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Academic year: 2021

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ALBERTOPANCONESI(a cura di) (2007) – Il cipresso: dalla leg- genda al futuro. Sesto Fiorentino, CNR – Istituto per la Protezione delle Piante. 455 pagine, 210 x 295 mm, 785 ill., € 80,00. ISBN 978-88-88228-20-4.

Libri sul cipresso ne sono stati scritti parecchi, ma questo, curato da Alberto Panconesi con una nutrita schiera di valenti collaboratori, esce dall’usuale; a buon diritto si potrebbe chia- marlo l’opera omnia sul cipresso.

Infatti già la seconda parte del titolo è quanto mai signifi- cativa: dalla leggenda al futuro. Non manca niente di tutto quello che dobbiamo conoscere su questa nobilissima pianta simbolo dell’ambiente mediterraneo.

Il volume è diviso in nove parti, ciascuna delle quali a sua volta in capitoli trattati da specialisti. Alla fine di ogni capitolo un’adeguata bibliografia per chi vuol sa per ne di più.

Si inizia ovviamente con le notizie storiche e culturali attra- verso un percorso che impegna l’arte, la letteratura, le usanze civili e religiose che al cipresso si connettono. Si tratta di un capitolo assai ampio corredato da oltre 160 interessanti foto- grafie.

La seconda parte, suddivisa in sette capitoli, è dedicata agli aspetti botanici e sistematici, con tanto di chiave per il riconoscimento del genere, per finire alle caratteristiche della specie sempervirens ed alla sua genetica.

La terza parte, ripartita in cinque capitoli, tratta delle fun- zioni e delle utilizzazioni del cipresso: dalla presenza della pianta nel paesaggio agro-forestale, alla funzione economica di pianta da legno e da frangivento, per concludersi sulle sue peculiarità terapeutiche e cosmetiche.

La successiva quarta parte, suddivisa in cinque capitoli, concerne l’uso ornamentale del cipresso, dalla sua antica pre- senza nel giardino storico italiano, al viale di Bolgheri e ai cipressi delle Crete senesi.

Le successive tre parti, con i loro sei capitoli, affrontano i problemi dei parassiti della pianta, del suo miglioramento genetico e del polline in relazione al quale non viene trascu- rata quella forma di allergia che colpisce molte persone all’e- poca della fioritura della pianta. A tale proposito un intero capitolo è dedicato ad un modello di fenologia per la previ- sione della stagione dei pollini a Firenze.

Chiude il volume la parte dedicata alle curiosità sul cipresso. Dalla sua utilizzazione per strumenti musicali, ai monili d’argento raffiguranti la pianta, alle etichette delle bot- tiglie di vino, alla iconografia araldica, alla filatelia italiana e straniera, alla numismatica; il tutto corredato da abbondanti e chiarissime fotografie.

Di suggestivo impatto visivo è la pregevole elaborazione grafica del volume curata da Irene Dellavalle nota ricercatrice nel campo della patologia forestale. Ad esso si aggiunge la messe di ottime illustrazioni che corredano tutti i 35 capitoli del volume, le chiare cartine degli areali delle specie, nonché le numerose e varie microfotografie che illustrano certi aspetti botanici e patologici della pianta.

E il futuro? È racchiuso nell’ultima parte relativa al com- plesso del programma di attività di ricerca del CNR ed in par- ticolare dell’Istituto per la protezione delle piante, volto alla conservazione, protezione e valorizzazione del nostro cipresso.

In conclusione si tratta di un buon libro, molto ben curato

nella parte editoriale, che fa onore non solo agli autori che vi hanno partecipato, ma anche a tutta la ricerca forestale ita- liana, testo che non dovrebbe assolutamente mancare nella biblioteca di un forestale.

ANTONIOGABBRIELLI

BERNARDOHELLRIGL(2006) – Elementi di xiloenergetica.

Definizioni, formule, tabelle. Legnaro, Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL). Stampato da

«Litocenter», Limena (PD). 319 pagine.

