due successioni, di un numero più o meno grande di scambi. Ogni bene ha una propria velocità di circolazione:

i beni immobili sono tra i meno veloci, i valori mobiliari certa

-mente tra quelli che lo sono di più: più veloce tra tutti il nu-merario. Quei rapporti che si leggono nella Tavola 5 non sono però che assai grossolanamente attendibili: ognun sa che

in

dati di questo genere bisogna accontentarsi di una veridicità alquan-to modesta.

5. Origine e mutabilità dei patrimoni. - Osserviamo intor

(31)

-

(32)

- 22 ~

produzione che del godimento? Non basta confrontare

i

valori. bisogna paragonare direttamente le cose dal duplice aspetto de l-la qualità e dell-la quantità. La moneta è forse stromento di mi -sura? Non le fa difetto la qualità appunto degli stromenti di mi -sura: l 'invariabilità?

E

come trascurare nel confronto i capitali personali verso i quali converge tutta la ricchezza di una nazio-ne, se pensiamo che tanta parte del suo risparmio è destinata alla loro produzione e ad aumentarne l'originaria potenza?

IV.

La distribuzione dei patrimoni

ereditari

Significato di successione media -.. La dinamica distributiva dei patrimoni eredi ..

tari .... La stabilità del [enomeno succtssorio e il valore rappresentativo della media aritmetica.

(33)

-

23-quel qualunque valor medio çhe piaccia di scegl'iere: molti

er-rori sono derivati dal fatto che si è creduto di poter senz 'altro

sfruttare nella statistica economica i metodi usati nella determi-nazione del valore più probabile tra vari valori geodetici o

astro-nomici. Per fissare le idee sarà bene avere sott'occhio dei dati

concreti: nella

Tavola

6 riproduco il numero delle suocessioni

dichiarate in Francia nel 1913, distinte per classi secondo l'im-portanza dell 'attivo netto: nella colonna (3) leggesi l'ammontare

dell 'attivo compreso in ciascuna classe.

T A VOLA 6.

Numero delle successioni dichiarate in Francia

nel

1913

distinto per classi secondo l'

importanza dell'attivo

net-to

e

l'ammontare successorio per categoria.

Classi di importanza Ammontare successorlo delle successioni Numero delle succes- compreso nella classe

(frs. sioni dichlaTate (frs.) (1) (2) (3) 1- 500 1~3,128 25,276,839 501- 2,000 93,783 118,350,643 2,001- 10,000 100,942 511,827,662 10,001- 50,000 45,799 977,137,277 50,001- 100,000 7,738 528,327,519 100,001- 250,000 4,597 711,132,936 250,001- 500,000 1,630 564,804,841 500,001- 1,000,000 768 539,125,308 1,000,001- 2,000,000 352 500,213,574 2,000,001- 5,000,000 137 409,353,904 5,000,001-10,000,000 30 196,567,238 10,000,001-50,000,000 16 252,327,905 Oltre 50,000,000 242,700,567 Totale 358,921 5,577,146,213

La media aritmetica di queste successioni risulta di frs.

15,342 j è dunque compresa nella quarta classe. In luogo della

(34)

-~ - -

---

-

--._

----...

-24-re che è p-24-receduto e seguito dallo stesso numero di successioni. Nell 'ipotesi, tutt 'altro che fondata, che le successioni comprese nella seconda classe (501-2,000) siena uniformemente distribuite entro i limiti delia classe, tale valore sarà di 1,641 franchi. La ragione del distacco dalla media. aritmetica è ovvia: le succes -sioni si addensano numericamente nelle prime tre classi della serie per diradarsi poi progressivamente col crescere dell 'im -portanza della successione.

Supponiamo un aumento nella media. E' esso dovuto a un aumento di tutti i valori dai quali deriva o ad una variazione di cercti valori soltanto, dei più piccoli, per esempio, oppure dei maggiori? Il significato economico è ben diverso nei due casi. Nel primo sono le fortune più modeste quelle in cui si rileva un aumento al traguardo della morte: nel secondo caso si trat -ta delle fortune più cospicue. E non potrebbe derivare quell'au -mento dalle fortune che stanno al centro della serie? da una maggiore veloc;ità di accumulazione dei patrimoni medi in con -fronto dei massimi e dei minimi? Da un proceaere dei figli del medio ceto oltre il limite economico raggiunto dai padri?

