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IL CONGRESSO DI VIENNA E LA RESTAURAZIONE

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Academic year: 2021

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IL CONGRESSO DI VIENNA E LA RESTAURAZIONE

Dopo solo 25 anni dall'inizio della rivoluzione francese, il 1 novembre 1814, prese avvio il Congresso di Vienna. In un lasso di tempo piuttosto limitato l'Europa aveva sperimentato una serie di eventi traumatici, come la rivoluzione, i successivi turbolenti accadimenti politici francesi e l'esperienza del cesarismo di Napoleone. Questi, deposto ed esiliato sull’isola d’Elba, riuscì a rientrare in Francia il 20 marzo 1815, dove, sostenuto dai liberali, realizzò il "Regno dei Cento Giorni", proprio mentre il Congresso di Vienna decideva la divisione dell'impero napoleonico. La rovinosa sconfitta francese nella battaglia di Waterloo contro gli inglesi nel 1815 pose definitivamente fine alle aspirazioni di Napoleone, esiliato sull'isola di Sant'Elena fino alla morte.

CARTA DELL'IMPERO NAPOLEONICO NEL 1812, ALL'ALBA DEL CONGRESSO DI VIENNA

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Il Congresso di Vienna fu promosso dagli stati che avevano sconfitto la Francia: Inghilterra , Austria , Russia e Prussia e aveva lo scopo di ristabilire l'ordine e la pace in Europa. Si attuò pertanto la ridefinizione politica del potere degli stati sovrani, contenendo possibili desideri egemonici o mire imperialistiche come quella di Napoleone, contraendo l'espansione

francese fino a riportare i suoi confini alle dimensioni originarie e infine reprimendo completamente le idee rivoluzionarie. Furono individuati i due principi fondanti, quello di legittimita' e quello di equilibrio. Secondo il principio di legittimità i sovrani di un tempo dovevano tornare al potere, ma qualora il principio di legittimità avesse potuto generare conflitti, sarebbe stato applicato il principio di equilibrio, per evitare che uno degli stati europei potesse diventare più forte e potente degli altri. I vecchi sovrani tornarono così a governare: in Francia, in base al principio di legittimità, salì al trono Luigi XVIII, fratello del defunto re e i confini del Paese vennero riportati a quelli del 1791; la Spagna tornò a Ferdinando VII di Borbone; il Portogallo vide nuovamente la dinastia Braganza; nel Regno di Prussia si insediò Federico Guglielmo III; l'Olanda acquistò il Belgio, dando vita al regno dei Paesi Bassi sotto la guida di Guglielmo I d'Orange; l'Inghilterra vide consolidata la propria posizione egemonica marittima, conservando Malta, Gibilterra e altre isole; venne sancita la neutralita' perpetua della Confederazione Svizzera; il Regno di Sardegna

( composto da Piemonte, Savoia, Sardegna, Nizza e repubblica di Genova ) tornò sotto i Savoia , con il re Vittorio Emanuele I; al posto del Sacro Romano Impero nacque una

Confederazione Germanica, formata da 39 stati (comprendenti anche i territori del Trentino, la città di Trieste e una parte dell'Istria), sotto la presidenza dell'Austria; la Russia ottenne Finlandia e Polonia; il Regno di Svezia ottenne la Norvegia; l'Impero d'Austria con Francesco I, sotto la guida sapiente di Metternich, si confermò come fulcro dell'equilibrio continentale e ottenne il controllo di quasi tutta l'Italia: la Lombardia e Venezia furono unite nel Regno Lombardo-Veneto , direttamente sotto il controllo dell'imperatore d'Austria;

sovrani legati alla casa d'Austria furono messi a controllo del Granducato di Toscana e dei piccoli ducati di Parma , Modena , Lucca e Massa; venne ricostituito lo Stato della Chiesa , che comprendeva Lazio, Emilia, Romagna, Marche e Umbria; l'Italia meridionale fu riunita nel Regno delle Due Sicilie, sotto il controllo di Ferdinando IV di Borbone , che prese il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie. Il Congresso sancì inoltre il divieto del traffico di schiavi dall'Africa alle Americhe e si concluse il 9 giugno 1815 .

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MAPPA DEGLI STATI EUROPEI DOPO LA RESTAURAZIONE

Nei diversi stati europei la restaurazione avvenne con modalità differenti. In Spagna fu abolita la costituzione, in un regime di ferrea restaurazione monarchica; in Prussia si tornò al rigido assolutismo, ma con l'intervento di importanti riforme, tra cui quella dell'esercito;

l'Austra di Metternich respinse ogni idea di riforma, instaurando un regime di controllo poliziesco; nel Granducato di Toscana fu ripristinato il Codice leopoldino, mentre nel Regno di Sardegna venne restaurato l'assolutismo, con l'appoggio del potere ecclesiastico; la repressione caratterizzò il Regno delle Due Sicilie; il papato riaffermò il suo potere, venne ricostruita la Compagnia del Gesù e vennero presi provvedimenti contro gli ebrei,

accompagnati tuttavia da un programma di riforme; in Francia Luigi XVIII concesse la Carta che riconosceva l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, garantiva la libertà individuale e l'inviolabilità della proprietà privata.

