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Strutture da deformazione

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Academic year: 2021

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(1)

Strutture da deformazione

(2)

Transizione fragile / “duttile”

Il termine fragile riferito ad una deformazione ha un

preciso significato meccanico e implica il meccanismo deformativo di cataclasi, cioè un tipo di deformazione in cui si ha formazione di fratture e in cui lo strain viene accomodato da scivolamento dei grani lungo esse.

Una definizione altrettanto chiara dal punto di vista meccanico non esiste per il termine “duttile''.

2

(3)

Transizione fragile / “duttile”

Per “duttilità'' si intende la capacità di un materiale di deformarsi in modo diffuso e uniforme.

In meccanica delle rocce, una roccia che ha un comportamento duttile è una roccia che se

sottoposta a stress può acquisire una certa quantità di deformazione (strain) prima di giungere a rottura.

3

(4)

Transizione fragile / “duttile”

Il problema è che una certa deformazione può essere

duttile ad una certa scala di osservazione e non esserlo più ad un’altra scala (e viceversa!)

Tutte le rocce deformate mostrano una deformazione duttile (o fragile) a seconda della scala di osservazione.

4

(a)

(b)

(c) 

(5)

Transizione fragile / “duttile”

concetto di transizione fragile/duttile può

generare confusione perché associa il termine

fragile, con un ben definito significato meccanico, al termine duttile che invece non ha alcun

significato meccanico preciso.

un comportamento duttile ad una certa scala di osservazione può risultare da uno qualsiasi dei meccanismi deformativi possibili (cataclasi,

plasticità, scivolamento viscoso, dissoluzione e riprecipitazione).

5

(6)

Transizione fragile / “duttile”

sarebbe più corretto distinguere tra:

deformazione localizzata e deformazione non localizzata

oppure di transizione tra:

comportamento fragile (cataclasi) e plasticità.

6

Temp. transizione cataclasi/plasticità

(7)

Cataclasiti e miloniti

Sono “rocce di faglia”

7

faglia zona di taglio faglia zona di taglio

(8)

Cataclasiti

Rocce in cui la maggiore parte dello strain viene accomodato dal meccanismo deformativo di

cataclasi.

Affioramenti di rocce cataclastiche sono

generalmente caratterizzati da una fratturazione ed un’alterazione diffusa.

8

(9)

Cataclasiti

E’ possibile distinguere cataclasiti prive di

coesione (brecce di frizione) da cataclasiti con coesione.

La coesione della roccia può essere originaria, cioè posseduta anche durante la deformazione oppure essere acquisita secondariamente a

seguito di fenomeni di cementazione.

9

(10)

Milonite

Miloniti sono rocce in cui la maggiore parte dello strain viene accomodato dai cristalli mediante

uno tra i meccanismi deformativi di plasticità, scivolamento viscoso, dissoluzione e

riprecipitazione.

10

(11)

Milonite

11

(12)

Milonite

12

(13)

Milonite

In rocce polimineraliche la fase che si deforma più facilmente accomoda lo strain totale della roccia se può formare una matrice continua attorno alle fasi più competenti.

Queste ultime formano boudinage o clasti, a seconda del contrasto di competenza.

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(14)

Milonite

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Milonite

In rocce polimineraliche la fase che si deforma più facilmente accomoda lo strain totale della roccia se può formare una matrice continua attorno alle fasi più competenti.

Queste ultime formano boudinage o clasti, a seconda del contrasto di competenza.

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(16)

Milonite

16

(17)

Milonite

17

(18)

Miloniti

Reazioni tra fasi mineralogiche durante lo sviluppo di miloniti possono portare a:

variazioni del rapporto volumetrico tra le fasi

variazioni del contrasto di competenza,

cambio del meccanismo deformativo operante

modificazioni della microstruttura

comportamento reologico della roccia.