(35)

e--

25-so economico. Il peso economico della classe 2,000-10,000 di-minuisce, in via media, dal primo ali 'ultimo quadriennio; au-TAVOLA 7.

Successioni secondo l'importanza dell'attivo

net-to:

%

del numero delle successioni e del

loro

ammontare per

cia-scuna classe. Francia:

1903-1913.

Classi di imporlanza Percentuali del numero

(frs.) 1903 1904 1905 1907 1909 1910 1911 1912 1913 1- 500 31.6 31.5 30.4 28.9 27.3 27.4 26.6 28.8 26.8 501- 2,000 2'1.4 26.9 26.4 26.1) 26.7 26.6 26.4 26.1 26.4 2,001- 10,000 29.6 27.0 28.0 28.6 29.0 29.1 29.5 28.1 29.2 10,001- 50,000 10.8 11.0 11.5 12.0 12.9 12.6 13.1 12.8 13.2 50,001- 100,000 1.8 1.7 1.8 1.9 2.0 2.1 2.1 2.1 2.1 100,000.1,000,000 1.7 1.8 1.8 1.9 1.9 2.0 2.1 2.0 2.1 Oltre 1,000,000 0.1 0.1 0.1 0.1 0.2 0.2 0.2 0.1 0.1 Totale 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 Classi di Importanza Percentuali dell' ammontare

(frs.) 1903 1904 1905 1907 , 1909 1910 1911 1912 1913 1- 500 0.7 1.0 0.5 0.5 0.5 0.5 0.4 0.4 0.4 501- 2,000 2.8 2.4 2.2 2.5 2.3 2.3 2.1 2.1 2.2 2,001- 10,000 10.3 9.4 9.0 10.3 9.5 10.0 9.1 9.2 9.6 10,001- 50,000 18.3 16.8 16.4 18.6 17.9 18.2 17.3 17.5 18.1 50,001- 100,000 9.9 9.3 8.6 9.7 9.2 9.9 9.4 9.5 9.5 100,001-1,000,000 34.7 33.0 32.5 35.9 33.3 34.9 33.7 32.5 34.2 Oltre 1,000,000 23.3 28.1 30.8 22.6 27.3 24.2 2R.0 28.8 26.0 Totale 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 menta di un poco quello delle due classi successive; quello

del-la penultima diminuisce ed aumenta i,nvece sensibilmente quello delle successioni oltre il milione. Le variazioni sono troppo pic-cole: il periodo considerato troppo breve; può darsi che esse siena l'espressione di un movimento continuativo già in a1to, ma può anche darsi che si tratti di oscillazioni poliennali dovute a circostanze non individualizzabili.

(36)

Ta--

26-vola 7 devono persuadere coloro che non ne fossero già persua-si a priori, della grande stabilità del fenomeno successorio; in questo campo si potrebbe fare i profeti con immancabile succes-so. La detta stabilità nei rapporti è una circostanza che avvalora la media aritmetica e che ne legittima, entro certi limiti, l'uso, non come rappresentazione sintetica e tipica di una serie di suc-cessioni singolarmente considerata, ma come termine di confron-to tra serie e serie. Se una di tali medie è maggiore di un 'al-tra è probabile che la serie dalla quale deriva la prima media sia in prevalenza composta di valori maggiori di quelli che figu-rano nell 'altra serie. Non si esclude però che anche una sola successione di notevole entità, che superi le massime ordinarie, possa da sola modificare sensibilmente quel valore medio e ten-dere un inganno agli inesperti. Bisognerà operare per gruppi di anni e sommergere le deviazioni occasionali in una maggior folla di dati.

v.

Analisi delle successlOOl medie dipartimentali francesi

(1902

~1903)

L. frequenza d.lle successioni fra i morti -- Possidenti poveri -- L. v.ri.bilit.

delle medie BuccesBorie nel tempo .. Le oscillazioni delle medie 8ucces.orie La variabilita territoriale delle medie succes80rie •. La velo cita di Dccre-scimento dei patrimoni successori.

(37)

lascia--

~7-no un patrimonio netto accertato dal fisco e quanti muoio~7-no in-vece ~n stato di assoluta povertà? Faociamo questa indagine pre-liminare.

TAVOLA 8. Frequenza delle dichiarazioni di successione re-lativamente ai decessi (l). Francia: 1902-1913.