È stato di recente pubblicato dall’AIEL, Associazione Italiana Energie Agroforestali, un volume, scritto da Bernardo Hellrigl, dal titolo «Elementi di xiloenergetica», titolo per molti versi intrigante, almeno per chi ha un bagaglio culturale-formativo nell’ambito delle Scienze Forestali. Viene, infatti, spontaneo chiedersi se si tratti di un testo di archeologia forestale, vale a dire del recupero di vecchie informazioni contenute nei testi di Dendrometria e di Tecnologia del legno, o di un contributo all’innovazione nel settore delle energie rinnovabili.

Il dubbio deriva dal fatto che l’impiego del legno come fonte energetica è stato un argomento da sempre studiato dalle Scienze Forestali. Se ne occupava (e se ne occupa) la Selvicoltura, rela- tivamente alle tecniche colturali adatte alla sua produzione, l’Assestamento forestale, circa la continuità e la massimizzazione della sua produzione, l’Economia per gli aspetti commerciali, ma soprattutto la Dendrometria e la Tecnologia del legno. Fra queste due ultime discipline, la prima analizzava gli aspetti delle diverse unità di misura (peso, metro stero, volume) applicate nella vendita del prodotto. La seconda, invece, studiava l’in- fluenza che ha il contenuto di acqua presente nel legno sia sul potere calorifico sia sul peso, se adottato come sistema di misura.

In entrambi i casi si trattava di temi nel complesso margi- nali, poiché l’interesse prevalente era rivolto allo studio del- l’impiego del legno per altri usi di maggiore importanza eco- nomica.

Dagli anni sessanta del secolo scorso questi argomenti ini- ziarono ad essere obsoleti, tanto che era difficile trovare in bibliografia qualche articolo che ne parlasse. Superato era, infatti, anche l’uso del legno a fini energetici.

Agli inizi dell’attuale secolo il legno come fonte energetica ritorna attuale grazie a una serie di circostanze: l’aumento del prezzo dei combustibili fossili, le crescenti difficoltà nel loro approvvigionamento, l’avvio di politiche tese a ridurre le emis- sioni di anidride carbonica fossile nell’atmosfera, ecc. La con- seguenza prima di questo nuovo interesse è stata la comparsa sul mercato di nuovi apparati di combustione, sia domestici sia collettivi, che sempre più si sono affermati nel crescente mer- cato dei sistemi che usano fonti energetiche alternative a quelle fossili.

Evidentemente questa novità, o meglio questa «innovazione di recupero», ha spinto tutte le figure coinvolte nella filiera a ricercare informazioni di carattere tecnico per suffragarne la produzione e l’acquisto. Per soddisfare queste nuove esigenze informative si è dovuto il più delle volte ricorrere alle vecchie nozioni o anche a nuove, non necessariamente però affidabili perché sovente fornite dai produttori degli apparati, com- prensibilmente non sempre attendibili circa l’obiettività dei dati.

D’altra parte la disponibilità di realistiche valutazioni sulle caratteristiche del legno utilizzato come fonte energetica è di massima rilevanza. È necessario, infatti, ricordare che, a diffe- renza di altre fonti, i risultati che si possono ottenere con l’im - piego del legno come fonte energetica sono intrinsecamente

RECENSIONI

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296 RECENSIONI incerti. Al variare del contenuto d’acqua nel legno, infatti, si

modificano quasi tutti i parametri (peso, metro stero, volume, potere calorifico, ecc.) coinvolti nelle valutazioni tecniche, nonché il buon funzionamento di diversi apparati e la loro reale resa in termini energetici. Di conseguenza, ben presto si è sen- tita la mancanza di un testo di riferimento sul quale poter docu- mentarsi relativamente a questi argomenti.

Il volume di Bernardo Hellrigl colma questa lacuna affron- tando la complessa tematica con elevato rigore scientifico e logico, calandola peraltro nelle sue ripercussioni anche di carat- tere pratico.