18

(19)

Cataclasiti - Miloniti

19

Classificazione

(20)

Processi di work softening

In natura si osserva che cataclasiti e miloniti sono solitamente localizzate in zone taglio che hanno spessori molto minori (da qualche centimetro a qualche chilometro) rispetto alla loro estensione longitudinale (da qualche metro a parecchie

decine di chilometri).

Si può pensare che durante la deformazione

intervengano processi di work softening (o strain softening) che portano alla localizzazione della deformazione.

20

(21)

21

(22)

22

(23)

Work softening: Variazione del meccanismo deformativo

I meccanismi di ricristallizzazione dinamica (es.

ricristallizzazione per rotazione) possono portare ad una diminuzione delle dimensioni dei grani

quindi ad un cambiamento del meccanismo deformativo (es. scivolamento viscoso)

avviene se le dimensioni dei granuli ricristallizzati sono sufficientemente piccole (<10 µm) e se

esistono altre fasi mineralogiche che impediscono la successiva crescita.

Spesso avviene in miloniti carbonatiche.

23

(24)

Work softening: Localizzazione geometrica

In zone di taglio i processi di ricristallizzazione portano all’orientazione dei piani reticolari su cui si ha movimento di dislocazioni parallelamente ai limiti della zona di taglio

Questo porta a localizzazione della

deformazione, è comune in quarzo miloniti e olivin-miloniti.

Localizzazione della deformazione si può avere in rocce con una fase più facilmente deformabile che si riorganizza a formare livelli continui

oppure in rocce in cui una anisotropia preesistente ruota fino ad orientarsi

parallelamente alla zona di taglio.

24

(25)

Work softening: Presenza di fluidi

Fluidi interstiziali possono portare ad una riduzione della resistenza di una roccia e alla sua fratturazione e

deformazione a valori di stress più bassi del normale

Comune in serpentiniti, gessi o in rocce magmatiche che si deformano allo stato sub-solidus, cioè ancora in presenza di fuso

25

0

n

Pf Pf

(26)

Work softening: Reaction softening

Durante la deformazione fluidi possono indurre reazioni sintettoniche i cui prodotti sono minerali a grana piccola che innescano meccanismi deformativi di tipo viscoso.

Si possono avere reazioni che trasformano minerali più competenti in minerali più facilmente deformabili (es.

quarzo, clorite, sericite, ecc.).

26

(27)

Work softening: Chemical softening

Reazioni sinmetamorfiche che portano alla locale concentrazione di elementi in tracce o di acqua

contenuta nel reticolo cristallino (hydrolitic weakening).

27

(28)

Work softening: Shear heating

In condizioni di stress medio (<100 MPa) il calore che si sviluppa può essere dissipato per conduzione dalle

rocce circostanti la zona di taglio.

Ad alto stress e velocità di deformazione è possibile

invece che si raggiungano temperature tali da provocare fusione e formazione di pseudotachiliti.

Localizzazione della deformazione in pseudotachiliti può avvenire, ma per intervalli di tempo molto limitati in

quanto il fuso migra nella roccia incassante solitamente molto fratturata.

28

(29)

Localizzazione della deformazione

29

(b)

(d) (c)

(a)

(30)

Localizzazione della deformazione

Es. clasti di quarzo in matrice filladica-feldspatica

Temp. tipica per def. plastica:

1. ricristallizzano i clasti 2. le code si uniscono

3. è più favorevole deformare la roccia lungo un livello, che deformarla tutta in modo omogeneo

30

(b)

(d) (c)

(a)

quarzo matrice

(31)

Localizzazione della deformazione

in natura rocce con minerali differenti

minerali differenti = differenti meccanismi deformativi e velocità di deformazione

la reologia della roccia totale sarà governata dalla fase che si deforma più facilmente

31

(b)

(d) (c)

(a)

(32)

Localizzazione della deformazione

se la con ricristallizzazione sintettonica la fase che si deforma più facilmente può formare un livello continuo che attraversa tutta la roccia,

tutto lo strain sarà accomodato da movimento lungo quel livello, con conseguente

localizzazione della deformazione;

32

(b)

(d) (c)

(a)

(33)

Localizzazione della deformazione

nel caso di deformazione localizzata la reologia della roccia sarà governata dal minerale che si deforma più facilmente e forma un livello continuo;

più precisamente dal meccanismo deformativo agente nel livello;

in altre parti della roccia e in altri fasi mineralogiche si

possono avere altri meccanismi deformativi (es. cataclasi).