Anno

Frequenza delle di-chiarazionl rispetto ai

decessi. Anno

~requenza delle di-chiarazlonl rispetto al decessi. 1902 49.9 1908 48.9 1903 49.8 1909 50.6 1904 48.4 1910 53.4 1905 47.5 1911 49.1 1906 48.5 1912 51.8 1907 49.0 1913 51.2

Dalla Tavola 8 risulta che la metà dei morti non dà luogo a suocessione. Bisogna però no'tare che circa il 27

%

dei morti ha un 'età inferiore ai. 25 anni e che se si tien conto solo dei morti oltre i 25 anni il numero dei morti oon successione si e-leva a circa i due terzi dei morti: un terzo soltanto sarebbe composto di persone adulte nullatenenti.

2. Possidenti poveri. - Ma quale parte di quei due terzi ha un patrimonio di qualche entità, tale cioè da ·costituire una fonte di reddito materiale? Che significato ha il chiamare «pos-sidenti», come tal uno ha fatto, anche coloro che muoiono lascian-do un patrimonio di qualche centinaio di lire? Non si 1rovano costoro in condizione ben pooo diversa da quella dei

nullatenen-ti? Osserviamo la frequenza delle successioni che superano i 500 franchi, i 2,000 franchi, ecc. Mi limito ai dati del 1913.

(38)

-

28-Solo il 47% del numero delle successioni superano le 2,000 lire j e solo il 24 % dei morti di qualsiasi età e il 34 % dei morti

TAVOLA 9. Frequenza delle dichiarazioni di successioni su-periori a ciascuna classe della tariffa, sia rispetto al totale delle dichiarazioni, sia rispetto al totale dei morti. Francia: 1913.

Fre~uenza delle

suc-Limiti sur.eriori delle Percentuale delle suc- cess oni r I s p e t i o al

singo e classi cessioni eccedenti il morti eccedenti il

ii-(fr.) limite della classe. mite della classe.

500 73.18 37.48

2,000 46.79 23.96

10,000 17.61 9.02

50,000 4.32 2.25

100.000 2.25 I. 15

adulti possiedono un patrimonio eccedente questo limite. Dun-que mentre i morti con una successione qualsiasi costituiscono il 50

%

del totale dei morti e i due terzi circa degli adulti oltre i 25 anni, coloro tra essi che possiedono un patrimonio ecce-dente i duemila franchi non costituiscono che il 37

%

dei morti e il 24

%

degli adulti. Non bisogna perdere di vista questo fatto. Quale valore ha l'affermazione che il 50

%

dei morti lasciano un patrimonio? Quella parola patrimonio è alquanto ingann e-vole. La maggior parte delle successioni non arrivano a duemila franchi e solo il 4

%

circa superano i cinquantamila. La media a,ritmetica delle successioni per tutta la Francia si aggira intorno ai quindicimila franchi: ciò vuoI dire che togliendo tutto il di più da quei pochi che lasciano patrimoni maggiori e suddividendo questo di più tra tutti gli altri non si giunge ad ottenere che un patrimonio molto modesto.

3. La variabilità delle medie successorie nel tempo. - Le

(39)

29

-per ciascun dipartimento della Francia. Quale è la loro stabilità nel periodo considerato (1902-1913)? E' il dipartimento un cam-po statistico abbastanza vasto? Un camcam-po statistico è tale quan-do la legge del fenomeno non viene oscurata per effetto di dati abnormi. L'esame del

Quadro I

ci mostra che i dati abnormi influiscono in generale limitatamente sulle medie successorie: le oscillazioni annuali sono nel complesso di poca entità. Questo non esclude che le successioni medie presentino una certa ten-denza di insieme: le alternanze annuali coesistono coi movimenti progressivi, con le leggi storiche. Quale la tendenza nel feno-meno successorio?

TAVOLA IO.

Classi cui appartengono le medie successorie

dipartimentali.

Francia: 1902-1913.

Numero medio triennale dei dipartimenti

Classi (frs.) 1902-1904 1005-1907 1908-1910 1911-1913

501- 2,000 l l

2,001- 10,000 59 55 48 48

10,001- 50,000 25 29 36 36

50,001-125,000 l l l l

Numero dei dipartimenti 86 86 86 86

Diminuisce

(Tavola

IO) nei limiti del periodo il numero delle medie successori e comprese fra duemila e diecimila fran-chi: cresce invece quello delle medie comprese fra diecimila e cinquantamila: il dinamismo patrimoni aie risulterebbe più attivo al centro della serie. I due qipartimenti della Corsica e della Senna si mantengono -rispettivamente nella prima e nell 'ultima classe. Pare però che dal 1908 in poi si sia verificato un arresto del movimento.