Il testo, infatti, inizia analizzando alcuni aspetti generali relativi alle caratteristiche strutturali del legno. Già dal terzo capitolo, però, affronta argomenti di notevole rilevanza anche pratica come, ad esempio, il potere calorifico, le diverse unità di misura, il prezzo del legno e dell’energia, fino ad arrivare alle considerazioni sull’opportunità dell’impiego di una o del- l’altra unità di misura negli scambi commerciali. Ogni capitolo è corredato da un riassunto finale di tipo concettuale e meto- dologico e da una serie di esempi di calcolo delle varie gran- dezze illustrate nel testo, riferiti a contesti in cui compaiono tutte le figure coinvolte: dal proprietario boschivo, al commer- ciante di legna da ardere e giù fino all’utilizzatore di un impianto. Il testo, infine, si conclude con 175 tabelle, in parte originali, capaci di fornire quel bagaglio numerico indispensa- bile per fondare su basi concrete le varie analisi che questa nuova tematica sempre più richiede.

Si tratta di un testo completo, ben articolato, che affronta in modo chiaro un argomento piuttosto complesso. Proprio la complessità dell’argomento e il rigore con cui è stato affrontato fanno sì che questo libro costituisca il necessario supporto teo- rico per chi opera in tutti i momenti del sistema albero-legno- energia, ma soprattutto per quei tecnici che sono chiamati a valutare la convenienza e l’opportunità di investire risorse eco- nomiche su questa vecchia, ma nuova, fonte energetica.

ORAZIOCIANCIO

* * *

Il 26 giugno 2006 sono stati presentati nella sede dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali il secondo e il terzo volume della col- lana «Supporti tecnici alla legge Regionale Forestale della Toscana»

dedicati, rispettivamente, al cipresso e alle specie arboree sporadiche.

La collana è stata voluta dall’ARSIA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’In novazione nel settore Agricolo-forestale) e dalla Regione Toscana - Direzione Generale Sviluppo Economico, Settore Foreste e Patrimonio Agroforestale, allo scopo di fornire, agli ope- ratori del settore, manuali di carattere pratico-applicativo utili alla gestione selvicolturale dei principali soprassuoli forestali regionali in conformità alla Legge Regionale n. 39/2000 e al Regolamento Forestale (D.P.G.R. 48/R/2003).

I manuali sono distribuiti gratuitamente da ARSIA a seguito di apposita richiesta (www.arsia.toscana.it).

AA.VV. (2007) – La selvicoltura delle cipressete della Toscana.

ARSIA; Regione Toscana. Supporti tecnici alla legge Regionale Forestale della Toscana. Vol. 2. Tip. Press Service, Sesto Fiorentino (FI). 102 pagine.

Il cipresso, diffuso in Toscana più che in ogni altra regione italiana, è forse l’albero che più ne caratterizza e rappresenta il paesaggio agli occhi del mondo intero. Inoltre le cipressete, pur occupando meno dell’1% della superficie forestale regio-

nale, grazie alle spiccate caratteristiche di rusticità della specie, sono soprassuoli tipici di ambienti difficili e di ecosi- stemi multifunzionali da preservare. Per questi motivi l’ARSIA e la Regione Toscana hanno deciso di dedicare alle cipressete il secondo volume dei «Supporti tecnici alla Legge Regionale Forestale della Toscana».

Il volume raccoglie ed integra i risultati delle esperienze del gruppo di lavoro Interreg MEDOCCprogetti Cypmed e MedCypre grazie al coordinamento di Roberto Danti e Gianni della Rocca (CNR Istituto per la Protezione delle Piante), di Antonio Faini (ARSIA) e Daniele Perulli (Regione Toscana, Direzione Generale Sviluppo Economico, Settore Foreste e Patrimonio Agroforestale).

Grande spazio è dedicato alla descrizione botanica della specie, delle sue esigenze ecologiche e delle caratteristiche tec- nologiche del legno. Particolarmente approfondito è il capi- tolo riguardante le fitopatologie che colpiscono la specie. Per le principali malattie dovute all’attacco di funghi, fitofagi e scolitidi vengono riportati, con dovizia di particolari, distribu- zione, sintomi che ne consentono l’identificazione, diffusione, danni e metodi di controllo. Tale attenzione è dettata dall’im- portanza che queste patologie assumono nella gestione di individui isolati, di formazioni lineari o di soprassuoli a preva- lenza di cipresso.