33

(b)

(d) (c)

(a)

(34)

Evoluzione zone di taglio

work hardening = aumento spessore

work softening = diminuzione spessore

34

work hardening a

b

b

work softening a

b

b

(a)

(b) TIPO 1

TIPO 2

(d)

work hardening

a

b

t

T work softening

a

b

t

T

(c)

(35)

Evoluzione zone di taglio

Le zone di taglio di Tipo 2 permettono di studiare la storia deformativa e l’evoluzione microstrutturale di una roccia in una zona di taglio.

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work hardening a

b

b

work softening a

b

b

(a)

(b) TIPO 1

TIPO 2

(d)

work hardening

a

b

t

T work softening

a

b

t

T

(c)

(36)

Ricristallizzazione statica

(ricristallizzazione post-tettonica, annealing)

alla fine di un processo deformativo una roccia può rimanere in profondità a lungo, in condizioni di alta temperatura e stress idrostatico (nessuno sforzo orientato applicato).

Un aggregato policristallino può quindi

ulteriormente abbassare il suo contenuto

energetico diminuendo in numero di contatti tra i granuli, aumentando cioè le dimensioni medie dei grani (grain boundary migration)

36

(37)

Ricristallizzazione statica

aumento delle dimensioni di alcuni grani, mentre altri cristalli diminuiscono di volume e vengono progressivamente eliminati.

contatti tra i granuli rettilinei,

giunzioni triple a 120° (volume maggiore con la minima superficie)

obliterazione strutture precedenti

37

(granoblastica)

(38)

Ricristallizzazione statica

38

(39)

Ricristallizzazione statica

39

marmo di Carrara

(40)

40

Tuscan metamorphic units

10

Tectonic map of the Italian Northern Apennines

P. Conti, G. Cornamusini, L. Carmignani

Geological boundaries

faults (low-angle and high-angle normal faults)

main thusts, locally reactivated as low-angle normal faults thrusts, out-of-sequence thusts, thusts in the Umbria-Marche domain

50 km 0

Quaternary deposits

1

Miocene-Pleistocene succession (Emilia-Romagna, Marche)

2

Miocene-Pleistone succession (”Neoautoctono”) (Tuscany, Umbria)

3

Epiligurian succession

4

Ligurian units

5

Subligurian units, Sestola-Vidiciatico unit, tectonic mélanges

6

Tuscan nappe (incl. M. Modino and “Pseudoverrucano” succession)

7

Cervarola, Falterona, Acquerino units

8

Rentella unit

9

Umbria-Marche-Romagna domain:

silicoclastic turbidite succession of external basins

11

Umbria-Marche-Romagna domain:

silicoclastic turbidite succession, Salsomaggiore unit

12

Umbria-Marche-Romagna domain:

Triassic-Miocene succession

13

Lazio-Abruzzo carbonatic succession

14

Units with HP metamorphism

15

Magmatic rocks

16

July 2013

S S

S

S S

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1

1 10

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4

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6

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8

8

8 7

7

3

3

3

3

3 10

7

7

7 5 7

5 5

7

6

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16 16

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5

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13

13 13

13

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5 12

12

11 11

11

11

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2 2

2 1

1 1

1 5

3 3

3

3 2

2 2

2 12

2

4

6 5

1

1 1

1

5 5

3

2 6

(41)

Ambienti geodinamici e metamorfismo

41

(42)

Ricristallizzazione statica e dinamica

42

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