(40)

propo--

30-sito, queste oscillazioni in più o in meno dalla tendenza gene-rale di ciascuna serie. Sia per es. la serie

3, 4, 5, 6, 7, 8, 9,

+ +

+ +

+

8, Il,

+

IO;

Si tratta, evidentemente, a malgrado delle oscillazioni annuali di una serie di carattere decisamente dinamico. Il numero deIle alternanze si può calcolare attribuendo il segno più e il segno

meno al primo intervallo secondo che il primo dato sia minore o maggiore del secondo, e cosi di seguito (I).

Più segni eguali che si succedono si considerano come un solo segno (legge semplificativa delle operazioni logiche);

quan-do un valore della serie sia eguale al precedente si può non ter ner conto dell 'intervallo o attribuirgli il segno dell 'intervallo precedente. II risultato è lo stesso. Il numero dei segni compresi tra due segni contrari può rappresentare il numero dei casi di alternanza. Applicando la stessa definizione a ciascuna delle 86 serie di medie dipartimentali si hanno i seguenti risultati: N umero dei casi di alternanza: 0, I, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 Loro frequenza 0, I, I, 9, 12, 18, 26, 14, 4, I La tendenza alternativa non sembra dubbia. Ciò deriva dal fatto che nelle medie annuali influiscono le grosse succession~ che sono rare e perciò alternanti e che, col loro peso, possono spo-stare sensibilmente la media ed oscurare la tendenza generale delle serie. La media successiva a quella sulla quale ha influito una grossa eredità si riabbassa al livello normale, a quello cioè che si avrebbe eliminando le successioni straordinarie. "Data questa eli-minazione, le oscillazioni residuali sembrano invece sommerse nel dinamismo stesso della serie. Le osservazioni fatte

riguarda-(1) Cfr. A. de' Stefani. Le alternanze dei massimi e dei minimi nei fenomeni co/let.tivi in: «Giornale degli Economisti., setto 19.17.

(41)

- 31

-no una modalità qualitativa, e cioè la variazione nel senso del movimento, non l'ampiezza delle oscillazioni e la loro differenza da un arbitrario valore. Si è detto che, in generale, le

oscilla-zioni non devono ritenersi di notevole entità. Per formarmi un 'i-dea più precisa dell 'importanza di tali oscillazioni ho calcolato lo scostamento semplice medio per franco successori o relativamen-te al periodo 1903-1913.

Nella Tavola Il do appunto i valori per ciascun dipartimen-to dello scostamento medio per franco successorio.

TAVOLA 11. Scostamenti semplici medi dipartimentali per tranco successorio. Francia : 1903-1913.

(1): Numero d'ordine del dipartimento: (2): Scostamenti. (1) (2) (1) (2) (1) (2) (1) (2) (1) (2) (1) (2) (1) (2) (1) (2) (1) (2) 1 .147 11 .089 21.106 31.089 41.105 51.101 61.118 71.080 81.149 2.089 12.108 22.083 32.134 42.132 52.110 62.145 72.102 82.112 3.104 13.114 23.144 33.118 43.1111 53.090 63.093 73.091 83.162 4.149 14.095 24 .11034.07944.08254.10964 .108 74.05584.128 5.159 15.054 25.070 35.074 45.046 5!'i .093 65.193 75.113 85.214 6 .100 16.174 26.164 36.138 46 .076 56.116 66.078 76.097 86 .120 7 .179 17 .106 27.143 37.122 47.082 57 .096 67 .173 77.108 8 .061 18.138 28 .112 38.103 48 .122 58 .069 68.102 78.114 9.17619.101 29.09339.08949.071 59.08969.094 79.165 10.14420.171 30.14040.15750.08260.09370.19380.170

Riassumendo gli 86 valori della Tavola Il si osserva: uno scostamento minore di 8 oent. di franco in Il dipartimenti

» » compreso tra 8 e 12 » » » »

45

»

» » » 12 e 16 » » » » 17 »

» » superiore a 16 » » » » 13 »

(42)

- 3 2

-r.ei dipartimenti in cui il numero delle successioni è più nume-roso, e in cui è quindi minore l'influsso dei singoli dati abnormi.