La gestione delle cipressete viene trattata mantenendo distinta la selvicoltura dei soprassuoli esistenti dalla realizza- zione e conduzione di nuove piantagioni di cipresso.

Gli aspetti selvicolturali, per i quali non abbonda biblio- grafia recente, vengono trattati individuando, sulla base di composizione specifica e struttura per età, diverse tipologie di soprassuoli. Per ogni tipologia, viene fornita una breve descri- zione della struttura e dello stato evolutivo. La gestione è, gene- ralmente, finalizzata a favorire o mantenere strutture disateneiformi a netta prevalenza di cipresso pur assecondando, ove possi- bile, l’ingresso e la diffusione delle latifoglie. Per tutti gli inter- venti suggeriti vengono riportati gli intervalli temporali come previsto dalla legge regionale e vengono indicati i criteri sel- vicolturali con cui operare; per quanto concerne l’entità dei prelievi se ne auspica la valutazione sulla base delle condizioni stazionali e dello stato del soprassuolo. La parte finale di questo capitolo è dedicata alla gestione boschi da seme, ricordando che nel Libro Nazione dei Boschi da Seme (L.N. 269/73) figu- rano ad oggi 3 soprassuoli, tutti situati in Toscana.

Per le nuove piantagioni di cipresso, intese sia come inter- venti di imboschimento o rimboschimento sia come impianti realizzati con scopo produttivo, vengono proposti moduli col- turali riferibili a quelli caratteristici di una razionale arboricol- tura da legno. Interessante e utile risulta la sezione dedicata all’approvvigionamento delle piantine, in cui viene riportata una puntuale descrizione dei cloni resistenti al cancro attual- mente in commercio.

Un capitolo a parte, l’ultimo, è dedicato specificatamente alla bonifica sanitaria del cipresso in ambito forestale: ven- gono descritti compiutamente gli ambiti di intervento, l’e - poca, le modalità e i costi del risanamento.

La lettura è agevole ed accompagnata da un ricco appa- rato iconografico. Chiarimenti e spunti per approfondimenti sono forniti dal glossario e dalla bibliografia.

Il manuale contribuisce, in modo chiaro, alla diffusione di conoscenze indispensabili alla gestione di un patrimonio arboreo quantitativamente non rilevante, ma a cui deve essere riconosciuto un inestimabile valore dal punto di vista ecolo- gico, paesaggistico e umanistico.

ALBERTOMALTONIe BARBARAMARIOTTI

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AA.VV. (2007) – La selvicoltura delle specie sporadiche in Toscana. ARSIA; Regione Toscana. Supporti tecnici alla legge Regionale Forestale della Toscana. Vol. 3. Tip. Press Service, Sesto Fiorentino (FI). 354 pagine.

Il volume è dedicato alle specie arboree sporadiche, inten- dendo con tale definizione sia specie che, per esigenze ecolo- giche e/o scarsa competitività, solo raramente si incontrano nei boschi regionali sia quelle la cui diffusione è stata invece limitata dalle attività antropiche. Sono oggetto di trattazione le specie indicate e tutelate dal Regolamento Forestale della Toscana all’art. 12 a cui si aggiungono alcune specie quercine.

Complessivamente, nei boschi toscani e in particolare nei cedui, tali specie costituiscono un patrimonio ad oggi sottova- lutato ma assai consistente: i dati inventariali ne stimano la presenza in 90 milioni di individui, con un valore medio di 80/ha.