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La Carta attribuiva al re tutti i poteri, erano istituite due camere con modeste facoltà di effettivo intervento, in cui però iniziarono a prendere forma i partiti politici, a seconda del proprio orientamento ideologico. Risulta evidente dunque che la restaurazione in Francia non causò un declino dell'attività civica: il dispotismo di Napoleone era ora soppiantato da libertà e diritti. Il concetto di restaurazione veniva quindi introdotto al fine di troncare ogni velleità rivoluzionaria, nel segno della ricostruzione dei poteri monarchici per la

salvaguardia delle nazioni, una spinta controrivoluzionaria vista come necessaria per ridurre il disordine sociale e la sovversione.

La stabilità politica tra gli stati europei instaurata con il Congresso di Vienna durò effettivamente fino al 1914, ma il limite di questo accordo internazionale fu quello di cercare di riproporre un modello precedente, senza tenere in debita considerazione alcuni aspetti fondamentali. Innanzitutto con l'affermazione del principio secondo cui lo stato era proprietà del sovrano si esplicitava la sostanziale negazione del concetto di nazione, fatto che andava inevitabilmente a scontrarsi con le istanze nazionaliste e indipendentiste presenti sul territorio, si pensi ad esempio alla dominazione austriaca nel Lombardo-Veneto.

Secondariamente il tentativo di ritorno alla vecchia normalità non teneva conto degli inevitabili mutamenti culturali che nel frattempo avevano preso forma nelle coscienze europee, proprio in conseguenza della molteplicità degli accadimenti e della loro portata.

Inoltre gli accordi tra gli stati non consideravano le spinte sempre crescenti in ambito commerciale, che in qualche maniera necessitavano di interferire con le scelte politiche.

L'Europa si trovava dunque in un momento cruciale. Insieme alle pressioni interne agivano sul territorio le istanze liberiste provenienti dalle colonie: in particolare la Spagna si trovava in difficoltà nella relazione con i creoli delle colonie americane. Anche l'Impero Ottomano subiva le spinte indipendentiste, in paricolare della Serbia. In ambito economico si era realizzato un progresso consistente solamente in Inghilterra, che si era affermata come grande potenza navale, commerciale, industriale. Nel resto del territorio europeo lo

sviluppo industriale era invece limitato, l'economia era ancora prevalentemente agricola. Il progressivo formarsi di una borghesia industriale e commerciale d'altro canto, consapevole del proprio ruolo all'interno della società, favorì l'affermarsi di posizioni liberali, come l'idea di sovranità popolare e l'esigenza di un governo di stampo repubblicano, che garantisse la certezza del diritto e l'uguaglianza formale tra i cittadini.

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Il romanticismo frattanto portava un vento che alimentava le tendenze all'emancipazione e il desiderio di progresso. Romanticismo significava anche libertà, affermazione dell'individuo contro le convenzioni, ideali patriottici. Il dominio napoleonico, inoltre, aveva lasciato un'importante eredità, costituita da un sistema di amministrazione efficiente e con una nuova concezione dello stato che ottenne il monopolio della forza legittima. Al di fuori

dell'Inghilterra lo stato moderno assunse la forma dello stato burocratico-amministrativo, il funzionario statale aveva una formazione giuridica, i sudditi erano stati trasformati in cittadini dalla rivoluzione francese, la sovranità non apparteneva più solamente al principe, ma anche al popolo, lo sviluppo dei sistemi politici era ormai strettamente legato alla redazione di una costituzione, si costituiva lo Stato di diritto. La Russia dal canto suo era una potenza demografica e militare, ma sostanzialmente arretrata economicamente. Per evitare nuove rivoluzioni lo zar Alessandro I propose di costituire la Santa Alleanza, cui aderirono Russia, Austria e Prussia e successivamente anche la Francia, un nuovo strumento diplomatico e militare atto a garantire la stabilità degli equilibri interni ed internazionali.

Alla santa Alleanza si opposero invece papa Pio VII, l'Inghilterra e l'Austria, a causa

principalmente della concezione teocratica manifestata dallo stesso Alessandro I. Si affermò il principio d'intervento: qualora si fosse manifestato il pericolo di una nuova rivoluzione, le grandi potenze avevano il diritto di intervenire con i propri eserciti all'interno di qualunque stato. Si affermò inoltre l'importante idea di concerto, un controllo politico all'interno dell'allenaza ottenuto attraverso un dialogo costante tra le grandi potenze, al fine di ridurre le tensioni. Le vertenze internazionali dovevano trovare una ricomposizione nel sistema dei congressi periodici attraverso trattative e senza fare ricorso ad azioni belliche.

Nel 1815 fu siglata anche la Quaruplice alleanza tra Russia, Prussia, Austria e Gran Bretagna al fine di vigilare contro i possibili tentativi di rivincita francesi e contro sommovimenti rivoluzionari che potessero minacciare l'equilibrio europeo.

Tutti questi sforzi non riuscirono comunque a fermare i moti rivoluzionari che dopo pochi anni agitarono nuovamente l'Europa e che, in Italia, portarono infine al Risorgimento.

La mappa dell'IMPERO NAPOLEONICO è sul sito https://it.wikipedia.org/wiki/Primo_Impero_francese La mappa della RESTAURAZIONE è sul sito

https://dizionaripiu.zanichelli.it/storiadigitale/p/mappastorica/153/l-europa-dopo-il-congresso-di-vienna

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