TAVOLA 12. Relazione tra le oscillazioni annuali e il numero

delle successioni. Francia: J 902-1913.

Numero dei

dirartl-Numero delle succes- menti compres nelle Scostamento

sioni dipartimentali singole classi unitario

( 1000 omessi) looc omessi) (Crs.)

(1) (2) (3)

10-30 lO .143

30-50 36 .122

50-70 27 .105

Oltre 70 13 .98

Il decrescere delle oscillazioni annuali col crescere del numero delle successioni è mostrato dalla Tavola 12. Da uno

scostamen-to unitario di circa 14 centesimi nei dipartimenti in cui si sono

contate dal 1902 al 1913 meno di 30.000 successioni si scende

gradualmente ad uno scostamento di meno di dieci centesimi nei dipartimenti in cui si sono avute più di 70.000 successioni. D 'al-tronde si può anche notare che le oscillazioni annuali risultano minori nei dipartimenti dove la successione media è ~iù elevata

(Tavola 13); e ciò dipende dal fatto che, in generale, le

succes-sioni medie sono più elevate dove le successioni sono più nu-merose.

TAVOLA 13. Relazione tra le oscillazioni annuali e l'altezza

della successione media. Francia: 1902-1913.

Classi cui appartengono le successioni medie . (frs.) 1,000- 5,000 5,000- 9,000 9,000-17,000 Oltre 17,000

Numero dei

diparti-menti compresi nell ..

singole classi . 12 37 28 9 Scostamento unitario .134 .128 .098 .090

(43)

-

33-cosa è un Dipartimento? è un organismo amministrativo. Ma può anche considerarsi come un organismo economico. Siamo anzi costretti a ciò. I dati della vita fisioa, intellettuale, morale, econo-mica hanno tutti per base il Dipartimento. Ne conosciamo la su-perficie, la popolazione, ed ogni altra caratteristica che la pubbli-ca amministrazione creda di dover rilevare e di render nota. Ve,-dremo se ogni Dipartimento abbia una fisonomia propria. Per ora esaminiamo come è distribuita la ricchezza tra i vari Diparti-menti e se c'è una tendenza alla perequazione tra essi. Si può parlare di distribuzione personale della ricchezza ma si può an-che parlare di distribuzione territoriale.

La distribuzione territoriale è dovuta all'indole degli abitanti, alla loro capacità e tenacia, al loro spirito di risparmio e di intra-presa: ma anche alle condizioni naturali, alla feracità delle ter-re, al contenuto del sottosuolo, alle forze naturali che vi si pos-sono utilizzare. D'altronde quel considerare la popolazione come autonoma nella sua indole, e sradicata dalla terra in cui vive, implica un arbitrio. Comunque la distribuzione territoriale della ricchezza privata ha una grande importanza, e ci offre un quadro riassuntivo del peso non solo economico, ma ancora sociale e po-litico, di ciascun dipa'rtimento n eli 'insieme dell 'organismo nazio-nale. E' certo che il prevalere di certe tendenze di politica eco-nomica in confronto di certe altre, si fonda sulla preponderanza di alcuni aggregati sopra tutti gli altri. La perequazione territo-riale, qualitativa o quantitativa, e cioè una maggiore omogenei-tà, si risolve anche in una equivalenza di forze tra gruppo e gruppo e ne riduce od annulla le risultanti: il protezionismo ot-tenuto da alcune zone di territorio a danno di altre.

L'esame delle medie aritmetiche delle successioni francesi relative al periodo 1902-1913 permette di rispondere appunto al quesito elementare di dinamica economica e cioè se sussista una tendenza alla uniformità nella distribuzione territoriale della ricchezza successoria, considerata nella sua espressione media. Il senso del movimento è verso una crescente perequazione tra

(44)

-- 34

-gruppi definiti dalle circoscrizioni dipartimentali o verso una cre-scente divergenza tra gruppo e gruppo? Il grado di omogeneità economico-patrimoniale di questi gruppi, per ciascun anno del periodo considerato, risulta dall'importanza dello scostamento del

-le singo-le medie dipartimentali dalla loro media genera-le.

TAVOLA 14. Variabilità territoriale delle successioni medie. Francia: 1902-1913.