L’obiettivo del manuale è quello di introdurre e diffon- dere un approccio, inconsueto per il selvicoltore italiano, che prevede un’analisi di maggior dettaglio del popolamento in modo che non passino inosservati individui arborei, di specie sporadiche, che, una volta valorizzati, siano in grado di for- nire un reddito paragonabile, se non superiore, a quello deri- vante dall’intero soprassuolo. Si tratta della «selvicoltura d’albero», diffusa in centro Europa, prevalentemente in Francia e Germania. Vengono proposte tecniche di alleva- mento, in bosco, di singole piante (anche solo 3-4 piante/ha) che portano al miglioramento del prodotto legnoso con l’ot- tenimento di assortimenti di elevato valore qualitativo attual- mente richiesti dal mercato o per i quali sono prevedibili impieghi di nicchia. L’incremento dei ricavi non va a pregiu- dicare le altre valenze legate alla presenza delle specie spora- diche in relazione ad aspetti ecologici, sociali, economici e paesaggistici; infatti la cura di singole piante non può che essere di supporto in un’ottica di conservazione e protezione delle specie stesse e dei soprassuoli nei quali vegetano.

Gli Autori ritengono che la dizione «selvicoltura d’al - bero» sia da ritenersi appropriata in quanto fa riferimento alla cura della singola pianta in bosco senza prescindere dal consi- derare, nelle scelte colturali, il corteggio di piante che si tro- vano attorno all’individuo prescelto e, più in generale, la gestione del soprassuolo in cui si trova.

La ricca base bibliografica su cui si fonda l’approccio pro- posto, oltre a comprendere le principali pubblicazioni frutto delle esperienze estere, è integrata dai lavori del Prof.

Giovanni Bernetti e del Prof. Orazio Ciancio che descrivono e sostengono la capillarità e la puntualità degli interventi in bosco. Gli Autori del manuale grazie alla complementarietà

delle loro competenze (arboricoltura da legno, selvicoltura e tecnologia del legno) riescono a fornire una lettura critica del metodo calandolo, per gli aspetti pratici, nella realtà forestale toscana.

Nella parte generale del volume sono trattate con chia- rezza e precisione l’approccio, gli obiettivi, le tecniche coltu- rali applicabili nel rispetto delle leggi vigenti in Toscana e secondo strategie di integrazione tra selvicoltura d’albero e gestione del popolamento. Le valutazioni da compiere e le cure colturali da adottare vengono riportate in dettaglio per tutta la durata del ciclo vitale della pianta individuando le seguenti fasi: insediamento, qualificazione, dimensionamento e maturazione. Accanto a tecniche ormai note e largamente diffuse, se ne propongono altre attualmente poco praticate in bosco, come il cassage e la cercinatura. Il tutto viene esposto con semplicità, ma esaurientemente, anche grazie a numerose illustrazioni. All’interno del quadro normativo regionale gli Autori propongono un’interpretazione che porta a conside- rare gli interventi descritti come assimilabili, in genere, a tipo- logie di diradamento che prevedano la richiesta di una spe cifica autorizzazione.

Per facilitare il riconoscimento in bosco delle specie con- siderate e per diffondere le conoscenze sulle loro potenzialità produttive, il volume presenta un’ampia parte monografica con schede per singola specie. Ogni scheda, corredata da illu- strazioni esplicative, si compone di una descrizione molto par- ticolareggiata delle caratteristiche botaniche focalizzata principalmente sugli elementi utili al riconoscimento pratico;

contiene inoltre paragrafi dedicati alle caratteristiche ecolo- giche, a quelle tecnologiche del legno, alle potenzialità economiche, alla diffusione della specie in Toscana, alle in - formazioni specifiche, quando disponibili, sulle scelte coltu- rali. Per ulteriori approfondimenti è stata inserita, per ogni specie, una esauriente bibliografia che comprende pubblica- zioni cartacee e disponibili on-line.

Come gli altri volumi della stessa collana, anche questo è completato da un ricco glossario.

A differenza dei precedenti manuali sulle pinete e sulle cipressete, in cui le proposte gestionali si inseriscono in un contesto già consolidato, questo libro rappresenta una novità nel panorama selvicolturale toscano e italiano, se si eccettuano alcune isolate esperienze. Da questo contributo può scaturire una opportunità che consenta di incrementare la produttività di soprassuoli «poveri», in particolare di quelli governati a ceduo, favorendone al contempo una gestione sostenibile. È auspicabile che il forestale la colga.

ALBERTOMALTONIe BARBARAMARIOTTI

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