Media aril- Somme degli Scostnmento Numero del Somme delle metica delle scostamen ti per franco Dlp. in cui In successioni successioni assoluti successorio succo media è

medie medie dalla media medio minore della

Anno (frs.) (fr •. ) aritmetica (4) : (3 media genero

(1~ (2) (3) (4) (5) (6) 1902 848,544 9,867 432,816 43.87 59 1903 829,361 9,644 444,272 46.07 58 1904 865,757 10,067 460,273 45.72 61 1905 914,745 10,637 485,491 45.64 62 1906 911,851 10,603 430,194 40,85 59 1907 892,659 10,380 427,981 41.23 60 1908 931,130 12,827 436,480 40.31 60 1909 944,784 10,986 444,774 40.49 58 1910 934,809 10,870 430,237 39.58 57 191 l 984,544 11,448 468,270 40.90 58 1912 944,507 10,983 445,454 40.56 55 1913 952,200 Il,072 425,034 38.39 56

I dati della colonna (5) della Tavola 14 mostrano che il senso del movimento è verso una crescente perequazione nella distri

-buzione territoriale della ricchezza successori a considerata nel

(45)

l'accelera--

35-zione, il rallentarsi ed anche l'inversione del movimento. E' pe-rò probabile, data la forte inerzia dei dati relativi alla distribu-zione dei patrimoni successori, che ii senso del movimento non deva facilmente mutare, a meno che nel sistema economico non si introduca una circostanza nuova che ne modifica profondamen -te l'attuale dinamica.

I dati della colonna (6) della Tavola 14 mettono, a loro vol-ta, in evidenza un 'altra circostanza dinamica. Mentre nel qua-driennio 190'2-190'5 le medie successori e dipartimentali furono in 60' casi minori della media generale di tutti i dipartimenti, nel quadrienno 1910'-1913 ii numero di questi casi si ridusse a 56.5. Per esprimermi geometTicamente la curva di frequenza delle medie dipartimentali nel quadriennio 1910-1913 presenta un apice meno elevato e meno acuto della curva analoga relativa al quadriennio 190'2-190'5; le frequenze si spostano verso valori successori più alti, cosicchè la prima curva è compresa nel suo primo tratto nella seconda, e nel tratto successivo la taglia per comprenderla in sè.

TAVOLA 15. Classi cui appartengono le successioni medie dipartimentali. Francia: 190'2-1913.

Classi di successioni Frequenze rispettive nei quadrlenni

medie (fra.) 1902-1905 1910-1V13 (l) (2) (3) 1,0'0'0'- 5,0'0'0' 18 9 5,0'0'0'- 9,0'0'0' 36 32 9,0'0'0'-17,0'0'0' 18 25 17,0'0'0'-19,0'0'0' 5 lO' 19,0'0'0'-21,0'0'0' 4 6 21,0'0'0'-25,0'0'0' 2 2 Oltre 25,0'0'0' 3 2

La Figura 1, che è costruita sui dati della Tavola 15, rende evidente all'occhio la dinamica del fenomeno. Un caso limite,

(46)

l'e---

36-guaglianza nella distribuzione delle successioni medie inferiori alla loro media generale e di quelle superiori.

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N c::

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CI)

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Le

,

.due curve appartengono al tipo unimodale moderatamen

-~o

J2

24

16

CURVE DI FREQUENZA

delle medie successori e

mentali nei quadrienni :

1902 - 1905 1910 - 1913

\ \

Asse delle medie (°/000 omessi)

FIG. I.

di

parli-te asimetrico, assai frequente in quest'ordine di fenomeni. La loro asimetria può misurarsi sulle seri azioni elementari conte-nute nel Quadro I (Appendice) applicando la formula

(a) Q'

+

Q" - 2Me

Q

nella quale Q' e

Q

"

rappresentano rispettivamente i quarti li in-feriore e superiore,

Q

la metà della loro differenza ed Me il va-lore mediano. Sostituendo nella (a) i valori medi dei quadrienni 1902-1905 e 1910-1913, si ottiene rispettivamente

5,449+11,4!'il- 2X7,762 +0.46 3,001

6,58S+12,228-2

X

12,228

2,821

+

0.31

(47)

-

31-per cui essa non può nel fenomeno considerato ritenersi molto rile-vante. Le singole medie dipartimentali tenderebbero a disporsi re-golarmente al di qua e al di là della loro media generale. Non più la folla dei dipartimenti proletari da un lato e i pochi doviziosi dali 'altro, ma un crescente equilibrio numerico tra quelli che stanno al di sotto della media e quelli che le stanno -al disopra e, anche, una crescente perequazione tra tutti e cioè un 'attenuarsi delle rispettive differenze.

6

.

La velocità di accrescimento dei patrimoni successori.

La velocità di accrescimento è maggiore nei piccoli patrimoni o nei medi o nei massimi? A questo problema ho già altrove in-cidentalmente accennato: lo riprendo ora in esame. Si tratta di un problema importante di dinamica economica: assai impor-tante anche per le conseguenze che se ne possono trarre per quanto a riguardo della distribuzione della ricchezza privata. Poi-chè se la produttività massima è un, interesse supremo, può pen-sarsi che sia anche da scegJiersi quel tipo di distribuzione cui corrisponde un più veloce incremento del risparmio e della ric-chezza. lo non credo che il nostro programma, individuale o po-litico, deva restringersi a questo solo aspetto della vita econo-mica: credo invece che sieno preferibili talvolta degli assetti distributivi in cui è minore che non sia in altri la velocità di in-cremento del risparmio. Perchè non bisogna confondere il be-nessere con la produttività; ad una diminuzione di produttività può talvolta corrispondere un aumento di benessere. La produt-tività e il risparmio non sono fatti gratuiti; ed è appunto nella loro onerosità, nei sacrifici che esigono, che essi trovano il loro limite concreto.

(48)

-

d8-sotnmo della gerarchia economica. I patrimoni sembrano con -formarsi alla legge generale dello sviluppo degli org:mismi: ten

-TAVOLA 16. Relazione tra l'importanza delle medie su

cces-sorie e il loro incremento. Francia: 1902-1910.

;

Classi cui ar,PBTtengono le Buccess onl medie

(frs.) (1) 1,000- 6,000 6,000- 8,000 8,000-10,000 10,000-12,000 12,000-15,000 (I) Oltre 15,000

Aumento proporzionale medio

verl-flcatosl nel periodo 1900-1913

relati-vamente al periodo 1902-1905 (2) 116.,5 119.9 117.7 113.4 118.4 102.2

dono verso la stasi. lo, per mio conto, non intendo dare un si-gnificato assoluto al fenomeno. Tuttavia esso potrebbe spiegare anche certi arresti nello svolgimento della ricchezza delle nazio -ni e nella loro potenza. Le ipotesi sono seducenti e gli uomi-ni se ne commuovono. Poi sfioriscono: hanno dato l'illusione della conoscenza e una arbitraria coordinazione di fatti intorno ad una unica variabile. Quei dati della Tavola 16 richiamano ad una legge propria della nostra natura: il valore subbiettivo degli ac-orescimenti di ricchezza diminuisce col crescere della ricchezza. Questi accrescimenti non si ottengono in generale senza uno sfor -zo, un sacrificio. Il tanto faticar che giova? Il piacere dell 'accu -mulazione si esaurisce progressivamente e l'accu-mulazione tende ad arrest.arsi. C'è al fondo delle nostre azioni sempre la stessa legge di sazi età : le passioni, l'interesse si esauriscono nel pos -sesso. Ci sono però anche dei casi di regresso che la legge di sazietà non varrebbe a spiegare: si dia uno sguardo alle medie relative ai dipartimenti del Rodano (66), della Senna (72) e della Senna Inferiore (73). Confrontiamo le successioni medie del pe

(49)

- 39

-riodo 1902-1905 con le successioni medie del periodo 1902-1905 con le successioni medie degli otto anni successivi, e facciamo le prime eguali a 100. QueIJe del periodo 1906-1913 assumono in relazione i valori seguenti:

Rodano Senna Senna Inferiore .85 .93 .89

C'è dunque una contrazione delle suocessioni medie in que-sti Dipartimenti ohe sono appunto a medie elevatissime. Pour

6pater le bourgeois, çhe è sempre disposto a far molto conto di

ciò che non .capisce, si potrebbe dire che il coefficiente di corre-lazione tra l'importanza della successione media e la sua velocità incrementale è di -0.37, che il coefficiente di regressione è di -302.29, e così via. Si potrebbe anche riempire di indici una intera pagina: il risultato sarebbe sempre lo stesso, e cioè queIJo quello fatto palese dalla Tavola 16. Per mia propria esperienza ho dovuto convincermi che

i

proceoimenti sintetici sono spesso inutili e non di rado anche inopportuni.

(50)

-

40-VI.

Ricchezza successona e popolazione

Succe.sioDe media e denaità dell. popolazione •. Il predominio delle ci!!. nell. distribuzione territoriale de1l8 ricchezza .. La frequenza dei pTopri~tari e d.lle grandi fortune nelle città. nelle campagne •• Patrimonio. famiglia ••

La dioamilZ8 della ricchezza e la natalità .. Il rispnrmio e la previdenza dei piccoli • dei grandi po •• identi •• Ricche1" c bene6cenzo.

l. Successione media e densità della popolazione. - La

ricchezza media è più elevata dove la popolazione è più densa o dove essa è più rada? Il problema è alquanto vago perchè una media può essere più elevata di un 'altra o perchè sono

maggio-r; tutti o la maggior parte dei termini donde la media deriva, o anche solo per essere maggiori soltanto certi gruppi di termini

e per es., i più piccoli oppure i più grandi. I due casi danno luogo a conseguenze diverse: se sono maggiori i termini più pic-coli ciò significherebbe che la densità della popolazione favoren-do lo sviluppo delle piccole fortune favorisce ad un tempo la loro generale perequazione, se sono invece maggiori i termini più grandi sarebbe favorita la loro generale concentrazione. Per

riconoscere se c'è connessione t,ra successione media e

den-sità della popolazione confrontiamo le successioni medie dipar· timentali (1902-1913) con la densità della popolazione per di·

partimento quale risulta dal censimento del 1911.

La Tavola 17 mostra che dove è più densa la popolazione è più alta anche, in generale, l!l successione media. Analoga re-lazione ha già messo in evidenza il Bresoiani (1) per l'Austria, la Prussia, il Wlirbenberg, la Sassonia e l'Olanda: anche in questi

paesi G.ol crescere dell 'agglomerazione della popolazione cresce

il patrimonio medio dei censiti. Questo sembra voler significare

(51)

- 41

-che le contingenze favorevoli allo sviluppo delle fortune sono più frequenti e più attive nei centri industriali ohe nelle regioni

a-TAVOLA 17. Relazione tra altezza della successione media e

densità della popolazione. Francia: 1902-1913.

Classe cui if.partlene

la media de e succes- Densità media della

sione dipartimenti. Numero pOllolazione neF.ll steso

(frs.) del dipartimenti si i partimen t .

(1) (2) (3) fino a 6,000 20 45.6 6,000- 8,900 19 59.1 8,000-10,000 13 55.5 10,000-12,000 14 65.7 12,000-15,000 7 82.0 Oltre 15,000 12 131.5

85 (escluso il dip. della Senna). gricole. Ed è pur da ritenere che vi influisca il valore della pro-prietà edi.lizia, cosi fortemente dinamico nei centri a rapido svi-luppo, nonchè il concentrarsi nelle città dei valori mobiliari: essi permettono, a persone avvedute, di sfruttare le oscillazioni dei prezzi, ,nel modo più semplice e, per dir così, immateriale e senza particolari difficoltà di gestione.

La relazione che si osserva nella Tavola 17 è confermata, come fenomeno di insieme, dai dati della Tavola 18in cui si può studiare la connessione tra l'importanza della popolazione urba-na e l'altezza della successione media. Ci sono delle anomalie, ma, in generale, la conferma è decisiva.

Quali sono le determinanti di questo predominio della città nell"!f-.distribuzione territoriale della ricchezza? ed influiscono es-se nel senso della perequazione o in quello della concentrazione?

(52)

an--

42-TAVOLA 18. Relazione tra l'importanza della popolazione ur-bana e l'altezza della successione media. Francia: 1902-1913. Dipartimenti in cui la Popolazione urbana

popolazione urbana è: per 1000 abitanti (1901)

(53)

-

43-Francia degli interessi agricoli a quelli industriali e commercia-li. La Tavola 19 ci dà la misura della preponderanza dei beni

TAVOLA 19. Relazione tra l'importanza della popolazione ur-baTlJO. e la composizione qualitativa della ricchezza successoria. Francia: media 1906-1908.

Dipartimenti In .!ul Popolazione 010 del valore 010 del valore 010 del valore la popolazione urba· urbanll per del beni degli immo- d"gli Immo-na è: 1,000 abitanti mobili bili urbani bili rurali

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